CARTA ITTICA della Provincia di Savona

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1 PROVINCIA DI SAVONA Settore Difesa e Promozione Ambientale SERVIZIO ECOLOGIA CARTA ITTICA della Provincia di Savona UNIVERSITA DEGLI STUDI DI GENOVA DIP.TE.RIS. DIPARTIMENTO PER LO STUDIO DEL TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE

2 Studio per la redazione della Carta Ittica Provinciale Convenzione tra la Provincia di Savona e l Università degli Studi di Genova DIP. TE. RIS. UNIVERSITA DEGLI STUDI DI GENOVA Ricerca eseguita da: Giuseppe Isola, Andrea Balduzzi, Sebastiano Salvidio, Mario Mori, Silvio Spanò Con la collaborazione di: Luca Ciuffardi, Cinzia Martino, Roberta Roggero, Massimiliano Rossi, Germana Siri Responsabile della ricerca: Prof. Silvio Spanò Coordinamento PROVINCIA DI SAVONA Settore Difesa e Promozione Ambientale Dott. Ing Vincenzo Gareri (Dirigente responsabile) Dott. Paolo Genta, Rag. Giuliano Pollero (Servizio Ecologia) 1

3 Indice Pag. Introduzione... 5 Premessa... 7 Indagine ittica Gestione della pesca: Categorie delle acque - Ripopolamento Zone di protezione Zone di ripopolamento e cattura Riserve turistiche di pesca Tutela dell idrofauna Schede sui corsi d'acqua della provincia di Savona - Versante ligure (tirrenico) Fiume Centa - Torrenti Pennavaira e Neva Fiume Centa - Torrente Arroscia Torrente Maremola Torrente Pora Torrente Letimbro Torrente Sansobbia Torrente Teiro Schede sui corsi d'acqua della provincia di Savona - Versante padano Fiume Bormida di Millesimo Fiume Bormida di Spigno Torrente Valla Torrente Erro Torrente Orba Lago di Osiglia ALLEGATO ALLEGATO Bibliografia APPENDICE Schede I.F.F

4 INTRODUZIONE La presente Carta Ittica è stata commissionata all Università di Genova con contratto di ricerca, stipulato il 27/2/2002, dopo l approvazione del Programma degli indirizzi e criteri da parte del Consiglio Regionale con Deliberazione n. 37 del 3/8/ La ricerca è stata indirizzata sull investigazione dei corpi idrici già oggetto di studio nel 1991, anno di pubblicazione della prima Carta Ittica, focalizzando lo studio sull aggiornamento dei dati rilevati nelle singole stazioni ed utilizzando quelli disponibili presso l ARPAL. La presente Carta Ittica rappresenta un primo stralcio di studio, suscettibile di integrazioni, in quanto sono presi in considerazione solo i corsi d acqua più significativi sotto il profilo gestionale. La ricerca dovrà quindi proseguire a cadenza biennale fino a coprire l intero reticolo idrografico provinciale. Il documento, con le modifiche ed integrazioni apportate in fase istruttoria ed evidenziate in carattere corsivo, è strettamente correlato agli indirizzi e criteri regionali sopra citati. Ai sensi dell art. 7 della L. 241/90 e ss.mm.ii. e dell art. 43 dello Statuto, la Provincia è tenuta a fornire, ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti e a quelli che per legge devono intervenirvi, comunicazione dell avvìo del procedimento. Ai sensi dell art. 4 della L.R. n. 35/99 e s.m.i. è istituita la Commissione tecnica consultiva provinciale di cui ci si avvale, quale organo tecnicoconsultivo, per l espletamento delle funzioni in materia di pesca nelle acque interne. Il Comitato è composto dai rappresentanti delle Associazioni pescasportive, delle Associazioni ambientaliste ed animaliste, del Corpo Forestale dello Stato. Il suddetto Comitato, riunito nei modi di legge il 15/04/2003, ha preso visione della bozza di Carta Ittica per il formale avvìo del procedimento e con la espressa richiesta di produrre memorie scritte. Con successive sedute il Comitato stesso è stato aggiornato circa lo stato di avanzamento del procedimento ed ha avuto modo di proporre le opportune osservazioni. Le osservazioni e le richieste di modifica inoltrate dagli enti e associazioni di riferimento sono in parte attinenti al contenuto della Carta ed agli indirizzi regionali ; altre esulano da questo contesto e potranno essere tenute in evidenza nella successiva fase di regolamentazione e applicazione della Carta Ittica. 3

5 Secondo quanto espresso dalla normativa di riferimento, la Carta Ittica esprime la valutazione dello stato delle popolazioni ittiche e degli ecosistemi fluviali presenti nel territorio provinciale, al fine di una corretta gestione dell esercizio della pesca e dell ittiofauna, indicando in particolare: la composizione quali-quantitativa delle popolazioni ittiche presenti e le loro tendenze evolutive; le proposte tecnico-scientifiche finalizzate alla razionale gestione ed allo sviluppo dell ittiofauna, alla tutela delle specie (in particolare nei tratti di frega), alla tutela della biodiversità e dell equilibrio ecologico, nonché al corretto svolgimento delle attività di pesca ed alle più idonee modalità di immissione di materiale ittico; La Carta Ittica contiene una classificazione di qualità dei corpi idrici, sulla base di criteri biologici ed ittiologici, nonché l indicazione delle zone di ripopolamento, cattura e protezione e dei tratti o invasi destinabili ad attività di riserva turistica, a campo di gara o di allenamento e le zone a regolamentazione particolare di pesca. 4

6 PREMESSA Lo studio della Carta Ittica Provinciale risponde alla richiesta dell'amministrazione Provinciale di Savona di fornire gli elementi conoscitivi necessari alla redazione della Carta Ittica, in ottemperanza alle disposizioni della Legge Regionale n. 35 (Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca nelle acque interne) e successive modificazioni e della D.C.R. n. 37 del (Programma generale degli indirizzi e dei criteri alle province, relativo alla tutela dell'ecosistema acquatico e alla disciplina della pesca nelle acque interne. Articolo 2 legge regionale n. 35). Il tempo trascorso dal 1991, anno di pubblicazione della precedente Carta Ittica Provinciale, rendeva infatti necessario un aggiornamento delle conoscenze sui livelli di qualità ambientale dei corpi idrici della Provincia e sullo stato delle popolazioni ittiche in essi viventi, oltre ad un aggiornamento delle indicazioni gestionali che da tali conoscenze possono derivare, anche alla luce delle nuove disposizioni normative in proposito. Data la necessità di giungere in tempi relativamente contenuti a fornire indicazioni concrete per la gestione del patrimonio faunistico ambientale delle acque interne provinciali, e riconoscendo tuttora valida l'impostazione data alla precedente Carta Ittica (AA.VV., 1991), si è ritenuto opportuno fare riferimento, nel presente studio, a tutti gli aspetti in essa contenuti e rimasti inalterati, o quasi, nel tempo, in particolare per quanto riguarda l'individuazione dello sviluppo idrografico provinciale e la catalogazione e caratterizzazione dei bacini imbriferi dal punto di vista geologico, climatologico, idrologico e vegetazionale. Si è invece focalizzato lo studio sull'aggiornamento dei dati di campo (utilizzando gli stessi siti e mantenendo, per quanto possibile e opportuno, la stessa metodologia di campionamento), sulla verifica delle variazioni riscontrabili nel periodo di tempo trascorso dalla precedente indagine e sull'adeguamento delle indicazioni gestionali a tali variazioni e alle nuove esigenze normative. Il lavoro di raccolta dei dati di campo si è quindi articolato nella maniera seguente: La valutazione della qualità delle acque è stata fatta negli stessi siti, o in siti limitrofi e a caratteristiche ambientali comparabili, per tutte quelle stazioni per cui si poteva 5

7 presumere una rilevabile variazione della situazione ambientale dal 1987 (anno delle osservazioni di campo che hanno portato alla stesura della precedente Carta) al tempo presente, utilizzando, dove disponibili, i dati derivanti dal monitoraggio periodico effettuato dall'arpal (stazioni 2P, 3BM, 5BM, 3BS, 4BS, 5BS), e per le stazioni non coperte dal monitoraggio ARPAL, effettuando osservazioni e prelievi appositi (stazioni 1P, 1A, 2A, 1M, 2M, 1PO, 2PO, 1L, 2L, 1S, 2S, 1T, 2T, 1BM, 2BM, 1BS, 3BS, 2V, 2E, 3E, 2O) o, in un caso (staz. 4BM), utilizzando dati recenti disponibili per ricerche precedenti di questo Dipartimento. Non si è ritenuto opportuno ripetere il campionamento nelle stazioni più a monte dei torrenti Erro e Valla (stazioni 1E e 1V), non influenzate da centri abitati o da altre attività antropiche che ne abbiano potuto variare sostanzialmente le condizioni: per queste stazioni sono stati ritenuti tuttora validi i dati provenienti dalla campagna di ricerca Sono invece state eliminate dal piano di campionamento quelle stazioni (3P e 3S) che dalla precedente indagine erano risultate collocarsi in tratti di corso d'acqua soggetti a periodiche e prolungate secche o comunque non adatti ad ospitare fauna ittica di interesse gestionale. La valutazione della componente ittica dei popolamenti è stata effettuata in tutte le stazioni considerate nel piano di campionamento precedente, con la sola eccezione delle due stazioni 3P e 3S (per i motivi indicati sopra) e 1O, in quanto non più raggiungibile con mezzi motorizzati atti al trasporto dell'attrezzatura necessaria. Per la valutazione della qualità biologica delle acque nella presente indagine è stato adottato l'indice Biotico Esteso (IBE: Ghetti, 1997), ormai standardizzato e contemplato dalla normativa vigente (D. lgs. 152/1999, D. lgs. 258/2000) per le attività di monitoraggio delle acque correnti. Tale indice deriva, per successivi affinamenti, dal precedente Extended Biotic Index (EBI), modificato da Ghetti (1986) per le acque italiane e utilizzato per la precedente Carta Ittica, e ne mantiene lo stesso protocollo operativo. Le differenze tra i due indici, nella pratica, sono minime, e pertanto un confronto diretto tra i punteggi EBI (e relative classi di qualità) assegnati alle stazioni nel 1987 e i punteggi IBE (e relative classi di qualità) assegnati nella presente ricerca è assolutamente lecito. Nelle stazioni per le quali sono stati effettuati specifici sopralluoghi per la valutazione della qualità dell'acqua (tralasciando quindi quelle per cui sono stati utilizzati i dati ARPAL), l'indagine IBE è stata affiancata, a titolo sperimentale, dalla valutazione dello 6

8 stato di naturalità e di potenzialità autodepurativa del tratto di corso d'acqua mediante l'indice di Funzionalità Fluviale (IFF), recentemente messo a punto e promosso dall'agenzia Nazionale per la Protezione dell'ambiente (Siligardi et al., 2000). Tale indice trova i suoi fondamenti nell Ecologia del Paesaggio ed ha il fine di indagare la struttura complessiva dell ambiente fluviale e valutarne la sua funzionalità a livello ecosistemico; ciò permette di allargare la visione a tutti i comparti funzionali e completa altri indici più puntuali e di dettaglio. Quest'approccio ha assunto particolare importanza da quando si sta affermando la consapevolezza che il degrado di un corso d acqua non dipende solo dall inquinamento delle sue acque ma, spesso, da opere di artificializzazione che vanno ad interessare e compromettere più componenti funzionalmente connesse. L'applicazione dell'iff comporta la valutazione di numerosi parametri relativi all'asta fluviale e al territorio che la circonda, includendo aspetti vegetazionali e di uso del suolo, interventi di artificializzazione e rettificazione di alveo e sponde, struttura delle comunità acquatiche. Dall'esame e valutazione di questi parametri si passa alla compilazione di un'apposita scheda-questionario, che permette di assegnare un punteggio ad ognuna delle due sponde del corso d'acqua. Il punteggio raggiunto fornisce indicazioni sul grado di funzionalità del tratto fluviale in studio, inteso come interconnessione tra l'ecosistema acquatico e gli ecosistemi vallivi e come capacità di drenaggio, trasformazione, riutilizzazione e rimineralizzazione della sostanza organica e dell'energia ambientale che tale tratto fluviale può ancora assicurare. L IFF, per sua definizione, andrebbe applicato all intera asta fluviale; per l impossibilità di reperire sufficienti risorse umane, temporali ed economiche lo si è potuto applicare, in questo contesto, solo ai tratti nei quali ricadono le stazioni di campionamento. Si sono voluti comunque riportare i risultati ottenuti con tale indagine per completare il quadro analitico e per stimolare, in progetti futuri, l applicazione di questo nuovo indice al fine della conservazione dell ecosistema fiume. I risultati delle indagini vengono illustrati nella cartografia allegata e vengono dettagliati nella sezione relativa alla valutazione dei singoli corsi d'acqua. Le principali 7

9 variazioni riscontrate, rispetto alla situazione descritta nella precedente Carta Ittica, sono sintetizzabili nella maniera seguente: La situazione ambientale e la struttura dell'ittiofauna non ha subito modificazioni particolarmente profonde per i corsi d'acqua del versante ligure. Nel versante padano, invece, si è potuto notare un deciso miglioramento delle condizioni ambientali, in particolare nelle Bormide (di Millesimo e di Spigno), interessate storicamente, nel loro corso medio-basso, da un drammatico impatto da parte di numerose attività industriali. La chiusura o la riconversione di attività fortemente inquinanti ha consentito una ripresa consistente a rilevanti tratti di tali fiumi, sia dal punto di vista della qualità ambientale, sia da quello della presenza di popolamenti ittici abbondanti e variati. I fenomeni meteorologici che hanno caratterizzato questi ultimi anni, con la frequenza di eventi alluvionali di grave entità, e la conseguente necessità di poderosi lavori di messa in sicurezza dei corpi idrici, hanno determinato, in in molti tratti di corso d'acqua, profonde trasformazioni del percorso fluviale, della struttura e morfologia delle sponde e dell'alveo, della composizione e consistenza del materasso alluvionale. Ciò ha provocato, in tali tratti, una "banalizzazione" degli habitat con conseguente cambiamento radicale del popolamento ittico, che generalmente si è concretizzato in una risalita dei Ciprinidi in zone un tempo caratterizzate da popolamenti prevalentemente salmonicoli. Inoltre si è rilevata, in diversi corsi d'acqua, la presenza di specie di "pesce bianco" non segnalate in precedenza. Ciò è probabilmente da ascriversi a immissioni poco giustificabili in un'ottica di corretta gestione del patrimonio ittico e ambientale. Le nuove norme di legge sulla gestione ittica hanno meglio chiarito i vincoli imposti dall'assegnazione dei tratti di fiume ad una particolare categoria gestionale. In particolare sono stati specificati i criteri gestionali che devono caratterizzare le acque di categoria A, sulle quali va soprattutto sviluppata l'attenzione per la conservazione ed il mantenimento delle popolazioni ittiche autoctone. Come sarà meglio precisato più avanti, in alcuni tratti di tali zone è probabile la presenza di popolazioni di Trota "autoctona" (per la quale sono in corso studi finalizzati ad una sua più precisa definizione tassonomica). La gestione di queste acque deve garantire, per quanto possibile, la conservazione e possibilmente 8

10 l'incremento di tali popolazioni, evitando perdite di caratterizzazione genetica derivanti dall'immissione di materiale non selezionato. Anche la gestione delle zone di categoria B dovrà tener conto di tale esigenza primaria, evitando, nei corsi d'acqua nei quali sono in corso verifiche sulla presenza di ceppi "autoctoni" o sperimentazioni di reintroduzione, immissioni di soggetti che possano ibridarsi con le trote di ceppo pregiato. Nel capitolo specificamente dedicato all'indagine ittica si illustrano i limiti metodologici di cui risentono le valutazioni della produttività dei diversi tratti di corso d'acqua e le conseguenti indicazioni gestionali sulla quantità di soggetti da immettere nelle operazioni di ripopolamento. Esse infatti si basano su considerazioni prettamente teoriche, senza poter verificare "in natura" la reale atterndibilità di tali valutazioni. Per poter giungere a valutazioni e indicazioni più concretamente tarate sull'effettiva capacità produttiva dei diversi tratti dei corsi d'acqua, infatti, sarebbe essenziale disporre di dati precisi sull'entità delle immissioni di materiale ittico, sulla pressione piscatoria e sull'entità di prelievo cui tali tratti sono soggetti ogni anno. A tal fine sarebbe auspicabile l'istituzionalizzazione, possibilmente per tutti i corsi d'acqua della provincia ma almeno per i tratti di categoria A, dell'obbligo per ciascun pescatore di annotare su un apposito tesserino le giornate di pesca, le specie, il numero e le classi di taglia dei soggetti catturati, inclusi i soggetti successivamente rilasciati. Un'ultima segnalazione, derivata dalle indagini di campo e dall'esame della documentazione disponibile, va fatta circa la presenza, in numerosi corsi d'acqua della provincia, di un piccolo mollusco gasteropode prosobranco di origine alloctona, Potamopyrgus antipodarum. Si tratta di una specie altamente invasiva, originaria della Nuova Zelanda e introdotta in Australia, in America e in Europa probabilmente attraverso le scorte d'acqua dolce delle navi. In Europa è comparsa dapprima in Inghilterra (seconda metà '800), poi in Francia e in seguito in centro Europa e nell Europa mediterranea. In Italia le prime segnalazioni della specie risalgono agli inizi degli anni 60 del '900 nel fiume Roia, quindi essa si è ampiamente diffusa in altri corsi d acqua della Liguria occidentale, invadendo ultimamente l intera Liguria (in acque pulite o anche debolmente inquinate) e varie altre regioni settentrionali e centrali (Favilli et al., 1998). P. antipodarum è una specie facilmente adattabile a condizioni ambientali variabili, che si sviluppa su detriti vegetali, su substrati sia solidi che sabbiosi e limosi. Si alimenta di detriti, tessuti vegetali morti e piccole alghe. Le sue piccole dimensioni (3-7 mm circa) e la sua capacità di resistere per 9

11 tempi relativamente lunghi fuori dall'acqua (può infatti chiudersi dentro la conchiglia tappando l'apertura con un opercolo) fanno sì che possa essere trasportato inavvertitamente da un bacino all'altro attraverso veicoli, stivali, attrezzi da pesca o altro. La sua diffusione in Liguria è quindi probabilmente da attribuirsi agli spostamenti di uomini e attrezzi da un bacino all'altro, per attività di pesca, per lavori in alveo o anche per attività di ricerca o monitoraggio ambientale. La presenza di Potamopyrgus antipodarum nei corsi d acqua liguri rappresenta un tipico e importante inquinamento faunistico, benchè non sia ancora chiaro quali siano le conseguenze sugli organismi autoctoni. Certo è che questa specie è in grado di mantenere alti livelli di densità di popolazione (in America sono segnalate densità anche di individui/m 2 ) e che ciò potrebbe innescare fenomeni di competizione con le specie indigene, alterazione delle catene trofiche che sostentano le specie ittiche o alterazione delle stesse caratteristiche fisiche dei torrenti. Ci sembra quindi opportuno raccomandare la massima attenzione sia ai pescatori che agli operatori in ambiente fluviale, tesa ad evitare un'ulteriore diffusione di tale specie. Un controllo e una pulizia accurata di tutte le attrezzature prima di spostarsi da un corso d'acqua a un altro potrebbe infatti contenere o bloccare l'espansione di tale specie. 10

12 INDAGINE ITTICA La raccolta dei dati per l aggiornamento della Carta Ittica della provincia di Savona è stata svolta conservando le stazioni già scelte nella precedente ricerca e così l attrezzatura per i campionamenti, compreso l elettrostorditore (potenza W 2500), il correntometro, le reti, l ittiometro, ecc. Solo in pochi casi si è avuta qualche difficoltà a ritrovare l esatta ubicazione della stazione e solo per la stazione a monte dell Orba (1O) non è stato possibile raggiungere il sito per la perdita della strada forestale allora temporaneamente tracciata e oggi dopo più di 10 anni completamente scomparsa nel bosco. Con la stessa metodica di allora si è proceduto ogni volta a chiudere il tratto della stazione con rete fissa a monte e a valle prima di procedere alla cattura di tutta la fauna ittica presente, che è stata radunata in apposito contenitore per proseguire successivamente ai rilevamenti ittiomorfometrici. Complessivamente sono stati catturati nelle stazioni dei corsi d acqua: Versante padano: - totale pesci n specie n. 18 Versante ligure (tirrenico): - totale pesci n specie n. 8 Per ogni stazione sono stati raccolti i seguenti dati: - stato della stazione - temperatura acqua ( C) - portata (m 3 /sec) - classificazione per specie - Lunghezza standard (Ls) - Lunghezza totale (Lt) 11

13 - peso singolo individuo - peso totale per specie Carta Ittica della Provincia di Savona - numero individui per specie - numero individui totali - fattore corpulenza (Kf) Questi parametri hanno permesso di valutare la produttività teorica annua (P = KxBxL), con il supporto dei dati chimico-fisici e biologici, attraverso la formula di Léger (1910), adattata con le modifiche successive (Léger, 1937; Huet, 1964; Arrignon, 1976) e le correzioni apportate per la stima del grado di capacità biogenica (B ) (Stoch, 1986, 1987). Il valore K (coefficiente di produttività) è il risultato del prodotto di altri tre subcoefficienti: K 1, K 2, K 3, dipendenti rispettivamente dall'altitudine, dal ph e dalla tipologia del popolamento ittico. K 1 assume i seguenti valori: - 1 in stazioni con quota altimetrica > 700 metri s.l.m. - 1,1 in stazioni con quota altimetria compresa tra metri s.l.m. - 1,2 in stazioni con quota altimetrica < 400 metri s.l.m. K 2 assume i seguenti valori: - sempre 1,3 per il valore alcalino di tutte le acque (ph >7) K 3 assume i valori: - 1,0 per settori esclusivamente a Salmonidi - 1,1 per settori prevalenza a Salmonidi - 1,2 per settori Salmonidi = Ciprinidi - 1,3 per settori Ciprinidi > Salmonidi Il valore B (capacità biogenica) è stato definito : l espressione del valore nutritivo di un corso d acqua dal punto di vista dell alimentazione del pesce (Léger, 1910) e in passato veniva calcolato in modo troppo soggettivo dal rilevatore con valori compresi tra

14 Già nel 1987 è stato utilizzato il metodo di calcolo proposto da Stoch (1986) che mediante regressione lineare multipla mette in relazione i valori delle classi di qualità (IR) e di abbondanza (Q) con il parametro B: B = 0,575 1,149 IR + 2,05 Q dove IR corrisponde alla classe di qualità biologica dell'acqua ottenuta in base all'indice IBE e Q corrisponde alla classe di abbondanza (nel presente studio valutata in base al numero di individui di macrobenthos per unità di volume del sedimento raccolto con il prelievo IBE : classe 1 = meno di 1 ind/cm 3 ; classe 2 = fino a 3 ind/cm 3 ; classe 3 = fino a 6 ind/cm 3 ; classe 4 = fino a 10 ind/cm 3 ; classe 5 = oltre 10 ind/cm 3 ). La misura della densità del popolamento macrobentonico utilizzata in quest'indagine è differente da quella utilizzata per la precedente Carta Ittica, dove era stata effettuata una valutazione per unità di superficie di alveo, invece che per unità di volume di sedimento. L'utilizzazione nella formula di classi di abbondanza, piuttosto che dei diretti valori misurati, rende comunque paragonabili i risultati delle due indagini. I consigli per la gestione corretta delle acque partono quindi dalla conoscenza accurata dell ecosistema del corpo idrico e successivamente dalla stima della quantità di pesce prodotto in un determinato arco di tempo (Agnoletti et al., 1985). Di conseguenza la produttività teorica, nelle acque di categoria A, può anche non coincidere con quella reale, in quanto la formula per il suo calcolo non prevede i valori del prelievo della pesca e la valutazione periodica dei fattori biotici e abiotici. Per questo è spesso superiore a quella reale, mentre l impostazione degli interventi rivolti al reintegro quantitativo della fauna ittica in maniera più fedele possibile ai valori naturali necessiterebbe di riferimenti regolarmente ripetuti nel tempo circa la dinamica delle popolazione e il prelievo annuale della pesca sportiva. In attesa di ottenere questi dati nel corso di successive auspicabili indagini, oggi la produttività naturale (o produttività di biomassa) può essere comunque estrapolata, con valori sufficientemente affidabili, da studi disponibili in letteratura su corsi d acqua europei 13

15 con popolazioni troticole, ai quali è possibile ricondurre le caratteristiche ambientali delle acque continentali liguri (Marconato, 1986; Ivlev, 1996). Nella Carta Ittica delle acque genovesi (Borroni, 1995) il valore è stato collocato tra 5 e 10 g/m 2 /anno, valore che riteniamo individuato in una fascia medio-bassa del tutto accettabile anche per i corsi d acqua della provincia di Savona, considerato che quello ottenuto da Marconato (1990) in corsi d acqua della provincia di Vicenza ha un valore medio di 13,27 g/m 2 /anno. Zone ittiche La normativa attualmente vigente (D. lgs. 152/1999, D. lgs. 258/2000) prevede la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci sulla base di una serie di parametri fisico-chimici e chimici verificati con notevole frequenza nelle acque in esame. Purtroppo l'attuale rete di monitoraggio periodico dei corpi idrici (ARPAL) non copre a sufficienza il reticolo delle acque di interesse ittico, trascurando in particolare i tratti superiori dei fiumi principali e diversi corsi d'acqua secondari. In attesa di un'estensione di tale rete di monitoraggio si è ritenuto opportuno basarsi, per la definizione delle zone ittiche, principalmente sulle osservazioni relative al popolamento presente e alle caratteristiche generali del corso d'acqua, verificando la compatibilità di tali osservazioni con i dati del monitoraggio ARPAL, dove presenti, e con i risultati (puntiformi) delle misurazioni di alcuni parametri effettuate in occasione dei campionamenti ittici e macrobentonici. Nella valutazione della zonazione ittica delle acque si è ritenuto sufficiente individuare due tipologie: La prima zona, a Salmonidi (Trota fario), caratteristica di tratti superiori dei corsi d acqua a maggiore pendenza, con alta velocità della corrente e con condizioni termiche e di ossigenazione ottimali. Oltre alla Trota fario è presente quasi costantemente il Vairone; vi appaiono anche in ripresa il Barbo canino, lo Scazzone ("chiesa") e nei tratti meglio conservati il Gambero di fiume. 14

16 La seconda zona, a Ciprinidi (reofili), interessa il tratto inferiore dei corsi d'acqua dove mediamente la velocità della corrente è minore, le temperature sono superiori e si riduce la quantità di ossigeno disciolto. Questa zona, caratterizzata da tratti a bassa pendenza e ridotta granulometria del substrato, trova nel Cavedano e nel Barbo le specie dominanti, accompagnate dal Vairone, qualche volta dal Barbo canino e in minor misura da Gobione, Triotto, Alborella, Lasca e Sanguinerola. Il riscontro di esemplari di Trota in alcuni tratti a consistente popolamento ciprinicolo ha ovviamente indotto a considerare tali tratti di tipo misto. 15

17 GESTIONE DELLA PESCA Categorie delle acque Ripopolamento Categoria A (colore azzurro) : sono i tratti di corsi d acqua di rilevante pregio con popolamento in maggioranza a trote. Ne fanno parte i corpi idrici nei quali non è stata rilevata alcuna forma di inquinamento (Classe di qualità I IBE). Gli interventi sono volti a conservare i valori chimici, fisici e biologici ambientali per assicurare il mantenimento delle popolazioni ittiche e dell ecosistema di cui fanno parte. In questi tratti l attività di pesca deve essere svolta nel rispetto delle finalità di tutela delle popolazioni ittiche e dell ecosistema. Non è possibile svolgervi attività agonistiche o istituirvi zone di pesca facilitata (riserve turistiche). Al fine di controllare meglio la pressione di pesca è necessario fissare criteri specifici riguardo alle giornate di pesca e alle catture giornaliere e, non ultimo, fissare la taglia massima di cattura al fine di conservare, per la riproduzione naturale, quei soggetti che hanno dimostrato alte capacità di adattamento all'ambiente. Le zone di protezione, ripopolamento e cattura sono individuate in questa categoria di acque secondo programmi di apertura, chiusura e turnazione stabiliti di volta in volta nella percentuale previste dalla normativa regionale. Per la tutela e la salvaguardia della biodiversità in questi tratti possono essere effettuate immissioni di altre specie autoctone di interesse conservazionale solo dopo uno studio appropriato e rivolto alle caratteristiche e agli equilibri ambientali. Nelle acque di Categoria A è possibile ristabilire la biomassa prelevata dall attività piscatoria attraverso l immissione di solo novellame di Trota fario di ceppo mediterraneo (cosiddetta "autoctona") che mostra caratteri fenotipici (puntinatura piccola, fitta, rossa e nera; presenza di macchie Parr e di macchia nera opercolare) vicini a quelli di Salmo 16

18 macrostigma, dalla quale deriverebbero tutte le trote dei fiumi che si versano nel bacino del Mediterraneo (Lelek 1987). Si ha motivo di ritenere che residue popolazioni di ceppo mediterraneo, con un patrimonio genetico che si è adattato ai nostri ambienti dulciacquicoli dopo una lunga selezione naturale, siano ancora presenti in alcuni torrenti del savonese che, per la morfologia del territorio e le conseguenti difficoltà a raggiungere la parte più alta del bacino, non hanno subito immissioni di Trota del nord Europa (ceppo atlantico). Analogamente agli esperimenti in corso in provincia di La Spezia presso l incubatorio ittico regionale di Chiusola, il reperimento e la cattura, nei corsi d'acqua della provincia di Savona, di alcuni individui da stabulare nell impianto provinciale di Pian Soprano (Bormida) porterebbe, alla scadenza della Carta Ittica, alla costituzione di un parco riproduttori in grado di raggiungere una produzione annuale di avannotti o trotelle (6-9 cm) tale da garantire un ripopolamento completo di tutti i corsi d acqua di questa categoria, salvaguardando inoltre questa forma, tuttora in via di definizione tassonomica, dal pericolo di estinzione. I settori con acque di Categoria A sono tutti considerati a vocazione troticola, anche se in alcuni la presenza di Salmonidi è inferiore a quella dei Ciprinidi. La superficie totale di questi tratti risulta pari a m Fabbisogno desunto per il ripopolamento n trotelle 6-9 cm/anno circa. Oppure n avannotti/anno Versante ligure (tirrenico) m di categoria A Il fabbisogno totale è di n trotelle 6-9 cm/anno. Oppure avannotti/anno. Rispettivamente: Teiro: Sansobbia: Pora: n trotelle - n avannotti n trotelle n avannotti n trotelle n avannotti 17

19 Pennavaira: Maremola: Letimbro: n trotelle n avannotti n trotelle n avannotti n trotelle n avannotti Versante padano m di categoria A. Il fabbisogno totale è di n trotelle 6-9-cm/anno. Oppure avannotti/anno. Rispettivamente: Valla: n trotelle n avannotti Orba: n trotelle n avannotti Erro: n trotelle n avannotti Bormida Mallare: n trotelle n avannotti Bormida Pallare: n trotelle n avannotti Bormida Millesimo: n trotelle n avannotti Categoria B (colore verde): settori a prevalente vocazione ciprinicola o con minor pregio ittico, dovuto a leggero inquinamento di origine fognario o ad alterazione dell alveo per interventi antropici. In queste acque, dove l Indice Biotico Esteso è generalmente compreso fra le classi II e III, si evidenzia una popolazione ittica a prevalenza di Ciprinidi o mista. In essa si esercita anche una pressione di pesca sportiva maggiore, grazie ad alvei facilmente accessibili e percorribili. In queste acque è possibile immettere salmonidi o altre specie, dove l ambiente dimostra idoneità (es. lago di Osiglia, lago dell'antenna). 18

20 Nei settori di Categoria B rientrano le zone permanenti per l allenamento agonistico, i campi di gara temporanei, i tratti adibiti a riserve turistiche, le zone di regolamentazione speciale (es. zone no-kill). Categoria C (colore rosso): sono quei settori che presentano un sensibile valore di inquinamento (classe di qualità I.B.E IV e V ) o periodi dell anno ricorrenti di secca. Per questi motivi è vietata l immissione di qualsiasi specie ittica. Tuttavia nei periodi in cui, a seguito di abbondanti precipitazioni meteoriche, si riduce l inquinamento al punto non solo da permettere la sopravvivenza dei pesci, ma soprattutto garantirsi da rischi di carattere igienico-sanitario, questi tratti possono essere proposti per raduni sociali di pesca facilitata con trote iridee adulte pronta pesca. Nei tratti gravati da diritti esclusivi di pesca ricompresi in queste acque, i previsti obblighi ittiogenici, in forza di contratti già stipulati, possono essere finalizzati in altri settori e le specie ittiche previste possono essere variate in funzione delle nuove zone di immissione. ZONE DI PROTEZIONE Tratti individuati in acque appartenenti alla Categoria A ed affluenti nella percentuale variabile tra il 5% e 20% per garantire la sopravvivenza o la tutela della trota "autoctona" e favorirne la riproduzione naturale. In tali zone, dove possono essere compresi anche ruscelli vivaio, la pesca può essere vietata a tempo indeterminato. Le zone di protezione possono essere previste anche nelle acque di Categoria B. ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA Sono tratti individuati in acque di Categoria A e finalizzati all ambientamento, crescita, selezione naturale di fauna ittica (novellame di Trota fario "autoctona") destinata alla cattura per immissione in altri corsi d acqua idonei o trattenuta per il tempo della 19

21 maturazione dei gameti in incubatori anche "di valle" opportunamente attrezzati per la riproduzione artificiale. Tali zone zone possono essere previste anche nelle acque di Categoria B. Sia le zone di protezione che quelle di ripopolamento e cattura, costituite da tratti di lunghezza adeguata (indicativamente superiori ad 1 Km), devono, attraverso una gestione programmata, permettere di ottenere materiale ittico particolarmente selezionato e selvatico. Tale gestione deve essere controllata da un monitoraggio costante al fine di valutare nel più breve tempo possibile i risultati dal punto di vista qualitativo e quantitativo. RISERVE TURISTICHE DI PESCA La Provincia autorizza la costituzione delle Riserve turistiche di pesca di seguito elencate e ne affida la gestione alle Società dei Pescatori riconosciute e rappresentate nella Commissione Tecnica Consultiva Provinciale. L affidamento della gestione avviene tramite convenzione, in linea con gli Indirizzi regionali. Per le acque in concessione, la durata della convenzione non potrà superare la scadenza della concessione stessa. Le Riserve turistiche di pesca sono individuate nelle seguenti acque: Fiume Bormida di Millesimo Km 8 Rio Giovo Km 5 Rio Neva Km 4 Rio Pennavaire Km 4 Laghi artificiali: Lago dell Antenna, Lago dei Frati. Il Lago di Osiglia ed affluente Rio Osiglietta fino al Borgo è individuato come Riserva turistica di pesca e sarà gestito in base al Protocollo d intesa, sottoscritto preliminarmente in data 9/12/2003, allegato quale parte integrante della Carte Ittica (ALLEGATO 1). La Giunta Provinciale, sentita la Commissione Tecnica Consultiva Provinciale, può autorizzare riserve turistiche di pesca in altri corsi d acqua. 20

22 TUTELA DELL IDROFAUNA Le alterazioni ambientali dei corsi d acqua sono, nel complesso, tra le principali cause di riduzione e modificazione dei popolamenti ittici nelle acque interne della provincia. Esse riguardano, in particolare, l artificializzazione dell alveo e delle sponde, e le captazioni. Per garantire la tutela dell idrofauna e dell ecosistema del corso d acqua, la L.R. 35/99 e s.m.i., agli articoli 16, 17 e 18, disciplina le modalità di intervento nei corsi d acqua nonché l uso delle acque pubbliche a difesa dell idrofauna, prevedendo anche il risarcimento del danno. Il Programma degli indirizzi e criteri approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n. 37 del 3/8/ 2001 prescrive che ogni nuovo intervento sui corsi d acqua e sui corpi idrici in generale, nonché sugli alvei, dovrà prevedere, per quanto possibile: il mantenimento della sinuosità naturale e della successione di raschi e pozze del corpo idrico oggetto di intervento; il mantenimento della vegetazione ripariale, soprattutto nei corsi d acqua di particolare pregio ambientale e faunistico; le associazioni vegetali ripariali costituiscono infatti agenti di fondamentale importanza soprattutto per la limitazione dell erosione, risultando determinanti nel processo di rallentamento della corrente attraverso l aumento dei tempi di corrivazione e la conseguente attenuazione dei picchi di piena. Inoltre, agiscono anche nei fenomeni di depurazione delle acque in quanto l apparato radicale è in grado di assorbire la sostanza organica ed i metalli pesanti in eccesso; il mantenimento del Deflusso Minimo Vitale al fine di mantenere il potere autodepurante e l ossigenazione delle acque; il mantenimento degli scambi tra corso d acqua, alveo e falda freatica; il mantenimento della continuità morfologico-funzionale tra acqua, terreni e vegetazione. Gli interventi effettuati in alveo dovranno tenere conto anche dell impatto causato non solo sulla fauna ittica, ma anche sulle specie maggiormente minacciate e vulnerabili, comprese quelle individuate dalla legge regionale n. 4/1992 (Tutela della fauna minore); inoltre, nel caso in cui si debbano effettuare opere idrauliche in corpi idrici situati all interno dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), dovranno essere rispettate le prescrizioni e i vincoli individuati per queste aree. 21

23 Gli interventi realizzati lungo i corsi d acqua e nei corpi idrici in generale dovranno comunque essere effettuati garantendo il minimo impatto ambientale e privilegiando, ove possibile, l'utilizzo di tecniche di "ingegneria naturalistica", sostituendo le metodologie tradizionali con l impiego di queste tecniche innovative e conservatrici dell ambiente e delle caratteristiche naturali. Inoltre, ogni nuovo intervento sui corsi d acqua dovrà prevedere la realizzazione di passaggi o accorgimenti analoghi tali da consentire la diffusione e gli spostamenti delle popolazioni ittiche. Sulla base delle indicazioni sopra esposte, la Provincia potrà promuovere interventi di rinaturalizzazione dei corsi d acqua. Secondo quanto previsto dal Programma degli indirizzi e criteri, uno specifico Regolamento per la tutela dell idrofauna e il ripristino delle popolazioni ittiche viene emanato quale parte integrante della Carte Ittica (ALLEGATO 2). 22

24 SCHEDE SUI CORSI D'ACQUA DELLA PROVINCIA DI SAVONA VERSANTE LIGURE (TIRRENICO) 23

25 FIUME CENTA TORRENTE: Pennavaira STAZIONE: 1P LOCALITA : ponte per frazione Borgo Larghezza media settore m. 2,0 4,0 Portata mc/sec Non ril. 0,180 Capacità biogenica 9,676 5,576 Coefficiente produttività 1,50 1,716 Produttività teorica Kg/Km/anno 29,028 38,273 SPECIE ITTICHE PRESENTI Tot./g %n.ind. Kf Tot./g %n.ind. Kf Salmo trutta ,125 1, ,50 1,63 Oncorhynchus mykiss Salvelinus fontinalis Leuciscus souffia ,25 1, ,50 1,97 Leuciscus cephalus Barbus plebejus Barbus meridionalis Chondrostoma genei Rutilus erythrophtalmus Tinca tinca Phoxinus phoxinus Cottus gobio Cobitis taenia Anguilla anguilla ,625 Lampetra sp. Lepomis gibbosus Perca fluviatilis Alburnus a. alborella Gobio gobio Abramis brama 24

26 TORRENTE: Pennavaira STAZIONE: 1P Caratteristiche chimico-fisiche e biologiche Giorno 07/05/87 18/07/02 Ora Temp. aria C Temp. acqua C PH Ossigeno % 113 Ossigeno ppm Conducibilità Nitrati (mg/l) Fosfati (mg/l) 0.28 I.B.E classe qualità II I I.F.F. sponda sinistra 160 Livello di funzionalità III I.F.F. sponda destra 270 Livello di funzionalità I Popolamento macrobentonico (2002): Leuctra (10), Perla (2), Baetis (10), Ecdyonurus (4), Electrogena (2), Ephemerella (10), Habroleptoides o Paraleptophlebia (5), Habrophlebia (9), Beraeidae (2), Hydropsychidae (10), Leptoceridae (1), Philopotamidae (4), Polycentropodidae (9), Rhyacophilidae (2), Lumbricidae (4), Athericidae (3), Blephariceridae (5), Ceratopogonidae (2), Chironomidae (10), Simuliidae (10), Dugesia (5), Ancylidae (3), Hydrometridae (1), Elmidae (8). 25

27 TORRENTE: Neva STAZIONE: 2P LOCALITA : Cascina Sciorera Larghezza media settore m. 9,125 7,50 Portata mc/sec 2,400 1,325 Capacità biogenica 8,527 8,527** Coefficiente produttività 2,25 2,028 Produttività teorica Kg/Km/anno 175, ,69** SPECIE ITTICHE PRESENTI Tot./g %n.ind. Kf Tot./g %n.ind. Kf Salmo trutta 62,0 0,74 1,60 2 0,40 0,92 Oncorhynchus mykiss Salvelinus fontinalis Leuciscus souffia 1500,5 92,0 1, ,20 1,82 Leuciscus cephalus 269,0 3,62 1, ,60 1,62 Barbus plebejus 66,0 2,90 2, ,90 1,64 Barbus meridionalis 9,0 0,74 2,10 Chondrostoma genei Rutilus erythrophtalmus Tinca tinca Phoxinus phoxinus Cottus gobio Cobitis taenia Anguilla anguilla 216 0,90 Lampetra sp. Lepomis gibbosus Perca fluviatilis Alburnus a. alborella Gobio gobio Abramis brama Austropotamobius pallipes 6 n.1 ** per la campagna di ricerca 2002 in questa stazione non sono stati fatti specifici prelievi di macrobenthos, in quanto sono stati utilizzati i dati provenienti dalle attività di monitoraggio ARPAL (stazione CTNE1). Mancando questi dati di una valutazione quantitativa del macrobenthos presente, per il calcolo della produttività teorica è stato utilizzato il valore di capacità biogenica rilevato nel

28 TORRENTE: Neva STAZIONE: 2P Carta Ittica della Provincia di Savona Caratteristiche chimico-fisiche e biologiche (*) giorno 07/05/87 02/07/01 ora Temp. aria C 19 Temp. acqua C ph Ossigeno % Ossigeno ppm Conducibilità Nitrati (mg/l) 0.4 Fosfati (mg/l) <0,02 I.B.E. 8 9 classe qualità II II I.F.F. sponda sinistra Livello di funzionalità I.F.F. sponda destra Livello di funzionalità Popolamento macrobentonico (2001) (*): Leuctra (10), Baetis (10), Habrophlebia (4), Potamanthus (10), Hydropsychidae (10), Leptoceridae (10), Polycentropodidae (2), Lumbricidae (1), Lumbriculidae (1), Naididae (3), Chironomidae (10), Limoniidae (2), Simuliidae (8), Dugesia (10), Ancylidae (7), Lymnaeidae (4), Physidae (2), Ostracoda (10). (*) dati ricavati dagli archivi ARPAL (stazione CTNE1) - Dip. Prov. Savona 27

29 TORRENTE: Pennavaira TORRENTE: Neva Valutazioni e indicazioni gestionali Le acque del settore A conservano la loro vocazione a Salmonidi confortata da una buona presenza del Vairone. L ambiente è ben conservato se non migliorato rispetto all 87. Tra la fauna ittica catturata, va ricordato un abbondante numero di trote che insieme al Vairone mantengono una presenza percentualmente costante e con una dimensione di taglie meglio distribuite. Il ritrovamento in Staz. 2P di un giovane gambero (strutturalmente ben conservato) e di una trotella fario (2g) non sono sufficienti per indicare una qualità pregiata di queste acque, in quanto potrebbero essere l effetto di un trascinamento meccanico dovuto a fenomeni temporaleschi improvvisi avvenuti in quel periodo. Tuttavia le condizioni ambientali medie del corso d'acqua a valle della confluenza tra Neva e Pennavaira confermano le sue potenzialità di ospitare non solo Ciprinidi. SETTORI: limiti settore da confine provincia a Nasino - sotto confl. rio d. Pianca da Nasino - sotto confl. rio d. Pianca a Leca-ponte autostradale categoria Lunghezza asta Superficie stimata A Km 1, m 2 B Km 15, m 2 28

30 Stima della produttività: Settore A: acque a Salmonidi. Produttività teorica: 69,65 Kg/anno Prod. biomassa: 18,2 36,4 Kg/anno Settore B: acque miste Produttività teorica: 1.953,90 Kg/anno 29

31 FIUME CENTA TORRENTE: Arroscia STAZIONE: 1A LOCALITA : Ortovero Larghezza media settore m ,9 Portata mc/sec 1,338 0,937 Capacità biogenica 5,77 6,477 Coefficiente produttività 2,25 2,028 Produttività teorica Kg/Km/anno 64, ,769 SPECIE ITTICHE PRESENTI Tot./g %n.ind. Kf Tot./g %n.ind. Kf Salmo trutta Oncorhynchus mykiss Salvelinus fontinalis Leuciscus souffia ,3 1, ,00 2,17 Leuciscus cephalus ,4 1, ,30 1,53 Barbus plebejus ,10 1,65 Barbus meridionalis Chondrostoma genei 397 7,3 1, ,30 1,40 Rutilus erythrophtalmus Tinca tinca Phoxinus phoxinus Cottus gobio Cobitis taenia Anguilla anguilla , ,30 Lampetra sp. Lepomis gibbosus Perca fluviatilis Alburnus a. alborella Gobio gobio Abramis Brama 34 3,

32 TORRENTE: Arroscia STAZIONE: 1A Caratteristiche chimico-fisiche e biologiche giorno 11/05/88 18/07/02 ora Temp. aria C Temp. acqua C ph Ossigeno % 147 Ossigeno ppm Conducibilità Nitrati (mg/l) Fosfati (mg/l) 0.1 I.B.E classe qualità I II I.F.F. sponda sinistra 132 Livello di funzionalità III I.F.F. sponda destra 166 Livello di funzionalità III Popolamento macrobentonico (2002): Leuctra (6), Baetis (10), Caenis (10), Choroterpes (7), Potamanthus (4), Hydropsychidae (10), Hydroptilidae (2), Leptoceridae (5), Polycentropodidae (2), Psychomyidae (1), Rhyacophilidae (2), Lumbricidae (1), Lumbriculidae (1), Chironomidae (10), Limoniidae (2), Psychodidae (1), Simuliidae (5), Tabanidae (6), Ancylidae (6), Lymnaeidae (2), Physidae (1), Planorbidae (2), Elmidae (10). 31

33 TORRENTE: Arroscia STAZIONE: 2A LOCALITA : Villanova d'albenga - ponte autostrada Larghezza media settore m. 10,0 7,9 Portata mc/sec ,956 Capacità biogenica 5,77 7,378 Coefficiente produttività 2,25 2,028 Produttività teorica Kg/Km/anno 129,81 118,204 SPECIE ITTICHE PRESENTI Tot./g %n.ind. Kf Tot./g %n.ind. Kf Salmo trutta 24 0,80 1,90 Oncorhynchus mykiss Salvelinus fontinalis Leuciscus souffia ,5 1, ,50 1,89 Leuciscus cephalus ,5 1, ,00 1,89 Barbus plebejus ,0 1,70 Barbus meridionalis ,0 1,58 Chondrostoma genei 372 6,50 1,65 Rutilus erythrophtalmus Tinca tinca Phoxinus phoxinus Cottus gobio Cobitis taenia Anguilla anguilla Lampetra sp. Lepomis gibbosus Perca fluviatilis Alburnus a. alborella Gobio gobio Abramis brama 30 3,20 1,98 32

34 TORRENTE: Arroscia STAZIONE: 2A Caratteristiche chimico-fisiche e biologiche giorno 11/05/88 18/07/02 ora Temp. aria C Temp. acqua C ph Ossigeno % 104 Ossigeno ppm Conducibilità Nitrati (mg/l) Fosfati (mg/l) 0.24 I.B.E. 8 7 classe qualità II III I.F.F. sponda sinistra 105 Livello di funzionalità III-IV I.F.F. sponda destra 109 Livello di funzionalità III-IV Popolamento macrobentonico (2002): Leuctra (10), Baetis (10), Caenis (10), Cloeon? (2), Hydropsychidae (10), Hydroptilidae (4), Leptoceridae (2), Asellidae (3), Gammaridae (1), Lumbricidae (1), Lumbriculidae (1), Chironomidae (10), Limoniidae (1), Dugesia (10), Ancylidae (10), Physidae (3), Planorbidae (6), Elmidae (10). 33

35 TORRENTE: Arroscia Valutazioni e indicazioni gestionali La stazione 1A non mostra variazioni ambientali rispetto ai rilevamenti fatti nel 87. Il popolamento ciprinicolo risulta maggiormente diversificato con la nuova presenza del Barbo. Complessivamente stabile il Cavedano, in leggero calo il Vairone e la Lasca. Si è rilevata in staz. 2A una consistente variazione dell alveo del torrente, che oggi scorre su uno spesso materasso ghiaioso ed è completamente spostato a ovest rispetto all 87. L ambiente del corso d acqua presenta zone di calma dove si raccoglie una consistente popolazione ittica. La presenza di una trotella non deve trarre in inganno sulla vocazione ciprinicola di queste acque. Acque comunque ben correnti, con zone di calma, sufficientemente ossigenate, dove il Barbo trova un ambiente confacente alle sue necessità, tanto da rappresentare il 64% del totale della popolazione ittica di questa stazione. L Abramis brama è ritrovata in questa stazione e conserva nell Arroscia una consistenza costante. Complessivamente l Arroscia, nel settore B, riconferma la situazione dei primi rilevamenti, con valori di produttività teorica simili. E un tratto che può essere destinato, per il facile accesso e percorribilità dell alveo, ad un tipo di attività di pesca più turistica e facilitata secondo le vocazioni tipiche di questi settori. SETTORI: limiti settore da confine provincia a Villanova d'a.-ponte autostradale da Villanova d'a.-ponte autostradale a foce Centa categoria Lunghezza asta Superficie stimata B Km 16, m 2 C Km 6,782 34

36 Stima della produttività: Settore B: acque a Ciprinidi: Produttività teorica: 1.788,2 Kg/anno 35

37 TORRENTE: Maremola STAZIONE: 1M LOCALITA : sotto Magliolo Larghezza media settore m. 3,4 5,0 Portata mc/sec 0,112 0,213 Capacità biogenica 7,62 3,526 Coefficiente produttività 1,5 1,872 Produttività teorica Kg/Km/anno 38,89 33,003 SPECIE ITTICHE PRESENTI Tot./g %n.ind. Kf Tot./g %n.ind. Kf Salmo trutta 50,5 37,5 1, ,40 1,50 Oncorhynchus mykiss Salvelinus fontinalis Leuciscus souffia 144,5 50,0 1,81 755,5 94,50 2,14 Leuciscus cephalus Barbus plebejus Barbus meridionalis Chondrostoma genei Rutilus erythrophtalmus Tinca tinca Phoxinus phoxinus Cottus gobio Cobitis taenia Anguilla anguilla 106,5 12, ,1 Lampetra sp. Lepomis gibbosus Perca fluviatilis Alburnus a. alborella Gobio gobio Abramis brama 36

38 TORRENTE: Maremola STAZIONE: 1M Caratteristiche chimico-fisiche e biologiche giorno 25/05/88 22/05/02 ora Temp. aria C Temp. acqua C ph Ossigeno % 105 Ossigeno ppm Conducibilità Nitrati (mg/l) Fosfati (mg/l) 0.27 I.B.E classe qualità I I I.F.F. sponda sinistra 235 Livello di funzionalità II I.F.F. sponda destra 260 Livello di funzionalità I-II Popolamento macrobentonico (2002): Amphinemura (5), Isoperla (2), Leuctra (17), Baetis (41), Caenis (2), Electrogena (10), Ephemera (26), Ephemerella (92), Habrophlebia (14), Beraeidae (1), Hydropsychidae (12), Lepidostomatidae (1), Philopotamidae (2), Polycentropodidae (1), Rhyacophilidae (2),Sericostomatidae (4), Lumbricidae (2), Lumbriculidae (2), Blephariceridae (5), Chironomidae (12), Limoniidae (1), Simuliidae (19), Dugesia (1), Ancylidae (1), Lymnaeidae (1), Calopteryx (1), Onychogomphus (1), Hydrometridae (1), Chrysomelidae (1), Dytiscidae (2), Elmidae (53), Helodidae (4), Hydraenidae (2). 37

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