Completamento del sistema di valutazione di impatto economico degli interventi culturali

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1 Completamento del sistema di valutazione di impatto economico degli interventi culturali Codice IReR: 2008A011 Project leader: Elvina Degiarde Rapporto finale Milano, aprile 2009

2 La ricerca è stata affidata all IReR nell ambito del Piano delle ricerche strategiche Responsabile di progetto: Elvina Degiarde, IReR Gruppo di lavoro tecnico: Ninfa Cannada Bartoli, responsabile regionale di ricerca, Sistemi della Conoscenza dei beni culturali; Giuliana Marangon, UO Osservatorio Culturale D.G. Culture Identità e Autonomie della Lombardia Gruppo di ricerca: Guido Guerzoni, responsabile scientifico, docente Università Bocconi; Guido Alfani, docente Università Bocconi; Irene Gasperi, assistente di ricerca

3 Indice Introduzione 5 Capitolo 1 Introduzione metodologica L assunto di partenza Che cosa è e che cosa non è un analisi di impatto economico I possibili modelli di riferimento 13 Capitolo 2 La predisposizione di tutte le matrici provinciali basate sulle rispettive tavole input-out, aggiornate al Il modello utilizzato per creare le matrici provinciali e le tavole input- output Le fonti utilizzate per costruire le matrici provinciali e le tavole input-output 20 Capitolo 3 Il modello di rilevazione e segmentazione delle presenze e di computo delle relative spese medie pro-capite giornaliere Come calcolare il numero di partecipanti a un evento Il modello di rilevazione Come segmentare i visitatori: il criterio dell accomodation Come passare dai visitatori alle visite 36 Capitolo 4 La stima del profilo di spesa di ciascun segmento di partecipanti 39 Capitolo 5 La stima della spesa degli organizzatori degli eventi 41 Capitolo 6 Stima della domanda finale, tassi di capture rate e moltiplicatori Dalla spesa totale alla stima della domanda finale I moltiplicatori 50 Capitolo 7 Il software Le specifiche del programma L applicazione 54 Bibliografia 65

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5 Introduzione Da diversi anni in Italia e in Europa, il settore culturale ha assunto nuove valenze: non solo un fondamentale servizio sociale ed educativo ai cittadini per la crescita del benessere e la qualità della vita, la conoscenza di culture e identità diverse, la coesione sociale di una comunità, ma anche importante settore per lo sviluppo economico-produttivo dei territori. In Regione Lombardia il riconoscimento della cultura quale fattore di sviluppo economico e sociale, oltre che morale e civile dei territori regionali, costituisce un obiettivo strategico già dalla precedente legislatura. Le molteplici relazioni che legano i beni culturali alle attività e ai servizi culturali, ai beni ambientali e paesaggistici (come ampiamente riconosciuto a livello normativo ai sensi del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, 2004), alle attività economiche e sociali, hanno condotto all avvio di progetti di valorizzazione di beni e di promozione culturale finalizzati alla valorizzazione dei territori. Tutto ciò ha posto però in evidenza la carenza, sia interna all Ente sia tra i soggetti pubblici e privati che investono in cultura, di una cultura della misurazione dell impatto, in particolare dell impatto economico degli interventi culturali, che consenta di dare valore economico ai valori pubblici, quantificando i benefici economici degli investimenti culturali e individuandone i soggetti che ne traggono benefici. Per una valutazione dei risultati dell azione regionale anche in termini di impatto economico, si è considerato necessario completare e rendere operative le procedure di valutazione dell'impatto degli interventi culturali identificate nelle prime due fasi di una ricerca IReR conclusesi a fine Ciò consentirà alla Direzione Generale Culture di sviluppare un sistema di raccolta delle informazioni necessarie per ricavare dati informativi sui benefici economici degli investimenti culturali relativi alle aree territoriali di intervento, che supporti il confronto delle decisioni e il monitoraggio degli obiettivi, sempre più necessari in ragione della riduzione costante delle risorse pubbliche. Sinteticamente, è importante ricordare che nei primi lavori si sono raggiunti i seguenti obiettivi: - confronto tra diversi approcci metodologici tratti dall'esperienza italiana ed europea; - esplicitazione degli step fondamentali di un percorso di analisi di impatto; - adattamento e test del modello proposto, degli strumenti di analisi e di valutazione delle fonti su due casi di studio: il Festivaletteratura di

6 Mantova e la mostra Gauguin Van Gogh. L'avventura del colore nuovo organizzata nel circuito Grandi Mostre di Brescia; - definizione delle linee guida di un modello di valutazione strategica degli interventi culturali. L intero impianto metodologico proposto è stato costruito sull ipotesi, la cui opportunità è ampiamente documentata, che sia possibile calcolare, oltre alla spesa diretta dei visitatori attratti da un polo culturale (si tratta principalmente di biglietti d ingresso, trasporti, spese per pernottamenti, ristorazione, acquisti di oggettistica e souvenir, shopping, acquisti di altri servizi culturali), anche la spesa indiretta, ovvero la quantità di denaro spesa dalle imprese per acquistare dai grossisti i beni e i servizi destinati ai turisti, mediante l uso di modelli economici e la derivazione, da essi, di moltiplicatori. I risultati dell applicazione della metodologia di valutazione di impatto economico ai due casi studio (sopra citati) e l analisi dei flussi innescati, hanno avuto ampia eco sulla stampa specializzata (v. tra gli altri, Il Giornale dell Arte n. 270, novembre 2007; il Corriere della Sera, 9 giugno 2007) oltre che essere stati oggetto di comunicazioni e convegni ad hoc (v. il Convegno L impatto economico del Festivaletteratura di Mantova, Mantova, 29 febbraio 2008). Questo a dimostrare quanto il tema della valutazione di impatto economico di un evento culturale sia a cuore degli amministratori e di coloro che organizzano eventi. Acquisite le indicazioni e la strumentazione metodologica prodotta nelle precedenti fasi di ricerca, che hanno riguardato due sole province lombarde, gli obiettivi legati a questa terza fase sono i seguenti: - Costruire e sistematizzare una suite di matrici input-output provinciali, per tutte le province lombarde, includendo tutti i settori normalmente coinvolti dalle attività in campo culturale, con un focus largo (concerti e mostre, eventi storici e festival performativi, etc.); - sviluppare in parallelo un sistema di classificazione dei budget di produzione; - sviluppare una suite di strumenti di rilevazione (ex questionari per analisi del pubblico) in grado di assistere la predisposizione di analisi ex ante ed ex post; - fornire una guida complessiva per l applicazione della procedura di valutazione di impatto, tenendo conto delle possibili applicazioni ad eventi che si svolgeranno in Lombardia nel prossimo futuro quali il convegno internazionale IFLA 2009, Expo 2015, etc. Nelle pagine seguenti si renderà conto degli esiti del lavoro che ha portato alla costruzione di un software dedicato. 6

7 Capitolo 1 Introduzione metodologica 1.1. L assunto di partenza Gli eventi culturali forniscono un contributo importante allo sviluppo economico dei territori su cui insistono. Per quantificare l entità e il segno, che può essere positivo o in taluni casi negativo, dell impatto economico, è necessario seguire un iter metodologico che si basa su di un meticoloso processo di raccolta di informazioni di diversa specie sia di carattere qualitativo che quantitativo, poiché gli eventi culturali generano impatti diversi: culturali, sociali, economici, fiscali, occupazionali, ambientali, immobiliari 1. Ciascuna di queste categorie di impatto è stata oggetto di ricerche e approfondimenti che hanno generato una ricca e qualificata letteratura accademica: se consideriamo ad esempio gli impatti sociali dell'incremento della domanda di fruizione culturale, a fronte della crescita della qualità della vita, della disponibilità di maggiori occasioni di svago, della conoscenza di culture e comunità differenti, della difesa delle identità locali, gli studiosi hanno riscontrato che in molti casi l'incremento delle presenze turistiche fa registrare preoccupanti tassi di crescita della prostituzione, dell'alcolismo, della microcriminalità, della tensione tra residenti e visitatori, della perdita di autenticità del tessuto locale, del caos e della congestione, degli atti di vandalismo, etc 2. Sebbene l analisi della totalità degli impatti generati da un evento sia di indubbio interesse, in questa ricerca si è deciso di deciso di focalizzare l analisi su una sola categoria di impatto: quello economico-occupazionale. L esigenza di allocare in modo efficiente e ottimale i fondi stanziati per gli eventi culturali, insieme ai doveri di trasparenza cui sono soggette le pubbliche amministrazioni, le imprese sponsor e partner e molte fondazioni, impone di misurare con attenzione l impatto economico: a priori per determinare gli ambiti in cui investire risorse di per sé scarse e, a posteriori, per verificare che gli effetti sortiti siano stati quelli attesi. Poiché è piuttosto raro che gli eventi culturali determinino un ritorno economico direttamente misurabile, si ricorre spesso alle analisi costi-benefici, alle teorie sui beni meritori, alle esternalità positive, oppure a modelli di 1 Ap e Crompton Wood 2005

8 valutazione economica, in cui il valore economico totale risulta dalla somma dei valori: - d uso diretti, goduti in esclusiva dai consumatori e derivanti dalla somma di quelli attuali (admission price/certo) e di quelli futuri (attualizzabili in diversi modi); - d uso indiretti (pubblici, diversi e goduti dall'intera comunità, come accade con i valori di opzione relativi alla domanda potenziale e con quelli di lascito intergenerazionale); - di non uso (culturali tout court: esistenza, pedagogici-educativi, identitari etc.). Questi valori sono stimabili con varie tecniche di misurazione 3, al fine di giustificare le spese sostenute dagli enti pubblici e terzi senza finalità di lucro, sia che si tratti di progetti concernenti strutture permanenti, quali musei, centri espositivi, teatri, biblioteche e archivi, sia che riguardino iniziative effimere, quali mostre temporanee, concerti, festival, etc. Per quanto i criteri economici costituiscano solo un aspetto nella definizione delle politiche di intervento in campo culturale, va sottolineato che l assenza di tali criteri tra i parametri di scelta rende in qualche modo non confrontabili le diverse alternative, autorizzando sprechi di risorse nella realizzazione delle decisioni assunte e impedendo la fissazione di obiettivi certi e monitorabili nel tempo, quali ad esempio l aumento dei posti di lavoro, il contenimento della migrazione intellettuale, la costituzione di imprese private operanti su base locale, etc. Utilizzando l analisi di impatto economico è invece possibile calcolare gli effetti determinati dalla presenza di un evento culturale sull economia del territorio circostante, con un buon livello di approssimazione, livello che aumenta al decrescere della durata del progetto monitorato, delle dimensioni dell area geografica su cui insiste e del livello di competizione sussistente con altre manifestazioni. La possibilità che l impiego della metodologia di valutazione conduca alla previsione di impatti negativi rappresenta un'ulteriore conferma circa il rigore del metodo stesso. Gli eventi possono infatti produrre impatti economici sia positivi (tabella 1.1) che negativi (tabella 1.2), il cui computo e saldo finale può assistere i decisori nell'assunzione delle scelte più consapevoli, come si può evincere dalle due seguenti tabelle: 3 Sirchia 2000; Navrud e Ready 2002; Mazzanti 2003; Baia Curioni e Nepoti

9 Crescita dei redditi e degli standard di vita Miglioramento delle condizioni dell economia locale Crescita quantitativa e miglioramento delle prospettive occupazionali Crescita degli investimenti, sviluppo territoriale, rinnovamento urbano e potenziamento infrastrutturale Crescita dei gettiti fiscali Tabella Impatti economici positivi IMPATTI ECONOMICI POSITIVI Pizam 1978; Belisle and Hoy 1980; Lui and Var 1989; Milman and Pizam 1988 Tyrrell and Spaulding 1984; Perdue, Long and Allen 1990; Milman and Pizam 1988; Ross 1992 Rothman 1978; Belisle and Hoy 1980; Tyrrell and Spaulding 1984; Sheldon and Var 1984; Liu and Var 1986; Milman and Pizam 1988; Ross 1992; Brown, Turgut and Lee 2002 Belisle and Hoy 1980; Sheldon and Var 1984; Milman and Pizam 1988; Getz 1991; Goldblatt 1997; Brown, Turgut and Lee 2002; Herrero et al Rothman 1978; Brougham and Butler 1981; Tyrrell and Spaulding 1984; Milman and Pizam 1988 Miglioramento Rothman 1978; Belisle and Hoy 1980; Sethna and delle infrastrutture Richmond 1978 Crescita delle opportunità Liu and Var 1986; di acquisto nelle reti al dettaglio Brown, Turgut and Lee 2002 Crescita dell'attrattività turistica della Danson and Senior 1998; Jones 2001; Dwyer, Mellor, zona negli anni successivi Mistilis and Mules 2000a Fonte: elaborazioni sulla base di Ap e Crompton (1998): 121 IMPATTI ECONOMICI NEGATIVI Crescita dei prezzi, scarsità dei beni e dei servizi, interruzione delle normali attività economiche Crescita del valore delle proprietà immobiliari e dei canoni di locazione, con espulsione dei residenti Crollo dei valori immobiliari, danni alle proprietà, crescita della microcriminalità, aumento dei costi della sicurezza, fuga dei residenti Crescita del costo della vita e delle tasse di proprietà Crescita dei costi per la manutenzione delle nuove infrastrutture, per la sovraproduzione di rifiuti e i consumi di risorse scarse, con indebitamenti nel lungo periodo Tabella Impatti economici negativi Pizam 1978; Belisle and Hoy 1980; Brougham and Butler 1981; Liu, Sheldon and Var 1987; Husbands 1989; Ross 1992; Wood 2005; Dwyer, Mellor, Mistilis and Mules 2000a. Pizam 1978; Perdue, Long and Allen 1990; Var, Kendall and Tarakcioglu 1985; Bystrzanowski 1989; Ross 1992 Dwyer, Mellor, Mistilis and Mules 2000a; Brown, Turgut and Lee 2002; Auld e McArthur 2003; Matheson 2006 Liu and Var 1986; Perdue, Long and Allen 1990 Kreag 2000; Brown, Turgut and Lee 2002; Dwyer, Mellor, Mistilis and Mules 2000a; Wood 2005; Crompton 2006 Fonte: elaborazioni sulla base di Ap e Crompton (1998): 121 9

10 Per le ragioni sopra accennate, le analisi di impatto vantano quasi mezzo secolo di vita e sono state largamente applicate negli studi sull'economia regionale, ambientale e del turismo 4. L intenzione era quella di fornire uno strumento di analisi efficace, in grado di supportare le decisioni dei policy maker e degli investitori pubblici e privati: la relativa talvolta illusoria facilità di impiego delle tecniche analitiche, la semplicità dei processi logici soggiacenti, la determinazione di misure chiare e comprensibili anche ai non addetti ai lavori ne hanno determinato il duraturo successo, sebbene non siano mancate e non manchino, come avremo modo di vedere, critiche piuttosto fondate. In ogni caso le progressive specializzazioni delle discipline di riferimento (economia del turismo, ambientale e del tempo libero) hanno figliato ulteriori campi di applicazione. In particolare vanno segnalati quelli in tema di: - event tourism and management 5 ; - manifestazioni MICE (Meetings, Incentives, Conventions and Exhibitions) 6 ; - mega events o hallmark events (sportivi, politici o culturali) 7 ; - eventi sportivi 8 ; - settore artistico inteso in senso lato 9 ; - festival artistici ed eventi culturali 10 ; - concerti di musica pop e rock 11 ; - mostre, monumenti e musei Matheson and Wall 1982; Fleming and Toepper 1990; Fletcher 1994; Frechtling 1994a, 1994b e 1999; Bull 1995; Zhou, Yanagida, Chakravorty and Leung 1996; Freeman and Sultan 1997; Wagner 1997; Dwyer and Forsyth 2000; Dwyer, Forsyth and Spurr 2004; Tribe 2005; Vanhove 2005; Tyrrell and Johnston Weaver and Robinson 1989; Getz 1991, 1994 e 1997; Backman, Backman, Uysal and Sunshine 1995; Goldblatt 1997; McDonnell, Allen and O Toole 1999; Mossberg 2000; Dwyer, Forsyth and Spurr 2005 e 2006; 6 Braun and Rungeling 1992; Dwyer and Forsyth 1997; Grado and Lord 1998; Mistilis and Dwyer 1999; Dwyer, Mellor, Mistilis and Mules 2000a e 2000b 7 Ritchie 1984; Hall 1989; Robens and McLeod 1989; Syme, Shaw, Fenton and Mueller 1989; Hiller 1998; Jones 2001; Kelman 2003; Baade e Matheson 2004; Lee and Taylor 2005; Owen Burgan and Mules 1992; Crompton 1995, 1999 e 2004; Baade 1996; Walo, Bull and Breen 1996; Gibson 1998; Daniels and Norman 2003; Gelan 2003; Baade and Matheson 2004; Daniels, Norman and Henry 2004; Haug, Krabbenhoft and Tippins Metropolitan Council and Regional Arts Council 1985; Penne and Shananan 1987; Johnson 1996; Beyers and GMA Research Corporation 1999; Garcia 2004; Jalfon 2005; Re Vaughan 1980; Gratton and Taylor 1986; O Hagan, Barret and Purdy 1989; Scotinform 1991; Scottish Tourist Board 1992; Mitchell 1993; Uysal and Gitelson 1994; Barr and Dave 1996; Stebbins 1996; Antrobus, Williams, Fryer, Khumalo, Streak and Webb 1997; Antrobus, Webb and Mather 1997; Allen, O Toole, McDonnell and Harris 1999; McHone and Rungeling 1999 e 2000; Brown, Var and Lee 2002; McKercher and Du Cros 2002; Thrane 2002; Auld e McArthur 2003; Felsenstein and Fleischer 2003; Maggi and Zeolla 2004; Robertson and Wardrop 2004; Saayman and Saayman 2004; Tohmo 2005; Herrero, Sanz, Devesa, Bedate and Del Barrio 2006; Litvin and Fetter Gazel and Schwer 1997; Danson and Senior Vaughan 1984; Jafari 1992; Johnson and Sullivan 1993; Rogers 1995 e 1997; Teo and Yeoh 10

11 Con tutte le cautele del caso, attraverso questo strumento è possibile, a supporto delle pur necessarie analisi di carattere qualitativo, prevedere il valore economico generato dall organizzazione di un evento culturale. Tale valore non va inteso in senso esclusivamente reddituale, rappresentano fonti di valore economico: l aumento nel numero di posti di lavoro, la crescita dei valori immobiliari, l ascesa dei gettiti delle imposte locali o l incremento dei redditi e delle vendite nell area presa in esame. L ipotesi di fondo è che sia possibile calcolare la spesa diretta delle istituzioni/soggetti organizzatori (l organizzazione di un evento anche di media grandezza comporta spese le cui ricadute devono essere considerate) e dei visitatori attratti (si tratta principalmente di biglietti d ingresso, altri consumi culturali, trasporti e parcheggi, spese per pernottamenti, ristorazione, acquisti di oggettistica e souvenir, shopping, acquisti di altri servizi culturali e altre voci, che nel caso di specie sono state ricondotte a dodici possibili classi di spesa) e che, attraverso opportuni calcoli, sia possibile calcolare anche gli effetti indiretti (ad esempio si può computare la quantità di denaro spesa dagli operatori economici locali per acquistare, sovente da grossisti, una maggiore quantità di beni e servizi al fine di soddisfare la maggior domanda delle istituzioni/soggetti organizzatori e dei partecipanti). Inoltre le analisi di impatto permettono di calcolare anche un terzo livello di effetti: l attivazione di un nuovo evento culturale e l'incremento delle attività economiche correlate consente ai residenti e a quanti in qualche modo ne sono direttamente o indirettamente coinvolti, di introitare redditi aggiuntivi, che essi spenderanno, spesso in misura consistente, nell area in cui risiedono. Questo reddito differenziale e la conseguente spesa in beni di consumo e di servizi, costituisce il terzo livello indotto che, sommato ai due precedenti, determina il valore finale dell impatto economico di una manifestazione. Mediante ulteriori analisi di impatto si può stimare inoltre: l'aumento delle vendite, del valore aggiunto, dei redditi o dell'occupazione, individuare la costituzione di nuove imprese, determinare se e in quale misura si è contrastata la migrazione intellettuale (trattenendo sul territorio profili di competenze assenti o altrimenti destinati a emigrare in altre aree), l effetto sulle attività delle imprese esistenti e sui loro dipendenti, l introito da parte dei grossisti di risorse aggiuntive, che potranno essere spese con un effetto moltiplicativo. La somma dei tre impatti (diretti, indiretti e indotti) rappresenta pertanto l incremento di vendite, redditi, valore aggiunto e posti di lavoro di cui l area ha beneficiato grazie alla manifestazione e può servire a capire quali siano i vantaggi per l economia locale, a fronte dell investimento sostenuto da un soggetto pubblico, privato o misto per la realizzazione dell'evento. In sintesi, secondo la 1996; KPMG 1998; Plaza 1999 e 2000; Bijou and Lester 2000; Stanley, Rogers, Smeltzer and Perron 2000; Strauss and Lord 2001; McKinsey and Company (2002); Stynes, Vander Stoep and Sun 2003; Travers and Glaister 2004; Stynes and Sun 2005b; Tate Modern 2005; Hassett and Swagel 2006; Audience Research and Analysis 2006; Oxford Economic Forecasting (2006) 11

12 schematizzazione di Farina, gli effetti possono essere rappresentati dallo schema riportato nella figura 1.3. Figura Effetti degli investimenti in interventi culturali Fonte: Farina 2003, p Che cosa è e che cosa non è un analisi di impatto economico Un analisi di impatto economico produce un istantanea del quadro economico di un territorio ben definito, rivelandone le correlazioni interne e fornendo una stima dei risultati ovvero dei cambiamenti già realizzatisi o attesi nell area selezionata, a seguito di una determinata decisione. Nel caso del turismo culturale le analisi di impatto economico stimano i cambiamenti occorsi o suscitabili in termini di vendite, valore aggiunto, redditi, gettiti fiscali ed incrementi occupazionali generati da cambiamenti nell'offerta culturale presente nell area. Occorre sottolineare che nella conduzione delle analisi di impatto economico non vengono generalmente incluse nei procedimenti di stima alcune dimensioni comunque rilevanti quali l efficienza dell iniziativa valutata, i costi fiscali nonché 12

13 i maggiori costi sostenuti dalle amministrazioni pubbliche (polizia, infrastrutture, pulizia, etc.) per fronteggiare il maggior afflusso di partecipanti generati dall evento. Pertanto sarebbe opportuno che l analisi di impatto economico fosse inserita in un analisi di più ampio respiro comprendente le analisi degli impatti ambientali, sociali e fiscali I possibili modelli di riferimento I modelli utilizzabili per calcolare gli impatti economici sono assai numerosi. Tra questi i cosiddetti modelli input-output (I-O) sono quelli di più comune applicazione e vantano una letteratura di riferimento assai vasta 13. Essi sono in grado di fornire utili indicazioni sull'andamento di più variabili, quali vendite, produzione, valore aggiunto, redditi, occupazione e gettiti fiscali. I modelli input-output si basano sul modello delle interdipendenze settoriali proposto originariamente da Wassily Leontief 14. Le tabelle input-output che ne derivano costituiscono, da un lato, una descrizione (o, meglio, un interpretazione) del funzionamento del sistema economico in un dato momento; dall altro possono essere impiegate quale strumento previsionale per stimare gli effetti che la crescita della domanda in un settore genera sul sistema economico nel suo complesso. L'assunto di partenza è piuttosto semplice: ogni sistema economico è composto di settori differenti, interdipendenti tra loro, poiché la produzione di ciascuno di essi viene in parte acquistata da utilizzatori finali e in parte da operatori attivi in altri settori, che a loro volta la impiegano nei propri processi di produzione. Qualsiasi impresa, all'interno del suo settore di attività, genera degli output acquistando e combinando input provenienti dalle famiglie o da altri settori produttivi; le transazioni tra imprese operanti in diversi settori sono descritte nelle cosiddette matrici delle transazioni, altrimenti dette tavole delle interdipendenze settoriali o matrici input-output, che riportano i valori dei flussi intersettoriali. In realtà le tavole input-output constano di almeno tre sezioni maggiori o matrici: - matrice della domanda intermedia (scambi intersettoriali); - matrice dei fattori di produzione primari (che dipende dai salari e dai saggi di profitto); 13 Archer 1982, 1984 e 1996; Miller and Blair 1985; Seaman 1987; Fletcher 1989; Blaine 1993; Frechtling 1994a, 1994b e 1994c; Wanhill 1994; Henry and Jonhson 1995; Zhou, Yanagida, Chakravorty and Pingsun 1996; Fleischer and Freeman 1997; Miller 1998; Dwyer, Mellor, Mistilis and Mules 2000a e 2000b; Vogelsong, Graefe and Estes 2001; Jackson, Houghton, Russell and Traindos 2005, che hanno predisposto a Do.It-Yourself Kit; Thomo 2005; Wood 2005; Re 2006; Tyrrel and Johnson Input-Output Economics, Wassily Leontief, Oxford University Press

14 - matrice della domanda finale (che riflette i destini finali delle risorse prodotte, ossia delle risorse non consumate dai diversi settori). Secondo questo schema, date le condizioni di interdipendenza tra i settori e le caratteristiche dei cicli produttivi settoriali, un incremento di domanda in un settore può tradursi in un aumento di attività del sistema economico (espressa in valore del prodotto finale) superiore all'iniezione iniziale. Le tavole input-output, una volta calcolate, sono di impiego piuttosto semplice, ed è possibile renderle di ancor più semplice utilizzo mediante la realizzazione di maschere per l inserimento dei dati e la presentazione dei risultati. Il semplice utilizzo di tali tavole non richiede pertanto di dover affrontare alcun sofisticato procedimento matematico. Il calcolo delle tavole per le economie locali (regionali, provinciali, comunali o altre ancora, se si scelgono aree territoriali definite in base a criteri di individuazione di distretti non amministrativi) presenta invece un duplice ordine di complessità. In primo luogo occorre conoscere la matematica matriciale (le tavole input-output sono infatti delle matrici) e possedere alcune conoscenze statistiche; in secondo luogo occorre disporre di dati adeguati, calcolati sull'area territoriale di riferimento o (come è solitamente il caso) ricavati a partire da dati relativi a entità territoriali più grandi, poi ricondotti con opportune tecniche statistiche, magari guidate da sondaggi-campione, alla scala territoriale che si vuole utilizzare. 14

15 Capitolo 2 La predisposizione di tutte le matrici provinciali basate sulle rispettive tavole input-output, aggiornate al Il modello utilizzato per creare le matrici provinciali e le tavole input-output La creazione di un software ad hoc per l analisi previsionale e consuntiva dell impatto degli eventi culturali nel territorio lombardo ha richiesto per prima cosa l elaborazione di specifiche matrici provinciali. Esse sono state costruite a partire dalle rispettive tavole input-output provinciali, con la sola eccezione di quella di nuova istituzione a Monza 15, questa fase di lavoro ha rappresentato la parte più complessa e laboriosa del progetto. Tutte le tabelle input-output regionali (si usa di solito il termine regionale nel senso di sub-nazionale e territorialmente delimitato, senza pensare alle regioni amministrative) sviluppate in Italia adottano come punto di partenza la matrice intersettoriale nazionale che l ISTAT realizza, a partire dal 1992, secondo lo standard europeo SEC95 16, (il fatto che la matrice più aggiornata oggi disponibile sia quella relativa all anno 2000 ha rappresentato un elemento di sicura difficoltà per la ricerca). La matrice ISTAT utilizza una suddivisione del sistema economico in 60 settori produttivi e presenta dati relativi alla loro interdipendenza a livello nazionale, tenendo conto del fatto che parte del prodotto impiegato in Italia è acquistato all estero (importazione) e che parte del prodotto italiano viene esportato. Se, su scala nazionale, risulta relativamente facile ricostruire il flusso delle importazioni e delle esportazioni, tale esercizio risulta più complesso a livello regionale e ancor di più a livello provinciale, dove peraltro sarebbe più appropriato condurre le ricerche in campo culturale. 15 Nel caso di Monza non esistono ancora delle fonti determinanti (ex le basi dati del registro ASIA) per poter costruire una base dati provinciale. 16 Diversi studi hanno sviluppato modelli input-output riferiti all'intero territorio nazionale o a economie regionali. Si veda: IReR 1981; Casini Benvenuti e Grassi 1985; Casini Benvenuti, Martellato e Raffaelli 1995; Fachin e Venanzoni 2002; Paniccià e Casini Benvenuti 2002 e, per l'impatto turistico, Costa e Rispoli 1992; Costa e Manente 1993; Manente e Minghetti 1995; Manente 1999 e 2000; Re 2006

16 Si è reso pertanto necessario effettuare alcuni accorgimenti per rendere utilizzabile la matrice ISTAT per un analisi d impatto regionale o provinciale. In primo luogo è stato necessario, ridurla a una matrice meno complessa, i 60 settori dello standard SEC 95 sono stati così accorpati con opportuni criteri fino a ridurli ad un numero di 15 settori, che risultano essere particolarmente influenzati dalla spesa turistica e dall indotto, costituito dalle spese degli organizzatori di eventi culturali (di solito si utilizzano matrici con un numero variabile da 10 a 30 settori, ulteriormente ridotte a matrici più piccole (ad esempio, 7 settori) per la presentazione dei dati). In secondo luogo è stato necessario regionalizzarla, ossia portarla al livello provinciale, poiché le informazioni relative al peso di ciascun settore, all interdipendenza tra i settori, ecc. vanno ricondotte alla scala dimensionale su cui si desidera lavorare. Inoltre si sono dovuti valutare gli scambi con l esterno, perché le economie regionali e provinciali italiane sono, oggi, molto aperte, in virtù del forte livello di integrazione oggi esistente. É stato sviluppato un processo di regionalizzazione distinto per ciascuna delle aree d indagine, così da riflettere la struttura produttiva di ciascuna delle 10 province lombarde (non essendo ancora possibile costruire quella relativa a Monza, per le ragioni già riportate) e rispettarne le diversità (basti pensare alle diverse capacità ricettive e al diverso peso delle attività turistiche in province come quella di Como o di Cremona). Per ottenere una matrice provinciale a partire dalla matrice nazionale ci siamo ispirati alle tecniche utilizzate da Giuseppe Russo per ottenere le matrici della provincia di Torino 17 e della provincia di Novara 18, tecniche opportunamente rielaborate e ottimizzate in accordo con i dati a disposizione e le diverse finalità delle indagini. Una volta stabiliti i settori necessari per effettuare la riduzione della tavola nazionale essi sono stati scalati sino al livello distrettuale provinciale utilizzando tecniche non-survey e facendo ricorso a tutti i dati reperibili al livello provinciale, integrandoli, quando necessario, con le informazioni rese disponibili dalle regioni e dalle province, dai centri studi e dalle camere di commercio, dalle associazioni di categoria regionali e provinciali, oppure, laddove i dati fossero assenti o carenti, con opportune stime. Nel caso di specie, la base dati da noi impiegata in modo più ampio in funzione integrativa è stata quella relativa al registro statistico delle imprese (ASIA), aggiornato all anno 2005, con opportune correzioni per monitorare i cambiamenti occorsi nel biennio successivo. Di fondamentale importanza è stata la riduzione dei coefficienti di input nazionale per tutti i settori in cui le economie provinciali sono risultate disomogenee rispetto al dato nazionale: se l area studiata non dispone di imprese capaci di fornire una certa tipologia di prodotti e servizi disponibili a livello nazionale (un eventualità che si presenta per parecchi eventi chiavi in mano, che non lasciano quasi nulla sul territorio che li ospita), essi devono essere importati da altre regioni d Italia o dall'estero, quindi un aumento della Russo e Bonessa 2004 Russo

17 domanda per quel settore eserciterà sull economia di una provincia un impatto minore di quanto avrebbe su quella nazionale. In termini tecnici si è trattato di individuare e stimare, per tutti i settori indagati, gli opportuni tassi di capture rate, che misurano indirettamente il grado di autosufficienza dei vari settori coinvolti. Quando, invece, i settori sono risultati essere allineati alla media nazionale, si è ipotizzato che si ricorra alle importazioni (in termini teorici, anche dall estero) secondo gli stessi parametri nazionali. Questa procedura conduce di solito a risultati corretti, a condizione che le economie delle aree indagate siano sufficientemente grandi. Nel caso delle province lombarde esse sono risultate tutte largamente autosufficienti, vantando una presenza capillare di imprese operanti nei settori maggiormente beneficiati dalla presenza degli eventi culturali. Sempre in relazione ai diversi gradi di apertura dei sistemi economici locali, non solo è stato necessario provincializzare i coefficienti di input nazionali (che esprimono, vale la pena di ripeterlo, le interrelazioni tra i settori), ma anche di provincializzare i coefficienti di importazione ed esportazione. Per farlo sono state utilizzate tecniche non-survey a partire da alcune ipotesi: - assumendo il coefficiente nazionale di importazioni totali come limite inferiore del coefficiente provinciale (ipotizzando che esprima soprattutto prodotti non reperibili sul suolo italiano, per ragioni produttive o di marchio, ecc.); - calcolando, settore per settore, la differenza tra i coefficienti produttivi nazionali e provinciali; - imputando la differenza per metà al maggiore valore aggiunto locale, per metà alle importazioni; - affinando la tabella ottenuta in funzione del differente grado di apertura commerciale dei diversi settori, secondo il metodo proposto da Russo e Bonessa 19. Si è trattato di un operazione complessa che, trattandosi di stime, ha comportato un certo rischio di distorsione, con tutti i rischi e limiti del caso. Per limitare al massimo tali rischi sono state condotte delle inchieste mirate sulle aree da analizzare, utilizzando fonti informative supplementari per correggere talune stime e colmare le lacune più significative. Una volta stimati in modo soddisfacente i coefficienti d importazione, sono stati ricavati con un metodo iterativo il valore delle esportazioni compatibili con le tabelle elaborate ad hoc. Ossia la bontà della stima delle esportazioni è dipesa direttamente dalla bontà della stima delle importazioni. In tal modo sono state costruite dieci tabelle input-output, rappresentative dei dieci sistemi economici provinciali, ottimizzate (per quanto riguarda l accorpamento o la disaggregazione dei macro-settori) in modo da soddisfare le varie esigenze d analisi. 19 Russo e Bonessa, 2004, pp

18 A partire da queste tabelle che, è bene rammentarlo, sono matrici capaci di esprimere le interrelazioni settoriali, sono state ricavate con opportune tecniche di calcolo matriciale le matrici inverse leontiefiane, di seguito definite come matrici dei moltiplicatori. Queste matrici hanno costituito il prodotto esiziale, giacché consentono, a partire da shock esogeni (aumenti o diminuzioni) della domanda in determinati settori, di stimare gli effetti diretti o indiretti in tutti gli altri settori, effetti espressi dalle maggiori o minori risorse (prodotte internamente o importate) necessarie per soddisfare il nuovo e accresciuto livello della domanda. Tali matrici consentono di stimare, attraverso gli opportuni moltiplicatori, gli impatti sulle vendite, i redditi e l'occupazione. Il risultato ottenuto sulla base della matrice dei moltiplicatori può infatti essere tradotto in ricadute occupazionali: per farlo, occorre tradurre le variazioni nella produzione dei settori del sistema economico in Unità di Lavoro Standard (ULA). Una ULA corrisponde a un ipotetico addetto occupato a tempo pieno: l'equivalente degli FTE stimati nelle ricerche condotte nel mondo anglosassone (ove l'acronimo FTE sta per Full Time Equivalent) 20. Vi sono, ovviamente, dei problemi di stima, poiché la letteratura internazionale ha osservato che nel comparto del turismo culturale, invece di assumere nuovo personale e creare nuovi posti di lavoro, si aumenta spesso il numero di ore lavorate, con un impatto diverso sulla quantità e la qualità degli occupati. Tale eventualità è ancor più sentita nel caso degli eventi performativi e dei festival, che concentrano in poche giornate il loro sistema di offerta, sollecitandolo a incrementare notevolmente la propria efficienza. Le ricadute occupazionali, tuttavia, non dipendono solo dalle variazioni nel livello di attività dei singoli settori, ma anche dalle strutture produttive tipiche dei medesimi (che possono avere una maggiore o minore intensità di lavoro e quindi, in linea generale, più o meno sensibili sotto il profilo occupazionale alle variazioni della produzione). In altre parole, per il calcolo delle ula occorre tener conto dei valori aggiunti settoriali. Non è qui il caso di spiegare in dettaglio le procedure matematiche, relativamente semplici, che abbiamo utilizzato per collegare le matrici dei moltiplicatori alle ula (si vedano a tal proposito Russo e Bonessa 21 ): basti ricordare che l incremento complessivo di unità di lavoro, causato da un certo incremento della domanda dei beni prodotti da uno specifico settore, dipende sia dalla sua struttura produttiva, sia da quella dei settori attivati per la produzione dei servizi e dei beni intermedi. Le strutture di questi ultimi influiranno in proporzione al concorso nella produzione dei beni finali domandati. E' ora il caso di soffermarsi su un ultimo punto: nelle tabelle input-output, la voce turismo include alcune tipologie di spesa effettuate dai turisti sul territorio, ma non tutte, ad esempio comprende le spese alberghiere, ma non quelle per l acquisto di prodotti dell artigianato locale. Per valutare con precisione l effetto esercitato da un maggior numero di escursionisti e turisti - nel caso di specie rappresentati da quanti seguono gli eventi provenendo da fuori provincia 20 Full Time Equivalent, per la cui stima si rimanda a Crompton 1995, p.22; Crompton 1999, p57; Daniels 2004, p. 76; Burgan and Mules 1992). 21 Russo e Bonessa, 2004, pp

19 occorre conoscere il loro profilo di spesa: quanto spendono per i pernottamenti, per la ristorazione e gli alimentari, per lo shopping (e di che tipo), per gli altri consumi culturali, ecc. Per raccogliere le informazioni mancanti è stato predisposto un questionario di rilevazione ad hoc, già testato con successo in passato, affinché la regione ne promuova la diffusione e l utilizzo. La raccolta di queste informazioni renderà in futuro più facile disporre di profili e informazioni standard, che a loro volta renderanno più agevole l individuazione dei parametri di stima impiegabili nelle simulazioni previsionali. Disponendo dei dati sui profili di spesa media pro-capite e sulle permanenze medie in provincia dei diversi segmenti di pubblico o di proxy estremamente affidabili, è possibile redistribuire correttamente quanto viene speso da un visitatore in tutti i settori rilevanti che, come già visto, hanno differenti moltiplicatori e una diversa capacità di attivare porzioni più ampie del sistema economico complessivo. Da un punto di vista tecnico è stato semplice programmare una maschera capace di collegare la tabella che esprime le spese di quanti partecipano agli eventi alla tabella dei moltiplicatori, così da ottenere rapidamente stime affidabili dell impatto determinato da una crescita del numero di partecipanti. Il problema risiede piuttosto nella disponibilità di informazioni in merito ai profili di spesa dei partecipanti ad un evento, è bene ricordare che essi presentano profili assai differenti: un escursionista che si trattiene per poche ore avrà un profilo di spesa ben diverso da quello del turista che trascorre più giorni nella stessa zona. Il primo non spende nulla in alberghi, che invece per il secondo costituiscono una delle principali voci di esborso; d altro canto, iniziative culturali differenti attirano diverse tipologie di pubblico, con diverse ricadute sul sistema economico locale. Se per la provincializzazione di una tabella input-output e per il calcolo di una matrice dei moltiplicatori è stato possibile ricorrere a dati già disponibili, grazie alle attività dei vari enti produttori di statistiche (a partire dall ISTAT fino a enti con un raggio d'azione territoriale sempre più limitato), per analizzare nel dettaglio l impatto della spesa turistico-culturale è opportuno ricorrere a tecniche survey, a meno di non utilizzare dati già disponibili per altre aree ed eventi con caratteristiche simili. In quest ultimo caso, però, si aggiunge un ulteriore elemento di distorsione che pregiudica l affidabilità dei risultati finali: rischio che è sopportabile qualora si intendano disegnare degli scenari ipotetici, ma di cui occorre comunque tenere conto. Per questa ragione, oltre a raccogliere ed elaborare un gran numero di studi di settore relativi alla segmentazione dei pubblici degli eventi, è consigliabile condurre delle survey di controllo utilizzando il modello proposto. Va però precisato che la possibilità di utilizzare questi modelli in funzione predittiva (per prevedere l effetto di iniziative analoghe a quelle esistenti, qualora venissero esportate in altri luoghi) dipende sia dalla disponibilità di una matrice dei moltiplicatori realizzata sull opportuna base provinciale, sia dall ipotesi di costanza dei modelli di spesa: due ipotesi che, se si considerano la realtà lombarda e la produzione di eventi performativi ed espositivi sono decisamente realistiche. 19

20 Nel file tabelle.xls sono state riportate le dieci matrici elaborate e inserite nel software applicativo, che è impossibile riprodurre in formato cartaceo per evidenti limiti di editing Le fonti utilizzate per costruire le matrici provinciali e le tavole input-output Per identificare e reperire le informazioni necessarie per costruire le matrici provinciali e le tavole input-output (ciò peraltro ne garantisce la facile aggiornabilità nel tempo), è stato in primo luogo effettuato un puntuale monitoraggio dei dati messi a disposizione dagli uffici di informazione economica di ciascuna provincia e relativa Camera di Commercio lombarda. Presso le Camere di Commercio e gli uffici delle province sono stati così ricercati, consultati e acquisiti, in formato cartaceo e/o digitale: - i dati dei Censimenti ISTAT; - le indagini sulla struttura economica produttiva locale; - vari rapporti sull economia e sulla congiuntura economica; - le indagini Excelsior per la formazione e l occupazione. Mancavano, tuttavia, dei dati aggiornati sul numero degli addetti suddivisi per settori, in quanto le sopra citate indagini si focalizzano sui tassi di variazione dell occupazione o sulle previsioni occupazionali. L unica eccezione è costituita dalle informazioni presenti nel Sistema Monitoraggio Annuale Imprese Lavoro (Smail), gestito dalle Camere di Commercio di Como e di Varese, informazioni risalenti al 2006 e allo stesso tempo dotate di un buon grado di dettaglio. Smail, infatti, analizza e trasforma a fini di analisi economica-statistica i dati relativi alle imprese, alle unità locali, agli imprenditori e agli altri soggetti iscritti nel Registro Imprese della Camera di Commercio, integrandoli con i dati di fonte INPS relativi agli occupati dipendenti. Registrandosi gratuitamente ai siti della Camera di Commercio di Como e Varese è stato possibile conoscere la composizione del sistema produttivo e del mercato del lavoro locale con il massimo dettaglio settoriale e territoriale, ottenendo indicazioni statistiche sulle imprese attive in provincia, le loro unità locali e i relativi addetti. Il campo d osservazione di Smail è rappresentato dalle imprese iscritte alla CCIAA al 31 dicembre dell anno di riferimento: sono quindi incluse le imprese private, mentre sono esclusi il settore pubblico, le istituzioni private senza obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio e le attività libero-professionali non costituite in forma di impresa. Da Smail risultano inoltre escluse alcune imprese non iscritte alla CCIAA e che pur operano nella provincia: - le imprese iscritte nei registri di altre CCIAA che secondo la fonte INPS risultano avere dipendenti nella provincia ed i cui lavoratori non sono 20

21 occupati in un unità operativa costituita dalla stessa impresa, ma presso altre imprese o in cantieri di carattere temporaneo; - le società ex-pubbliche ora privatizzate: - le imprese o istituzioni precedentemente non tenute all iscrizione camerale (e tuttora non iscritte) che operano nei settori della sanità, dell assistenza e dell istruzione privata. L impatto delle suddette casistiche sul numero delle imprese e delle unità locali rilevate da Smail risulta modesto, mentre assumono maggior rilievo rispetto ai dati sugli addetti. Inoltre occorre tenere presente che, rispetto ai Censimenti ISTAT i campi di osservazione non coincidono: nel sistema Smail si fa riferimento alle attività tenute all iscrizione al Registro delle Imprese, dopo la verifica del loro stato di attività, mentre nel Censimento sono comprese tutte le attività esistenti, compresi i liberi professionisti e la pubblica amministrazione, ad esclusione delle attività agricole. Sebbene i dati Smail siano risultati di particolare interesse, in quanto aggiornati e particolareggiati, tale sistema di rilevazione è disponibile solo per le province di Como e Varese, motivo per cui non è stato possibile riportare integralmente tali dati, estendendone l uso alla totalità delle province lombarde. E stato dunque necessario utilizzare i dati forniti dall ISTAT e dall annuario statistico regionale, a cui si è stati rimandati dai funzionari degli uffici statistica delle Camere di Commercio e delle Province. L annuario statistico regionale fornisce una ricca raccolta di dati che descrivono l economia delle regioni e delle province italiane, suddivisi in sezioni tematiche. Nella sezione Struttura delle attività economiche Imprese e addetti è possibile reperire informazioni relativamente agli addetti delle unità locali per settore di attività economica e provincia, aggiornati al Necessitando tuttavia di dati più recenti e soprattutto della massima disaggregazione possibile dei settori produttivi, è stato necessario utilizzare ulteriori fonti. Per ottenere un maggior grado di dettaglio, a livello di sottosezione dei settori di attività, corrispondente al codice ATECO 2002 a due cifre, è stato necessario utilizzare i dati del registro statistico delle imprese (ASIA) forniti dall ISTAT, risalenti al La classificazione ATECO è la classificazione delle attività economiche adottata nelle rilevazioni statistiche ISTAT. L ATECO è stata creata, principalmente, per fini statistici e con essa si intende soddisfare l esigenza di una comune nomenclatura per la classificazione delle unità di produzione di beni e servizi. A partire dal primo gennaio è in vigore la classificazione ATECO 2007, tuttavia nei dati riportati riferiti al 2005 è stata utilizzata la classificazione precedente, risalente al Le informazioni sulle unità locali d impresa e i relativi addetti derivano dal registro statistico delle imprese (ASIA), che dal 2004 produce anche dati sulle unità locali; il campo di osservazione di ASIA-unità locali è il medesimo di ASIA, e copre tutte le attività industriali, commerciali e dei servizi. I dati sono stati sviluppati 21

22 grazie a una nuova indagine diretta rivolta alle unità locali delle imprese di maggiori dimensioni, e a fonti amministrative che forniscono informazioni sulle singole unità locali oltre a quelle tradizionalmente utilizzate per le imprese. ASIA-Unità locali permette di seguire in modo costante, e non solo ogni dieci anni, in occasione del Censimento Generale dell Industria e dei Servizi, l evoluzione della struttura economica del Paese con dettaglio territoriale comunale. La rilevazione ASIA, inoltre, permette di adeguare la produzione italiana di statistiche sulle unità economiche ai regolamenti Eurostat. La tavola di dati utilizzata, riporta gli addetti 22 alle unità locali delle imprese per sezione/sottosezione di attività economica, ripartizione geografica, regione e provincia, relativi al Dalla tabella sono stati estratti i dati relativi alle province della Lombardia rapportati a quelli dell Italia nel suo complesso. Il livello di dettaglio considerato è quello della sottosezione di attività economica. Per verificare la disponibilità di dati più aggiornati rispetto a quelli pubblicati on line, si è provveduto a contattare direttamente il servizio ISTAT, ma purtroppo la risposta ricevuta è stata negativa. La tavola riporta, quindi, i dati sugli addetti ai settori produttivi lombardi col maggior dettaglio e il maggior aggiornamento disponibile, motivo per cui si è deciso di riportare tali dati per la costruzione della matrice descrittiva delle strutture economiche delle 10 province lombarde. Una precisazione va fatta nel caso della Provincia di Monza e della Brianza istituita con l. 146/2004 ma operativa dal Se, infatti, la Camera di Commercio della costituenda provincia dispone già di un centro di informazione economica, altrettanto non si può dire a livello di amministrazione provinciale. I dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Monza, inoltre, non presentano il livello di dettaglio né di aggiornamento desiderato. In considerazione di questo e del fatto che la provincia di Monza e Brianza non fa ancora parte del Sistema statistico nazionale non si è ritenuto opportuno inserirla nelle analisi effettuate. Né le tavole ISTAT né quelle dell annuario statistico regionale prese in considerazione, infatti, comprendono attualmente la provincia di Monza e Brianza. Sarebbe stato quindi necessario sommare i dati relativi a ciascun comune della provincia resi disponibili dal censimento ISTAT che tuttavia risalgono al 2001 e che quindi non garantiscono omogeneità rispetto ai dati selezionati per le altre province, aggiornati invece al Poiché il campo d osservazione del sistema ASIA è limitato alle attività industriali, commerciali e dei servizi, per quanto concerne il settore dell agricoltura è stato necessario rivolgersi ad altre rilevazioni. Nel valutare gli 22 Per addetto si intende, secondo la definizione dell Istat, la persona occupata in un'unità giuridico-economica, come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione e lavoro), anche se temporaneamente assente (per servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni ecc.). Comprende il titolare/i dell'impresa partecipante/i direttamente alla gestione, i cooperatori (soci di cooperative che come corrispettivo della loro prestazione percepiscono un compenso proporzionato all'opera resa ed una quota degli utili dell'impresa), i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, quadri, impiegati, operai e apprendisti. 22

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