Fattori di Rischio in Ambiente di Lavoro

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1 Fattori di Rischio in Ambiente di Lavoro Fisici RUMORE VIBRAZIONI MICROCLIMA PRESSIONE ATMOSFERICA ELETTRICITA RADIAZIONI (ionizzanti e non) MMC VDT Chimici POLVERI FIBRE Biologici Fatica muscolare Organizzazione del lavoro / Stress

2 RUMORE

3 Questa successione ciclica e' rappresentata graficamente con un'onda sinusoidale, intendendosi come onda "una perturbazione che viaggia attraverso un mezzo, trasportando energia da un luogo ad un altro". Rumore 1. Suono (fenomeno ondulatorio) non desiderato o comunque fastidioso che incide negativamente sul benessere psicofisico dell individuo 2. Da un punto di vista fisico e una successione di variazioni (oscillazioni) di pressione che si propagano in un mezzo elastico e possono essere percepite dall orecchio umano come sensazione sonora

4 Rumore E emesso da una sorgente (corpo in vibrazione) Si propaga in un mezzo elastico (solido, liquido, gassoso) E percepito da un ricevitore (orecchio)

5 Ubiquità del fenomeno rumore Il notevole sviluppo tecnologico europeo, non è stato prontamente seguito dall`adozione di soluzioni idonee a ridurre la rumorosità dell`ambiente di lavoro; inoltre è andata aumentando progressivamente anche quella dell`ambiente extra-lavorativo, causata dal traffico (automobilistico, ferroviario ed aereo), dall esercizio di attività produttive nonché dalle varie estrinsecazioni della vita di relazione. Basti pensare che anche alcuni svaghi o passatempi si accompagnano ad elevati livelli di rumorosità (discoteche, caccia, tiro a segno, uso di motociclette, motoscafi ecc.).

6 Ipoacusia e settori tecnologici Quattro macrosettori produttivi, hanno originato nel decennio il massimo dei casi di ipoacusia, superando ciascuno le 3000 unità,, si tratta: dell industria metalmeccanica (oltre casi) di quella delle costruzioni (oltre 6500 casi) di quella estrattiva (oltre 4000 casi), di quella del legno (oltre 3000 casi), per un totale che rappresenta l 80% l dell intera casistica.

7 L'ipoacusia da rumore di natura professionale è certamente la malattia più frequentemente indennizzata dall'inail Analizzando, infatti, le statistiche INAIL relative ai casi di malattie professionali manifestatesi negli ultimi anni ( ) e definiti i casi, con o senza indennizzo, di malattia professionale "Ipoacusia e sordità al 30 aprile 2006, si osserva che, questi rappresentano circa un terzo dei casi di tutte le malattie professionali riconosciute nel ramo industria e servizi.

8 Ipoacusia da rumore in Italia: epidemiologia n. assoluto di casi registrati Ipoacusia e sordita da rumore Silicosi Mal. Cutanee causate da catrame, bitume, pece, fuligine e antracene

9 Elementi caratterizzanti il suono LUNGHEZZA D'ONDA (lambda): distanza fra due picchi, spazio percorso dall'onda in un periodo. PERIODO (T): intervallo di tempo che intercorre tra i due istanti in cui la ampiezza assume il massimo valore positivo. VELOCITA : la distanza in metri coperta in un secondo, espressa in m/s TIMBRO: : E' determinato dalla forma dell'onda sonora e costituisce la qualità del suono AMPIEZZA: da una misura indiretta della "forza" dello stimolo che e' all'origine della vibrazione, essendo la quantità di energia correlata al quadrato dell'ampiezza.

10 Elementi caratterizzanti il suono FREQUENZA (f) è definita come il numero di volte in cui l'ampiezza della pressione sonora assume il massimo valore positivo nell'unità di tempo. A seconda della frequenza i suoni si distinguono in alti, medi e bassi. Hertz: numero di cicli (oscillazioni complete) al secondo. La frequenza di oscillazione determina la sensazione acustica di tonalità (pitch). l'orecchio UMANO PERCEPISCE FREQUENZE COMPRESE FRA 16 E Hz.

11 Elementi caratterizzanti il suono INTENSITA': quantità di energia vibratoria che si propaga nell'area circostante la sorgente L intensità di un suono / rumore può essere definita in termini di: 1) Potenza (capacità che ha una sorgente di produrre rumore): J = Watts / cm2 2) Pressione acustica (esprime il valore di intensità dell onda sonora misurata in un certo punto): P = dine / cm2

12 Elementi caratterizzanti il suono Si usa il decibel (db) quale unità di misura della percezione della sensazione di intensità acustica loudness (L). L = 20 log P / Po dove, L = livello di pressione o intensità sonora P = pressione sonora che si misura Po = pressione di riferimento (0,0002 dine/cm2, cioè il valore minimo della variazione di pressione percepibile dall'orecchio umano per r un tono puro di 1000 Hz). Ad una variazione di livello di un decibel corrisponde una variazione di pressione sonora dell'11%. L'energia sonora raddoppia per ogni aumento di 3 db. L energia sonora associata ai fenomeni che l orecchio umano può percepire è compresa in un campo di valori molto ampio.

13 Somma o composizione di due livelli sonori 1. Non è possibile sommare direttamente valori espressi in db. 2. Per effettuare la somma o composizione di due livelli sonori diversi si utilizza la seguente espressione: L tot = L 2 + deltal Esempio: Fonte a: 90 db (L 1 ) - Fonte b: 95 db (L 2 ) L 2 - L 1 = 5 db, pari (secondo la tabella) ad un delta L di 1,2. Quindi, L tot = 95 db (L 2 ) + 1,2 (deltal( deltal) ) = 96,2 db somma (80 db + 80 db): L = 10 log ( ) = 83 db

14 Somma o composizione di più livelli sonori Qualora si sia in presenza di più sorgenti di eguale livello di pressione sonora, si utilizza l'espressione: L tot = L s + 10 log n L s = livello sonoro di ciascuna sorgente n = numero delle sorgenti sonore media (80 db e 100 db) Leq = 10 log [( )/2] = 97 db media ponderata nel tempo (60 db per 5 ore e 70 db per 2 ore) LEP,d = 10 log [(10 6 x x 2)/2] = 64,9 db

15 Grafico Audiometrico di Wegel Non tutti i suoni possono essere percepiti dalle nostre orecchie, ma solo quelli che si trovano all'interno di una determinata banda udibile (o intervallo udibile) che è limitata in frequenza e in livello di pressione sonora. La curva limite inferiore è chiamata soglia di udibilità mentre la curva limite superiore è la soglia di dolore. L'intervallo dinamico udibile (cioè la maggiore differenza tra i livelli di pressione sonora delle due soglie limite) è di circa 130 db. Le frequenze udibili coprono approssimativamente 10 ottave: da 16 Hz a circa 16 khz. La curva limite inferiore aumenta con l'età (cioè, nel corso degli anni, in media, si verifica un innalzamento della soglia di udibilità). Gli infrasuoni e gli ultrasuoni si trovano rispettivamente a sinistra e a destra della banda audio. La soglia di udibilità, o minimo campo udibile, si ha in corrispondenza dei più bassi livelli di pressione sonora che le nostre orecchie possono rilevare.

16 Fonti di rumore

17 Il Sistema Uditivo Il sistema uditivo dal punto di vista funzionale può essere suddiviso in 2 apparati: Apparato di Trasmissione o di localizzazione e trasporto dei suoni Apparato di Percezione o neurosensoriale

18 L'orecchio medio La principale funzione dell'orecchio medio è la trasmissione delle vibrazioni del timpano all'orecchio interno. Gli ossicini costituiscono un sistema di leve che adattano l'impedenza tra i suoni aerei provenienti dall'esterno attraverso il canale uditivo e i suoni trasportati dai fluidi dentro l'orecchio interno. I muscoli attorno agli ossicini si irrigidiscono in modo da proteggere l'orecchio interno da rumori molto forti. Questa reazione è chiamata riflesso stapediale. Quando si verificano bruschi cambiamenti nei livelli sonori, questa protezione è sfortunatamente piuttosto inefficace. Non è infatti un riflesso istantaneo. 17 Martello 19 Incudine 21 Tuba di Eustachio 23 Tensore del Timpano 25 Staffa 31 Membrana Timpanica (parte dell'orecchio esterno)

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20 IMMAGINE OTOSCOPICA DI UNA MEMBRANA TIMPANICA

21 L'orecchio interno L'orecchio interno è un sistema idrodinamico complesso. I movimenti trasmessi dalla membrana timpanica alla catena ossiculare, provocano movimenti analoghi sulla finestra ovale dietro la quale si trovano i liquidi labirintici della Coclea, inserita nella parte più solida del cranio (osso mastoideo), tramite la quale avvengono 2 processi: trasmissione del suono trasferimento dell energia acustica dalla finestra ovale alle cellule ciliate trasduzione del suono il processo tramite il quale l energia sonora viene convertita in impulsi elettrici nel nervo acustico, per poi passare ai centri uditivi superiori del cervello, per la fase di interpretazione. Anatomicamente consiste in una cavità ossea riempita di un liquido, e anche detta dotto cocleare, diviso diametralmente e per quasi tutta la sua lunghezza dalla membrana basilare. La coclea è sormontata dai tre canali semicircolari (visibili nella figura sopra), che sono importanti per il senso dell'equilibrio ma che non svolgono alcun ruolo per la funzione uditiva 1 Canale Semicircolare 3 Nervo Facciale 5 Ganglio Genicolato 7 Nervo Facciale 7 Tratto Vestibolare del Nervo Cocleare 9 Ganglio Vestibolare 9 Nervo Vestibolare 11 Meato Uditivo Interno 13 Chiocciola 13 Organo del Corti 15 Osso Temporale 51 Finestra rotonda

22 Le cellule ciliate, per la loro peculiarità, sono i primi veri analizzatori e codificatori dell energia sonora, per cui la loro lesione provoca non solo una perdita uditiva, ma anche un deficit di analisi acustica e quindi un deficit discriminativo (neurosensoriale). Il movimento dei liquidi crea la formazione di un onda che si propaga alla membrana basilare sulla quale si trovano i recettori sensoriali chiamati cellule ciliate che trasformano l energia meccanica con cui si è propagato fino a loro il suono, in energia elettrica.

23 La membrana basilare La sezione longitudinale semplificata, della coclea srotolata rende chiaramente visibile la membrana basilare. Questa membrana consente al nostro orecchio di discriminare le varie frequenze. Quando si ascolta un tono puro, la membrana basilare produce una vibrazione trasversale la cui ampiezza varia lungo la lunghezza della membrana e raggiunge il suo massimo in un punto particolare che dipende dalla frequenza. Esiste quindi un legame tra la frequenza e la posizione del massimo dell'ampiezza della vibrazione. In ogni caso ciò non spiega completamente perché il nostro orecchio è così selettivo in frequenza.

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25 La discriminazione della frequenza del suono avviene a livello dell organo del Corti grazie ad una localizzazione tonotopica dei recettori (frequenze alte in prossimità della staffa, frequenze basse in prossimità dell elicotrema) L intensità del suono si discrimina sulla base del numero di impulsi che raggiunge la corteccia

26 Patologie Miste Patologie Sensoriali Patologie trasmissive Patologie Neurogene

27 Ogni alterazione di uno o più dei meccanismi dell apparato uditivo, può causare una riduzione della capacità uditiva nell orecchio affetto, ovvero un' ipoacusia. In base alla sede colpita da un eventuale patologia, si possono distinguere: Ipoacusia trasmissiva per problemi a livello del condotto uditivo, del timpano o degli ossicini; Ipoacusia neurosensoriale quando la patologia interessa la coclea o le fibre del nervo acustico. E poi importante distinguere le forme di ipoacusia neurosensoriale in: Ipoacusia neurosensoriale cocleare legata all incapacità della coclea di trasformare l onda sonora in un segnale bioelettrico Ipoacusia neurosensoriale retrococleare quando la successiva propagazione del segnale cocleare, normalmente generato, è alterata a causa di un problema a livello del nervo acustico

28 Normoacusia Ipoacusia percettiva Presbiacusia Ipoacusia trasmissiva

29 Fisiopatologia del danno da rumore Meccanismo meccanico e metabolico Meccanismo vascolare Squilibrio ionico nei fluidi dell orecchio interno Danno eccitotossico

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31 Spostamento temporaneo della soglia uditiva (STS) Innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo Il recupero avviene al cessare dell esposizione esposizione e si completa in 16 ore

32 Spostamento permanente della soglia uditiva (SPS) Spostamento permanente della soglia uditiva (SPS) Generalmente provocata dall esposizione professionale prolungata a livelli >80dBA per 8ore/dì per tutta la settimana lavorativa Il danno si instaura a carico dell organo del Corti (cellule ciliate esterne) Si tratta di una ipoacusia di tipo neurosensoriale Colpisce maggiormente le alte frequenze comprese tra 3000 e 6000 Hz con un picco a 4000 Hz

33 Ipoacusia da trauma Acustico cronico Si tratta di un deficit uditivo di tipo Percettivo Bilaterale, quasi sempre simmetrico Irreversibile Progressivo fino a che vi è esposizione

34 Ipoacusia da trauma acustico acuto e cronico Danno da stimolo acustico intenso e di breve durata Danno da prolungata esposizione a stimoli acustici di intensità variabile Trauma acustico Fatica uditiva (I Fase) Latenza (II Fase) III Fase IV Fase

35 Manifestazioni cliniche del danno da rumore Fatica uditiva (I Fase) Danno da prolungata esposizione a stimoli acustici di intensità variabile Può comparire dopo gg di esposizione a rumore (fastidi generici: acufeni, senso di stordimento) Latenza (II Fase) Innalzamento permanente della soglia uditiva (4000 Hz) III Fase Deficit permanente esteso anche alle frequenze 2000 e 6000 IV Fase Ulteriore incremento del danno uditivo

36 Ipoacusia da rumore: fasi evolutive -10 Eta (anni) Intensita (db) Frequenza (Hz)

37 Manifestazioni cliniche del danno da rumore Deficit percettivo, iniziale e prevalente a 4000 Hz Bilaterale e simmetrico Irreversibile Recruitment Distorsione della sensazione di intensità sonora (che non aumenta proporzionalmente al livello acustico dello stimolo).

38 Manifestazioni cliniche del danno da rumore Danno da stimolo acustico esplosivo Trauma acustico Esposizione a rumori di elevata intensità possono causare danni alla membrana timpanica (rottura)

39 Protocollo diagnostico Anamnesi patologica e lavorativa Valutazione del rischio da esposizione a rumore Audiometria tonale preceduta dall esame delle membrane timpaniche Audiometria vocale Timpanometria e reflessologia Potenziali evocati uditivi

40 EFFETTI EXTRAUDITIVI Appaiono imputabili alle connessioni delle vie acustiche con aree del SNC diverse dalla corteccia uditiva quali LA FORMAZIONE RETICOLARE connessa con l ipotalamo e attraverso vie discendenti coi meccanismi che regolano la motilita volontaria, i riflessi spinali e il sistema neurovegetativo. DISTURBI DEL SONNO RIDOTTA CAPACITA DI CONCENTRAZIONE ANSIA E IRRITAZIONE RIDUZIONE DEL RENDIMENTO LAVORATIVO AUMENTO DELLA FREQUENZA CARDIACA E DELLA PRESSIONE ARTERIOSA AUMENTO DELLA SECREZIONE GASTRICA AUMENTO RISCHIO INFORTUNI

41 Effetti extrauditivi

42 Rumore Traumi Infezioni Età Assunzione farmaci ototossici Esposizione a sostanze tossiche (Solventi, metalli etc.) Fattori genetici

43 Normativa

44 Normativa D.Lgs. 277/1991 (abrogate norme del Capo IV del D.Lgs n. 277/1991) Legge 626/1994 D.Lgs. 195/2006 (entrata in vigore a 6 mesi dal 30 Maggio 2006 Idoneità entro il 14 Dicembre 2006) D. Lgs. 81/2008

45 D.Lgs. 195/2006 Nuovo valore limite del livello di esposizione Valori inferiori e superiori di azione Valutazione del rischio tenendo conto di competenze mediche No espliciti riferimenti per impostare il programma di sorveglianza sanitaria

46 D. Lgs. 195/ art. 49-quater Valori di esposizione I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: Valori Limite di Esposizione Valori Superiori di Azione Valori Inferiori di Azione Livello di Esposizione Giornaliera LEX, 8h Pressione acustica di Picco P peak 87 db(a) 200 Pa = 140 db(c) 85 db(a) 140 Pa = 137 db(c) 80 db(a) 112 Pa = 135 db(c) Livelli contenuti nel D.Lgs. n. 277/ db(a) 85 db(a) 80 db(a)

47 D. Lgs.. 195/ art. 49-ter : Definizioni si intende per: a) Pressione Acustica di Picco (P peak ): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza «C» b) Livello di Esposizione Giornaliera al Rumore (LEX,8h; Lday): [db(a) riferito a 20 (micro)gpa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo c) Livello di Esposizione Settimanale al rumore (L.week): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2

48 Misurazione strumentale L obbligo della Misurazione sussiste solo nel caso in cui siano superati i Livelli Inferiori di Azione fissati ad 80 db(a) e a 112 Pa = 135 db(c) di Pressione di Picco. Essa deve necessariamente tener conto dell Analisi del lavoro Svolto e quindi della identificazione dei Punti di Rilievo Fonometrico. In concreto le tipologie più frequenti sono 4: Tipo di Lavoro Posizione di Lavoro Fissa Posizioni di Lavoro Molteplici Livelli di Rumore Analoghi Tempo di Permanenza nelle singole posizioni Determinabile Posizioni di Lavoro Molteplici Livelli di Rumore Differenti Tempo di Permanenza nelle singole posizioni Determinabile Posizioni di Lavoro Molteplici Livelli di Rumore Analoghi a Gruppi Tempo di Permanenza nelle singole posizioni non Determinabile Tempo di Permanenza Determinabile per Gruppi Rilievo Posizione di Lavoro Numero statisticamente significativo oppure In Ciascuna Posizione di Lavoro In Ciascuna Posizione di Lavoro Numero statisticamente significativo oppure In Ciascuna Posizione di Lavoro

49 Valutazione dell esposizione Gli elementi di riferimento individuati dalla nuova normativa sono il livello, il tipo e la durata dell esposizione, i valori limite di esposizione e di azione, gli effetti del rumore sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, le informazioni fornite dai costruttori delle attrezzature e quelle raccolte dalla sorveglianza sanitaria, e la disponibilità di DPI per l udito con adeguate caratteristiche di attenuazione, fissando ogni 4 anni la Periodicità della Valutazione e delle Misurazioni. Mentre, in sintesi, essa definisce quattro Classi di Rischio per l Esposizione al Rumore: Classe di Rischio Rischio Assente Rischio Lieve Rischio Consistente Rischio Grave LEX,8h < 80 db(a) tra 80 e 85 db(a) 85 e 87 db(a) > 87 db(a)

50 Superamento del valore inferiore di azione Rischio Lieve (LEX, 8h = db(a)) Misurazione del rumore Messa a Disposizione dei DPI Informazione e Formazione per i lavoratori Sorveglianza Sanitaria (su Richiesta)

51 Superamento del valore superiore di azione Rischio Consistente (LEX,8h = db(a)) Programma di misure per la Riduzione del Valore di Esposizione Segnaletica per i locali di lavoro a rischio Fare il possibile per assicurare che i lavoratori indossino i DPI Sorveglianza Sanitaria (Obbligatoria)

52 Superamento del valore limite di esposizione Art. 49-octies (Misure per la limitazione dell esposizione) D.Lgs. 195/2006 Fermo restando l'obbligo del non superamento dei Valori Limite di Esposizione, se, nonostante l'adozione delle misure prese in applicazione del presente titolo, si individuano esposizioni superiori a detti valori, il datore di lavoro: a. adotta misure immediate per riportare l'esposizione al di sotto dei Valori Limite di Esposizione b. individua le Cause dell'esposizione eccessiva c. modifica le misure di Protezione e di Prevenzione per evitare che la situazione si ripeta NOTA: obbligo di valutare anche l Attenuazione prodotta dai DPI Rischio Grave (LEX, 8h > 87 db(a))

53 VALUTAZIONE DEL RISCHIO

54 Valutazione del rischio scopo Conoscere il livello di rumorosità esistente in tutti gli ambienti di lavoro identificare i lavoratori esposti ad un livello superiore al valore soglia: 80 db Attuare misure di prevenzione e protezione previste dal D.Lgs. 277/91

55 Obblighi del datore di lavoro Obbligo generale Ridurre al minimo l esposizione in relazione alla conoscenze acquisite in base al progresso tecnico

56 Valutazione rischio La Normativa Europea ha introdotto come principale novità l obbligo per le aziende di effettuare la Valutazione del Rischio. Essa, attraverso la adeguata e costante informazione e formazione degli addetti, l adozione di misure organizzative, procedurali e tecniche, nonché l effettuazione di controlli sanitari preventivi e periodici, è finalizzata al controllo e alla riduzione dei rischi. Misurazioni Fonometri Specifiche IEC (International Electrotechnical Commission) Valutazione e Vigilanza

57 Fonometri I Fonometri sono apparecchi atti alla misurazione del Rumore come Livello di Pressione Sonora (SPL, Sound Pressure Level), indicando l energia acustica espressa in forma logaritmica la cui unità di misura è il decibel (db). A livello nazionale ed internazionale esistono dei parametri minimi cui devono rispondere i Fonometri. Essi sono pertinenza della IEC (International Electrotechnical Commission).

58 Fonometro Microfono Un Fonometro è costituito da tre componenti fondamentali: Amplificatore Il Microfono L Amplificatore Lo Strumento Strumento

59 Fonometri indossabili Esiste la possibilità di utilizzare tali apparecchiature al fine della Valutazione dell Esposizione al Rumore, tuttavia la regola impone che il Microfono non sia sul corpo della persona bensì a 10 cm dall orecchio più esposto. Questo può essere ottenuto con l ausilio di un archetto auricolare, sarà cura quindi del personale competente accertarsi della validità dei risultati ottenuti. I Fonometri Indossabili devono essere conformi alla Classe 1 secondo le norme IEC 651/79, IEC 804/85 e IEC 1252/93.

60 Misure di protezione Adozione di altri metodi di lavoro Scelta di attrezzature adeguate Progettazione strutturali dei posti di lavoro Informazione e formazione adeguate Misure tecniche di contenimento per il rumore trasmesso per via aerea (schermature) e del rumore strutturale (isolamento) Programmi di manutenzione Adeguata organizzazione del lavoro

61 Segnaletica I locali con rumorosità oltre i valori superiori di azione (85 dba) devono essere indicati con appositi segnali con delimitazione delle aree e di accesso.

62 Sono forniti oltre 80 dba Dpi Oltre 85 dba il datore di lavoro fa il possibile per assicurare che vengano indossati Vengono scelti al fine di ridurre al minimo rischio previa consultazione dei lavoratori o del RLS Ne viene verificata l efficacia

63 Formazione ed informazione Obbligatori oltre 80 dba Riguarda le misure adottate, i valori di esposizione, i risultati delle valutazioni, l uso corretto dei DPI, l individuazione e segnalazione delle ipoacusie, le procedure di lavoro sicure.

64 SORVEGLIANZA SANITARIA viene effettuata sui lavoratori esposti oltre 85 dba o a richiesta o se il medico competente ne condivide la necessità, a quelli esposti oltre 80 db in caso di ipoacusie (anomalie) il datore di lavoro riesamina la valutazione del rischio e le misure attenuate, tiene conto del parere del MC nell attuazione delle misure necessarie e adotta le misure affinché sia riesaminato lo stato di salute di tutti gli altri lavoratori con esposizione analoga

65 Il D. Lgs.. 81/2008 Titolo VIII Premessa Rispetto al Titolo V-bis V del D.Lgs. n. 626/1994, il Titolo VIII, Capo II, non presenta modifiche particolarmente significative. Analisi degli articoli Si evidenziano alcuni passaggi che potrebbero avere un impatto diretto sulle aziende: Art. 189 Valori limite di esposizione e valori di azione : : <<Nel caso di variabilità del livello di esposizione settimanale va considerato il livello settimanale massimo ricorrente>> Viene introdotto il concetto nuovo di valore settimanale massimo ricorrente, del quale non v era v prima traccia e rispetto al quale non viene data definizione.

66 Il D. Lgs.. 81/2008 Titolo VIII Art. 191 Valutazione di attività a livello di esposizione molto variabile Vengono introdotte specifiche modalità con cui il datore di lavoro può gestire situazioni in cui l esposizione personale dei lavoratori è soggetta ad elevata fluttuazione. Art. 192 comma 2: l obbligo l per il datore di lavoro di elaborare e applicare un programma di misure tecniche ed organizzative volte a ridurre l esposizione al rumore è previsto al superamento dei valori inferiori di azione e non di quelli superiori come previsto dalla precedente normativa oltre che dalla stessa direttiva 2003/10/CE.

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68 Vibrazioni meccaniche negli Ambienti di lavoro

69 Vibrazioni Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche di grande rapidità e piccola ampiezza, generate da onde di pressione che si trasmettono attraverso corpi solidi.

70 Elementi caratterizzanti le vibrazioni FREQUENZA (n di oscillazioni al sec, Hz) LUNGHEZZA D ONDA D (λ) AMPIEZZA (m) VELOCITA (m/s) ACCELERAZIONE (m/s 2 ) ASSE DI INGRESSO (X, Y, Z) IL POTENZIALE LESIVO DEGLI STRUMENTI VIBRANTI, E CORRELATO AD AMPIEZZA (valore quadratico medio dell ACCELERAZIONE), ALLA FREQUENZA, e DIREZIONE delle vibrazioni.

71 Classificazione in ambito Occupazionale Vibrazioni trasmesse al corpo intero (Whole body vibration WBV) oscillazioni generalizzate, a bassa (fra 0 e 2 cicli/sec) e media frequenza (fra 2 e 20 cicli/sec). Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (Hand-arm transmitted or segmental HAV) oscillazioni localizzate, ad alta frequenza (oltre cicli/sec).

72 Frequenza e parte del corpo interessata per alcune tipologie di sorgenti.

73 Dimensione del fenomeno 24% lavoratori europei è esposto a vibrazioni meccaniche 21% lavoratori italiani è esposto a vibrazioni meccaniche EUROPEAN AGENCY FOR SAFETY AND HEALTH AT WORK

74 Vibrazioni L'esposizione a vibrazioni meccaniche in ambiente lavorativo può essere dovuta ad un'ampia varietà di processi e operazioni che utilizzano macchine e attrezzi diffusi nella gran parte dei settori lavorativi dell'industria (manifatturiera e delle costruzioni), comparto estrattivo, agricoltura e servizi di pubblica utilità. Studi epidemiologici e sperimentali consolidati a livello italiano e internazionale hanno dimostrato che una prolungata esposizione ad elevati livelli di vibrazioni può provocare importanti disturbi e lesioni a carico degli arti superiori e della colonna vertebrale.

75 Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV) Gli effetti avversi delle vibrazioni al corpo intero possono avvenire nel range delle frequenze mediobasse Studi mostrano che il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale ed una eccessiva risposta dei muscoli paravertebrali è dovuto a fenomeni di risonanza avviene per frequenze di vibrazione tra 3 e 10 Hz Vibrazioni meccaniche trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide Conduzione di macchine e/o veicoli industriali, macchine agricole, mezzi per il trasporto pubblico Associazione con altri fattori di rischio biomeccanico quali il mantenimento di posture fisse prolungate, flessioni e torsioni del rachide, movimentazione manuale dei carichi

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77 Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV) (modificazioni osteoarticolari) Sono le alterazioni più note causate dalle vibrazioni trasmesse al corpo intero Vibrazioni e posizione seduta costituiscono le cause più importanti di lombalgia nel personale adibito alla guida Si tratta di una degenerazione cronica a carico della colonna vertebrale che interessa: i corpi vertebrali, le articolazioni, i dischi intervertebrali

78 Disturbi cervico-brachiali: sono disturbi delle fasce muscolari che si manifestano nella zona collo-spalle dei conducenti di automezzi. Disturbi digestivi: un esposizione elevata può generare un aumento dell attività gastrointestinale e quindi provocare gastrite e ulcera peptica. La chinetosi si manifesta con vibrazioni a bassa frequenza (da 0 a 2 HZ) e stimola la funzione vestibolare

79 Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV) Disturbi circolatori: i conducenti di automezzi e veicoli possono essere soggetti ad insorgenza di emorroidi e varici venose alle gambe, addebitabili anche alle vibrazioni ed al tempo trascorso in posizione seduta. Effetti cocleo - vestibolari: l esposizione contemporanea a vibrazioni e rumore è probabilmente causa di un aumento del disturbo uditivo (ipoacusia) alle alte frequenze. Risposte a carattere psicosomatico caratterizzati da fenomeni psicosensoriali, Modificazioni del tono muscolare, modificazioni neurologiche, endocrine ed umorali

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81 Segmental vibration Patologia distrettuale da strumenti vibranti caratterizzata dalla presenza di: LESIONI VASCOLARI LESIONI OSTEO-ARTICOLARI LESIONI NEUROLOGICHE LESIONI MUSCOLO-TENDINEE (tra di loro variamente associate) VARI ALTRI FATTORI (INTERNI OD ESTERNI) POSSONO INFLUENZARE LA COMPARSA O MENO DI TALI LESIONI

82 Molti strumenti che vengono impugnati o azionati con le mani generano vibrazioni La vibrazione si trasmette alla mano e al braccio dell operatore attraverso il contatto fisico con lo strumento e, in alcuni casi attraverso il pezzo che si sta lavorando (macchinari a colonna) Si calcola che oltre il 5% dei lavoratori sono esposti regolarmente a vibrazioni del sistema mano-braccio in quasi tutti i campi delle attività lavorative Tale percentuale sale in alcuni comparti lavorativi: edilizia e ingegneria civile, manutenzione di strade e ferrovie, silvicoltura, fonderie e officine meccaniche, miniere e cave

83 Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio Per la «sindrome da vibrazioni mano-braccio», con frequenze comprese tra 8 e 1000 Hz, oltre ad un maggiore affaticamento psicofisico, vi è un aumento del rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche con l eventuale concorrenza di fattori ambientali, come il rumore, o individuali come l età, la suscettibilità o l abitudine al fumo.

84 Vibrazioni trasmesse al sistema mano- braccio Angioneurosi (Fenomeno di Raynaud) Osteoartropatie dei polsi e gomiti Neuropatie periferiche prevalentemente sensitive (nn( nn.. mediano, ulnare, radiale) Sindromi da intrappolamento dei tronchi nervosi degli arti superiori Patologie muscolo-tendinee degli arti superiori

85 Lesioni vascolari Fenomeno di Raynaud secondario Consiste nell arresto transitorio Del flusso arterioso in zone acrali delle mani SINTOMATOLOGIA FASE ISCHEMICA FASE IPEREMICA E CIANOTICA RISOLUZIONE

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89

90 Prevalenza: molto variabile 0-5%/800 5%/80-100% L angiopatia da microtraumatismo vibratorio è,, in ordine di frequenza, la quarta malattia professionale indennizzata dall INAIL in Italia.

91 Sistema mano-braccia patologie osteo-articolari Rappresentate da un quadro di alterazioni di tipo necrotico degenerativo a livello osteo-cartilagineo. Si manifesta con Pseudocisti o vacuoli delle ossa carpali Artrosi delle articolazioni del polso e gomito Entesopatie del gomito È correlata a Esposizione a vibrazioni di elevata ampiezza e bassa frequenza (< 50 Hz) generate da utensili percussori (martelli perforatori, scalpelli) Fattori di stress ergonomico (posture incongrue, sforzo muscolare intenso) Suscettibilità individuale

92 Sistema mano-braccia patologie muscolo-schetriche schetriche Tendinopatie infiammatorie e/o degenerative (tendiniti,, tenosinoviti, peritendiniti,, tendinosi) della spalla, gomito, polso e mano Sindromi da compressione dei nervi periferici (s. tunnel carpale, s. canale di Guyon,, s. tunnel cubitale, s. del pronatore, s. stretto toracico) Osteoartropatie croniche degenerative (es. artrosi, rizoartrosi trapezio-metacarpale) Altre patologie: : m. Dupuytren,, dito a scatto, cisti tendinee, borsiti

93 Neuropatia da strumenti vibranti

94 Normativa

95 Normativa precedente D.P.R. 303/56 norme generali per l igiene l del lavoro Art. 33 Visite mediche preventive e periodiche Voce 48 della Tabella allegata Causa del rischio: Vibrazioni e scuotimenti Categorie di lavoratori: Lavoratori che impiegano utensili ad aria compressa o ad asse flessibile Periodicità delle visite: Annuale

96 Normativa precedente Si applicava a tutti i settori lavorativi, con alcune deroghe per la navigazione marittima ed aerea (art.1) Definiva le tipologie vibrazioni: mano braccio e corpo intero (art.2) Stabiliva i valori limite di esposizione (art.3) Stabiliva i valori di azione (art.3) Stabiliva gli obblighi per i datori di lavoro Stabiliva le sanzioni D.Lgs 187/2005

97 D.Lgs. 187/05 (art. 3) Valore di esposizione che fa scattare l azionel - Vibrazioni mano-braccio: A(8)=2.5 m/s 2 - Vibrazioni al corpo intero: A(8)=0.5 m/s 2 Valore limite di esposizione - Vibrazioni mano-braccio: A(8)=5 5 m/s 2 - Vibrazioni al corpo intero: A(8)=1.15 m/s 2

98 D. Lgs. 81/2008 Titolo VIII Art. 201 Viene introdotto il valore limite di esposizione su periodi brevi (20 m/s2 per il sistema mano braccio, 1,5 m/s2 per il corpo intero). Viene ridotto il valore limite di esposizione giornaliera per il corpo intero (da 1,15 m/s2 passa a 1,0 m/s2). In caso di variabilità del livello di esposizione giornaliero va considerato il livello giornaliero massimo ricorrente.

99 Strumenti per la valutazione del rischio Le misurazioni delle vibrazioni sono effettuate per mezzo di uno strumento chiamato accelerometro, applicato all impugnatura o al sedile della macchina utilizzata. Dalla lettura e dalla interpretazione della misurazione viene ottenuta l «accelerazione equivalente», valore medio che tiene conto delle variazioni di frequenza e di intensità delle vibrazioni durante il tempo di misura ritenuto rappresentativo della lavorazione. Da questa si calcola quindi il valore complessivo dell accelerazione equivalente, relativo alle otto ore lavorative.

100 Accelerometri triassiali Corpo intero Mano- braccio

101

102

103 Prevenzione a) di carattere tecnico rivolta allo strumento vibrante progettazione: peso maneggevolezza, frequenza e ampiezza delle vibrazioni, etc Manutenzione b) Informazione e formazione c) di carattere organizzativo: organizzazione del lavoro tempi di esposizione turni lavorativi luoghi di lavoro d) protezione personale dpi (guanti ammortizzanti)

104 Prevenzione e) di carattere medico: : rivolta al lavoratore visite di assunzione visite periodiche (con limitazioni e prescrizioni) indagini strumentali consigliabile ai fini preventivi l astensione dal fumo di tabacco,, la limitazione del consumo di alcool,, il controllo del metabolismo lipidico e glucidico

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