Una scuola in-formata

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1 Una scuola in-formata La cura per eccellenza per le persone con autismo è l EDUCAZIONE (E.Micheli) Mireya Moyano

2 Educare una persona con Autismo È un azione complessa che richiede una progettualità di rete che l accompagni per tutto il percorso di vita: all interno della famiglia al esterno: scuola, centri specializzati, centri di aggregazione.

3 Intervento personalizzato Flessibile Principio di indipendenza Conoscenza della diagnosi e valutazione delle capacità del bambino Programmazione concreta Insegnamento strutturato Organizzazione dell attività Interventi sui comportamenti problema

4 Strutturare = organizzare l attività significa rispondere alle domande Che cosa? Come? Quando? Dove? Per quanto tempo? Con quale sequenza?

5 Definizione progetto didattico Informazione necessaria: autonomia / non autonomia (personali, sociali, motorie) comportamenti problema interessi tipo di rinforzi abilità acquisite abitudini familiari uso di farmaci terapie in atto tipo di comunicazione

6 Un curriculum appropriato Personalizzato Coerente Coordinato Prevedendo un ventaglio di opportunità di inclusione Richiede un cambiamento che superi gli stremi : Non può stare in classe Deve stare sempre in classe Prevedere un percorso sociale, partendo dalla valutazione delle abilità sociali

7 Specialisti Scuola Continuità Condivisione degli Obiettivi Famiglia Altri ambienti di vita

8 L'incontro tra due esperti Erick Schopler definisce la collaborazione tra genitori e operatori dell'educazione del bambino con Autismo come l'incontro tra due esperti: gli operatori lo sono dell'educazione e dell'autismo in generale, i genitori sono i migliori esperti del loro bambino. In pratica dando voce all'esperienza dei genitori che hanno avuto successo nella gestione di vari comportamenti dei propri figli, si cerca di collaborare collaborar con chi inizia questo percorso di vita. Lo scambio permette aver linee guida chiave ed esempi positivi basati sulla realtà della vita in famiglia con un bambino difficile. È anche un prezioso modello di "modificazione del comportamento con occhi, cuore e cervello.

9 Scuola Struttura Facilitante Sviluppare un progetto educativo che tenga conto del diverso funzionamento di queste alunni, delle loro abilità, interessi, e bisogni specifici per migliorare il loro benessere. Non dimentichiamo che la loro serenità diventerà la nostra!

10 Utilizzo della comunicazione E molto importante utilizzo della comunicazione sia verbale sia non verbale, sempre adeguata alle capacità del bambino. Curare particolarmente la gestione dei momenti di transizione. Si cercando di attivare nel bambino una intenzionalità alla comunicazione ed alla relazione, nel modo più naturale possibile e seguendo lo sviluppo tipico, ma lavorando in maniera specifica, con rigore e costanza, con il supporto di tutte le figure affettive ed educative.

11 Flessibilità organizzativa Orario di entrata- uscita- permanenza Educazione misurata sull alunno/a, non di quantità ma di qualità Per la sezione / l istituto: Formulare l orario generale inserendo in orario di frequenza dell alunno con autismo le discipline che offrono esperienze concrete (laboratori attività specifica,arte, scienze) Pianificare attività laboratoriali trasversali per far incontrare, previo progetto mirato di inserimento, l alunno con autismo con i pari di altre classi

12 Flessibilità didattica Avviare le attività didattiche di classe non frontali: a coppia, piccoli gruppi Rispondere con priorità ai bisogni super speciali sociali e di relazione Accettare di accogliere l alunno con autismo di altra sezione/classe durante la propria didattica per incentivare le sue isole di abilità

13 Flessibilità nei contenuti Cercare costantemente un punto di incontro tra i bisogni-contenuti programatico della normalità e quelli della neuro-diversità Prevedere -sostenere momenti inclusivi in altre sezioni per incrementare le abilità espressive-motorie-manipolative, previo progetto mirato di inserimento

14 La programmazione educativa Che cosa insegnare Definizione operativa degli obiettivi sulla base della valutazione condivisa Quando insegnare Sessioni dedicate specifiche Insegnamento incidentale sedute di attività (1:1/indipendente) Come insegnare Tecniche e strategie di educazione strutturata Strumenti di Comunicazione personalizzati Generalizzazione in classe.

15 Programma individualizzato In base ai dati (osservazione, valutazione)ottenuti deve essere creato un programma educativo individualizzato volto a mantenere le abilità presenti in e rendere presenti quelle emergenti. Il programma deve tener en considerazione aspetti dello sviluppo psico- evolutivo, prevedendo attività di consapevolezza del proprio Sé Programma da applicare viene in tutti i contesti frequentati dall alunno (casa, scuola, centro specializzato e spazi di tempo libero).

16 Organizzare le attività Strutturazione compiti: quando finiscono? Indicazione verbale Campanella Orologi adattati Clessidra Organizzazione sinistra-destra

17 Strutturazione degli spazi

18 Gli schemi di comunicazione recettiva Sequenze visualizzate di concetti comunicativi. Sequenza delle attività che si segnano su di una agenda, in corrispondenza dell orario in cui dovranno essere effettuate. Sequenze di fotografie che illustrano una azione I diversi tipi di schemi vengono denominati, a seconda dell uso: schema della giornata schema di lavoro schema di attività

19 Strutturazione personalizzata L utilizzo dei supporti visivi implica un chiarimento di tutto ciò che si deve affrontare. Rappresenta una anticipazione delle situazioni nuove che possono generare ansia spazi di lavoro tempi: settimana, giornata, attività-compito

20 Strutturazione della giornata

21 Proposte! Lavoro su attenzione congiunta, emozione congiunta, scambio di turno Svolgere attività semplici 1:1 Svolgere attività semplici in piccolo gruppo Creare situazioni di interazione all interno del gruppo

22 Cosa fare con i problemi nella comunicazione Parlare poco con un linguaggio CHIARO Dare al bambino delle regole di comunicazione Cercate di identificare e rimuovere possibili fonti d ansia Non creare un clima di eccessiva attenzione nei suoi confronti soprattutto in classe Non forzare al bambino a parlare Dare particolare risalto ai successi nel parlare

23 Ritrovo un grande significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. (Jim Sinclair) IMPORTANTE Concedere tempo al bambino per rispondere alle domande Controllare spesso la comprensione dei vocaboli Collegate il significato delle nuove parole all esperienza personale del bambino usando foto Incoraggiare l alunno a fare richieste dammi Nel caso il bambino sia verbale, fornire un elenco di punti che devono essere pian piano esplicitati : chi, cosa, dove, quando, come.

24 Comportamenti problema L immagine dell iceberg (T Peeters) Comportamento osservabile Cause invisibili e sensoriali Comportamenti problema: auto/eteroaggressività, fa sempre la stessa cosa, rompe tutto, picchia gli altri bimbi, non sta a sedere, non collabora, tira i capelli a tutti Non capisce le regole, Non sa fare quel gioco, Non ha capito il linguaggio, Non sa per quanto tempo dovrà fare quella cosa, Non è interessato a quel gioco in quel momento (e non riesce a comunicarlo), Il comportamento problema è stato rinforzato,

25 Analisi funzionale L analisi funzionale è un processo finalizzato a determinare quali rinforzi mantengono un certo comportamento, e le condizioni di stimolo e gli eventi ambientali che creano l occasione per quel comportamento. Per raccogliere informazioni si usano tre strategie: le interviste, l osservazione diretta, e la manipolazione delle presunte variabili per controllare\influenzare il comportamento bersaglio.

26 Scheda ABC per osservazione dei comportamento problema Nome: Data: Luogo: Definizione operazionale: Or a Eventi antecedenti Comportamento problema Conseguenze Durata Intervento operatore Reazion e emotiva op.

27 Come affrontare Regole condivise tra i carigiver Intervento specifico sul comportamento Chiarezza dei messaggi Organizzazione dell attività Organizzazione del tempo libero Pratica dello sport!

28 Tecniche cognitivo comportamentali Osservazione strutturata Modeling Guida fisica Rinforzo Estinzione

29 Comunicazione con supporto visivo Le immagini che parlano Libretto delle regole

30 L estinzione o L ignorare pianificato Controllo degli stimoli che rinforzano il comportamento da ridurre Offerta di comportamento alternativo Setting di estinzione Estinzione può indurre aggressività Peggioramento prima del miglioramento

31 Valore del rinforzo Valutazione degli stimoli preferiti I rinforzi dovrebbero essere comuni nell ambiente naturale per promuovere la generalizzazione I rinforzi dovrebbero essere funzionali I rinforzi dovrebbero essere adatti all età

32 Modello (Modeling) Procedura attraverso la quale ad una persona viene presentato l esempio di un determinato comportamento per indurlo ad intraprendere un azione simile Guida fisica Applicazione del contatto fisico in modo tale da indurre una persona a procedere attraverso i movimenti necessari per completare il compito desiderato

33 Suggerimenti per l intervento Presentare uno stimolo alla volta Presentare solo stimoli rilevanti Rispettare la latenza (concedere alcuni secondi per identificare lo stimolo ad altri secondi per rispondere) Presentare la richiesta in maniera indiretta (riducendo l elemento umano nella richiesta) Presentare due o più stimoli in sequenza, non simultaneamente Rispettare i tempi di attenzione: i tempi di attenzione su richiesta devono essere ridotti rispetto ai tempi di attenzione spontanea Organizzare le attività in modo che abbiano un inizio e una fine chiari Facilitare Dott.ssa Mireya i passaggi Moyano anticipandoli e visualizzandoli

34 Tollerare le attese Rispettare il turno Esprimere una scelta Rifiutare Etichettare stati emozionali Regolare le reazioni emotive Rifiutare Possedere routines sociali positive Evitare routines sociali negative Risolvere situazioni sociali complesse

35 Quando si offre alla persona con Autismo la possibilità di scegliere, si sta praticamente insegnando ad influenzare gli altri senza ricorrere a comportamenti problematici Abbinare alla richiesta un rinforzo

36 Materiale Sensoriale

37 Immaginazione e Interessi Incremento: del gioco del far finta della flessibilità: di azione, di interessi, di routine funzionali della capacità: di stare seduto, di eseguire in autonomia una sequenza di azioni, un compito Sostituzione di manierismi motori ripetitivi o ecolalici con attività funzionali in indipendenza dall adulto

38 La risorsa dei compagni come tutor Tutoraggio: è un approccio articolato, implica un organizzazione del lavoro, la definizione di un obiettivo preciso e richiede una struttura, flessibile e aperta. Efficace per insegnare abilità e creare legami comunicativi profondi e gratificanti Sottende condotte sociale attive, cioè comportamenti finalizzati a beneficiare un altra persona. quel comportamento che, senza la ricerca di ricompense esterne, favorisce altre persone, gruppi o fini sociali ed aumenta una probabilità di generare una reciprocità positiva di qualità e solidale nelle relazioni interpersonali o sociali conseguenti, salvaguardando l'identità, la creatività e l'iniziativa dei gruppi implicati. (Roche, 1991)

39 Favorire la partecipazione dell alunno con autismo nei laboratori, che permettano l esplorazione delle sue abilità. Partendo del lavoro in piccoli gruppi Migliora la reale partecipazione dell alunno alle attività all interno della scuola, attiva la scoperta e la valorizzazione delle diversità la cui finalità è Il raggiungimento di uno stato di benessere reciproco

40 Il materiale Obiettivo Modalità Rinforzo È molto più bello imparare le cose facendole che non studiando sui libri G. Signorato

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42 Attività di pittura

43 Schema per l insegnamento della frase

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