Carta comportamentale del diportista

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1 La cooperazione nel cuore del Mediterraneo Progetto Strategico Rete dei Porti turistici per la Sostenibilità Ambientale Sottoprogetto A SOSTENIBILITA AMBIENTALE E NAUTICA SOCIALE Carta comportamentale del diportista Ottobre 2011

2 Partners di Progetto PROVINCIA LIVORNO U. S. Programmazione Economica Dipartimento Ambiente Assessorato al Turismo Union des Ports de Plaisance de Corse

3 1 Introduzione FINALITÀ DELLA CARTA METODOLOGIA DESTINATARI CONTENUTI L ambiente dell alto Mediterraneo L ALTO MEDITERRANEO: CARATTERISTICHE AMBIENTALI E AREE DI SENSIBILITÀ Biocenosi di fondo La superficie del mare I grandi vertebrati marini LE AREE MARINE PROTETTE E IL SANTUARIO DEI CETACEI LA RETE NATURA ATTIVITÀ DIPORTISTICA NELL ALTO MEDITERRANEO Diportismo e salvaguardia del mare PROTEGGERE IL MARE NORME PRINCIPALI SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI DI BORDO, ANCHE IN RELAZIONE PROTEZIONE DELL AMBIENTE DA INQUINAMENTO I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DEL DIPORTISMO Bibliografia e siti web consultati Allegati

4 Realizzazione a cura di NIER Ingegneria Spa, via Altabella, Bologna Questo documento è formattato per favorirne la stampa fronte/retro. Coordinamento: Paolo G. Albano Testi e cartografie a cura di: Paolo G. Albano, Giuditta Flachi, Marco Francese 2

5 1INTRODUZIONE 1.1 Finalità della carta La presente Carta è stata prodotta nell ambito del Progetto Strategico Rete dei Porti Turistici per la sostenibilità ambientale, il cui obiettivo generale è lo sviluppo della nautica da diporto mediante la realizzazione di un sistema di governance integrato dei porti turistici dell area, volta in particolare al raggiungimento di elevati standard ambientali uniformi e di un elevata qualità dell offerta turistica nell area transfrontaliera dell Alto Mediterraneo. La carta comportamentale del diportista rientra in particolare tra le attività di comunicazione previste dal Progetto, ed è incentrata sulla formazione e l informazione ai diportisti relativamente alla Politica Ambientale e alle buone norme comportamentali per un diportismo sostenibile e a ridotto impatto ambientale. 1.2 Metodologia Per la realizzazione della Carta, è stata presa in considerazione la documentazione già sviluppata nell ambito del Progetto Mistral, con l obiettivo di attuare le indicazioni metodologiche e contenutistiche già ampiamente presenti. Tali indicazioni sono state poi integrate, dove pertinente, con modelli, buone pratiche e esperienze sviluppate a livello nazionale ed internazionale nell ambito del diportismo. Inoltre la validazione dei contenuti ha visto il coinvolgimento dei soggetti che operano nel settore e territorio di pertinenza, in modo da privilegiare gli argomenti e i temi più efficaci e coerenti nel contesto dell Alto Mediterraneo. 1.3 Destinatari Il documento è rivolto a tutti i soggetti coinvolti nell attività del diportismo, e in particolare: ai diportisti: fornendo indicazioni per minimizzare l impatto ambientale durante la navigazione turistica e nello svolgimento delle attività ad essa collegate ai porti turistici: facendo emergere i servizi che è necessario prevedere in un ottica di salvaguardia dell ambiente secondo un approccio coordinato e comune a gestori e utenti dei porti. 3

6 1.4 Contenuti La presente carta comportamentale del diportista comprende i seguenti capitoli: 2 L ambiente dell alto Mediterraneo in cui si descrivono sinteticamente il contesto ambientale, gli elementi di vulnerabilità dell area, con particolare attenzione alle zone di pregio: aree marine protette e Santuario dei Cetacei e l attività diportistica nella zona. 3 Diportismo e salvaguardia del mare in cui sono raccolti i principi e le norme generali per la tutela dell ecosistema marino a livello europeo e la descrizione degli impatti ambientali connessi con l attività del diportismo 4 Bibliografia e siti web consultati in cui si riportano le principale fonti bibliografiche e i link a siti di interesse utilizzati per la stesura dei documenti 0 Allegati: in cui si riportano la Carta del Diportista vera e propria, intesa come la raccolta dei principi e delle buone pratiche da mettere in atto per il diportismo sostenibile e il Piano di Comunicazione in cui sono riportate le attività e i mezzi per la diffusione e la comunicazione dei contenuti della Carta 5.1 le buone pratiche 5.2 il piano di comunicazione 4

7 2L AMBIENTE DELL ALTO MEDITERRANEO 2.1 L Alto Mediterraneo: caratteristiche ambientali e aree di sensibilità L area dell alto Tirreno presenta una ampia varietà e ricchezza di habitat di alto valore conservazionistico, come si evidenzia dalla concentrazione di parchi nazionali e regionali e aree marine protette presenti in questa area. Vi sono infatti 12 aree marine protette, tra cui il Santuario dei Cetacei, e 16 parchi e riserve naturali costieri. Gli elementi principali che connotano maggiormente questo territorio e sulle quali le attività di diportismo hanno un elevato impatto sono principalmente le biocenosi di fondo: il coralligeno, le praterie di Posidonia oceanica, e i mammiferi marini. Parallelamente ne risentono delle attività nautiche anche le parti superficiali del mare, quell interfaccia aria acqua, quella zona fotica, così delicata per le fondamenta della piramide trofica Biocenosi di fondo Il coralligeno è una biocenosi creata dall attività di organismi che producono strutture di carbonato di calcio ed è tipica dei fondali rocciosi del Mar Mediterraneo. Tra gli organismi costruttori di questa struttura vi sono principalmente le alghe calcaree. Tra gli animali costruttori ci sono le spugne, le madrepore, le gorgonie, i briozoi, i bivalvi e gli anellidi. Lo stratificarsi delle spoglie calcaree di questi organismi forma un agglomerato una notevole tridimensionalità, in quanto ricco di fessure e cavità, substrato ottimale per ospitare numerose altre specie di organismi vegetali ed animali. Il coralligeno riveste una considerevole importanza per la sua biodiversità. È però altrettanto vulnerabile all inquinamento (es.: scarichi industriali e civili) e alle pressioni antropiche (es.: ancoraggio, pesca). La Posidonia oceanica è una delle quattro fanerogame spontanee del Mar Mediterraneo. Le fanerogame marine, quali colonizzatrici dei fondali marini incoerenti sabbiosi e melmosi, presentano nel Mar Mediterraneo il loro massimo sviluppo. Riconosciuta come l endemismo più caratteristico del Mediterraneo, la Posidonia riveste un ruolo fondamentale nell'ecologia della fascia costiera, contribuendo fortemente al mantenimento dell'equilibrio e della ricchezza di questo ambiente. È infatti un ecosistema ad alta produttività, con un importante ruolo di ossigenazione delle acque, che ospita molte 5

8 specie nei loro stadi giovanili (contribuendo così al ripopolamento anche di altri habitat) e che fornisce numerosi altri servizi. Pochi sono gli organismi che si cibano direttamente delle foglie di Posidonia. Moltissimi sono però quelli che si nutrono degli epifiti (batteri, micro e macroflora) delle foglie e dei rizomi. Inoltre i residui disgregati sono fonte di alimento per tutti gli organismi detritivori. È inoltre un habitat ad alta biodiversità e con comparti ecologici distinti e sovrapposti. Queste semplici considerazioni mettono in evidenza la valenza ecologica di una specie, la cui salvaguardia interessa direttamente attività economiche legate al turismo e alla pesca La superficie del mare Come da Direttiva UE Habitat, tra gli habitat protetti riveste una grande importanza il comparto mare aperto e aree di marea. Queste zone sono particolarmente colpite da inquinamento di origine antropica legata anche alle attività da diporto nautico. Gli idrocarburi riversati in mare anche in piccole quantità formano una sottile pellicola superficiale che di fatto impedisce lo scambio gassoso aria acqua provocando fenomeni di impoverimento di ossigeno, soprattutto in caso di persistenza prolungata come nei porti a scarso ricambio d acqua. La pellicola superficiale, inoltre, limita o impedisce la penetrazione dell energia luminosa fattore fondamentale per la vita di alghe e organismi vegetali (diminuzione attività fotosintetica e quindi di produzione primaria), aderisce agli organismi che vivono a livello dell interfaccia aria acqua impedendone le normali funzioni vitali I grandi vertebrati marini CETACEI La elevata concentrazione di cetacei è dovuta alla grandissima quantità di sostanze nutritive che risalgono dai fondali grazie a forti correnti di risalita denominate "upwelling" che innescano catene alimentari abbondantissime e diverse, creando le condizioni più favorevoli per la loro alimentazione. Tra le principali specie vi sono: Balenottera comune (Balaenoptera physalus), lunga circa metri e di colore grigio ardesia, che si riconosce per la testa a cuneo e per il suo particolare profilo di galleggiamento Capodoglio (Physeter macrocephalus), con il suo corpo grigio scuro che può raggiungere i 18 metri di lunghezza, è caratterizzato dall avere un'enorme e squadrata testa e un caratteristico soffio piegato in avanti a sinistra Zifio (Ziphius cavirostris), animale di circa 5 7 metri, di colore variabile da grigio a caffelatte e il muso a "becco d oca" Grampo (Grampus griseus), dal caratteristico corpo ricoperto di graffi Globicefalo (Globicephala melas), lungo 6 7 metri, di color ebano, che mostra una peculiare forma della testa da cui deriva il suo nome Stenella striata (Stenella coeruleoalba) delfino lungo circa 2 m, dal corpo slanciato, di colore grigio scuro sul dorso che sfuma nel bianco del ventre, percorso da strisce scure sui fianchi Delfino comune(delphinus delphis), specie ormai rara dal dorso nero ed uno strano disegno a clessidra sui fianchi Tursiope (Tursiops truncatus), delfino esibito in acquari e delfinari I cetacei costituiscono l anello essenziale di una catena biologica la cui interruzione può avere conseguenze gravi per l ambiente. Tale rischio esiste a causa dei danni che le specie hanno subìto nel 6

9 passato e stanno tuttora subendo a causa della caccia indiscriminata e dell aumento dell inquinamento dei mari. Si tratta infatti di animali particolarmente sensibili al degrado ambientale. Anche i suoni in acqua, se emessi a potenza elevata sulla banda ultra sonora da eco scandagli, da sonar da pesca o da sonar di unità militari arrecano danno a queste specie: molti spiaggiamenti sono causati appunto dal disorientamento che questi animali subiscono per l azione di tali emissioni. TARTARUGHE Tutte le tartarughe marine sono considerate specie in estinzione e quindi protette da leggi nazionali ed internazionali. Tra le sette specie che popolano i mari solamente tre frequentano il Mar Mediterraneo: - tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), è una specie molto rara in quanto frequenta acque profonde e si nutre esclusivamente di meduse. Può raggiungere i 2 m di lunghezza ed è provvista del caratteristico carapace carenato coperto da una pelle molto spessa. - Tartaruga verde (Chelonia mydas), è una specie vegetariana che può superare il metro di lunghezza. E riconoscibile per il colore bruno verdastro del carapace - tartaruga comune (Caretta caretta), può raggiungere il metro di lunghezza ed è onnivora. Il carapace è di colore rosso marrone. Tra le principali fonti di disturbo e di pericolo ricordiamo il passaggio di imbarcazioni a motore nella vicinanza delle spiagge di nidificazione, che può portare lesioni traumatiche, spesso mortali, agli esemplari in cerca del sito idoneo per la deposizione delle uova. Spesso si ritrovano esemplari annegati dopo essere rimasti impigliati nelle reti o lenze dei pescatori o ancora esemplari morti per occlusione intestinale o lesioni causate dall ingestione di sacchetti e oggetti di plastica scambiati per meduse. SQUALI Gli squali rivestono un ruolo importante nelle catene alimentari marine, spesso agendo da predatori superiori ed aiutando a regolare l equilibrio di ecosistemi marini. La scomparsa degli squali può quindi compromettere questo equilibrio, causando modifiche imprevedibili nella diversità ed abbondanza di altre specie. Tra le specie presenti nel Mediterraneo alcune hanno subito drastiche riduzioni (anche del 99%) nella popolazione. Si ricordano: la verdesca (Prionace glauca) che comune nei nostri mari usa le zone di acqua bassa, spesso oggetto di impatto antropico, come nursery; è stata oggetto di molte campagne di tag and release ; squali smerigli, (Lamna nasus) può raggiungere i tre metri di lunghezza, forse anche i 3,50. E un nuotatore efficace e un predatore molto attivo, ha denti piccoli e appuntiti, di cui si serve per catturare un ampia varietà di prede, in particolare pesci (sgombri, sardine, merluzzi tra gli altri), calamari ma anche altri squali come gattucci e cagnesche. squali mako (Isurus oxyrinchus) Si nutre di pesce azzurro e calamari. Non di rado attacca anche pesci di grosse dimensioni. 7

10 2.2 Le aree marine protette e il Santuario dei Cetacei Di seguito si riporta l elenco dei parchi e delle Aree Marine Protette presenti in Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica. REGIONE NOME CLASSIFICAZIONE ESTENSIONE [ha] Sardegna Arcipelago della Maddalena Parco Nazionale Sardegna Asinara Parco Nazionale Sardegna Molentargiu Parco Regionale Sardegna Porto Conte Parco Regionale Sardegna Capo Carbonara Area Marina Protetta Sardegna Penisola del SInis-Isola Mal di Ventre Area Marina Protetta Sardegna Tavolara-Punta Coda Cavallo Area Marina Protetta Sardegna Capo Caccia- Isola Piana Area Marina Protetta Sardegna Isola dell Asinara Area Marina Protetta Toscana Arcipelago Toscano Parco Nazionale Toscana Migliarino San Rossore Massaciucoli Parco Regionale Toscana Secche della Meloria Area Marina Protetta Liguria Le Cinque Terre Parco Nazionale Liguria Bergeggi Riserva Naturale Regionale Liguria Beiqua Parco Regionale Liguria Porto Venere Parco Regionale 279 Liguria Portofino ParcoRegionale 1056 Liguria Cinque Terre Area Marina Protetta Liguria Isola di Bergeggi Area Marina Protetta 215 Liguria Portofino Area Marina Protetta 346 Corsica - Sardegna Parco Marino internazionale Corsica Sardegna Parco sovranazionale Corsica Bocche di Bonifacio Area Marina Protetta Corsica Bocche di Bonifacio Riserva naturale Corsica Girolata Parco Regionale Corsica Scandola Area Marina Protetta 919 Corsica Scandola Riserva naturale 650 Corsica Biguglia Riserva naturale 1450 Liguria, Toscana, Sardegna Corsica Santuario dei Cetacei Tab. 1 Elenco Parchi e Riserve naturali e Aree marine Protette nell alto Mediterraneo 8

11 2.3 La rete Natura 2000 Natura 2000 è il sistema organizzato ("rete") di aree ( siti ) destinate alla conservazione della biodiversità presente nel territorio dell'unione Europea, ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali rari e minacciati. Le aree che attualmente compongono Natura 2000 sono denominate SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale). I SIC, dopo una fase di verifica ad opera della Commissione Europea saranno trasformati in ZSC (Zone Speciali di Conservazione) mentre le ZPS, istituite per la protezione specifica degli uccelli, entrano direttamente nella Rete Natura L'individuazione dei siti è stata realizzata in Italia, per il proprio territorio, da ciascuna Regione con il coordinamento del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Di seguito vi è l elenco dei SIC marini delle regioni partner. REGIONE NOME CODICE ESTENSIONE [ha] Sardegna Stagno di Pilo e di Casaraccio ITB Sardegna Stagno e ginepreto di Platamona ITB Sardegna Monte Russu ITB Sardegna Capo Testa ITB Sardegna Arcipelago La Maddalena ITB Sardegna Capo Figari e Isola Figarolo ITB Sardegna Isole Tavolara, Molara e Molarotto ITB Sardegna Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio 9 ITB Sardegna Stagno di San Teodoro ITB Sardegna Coste e Isolette a Nord Ovest della Sardegna ITB Sardegna Isola dell'asinara ITB Sardegna Lago di Baratz - Porto Ferro ITB Sardegna Isola Rossa - Costa Paradiso ITB Sardegna Berchida e Bidderosa ITB Sardegna Palude di Osalla ITB Sardegna Golfo di Orosei ITB Sardegna Area del Monte Ferru di Tertenia ITB Sardegna Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone ITB Sardegna Lido di Orrì ITB Sardegna Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi ITB Sardegna Stagno di Corru S'Ittiri ITB Sardegna Stagno di Mistras di Oristano ITB Sardegna Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa) ITB

12 REGIONE NOME CODICE ESTENSIONE [ha] Sardegna Isola di Mal di Ventre e Catalano ITB Media Valle del Tirso e Altopiano di Sardegna Abbasanta - Rio Siddu ITB Sardegna Sassu Cirras ITB Sardegna Is Arenas ITB Sardegna Is Arenas S'Acqua e S'Ollastu ITB Sardegna Stagni di Murtas e S'Acqua Durci ITB Sardegna Foce del Flumendosa - Sa Praia ITB Sardegna Stagni di Colostrai e delle Saline ITB Sardegna Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu ITB Sardegna Costa di Cagliari ITB Sardegna Stagno di Molentargius e territori limitrofi ITB Sardegna Stagno di Cagliari, Saline di Macchiareddu, Laguna di Santa Gilla ITB Sardegna Isola Rossa e Capo Teulada ITB Sardegna Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino ITB Sardegna Isola di San Pietro ITB Sardegna Punta S'Aliga ITB Sardegna Costa di Nebida ITB Sardegna Capo Pecora ITB Sardegna Monte Arcuentu e Rio Piscinas ITB Sardegna Bruncu de Su Monte Moru - Geremeas (Mari Pintau) ITB Sardegna Da Piscinas a Riu Scivu ITB Sardegna Isola della Vacca ITB Sardegna Punta Giunchera ITB Sardegna Stagno di Piscinnì ITB Sardegna Serra is Tres Portus (Sant'Antioco) ITB Sardegna Is Pruinis ITB Sardegna Stagno di Porto Botte ITB Sardegna Porto Campana ITB Sardegna Sardegna Is Compinxius - Campo Dunale di Bugerru Portixeddu Da Is Arenas a Tonnara (Marina di Gonnesa) ITB ITB Toscana Secche della Meloria IT Toscana Scoglietto di Portoferraio IT Toscana Scarpata continentale dell'arcipelago Toscano IT Liguria Liguria Fondali di Capo Berta - Diano Marina - Capo Mimosa Fondali di Porto Maurizio San Lorenzo al Mare Torre dei Marmi IT IT Liguria Fondali di Riva Ligure Cipressa IT

13 Liguria REGIONE NOME CODICE Fondali di Arma di Taggia Punta San Martino ESTENSIONE [ha] IT Liguria Fondali di San Remo Arziglia IT Liguria Fondali di Capo Mortola San Gaetano IT Liguria Fondali di Varazze Albisola IT Liguria Fondali di Noli Bergeggi IT Liguria Fondali di Finale Ligure IT Liguria Fondali di Loano Albenga IT Liguria Fondali di Capo S.Croce Gallinara Capo Lena IT Liguria Fondali di Capo Mele Alassio IT Liguria Fondali di Arenzano - Punta Invrea IT Liguria Fondali di Boccadasse-Nervi IT Liguria Fondali di Nervi-Sori IT Liguria Fondali del Monte di Portofino IT Liguria Fondali del Golfo di Rapallo IT Liguria Fondali di Punta Sestri IT Liguria Fondali di Punta Manara IT Liguria Fondali Punta Baffe IT Liguria Fondali di Punta Moneglia IT Liguria Fondali di Punta Apicchi IT Liguria Fondali di Anzo IT Liguria Fondali di Punta Levanto IT Liguria Fondali di Punta Picetto IT Liguria Fondali di Punta Mesco - Riomaggiore IT Corsica Corsica Porto/Scandola/Revellata/Calvi/Calanches De Piana Cap rossu, Scandola, Pointe de la Reveletta, Canyon de Calvi FR FR Corsica Agriates FR Corsica Plateau du Cap Corse FR Corsica Grand herbier de la côte orientale FR Corsica Bouches de Bonifacio, Iles des Moines FR Corsica Pointe de Senetosa et prolongements FR Corsica Golfe d'ajaccio FR

14 2.4 Attività diportistica nell Alto Mediterraneo L area dell Alto Mediterraneo comprende i territori della Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica e rappresenta una zona particolarmente sensibile, sia per la vulnerabilità dell ecosistema, sia per l elevata pressione delle attività turistiche e diportistiche che risultano particolarmente intense, soprattutto nel periodo estivo. E da sottolineare, infatti, come Liguria, Sardegna e Toscana siano rispettivamente la prima, la seconda e la terza tra le regioni italiane per disponibilità dei posti barca. Dal punto di vista delle strutture portuali per il diportismo o polifunzionali al 2010 erano presenti nell area complessivamente infrastrutture, per un totale di posti barca così suddivisi: Regione Totale Infrastrutture N posti barca disponibili % posti barca sul totale nell area Liguria % Toscana % Sardegna % Corsica % Tab. 2. Infrastrutture portuali nell area dell Alto Mediterraneo La maggior parte delle infrastrutture è rappresentata da porti polifunzionali e, in misura minore, da marine private e punti di ormeggio. Una rilevanza particolare riveste la capacità dei porti di accogliere navi da diporto (lunghezza superiore a 24 m). Complessivamente tali strutture sono 101 su 194, ovvero il 52%, ad indicare una presenza consistente di queste imbarcazioni sul territorio. Regione Totale infrastrutture infrastrutture > 24 m % sul totale Liguria % Toscana % Sardegna % Corsica % Tab. 3. Infrastrutture portuali nell area dell Alto Mediterraneo capaci di accogliere navi da diporto 1 Fonte: Pagine azzurre e "OSSERVATORIO NAUTICO NAZIONALE, Rapporto sul Turismo Nautico n 2 anno 2010 ( Sono state prese in considerazione solo le infrastrutture per le quali pagine azzurre indica il numero di posti barca disponibili 12

15 Sul Rapporto sul Turismo Nautico n 2 anno 2010 dell Osservatorio Nautico Nazionale è riportata la densità di imbarcazioni in rapporto ai posti barca per le regioni italiane. Regione Numero imbarcazioni per posto barca Liguria 6,1 Toscana 2,5 Sardegna 1,8 Media ITALIA 3,8 Media FRANCIA 2,1 Tab. 4. Densità di imbarcazioni per posto barca disponibile Dai dati emerge con chiarezza che la pressione dovuta alle attività di diportismo nell area di interesse (in particolare in Liguria) è destinata ad aumentare, in quanto le strutture sono attualmente insufficienti ad assorbire i flussi consistenti di turismo nautico. Dal punto di vista della qualità delle strutture, prendendo in considerazione l indice elaborato dall Osservatorio Nautico Nazionale, sulla base dei 12 servizi censiti da Pagine Azzurre 2, e ripreso nel Report Carta dei Servizi al Diportismo sostenibile dell Alto Mediterraneo si osserva che per Liguria e Toscana la maggior parte delle infrastrutture portuali possiede più della metà dei servizi censiti, mentre per Sardegna e Corsica la situazione è sostanzialmente ribaltata. Si segnala che nessuno dei porti censiti offre tutti e 12 i servizi. Regione Strutture con più della metà dei servizi sui 12 censiti Liguria 59% Toscana 56% Sardegna 42% Corsica 40% Tab. 5. Presenza di servizi nei porti 2 I servizi presi in considerazione dall Osservatorio Nautico Nazionale sono: Carburante, acqua, energia elettrica, scivolo, scalo d alaggio, gru, travel lift, servizi igienici, servizi antincendio, servizio meteo, riparazione motori, riparazioni elettriche 13

16 3DIPORTISMO E SALVAGUARDIA DEL MARE 3.1 Proteggere il mare L ambiente marino comprende le acque del mare (superficiali e non), il fondo marino ed il sottosuolo corrispondente nonché tutte le forme sia di natura biologica (pesci e flora) che di natura fisica. Particolare rilevanza rivestono le acque costiere. Se da un lato sono quelle maggiormente soggette al degrado causato da inquinanti provenienti da industrie, dall agricoltura, da centri abitati oltre che dal traffico marittimo, dall altro sono le più interessanti per le attività umane, quali pesca, balneazione e diporto nautico. Le misure di protezione del mare previste a livello istituzionale, discendono dalla strategie per l ambiente marino elaborate dalla Unione Europea nella Direttiva 2008/56,con la finalità di: a) proteggere e preservare l ambiente marino, prevenirne il degrado, laddove possibile, ripristinare gli ecosistemi marini nelle zone in cui abbiano subito danni; b) prevenire e ridurre gli apporti nell ambiente marino, nell ottica di eliminare progressivamente l inquinamento, per garantire che non vi siano impatti o rischi significativi per la biodiversità marina, gli ecosistemi marini, la salute umana o gli usi legittimi del mare. La Direttiva europea 2008/56/CE, che istituisce un quadro per l azione comunitaria nel campo della politica per l ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l ambiente marino) stabilisce dei principi comuni sulla base dei quali gli Stati membri devono elaborare le proprie strategie, in collaborazione con gli altri Stati, per il raggiungimento di un buono stato ecologico nelle acque marine di cui sono responsabili entro il Le acque marine europee si dividono in quattro regioni: il Mar Baltico, l Atlantico nordorientale, il Mar Mediterraneo e il Mar Nero Per buono stato ecologico si intende il rispetto dei seguenti parametri: 14

17 BUONO STATO ECOLOGICO DELLE ACQUE 1. La biodiversità e' mantenuta. La qualità e la presenza di habitat nonché la distribuzione e l'abbondanza delle specie sono in linea con le prevalenti condizioni fisiografiche, geografiche e climatiche. 2. Le specie non indigene introdotte dalle attività umane restano a livelli che non alterano negativamente gli ecosistemi. 3. Le popolazioni di tutti i pesci e molluschi sfruttati a fini commerciali restano entro limiti biologicamente sicuri, presentando una composizione per età e dimensioni della popolazione indicativa della buona salute dello stock. 4. Tutti gli elementi della rete trofica marina, nella misura in cui siano noti, sono presenti con normale abbondanza e diversità, e con livelli in grado di assicurare l'abbondanza a lungo termine delle specie e la conservazione della loro piena capacità riproduttiva. 5. E' ridotta al minimo l'eutrofizzazione di origine umana, in particolare i suoi effetti negativi, come perdite di biodiversità, degrado dell'ecosistema, proliferazione dannosa di alghe e carenza di ossigeno nelle acque di fondo. 6. L'integrità del fondale marino e' ad un livello tale da garantire che le strutture e le funzioni degli ecosistemi siano salvaguardate e gli ecosistemi bentonici, in particolare, non subiscano danni. 7. La modifica permanente delle condizioni idrografiche non influisce negativamente sugli ecosistemi marini. 8. Le concentrazioni dei contaminanti presentano livelli che non danno origine a effetti inquinanti. 9. I contaminanti presenti nei pesci e in altri frutti di mare destinati al consumo umano non eccedono i livelli stabiliti dalla legislazione comunitaria o da altre norme pertinenti. 10. Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all'ambiente costiero e marino. 11. L'introduzione di energia, comprese le fonti sonore sottomarine, e' a livelli che non hanno effetti negativi sull'ambiente marino. La Direttiva individua anche le pressioni e gli impatti ambientali che compromettono la salute del mare: TIPOLOGIA Perdita fisica Danni fisici PRESSIONI E IMPATTI Soffocamento (ad esempio con strutture antropiche o attraverso lo smaltimento di materiali di dragaggio) Sigillatura (ad esempio con costruzioni permanenti) Cambiamenti dell interramento (ad esempio scarichi, aumento del dilavamento, dragaggio/smaltimento di materiali di dragaggio) Abrasione (ad esempio impatto sul fondo marino causato da pesca commerciale, navigazione, attracco) Estrazione selettiva (ad esempio esplorazione e sfruttamento delle risorse 15

18 Altre perturbazioni fisiche Interferenze con processi idrologici Contaminazione da sostanze pericolose Emissione sistematica e/o intenzionale di sostanze Arricchimento di nutrienti e sostanze organiche biologiche e non, sul fondo marino e sottosuolo) Rumore sottomarino (ad esempio causato da trasporti marittimi, attrezzatura acustica sottomarina) Rifiuti marini Cambiamenti importanti del regime termico (ad esempio scarichi delle centrali elettriche) Cambiamenti importanti del regime di salinità (ad esempio costruzioni che ostacolano la circolazione dell acqua, estrazione di acqua) Introduzione di composti sintetici (ad esempio sostanze prioritarie di cui alla direttiva 2000/60/CE che hanno pertinenza con l ambiente marino, come pesticidi, agenti antivegetativi, prodotti farmaceutici, provenienti ad esempio da perdite da fonti diffuse, inquinamento provocato da navi, deposizione atmosferica e sostanze biologicamente attive) Introduzione di sostanze e composti non sintetici (ad esempio metalli pesanti, idrocarburi, provenienti ad esempio da inquinamento provocato da navi nonché da esplorazione e sfruttamento di giacimenti di petrolio, gas e minerali, deposizione atmosferica, apporti fluviali) Introduzione di radionuclidi Introduzione di altre sostanze, siano esse solide, liquide o gassose, nelle acque marine, derivante dalla loro emissione sistematica e/o intenzionale nell ambiente marino, consentita in conformità di altra legislazione comunitaria e/o di convenzioni internazionali. Apporti di fertilizzanti e altre sostanze ricche di azoto e fosforo (ad esempio provenienti da fonti puntuali e diffuse anche di origine agricola, acquacoltura, deposizione atmosferica) Apporti di materiale organico (ad esempio fognature, maricoltura, apporti fluviali) Perturbazioni biologiche Introduzione di patogeni microbici Introduzione di specie non indigene e traslocazioni Estrazione selettiva di specie comprese le catture accidentali non bersaglio (ad esempio attività di pesca a scopi commerciali e ricreativi) Per raggiungere il buono stato ecologico dei mari di cui sono responsabili,gli Stati membri dovranno elaborare i seguenti strumenti: 1. VALUTAZIONE INIZIALE dello stato ecologico attuale delle acque considerate e dell impatto ambientale esercitato dalle attività umane su tali acque 2. TRAGUARDI AMBIENTALI con i corrispondenti indicatori per le loro acque marine in modo da orientare gli sforzi verso il conseguimento di un buono stato ecologico dell ambiente marino 3. PROGRAMMI DI MONITORAGGIO coordinati per la valutazione continua dello stato ecologico delle loro acque marine, in funzione degli traguardi ambientali 4. PROGRAMMI DI MISURE al fine di conseguire o mantenere nelle loro acque marine un buono stato ecologico L attuazione completa di queste misure è prevista per il

19 3.2 Norme principali sulla gestione dei rifiuti di bordo, anche in relazione protezione dell ambiente da inquinamento D.LGS 182 DEL recepisce la direttiva europea CE 59/2000 Il presente decreto ha l'obiettivo di ridurre gli scarichi in mare, in particolare quelli illeciti, dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che utilizzano porti situati nel territorio dello Stato, nonché di migliorare la disponibilità e l'utilizzo degli impianti portuali di raccolta per i suddetti rifiuti e residui. Il presente decreto si applica: a) alle navi, compresi i pescherecci e le imbarcazioni da diporto, a prescindere dalla loro bandiera, che fanno scalo o che operano in un porto dello Stato, ad esclusione delle navi militari da guerra ed ausiliarie o di altre navi possedute o gestite dallo Stato, se impiegate solo per servizi statali a fini non commerciali; b) ai porti dello Stato ove fanno scalo le navi di cui alla lettera a). Rifiuti prodotti dalla nave Tutti i rifiuti comprese le acque nere e i residui diversi da quelli di carico, comprese le acque di sentina, prodotti a bordo di una nave e che rientrano nell ambito dell applicazione degli allegati I (prevenzione dell inquinamento da idrocarburi: morchie, acque di sentina, fanghi), IV (prevenzione dall inquinamento dai liquami o acque nere), V (prevenzione dell inquinamento provocato dai rifiuti delle navi: rifiuti solidi: alimenti, plastica, vetro, carta, ecc) della convenzione Marpol 73/78 La norma generale del decreto prevede l obbligo di conferirli ad appositi impianti portuali di raccolta (strutture fisse, galleggianti o mobili all interno del porto. Tale disciplina porta ad una ovvia differenziazione di trattamento tra le unità da diporto (imbarcazioni da diporto e pescherecci) rispetto alle navi mercantili, in particolare per il regime tariffario e per le sanzioni ( contro 3.000/ ) Distinzione Vecchie unità da diporto: potranno essere installati sistemi di ritenzione/stoccaggio delle acque di sentina e delle acque nere (vedi accorgimenti per non inquinare 2002 e una nuova normativa sugli scarichi delle barche di Franco Bechini) Nuove unità: esiste l obbligo di costruirle già predisposte per la prevenzione degli scarichi dei rifiuti secondo la direttiva CE 94/25, direttiva 2003/44 CE e Codice per la Nautica da Diporto dove tale conformità è requisito essenziale ai fini dell immissione in commercio. La prevenzione dello scarico è assicurata in questo caso dalla presenza di opportuni impianti che permettano di trasferire a terra i rifiuti prodotti (allegato II, regola 5.8 del Codice da diporto). Per le sostanze inquinanti (acque di sentina) e per le acque nere l unita dovrebbe essere dotata di serbatoi permanenti o di dispositivi per evitare gli scarichi in mare anche accidentali provvisti di connessione di scarico standard per lo scarico a mezzo manichetta, e 17

20 un sistema di valvole per consentire una chiusura a tenuta stagna dei tubi destinati all'evacuazione dei rifiuti umani. Obiettivo del decreto è provvedere all installazione su tutto il territorio nazionale sistemi adeguati dove le unità da diporto possano conferire i loro rifiuti di bordo. NB Le unità da diporto esistenti e le unità da diporto nuove omologate per il trasporto di meno di 15 persone, dotate di servizi igienici, possono effettuare l'immissione in mare delle acque di scarico non trattate oltre il limite delle 3 miglia dalla costa. A condizione che l'unità sia in navigazione con rotta fissa e alla massima velocità consentita, ma non inferiore ai 4 nodi. Le unità da diporto nuove omologate per il trasporto di oltre 15 persone, possono effettuare l'immissione in mare delle acque di scarico trattate oltre il limite di 3 miglia dalla costa, e delle acque di scarico non trattate oltre il limite di 12, sempre a condizione che l'unità sia in navigazione con rotta fissa e a una velocità non inferiore ai 4 nodi». Le unità omologate al trasporto di più di 12 persone hanno l obbligo di notifica dei rifiuti prodotti (rifiuti derivanti dalle attività di bordo, compresi i rifiuti alimentari provenienti da Paesi extra UE; oli esauriti e residui oleosi; rifiuti speciali pericolosi e non; acque nere) e sono tenute a conferire i rifiuti notificati prima di lasciare il porto salva autorizzazione per il loro mantenimento a bordo. Nel caso in cui dette unità stazionino in un approdo la notifica deve avvenire obbligatoriamente con cadenza mensile. D.Lgs 152/2006: si applica alle navi, ai pescherecci e alle imbarcazioni da diporto D.Lgs del 5 febbraio 1997 n.22 Il cosiddetto decreto Ronchi sui rifiuti Tale normativa, che si pone come legge quadro della materia, disciplina la gestione dei rifiuti quale funzione di pubblico interesse ai fini della salvaguardia dell ambiente e della salute pubblica. Per quel che riguarda l ambiente marino tale normativa vieta espressamente di abbandonare o depositare in modo incontrollato i rifiuti sul suolo e nel suolo nonché l immissione di rifiuti nelle acque superficiali e sotterranee. Codice Penale Articolo 733. Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale. Chiunque distrugge, deteriora o comunque danneggia un monumento o un altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito, se dal fatto deriva un nocumento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale, con l arresto fino a un anno o con l ammenda non inferiore a lire quattro milioni Articolo 734. Distruzione o deturpamento di bellezze naturali. Chiunque, mediante ostruzioni, demolizioni, o in qualsiasi altro modo, distrugge o altera le bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell Autorità, è punito con l ammenda da lire due milioni a dodici milioni Legge 6/12/1991 n. 394: legge quadro sulle aree marine protette 18

21 3.3 I principali impatti ambientali del diportismo La portualità turistica riproduce, fortunatamente su scala minore, i potenziali impatti di quella commerciale: le acque di sentina e i piccoli sversamenti di carburante, l uso delle vernici e di altre sostanze impiegate nel trattamento degli scafi, i liquami cloacali (laddove i servizi non siano assicurati) producono un inquinamento chimico e fisico batteriologico che insiste su specchi acquei a scarso ricambio idrico e su fondali soggetti a periodici dragaggi. I principali rischi ambientali per le acque costiere interessate dalle attività di diportismo sono 3 : Rischio di Distrofia: stato di alterazione dell ambiente marino causato da eccessivi accumuli di sostanza organica che porta a situazioni di ipossia/anossia dell acqua e del sedimento, allo sviluppo di cattivi odori legati alla liberazione di solfuri, a morie di organismi bentonici ed, in casi estremi, di pesci; Rischio Chimico: legato all accumulo nelle acque e nei sedimenti di sostanze di origine antropica quali metalli, idrocarburi, PCB, ecc... che possono provocare danni sia sui singoli organismi marini che su tutto l ecosistema; Rischio Igienico Sanitario: legato alla presenza di microorganismi potenzialmente patogeni per l uomo, in grado di fungere da vettori di infezione, rivestendo quindi interesse per la tutela della salute pubblica. Le tre categorie di rischio possono essere relazionate ad alcuni fattori causali tipici dell ambiente portuale. Qui di seguito vengono riportate alcuni dei più significativi: RISCHIO FATTORE DI IMPATTO Elevate immissioni e produzioni di sostanza organica nella colonna d acqua/sedimento Stratificazione termica del corpo idrico Scarso rinnovo delle acque Rischio di Distrofia Presenza di immissioni fluviali Pressioni antropiche (scarichi di origine fognaria, acquacoltura, n di imbarcazioni, ecc...) Scarichi industriali Attività cantieristiche Stazioni di rifornimento di carburante Acque di dilavamento di piazzali e banchine Rischio Chimico Acque di percolazione di terreni agricoli Emissione diffusa e/o accidentale da natanti (vernici, oli e combustibili) Grado di attività del porticciolo (n di imbarcazioni, ecc...) Scarichi di origine fognaria Acque di percolazione da allevamenti Rischio Igienico Sanitario Acquacoltura Grado di attività del porticciolo (scarichi 3 Fonte: Progetto LIFE PHAROS ( 19

22 RISCHIO FATTORE DI IMPATTO accidentali, ecc...) Il diportista ha la responsabilità pertanto di ridurre il proprio impatto ambientale che viene esercitato sia in ambito portuale, sia durante la navigazione. Prendendo in considerazione le pressioni e gli impatti ambientali sulle acque marine definite dalla Direttiva europea 2008/56/CE, quelli esercitati in particolare dalle attività del turismo nautico sono i seguenti: TIPOLOGIA PRESSIONI E IMPATTI ATTIVITA CRITICA Danni fisici Abrasione, impatti sul fondo marino Ancoraggio: questa operazione impatta pesantemente sulle biocenosi di fondo, attraverso gli urti e il trascinamento sul fondale (danneggiamento del coralligeno e dei letti di maerl) e lo strappo della vegetazione durante il recupero (danni a posidonia). Altre perturbazioni fisiche Altre perturbazioni fisiche Contaminazione da sostanze pericolose Arricchimento di nutrienti e sostanze organiche Perturbazioni biologiche Rumore sottomarino Rifiuti marini inquinamento provocato da navi Apporti di nutrienti e di materiale organico Introduzione di patogeni microbici Estrazione selettiva di specie Emissioni sonore : motori rumorosi e tenuti ad alto numero di giri recano disturbo non solo alle persone, ma anche alla fauna acquatica. I suoni in acqua, se emessi a potenza elevata sulla banda ultra sonora da eco scandagli, da sonar da pesca o da sonar di unità militari arrecano danno ai cetacei, in quanto li confondono: molti spiaggiamenti sono causati appunto dal disorientamento che questi animali subiscono per l azione di tali emissioni. Rilascio rifiuti solidi:i rifiuti solidi non biodegradabili (carta, plastica, metallo, ecc.) provocano gravi danni agli ecosistemi marini e alle spiagge dove in genere vengono trasportati dalle correnti. E pertanto vietato il loro smaltimento e quello di batterie (che contengono piombo e acidi pericolosi), razzi e altri rifiuti pericolosi in mare. Questi rifiuti vanno conservati e smaltiti in porto. Scarichi intenzionali o accidentali di liquidi pericolosi (oli, carburanti, ecc):lo sversamento di queste sostanze in mare è responsabile di danni a volte permanenti su tutto l ecosistema, acqua, aria, fauna e flora, con ripercussioni su tutta la catena alimentare. Scarichi in mare dei servizi igienici e di sentina Lo scarico di questi reflui sotto costa provoca la formazione di schiume a causa dei tensioattivi anche in piccole quantità, oltre all inquinamento biologico delle acque balneabili. Pesca sportiva: può determinare danni gravi sia per disturbo dei fondali, sia a causa di catture accidentali e non di specie protette o rare 20

23 4BIBLIOGRAFIA E SITI WEB CONSULTATI BIBLIOGRAFIA Osservatorio Nautico Nazionale, Rapporto sul Turismo Nautico n 2 anno 2010 Lega Navale Italiana, Ambiente marino e diporto Sostenibile SITI WEB

24 ALLEGATI Allegato 1 Carta dei comportamenti del diportista (in italiano e francese) Allegato 2 Il Piano di Comunicazione (in italiano e francese) 22

25 La cooperazione nel cuore del Mediterraneo Progetto Strategico Rete dei Porti turisticii per la Sostenibilità Ambientale Sottoprogettoo A SOSTENIBILITA AMBIENTALE E NAUTICAA SOCIALE Carta comportamentalee del diportista Allegato 1 Carta dei comportamenti del diportista Ottobre 20111

26 Partners di Progetto PROVINCIA LIVORNO U. S. Programmazione Economica Dipartimento Ambiente Assessorato al Turismo Union des Ports de Plaisance de Corse

27 PREMESSA L ambiente è un bene comune, un capitale che genera benessere ed economia, un tesoro dal valore economico elevatissimo che se viene gestito male e sprecato non si recupera più. Acque pulite, coste non degradate, animali e vegetali che popolano il mare, non sono un dono inalterabile che si mantiene così per destino o per fortuna, ma il frutto dell impegno civile di tutti. Ecco perché tutelare il nostro benessere va di pari passo con l attenzione per l ambiente che ci accoglie. Nel leggere questo elenco di buone pratiche e nel decidere di adottarle come regole di comportamento, sarà possibile ritrovare spunti per una crescita consapevole verso un tipo nuovo di donne e uomini di mare, un affascinante diportista sostenibile. Le buone pratiche del diportista sostenibile, in questa Carta Comportamentale, sono divise per momenti, ovvero quell insieme di azioni della vita di una persona appassionata di mare e navigazione. Le buone pratiche sono riportate su sfondo verde chiaro e vengono anche riassunte in uno slogan ed in un concetto sintetico. Le possibili conseguenze nel non seguire le buone pratiche sono invece evidenziate da uno sfondo arancione chiaro. Gli approfondimenti relativi alle buone pratiche o alle conseguenze che ne possono derivare sono riportate in riquadri dallo sfondo grigio chiaro. Le cose che può fare un Club o Circolo Nautico od un Marina commerciale per favorire questi comportamenti virtuosi sono infine riportate in modo sintetico su sfondo azzurro chiaro. 1

28 SCELTA DELL IMBARCAZIONE Che la tua barca sia nuova o usata, fai che in ambiente sia delicata. Un impronta ecologica leggera per una imbarcazione moderna che può frequentare il Tirreno ed il resto del Mar Mediterraneo a basso impatto. - Scegliere cantieri che rispettano in modo rigoroso la normativa internazionale e che sono in grado di fornire dati tecnici sulle prestazioni della barca in funzione del suo uso e il grado di benessere a bordo oltre agli aspetti estetici e alla velocità. - Scegliere predisposizioni per future soluzioni ecocompatibili (per accumulatori di energia da fonti rinnovabili, per comunicazioni integrate via web, per nuove soluzioni di carburante o di propulsione etc.). - Valutare tutta la gestione di vita della barca dalla sua produzione alla demolizione, dando preferenza ai cantieri che utilizzano prodotti eco compatibili o a basso impatto ambientale. - Verificare la presenza del serbatoio integrato per la raccolta delle acque nere o la possibilità di eseguire la sua installazione a posteriori. Requisito essenziale per ottenere il Bollino Blu per l accesso alle AMP. È possibile anche prevedere l installazione di piccoli sistemi di trattamento chimico di rifiuti biologici o di acque reflue. - Verificare l efficienza e le prestazioni del motore nonché il piano per la sua manutenzione al fine di limitare le emissioni di gas dannosi (NO x, CO), idrocarburi (gasolio, benzina) e polveri sottili. - Scegliere impianti eolici o fotovoltaici, già installati o già con la predisposizione all installazione, quali fonti di energia alternativa anche solo complementare per gli accumulatori a bordo. - Non scegliere una barca innovativa o trasformare la propria con piccoli accorgimenti, non porta conseguenze, è solo un occasione perduta nel dare il proprio contributo a cambiare le cose. Ed il Circolo Nautico o l approdo turistico che può fare? - Fornire una descrizione dettagliata dei cantieri e dei materiali utilizzati per la costruzione delle nuove imbarcazioni ecologiche. - Fornire un elenco di case costruttrici motori verdi. - Dare informazioni sulle case produttrici di serbatoi per la raccolta delle acque nere 2

29 IN BANCHINA E PRIMA DI PARTIRE In approdo come in mare, buone pratiche devi adottare. La vita al molo di un Marina o di un porto è comunque un ambito in cui mantenere un comportamento virtuoso, da persona consapevole e rispettosa dell ambiente e degli altri. - Utilizzare i servizi igienici di terra evitando comunque gli sprechi di acqua e prediligendo l'uso di detergenti biodegradabili. Si contribuisce così a non aumentare il carico organico in zone a scarso ricambio d acqua. - Scaricare i serbatoi per la raccolta delle acque nere mediante gli appositi sistemi di pompaggio. Verificare sempre la presenza di attrezzature specifiche negli approdi. - Evitare lo spreco di energia elettrica e di acqua dolce per la pulizia dell'imbarcazione (ad es. non usando a lungo l aspirapolvere o altre macchine pulitrici, installando sistemi di acqua stop sulla manica dell acqua). - Utilizzare possibilmente detergenti bio per acqua salata nel lavaggio dell imbarcazione, risciacquando solo in finale con acqua dolce. - Evitare, se non strettamente necessario, l accensione del motore e del generatore elettrico per ridurre l'inquinamento acustico nel rispetto altrui e della fauna marina. - Rispettare gli orari di approvvigionamento elettrico (ricorda che le isole sono spesso dotate di generatore a combustibile). - Fare molta attenzione nei collegamenti alle colonnine di energia elettrica ed approfittare del collegamento alla tensione a terra per ricaricare tutte le strumentazioni elettroniche. - Nonostante il collegamento a terra, ridurre l'inquinamento luminoso (ad es. i faretti subacquei sono proprio necessari?) - Fare cambusa prediligendo prodotti alimentari privi di imballaggio, evitando l'acquisto di stoviglie usa e getta e prediligendo detergenti biodegradabili o specifici per l'impiego con acqua marina. - Se si vuole mangiare pesce, acquistare quello locale e non acquistare specie protette (datteri, pinna nobile, etc ). - Se possibile, far ghiacciare i panetti refrigeranti per conservare frutta e verdura per qualche giorno in una borsa frigo, senza riempire il frigorifero. - Non esagerare nel rifornimento di acqua in bottiglia: se i serbatoi dell imbarcazione sono a posto e usi cautela, l acqua resta potabile e sicuramente sempre buona per bollire o fare caffè e the. - Mentre si riempiono i serbatoi dell acqua fare attenzione a non inquinarli con residui sul ponte o a causa di tubi di gomma sporchi; è buona norma avere un proprio terminale da infilare nel bocchettone, magari anche con una cartuccia di filtro come quelle domestiche. 3

30 - Fare scorta d acqua in modo proporzionato alle riserve a terra (ricorda che le isole spesso hanno cisterne e non fiumi o falde) e quindi programmare la quantità consumabile nei giorni successivi a seconda della rotta e delle destinazioni pianificate. - L eccessiva concentrazione di sostanza organica in aree ristrette e con scarso ricambio d acqua provoca fenomeni di eutrofizzazione con incrementi nella crescita di alghe e piante acquatiche, impoverimento progressivo delle risorse ittiche e una generale degradazione della qualità dell acqua che ne riducono e precludono l uso. Gli effetti principali che si verificano sono: peggioramento della qualità delle acque con fenomeni di intorbidamento del fondo, di perdita di trasparenza generale e di colorazione delle acque (dal rosso al verde) produzione di cattivi odori morie di pesci e della fauna bentonica estrema semplificazione delle comunità (diminuzione della biodiversità) impossibilità di utilizzo dell acqua per uso potabile danni alle attività economiche, soprattutto turistiche (limitazioni alla balneazione) - Lo scarico diretto in mare delle acque nere può portare ad un inquinamento di tipo microbiologico con proliferazione e diffusione di agenti patogeni con conseguente rischio igienico sanitario. - La produzione di energia elettrica con generatore, oltre a consumare una risorsa non rinnovabile, produce anche un inquinamento in aria e aumenta la concentrazione di CO 2. Lo stesso vale, per i motori delle imbarcazioni, in modo proporzionato alla loro dimensione. - Rumore e vibrazioni (causati dal motore o da apparati radio) in acqua si propagano molto più velocemente che in aria creando un inquinamento di tipo acustico anche a grandi distanze dalla fonte. Le principali conseguenze sono riscontrabili nell allontanamento della fauna acquatica. - Le riserve di cibo non adatte alla vita in barca, possono generare molti rifiuti, in particolare contenitori in plastica, e rischiano di essere sprecate se mal conservate durante la lontananza da terra. - L acqua è un bene prezioso ed il suo spreco costringe uno sforzo energetico sproporzionato per ripristinare le riserve in luoghi dove non ce n è e deve essere raccolta o trasportata. Ed il Circolo Nautico o l approdo turistico che può fare? - Dare a disposizione dei Soci e degli Ospiti servizi igienici efficienti e puliti. - Creare apposite zone di lavaggio stoviglie/bucato (tipo campeggio). - Predisporre servizi di mobilità sostenibile (bici/motorini/auto elettriche). 4

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