PREVENIRE LE CADUTE DALL ALTO

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1 PREVENIRE LE CADUTE DALL ALTO Gemona del Friuli, 23 maggio 2012 Dott.ssa Francesca Piva Tecnico della Prevenzione A.S.S. n. 3 Alto Friuli

2 CLASSIFICAZIONE COPERTURE

3 CLASSIFICAZIONE COPERTURE TIPOLOGIA Fortemente inclinata ] ] Inclinata Orizzontale Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

4 CLASSIFICAZIONE COPERTURE TIPOLOGIA PROTETTA: copertura munita di uno o più sistemi di protezione oggettiva posti lungo il perimetro. PERCORRIBILE: copertura che, per caratteristiche proprie, consente la pedonalizzazione sicura.

5 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA INTERNO ESTERNO

6 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA ACCESSO INTERNO ABBAINO L accesso dev essere dimensionato in modo da garantire un agevole passaggio del lavoratore e delle attrezzature. LUCERNARIO

7 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA ACCESSO ESTERNO PONTEGGIO SCALA TRABATTELLO PIATTAFORMA DI LAVORO ELEVABILE (P.L.E.) Art. 111 del D.Lgs. 81/2008 Scelta del sistema di accesso più idoneo in base a: -frequenza di circolazione; -dislivello; -durata d impiego; -evacuazione in caso di pericolo; -passaggio da sistema di accesso in quota a piano di lavoro senza ulteriori rischi di caduta.

8 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA ACCESSO ESTERNO PONTEGGIO Art. 125, comma 4 D. Lgs. 81/2008: dalla parte interna dei montanti devono essere applicati correnti e tavola fermapiede a protezione esclusivamente dei lavoratori che operano sull ultimo impalcato. Ponteggio valido come protezione dei lavoratori che operano su una copertura inclinata solo se corredato da apposito calcolo di ingegnere o architetto abilitato. Fonte: Circolare n. 29 del 27/08/2010

9 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA ACCESSO ESTERNO

10 MODALITÀ DI ACCESSO IN QUOTA ACCESSO ESTERNO PIATTAFORME DI LAVORO ELEVABILI (P.L.E.) attrezzatura destinata a spostare persone in posizioni di lavoro in quota, dalle quali i lavoratori svolgono mansioni esclusivamente dalla piattaforma stessa Fonte: norma UNI EN 280

11 LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO TIPOLOGIA DI COPERTURA: 1. orizzontale o inclinata? 2. protetta o non protetta? 3. percorribile o non percorribile?

12 LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO COPERTURA PROTETTA E PERCORRIBILE - prevedere un idoneo sistema di accesso in quota; - prevedere un idoneo sistema di sollevamento/discesa dei materiali in quota; - inizio lavori.

13 LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO COPERTURA PROTETTA MA NON PERCORRIBILE 1. caduta verso l interno dell edificio per sfondamento della copertura non portante; 2. caduta verso l interno dell edificio attraverso aperture non protette; 3. caduta verso l interno dell edificio attraverso lucernari non portanti.

14 COPERTURA PROTETTA MA NON PERCORRIBILE Caduta verso l interno dell edificio per sfondamento della copertura non portante: SOTTOPONTE DI SICUREZZA - assicura una distanza inferiore ai 2 metri tra il piano di lavoro (copertura) e il piano del soppalco; - utile per lavori di lunga durata; - idoneo qualora siano presenti strutture o impianti sottostanti amovibili.

15 COPERTURA PROTETTA MA NON PERCORRIBILE Caduta verso l interno dell edificio per sfondamento della copertura non portante: RETE DI SICUREZZA Vantaggiose per lavori con evoluzione veloce che possono essere eseguiti a lotti. -dev essere installata quanto più vicino possibile al piano di lavoro; -lo spazio sotto la rete dev essere libero da ostacoli, considerato la deformazione della stessa in caso di caduta dell operatore; -devono essere presenti idonei punti di ancoraggio perimetrali in funzione di quanto previsto dal fabbricante. Fonte: UNI EN Reti di sicurezza Requisiti di sicurezza, metodi di prova

16 COPERTURA PROTETTA MA NON PERCORRIBILE Caduta verso l interno dell edificio per sfondamento della copertura non portante Art. 148, comma 2 del D. Lgs. 81/2008 Nel caso in cui sia dubbia tale resistenza (quella della copertura n.d.r), devono essere adottati i necessari apprestamenti atti a garantire la incolumità delle persone addette, disponendo, a seconda dei casi, tavole sopra le orditure, sottopalchi (omissis).

17 COPERTURA PROTETTA MA NON PERCORRIBILE Caduta verso l interno dell edificio attraverso aperture non protette o attraverso lucernari non portanti ASSITI DI CHIUSURA DEI LUCERNARI E/O DELLE APERTURE PARAPETTI SUL PERIMETRO DELLE APERTURE

18 COPERTURA PERCORRIBILE MA NON PROTETTA Parapetti o impalcature con parapetto lungo tutti i lati verso il vuoto. -valutazione della struttura architettonica complessiva del fabbricato; -valutazione dei rischi durante la realizzazione dell opera provvisionale; -verifica dell eventuale interferenza dei parapetti o dei ponteggi con altri elementi; -definizione di procedure che indichino le modalità di realizzazione dell opera provvisionale e lo standard di qualità da garantire; -definizione delle conoscenze tecniche, formazione e addestramento necessari al personale addetto all installazione delle opere provvisionali.

19 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI 1. INCLINAZIONE COPERTURA 2. ALTEZZA DI CADUTA

20 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI CLASSE A: fornisce resistenza solo ai carichi statici. -sostiene il lavoratore che si appoggia alla protezione; -fornisce una presa quando il lavoratore vi cammina a fianco; -trattiene il lavoratore che cammina o cade in direzione della protezione. CLASSE B: fornisce resistenza a forze dinamiche basse. -sostiene il lavoratore che si appoggia alla protezione; -fornisce una presa quando il lavoratore vi cammina a fianco; -trattiene il lavoratore che cammina o cade in direzione della protezione; -trattiene la caduta del lavoratore che scivola da una superficie inclinata. CLASSE C: fornisce resistenza a forze dinamiche elevate. -trattiene la caduta del lavoratore che scivola da una superficie fortemente inclinata. Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

21 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI CLASSE A pendenza copertura α < 10 SPECIFICHE l inclinazione parapetto non deve scostarsi dalla verticale di più di millimetri x Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

22 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI CLASSE B pendenza copertura 10 < α < 30 pendenza copertura 10 < α < 60 altezza di caduta < 2 metri Distanza verticale fra il punto in cui il lavoratore sta in piedi e il punto più basso della protezione prevista per arrestare la caduta. Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

23 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI SPECIFICHE CLASSE B pendenza copertura 10 < α < 30 pendenza copertura 10 < α < 60 altezza di caduta < 2 metri -l inclinazione parapetto non deve scostarsi dalla verticale di più di 15 ; -tutte le aperture devono avere dimensioni massime di 25 centimetri. Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

24 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI CLASSE C pendenza copertura 30 < α < 45 pendenza copertura 45 < α < 60 altezza di caduta < 5 metri SPECIFICHE -l inclinazione del parapetto deve essere compresa tra la verticale e la perpendicolare alla superficie Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

25 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI CLASSE C pendenza copertura 30 < α < 45 pendenza copertura 45 < α < 60 altezza di caduta < 5 metri SPECIFICHE -l inclinazione del parapetto deve essere compresa tra la verticale e la perpendicolare alla superficie; -tutte le aperture devono avere dimensioni massime di 10 centimetri. Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

26 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI PENDENZA E ALTEZZA DI CADUTA α < 10 CLASSE PARAPETTO PROVVISORIO A 10 < α < 30 B 10 < α < 60 e altezza di caduta < 2m B 30 < α < 45 C 45 < α < 60 e altezza di caduta < 5m C Fonte: Norma Europea UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

27 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI I DPC non possono essere marcati CE, in quanto per essi non esiste alcuna direttiva alla quale devono rispondere per poter liberamente circolare nel mercato europeo. Ad essi è applicabile il D. Lgs. 06/09/2005 n. 206 (Codice del consumo).

28 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI D. Lgs. 06/09/2005 n. 206 Parte IV Titolo I Sicurezza dei prodotti Obbligo del fabbricante di immettere sul mercato solo prodotti sicuri. Prodotto sicuro: in condizioni d uso normali o ragionevolmente prevedibili non presenti alcun rischio, oppure presenti unicamente rischi minimi, compatibili con l impiego del prodotto e considerati accettabili nell osservanza di un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza delle persone.

29 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI D. Lgs. 06/09/2005 n. 206 Articolo 105 In mancanza di specifiche disposizioni comunitarie che disciplinano gli aspetti di sicurezza, un prodotto si presume sicuro quando è conforme alla legislazione vigente nello stato membro in cui il prodotto stesso è commercializzato (D. Lgs. 81/2008). UNI EN Sistemi temporanei di protezione dei bordi

30 MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA PARAPETTI PROVVISORI E se α > 60 oppure α > 45 e l altezza di caduta è maggiore di 5 metri? I PARAPETTI PROVVISORI NON SONO UNA PROTEZIONE ADEGUATA!!!

31 Decreto Legislativo 81/2008 e s.m.i. Art. 111 Obblighi del datore di lavoro nell uso di attrezzature per lavori in quota Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri: a)priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; b)

32 Decreto Legislativo 81/2008 e s.m.i. Art. 75 Obblighi di uso I D.P.I. devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

33 Decreto Legislativo 81/2008 e s.m.i. Art. 115 Sistemi di protezione contro le cadute dall alto Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto dall articolo 111 comma 1 lettera a) è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a)assorbitori di energia; b)connettori; c)dispositivo di ancoraggio; d)cordini; e)dispositivi retrattili; f)guide o linee vita flessibili; g)guide o linee vita rigide; h)imbracature.

34 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA I D.P.I. contro la caduta dall alto, essendo considerati di progettazione complessa e destinati a salvaguardare dal rischio di morte o di lesioni gravi a carattere permanente, vengono classificati dal D. Lgs. 475/1992 come D.P.I. di 3 categoria. Questo implica che il Datore di Lavoro sottoponga i lavoratori al programma di formazione e addestramento previsti dagli articoli 77, comma 5, lettera a) e 78, comma 1 del D. Lgs. 81/2008.

35 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA TIPOLOGIE DI RISCHIO NEI LAVORI IN QUOTA: 1. rischio di caduta dall alto; 2. rischio susseguente alla caduta; 3. rischio connesso al D.P.I. anticaduta; 4. rischio innescante la caduta; 5. rischio specifico dell attività lavorativa; 6. rischio di natura atmosferica.

36 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA TIPOLOGIE DI CADUTA DALL ALTO CADUTA LIBERA CADUTA LIBERA LIMITATA CADUTA CONTENUTA CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA Fonte: Linee guida I.N.A.I.L. (ex I.S.P.E.S.L.)

37 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE PER LA PROTEZIONE E LA PREVENZIONE DELLE CADUTE DALL ALTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE PER IL IL POSIZIONAMENTO SUL LAVORO E LA PREVENZIONE DELLE CADUTE DALL ALTO SISTEMI DI POSIZIONAMENTO SUL LAVORO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CONTRO LE CADUTE DALL ALTO SISTEMI DI ARRESTO CADUTA DISPOSITIVI DI DISCESA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON DISPOSITIVO ANTICADUTA DI TIPO RETRATTILE SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON DISPOSITIVO ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO SU UNA LINEA DI DI ANCORAGGIO RIGIDA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON DISPOSITIVO ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO SU UNA LINEA DI DI ANCORAGGIO FLESSIBILE SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON ASSORBIMENTO DI DI ENERGIA

38 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA DI TIPO RETRATTILE VINCOLATO AD UN PUNTO DI ANCORAGGIO FISSO La lunghezza del cordino può essere superiore a 2 metri. Fonte: UNI EN 360

39 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON DISPOSITIVO ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO COMPRENDENTE UNA LINEA DI ANCORAGGIO RIGIDA. Fonte: UNI EN 353-1

40 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON DISPOSITIVO ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO COMPRENDENTE UNA LINEA DI ANCORAGGIO FLESSIBILE. La lunghezza del cordino, compreso il connettore e l elemento di dissipazione di energia, non deve essere maggiore di 1 metro! Fonte: UNI EN 353-2

41 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON ASSORBIMENTO DI ENERGIA

42 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA CONSEGUENZE DI UNA POSSIBILE CADUTA - impatto con il suolo; - impatto con ostacoli sotto il piano di lavoro; - imbracatura, come risultato dell arresto della caduta; - impatto con componenti costituenti il sistema di arresto caduta; - effetto pendolo.

43 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA SPAZIO LIBERO DI CADUTA IN SICUREZZA Spazio necessario a consentire al lavoratore una caduta senza che egli urti contro il suolo o altri ostacoli analoghi. FATTORI DI CUI SI DEVE TENERE CONTO NEL CALCOLO DELLO SPAZIO LIBERO DI CADUTA -flessione degli ancoraggi; -lunghezza statica del cordino e suo allungamento sotto carico; -posizione di partenza del dispositivo anticaduta; -spostamento verticale o allungamento del dispositivo anticaduta; -altezza dell utilizzatore; -scostamento laterale del punto di ancoraggio.

44 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA DISPOSITIVO ANTICADUTA CON PUNTO FISSO DI ANCORAGGIO + CORDINO + ASSORBITORE DI ENERGIA 1. Distanza di partenza 3. Lunghezza del cordino 2. Allungamento dell assorbitore di energia 4. Altezza dell attacco dell imbracatura rispetto al piede della persona 5. Spazio libero residuo

45 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA DISPOSITIVO RETRATTILE 1. Distanza di partenza più bassa per il disassamento laterale del punto di ancoraggio 2. Estensione del dispositivo di tipo retrattile 3. Altezza dell attacco dell imbracatura rispetto al piede della persona 4. Spazio libero residuo

46 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA DISPOSITIVO ANTICADUTA CON LINEA DI ANCORAGGIO ORIZZONTALE + CORDINO + ASSORBITORE DI ENERGIA 6. Flessione dell ancoraggio 1. Distanza di partenza 3. Lunghezza del cordino 2. Allungamento dell assorbitore di energia 4. Altezza dell attacco dell imbracatura rispetto al piede della persona 5. Spazio libero residuo

47 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE A CLASSE A1 CLASSE A2 -coperture di medio-piccole dimensioni; -modesti interventi di manutenzione. NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI PER COSTRUIRE UNA LINEA VITA! Fonte: norma UNI EN 795:2002 Protezioni contro le cadute dall alto Dispositivi di ancoraggio Requisiti e prove

48 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE B Fonte: norma UNI EN 795:2002 Protezioni contro le cadute dall alto Dispositivi di ancoraggio Requisiti e prove

49 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE C Fonte: norma UNI EN 795:2002 Protezioni contro le cadute dall alto Dispositivi di ancoraggio Requisiti e prove

50 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE C LINEA VITA: coperture di medio-grandi dimensioni. -conforme alla normativa UNI EN 795:2002 (tutti i dispositivi dovranno essere corredati di certificazione rilasciata da ente notificato); -ogni quanto posizionare il rompi tratta; -quali D.P.I. utilizzare; -quanti operatori possono contemporaneamente essere collegati alla linea vita; -fissaggi dimensionati come da manuale di posa redatto dal produttore e accompagnati dalla relativa relazione di calcolo per supporti dei quali non si conoscano le resistenze meccaniche.

51 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE D Fonte: norma UNI EN 795:2002 Protezioni contro le cadute dall alto Dispositivi di ancoraggio Requisiti e prove

52 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI CLASSE E Fonte: norma UNI EN 795:2002 Protezioni contro le cadute dall alto Dispositivi di ancoraggio Requisiti e prove

53 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA DI ANCORAGGIO 1. scelta della modalità d accesso 2. scelta e definizione della dislocazione dei dispositivi di ancoraggio; 3. modalità di fissaggio dei dispositivi alla copertura.

54 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI Scelta della modalità d accesso disposizione del sistema di ancoraggio in prossimità del punto di accesso del lavoratore alla copertura; percorso di ancoraggi che permetta al lavoratore di spostarsi dal punto di accesso al colmo (installati ogni 1,50/2metri).

55 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCORAGGI

56 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA FATTORE DI CADUTA Rapporto tra l altezza della caduta e la lunghezza della corda disponibile per ripartire la forza di arresto della caduta

57 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA FORZA DI IMPATTO IN FUNZIONE DELL ALTEZZA DI CADUTA

58 MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. ANTICADUTA EFFETTO PENDOLO Disporre dispositivi di ancoraggio di tipo A in prossimità degli angoli dell edificio (da usare come punto di ancoraggio per un secondo cordino)

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