BONIFICA SITI CONTAMINATI

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1 BONIFICA SITI CONTAMINATI 1

2 Sito inquinato (Art. 2 D.M. 471/99) [ ]è inquinato il sito nel quale anche uno solo dei valori di concentrazione delle sostanze inquinanti nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque sotterranee o nelle acque superficiali risulta superiore ai valori di concentrazione limite accettabili stabiliti. Concentrazioni, limiti e metodologie di intervento (ART. 3 DM 471/99) ALLEGATO 1 Valori conc. limite accettabili per specifica destinazione d uso dei siti e criteri di accettabilità per acque superficiali ALLEGATO 2 Definizione procedure di riferimento per prelievo e analisi dei campioni ALLEGATO 3 Criteri generali per MISE, Bonifica e Ripristino amb., Messa in Sicurezza permanente e interventi che ricorrono a ceppi batterici 2

3 Avvio della procedura amministrativa (Art.7 D.M. 471/99) Evento inquinante Entro 48 ore Comunicazione, da parte del soggetto responsabile, al Comune, alla Provincia, alla Regione ed agli organi responsabili di controllo ambientale e sanitario. Entro 48 ore Comunicazione, da parte del soggetto responsabile, degli interventi di messa in sicurezza d emergenza adottati. Entro 30 gg Il Comune (o Regione) verifica l efficacia degli interventi. 3

4 Apertura della pratica (Art.10 D.M. 471/99) Evento inquinante Entro 30 gg Presentazione del piano di caratterizzazione. (Comune Conferenza Servizi, Provincia, ARPA e Regione) Entro 1 anno Presentazione del progetto preliminare e progetto definitivo di bonifica. (Comune, Provincia, ARPA e Regione) Entro 90 gg Approvazione dei progetti presentati (preliminare e definitivo). 4

5 Valori di riferimento nella bonifica dei siti contaminati (D.M. 471/99) 1. Valori tabellari; 2. valori di fondo (naturale o antropogenico); 3. valori in base all analisi di rischio (ammissibili); 4. valori per aree sensibili. 5

6 Piano di caratterizzazione 1 Livello di approfondimento tecnico propedeutico al Progetto Preliminare e Definitivo 1. Raccolta e sistemazione dati esistenti (anamnesi storica) 2. Formulazione preliminare del modello concettuale del sito Caratteristiche geologiche, idrogeologiche, pedologiche del sito Fonti inquinanti, grado ed estensione dell inquinamento Caratteristiche dei contaminanti e vie di migrazione 3. Identificazione centri di pericolo e definire obiettivi di bonifica 4. Progettazione del Piano di Investigazione Iniziale 6

7 Piano di investigazione iniziale: finalità 1. Verificare aspetti emersi nella sistematizzazione dati e ricostruzione del modello concettuale; 2. Individuare le fonti di inquinamento; 3. Definire nel dettaglio le caratteristiche del sito (carotaggi, piezometri; 4. Valutazione dettagliata dell estensione e delle caratteristiche dell inquinamento. 7

8 Bonifica INTERVENTI ATTIVI INTERVENTI PASSIVI Messa in sicurezza Bonifica Monitoraggio attenuazione naturale Bonifica con messa in sicurezza 8

9 BONIFICA DELL AMIANTO 9

10 CARATTERISTICHE Amianto (dal greco) = incorruttibile Asbesto (dal greco) = inestinguibile Fibre di amianto Sei minerali inorganici, a base di silicati e idrati di Mg, Na, Ca e Fe. 10

11 Composizione Silicati fibrosi elencati all articolo 23 del D. Lgs. 15 agosto 1991 n. 277 Crisotilo Crocidolite Amosite Tremolite Actinolite Antofillite Recenti: Fluoro-edenite; Ofioliti (pietre verdi). 11

12 Uso dell amianto Dai primi anni del 900 e fino al 28 aprile 1994, le fibre di amianto sono state largamente utilizzate negli anni la produzione media mondiale è stata di 4 milioni di ton/anno, con punte di 7,5 milioni di ton/anno la miniera di Balangero (TO), la più importante d Europa, è stata chiusa nel 1990 si valutano in oltre le tipologie di manufatti contenenti amianto realizzati per l edilizia e l industria, compresa quella farmaceutica (nelle paste dentarie utilizzate per le otturazioni). 12

13 Materiali contenenti amianto ancora in uso Tipologia Impiego % amianto Periodo di impiego Protezione al fuoco Spazzolato o spruzzato 1 95 (amosite,cr ocidolite) Prefabbricati per isolamenti Magnesio 85% Tessili Tute ignifughe tappeti sipari teatrali 100 crisolito Materiali cementizi Coperture pareti tubazioni cris ? 1990?

14 Materiali contenenti amianto ancora in uso Vanno anche ricordati : - guarnizioni - corde, nastri e filati - i materiali di attrito : freni e frizioni - i contenitori a pressione : bombole - i residui della lavorazione - i materiali da processi elettrolitici - i materiali ottenuti da trattamenti di rifiuti contenenti amianto (RCA) 14

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18 PERICOLI L amianto è una fibra naturale inorganica, così come ad esempio la lana, il lino e il cotone sono fibre naturali organiche esistono anche le fibre artificiali, sia inorganiche (di vetro o di roccia) che organiche (cellulosiche, ecc.) si definisce fibra ogni particella allungata a sezione circolare con rapporto tra lunghezza e diametro > 3 molte fibre sono inspirabili, possono cioè entrare nel cavo orale attraverso la bocca o il naso, ma solo poche sono respirabili, possono cioè penetrare in profondità nella regione polmonare secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le fibre respirabili che possono creare effetti patogeni per l uomo sono quelle con diametro < 3 µm e lunghezza > 5 µm 18

19 Una volta inalate, tutte le fibre, a seconda della loro dimensione e struttura, penetrano e si depongono nel sistema respiratorio per : impatto sedimentazione (fibre con diametro > 5 µm) intercettazione (tipica per le fibre di amianto) diffusione browniana (fibre con diametro > 1 µm) Le fibre tendono a disporsi parallelamente alla direzione del flusso aereo, giungendo fino agli alveoli. L apparato respiratorio possiede delle protezioni naturali (mucose e fagocitosi dei macrofagi alveolari). NB. Le fibre dell amianto posso scindersi sia trasversalmente sia longitudinalmente. 19

20 DANNI ALL UOMO Le principali patologie causate dalla prolungata esposizione all amianto sono l asbestosi o fibrosi polmonare progressiva, il carcinoma polmonare e i mesotelioma, pleurico, pericardico e peritoneale (D.P.R. 13/4/94 n. 336) ancora oggi non è chiaro il meccanismo attraverso il quale si manifestano le malattie asbesto-correlate anche se l attività biologica delle fibre di amianto è legata a : - la dimensione delle fibre - la composizione chimica - le proprietà superficiali - la solubilità e la biopersistenza 20

21 queste patologie si possono manifestare in tempi molto lunghi, anche dopo 20 o più anni; gli effetti possono poi essere aggravati in soggetti indeboliti da altre patologie e nei fumatori le diverse patologie sono state riscontrate non solo nei lavoratori addetti all estrazione o alla lavorazione, ma anche nei familiari venuti a contatto con indumenti di lavoro contaminati i Centri Operativi Regionali (COR) istituiti per acquisire informazioni sui casi diagnosticati o trattati, nel periodo hanno registrato 792 casi di mesotelioma maligno 21

22 NORMATIVA STATALE Decreto legislativo n. 277 del 15 agosto 1991 Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell art. 7 della legge n. 212 del 30 luglio 1990 Il capo III si occupa della Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all esposizione ad amianto durante il lavoro; di particolare importanza gli articoli 24 Valutazione del rischio e 34 Lavori di demolizione e di rimozione dell amianto Legge n. 257 del 27 marzo 1992 Norme relative alla cessazione dell impiego dell amianto 22

23 NORMATIVA STATALE Decreto 6 settembre 1994 n. 156 Normative e metodologie tecniche di applicazione dell art. 6 comma 3 e dell art. 12 comma 2 della legge 27 marzo 1992 n. 257 relativa alla cessazione dell impiego dell amianto Si tratta del primo manuale dal titolo Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie che si applica a strutture edilizie ad uso civile, commerciale o industriale aperte al pubblico o comunque di utilizzazione collettiva in cui cono in opera manufatti e/o materiali contenenti amianto dai quali può derivare una esposizione a fibre aerodisperse; sono esclusi gli edifici industriali per la lavorazione di MCA (quindi siti dismessi o nei quali è stata effettuata riconversione produttiva) o locali adibiti allo stoccaggio o depositi di rifiuti. 23

24 Decreto 6 settembre 1994 n. 156 Questo decreto tratta i seguenti argomenti : capo 1: Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie capo 2: Valutazione del rischio capo 3: Metodi di bonifica capo 4: Programma di controllo dei MCA in sede capo 5: Misure di sicurezza da rispettare durante gli interventi di bonifica capo 6: Criteri per la certificazione di restituibilità di ambienti bonificati capo 7: Coperture in cemento-amianto all. 1: Determinazione quantitativa dell amianto in campioni di massa all. 2: Determinazione quantitativa delle concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse in ambienti indoor all. 3: Determinazione qualitativa delle fibre di amianto mediante la tecnica della dispersione cromatica in MO all. 4: Criteri per la scelta dei mezzi di PI delle vie respiratorie all. 5: Scheda per l accertamento della presenza di MCA negli edifici 24

25 NORMATIVA STATALE Decreto n. 101 del 18 marzo 2003 Norme per la mappatura delle zone del territorio nazionale interessate alla presenza di amianto e la realizzazione degli interventi di bonifica di particolare urgenza, con riferimento alle seguenti categorie : - impianti industriali attivi o dismessi - edifici pubblici e privati - presenza naturale - altra presenza di amianto da attività antropica. 25

26 NORMATIVA REGIONALE Delibera 22 settembre 1995 n. 6/2490 della Giunta Regionale della Lombardia Piano di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall amianto Delibera 7 aprile 1997 n. 71/18113 della Giunta Regionale della Lombardia Autorizzazioni di carattere generale per le emissioni in atmosfera provenienti da cantieri per la demolizione o la rimozione dell amianto o dei MCA da edifici, strutture, apparecchiature ed impianti Delibera 22 maggio 1998 n. 6/36262 della Giunta Regionale della Lombardia Linee guida per la gestione del rischio amianto 26

27 NORMATIVA REGIONALE Legge regionale 29 settembre 2003 n. 17 Norme per il risanamento dell ambiente, bonifica e smaltimento dell amianto All art. 3 di questa legge viene approvato il PRAL, Piano Regionale Amianto Lombardia, il cui contenuto è definito all art. 4, comprendendo : - la conoscenza del rischio - la valutazione del livello di rischio - la definizione delle priorità degli interventi - il monitoraggio sanitario e epidemiologico - le attività di ASL e ARPA - l elaborazione di un piano regionale di smaltimento - la formazione e l aggiornamenti degli operatori ASL e ARPA - le iniziative di informazione della popolazione 27

28 METODI E TECNOLOGIE DI BONIFICA 1. Valutazione dei rischi (dati iniziali) 2. Determinazione delle fibre aerodisperse 3. Messa a discarica dei MCA rimossi 28

29 Piano di monitoraggio ambientale è importante eseguire subito un piano di monitoraggio ambientale in tutti i punti dove si individua un possibile rischio di esposizione alle fibre di amianto è utile anche eseguire il monitoraggio all esterno degli ambienti confinati per individuare le fibre aerodisperse le tecniche principali per il monitoraggio sono : -la microscopia ottica a contrasto di fase (MOCF tutto materiale fibroso) -la microscopia elettronica a scansione (SEM solo fibre amianto) (le metodologie sono riportate all Allegato 2 del D.M. 6/9/1994) 29

30 Acquisizione dati e ispezione visiva La fase successiva è l acquisizione di dati e l ispezione visiva con la compilazione, per ciascuna area dell edificio in cui sono presenti i MCA della scheda di sopralluogo riportata all Allegato 5 del D.M. 6/9/1994 in base alla friabilità, i MCA possono essere classificati come : - friabili : materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale - compatti : materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l impiego di attrezzi meccanici 30

31 Cosa fare Materiali integri non suscettibili di danneggiamento : nessun intervento di bonifica ma controllo periodico materiali integri suscettibili di danneggiamento : programma immediato di controllo e manutenzione; eventuale bonifica a medio termine materiali danneggiati : intervento a breve termine per il restauro dei MCA o la bonifica la valutazione dei MCA è riportata nella tabella 2 del D.M. 6/9/

32 Metodologie di bonifica I principali metodi di bonifica sono: 1. Rimozione 2. Incapsulamento 3. Confinamento 32

33 Rimozione Elimina ogni potenziale fonte di esposizione ma comporta un rischio elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell ambiente; produce notevoli quantitativi di rifiuti tossici e nocivi, che devono essere correttamente smaltiti il D.L. 277/91 all art. 34 cita : il datore di lavoro predispone un piano di lavoro prima dell inizio dei lavori di demolizione e di rimozione dell amianto, ovvero dei MCA dagli edifici, strutture, apparecchi e impianti, nonché dei mezzi di trasporto 33

34 Rimozione Il Piano di lavoro prevede misure necessarie per garantire: a) la sicurezza b) la salute dei lavoratori c) la protezione dell ambiente Tra le informazioni principali riportate nel piano di lavoro: tipo di bonifica con le motivazioni della scelta tipologia dell edificio e dei MCA referenze, attrezzature e mezzi di cantiere elenco lavoratori addetti con documentazione sanitaria e posizione INAIL Addestramento personale; Sistemi di controllo; Piano sicurezza; Trattamento e smaltimento rifiuti. 34

35 Rimozione Al termine delle operazioni di rimozione gli organi di vigilanza procederanno alla certificazione di restituibilità degli ambienti bonificati per accertare : - l assenza di residui di MCA entro l area bonificata - l assenza effettiva di fibre di amianto nell atmosfera compresa nell area bonificata la certificazione finale attesterà che : a) sono state eseguite, nei locali bonificati, valutazioni della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse mediante l uso della SEM b) è presente, nei locali stessi, una concentrazione media di fibre aerodisperse non superiore alle 2 ff/l 35

36 Incapsulamento Trattamento con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono a inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta; il rischio per i lavoratori addetti e per l inquinamento dell ambiente è generalmente minore e non produce rifiuti tossici (o ne produce in quantità minore). 36

37 Non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti; è il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio; il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e della conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione; occorre verificare periodicamente l efficacia dell incapsulamento, che col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il trattamento. 37

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41 Confinamento Il confinamento è una barriera a tenuta che separa l amianto dalle aree occupate; è indicato nel caso di materiali facilmente accessibili, in particolare per bonifica di aree circoscritte. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Questa tecnica si applica nel caso che i materiali non si presentino particolarmente deteriorati e/o quando si valuti che operare una rimozione comporti rischi maggiori. Tale soluzione ha spesso carattere di provvisorietà, in previsione di una futura rimozione. 41

42 Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti; occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni. 42

43 Rifiuti contenenti amianto Come riportato all art. 2 comma 1 lettera c) della legge n. 257, per rifiuti di amianto si intendono i materiali di scarto delle attività estrattive, i detriti e le scorie delle lavorazioni che utilizzano amianto, anche provenienti dalle operazione di decoibentazione nonché qualsiasi oggetto contenente amianto che abbia perso la sua destinazione d uso e che possa disperdere fibre di amianto nell ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall art. 3 43

44 L allegato A del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22 (e successive modificazioni e integrazioni), riporta il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) che prevede due classi di rifiuti contenenti amianto (RCA) : a) pericolosi (allegato D) - alla voce Rifiuti da processi chimici inorganici ( ): rifiuti dei processi elettrolitici contenenti amianto rifiuti della lavorazione dell amianto - alla voce Rifiuti inorganici provenienti da processi termici ( ) : rifiuti della fabbricazione di cemento-amianto contenenti amianto 44

45 - alla voce Imballaggi, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti): imballaggi metallici contenenti matrici solide pericolose (ad es. amianto) compresi i contenitori a pressione vuoti assorbenti, materiali filtranti, stracci ed indumenti protettivi contaminati da sostanze pericolose alla voce Rifiuti non specificati altrimenti: pastiglie per freni contenenti amianto apparecchiature fuori uso contenenti amianto in fibre libere alla voce Rifiuti di costruzioni e demolizioni (compresa la costruzione di strade): materiali isolanti contenenti amianto 45

46 alla voce Rifiuti da impianti di trattamento rifiuti, impianti di trattamento acque reflue fuori sito e industrie dell acqua : rifiuti contrassegnati come pericolosi, parzialmente stabilizzati b) non pericolosi materiali da costruzione contenenti amianto rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce

47 Il D. L. n. 36 del 13 gennaio 2003, entrato in vigore il 27 marzo dello stesso anno, classifica le discariche in tre categorie : per rifiuti inerti per rifiuti non pericolosi per rifiuti pericolosi Il D. M. 13 marzo 2003 stabilisce che i rifiuti di amianto o contenenti amianto possono essere conferiti nelle seguenti tipologie di discarica: per rifiuti pericolosi, dedicata o dotata di cella dedicata per rifiuti non pericolosi, dedicata o dotata di cella monodedicata, nella quale possono essere conferiti i rifiuti con codice CER (materiali da costruzione contenenti amianto, tipo eternit o linoleum) sia gli altri RCA purché sottoposti a processi di trattamento finalizzati al contenimento del potenziale inquinante. 47

48 Il D. L. 36/2003 stabilisce che le discariche già autorizzate alla data del 27 marzo 2003 possono continuare a ricevere i rifiuti autorizzati fino al 16 luglio 2005 e cioè : i rifiuti inerti nelle discariche di seconda categoria di tipo A i rifiuti non pericolosi nelle discariche di prima e seconda categoria di tipo B i rifiuti pericolosi nelle discariche di seconda categoria di tipo C e di terza categoria 48

49 Il D. M. 13 marzo 2003 stabilisce che il produttore dei rifiuti deve caratterizzare le categorie dei rifiuti regolarmente prodotti. Per quanto riguarda i RCA, i parametri da considerare sono: contenuto di amianto in peso densità apparente densità relativa indice di rilascio e ne fissa i valori limite. 49

50 Esistono numerosi processi di trattamento dei RCA finalizzati : a) al contenimento del potenziale inquinante : condizionamento in matrice cementizia condizionamento in matrice di resine incapsulamento b) alla totale trasformazione cristallochimica dell amianto: Distruzione chimica in soda o acido fluoridrico Distruzione meccanochimica Litificazione Vetrificazione Vetroceramizzazione Litizzazione pirolitica Produzione di clinker Ceramizzazione 50

51 In particolare i processi di cui all elenco b) possono produrre materie seconde che possono essere reimpiegate in diversi settori industriali, senza dovere essere conferite a discariche controllate con evidenti benefici di carattere economico anche per le generazioni future. 51

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