PROGETTO EDUCATIVO. Asilo nido Sorrisi in giostra Via XXV aprile, LESMO

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1 PROGETTO EDUCATIVO Asilo nido Sorrisi in giostra Via XXV aprile, LESMO Indice 1.Perché scegliere l asilo nido? 2.Genitori ed educatrici lavorano insieme 3.Educazione personalizzata 3.1 Ecco come lavoriamo 3.2 I campi di esperienza educativa 4.Progetto educativo 6. La nostra programmazione 5. La vita al nido 7. Spazio ludico-didattico 8. Giornata tipo

2 1. PERCHE SCEGLIERE L ASILO NIDO? La famiglia vive oggi una nuova realtà sociale. Spesso, infatti, entrambi i genitori lavorano e non sempre possono confrontarsi con le persone della famiglia con cui tradizionalmente ci si consultava per le scelte educative più opportune. In questo contesto si inserisce il servizio educativo dell ASILO NIDO, la cui finalità è, appunto quella di fornire un aiuto educativo concreto alla famiglia, nel rispetto delle necessità reali del bambino. L inserimento in un nuovo contesto per molte ore al giorno, per un bambino anche di soli tre mesi, non è mai un fatto banale; è indubbio infatti, che gli stimoli che riceve al nido ed il confronto continuo con il gruppo dei coetanei, sono di per sé efficaci per promuoverne la crescita e la maturazione personale. Inoltre, anche i genitori trovano nella scuola, attraverso l esperienza e le competenze pedagogiche delle educatrici, un valido sostegno per svolgere ogni giorno meglio il proprio ruolo. Il Nido rappresenta per il bambino il primo ingresso in un contesto sociale che gli consente di vivere un esperienza ricca di stimoli e di realizzare le condizioni che favoriscono una crescita sana e orientata all autonomia, nel pieno rispetto dei suoi tempi, della sua individualità e delle scelte per lui fatte dalla famiglia. 2. GENITORI ED EDUCATRICI LAVORANO INSIEME La relazione tra l educatrice e il bambino inizia nel momento dell inserimento, in cui il bambino viene accolto nel Nido con la sua storia, fatta di competenze, relazioni, apprendimenti acquisiti all interno del proprio contesto educativo: la famiglia. Il ruolo dell adulto del Nido deve essere visto sotto due aspetti fondamentali:! L aspetto dell adulto affidabile a cui i genitori affidano le quotidiane cure del proprio bambino;! Un equipe che organizza la vita dei bambini al Nido Da qui nasce l importanza della cooperazione tra famiglia ed educatore. L adulto ha una compito specifico: quello della preparazione continua e precisa dell ambiente affinché questo diventi il tramite, il mezzo attraverso il quale il bambino possa fare esperienze a livello sensoriale, manuale, interattivo, espressivo. Un ambiente che offra un equilibrio tra momenti individuali e quelli di gruppo, tra attività proposte e guidate dall adulto ed attività libere. L adulto osserva il bambino e la sua crescita registrando i fatti e verificandoli in gruppo. Durante l anno scolastico sono previsti tre diversi incontri tra educatrici e genitori: - All inizio dell anno (ottobre), in modo che i genitori aiutino le educatrici a comprendere le esigenze ed i bisogni specifici del proprio bambino. -A metà anno (febbraio), per verificare l approccio del bimbo alla vita del Nido ed il suo livello di socializzazione e di ambientamento. -A fine anno (maggio), per verificare gli obiettivi raggiunti attraverso il progetto educativo ed attraverso il materiale raccolto durante l anno. Tuttavia le educatrici e la psicopedagogista saranno a disposizione per colloqui su richiesta dei genitori per tutta la durata dell anno scolastico, oltre che per quotidiani scambi di consegne giornaliere casa-nido/ Nido-casa. Nel corso dell anno ci saranno anche altri momenti di coinvolgimento al Nido fra bambini educatrici e genitori, come la realizzazione della festa di Natale, la festa di Carnevale etc Il patrimonio culturale che ciascun bambino porta al Nido rappresenta un elemento di grande sviluppo socio-emotivo che è alla base della vita nei Nidi d Infanzia ed è anche per questo che le famiglie sono sempre invitate ad intervenire attivamente alla vita scolastica.

3 3. EDUCAZIONE PERSONALIZZATA Ogni bambino, sin dalla più tenera età, è una persona completa con grandi potenzialità, che va aiutata a svilupparsi armonicamente, sostenuta dall attenzione e dall affetto dei genitori e degli educatori E importante, quindi, osservare ed ascoltare ogni singolo bambino per conoscerlo a fondo, individuare le sue caratteristiche temperamentali, comprendere le sue reazioni, valutare i suoi progressi. La prima infanzia infatti presenta forti potenzialità di sviluppo, inteso come apprendimento e crescita, che può avvenire soltanto attraverso la relazione con gli altri significativi e in tal senso, il Nido ha lo scopo di aiutare ogni bambino e ogni bambina a crescere in stato di benessere, ad acquisire abilità, conoscenze, competenze affettive e relazionali utili per costruirsi un esperienza di vita ricca, originale e armonica. Essenziale, perciò, risulta concepire ciascun bambino come un essere in fieri, in continuo cambiamento nei diversi archi temporali che vanno dall arco della giornata al corso delle settimane e dei mesi, e al corso degli anni. La suddivisione per fasce d età permette di realizzare attività mirate alle caratteristiche proprie dell età. Tuttavia ogni progetto educativo, se pur differenziato per ogni sezione, prevede momenti di intersezione finalizzati a un maggiore scambio sociale tra bambini, in modo da valorizzare i bambini più grandi ed a responsabilizzarli verso i più piccoli, da facilitare lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini più piccoli attraverso l imitazione dei più grandi, da ampliare le opportunità ludico-motorie mediante l utilizzo di strutture e giochi diversi da quelli della propria sezione. All interno di un Nido si possono creare attività significative di socializzazione o apprendimento anche fra bambini. Nell area dei lattanti prevale una forma di gioco individuale e solitaria. Man mano che il bambino cresce aumentano anche le sue competenze sociali, come la consapevolezza del Sé e la capacità di manifestare e selezionare le proprie preferenze nei confronti degli amici, dei giochi, degli adulti. La frequenza regolare del bambino gli permette di selezionare i propri compagni di gioco, anche se, per la sua tenera età, il livello sociale è ancora improntato sull egocentrismo, sull affermazione di Sé sull altro, e quindi sulla difficoltà ad interiorizzare le regole. Il Nido si fa garante del diritto all educazione, nel rispetto dell identità individuale, culturale e religiosa, da sostegno alle famiglie più disagiate, è un primo traguardo verso un modo sociale più articolato e meno protetto rispetto alla famiglia. Il Nido propone al bambino strumenti e strategie per aiutarlo ad affrontare in maniera autonoma situazioni sempre più complesse man mano che il bambino stesso cresce e matura. All interno di un buon progetto educativo ci deve essere una base di elasticità e flessibilità: il progetto deve poter essere interrotto, se necessario, per far spazio a momenti di analisi e riflessione sull operato, di valutazione e riscontri da parte di tutta l equipe. 3.1 Ecco come lavoriamo Un educazione così personalizzata avvia gradualmente il bambino al mondo della conoscenza, sviluppa le sue capacità, rafforza la sua volontà, lo fa sentire sereno ed accolto e lo rende pronto ad aprirsi alla dimensione sociale e spirituale. Gli orientamenti pedagogici individuano e definiscono all interno degli ambiti del fare e dell agire del bambino, alcuni CAMPI DI ESPERIENZA. 3.2 I Campi di Esperienza Educativa Con il termine Campo di Esperienza si intende i diversi ambiti del fare del bambino e quindi i settori dove potrà acquisire competenze. L organizzazione delle attività si fonda su una continua e responsabile flessibilità relativa ai tempi, ai ritmi e agli stili di apprendimento diversi per ogni bambino. Per noi il nido si configura come un sistema di socializzazione e di apprendimento che attiva e stimola le competenze del bambino attraverso una didattica del fare, invitando il bambino che vive la propria quotidianità al nido ad esplorare il mondo circostante, comprenderlo ed utilizzarlo. Quindi quotidianamente si svolge l attività didattica. Si tratta di attività laboratoriali, strutturate con particolari obiettivi di apprendimento differenziati per età e relativi ai campi di esperienza. Ciascun campo di esperienza, secondo l impostazione di Gardner, corrisponde ad un area dello sviluppo cerebrale del bambino: Intelligenza corporea: campo di esperienza corpo e movimento

4 Intelligenza linguistica: campo di esperienza discorsi e parole Intelligenza logico-matematica: campo di esperienza spazio, ordine, misura Intelligenza spaziale: campo di esperienza cose, tempo, natura Intelligenza di Intelligenza di comunicazione: campo di esperienza messaggi e forme di espressione Intelligenza interpersonale: campo di esperienza il sé e l altro. Gli obiettivi dell apprendimento relativi ai Campi di esperienza sono: autonomia, corporeità e movimento comunicazione e linguaggio manipolazione, espressione, costruzione prove, problemi e logica l identità e le relazioni l ambiente e le cose: sensorialità e percezione. Il bambino costruisce il suo sapere dal contatto diretto con la realtà. Attraverso il tatto, il gusto, l udito, l olfatto, la vista, si sviluppa un primo atteggiamento di tipo esplorativo nei confronti della realtà che porterà il bambino ad osservare ed a porsi gradualmente domande, e ad acquisire la capacità di agire attivamente. Il progetto educativo del Nido tiene conto che l azione educativa è finalizzata alla costruzione dell identità, dell autonomia e delle competenze nel bambino. 4. PROGETTO EDUCATIVO Il Progetto Educativo è l elemento fondamentale che rende coerente l azione educativa e l organizzazione del servizio Nido. È il frutto di una luna e approfondita ricerca centrata sulla conoscenza dello sviluppo psico-fisico del bambino, nella consapevolezza del ruolo fondamentale che i primi anni di vita rivestono per la costruzione dell identità. Proprio in questi anni si formano infatti le strutture base della personalità, dell affettività e delle capacità cognitive e sociali. Il Nido vuole essere un servizio educativo in grado di assicurare un adeguato sviluppo psicofisico e relazionale di tutti i bambini in collaborazione con le famiglie e l ambiente sociale. Per il raggiungimento di tale finalità, il Nido è organizzato in modo da garantire: - Un armonico sviluppo globale del bambino attraverso stimolazioni sensoriali, motorie ed affettive atti a ridurre eventuali svantaggi socio-culturali e psico-fisici. - Uno spazio in grado di offrire al bambino esperienze diverse da quelle vissute a casa completando la vita in famiglia ed allargandola verso il sociale. - Rapporto di fiducia con gli adulti in grado di rispondere ai bisogni di protezione e di autonomia propri di questa età. - Organizzazione degli spazi che forniscano occasioni per sviluppare, attraverso i giochi e relativi stimoli, il singolo bambino affinché entri progressivamente in rapporti sociali con i suoi coetanei attraverso:! la valorizzazione del gioco! la mediazione educativa! l osservazione! la programmazione! la verifica! la documentazione Il progetto educativo tiene conto principalmente del bambino: l educatrice pensa al bambino, lo osserva individualmente e in gruppo, vede, capisce, stimola i suoi bisogni, lo accoglie con la sua storia personale, lo contiene quando si sente insicuro, lo ascolta quando esprime la sua fragilità, offre percorsi e regole, perché possa scegliere di essere autonomo, riconosce competenze e potenzialità e soprattutto lo rispetta e lo considera nella sua unicità. Tale progetto educativo si definisce attraverso: identificazione di obiettivi specifici; la programmazione di percorsi educativi e degli aspetti organizzativi necessari per raggiungerli; l osservazione dei processi di interazione e di apprendimento così sollecitati nei bambini; la loro documentazione; la verifica dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prescelti; la valutazione della qualità del contesto educativo realizzato. Ogni bambino ha un diario personale dove l educatrice ha il compito di annotare tutti i progressi compiuti dal bimbo stesso in campo linguistico, motorio, cognitivo e l acquisizione di nuove abilità. I dati raccolti dall osservazione vengono poi utilizzati in un confronto di team; questo aiuta l educatrice sia a non fermarsi ad impressioni sbagliate, sia ad intervenire sul piano

5 educativo in modo più mirato, sia a verificare l efficacia di alcune scelte e comportamenti adottati nel confronto del bambino stesso. 5.LA VITA AL NIDO Una giornata al Nido è composta da vari momenti significativi per il bambino: - l inserimento - l accoglienza - il cambio - il pranzo - il sonno - il gioco - l uscita L inserimento è un momento delicato nella vita del bambino in quanto comporta sia un esperienza di separazione dai genitori, sia l ingresso in un ambiente nuovo, con spazi, oggetti, materiali ludici per lui non familiari. I bambini che entrano per la prima volta al Nido si trovano ad affrontare un esperienza particolare, delicata e carica di tensione emotiva, di inquietudine, di smarrimento: sono costretti al distacco con i genitori con l insicurezza di trovarsi in comunità allargata, completamente sconosciuta, per cui hanno bisogno di chiari e rassicuranti punti di riferimento. È importante che il bambino abbia un educatrice di riferimento, che lo accolga e che sia attenta a questi particolari obiettivi:! riesca a creare un atmosfera rassicurante;! osservi attentamente le reazioni del bambino;! osservi la madre per rapportarsi al bambino in modo similare;! crei un ambiente di calore e disponibilità affettiva. E importante che il genitore che lo accompagnerà, rimanga al Nido con il proprio figlio per alcuni giorni affinché l inserimento sia graduale e gli vengano evitati stati di eccessiva tensione. In questo modo si facilita l instaurarsi di una relazione tra genitore e educatrice, attraverso reciproco scambio di informazione, opinioni e pensieri. Successivamente il genitore si allontanerà per periodi sempre più lunghi fino a quando il bambino non sarà in grado di sostenere la frequenza a orario completo. Proprio in considerazione della delicatezza di questo momento. Generalmente, perché l inserimento avvenga rispettando i tempi di adattamento del bambino occorrono due settimane. E fondamentale per l educatrice acquisire tutte le informazioni necessarie sulle abitudini della famiglia e sulle esigenze specifiche del bambino. Lo stato d animo della mamma al momento del distacco contribuisce e influenza i sentimenti e l armonia del bambino; per questo è fondamentale che nell inserimento venga rispettato il lavoro delle educatrici con fiducia e serenità. Ogni inserimento è una storia a sé e va considerata come tale. Per garantire e rispettare al meglio questo punto si precisa che l inserimento sarà scandito e programmato in due settimane; verrà prolungato solo esclusivamente se l educatrice lo riterrà necessario. Un buon ambientamento creerà un rapporto di fiducia e affetto tra bambino ed educatrice, diventando il presupposto per una buona riuscita dell intero percorso educativo all interno del nido. Non meno importante è la figura genitoriale coinvolta nel processo di inserimento che si trova nelle condizioni di dover elaborare il distacco e nel contempo di dover costruire un rapporto di fiducia con le educatrici che, a loro volta, sono implicate nella delicata gestione del rapporto mamma-bambino. Prima dell inizio dell inserimento le educatrici avranno un incontro individuale con ogni famiglia durante il quale conosceranno i genitori e i bambini attraverso il racconto che ne faranno i papà e le mamme. Le educatrici avranno il modo di illustrare le attività che si svolgeranno durante l anno, rispondendo a domande dei genitori, spiegando loro, nei dettagli, le fasi dell inserimento e il significato che la gradualità assume in questi momenti.

6 LE ROUTINES Le routines sono situazioni che determinano scansioni temporali ripetute ogni giorno in modo uguale: la loro regolarità e prevedibilità danno sicurezza al bambino e gli permettono di orientarsi rispetto ai tempi della giornata. Le routines sono quei momenti della vita del nido che si ripetono più volte durante la giornata : il cambio, il pasto ed il sonno. In questi momenti quotidiani l educatore deve far prevalere l aspetto educativo su quello di assistenza igienicosanitaria poiché durante questi momenti si strutturano ed organizzano la maggior parte delle esperienze del bambino, per questo la loro organizzazione viene fatta rientrare nella programmazione educativa. In queste occasioni si viene a definire tra educatrice e bambino una forte relazione interpersonale da cui derivano conoscenze e competenze. Attraverso la cura del corpo, che rimane anche per i più grandi un forte momento individualizzato, il bambino comincia a comprendere che il corpo è il mezzo del nostro comunicare. Associando le risposte dell adulto alle proprie esigenze, il bambino impara a percepire la relazione esistente tra i suoi segnali comunicativi e l intervento dell altro, assieme ad un senso affettivo ed emotivo di sicurezza. L interazione che si mette in atto si struttura in episodi e con ritmi che per la loro ripetitività consentono al bambino di percepire, elaborare, fissare, riconoscere, ricordare e prevedere l alternarsi delle sequenze in cui si scompone l azione o la situazione, arrivando così alla strutturazione della realtà. Attraverso le routines si trasmettono al bambino, indirettamente ed inconsapevolmente, informazioni e modelli di comportamento. Per sostenere lo sviluppo di un bambino attivo bisogna, parlando di azioni abitudinarie, prestare attenzione anche a quei rituali che lui stesso mette in atto nel suo vissuto quotidiano e che rappresentano la sua capacità di adattamento ai cambiamenti che possono essere vissuti come conflittuali. Esempi: L abitudine a ricorrere all uso di oggetti transizionali nel momento dell inserimento al Nido rappresenta non solo la mediazione fra le due diverse realtà, ma anche un modo per controllare la nuova realtà. Abitudini e rituali messi in atto dal bambino nel momento del gioco e durante il pranzo possono rappresentare riferimenti per lui costanti. Compiere una serie di azioni o di iniziative prima del sonno è rassicurante per il bambino per aiutarlo a perdere il contatto con la realtà ed immergersi in un mondo sconosciuto e dal quale può essere difficile difendersi. L accoglienza: L accoglienza del bambino avviene in modo sereno ed evitando rituali troppo lunghi; considerata l età dei bambini, è frequente lo stabilirsi di un contatto fisico al momento dell entrata tra bambino ed educatrice. Il sonno: la durata dei periodi di sonno diminuisce in relazione alla maturazione del sistema nervoso ed al progressivo adattamento del bambino alla realtà. È importante rispettare il ritmo sonno/veglia del bambino e non imporne un altro in modo arbitrario. L adulto può aiutare il bambino a rilassarsi ritrovando il suo rituale (indicazione fornita dal genitore): cantando una ninna nanna, cullandolo e/o fornendogli l oggetto transizionale* a lui caro. Per questo motivo l educatore deve creare un atmosfera rilassata, attenuando le luci, leggendo una storia, cantando una melodia ritmata, per aiutare il bambino a trovare il suo rituale per rilassarsi ed addormentarsi. La stessa cosa deve accadere per il risveglio: ogni bambino ha i propri tempi e modi di risvegliarsi, alcuni preferiscono restare ancora un po nel letto a giocare, altri attirano l attenzione con vocalizzi o col pianto, altri ancora si alzano subito e sono subito pronti a vestirsi. E un momento delicato nella giornata del bambino che, per potersi abbandonare con fiducia e per lasciare temporaneamente ciò che lo circonda, deve essere rassicurato dall educatore di riferimento attraverso la costruzione di abitudini individuali (l orsetto, il ciuccio..) e di gruppo (la ninnananna, il racconto di una fiaba ). Il riconoscimento e il rispetto di queste abitudini e delle emozioni che questo momento scatena permettono ad adulti e bambini di creare gradualmente uno spazio privilegiato, all interno del quale sentirsi riconosciuti ed accolti nei propri bisogni. *L oggetto transizionale è un oggetto che aiuta il bambino ad adattarsi ai cambiamenti e superare le difficoltà. Ogni bambino crea un suo oggetto transizionale che può essere una bambola, pezzi di stoffa,un orsacchiotto,

7 qualcosa di morbido. Questi oggetti ricordano al bambino i primi contatti con la madre ed hanno il potere magico di dare un senso di protezione e sicurezza nei momenti difficili (WINNICOT). Il cambio: consiste nei momenti di pulizia e cambio dei pannolini che si ripete varie volte durante la giornata. In questi momenti tra l educatrice e il bambino si crea un collegamento fisico durante il quale la voce, l espressione del volto, il tono delle parole dell adulto accompagnano quello che il bambino sente con il tatto ( anche con tutto il corpo ) e con l odorato. La verbalizzazione ( cioè la trasformazione in parole ) degli atti che vengono compiuti stimolano l interesse del bambino e la sua partecipazione che aumenta nel corso della crescita. Mentre il bambino è libero dagli indumenti, l adulto può trasformare l atto di pulizia in una esperienza cognitiva, comunicativa-relazionale. A partire da un anno e mezzo di età il bambino è in grado di controllare gli sfinteri. Prima di questo momento l educatrice può aiutare il bambino a riconoscere il suo corpo bagnato o asciutto, sporco o pulito ed a riconoscere gli stimoli che avverte prima della liberazione fisiologica. Verso i diciotto mesi i bambini possono essere accompagnati sui vasini e la permanenza di tutto il gruppo dei bambini in bagno, trasforma questo momento fisiologico in un esperienza di socializzazione e gioco. Il pasto: l alimentazione ha un ruolo molto più importante che il semplice soddisfacimento di un bisogno primario ed al nido il momento del pranzo può trasformarsi anche in un momento educativo e formativo. Mentre il lattante prende il latte, si crea con l educatore che lo nutre un legame, rafforzato da comunicazioni verbali e non verbali. Questi momenti devono avvenire in un atmosfera di tranquillità e l adulto deve essere attento a recepire quello che il bambino esprime e comunica. Quando i bambini sono in grado di mangiare da soli, il pranzo si trasforma in momento di socializzazione con i coetanei. Durante il pranzo i bambini sperimentano nuove capacità come ad esempio fare da soli, usare le posate e conoscono nuovi sapori come ad esempio nuovi cibi solidi o liquidi. È importante lasciare il bambino il più autonomo possibile per far si che scopra i propri tempi, ritmi, gusti e bisogni. Il pranzo sono preceduti da una serie di sequenze che si ripetono sempre uguali, ma che vengono ampliate a seconda del grado di comprensione raggiunta dal bambino. La frase E pronto il pranzo, il mettersi in fila, il sedersi sulla sedia o sul seggiolone, l indossare il bavaglino, la frasi Si mangia e Buon appetito, sono sequenze molto semplici e segnali ben precisi di ciò che sta per accadere, segnali che il bambino riuscirà in breve a riconoscere. Il cibo non ha soltanto la valenza di soddisfare un bisogno fisiologico, ma è anche un modo privilegiato attraverso il quale un bambino piccolo entra in contatto con la realtà, per questo è importante che non abbia paura di sporcarsi e ne sperimenti fin da subito il senso di piacere che ne deriva. Il pranzo inoltre: " Incoraggia l autonomia del bambino nell usare le posate da solo; " Sollecita la sua collaborazione. " Contribuisce allo sviluppo della motricità fine e della coordinazione. Insomma, mangiare al Nido significa elaborare insieme agli altri un rituale fatto di tempi e scansioni particolari, di scambi, di vicinanze e di sensazioni molteplici. E una grande conquista di crescita, occasione di apprendimento con un adulto vicino attento ed incoraggiante. L uscita: Le educatrici con i bambini aspettano i famigliari nelle sezioni dove giocano liberamente, accompagnati da canti, giochi o racconti. Ogni bambino attende il momento del ricongiungimento dedicandosi a ciò che più gli interessa. Le attività al Nido Il Nido stimola lo sviluppo evolutivo delle dimensioni sociali, cognitive, affettive, motorie, linguistiche del bambino, consentendogli di soddisfare tutte le proprie curiosità ed i propri bisogni di esplorazione e conoscenza. Le attività didattiche che si propongono ai bambini cambiano secondo la loro età. Le attività sono meramente ludiche in quanto il gioco è indispensabile per una crescita affettiva, relazionale e cognitiva del bambino. Il gioco è la dimensione naturale del bambino che viene valorizzato in tutti i suoi aspetti dal gioco autonomo/libero a quello guidato e didattico.

8 GIOCO AUTONOMO/LIBERO: E l attività spontanea e istintiva più importante. E fine a se stessa ma non per questo secondaria. Il bambino impara a proporsi liberamente nell ambiente e con i coetanei, impara giocando come se (gioco simbolico) ad avvicinarsi al mondo degli adulti, a dare un senso a se stesso e alla realtà e a modificarla. GIOCO STRUTTURATO: Sono giochi, generalmente in presenza dell adulto e con una attenzione condivisa, che aiutano il bambino a comprendere l esistenza di regole e relazioni con la sua realtà circostante. Le attività proposte si ripartiscono in: " Attività manipolative - costruttive " Attività simboliche " Attività motorie " Attività linguistiche e musicali (favole, filastrocche, canzoni, ecc...anche in lingua inglese) " Attività sociali (giochi di gruppo guidati e liberi). Attività manipolative - costruttive La manipolazione è una delle opportunità di conoscenza per il bambino nei confronti del mondo circostante; essa sollecita curiosità e disponibilità alla scoperta, introducendo il bimbo alle prime operazioni di concettualizzazione. Attraverso i giochi del riempire e del travasare, il bambino consolida la capacità di equilibrio e di coordinazione oculo-manuale, sperimentando altresì nozioni topologiche e matematiche (sopra/sotto, pesante/leggero, dentro/fuori ). Questo tipo di esperienze aiutano il bambino a rafforzare il proprio livello percettivo, stimolandolo ad esplorare e toccare materiali diversi e permettendogli di sperimentare il piacere di sporcarsi e pasticciare. Tra i materiali messi a disposizione all interno del Nido ci sono: la farina, la crusca, il riso, la pasta e la pastina di tipo alimentare, la carta, il cartone e la plastica, il didò, il cotone e tutti i materiali che si trovano in natura (foglie, legno, erba, frutti stagionali ) Altre attività organizzate possono essere quelle costruttive con i vari tipi di lego e con i cuscinoni da impilare uno sopra l altro per inventare gli oggetti più disparati (ponti, scivoli, casette, castelli, torri ). Attività simboliche Durante il secondo anno di vita il bambino comincia ad interessarsi ai giochi di rappresentazione, sviluppa cioè la capacità di pensare, evocare, rappresentare oggetti, persone non presenti; nel gioco simbolico il bambino riproduce esperienze della propria vita. Attività linguistiche Dominare le modalità e gli strumenti per comunicare significa poter entrare in relazione con gli altri, migliorando la qualità della propria esperienza di vita sotto il profilo sia cognitivo che sociale. L uso corretto, consapevole ed intenzionale di gesti e parole porta progressivamente il bambino a partecipare a momenti di dialogo e di comunicazione sempre più soddisfacenti che gli consentono di intervenire con successo all interno del gruppo e di riconoscersi come vero protagonista della relazione. La buona stimolazione dell uso del linguaggio arricchisce la competenza linguistica del bambino stesso, aspetto che una educatrice del Nido non dovrebbe mai sottovalutare. Anche il piccolo gruppo può favorire una buona comunicazione perché permette al bambino di confrontare con gli altri i propri bisogni, sensazioni, opinioni, e di esprimere i propri punti di vista e stati d animo. Attività motorie Nell area dei lattanti, essendo i bambini molto piccoli e quindi non in grado di compiere attività grafico-pittoriche e manipolative complesse, il compito delle educatrici sarà quello di proporre attività che sviluppino il senso motorio del bambino, che promuovano la sua motricità e che

9 aiutino il bambino a considerare il proprio corpo come un vero e proprio canale comunicativo ed espressivo. Per rafforzare e sostenere questo processo si avvalleranno di vari strumenti messi a disposizione all interno del Nido come gli specchi, gioco che sostiene la conoscenza mimica e gestuale del corpo, ed i percorsi guidati, che permettono di conoscere e sperimentare la forza di gravità. Attività musicali Anche la musica è comunicazione e pertanto sia la produzione che la comprensione dei messaggi sonori rientrano tra le attività curricolari. L ascolto e la produzione di canzoni, canti, filastrocche, contribuiscono a sviluppare la dimensione percettiva legata alla musica. 6. LA NOSTRA PROGRAMMAZIONE La necessità della programmazione nasce insieme all esigenza di dare un immagine diversa di Nido: non più solo come servizio, ma come luogo promozionale per un organico sviluppo delle potenzialità cognitive del bambino. Da qui il bisogno per gli operatori di avere un metodo di lavoro perché nulla venga lasciato alla casualità. Per lavorare in maniera sistematica abbiamo sintetizzato in 3 aree lo sviluppo del bambino: - Area psico-motoria - Area cognitiva - Area comunicativa-sociale. Gli obiettivi specificati sono divisi in fase di età, in base agli obiettivi sono suggerite le attività da proporre. Questo, per rendere più pratico il lavoro, ma nella consapevolezza che motorio, cognitivo e sociale costituiscono un processo unico di crescita. Le attività possono essere strutturate dall adulto o partire dalla casualità, cioè da giochi creati spontaneamente dai bambini e che l educatore canalizza verso determinati obiettivi. Deve essere dato un equivalente spazio allo sviluppo di tutte e 3 le aree. La valutazione avviene attraverso osservazioni periodiche del singolo bambino nelle varie situazioni: gioco libero, attività strutturate, le sue risposte agli stimoli ricevuti, coinvolgimento nelle attività proposte. Viene ulteriormente usato un quadernone sul quale vengono annotate le osservazioni fatte, per dare continuità al lavoro e per non dimenticare i piccoli particolari che assumono importanza nella valutazione finale. Concludendo, attraverso la programmazione viene costruita una didattica del Nido, nella quale l osservazione si pone come l aspetto permanente tra il sapere e il fare al Nido, dall organizzazione degli spazi, alle proposte di gioco, alla capacità di intervenire al momento giusto in un ottica di continua crescita educativa, nella consapevolezza che il bambino che trova le proposte giuste, con i materiali adatti a lui, è un bambino che non solo costituisce la sua conoscenza, ma anche la sua sicurezza emotiva che si fonda su una buona percezione di sé e delle proprie capacità. 7. SPAZIO LUDICO-DIDATTICO L ambiente fisico e quello psicologico interagiscono e si definiscono a vicenda per dare al bambino un senso di sicurezza e, allo stesso tempo, garantiscono la soddisfazione della curiosità tipiche di questa età. Al bambino va offerto uno spazio che sia sicuro sia dal punto di vista della salvaguardia della salute (nessun luogo pericoloso per l incolumità fisica o soggetto a inquinamento ambientale e acustico ) sia dal punto di vista psicologico. Un ambiente familiare rassicurante garantisce un senso di continuità e di accoglienza che favoriscono l ambientamento dei bambini al nuovo spazio. La struttura è organizzata in base all età dei bambini in modo tale che ognuno abbia il proprio spazio adeguato; le sale del Nido sono provviste di angoli allestiti per soddisfare i bisogni dei bimbi. Una giusta organizzazione della struttura accogliente e a misura di bambino è sicuramente un punto di forza per l instaurazione di un buon rapporto tra l educatrice ed il bambino stesso. Ogni piccolo si adatta alla realtà in cui vive; ecco perché fondamentale un adeguata strutturazione dell ambiente per permettergli di sperimentare, conoscere e proiettare le proprie emozioni. Le attività educative realizzano un clima di accoglienza dell ambiente educativo nei confronti di ogni bambina e bambino e dei loro genitori, in cui assumono particolare rilevanza: i momenti del primo ingresso nel nido; gli scambi comunicativi armonici e costanti tra gli operatori, i genitori e i bambini; la conoscenza del progetto educativo e delle sue finalità; la trasmissione verticale

10 (dall adulto al bambino) e orizzontale (tra bambini) delle conoscenze. Le attività riguardano diversi contesti di esperienza: psicomotorio, grafico-pittoriche, di manipolazione-costruzione, di gioco di finzione e di assunzione di ruoli, di narrazione, al fine di favorire l attivazione integrata di relazioni, affetti, competenze da parte dei bambini. L ambiente è concepito e vissuto come interlocutore educativo che con le su opportunità, con i suoi spazi strutturati sollecita i bimbi a esperienze di conoscenza, di gioco, di scoperta e di ricerca. Gli spazi sono specificatamente definiti e organizzati per permettere ai piccoli di muoversi in modo autonomo e di sperimentare attivamente le proprie competenze. Devono inoltre garantire la possibilità di svolgimento delle attività in diversi contesti interattivi: tra coetanei in coppie, in piccoli gruppi e in grandi gruppi. Verranno predisposti spazi per la realizzazione di laboratori, intesi come possibilità quotidiane, di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più punti di vista valorizzando l espressività e la creatività di ciascun bambino. Per esempio il laboratorio della fiaba, in cui si ascolteranno fiabe con l obiettivo di riuscire a suscitare nel bambino interesse e senso di drammatizzazione. Ogni bambino si deve appropriare delle storie che ascolta e impara, perché questo lo aiuterà ad affinare il linguaggio e a imparare ad associare il nome alla cosa giusta. Lo spazio a disposizione per le attività previste è costituito da:! una stanza per le attività! una stanza per i giochi e sala di psicomotricità*! un giardino per i giochi esterni *Sala di psicomotricità: i bambini imparano a conoscere il proprio corpo e a mimare i movimenti i movimenti e gli atteggiamenti di soggetti particolari (es. animali) a loro proposti; inoltre imparano a discriminare i vari tipi di superficie (liscio, ruvido, caldo, freddo, ). Le educatrici creano percorsi psicomotori sempre diversi e realizzano veri e propri percorsi strutturati (es. ostacoli da saltare, evitare, spostare, passare sotto, ) La disposizione e l organizzazione degli spazi e dei materiali in un asilo nido è molto importante dal punto di vista educativo poiché si ripercuote sull organizzazione cognitiva sociale e affettiva del bambino. Il bambino molto presto impara a connotare uno spazio fisico di significati affettivi. In particolare Sorrisi in giostra ha organizzato gli spazi,gli arredi e i materiali tenendo conto di tre fondamentali bisogni del bambino da 0 a 3 anni:! bisogno di sicurezza! bisogno di indipendenza! bisogno di esplorazione Particolare importanza è stata data anche all aspetto estetico,creando un ambiente gradevole caldo accogliente.gli spazi sono molto luminosi per la presenza di ampie finestre.tutti gli arredi sono a norma secondo quanto previsto dal Piano Regionale in riferimento agli asili nido. Gli spazi sono suddivisi in angoli separati,allo scopo di favorire il gioco in piccolo gruppo incentivare l interazione,evitare la dispersività,creare un contesto contenitivo per il bambino. 8. LA GIORNATA TIPO ACCOGLIENZA E GIOCO LIBERO NANNA LATTANTI CAMBIO MERENDA ATTIVITA STRUTTURATE LETTURA, BALLO E CANTO PREPARAZIONE AL PRANZO LATTANTI

11 PRANZO LATTANTI PREPARAZIONE AL PRANZO DIVEZZI PRANZO DIVEZZI GIOCO LIBERO, CAMBIO O USCITA LETTURA NANNA CAMBIO MERENDA USCITA, GIOCO LIBERO

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