UN ESPERIMENTO DI MATCHED-GUISE IN TOSCANA

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1 UN ESPERIMENTO DI MATCHED-GUISE IN TOSCANA SILVIA CALAMAI & IRENE RICCI L idea che per raggiungere la chiarezza su un termine generale si debba trovare l elemento comune a tutte le sue applicazioni ha messo in gabbia la ricerca filosofica perché non solo non ha portato a nessun risultato, ma ha anche indotto il filosofo a giudicare irrilevanti i casi concreti, i quali soli avrebbero potuto aiutarlo a comprendere l uso del termine generale (L. Wittgenstein, Libro blu e libro marrone) 1. Dalla produzione all ascolto Grazie alla sintesi vocale è possibile costruire esperimenti percettivi in cui, sotto il diretto controllo del ricercatore, vengono modificati nella catena sonora soltanto certi attributi fonetici; siffatte variazioni, calibrate sperimentalmente, consentono anche di meglio individuare quali caratteristiche fonetiche siano sfruttate dai parlanti come segnali di appartenenza diatopica. Come viene suggerito efficacemente in Preston (in stampa), con la sintesi vocale le ricerche dialettologiche possono in qualche modo arginare i difetti di analisi relativi alla percezione sonora (ciò che si ascolta è davvero ciò che viene acusticamente prodotto?), mentre gli studi sulle attitudini linguistiche possono essere in parte tutelati da errori relativi alla produzione (si La redazione scritta dell articolo è opera di Silvia Calamai. La parte sperimentale del lavoro è stata curata da entrambe le autrici; la parte statistica è stata svolta da Irene Ricci. Un ringraziamento sentito va alle tre scuole superiori coinvolte nell esperimento (Istituto Tecnico Agrario di, ITIS Leonardo da Vinci di, Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Programmatori A. Vespucci P. Calamandrei di ) e ai docenti che nel periodo settembre-novembre 24 hanno reso possibili gli incontri con gli studenti. Il percorso di ricerca qui delineato ha potuto beneficiare di osservazioni preziose da parte di Pier Marco Bertinetto, Giovanna Marotta e Rosanna Sornicola.

2 reagisce alle voci giudicate differenti o si reagisce a particolari tratti fonetici indirettamente veicolati da queste voci?). L area toscana è abbastanza coperta per quanto concerne gli studi acustici, e può a nostro avviso rappresentare un buon laboratorio di analisi per ricerche costruite in chiave sociofonetica (Thomas 22: ; Clopper & Pisoni 25: 328), che prendano in esame anche aspetti di tipo percettivo 1 : sappiamo (o cominciamo a sapere) come i parlanti adoperano certe variabili ma abbiamo pochissime informazioni su come queste variabili siano interpretate dagli ascoltatori. L indagine qui presentata ha pertanto un carattere esplorativo: fa tesoro delle conoscenze acquisite sul versante acustico, utilizzando al contempo una metodologia mutuata anche dalla dialettologia percettiva (Cini & Regis 22), la quale permette di osservare come la gente percepisce non nel senso di riceve, decodifica ma nel senso di intende/reagisce a il linguaggio (Berruto 22: 343): la ricerca vorrebbe essere pertanto un primo passo verso un più ampio studio capace di sfruttare le conoscenze acquisite sul versante acustico per meglio comprendere cosa succeda dalla parte dell ascoltatore. Proprio per questo suo carattere di indagine pilota, solo 1 Richiamiamo in nota alcuni dei lavori recenti compiuti nell ambito della fonetica sperimentale. Diversi fenomeni consonantici sono affrontati in Marotta (21), Marotta & Nocchi (21), Marotta et aliae (22), Nocchi (22; 23; 24); alcuni sistemi vocalici sono descritti in Sorianello (21; 22), Calamai (21; 24a; 24b). Aspetti prosodici sono trattati in Marotta & Sorianello (21); Gili Fivela (24); Marotta (22); Brigato & Marotta (22); Marotta & Sardelli (23); Marotta, Calamai & Sardelli (24). Per la durata vocalica e consonantica disponiamo delle indagini di Turchi & Bertinetto (2), di Dell Aglio, Bertinetto & Agonigi (22), di Dell Aglio (23; 24). 64

3 secondariamente ricorre all analisi statistica, pur essendo abbastanza consistente il campione di soggetti utilizzato nell esperimento. I dati sulla percezione di cambiamenti temporali e frequenziali sono stati elicitati attraverso la tecnica cosiddetta matched-guise ( 2), utilizzata soprattutto negli studi di psicologia sociale e di sociolinguistica 2. Esperimenti sul campo che registrano le reazioni percettive dei parlanti, così come le loro valutazioni soggettive, possono essere interpretati pienamente soltanto se vengono confrontati con l uso effettivo: l indagine è stata pertanto condotta in tre città, e che sono già state descritte sul piano acustico. Non sono molti gli studi che si propongono di combinare fonetica acustica e dialettologia percettiva: la parte concernente i veri e propri risultati ( 5) è pertanto preceduta da alcune riflessioni metodologiche, anche per mostrare il carattere controverso di certe scelte relative alla costruzione del disegno sperimentale; alcune pagine sono quindi dedicate alla presentazione del questionario ( 3) e alla costruzione delle batterie di stimoli ( 4). I fenomeni osservati riguardano il particolare vocalismo tonico di area livornese e pisana, che si manifesta in un consistente abbassamento 2 In area italiana non sono molti i lavori che vi ricorrono, con diversi aggiustamenti (cfr. Baroni 1983; Volkart-Rey 199; Antonini & Moretti 2), e in ogni caso non nella prospettiva adottata in questa indagine. Risulta peraltro difficile trovare una univoca traduzione di matched-guise: in Berruto (1995: 113) si propone travestimenti (di voci) a confronto, in Volkart-Rey (199: 3) mascheramento (di voci) a confronto, in Cardona (1988: 132) falsa coppia. Anche per questo abbiamo preferito mantenere l etichetta inglese. 65

4 delle vocali medio-basse 3 e nella velarizzazione di /a/, e che appare un tratto bandiera, ben percepito dagli stessi parlanti (Calamai 22). Gli aspetti acustici in gioco non si limitano all abbassamento della prima formante (peraltro concentrato su alcuni foni vocalici e non esteso a tutto il sistema), ma coinvolgono anche il dominio prosodico: nel parlato meno controllato si osserva una maggiore durata per alcune vocali (in special modo quelle colpite da abbassamento) e soprattutto nelle parole prominenti una maggiore modulazione della frequenza fondamentale 4. L abbassamento delle medio-basse è accompagnato (o, più probabilmente, preceduto) dalla velarizzazione di /a/, che nell area occidentale toscana occupa un area piuttosto posteriore dello spazio acustico (Calamai 24a). Visto che le differenze in gioco si situano sul piano della realizzazione (per le tre città il sistema fonologico è, ovviamente, lo stesso) e visto che il vocalismo fiorentino appare, da questo punto di vista, più neutro, l indagine vuole valutare se alcune variabili acustiche siano sufficientemente salienti per segnalare l appartenenza diatopica del parlante. 3 La vocale / / è spesso realizzata come [æ]: l assetto acustico dell area ha, nell accezione di Ladefoged (1984), un carattere asimmetrico. 4 Marotta, Calamai & Sardelli (24). Resta ancora da comprendere in maniera approfondita la presenza di una maggiore instabilità formantica e di (più o meno evidenti) dittongazioni in tipologie più libere di parlato; di dittongazioni limitatamente a una pronuncia marcata scrive ad esempio Canepari (1999: 9-41). 66

5 2. La tecnica matched-guise La tecnica utilizzata nell esperimento è una particolare versione del test denominato matched-guise, ideato negli anni Sessanta dal canadese Wallace Lambert nel contesto bilingue francese-inglese: il test intende stimolare situazioni e contesti in cui la riflessione metalinguistica possa sorgere in maniera indiretta, evitando il ricorso a domande esplicite. Nella sua forma canonica, i soggetti ascoltano campioni di parlato da voci che vengono presentate dallo sperimentatore come differenti e devono attribuire valutazioni soggettive in relazione alla personalità di chi emette la voce ascoltata. In realtà, le voci sono prodotte da uno stesso parlante che assume differenti sembianze (guises), sfruttando diverse selezioni di variabili linguistiche: in questo modo, quando un ascoltare risponde in maniera divergente a due versioni della stessa voce, la differenza nel giudizio può essere attribuita alla presenza/assenza di una particolare variabile. È dunque possibile ottenere non reazioni inconsce alle voci (in realtà emesse da un unico parlante) ma reazioni alle diverse lingue o alle diverse varietà di lingua. Il vincolo dell unico parlante pone tuttavia delle limitazioni oggettive, legate alla evidente difficoltà di reperire soggetti che siano perfettamente bilingui o che riescano comunque a dominare allo stesso modo differenti varietà di lingua: anche per questo motivo, la tecnica ha subito modifiche e aggiustamenti, come 67

6 ad esempio nel cosiddetto verbal guise 5, in cui parlanti differenti forniscono le differenti voci in diverse varietà di lingua. Rispetto a metodologie più dirette, quali i questionari, una siffatta tecnica permette un alto grado di introspezione e produce dunque risposte più spontanee, anche se ha vari punti deboli, soprattutto nella sua parte sperimentale: in primo luogo, viene usata in situazioni (classi, laboratori) che non sono molto naturali e che in qualche modo pongono costrizioni al soggetto, al quale peraltro viene chiesto un compito piuttosto artificiale, poiché molto raramente può accadere che le persone esprimano giudizi su altre persone soltanto sulla base della voce. Inoltre, la ripetizione dello stesso messaggio all interno delle batterie di test porta il soggetto a concentrarsi sui tratti linguistici in una maniera profondamente diversa rispetto a quanto avverrebbe in una situazione comunicativa normale 6. Infine, tale tecnica che si sposa bene con la tradizionale sociolinguistica correlativa e che è preziosa per indagare variabili fonetiche è stata criticata nei lavori di impostazione interpretativa e pragmatica per il suo basarsi su una concezione statica del rapporto fra comportamento linguistico, atteggiamenti e contesto situazionale (Berruto 1995: 115). Nella nostra ricerca viene usata non per indagare la percezione, da parte dei parlanti, delle stratificazioni sociali così come queste vengono veicolate dalla pronuncia, ma per valutare se certi indici 5 Una panoramica relativa a queste metodologie è in Ryan, Giles & Hewstone (1988). 6 Vd. quanto si scrive in 4 a proposito della percezione dei cambiamenti di durata. Nel versione originale della tecnica, c è anche il rischio che le voci siano giudicate sulla base dello stile di lettura e non sulla produzione linguistica vera e propria. 68

7 fonetici siano sufficienti a indicare la provenienza del parlante, alla maniera con cui mutatis mutandis in Graff, Labov & Harris (1986) è stata indagata la differenza tra black e white English nella parlata di Philadelphia. Nella formulazione originale di Lambert, la tecnica non mira a pesare la salienza relativa di specifici tratti linguistici; nella versione modificata di Graff, Labov & Harris (1986) il focus ricade su particolari tratti linguistici dotati di valenza sociolinguistica, tratti che vengono sistematicamente variati mentre tutto il resto del materiale fonico è mantenuto costante. Il disegno sperimentale costruito dagli autori mira a valutare l esistenza di una correlazione tra determinate realizzazioni foniche e l identità etnica : in particolare, viene modificato un singolo suono 7 nell enunciato lasciando inalterata la naturalezza della produzione linguistica col duplice scopo di valutare, nel confronto tra black English e white English, sia il grado di consapevolezza dei cambiamenti fonetici presso i parlanti, sia se questi cambiamenti fonetici sono in grado di agire da denominatori etnici (markers of ethnic identity) all interno della comunità linguistica 8. 7 Nella fattispecie, la diversa realizzazione dei dittonghi /aw/ e /ow/. 8 In tempi più recenti, anche nelle ricerche di Dennis Preston e di Nancy Niedzielski si fa ricorso alla sintesi vocale per indagare la relazione fra la percezione vocalica e i meccanismi del cambiamento linguistico presenti nell area di Detroit (cfr. Niedzielski 1995, 1999; Preston 1997). In particolare, Niedzielski (1999) ricorre al cosiddetto vowel-matching, un compito sperimentale che mostra come la percezione vocalica non abbia un carattere assoluto e invariante ma al contrario sia mediata dalle conoscenze, reali o presunte tali, che del parlante ha l ascoltatore (la provenienza, in primo luogo). 69

8 3. Costruzione del questionario Il campione è costituito da una categoria relativamente omogenea di soggetti, rappresentata da 55 studenti di V classi degli istituti tecnici di, di e di 9. La scelta si è concentrata su questa popolazione poiché il versante per così dire ingenuo, legato alle opinioni linguistiche, è stato oggetto di una precedente ricerca condotta in quattro scuole superiori di e di (Calamai 22). È quindi possibile mettere parzialmente a confronto le due indagini per ottenere un quadro più preciso relativo alle dinamiche in azione sul versante della linguistica soggettiva. Differenti sezioni compongono il questionario, la cui struttura apparentemente eterogenea è riportata nella Tab.1. Nella prima domanda si chiedono informazioni generali riguardanti il soggetto stesso 1, il quale nella seconda parte viene invitato a descrivere il proprio dialetto con accenni a possibili differenze generazionali. La terza parte riguarda la creazione di mappe percettive: in una cartina della Toscana il soggetto deve collegare insieme quelle zone giudicate simili per quanto concerne la parlata. La quarta sezione riguarda i confini vocalici e intende valutare la presenza di un effetto del luogo di provenienza nella categorizzazione di coppie minime in cui vengono modificate le formanti della vocale tonica (Calamai & Ricci, in stampa). Le sezioni quinta e sesta del questionario prevedono 9 In ciascuna scuola, le sessioni sperimentali della durata di circa un ora si sono svolte nel laboratorio linguistico e sono state precedute da una descrizione dettagliata del questionario; gli studenti, muniti di cuffia, hanno svolto il compito in banchi isolati fra loro. 1 Località di provenienza, età, sesso, luogo di nascita dei genitori. 7

9 l utilizzo della tecnica matched-guise per quanto concerne la percezione dei cambiamenti frequenziali e temporali in / a/ all interno di parole isolate e, limitatamente alla percezione dei cambiamenti temporali, in / / e in / / all interno di frasi di parlato semispontaneo. Infine, l ultima parte si concentra più direttamente sugli atteggiamenti linguistici e intende elicitare valutazioni soggettive a frasi di parlato semispontaneo pronunciate da locutori provenienti da, e Informazioni sul soggetto (età, luogo di nascita, sesso) 2 Dialettologia ingenua (informazioni sulla propria parlata e sulle differenze generazionali) 3 Mappe percettive 4 Confini tra vocali adiacenti (risposte chiuse) Matched-guise percezione della modifiche di durata e delle 5 modifiche timbriche per / /, / / e /a/ in parole isolate (risposte chiuse) 6 Matched-guise percezione della durata per / / e / / in frasi di parlato semispontaneo (risposte chiuse) Indagine sugli elementi non linguistici (socio-culturali) 7 associati a frasi di parlato semispontaneo prodotte da parlanti di,, (risposte aperte) Tab.1 Schema del questionario In un questionario costruito con l apporto di diverse prospettive, le attitudini verso alcune varietà di lingua, così come le relazioni tra particolari fenomeni fonetici e la loro provenienza geografica possono 11 La parte relativa alle mappe percettive e quella relativa all ultima sezione del questionario è oggetto di un contributo a parte, in fase di avanzata elaborazione. 71

10 essere utilmente rapportate con la percezione soggettiva dei confini tra le diverse parlate toscane Costruzione delle batterie sperimentali: scelte metodologiche e procedure operative Gli aspetti metodologici implicati nella costruzione del test matchedguise mediante l ausilio della sintesi vocale sono molti e abbastanza complessi. In primo luogo, lo sperimentatore deve decidere che tipo di materiale manipolare, sia da un punto di vista della modalità di parlato (se naturale o sintetico) 13, sia da un punto di vista della caratterizzazione diatopica (italiano neutro o italiano regionale di base toscana?) 14, sia infine da un punto di vista della caratterizzazione diafasica (parlato letto, altamente controllato, o parlato più libero, ipoarticolato?). Se la scelta si colloca verso il polo alto tra i due estremi supra descritti (se, ad esempio, si decide di utilizzare una lista di parole lette da uno speaker professionista privo di inflessione dialettale o regionale), lo sperimentatore deve poi decidere se usare parole o pseudoparole: nel caso delle parole, il risultato potrebbe venire sporcato da un effetto frequenza 15 ; nel caso delle pseudoparole, il compito potrebbe diventare innaturale e particolarmente difficile senza uno specifico addestramento. Anche 12 Cfr. Preston (1989: 3); Williams, Garrett, Coupuland (1999: ); Clopper & Pisoni (25: 319). 13 L intelligibilità e la comprensione di parlato sintetico sono diverse rispetto alla comprensione e alla intelligibilità di parlato naturale (Liu & Kewley-Port 24). 14 Con tutti i dubbi che simili etichette si portano dietro. 15 L informazione lessicale può influenzare l identificazione della parola (Ganong 19). 72

11 per questi motivi, l indagine non si è concentrata su di un solo stile d eloquio: l esperimento prevede sia una sessione con materiale proveniente da parlato letto ( 5.1), sia una sessione più piccola costruita con materiale proveniente da parlato semispontaneo ( 5.2). Obiettivo della ricerca è valutare se una differenza relativa ai valori frequenziali o temporali nella vocale tonica è sufficiente per segnalare una distinzione fra le tre città toscane; se, in altre parole, è sufficiente per agire come segnale geografico. Dal momento che l indagine non si concentra su aspetti squisitamente linguistici, ma punta l attenzione sul legame tra fatti di lingua e (eventuale) marcatezza diatopica, le modifiche ai valori formantici e a quelli di durata sono state compiute per passi piuttosto macroscopici 16 : 5-1 Hz per le formanti, ms per gli incrementi temporali del 2% 17, 57- ms (nel parlato letto) e ms (nel parlato semispontaneo) per gli incrementi temporali del 5%. Le modifiche formantiche avvengono dunque mediante intervalli superiori ai valori soglia percepibili dall orecchio umano, nonostante in letteratura questi valori non siano univoci (cfr. Flanagan 1955, 1957; Mermelstein 1978; Kewley-Port & Watson 1994) 18. Anche nel caso dei cambiamenti in durata, non c è accordo completo 16 Un percorso differente è stato adottato nelle batterie di coppie minime, ove l attenzione è concentrata sul confine categoriale tra vocali contigue nello spazio acustico (Calamai & Ricci, in stampa). 17 La motivazione alla base di tale valore percentuale è discussa infra. 18 Gli incrementi percentuali di F 1 sono del 19,4%, del 29,1% e del 38,8% per lo stimolo esplodere e del 22,2%, del 33,4%, del 44,5% per lo stimolo perfetto. Nel caso di calco, la F 1 è stata diminuita del 6,1% e del 12,3%, mentre la F 2 è stata diminuita del 7,8% e del 15,7%. Ricordiamo che in Kewley-Port & Watson (1994) la soglia per la discriminazione uditiva delle frequenze formantiche è stabilita, per F 1, in circa 14 Hz e, per F 2, in circa l 1.5% del valore della stessa formante. 73

12 su quale sia il valore delle minime differenze temporali che l orecchio può percepire: le cosiddette Just Noticeable Differences (JND) sono comprese tra i 1 e i ms (Lehiste 197: 11-13; Klatt 1976: ) 19. L intervallo temporale relativamente esteso che emerge dai vari risultati presenti in letteratura potrebbe essere spiegato, in parte, dallo stesso disegno sperimentale: il fatto che in molte indagini la medesima parola target sia ripetuta più volte permette all ascoltatore di sviluppare strategie in grado di affilare la propria capacità di udire differenze temporali anche piccole (Klatt 1976: 1219; O Shaughnessy 1987: 1-161). L aumento del 5% della durata vocalica è dunque un aumento senza dubbio percepibile; in ogni caso, nella costruzione delle batterie sperimentali, è stato inserito anche un allungamento per così dire intermedio, del 2%: soltanto le modifiche temporali che raggiungono questa soglia possono servire come indici percettivi primari (Klatt 1976: 1219). Sempre in relazione al protocollo di analisi sono da menzionare, seppur in maniera cursoria, altri caveat relativi a fattori quali l addestramento dei soggetti, l esistenza di strategie individuali nei compiti uditivi, le condizioni ambientali in cui è stato svolto il test. In 19 La sensibilità ai cambi di durata dipende essenzialmente da tre fattori (Klatt & Cooper 1975): la durata intrinseca del segmento (le JND sono direttamente proporzionali alla durata complessiva del segmento), la posizione della sillaba nella parola (la sensibilità ai cambi di durata è maggiore per i segmenti in sillabe non finali di parola), la posizione della parola nell enunciato. I soggetti sono più sensibili a mutamenti nella durata delle vocali rispetto a mutamenti nella durata delle consonanti (Huggins 1972: 1274); alterazioni nella durata della vocale influenzano l accettabilità di un item più delle alterazioni nella durata della consonante (Carlson & Granström 1975). Infine, sulla percezione della durata di un fono vocalico 74

13 primo luogo, anche se la parte sulla percezione dei cambiamenti di durata e di frequenze formantiche è stata spiegata in dettaglio, l esperimento non ha previsto un esplicito addestramento dei soggetti: considerati i luoghi di svolgimento del test e la tipologia delle persone coinvolte, si è ritenuto opportuno non far precedere l esperimento da sessioni di prova e di familiarizzazione con le singole batterie. Il mancato addestramento è tuttavia un elemento da considerare nella valutazione dei risultati: almeno nella discriminazione delle frequenze formantiche (Kewley-Port 21), indagini sperimentali hanno evidenziato la non piccola rilevanza di questo fattore 2. Inoltre, sarebbe necessario prendere in debita considerazione l esistenza di strategie squisitamente individuali e altamente variabili nei compiti di carattere uditivo (Johnson et al. 1987; Makashay 23), nonostante molte indagini di psicolinguistica tendano a considerare la categoria degli ascoltatori cosiddetti normali come una categoria omogenea. In più, il materiale utilizzato e l architettura sperimentale adottata sono in grado di influenzare sia le risposte, sia il processo di categorizzazione dell ascoltatore (Cutugno & Savy 1996): un paradigma a risposte forzate pone vincoli e limiti che spingerebbero a ripetere il test in una diversa condizione sperimentale, con una differente strutturazione del questionario, provando a costruire paradigmi di risposte libere o parzialmente libere. Infine, sono ancora pochissime le indagini che hanno per oggetto le differenze che intercorrono tra la percezione di l andamento della frequenza fondamentale ha una importanza non secondaria (Pisoni 1976). 75

14 suoni in condizioni ottimali di ascolto e la percezione di suoni in condizioni normali di ascolto 21 : il laboratorio linguistico di una scuola superiore non è una camera silente, né una piazza animata in un giorno di mercato, e anche da questo punto di vista, dunque, la nostra indagine si colloca in un territorio di confine, di cui si dovrà tenere conto in fase di ampliamento della ricerca. Gli oggetti manipolati nell esperimento sono alcune vocali toniche, nei loro attributi frequenziali (prima e seconda formante) e nei loro attributi temporali (durata): l indagine si è concentrata sulle vocali bandiera / / e / / e (limitatamente alle parole isolate) sulla vocale /a/ 22. Negli stimoli di parlato letto, i fenomeni sotto osservazione sono sia i cambiamenti timbrici, sia i cambiamenti nella durata; in quelli di parlato semispontaneo, l indagine si è concentrata esclusivamente sulla percezione di cambiamenti temporali. Le batterie di stimoli sono state realizzate con il programma Analysis-Synthesis Laboratory (ASL) della Kay Elemetrics 23 e sono state sottoposte ai soggetti tramite il programma Meds 22 (Music Experiment Development System), in ordine casuale e intervallate da un suono sintetico (beep). A titolo esemplificativo, in Tabb. 2-4 sono riportati alcuni stimoli, sia per le modifiche in altezza vocalica, sia per le modifiche in durata, 2 Sull addestramento dei soggetti si soffermano anche Clopper & Pisoni (25: ). 21 Un primo esperimento in tal senso è l indagine di Kewley-Port & Zheng (1999), incentrata sulla percezione delle frequenze formantiche. 22 Sono in corso di somministrazione sessioni sperimentali che prendono in considerazione anche le altre vocali. 23 I dettagli delle modifiche sono descritti in 5.1 e

15 relativamente a una entrata di parlato letto e a una frase di parlato semispontaneo. F 1 File Audio 1 originale originale.mp Hz +1 Hz.mp Hz +15 Hz.mp Hz +2 Hz.mp3 Tab.2 Modifiche frequenziali sulla parola esplodere. durata 1 originale File Audio originale.mp3 2 +2% +2%.mp3 3 +5% +5%.mp3 4-5% -5%.mp3 Tab.3 Modifiche temporali sulla parola esplodere. 77

16 durata 1 originale File Audio originale.mp3 2 +5% +5%.mp3 3-5% -5%.mp3 Tab.4 Modifiche temporali sulla frase Sì, verso la destra sì. Nei due riquadri viene riportato un estratto dal questionario, esattamente nella forma in cui è stato sottoposto agli studenti. 4) Ora sentirai alcune parole (esplodere, perfetto, calco) ripetute più volte (sono pronunciate da persone differenti). Prova a dire da quale città provengono le persone che pronunciano queste parole facendo la crocetta sulla località che ti sembra più pertinente I. esplodere: esplodere1 esplodere2 esplodere3 esplodere4 esplodere5 esplodere6 esplodere7 Ora ascolterai alcune frasi di persone che provengono da varie parti della Toscana: devi decidere qual è la loro città di provenienza 1) La frase che sentirai per tre volte, pronunciata da persone diverse, è: Sì, verso la destra, sì. (Le persone rispondono alla domanda: Devo andare verso la destra?). Le registrazioni sono state fatte per strada, c è un po di rumore... 1) 2) 3) 78

17 Come mostrano i due esempi, i soggetti hanno creduto di ascoltare stimoli provenienti da parlanti differenti: a queste diverse voci dovevano attribuire la provenienza, scegliendo fra le tre città di, e Risultati All interno della cosiddetta Informal Literature, nelle descrizioni più o meno impressionistiche delle varietà di, di e di, non sono rari i riferimenti relativi alla maggiore o minore durata dei segmenti 25. Ad esempio, della molta velocità del parlato fiorentino scrive il grammatico Girolamo Rosasco in un passo del VII dialogo Della lingua toscana (1777: 75): Passiamo ora ad esaminare i difetti da voi notati. Dite che i Fiorentini parlano con molta velocità. [...] Né so per qual ragione si abbia a fare in un tempo più lungo un azione, che si può fare in più breve; conciossiaché quel tempo di più, che utilmente si spende, pare che ozio si possa chiamare, e in conseguenza difetto. E in che cosa s ha egli ad impiegare quel tempo di più in parlando, se non in qualche cadenza, cantilena, o strascico di parole? Sulla cantilena e sulla lentezza del pisano si soffermano Zuccagni Orlandini (1864: 274), Sanminiatelli (1972: 5-51), Panzini (1919: 313); sulla lentezza e sulla cantilena del livornese scrivono, tra gli altri, Micheli (1897: 6-7) e Marchi (1993: 62). Anche in Calamai (22) la lentezza risulta essere uno degli attributi più ricorrenti 24 I soggetti hanno udito ogni stimolo una sola volta. Siamo coscienti che questa procedura sperimentale non è esente da critiche, come si rileva in Clopper & Pisoni (25: 321): se il test non fosse avvenuto all interno di scuole superiori, con una tempistica relativamente rigida, sarebbe stato preferibile consentire ai soggetti di ascoltare ripetutamente i singoli stimoli. 25 Una rassegna è in Calamai (24a). 79

18 nella descrizione della varietà livornese: Le parole si pronunciano lentamente enfatizzando su alcune di queste e [la cadenza] è aperta e chiassosa ; La cadenza è più lenta e si sofferma più sulle vocali ; La cadenza è blanda, ci soffermiamo molto sulle vocali 26. Ugualmente, le vocali medie e in particolare / / sono giudicate più aperte, a più che a, e a più che a. Nei 5.1 e 5.2 vedremo allora se queste valutazioni per così dire ingenue sono confermate anche da una analisi condotta con la tecnica matched-guise. Per entrambi gli stili di parlato, sono commentati sia i risultati suddivisi per scuola, sia i risultati complessivi, in modo da evidenziare possibili tendenze generali. Negli istogrammi sono riportati i valori percentuali del campione; le frequenze complessive sono state sottoposte anche a una verifica statistica mediante il test del χ 2, in grado di fornire una misura dell adattamento tra la distribuzione teorica e la distribuzione empirica Sarebbero da indagare dettagliatamente quali siano i tratti legati alla personalità del parlante associati alla maggiore o minore lentezza d eloquio; esperimenti condotti con parlato sintetico hanno mostrato come l attribuzione di tratti psicologici quali competenza e benevolenza siano direttamente collegati alla manipolazione delle velocità: una maggiore competenza del parlante (e una sua minore benevolenza) è associata all aumento della velocità d eloquio (Brown, Strong & Rencher 1974; Smith et alii 1975). Sull area oggetto d indagine, l ultima sezione del questionario fornirà alcuni dati in proposito. 27 Il test si basa sul confronto tra frequenze osservate (sul campione) e frequenze attese sulla base dell ipotesi nulla che prevede un equidistribuzione delle risposte. La conferma statistica dell ipotesi alternativa (ovvero: frequenze diverse nelle tre città) non consente tuttavia di specificare ulteriormente l ipotesi: in altre parole, non è possibile stabilire quale delle tre città abbia influito maggiormente all interno dell analisi, pur essendo il peso di ciascuna individuabile, almeno in parte, sulla base delle mere frequenze. La soglia di significatività è stata fissata al 5%.

19 5.1 Parlato letto Sono state modificate tre parole prodotte in isolamento da un locutore fiorentino proveniente dal corpus AVIP-API: esplodere, perfetto, calco 28. La vocale tonica dei tre stimoli giudicati piuttosto neutri per quanto concerne la resa dialettale è stata dimezzata del 5% ed è stata allungata del 2% e del 5%. Per le vocali toniche medio-basse, il tracciato della prima formante è stato aumentato di 1 Hz, di 15 Hz, di 2 Hz. Per quanto concerne la vocale bassa, sono state modificate sia la prima che la seconda formante 29 : nel primo caso, il tracciato di F 1 è stato diminuito di 5 Hz, mentre il tracciato di F 2 è stato diminuito di 1 Hz; nel secondo stimolo modificato, il tracciato di F 1 è stato diminuito di 1 Hz, e il tracciato di F 2 è stato diminuito di 2 Hz. Per ciascuna parola la batteria è stata presentata secondo sequenze casuali. In sono presentati i risultati in percentuale relativi alle risposte degli studenti per quanto riguarda i tracciati formantici; in i risultati relativi alle modifiche in durata per le tre vocali. 28 Riportiamo di seguito i valori originali, di frequenza e di durata. Esplodere: F Hz, F Hz, F Hz, F Hz, f 1 Hz, durata 161 ms; perfetto: F Hz, F Hz, F Hz, F Hz, f 142 Hz, durata 114 ms; calco: F 1 9 Hz, F Hz, F 3 23 Hz, F Hz, f 146 Hz, durata 134 ms. In questa prima fase della ricerca, le variabili lunghezza della parola, struttura sillabica, struttura accentuale non sono state controllate. 29 In area occidentale la vocale bassa è realizzata come vocale posteriore: è stato dunque necessario intervenire su entrambe le formanti. 81

20 5.1.1 Modifiche in frequenza Vocale / / Le Figg.1-3 riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.4 i risultati globali. A e a lo stimolo originale è avvertito come facente parte della propria varietà (fiorentino a, pisano a ); a l originale è etichettato come fiorentino. Nelle tre località il cambiamento nell attribuzione della provenienza avviene quando lo stimolo aumenta di 2 Hz originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 Fig.1 Scuola di Fig.2 Scuola di originale F1 +1 F1 +15 F originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 Fig.3 Scuola di Fig.4 Valori complessivi 82

21 La Fig.4 mostra come l aumento dei valori della prima formante porti a percepire lo stimolo come non fiorentino 3. Vocale / / Le Figg.5-7 riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.8 i risultati globali: il quadro che emerge dai risultati relativi alla vocale bandiera per eccellenza è parzialmente differente rispetto a quanto è stato osservato per la vocale posteriore. Nei dati fiorentini ci sono due salti di località: il primo poco facilmente spiegabile, dal momento che l originale è classificato come pisano e che l aumento di 1 e di 15 Hz porta a classificare i due stimoli come fiorentini; il secondo atteso, poiché individua nello stimolo con / / aumentata di 2 Hz una provenienza livornese. Nelle scuole di e di il salto di località avviene subito a 1 Hz: i due stimoli superiori a questa soglia sono etichettati a come pisani e a come livornesi. 3 La distribuzione è statisticamente significativa per lo stimolo con l aumento di 1 Hz (χ 2 critico 6,266; p.,4) e per lo stimolo con l aumento di 2 Hz (χ 2 critico 14,681; p.,1). 83

22 originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 Fig.5 Scuola di Fig.6 Scuola di originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 originale F1 +1 F1 +15 F1 +2 Fig.7 Scuola di Fig.8 Valori complessivi Come per / /, l aumento della prima formante fa sì che lo stimolo sia percepito come livornese 31. La differenza rispetto alla vocale posteriore sta nel giudizio attributo allo stimolo originale, ritenuto pisano nelle scuole di e di. Per la vocale / / le percentuali complessive mostrano che basta un aumento di 1 Hz per etichettare lo stimolo come livornese (per la vocale / /, invece, questa categorizzazione avviene, nel campione complessivo, a 15 Hz). 31 La distribuzione è statisticamente significativa per lo stimolo originale (χ 2 critico 15,9; p.,1) e per lo stimolo con l aumento di 15 Hz (χ 2 critico 8,649; p.,13). 84

23 Vocale /a/ I valori percentuali suddivisi per località sono riportati nelle Figg. 9-11; nella Fig.12 compaiono i risultati globali. Anche se i risultati appaiono meno univoci, sono ugualmente rintracciabili linee di tendenza 32. Nel campione fiorentino lo stimolo è progressivamente percepito come meno fiorentino con l aumento delle modifiche nei tracciati formantici; nel campione pisano non si registra alcun effetto relativo alla località di attribuzione; negli studenti livornesi lo stimolo più posteriore è giudicato pisano, mentre gli altri due stimoli sono reputati di provenienza livornese. 32 Il test del χ 2 riporta esiti significativi solo per la distribuzione delle frequenze nel caso dello stimolo originale (χ 2 critico 7,111; p.,29). 85

24 originale F1-5, F2-1 F1-1, F2-2 originale F1-5, F2-1 F1-1, F2-2 Fig.9 Scuola di Fig.1 Scuola di originale F1-5, F2-1 F1-1, F2-2 originale F1-5 F2-1 F1-1 F2-2 Fig.11 Scuola di Fig.12 Valori complessivi Nel complesso, lo stimolo più posteriore è giudicato di provenienza occidentale (pisana in primis, in secondo luogo livornese). Questa risposta mostra una buona coincidenza tra produzione e percezione: la velarizzazione di /a/ è un tratto che ritroviamo diffusamente nella Toscana occidentale e non è fenomeno tipicamente livornese Modifiche in durata A differenza di quanto è stato osservato per i tracciati formantici, l effetto del luogo di attribuzione risulta meno chiaro; nel complesso, l aumento di durata del 2% appare scarsamente percepibile. 86

25 Vocale / / Le Figg riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.16 i risultati globali. Nel campione fiorentino, l aumento del 5% porta a etichettare lo stimolo come pisano (ma lo scarto è comunque minimo); nel campione pisano, l aumento del 5% spinge a etichettare lo stimolo come livornese; a la distribuzione delle percentuali non mostra alcun effetto della località di attribuzione originale V -5% V +2% V +5% originale V -5% V +2% V +5% Fig.13 Scuola di Fig.14 Scuola di originale V -5% V +2% V +5% 2 originale V -5% V +2% V +5% Fig.15 Scuola di Fig.16 Percentuali complessive 33 È francamente inspiegabile il risultato relativo alla vocale abbreviata del 5%, percepita da molti soggetti come livornese. Forse la vocale modificata che nella 87

26 La Fig.16 mostra come nella vocale tonica di esplodere l aumento o la diminuzione della durata non risulti essere legata a una località in particolare 34. Vocale / / I valori percentuali suddivisi per località sono riportati nelle Figg.17-19; i risultati globali nella Fig.2. Nel campione fiorentino e in quello livornese non si evidenzia alcun effetto della località di attribuzione; nel campione pisano si registra un salto nello stimolo allungato del 5%, etichettato come livornese da molti studenti. sua versione ridotta misura ms non è abbastanza breve per poter essere percepita come non livornese. 34 La distribuzione è statisticamente significativa soltanto per lo stimolo con la vocale tonica allungata del 2% (χ 2 critico 7,95; p.,19). 88

27 originale V -5% V +2% V +5% originale V -5% V +2% V +5% Fig.17 Scuola di Fig.18 Scuola di originale V -5% V +2% V +5% 2 originale V -5% V +2% V +5% Fig.19 Scuola di Fig.2 Percentuali complessive Come per / /, i cambiamenti nella durata hanno una scarsa rilevanza nell attribuzione alla località di provenienza della voce 35. Vocale /a/ Le Figg riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.24 i risultati globali. L effetto del fattore luogo di attribuzione è evidente nel campione pisano e in quello fiorentino, ove il salto di località avviene nello stimolo allungato del 5%, mentre non compare nel campione livornese. 35 La distribuzione è statisticamente significativa per lo stimolo originale (χ 2 critico 15,9; p.,1) e per lo stimolo con la vocale tonica allungata del 2% (χ 2 critico 7,578; p.,23). 89

28 originale V -5% V +2% V +5% originale V -5% V +2% V +5% Fig.21 Scuola di Fig.22 Scuola di originale V -5% V +2% V +5% 2 originale V -5% V +2% V +5% Fig.23 Scuola di Fig.24 Percentuali complessive Nel complesso, la vocale allungata del 5% risulta essere indice di livornesità; specularmente, la vocale abbreviata del 5% ha la percentuale più bassa di attribuzioni livornesi 36. Le distribuzioni percentuali relative ai cambiamenti formantici risultano abbastanza chiare anche in una tipologia di parlato molto controllata, come quella rappresentata dagli stimoli di parlato letto; all interno dello stesso materiale sonoro, i cambiamenti di durata 36 La distribuzione è statisticamente significativa per lo stimolo originale (χ 2 critico 15,9; p.,3), per lo stimolo con la vocale tonica dimezzata del 5% (χ 2 critico 15,774; p.,) e per lo stimolo con la vocale tonica allungata del 5% (χ 2 critico 17,829; p.,). 9

29 sembrano essere al contrario meno strettamente legati alla variabile diatopica. Anche per questa ragione è stata costruita una batteria di stimoli di parlato semispontaneo (vd. 5.2) che possa rappresentare un utile raffronto. Nel valutare i risultati provenienti dal parlato letto, non sarà forse da ignorare una certa resistenza del materiale sonoro di partenza, rappresentato da un fiorentino piuttosto neutro, su cui sono stati aggiunti fenomeni non fiorentini (cfr. 4): tra questi, in ogni caso, sono le modifiche timbriche a essere più caratterizzate in senso geografico. 5.2 Parlato semispontaneo: modifiche in durata Per un confronto con quanto è emerso dagli stimoli di parlato letto, sono state utilizzate tre frasi provenienti da parlato semispontaneo (map tasks), prodotte da un locutore pisano 37. Di ciascuna vengono riportati, entro parentesi, i valori medi di F 1, F 2, la durata e l escursione in semitoni della vocale tonica poi modificata nei suoi valori temporali: a) Sì, verso la destra, sì (F 1 553, F 2 163, ms 173, ST 3,52) b) Sì, la faccio a destra (F 1 587, F , ms 142, ST 1,4) c) Tipo, non lo so, se ho fame, una pasticceria (F 1 583, F , ms 223, ST 2,95) 37 Il materiale sonoro proviene dal corpus AVIP: in particolare, si tratta dell instruction follower della mappa A3 di. 91

30 Sono state prese in considerazione due frasi con la vocale / / tonica prominente che fossero formalmente confrontabili 38, e che presentassero una differenza consistente per quanto concerne i valori di durata e di modulazione della frequenza fondamentale all interno del segmento vocalico poi sottoposto a modifica. In più, anche il fattore abbassamento vocalico è differente nelle due vocali toniche sotto osservazione: il segmento più lungo e più modulata è meno aperto, mentre il segmento più aperto è più breve e meno modulato 39. La vocale tonica delle parole destra e so è stata allungata e dimezzata del 5%. Ai soggetti è stato chiesto, al solito, di attribuire, per ciascuna frase somministrata in sequenze casuali, la località di provenienza, scegliendo tra,,. Frase (a) Sì, verso la destra, sì Le Figg riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.28 i risultati globali. L originale è giudicato livornese a, pisano a e a. A e a lo stimolo con la vocale tonica abbreviata è giudicato fiorentino, a è reputato pisano. 38 In entrambi i casi viene modificata la vocale tonica di una stessa parola, finale di sintagma intonativo. I due enunciati sono comparabili anche per quanto riguarda la durata complessiva (1483 ms vs. 133 ms.). 39 Per la prima formante, la differenza è di 34 Hz, valore superiore alla soglia indicata in Kewley-Port & Watson (1994) per la discriminazione di F 1. La seconda formante, al contrario, ha in entrambi i casi un valore molto simile. La vocale non è stata allungata del 2% poiché questo aumento percentuale ha prodotto risultati poco rilevanti nel caso di parlato letto (vd. 5.1). 92

31 originale V +5% V -5% originale V +5% V -5% Fig.25 Scuola di Fig.26 Scuola di originale V +5% V -5% 2 originale V +5% V -5% Fig.27 Scuola di Fig.28 Percentuali complessive La frase originale è nel complesso reputata di provenienza non fiorentina, la frase con la vocale tonica allungata è inequivocabilmente reputata livornese, la frase con la vocale più breve è giudicata la meno livornese di tutte (con una minima maggioranza di risposte fiorentine) 41. Frase (b) Sì, la faccio a destra Le Fig riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.32 i risultati globali. Lo stimolo originale è giudicato pisano a 93

32 e a mentre nel campione livornese è giudicato soprattutto fiorentino originale V +5% V -5% originale V +5% V -5% Fig.29 Scuola di Fig.3 Scuola di originale V +5% V -5% 2 originale V +5% V -5% Fig.31 Scuola di Fig.32 Percentuali complessive Il grafico in Fig.32 mostra un andamento simile a quello riportato in Fig.28: in entrambi i casi, la maggiore lunghezza vocalica è indice di livornesità. Rispetto a quanto viene rilevato per la frase (a), lo stimolo originale risulta meno connotabile in senso geografico mentre lo 41 La distribuzione è statisticamente significativa per la frase con la vocale tonica allungata del 5% (χ 2 critico 26,73; p.,). 42 Per gli studenti di, evidentemente, manca qualcosa che possa connotare la voce come inequivocabilmente livornese. 94

33 stimolo con la vocale tonica più breve ottiene un maggior numero di risposte che lo individuano come fiorentino 43. Frase (c) Tipo, non lo so, se ho fame, una pasticceria Le Figg riportano i valori percentuali suddivisi per località; la Fig.36 i risultati globali. La frase originale è reputata livornese a, pisana a, fiorentina a. Nelle risposte del campione fiorentino non risulta evidente alcun effetto del luogo (la maggioranza dei soggetti giudica fiorentina sia la vocale allungata, sia la vocale abbreviata). L allungamento vocalico è giudicato inequivocabilmente livornese soltanto nel campione pisano. 43 La distribuzione è statisticamente significativa per la frase originale (χ 2 critico 7,337; p.,26), per la frase con la vocale tonica allungata del 5% (χ 2 critico 42,222; p.,), per la frase con la vocale tonica dimezzata del 5% (χ 2 critico 15,884; p.,). 95

34 originale V +5% V -5% originale V +5% V -5% Fig.33 Scuola di Fig.34 Scuola di originale V +5% V -5% originale V +5% V -5% Fig.35 Scuola di Fig.36 Percentuali complessive I dati riportati in Fig.36 mostrano sì il carattere livornese dell allungamento vocalico, ma nel contempo evidenziano anche una minore riconoscibilità di / / Osservazioni conclusive Sono stati manipolati sperimentalmente due tratti acustici durata e frequenze formantiche all interno di alcune vocali toniche: l attenzione si è concentrata sulle due vocali bandiera per le varietà 44 La distribuzione è statisticamente significativa per la frase con la vocale tonica allungata del 5% (χ 2 critico 6,266; p.,44). 96

35 di e di / / e / / e sulla vocale /a/. Sono state prese in esame sia le distribuzione percentuale relativa a ciascuna delle tre località, sia la distribuzione percentuale relativa alle risposte complessive, queste ultime sottoposte anche a una analisi statistica: sono state individuate alcune linee di tendenza comuni, all interno di un quadro in parte anche contraddittorio, che in qualche modo potrebbe segnalare, da parte dell ascoltatore, la difficoltà e il disagio nei confronti di ciò che è avvertito come puro stimolo fonico, o semplice sequenza di suoni, non ancora immagine, tanto meno segnale, privo come è di funzione comunicativa (Romanello 22: 294). Non è un caso che studiosi attivi nel campo della dialettologia percettiva abbiano più volte sottolineato come nella tecnica matchedguise sia implicita una ipersemplificazione di quell attività che va sotto il nome di riconoscimento dialettale (Preston 1989: 3; Williams, Garrett, Coupland 1999: ). Per i movimenti formantici all interno delle vocali bandiera, l aumento di F 1 è fattore sufficiente anche in stimoli di parlato letto a etichettare lo stimolo come livornese, con una differenza legata al timbro: per / / la percezione della provenienza livornese avviene con una modifica più piccola del valore frequenziale di partenza 45. Per i cambiamenti di durata, l effetto del fattore luogo di attribuzione è nel parlato letto complessivamente di scarsa entità e ha spinto a ripetere il test ricorrendo a materiali di parlato semispontaneo: in 45 Peraltro già inferiore rispetto a / /: il valore originario di F 1 in esplodere è lo ricordiamo 515 Hz mentre il valore originario di F 1 in perfetto è 449 Hz. 97

36 questa modalità d eloquio, all interno di enunciati di una certa lunghezza, l individuazione della provenienza è naturalmente più facile, in quanto il parlante può attingere in contemporanea a più indici acustici. Il quadro emerso dai grafici relativi al parlato semispontaneo può dunque essere riassunto attraverso le seguenti osservazioni: a) la maggiore durata della vocale tonica manipolata è quasi sempre indice di livornesità; b) la minore durata della vocale tonica manipolata non è indice di fiorentinità a, lo è talvolta a, lo è sempre a ; c) / / e / / mostrano comportamenti simili per quanto riguarda le reazioni relative alla maggiore durata a ; sono meno chiari i risultati per / / (nella vocale tonica allungata) a e a ; d) nel parlato semispontaneo, / / è vocale più bandiera di / / 46. La presenza di due frasi con la stessa parola bersaglio, caratterizzata da differenti valori per quanto concerne la modulazione di f e la durata, permette anche di avanzare qualche rilievo a proposito del complesso rapporto che investe la modulazione, la durata e l apertura vocalica, anche se siamo consapevoli del fatto che tale rapporto potrà e dovrà essere meglio indagato in futuro, con un opportuno disegno 46 Nel valutare questo risultato, non sarà da ignorare un limite del disegno sperimentale: la scarsa riconoscibilità di / / potrebbe essere dovuta anche alla posizione della parola so nella frase, collocata in una struttura di inciso. In genere, le prestazioni dei soggetti nei compiti di identificazione e di discriminazione tendono a essere migliori quando lo stimolo target è in posizione finale rispetto a quando si trova in una posizione interna (Liu & Kewley-Port 24: 123). Ad ogni modo, per 98

37 sperimentale. Ad ogni modo, la lettura delle distribuzioni percentuali mostra le tendenze seguenti: a) a la frase-stimolo originale con / / più modulata e più lunga (ma meno aperta) è giudicata più pisana della frase-stimolo originale con / / più aperta (ma meno modulata e più breve); b) a la frase-stimolo originale con / / più modulata e più lunga (ma meno aperta) è giudicata più livornese della frase-stimolo originale con / / più aperta (ma meno modulata e più breve), che è stata attribuita con percentuali più o meno simili a e a ; c) a la frase-stimolo originale con / / più aperta (ma meno modulata e più breve) è attribuita alla varietà di. Ci potremmo chiedere allora se l apporto comune di una più estesa modulazione di f e di una maggiore durata possa rappresentare un indice più potente degli abbassamenti vocalici per quanto concerne l identificazione della provenienza del parlante 47. Per verificare questa ipotesi sarà necessario estendere l analisi anche a quei foni vocalici che non risultano essere marcati nelle varietà pisana e livornese e, soprattutto, costruire batterie sperimentali opportune, in cui siano sistematicamente modificate f e durata. Nell esperimento qui la percezione della durata, gli studi rivelano una tendenza opposta, cui si fa cenno in Questo primo risultato spingerebbe anche a fare qualche speculazione sulla priorità di indici prosodici rispetto a quelli segmentali nei compiti di riconoscimento: del resto è noto come le caratteristiche prosodiche siano il primo tratto fonetico che viene acquisito dal bambino (Crystal 1973), e come i parlanti siano in grado di riconoscere le lingue sulla base della sola prosodia (Ohala & Gilbert 1981). 99

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