FILOSOFIA DELLA SCIENZA CERVELLO, COMPORTAMENTO, SOCIETÀ

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Roberta Beretta
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1 FILOSOFIA DELLA SCIENZA CERVELLO, COMPORTAMENTO, SOCIETÀ 1

2 Direttore Silvano TAGLIAGAMBE Università degli Studi di Sassari Comitato scientifico Giovanni BIGGIO Università degli Studi di Cagliari Francesco CUCCA Università di Sassari Francesco MARROSU Università degli Studi di Cagliari Fabio MERLINI Fondazione Eranos Angela SIRIGU CNRS di Lione

Francesco CUCCA Università di Sassari Francesco MARROSU Università

3 FILOSOFIA DELLA SCIENZA CERVELLO, COMPORTAMENTO, SOCIETÀ La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro. THICH NATH HANH Il benessere dell uomo è il risultato dell equilibrio e dell armonia di corpo, mente individuale e psiche come frutto della complessiva eredità culturale dell umanità di cui ciascuno di noi è cinghia di trasmissione. Cervello, comportamento e società sono dunque gli aspetti ai quali occorre riferirsi per definire la salute, che non può per questo prestarsi a una classificazione rigida. È invece necessario accostarsi a essa a partire da regole polivalenti e flessibili. Ciò vale anche per la malattia, che il medico deve affrontare stabilendo dei confini tali da consentirgli di parlarne e di affrontarne le manifestazioni con procedure collaudate. Egli deve però essere consapevole che questi confini sono convenzionali: sono modi di organizzare l informazione disponibile e di permettere il passaggio dalla conoscenza più avanzata fruibile all intervento terapeutico. Il rispetto di questo principio fa del medico un umanista, impegnato a interpretare i dati di cui è in possesso e a formulare le sue ipotesi diagnostiche e il percorso terapeutico anche sulla base del dialogo con il paziente.

THICH NATH HANH Il benessere dell uomo è il risultato dell equilibrio e dell armonia di corpo, mente individuale e psiche come frutto della complessiva eredità culturale dell umanità di cui ciascuno

5 Silvano Tagliagambe Il nodo Borromeo Corpo, mente, psiche

6 Copyright MMXV Aracne editrice int.le S.r.l. via Quarto Negroni, Ariccia (RM) (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: giugno 2015

memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono

7 Indice 9 Prefazione 13 Capitolo I La rivoluzione silenziosa. Un radicale cambio di paradigma 21 Capitolo II Dal corpo macchina al corpo sistema autopoietico 37 Capitolo III Dalla mente alla psiche 3.1. La Mente estesa, I tre mondi di Popper, La noosfera di Vernadskij, Jung e Pauli: l inconscio collettivo e il Sé, Capitolo IV Dall induzione all abduzione, dall analisi all analogia 89 Capitolo V Il corpo duale 5.1. Il Sé viene alla mente, L occhio che osserva se stesso, La teoria del nucleo dinamico di Edelman, Damasio: il corpo parla a se stesso, Meccanismi di variazione del significato e metafore profonde, Capitolo VI Il corpo duale di fronte alla malattia 6.1. Una nuova terapia, Le testimonianze dei pazienti, Capitolo VII Sistema immunitario e meccanica quantistica. Una possibile convergenza 199 Capitolo VIII Dal linguaggio iconico di base al linguaggio verbale. Emerge la mente 7

71 Capitolo IV Dall induzione all abduzione, dall analisi all analogia 89 Capitolo V Il corpo duale 5.1. Il Sé viene alla mente, 89 5.2. L occhio che osserva se stesso, 96 5.3.

8 8 Indice 217 Conclusione 231 Bibliografia

9 Prefazione Il nodo borromeo è una figura tratta dalla topologia dei nodi e costituita da tre anelli che hanno una proprietà importante: sono legati fra loro, benché non lo siano a coppie. Più precisamente, rimuovendo uno qualsiasi dei tre anelli, i due anelli rimanenti risultano sciolti, benché i tre insieme non lo siano. È stato, com è noto, Lacan a servirsi di questo link con tre componenti, ciascuno dei quali è un nodo banale (cioè sciolto), per esprimere il rapporto tra il detto e l inter detto, ciò che stringe il Reale, il Simbolico e l Immaginario, ponendo la necessità della com possibilità di questi tre macro concetti che sono tre dimensioni dello spazio abitati dal parlante, e che proprio per questo egli chiama dit mansion : «L abitazione, la mansion del detto è l Altro, perché ogni enunciato, in quanto costituito da significanti si pone nel luogo dell Altro, vale a dire nel luogo del linguaggio» 1. A suo giudizio soltanto il Simbolico, ponendo il simile e il dissimile, permette le classificazioni e le proprietà necessarie perché si diano le totalità necessarie per la rappresentazione, oggetto del cerchio immaginario, di ciò che si dà (Reale). Insomma R., S., e I., sono tre concetti che sussistono secondo un legame particolare: nessuno dei tre può fare a meno degli altri due. In questo spazio il punto è l incastro tra i tre anelli e questa nuova concezione di punto deriva, ci ripete, da un nuovo modo di operare con lo spazio: non si tratta più di considerare un ordine, di andare, ad esempio, dal Reale all Immaginario mettendo al centro il Simbolico, in quanto in questo nodo ciascun anello può giocare il ruolo di medio in modo che si possa determinare un ordine e ogni anello possa avere le peculiarità di anello di mezzo. Se se ne annodano tre, in maniera tale che solo il terzo annoda gli altri due, l anello medio è ciò che fa nodo con gli altri due; gli anelli sono pertanto strettamente equivalenti e ognuno dei tre potrà assumere le caratteristiche di anello medio posto fra gli altri due. L importante è che tanto il Reale 1. M.C. CADEAU, Voce Dit mansion, Dizionario di psicanalisi R. CHEMAMA e B. VANDERMERSCH (a cura di), trad. it., Gremese, Roma 2004, pag

È stato, com è noto, Lacan a servirsi di questo link con tre componenti, ciascuno dei quali è un nodo banale (cioè sciolto), per esprimere il rapporto tra il detto e l inter detto, ciò che stringe il

10 10 Prefazione quanto l Immaginario e il Simbolico possono giocare esattamente la stessa funzione in rapporto agli altri due. È in questo senso che le tre dimensioni sono importanti nella stessa misura, perché non c è gerarchia tra il Reale, il Simbolico e l Immaginario, non c è una scansione che va dal migliore al peggiore o, se si preferisce, dal più al meno efficace. Se anziché parlare, come fa Lacan, di Reale, di Simbolico e di Immaginario ci riferiamo, come pare lecito fare, al corpo, alla mente e alla psiche, abbiamo un discorso che si struttura a partire da questi tre elementi tenuti insieme, che devono necessariamente coesistere ed essere pensati congiuntamente, anche se è impossibile parlarne in questi termini, dovendo di volta in volta riferirci separatamente a ciascuno di essi. Nel gioco di relazioni che scaturisce da questo intreccio è importante che l anello che viene di volta in volta provvisoriamente accantonato per concentrare l attenzione su un altro continui in qualche misura a far avvertire la propria incidenza e a marcarla, e quindi a non essere totalmente tagliato fuori dall orizzonte del discorso. La compresenza di tutti e tre gli elementi e la sincronizzazione dell analisi che li riguarda e li coinvolge è ciò che caratterizza l approccio qui proposto, che trae ispirazione e insegnamento da una straordinaria esperienza terapeutica sviluppata all ospedale Brotzu di Cagliari dal dottor Danilo Sirigu, che ringrazio per avermi reso partecipe di questo suo innovativo percorso, senza il quale non avrei mai potuto elaborare le riflessioni che vengono qui sottoposte all attenzione del lettore. Questo libro è stato pensato e realizzato come manifesto della Fondazione SIABRE (Sardinian Institute for Advanced Brain Research). Debbo per questo un sentito ringraziamento al nucleo degli ispiratori e dei proponenti di questa iniziativa: Francesco Marrosu, che mi ha fornito stimoli e suggerimenti preziosi in particolare per quanto riguarda il capitolo V, Roberto Giuntini, Anna Asunis, Emma, Laura e Paolo Fadda, i quali hanno letto con pazienza e attenzione il manoscritto, mi hanno dato utili consigli che ne hanno migliorato la qualità e la leggibilità. Un ringraziamento particolare debbo anche alla carissima amica, maestra dei miei anni di università e ora collega, Maria Luisa Dalla Chiara, che ha seguito fin dagli esordi la mia attività di ricerca e l ha sempre sostenuta e incoraggiata; a Giulio Giorello e a Dario Antiseri, con i quali ho condiviso tanta parte della mia vita e del mio percorso di studi e di lavoro; ad Angelo Malinco-

o, se si preferisce, dal più al meno efficace.

11 Prefazione 11 nico, prezioso compagno di viaggio delle mie recenti incursioni nel campo della psicologia analitica; e a Fabio Merlini, presidente della Fondazione Eranos, che con i suoi inviti ai seminari e ai cicli di conferenze della Fondazione ha contribuito non poco ad alimentare i miei interessi per i temi qui trattati. Unicamente mia, ovviamente, è comunque la responsabilità del contenuto delle pagine che seguono. Dedico questo libro a mia moglie Susi, ai miei tre figli Valentina, Laura e Marco, e ai miei nipotini Alessandro e Davide, preziosi incastri tra i tre anelli costitutivi della mia persona e della mia vita.

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