DETERMINANTE DI MATRICI QUADRATE

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1 DETERMINANTE DI MATRICI QUADRATE Definizioni e Proprietà 12 Novembre 2015 Pietro Pennestrì pennestri @studentiuniroma1it Università di Roma Sapienza

2 SOMMARIO 1 Introduzione 11 Cenni Storici 12 Definizione 2 Metodi di Calcolo del Determinante 3 Alcune proprietà notevoli 4 Interpretazione Geometrica di Determinante 2

3 INTRODUZIONE

4 CENNI STORICI # Il Determinante fu introdotto per la prima volta nel 1750 da Gabriel Cramer nel suo libro Introduction à l Analyse des Lignes Courbes Algébrique 4

5 CENNI STORICI Tuttavia Leibniz, come dimostra una lettera del 28 Aprile 1693 a de L Hôpital, era già a conoscenza della stessa formula fornita da Cramer nel suo libro 5

6 CENNI STORICI Tuttavia Leibniz, come dimostra una lettera del 28 Aprile 1693 a de L Hôpital, era già a conoscenza della stessa formula fornita da Cramer nel suo libro Leibniz infatti usava il determinante per verificare l assenza di soluzioni non banali nei sistemi di equazioni lineari omogenee 5

7 DEFINIZIONE La definizione di determinante si può enunciare in due modi: 6

8 DEFINIZIONE La definizione di determinante si può enunciare in due modi: Costruttivo 6

9 DEFINIZIONE La definizione di determinante si può enunciare in due modi: Costruttivo Assiomatico 6

10 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO Si definisce determinante la funzione det che associa ad ogni matrice quadrata di ordine n uno scalare reale (o complesso) 7

11 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO Si definisce determinante la funzione det che associa ad ogni matrice quadrata di ordine n uno scalare reale (o complesso) dove: det :M n (R) R (1) (det : M n (C) C) M n (R) (M n (C)) è lo spazio vettoriale delle matrici quadrate di ordine n a valori o nel campo R dei numeri reali (o in quello complesso C) 7

12 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO Data una matrice A quadrata di ordine n A a 11 a 1n a n1 a nn (2) 8

13 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO Data una matrice A quadrata di ordine n a 11 a 1n A (2) a n1 a nn il suo determinante det(a) è dato dalla seguente espressione ( 1) π(p) a1j1 a 2j2 a njn (3) p(j 1,,j n ) S n 8

14 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO dove: S n n N è l insieme di tutte le sequenze che si possono produrre listando in tutti i modi possibili i primi n numeri interi Ognuna di queste sequenze è definita permutazione 9

15 DEFINIZIONE - MODO COSTRUTTIVO dove: S n n N è l insieme di tutte le sequenze che si possono produrre listando in tutti i modi possibili i primi n numeri interi Ognuna di queste sequenze è definita permutazione π : S n {0, 1} è la funzione parità che associa ad ogni permutazione p (j 1,, j n ) S n il valore 0 se la permutazione pari o 1 se la permutazione e dispari 9

16 DEFINIZIONE - MODO ASSIOMATICO Il determinante è l unica funzione avente le seguenti proprietà 1: det :M n (R) R (det : M n (C) C) 1Tali proprietà saranno dimostrate in seguito avvalendosi della definizione costruttiva del determinante 10

17 DEFINIZIONE - MODO ASSIOMATICO Il determinante è l unica funzione avente le seguenti proprietà 1: det :M n (R) R (det : M n (C) C) det I 1 dove I è la matrice identità; Se su una matrice A si effettua un operazione di I tipo per ottenere la matrice A allora det A det A 1Tali proprietà saranno dimostrate in seguito avvalendosi della definizione costruttiva del determinante 10

18 DEFINIZIONE - MODO ASSIOMATICO Se su una matrice A si effettua un operazione di II tipo per ottenere la matrice A allora det A kdet A, dove k è lo scalare non nullo per cui è stata moltiplicata la riga interessata dall operazione 11

19 DEFINIZIONE - MODO ASSIOMATICO Se su una matrice A si effettua un operazione di II tipo per ottenere la matrice A allora det A kdet A, dove k è lo scalare non nullo per cui è stata moltiplicata la riga interessata dall operazione Se su una matrice A si effettua un operazione di III tipo per ottenere la matrice A allora det A det A 11

20 METODI DI CALCOLO DEL DETERMINANTE

21 DETERMINANTE MATRICE DI ORDINE 2 Dalla definizione di determinante segue che: data una matrice quadrata A di ordine 2 [ ] a11 a A 12 a 21 a 22 allora il suo determinante risulterà pari a (4) a 11 a 12 a 21 a 22 a 11 a 22 a 12 a 21 (5) 13

22 COFATTORE Si definisce cofattore o complemento algebrico α hk dell elemento a hk di una matrice A di ordine n, il determinante della matrice A hk, di ordine n 1, ottenuta da A sopprimendo l h esima riga e la k esima colonna e moltiplicato per ( 1) h+k, ovvero α hk ( 1) h+k det A hk (6) 14

23 PRIMO TEOREMA DI LAPLACE Assegnata una matrice quadrata A di ordine n il suo determinante coincide con la somma degli elementi di una riga h esima qualsiasi o una colonna k esima qualsiasi moltiplicati per i rispettivi complementi algebrici a 11 a 12 a 1n A a h1 a h2 a hn a n1 a n2 a nn A a 11 a 1k a 1n a 21 a 2k a 2n a n1 a nk a nn 15

24 PRIMO TEOREMA DI LAPLACE Assegnata una matrice quadrata A di ordine n il suo determinante coincide con la somma degli elementi di una riga h esima qualsiasi o una colonna k esima qualsiasi moltiplicati per i rispettivi complementi algebrici a 11 a 12 a 1n A a h1 a h2 a hn a n1 a n2 a nn A a 11 a 1k a 1n a 21 a 2k a 2n a n1 a nk a nn det A a h1 α h1 + a h2 α h2 + + a hn α hn a 1k α 1k + a 2k α 2k + + a nk α nk (7) 15

25 PRIMO TEOREMA DI LAPLACE - COROLLARIO Sia una matrice A quadrata di ordine n, il suo determinante è uguale al determinante della sua trasposta A T Quanto affermato segue direttamente dal primo teorema di Laplace Infatti, calcolare il determinante lungo una riga o una colonna è del tutto ininfluente 16

26 SECONDO TEOREMA DI LAPLACE Assegnata una matrice A quadrata di ordine n È nulla la somma degli n prodotti degli elementi dell h esima riga per i cofattori degli elementi dell i esima riga a h1 α i1 + a h2 α i2 + + a hn α in 0 (8) 17

27 ALCUNE PROPRIETÀ NOTEVOLI

28 DETERMINANTE E OPERAZIONI ELEMENTARI Dal Primo Teorema di Laplace osserviamo che sarà vantaggioso calcolare il determinante di una matrice lungo la riga o la colonna che contiene più zeri 19

29 DETERMINANTE E OPERAZIONI ELEMENTARI Dal Primo Teorema di Laplace osserviamo che sarà vantaggioso calcolare il determinante di una matrice lungo la riga o la colonna che contiene più zeri Pertanto, il calcolo del determinante di una matrice A risulterà semplificato se consideriamo la sua forma ridotta R, pur essendo det A det R (9) 19

30 DETERMINANTE E OPERAZIONI ELEMENTARI Dal Primo Teorema di Laplace osserviamo che sarà vantaggioso calcolare il determinante di una matrice lungo la riga o la colonna che contiene più zeri Pertanto, il calcolo del determinante di una matrice A risulterà semplificato se consideriamo la sua forma ridotta R, pur essendo det A det R (9) Esaminiamo ora come varia il determinante di una matrice A se effettuiamo su quest ultima delle operazioni elementari 19

31 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Se su una matrice quadrata A di ordine n si effettua un operazione di I tipo (scambio di righe) per ottenere la matrice A allora det A det A 20

32 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO A a 11 a 12 a 1n a h1 a h2 a hn a n1 a n2 a nn A a n1 a n2 a nn a h1 a h2 a hn a 11 a 12 a 1n Applichiamo il primo Teorema di Laplace lungo una riga che non è stata interessata dallo scambio 21

33 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO a 11 a 12 a 1n A a h1 a h2 a hn a n1 a n2 a nn a n1 a n2 a nn A a h1 a h2 a hn a 11 a 12 a 1n Applichiamo il primo Teorema di Laplace lungo una riga che non è stata interessata dallo scambio Procediamo per induzione, sfruttando come base per il nostro ragionamento induttivo il caso delle matrici di ordine 2, per cui la proposizione da provare è evidente 21

34 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Assumiamo come ipotesi induttiva che la proposizione sia vera per ogni matrice di ordine m < n 22

35 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Assumiamo come ipotesi induttiva che la proposizione sia vera per ogni matrice di ordine m < n Consideriamo una matrice B di ordine n + 1 e una matrice B ottenuta da B mediante un operazione di I tipo allora det B b h1 β h1 + b h2 β h2 + + b hn β hn + b hn+1 β hn+1 det B b h1 β h1 + b h2β h2 + + b hnβ hn + b hn+1β hn+1 (10a) (10b) (i determinanti sono stati calcolati lungo una riga non interessata dallo scambio) 22

36 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Assumiamo come ipotesi induttiva che la proposizione sia vera per ogni matrice di ordine m < n Consideriamo una matrice B di ordine n + 1 e una matrice B ottenuta da B mediante un operazione di I tipo allora det B b h1 β h1 + b h2 β h2 + + b hn β hn + b hn+1 β hn+1 det B b h1 β h1 + b h2β h2 + + b hnβ hn + b hn+1β hn+1 (10a) (10b) (i determinanti sono stati calcolati lungo una riga non interessata dallo scambio) I cofattori β h1 β sono determinanti di matrici di ordine n hn+1 e quindi, per l ipotesi induttiva, hanno segno opposto rispetto a β h1 β hn+1 det B det B (11) 22

37 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Abbiamo provato che se la proposizione è vera per n allora è vera per n + 1 La proposizione, visto il caso n 2 (base dell induzione), resta cosi verificata 23

38 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI I TIPO Abbiamo provato che se la proposizione è vera per n allora è vera per n + 1 La proposizione, visto il caso n 2 (base dell induzione), resta cosi verificata Osservazione: Una matrice quadrata con due righe identiche ha determinante nullo 23

39 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI II TIPO Se su una matrice quadrata A di ordine n si effettua un operazione di II tipo (moltiplicazione di una riga per uno scalare k 0) per ottenere la matrice A allora det A kdet A 24

40 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI II TIPO a 11 a 12 a 1n A a h1 a h2 a hn a n1 a n2 a nn a 11 a 12 a 1n A ka h1 ka h2 ka hn a n1 a n2 a nn Sviluppiamo il determinante di A e A lungo la riga h esima det A a h1 α h1 + + a hn det A ka h1 α h1 + + ka hn α hn k (a h1 α h1 + + a hn ) kdet A 25

41 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI III TIPO Se su una matrice A si effettua un operazione di III tipo (sostituire ad una riga la stessa più un multiplo di un altra) per ottenere la matrice A A a 11 a 12 a 1n a h1 a h2 a hn a i1 a i2 a in a n1 a n2 a nn 26

42 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI III TIPO A a 11 a 12 a 1n a h1 + ka i1 a h2 + ka i2 a hn + ka in a i1 a i2 a in a n1 a n2 a nn det A det A 27

43 DETERMINANTE - OPERAZIONI DI III TIPO Sviluppiamo il determinante di A e di A lungo la riga interessata dallo scambio dall operazione det A a h1 α h1 + + a hn α hn (12a) det A (a h1 + ka i1 ) α h1 + + (a hn + ka in ) α hn a h1 α h1 + + a hn α hn + k (a i1 α h1 + + a in α hn ) a h1 α h1 + + a hn α hn det A (12b) essendo, per il secondo Teorema di Laplace, a i1 α h1 + + a in α hn 0 (13) 28

44 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE Data una matrice quadrata A di ordine n triangolare il suo determinante è pari al prodotto degli elementi sulla sua diagonale principale a 11 a 12 a 1n 0 a A 22 a 2n 0 0 a nn (14) det A a 11 a 22 a nn (15) 29

45 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE La proposizione può essere facilmente dimostrata ragionando per induzione: 30

46 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE La proposizione può essere facilmente dimostrata ragionando per induzione: Base induzione: nel caso la matrice sia di ordine n 2 la verifica è evidente infatti ( ) a11 a A 12 0 a 22 det A a 11 a 22 30

47 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE Passo Induttivo: assumiamo come ipotesi induttiva vera la proposizione per le matrici triangolari di ordine n Consideriamo la matrice triangolare A di ordine n + 1 a 11 a 12 a 1n a 1n+1 0 a 22 a 2n a 2n+1 A 0 0 a nn a nn a n+1n+1 sviluppiamo il rispettivo determinante lungo la prima colonna (16) det A a 11 α 11 (17) 31

48 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE È evidente che α 11, cofattore dell elemento a 11 della matrice, a sua volta, è un determinante di una matrice di ordine n Quindi, per l ipotesi induttiva, segue det A α 11 α 22 α n+1n+1 (18) 32

49 DETERMINANTE - MATRICE TRIANGOLARE È evidente che α 11, cofattore dell elemento a 11 della matrice, a sua volta, è un determinante di una matrice di ordine n Quindi, per l ipotesi induttiva, segue det A α 11 α 22 α n+1n+1 (18) La proposizione resta così dimostrata per induzione 32

50 INTERPRETAZIONE GEOMETRICA DI DETERMINANTE

51 AREA PARALLELOGRAMMA Si consideri l area A ABCD del parallelogramma ABCD come in figura A ABCD (a + c) (b + d) 2bc ab cd ad bc a b (19) c d 34

52 AREA TRIANGOLO Si consideri un triangolo ABC in un sistema di riferimento RC (Oxy) 35

53 AREA TRIANGOLO Si trasli il triangolo ABC portando A nell origine O e si costruisca sul triangolo ABC il parallelogramma ABCD 36

54 AREA TRIANGOLO L area A ABC del triangolo ABC è pari alla metà di quella del parallelogramma 2A ABC x B x A x C x A y B y A y C y A 37

55 AREA TRIANGOLO A ABC 1 x B x A 2 x C x A y B y A y C y A x A y A 1 x B x A y B y A 0 x C x A y C y A 0 x A y A 1 x B y B 1 x C y C 1 38

56 AREA TRIANGOLO A ABC 1 x B x A 2 x C x A y B y A y C y A x A y A 1 x B x A y B y A 0 x C x A y C y A 0 x A y A 1 x B y B 1 x C y C 1 Si osserva che l area è positiva se l ordine dei vertici del triangolo nelle righe della matrice è quello antiorario 38

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