Gli interventi di video-feedback possono essere suddivisi in tre tipologie: programmi basati sul metodo comportamentale (guida all interazione) che
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- Giuseppa Tonelli
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2 E basata sulla videoregistrazione dell interazione adultobambino e la successiva revisione del filmato con il caregiver da parte di un operatore La finalità dell intervento è quella di migliorare nell adulto la comprensione dei segnali e delle comunicazioni del bambino e al contempo quella di aiutarlo a comprendere gli effetti sul bambino delle proprie modalità di interazione e di comunicazione su di lui, incrementando la sua sensibilità. L osservare insieme all operatore la videoregistrazione dell interazione rende infatti possibile ai caregiver scoprire discrepanze tra l immagine che hanno di loro stessi e dei loro bambini e l immagine contenuta nel filmato (Papoušek 2000), imparando ad auto-osservarsi (Sameroff, McDonough e Rosenblum 2004).
3 Gli interventi di video-feedback possono essere suddivisi in tre tipologie: programmi basati sul metodo comportamentale (guida all interazione) che aiutano i caregiver a diventare più sensibili rispetto ai segnali del bambino (McDonough 2005; Stern 1985), interventi che integrano la prospettiva comportamentale con l analisi delle rappresentazioni circa le relazioni di attaccamento (Bakermans-Kranenburg, van IJzendoorn e Juffer 2008 interventi che combinano video-feedback e tecniche di analisi psicodinamica (Beebe 2003; 2010; Downing 2007). Il video-feedback inoltre è spesso usato in sinergia con altri strumenti all interno di modelli di intervento integrati volti al supporto dei caregiver (Marvin, Cooper, Hoffman e Powell 2002).
4 Un elemento che accomuna tutti gli interventi, pur nella diversità degli approcci, è quello di lavorare in modo privilegiato sui punti di forza rintracciabili nella relazione adulto/bambino, cercando di potenziarli e consolidarli, segnalando gli elementi di rottura e di adeguatezza in una fase più avanzata dell intervento quando si è instaurata una relazione di fiducia tra caregiver ed operatore (Stern 1995).
5 I 6 step del video feed-back 1. Mostrare una parte del video e lasciar commentare 2. Mostrare un pattern positivo 3. Mostrare un pattern negativo 4. Approfondire pattern negativo* 5. Focalizzare possibili comportamenti alternativi e positivi rispetto a pattern negativo 6. Sintesi
6 1. L interazione osservata nel qui ed ora 2. L esperienza relazionale in diversi contesti 3. L atteggiamento relazionale presente dell adulto 4. La storia relazionale dell adulto
7 Nel corso degli ultimi anni i programmi di intervento non sono più caratterizzati dall impiego di una tecnica prevalente, ma dall utilizzo di approcci che combinano modalità di intervento differenti mirando a una presa in carico più globale e intensiva dell intero sistema familiare. Tali programmi si pongono infatti il duplice obiettivo di sostenere le modalità di parenting a livello comportamentale, contribuendo al contempo e ridefinire le rappresentazioni mentali dei caregiver. Un ulteriore obiettivo che si è precisato negli ultimi anni è quello di potenziare la funzione riflessiva del caregiver intesa come capacità di comprendere gli stati mentali ed emotivi del bambino Slade, 2005; Fonagy e Target 1997
8 Tra i programmi mirati esplicitamente allo sviluppo della funzione riflessiva materna, si colloca il programma Minding the Baby messo a punto da Arietta Slade (MTB; Slade, Sadler e Mayes 2005) che consiste in un protocollo di intervento fondato sull home visiting. Obiettivo principale è quello di di aumentare la capacità di mentalizzazione genitoriale Esso è anche volto a migliorare il legame di attaccamento tra madre e figlio, la salute mentale e fisica della madre e lo sviluppo socio-emotivo del bambino.
9 Uno degli elementi che determina l efficacia degli interventi è la relazione che gli operatori instaurano con i caregiver, proponendosi come base sicura rispetto alla quale gli adulti in difficoltà possono riferirsi per fronteggiare la relazione con il bambino. L esperienza vissuta con l operatore diventa in questa prospettiva un nuovo nuovo modello relazionale trasferibile e utilizzabile da parte dei caregiver nella propria relazione con il bambino, in grado di disattivare l eventuale influenza di esperienze difficoltose da loro vissute con le proprie figure di attaccamento; gli schemi costituitisi sulla base di tali esperienze tenderebbero altrimenti a riprodursi a livello intergenerazionale nella comunicazione con il proprio figlio
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