Relazione conclusiva del 2 anno di sperimentazione

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1 COMUNE DI FERRARA Centro per le Famiglie AREA SVILUPPO RISORSE FAMILIARI E COMUNITARIE PROGETTO DARE UNA FAMIGLIA A UNA FAMIGLIA Relazione conclusiva del 2 anno di sperimentazione (Gennaio - Dicembre 2010) LE ATTIVITA E I RISULTATI RAGGIUNTI NEL CORSO DEL 2010 (2 ANNO) Il secondo anno (2010) di sperimentazione dei progetti di affiancamento nella realtà ferrarese si è concluso a dicembre 2010 con un bilancio certamente positivo: 7 i nuovi progetti avviati (erano stati 6 i progetti partiti nel corso del 2009) e quindi altrettante famiglie con minori affiancate, 8 nuove famiglie affiancanti, 6 i tutor e 5 le associazioni impegnate operativamente nei progetti. In particolare nella seconda parte dell anno e con riferimento ai cinque ultimi progetti approvati dall Equipe Tecnica da settembre 2010 in avanti, gli affiancamenti hanno riguardato in prevalenza nuclei stranieri in difficoltà (di cui due monogenitoriali) e una famiglia numerosa, in tre casi su cinque in carico da tempo ai Servizi Sociali del territorio. Rispetto ai progetti di intervento del primo anno di sperimentazione tutti di durata annuale la maggioranza dei progetti del 2010 ha visto progettualità spesso più brevi (4 progetti di durata semestrale e 1 di tre mesi soltanto) e un impegno quindi, sia finanziario che operativo, più contenuto Oltre ai 7 progetti avviati, nel corso del 2010 l Equipe Tecnica ha valutato anche altre 8 proposte di affiancamento, giudicandone 3 inadatte ad essere affrontate con interventi di affiancamento familiare. Nei restanti 5 casi pur valutando in termini positivi la possibilità di realizzare un esperienza di affiancamento familiare non è stato possibile procedere in quanto non si sono rese disponibili famiglie con caratteristiche e disponibilità tali da corrispondere alle caratteristiche dell intervento che era necessario realizzare. Tutti gli strumenti e i momenti di sostegno e qualificazione della sperimentazione messi in campo dall inizio della sperimentazione (Equipe Tecnica, Gruppo di mutuo-aiuto delle famiglie affiancanti e Gruppo di supervisione dei tutors) hanno confermato la propria efficacia e sono stati quindi confermati nel corso del In particolare la possibilità per le famiglie affiancanti di incontrarsi regolarmente, a cadenza mensile, all interno del gruppo di sostegno condotto dal dr. R. Maurizio (Fondazione Paideia) si è rivelato uno strumento di grande utilità che ha permesso alle famiglie coinvolte negli affiancamenti di affrontare dubbi e problemi e di condividere le gioie in un contesto di comprensione e confronto reciproco. Dal momento che scopo degli affiancamenti è quello di instaurare una relazione tra famiglie che rimane attiva anche dopo la conclusione del progetto, a tali incontri hanno continuato a partecipare per qualche tempo anche le famiglie che hanno terminato nel corso dell anno i propri interventi di affiancamento. Per monitorare il processo relazionale tra le famiglie in corso successivamente alla chiusura ufficiale del patto educativo, sono stati calendarizzati dall estate 2010 in avanti incontri ogni tre mesi con le famiglie uscenti per valutare eventuali criticità e per monitorare nel tempo l efficacia nel tempo dei risultati raggiunti dai progetti. La dr.ssa Chiara Baiamonte nell ambito della propria collaborazione con l Università di Ferrara ha svolto un approfondita ricerca qualitativa sui progetti di affiancamento realizzati nell ambito del

2 progetto Dare una famiglia a una famiglia intervistando numerose famiglie affiancanti, tutor e rappresentanti delle associazioni, che ha messo in luce l importanza dei gruppi, di sostegno alle famiglie affiancanti e di formazione e supervisione dei tutor, come momenti utili alla definizione degli abbinamenti familiari, degli obiettivi degli affiancamenti e dei metodi utilizzati per il raggiungimento degli obiettivi in ogni singolo processo di affiancamento. Inoltre è emersa la necessità di supportare i soggetti coinvolti negli affiancamenti (famiglie e tutor) fornendo loro la possibilità di incontrarsi costantemente nel tempo e sviluppando al contempo un attività di documentazione e monitoraggio di ogni fase del Progetto, permettendo di continuare in itinere la ridefinizione di ruoli, obiettivi e metodi della sperimentazione. Infine rimane fondamentale l attività di promozione e sensibilizzazione per diffondere e sostenere una cultura accogliente e favorire l adesione di nuove famiglie sul territorio motivate e disposte ad affiancare le famiglie in difficoltà. Nel corso dell anno, grazie anche alle attività promozionali realizzate nell ambito della 7 Festa delle famiglie del volontariato familiare (v. oltre), sono emerse nuove risorse e per questo è stato riproposto per il secondo anno uno specifico percorso formativo dedicato a nuove famiglie interessate all affiancamento familiare. Il corso, tenuto dalla dr.ssa Chiara Baiamonte dall Università di Ferrara, ha visto l adesione di 15 famiglie, tra cui alcune formate da single, provenienti da contesti differenti (anche se si conferma la tendenza già registrata nel 2009 di un più facile coinvolgimento da parte di persone appartenenti a contesti socio-economici e culturali medio-alti) ma in larga maggioranza estranee a passati percorsi di affido o di adozione. Al termine dei 6 incontri di tale percorso, 1 famiglia ha deciso di intraprendere il percorso dell affido, mentre 3 non si sono rese comunque disponibili nell immediato per esperienze di affiancamento familiare. Come accennato sopra e come consuetudine da alcuni anni, grazie alla collaborazione della Provincia di Ferrara, anche nel 2010 ha avuto luogo la Festa Provinciale delle Famiglie e del Volontariato Familiare, giunta alla sua settima edizione. Si tratta di un iniziativa volta alla sensibilizzazione sull affido familiare e in generale dell accoglienza, che da alcuni anni si è arricchita anche di una specifica attenzione per le esperienze di affiancamento familiare e per il Progetto Dare una famiglia a una famiglia e che ormai rappresenta un importante appuntamento di riflessione collettivo sulle attività svolte e su quelle da implementare, sia a livello provinciale che locale, a favore di minori e famiglie in difficoltà nel quale si riconoscono non solo istituzioni e servizi ma anche il vasto mondo associativo ferrarese. Nel 2010 la Festa delle famiglie e del volontariato si è articolata nell arco di un mese dal 29 aprile al 29 maggio in una serie particolarmente ricca di eventi ed iniziative, presentate da un unico depliant promozionale, diffuso sull intero territorio provinciale. Il programma è stato aperto da un incontro con Don Giovanni Nicolini sul tema Camminando si apre cammino; accompagnare ed accogliere, il contributo delle famiglie a sostegno di bambini e genitori in difficoltà ed è stato concluso sabato 29 maggio 2010 in Castello Estense da un convegno di respiro provinciale dal titolo Perché sono importanti le risorse delle famiglie per la comunità, a cui hanno preso parte la prof.ssa Silvia Vegetti Finzi, Frida Tonizzo dell Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie di Torino e la prof.ssa Paola Bastianoni. Oltre a numerosi incontri di sensibilizzazione e approfondimento distribuiti sul territorio provinciale, sono stati inoltre organizzati presso la sede del Centro per le famiglie di Ferrara due corsi dedicati rispettivamente alle famiglie che si propongono per esperienze di affiancamento familiare e a quelle che si candidano per l affido. E stata altresì predisposta una mostra itinerante composta da pannelli plastificati di facile utilizzo che illustrano le varie attività e i servizi dedicati all affido e alla solidarietà familiare del territorio provinciale con l obiettivo di comunicare ad un pubblico vasto e quindi composto non solo dagli addetti ai lavori - le diverse possibilità ed azioni di solidarietà familiare possibili, promuovendo la conoscenza e accrescendo le disponibilità da parte delle famiglie ferraresi nei confronti di esperienze quali l affido e l affiancamento familiare. A conclusione della 7 Festa delle famiglie i pannelli sono stati messi a disposizione di enti, servizi e associazioni perché possano riallestire la mostra in occasione di eventi pubblici, incontri tra famiglie, ecc.

3 ALCUNE CONSIDERAZIONI GENERALI SUI RISULTATI RAGGIUNTI DAL PRIMO BIENNIO DI SPERIMENTAZIONE DELL AFFIANCAMENTO FAMILIARE NEL FERRARESE A conclusione del biennio di sperimentazione dell affiancamento familiare nel ferrarese, tenuto conto anche delle risultanze della ricerca qualitativa condotta dalla dr.ssa Baiamonte dell Università di Ferrara, i principali dati e risultati emersi dall esperienza fin qui realizzata possono essere così riassunti: - nel corso di due anni sono stati avviati in totale 13 progetti di affiancamento familiare: 9 di durata annuale, 3 di durata semestrale e 1 trimestrale. A dicembre 2010, 6 progetti risultavano conclusi e 5 si trovavano in fase di avvio; - con riferimento in primo luogo ai progetti già conclusi o in fase di chiusura, è possibile affermare che gli obiettivi degli interventi sono stati raggiunti e per lo più scongiurato il rischio che alla conclusione del progetto si interrompesse bruscamente la relazione tra le famiglie affiancata e affiancante; - la sottoscrizione del patto educativo si è rivelato uno strumento essenziale per definire con chiarezza i ruoli e compiti dei diversi soggetti coinvolti e obiettivi condivisi da raggiungere; - nel corso di molti affiancamenti si sono manifestate concretamente forme di reciprocità tra la famiglia affiancata e quella affiancante di grande valore, opportunamente enfatizzate sul piano generale dalla realizzazione di alcuni momenti di incontro a carattere conviviale presso il centro per le famiglie tra tutte le famiglie a vario titolo coinvolte nelle esperienze; - sono cresciuti, nel corso della sperimentazione, convinzione nel progetto e collaborazione da parte dei Servizi Sociali il cui ruolo risulta certamente decisivo sia nella forma della partecipazione attiva all Equipe Tecnica da parte della Responsabile dell Area Affidi che per l attiva collaborazione offerta dalle assistenti sociali del territorio che hanno in carico molte delle famiglie e dei minori in difficoltà coinvolti nelle esperienze di affiancamento; - si è confermato decisivo a garantire rigore e qualità dell intera sperimentazione, l apporto competente dell Università di Ferrara con la quale nel corso del 2010 si è provveduto ad ampliare la relazione convenzionale, aggiungendo alla collaborazione assicurata fin dall avvio della sperimentazione all equipe tecnica e alla conduzione del gruppo di supervisione dei tutors, la realizzazione dei momenti di prima formazione delle famiglie affiancanti e la conduzione del gruppo di mutuo-aiuto delle famiglie inserite in progetti di affiancamento. Nell autunno 2010 Roberto Maurizio ha infatti completato la conduzione del gruppo formato dalle prime famiglie affiancanti e parte di esse assieme alle famiglie che hanno cominciato affiancamenti nel corso 2010 sono state inserite in nuovi progetti sono confluite in un unico gruppo di incontro e sostegno condotto da gennaio 2011 dalla dr.ssa Chiara Baiamonte. - il contributo della Fondazione Paideia più che determinante nella fase di avvio del progetto ferrarese Dare una famiglia ad una Famiglia (sia sotto il profilo tecnico che del finanziamento) si è confermato tale anche nel secondo anno di sperimentazione, seppure con una portata economica inferiore al primo anno. Da gennaio 2011 in avanti è stato concordata con la Direzione della Fondazione torinese la continuazione della sola collaborazione di Roberto Maurizio, in previsione di un suo coinvolgimento non più, come in passato, nella procedure gestionali dei singoli interventi di affiancamento (v. oltre la ridefinizione da gennaio 2011 dell Equipe Tecnica) bensì in un progetto sperimentale di promozione e coinvolgimento comunitario da avviare nella primavera 2011 in alcuni quartieri cittadini con l obiettivo di far conoscere lo strumento dell affiancamento e le diverse forme di solidarietà familiare, contribuendo a far emergere una rete territoriale di supporto e promozione dei progetti di affiancamento. Il progetto sperimentale vedrà anche la collaborazione di Giordano Barioni che fin dall inizio del Progetto Dare una famiglia a una famiglia collabora con il Centro per le Famiglie in interventi di promozione e sensibilizzazione sul territorio, per la messa in opera dei progetti di affiancamento e per la creazione di reti di supporto.

4 RIVISITAZIONE DI METODOLOGIE E PROCEDURE DEGLI INTERVENTI DI AFFIANCAMENTO FAMILIARE DA GENNAIO 2011 Gli ultimi mesi del secondo anno di sperimentazione dell affiancamento familiare, da settembre 2010 all inverno, sono stati anche occasione di una riflessione accurata su procedure e metodologie di intervento e gestione degli interventi con l obiettivo di rimettere a punto ruoli e funzioni dei molti soggetti a vario titolo coinvolti e attivi all interno di un progetto che, dopo due anni di intensa sperimentazione, è necessario ora pensare in una prospettiva di lavoro stabile e definita. Riflessione e messa a punto sono state stimolate e rielaborate dal Centro per le Famiglie che indubbiamente porta la prima responsabilità del progetto e ne coordina l operatività, ma sono state ampliamente condivise in momenti e con modalità diverse con tutti i diversi soggetti coinvolti, in primo luogo con le associazioni che hanno dato un contributo decisivo alla realizzazione degli interventi di affiancamento e con le quali ci si è ritrovati nell ottobre 2010 per valutare assieme i possibili sviluppi e le criticità emerse nel corso dei primi due anni di sperimentazione. Da questo incontro è emersa come prima criticità da affrontare la questione del finanziamento dei progetti di affiancamento e, in particolare, le difficoltà a proseguire con la modalità inizialmente adottata del contributo comunale, uno strumento indubbiamente utile e pertinente laddove l attività di un associazione può a pieno titolo essere definita di pubblica utilità e, per questo, può candidarsi ad ottenere dal Comune un contributo a parziale copertura delle spese sostenute. In quanto già normato e relativamente semplice sotto il profilo amministrativo, questo strumento è stato inizialmente ritenuto adeguato a consentire il rimborso delle spese sostenute dalle associazione per i progetti, ma con l evolversi della sperimentazione, la situazione che si è andata a delineare ha però messo in evidenza aspetti che non erano stato possibile prevedere nella fase iniziale e che, a questo punto, occorreva senz altro correggere tenuto conto che: - il numero molto ampio di associazioni che inizialmente si sono dichiarate disponibili a farsi carico degli affiancamenti, si è di fatto ridotto in quanto sono uscite di scena alcune associazioni, mentre altre, in coerenza con la propria vocazione associativa, hanno meglio chiarito il proprio possibile ruolo e contributo rispetto agli affiancamenti. - in particolar modo, nel corso del 2010 tre associazioni hanno mostrato di poter essere soggetti realmente in grado di farsi carico e di gestire progetti di affiancamento: SAV; Dammi la mano e Centro Donna Giustizia. - altre associazioni invece, come l Azione Cattolica e l Associazione Nazionale Famiglie Numerose hanno comunque svolto un importante funzione di promozione e coinvolgimento delle famiglie affiancanti. Tutto ciò ha portato alla proposta di una convenzione (deliberata dal CDA dell Istituzione il 13 dicembre 2010) con le associazioni che gestiranno i progetti a partire da gennaio In pratica, cambia lo strumento del finanziamento, partendo dal presupposto che è l Amministrazione Comunale che si avvale di un soggetto associativo per portare a termine un determinato intervento. La convenzione garantisce così una copertura totale delle spese, per questo sono state ben definite e specificate assieme alle associazioni firmatarie le tipologie di spese previste e rimborsabili. L accordo convenzionale coinvolge attualmente tre associazioni (SAV, Dammi la mano e Centro Donna Giustizia) ma ciò non toglie, ed è anzi certamente auspicabile ed esplicitamente previsto dal testo convenzionale, che quando altre associazioni si rendessero disponibili a farsi carico di interventi di affiancamento familiare l accordo sottoscritto potrà allargarsi ad esse. Accanto alle associazioni che in base alla convenzione svolgeranno da gennaio 2011 un ruolo nevralgico nella concreta gestione degli interventi di affiancamento, rimane comunque determinante il ruolo delle altre associazioni cittadine coinvolte nel progetto e dalle quali è atteso un contributo decisivo rispetto alla segnalazione delle situazioni familiari in difficoltà che possono giovarsi di progetti di affiancamento, dei nuclei familiari disponibili a candidarsi alla realizzazione di questo tipo

5 di intervento e, più in generale, per quella sempre indispensabile opera di sensibilizzazione e promozione di una cultura cittadina più avanzata in tema di accoglienza ed ospitalità. Un ruolo fondamentale di promozione che, a partire dalla mostra realizzata nel maggio 2010 per promuovere affido e affiancamento, diverse associazioni hanno confermato di poter concretamente assumere prendendo a prestito la mostra dal Centro per le Famiglie ed utilizzandola per promuovere momenti di incontro e di riflessione con le proprie famiglie e la popolazione ferrarese. Oltre al confronto con le associazioni cittadine che ha portato a dicembre 2010 all approvazione della Convenzione, il passaggio a fine 2010 dalla fase di sperimentazione biennale dell affiancamento ad una gestione di carattere più stabile e permanente di questo tipo di intervento ha reso inoltre opportuno e necessario ripensare assieme all Università e al Servizio Sociale i ruoli e le funzioni dell Equipe Tecnica e del Gruppo di Progetto e più in generale ruoli e compiti di tutti i diversi momenti e soggetti coinvolti negli interventi di affiancamento familiare. L Equipe Tecnica mantiene da sempre e manterrà anche nella nuova farse un ruolo assolutamente centrale e nevralgico rispetto all intero progetto. Anche in ragione del previsto alleggerimento della collaborazione della Fondazione Paideia al progetto, la sua composizione sarà da gennaio 2011 in avanti più ristretta (e quindi anche più agile nel convocarsi e prendere decisioni) e vedrà la partecipazione della Dr.ssa A. Goberti, Coordinatrice del progetto Dare una famiglia a una famiglia per conto del Centro per le Famiglie comunale, dell A.S. A. Mambelli, responsabile dell Area Affidi e Adozioni del Servizio Sociale Minori, e della prof.ssa P. Bastianoni, docente di Psicologia Clinica dell Università di Ferrara. I principali compiti assegnati all Equipe Tecnica attengono alla valutazione di ammissibilità dei nuovi progetti e all approvazione del relativo Patto Educativo nonché alla decisione finale rispetto alle eventuali proposte di sua modifica che emergessero nel corso della realizzazione degli interventi di affiancamento. Il lavoro istruttorio dei lavori della Equipe Tecnica e la gestione degli esiti delle decisioni da essa assunta sono svolti dalla Coordinatrice del Progetto, dr.ssa Goberti, che cura: la fase istruttoria e il perfezionamento formale e sostanziale dei nuovi progetti presentati dalle associazioni portandoli in Equipe in modo che essa disponga di tutti gli elementi informativi necessari ad esprimere il proprio parere su di essi; riporta all Equipe i progetti in corso per i quali si rende necessario valutare l opportunità di una modifica del patto educativo. Si incarica inoltre di dare effettività alle decisioni assunti dall Equipe: rapportandosi all Ufficio Politiche familiari per la formalizzazione dei progetti approvati, recuperando le informazioni aggiuntive e facendo gli approfondimenti che l Equipe valutasse necessari per portare a termine l iter valutativo e, quando l Equipe valuti un progetto non ammissibile, restituendo alle associazioni proponenti tale giudizio, al fine di valutare con esse se esistano condizioni e/o ragioni per una sua eventuale riformulazione che consenta di sottoporlo di nuovo alla valutazione dell Equipe. Completano il quadro dei compiti del Coordinatore di progetto la partecipazione alle riunioni dei tutor, l organizzazione periodica di momenti formativi specifici per nuove famiglie che si propongono per interventi di affiancamento familiare e la collaborazione alle iniziative promozionali decise dal Gruppo di Progetto. Il Gruppo di supervisione dei tutor è condotto dalla Prof.ssa Paola Bastianoni e ha obiettivi sia di carattere formativo (e per questo sono ammessi a parteciparvi anche persone che si candidano per questo ruolo ma non hanno impegni operativi rispetto agli affiancamenti in corso) che di monitoraggio e supervisione dei progetti di. affiancamento in corso di realizzazione. Il Gruppo di auto-aiuto delle famiglie affiancanti si riunisce a cadenza mensile ed è condotto dalla dr.ssa Chiara Baiamonte, collaboratrice dell Università di Ferrara. E finalizzato al sostegno reciproco e alla condivisione delle proprie esperienze da parte di tutte le famiglie impegnate nella conduzione degli affiancamento avviati nell ambito del progetto. Possono partecipare agli incontri anche le famiglie che hanno concluso il proprio progetto di affiancamento ma che ancora mantengono rapporti significativi con la famiglia affiancata.

6 Completano il quadro delle azioni del progetto Dare una famiglia che continueranno anche nel 2011 in diretta continuità con quanto realizzato nel corso del primo biennio di sperimentazione, gli interventi di promozione e sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti delle pratiche di affiancamento familiare e più in generale di accoglienza e volontariato a sostegno di minori e famiglie. Le difficoltà registrate nel corso del 2010 a dare seguito ad alcuni progetti di affiancamento per la mancanza di nuclei familiari disponibili ed idonei a farsi carico di tali interventi conferma la necessità, peraltro comune e condivisa con altri strumenti come l affido, di accompagnare sempre la realizzazione dei singoli interventi con una costante opera di sensibilizzazione. La sede individuata per coordinare e promuovere tali interventi è il Gruppo di progetto cui sono chiamati a partecipare assieme a tutte le associazioni del territorio impegnate nel sostegno di minori e famiglie anche enti e servizi cittadini che operano in questo settore. Al centro del programma di lavoro del Gruppo di Progetto nel 2011 la preparazione nella primavera della 8 Festa prov. delle Famiglie del Volontariato familiare e l avvio del lavoro di comunità in un quartiere cittadino che si propone di far leva sulle risorse di prossimità e vicinato per estendere le esperienze di affiancamento familiare. Nel corso della primavera è inoltre in programma un incontro pubblico realizzato d intesa con la Fondazione Paideia, le istituzioni e i servizi cittadini, e con la partecipazione attiva delle associazioni, degli operatori-tutor e delle famiglie coinvolte nei progetti per fare un bilancio degli interventi realizzati e dei risultati raggiunti nel corso del biennio 2009/2010 Il Gruppo di progetto si incontrerà a cadenza bimestrale e sarà coordinato dal Responsabile del Progetto Dare una famiglia ad una famiglia, dr. Tullio Monini che per conto del Centro per le Famiglie comunale partecipa anche al Tavolo provinciale Affido e all Area minori e genitorialità del Piano di Zona, intrattiene rapporti istituzionali con associazioni e servizi e predispone, con il supporto dell Ufficio Politiche familiari, atti amministrativi e finanziamento del progetto stesso. TRA AFFIDO E VOLONTARIATO: IL POSTO DELL AFFIANCAMENTO FAMILIARE NEL QUADRO DEGLI INTERVENTI LOCALI A SOSTEGNO DI MINORI E FAMIGLIE L obiettivo esplicito della sperimentazione dell affiancamento familiare nel ferrarese è sempre stato chiaro: aggiungere alla cassetta degli attrezzi a disposizione di servizi e associazioni uno strumento aggiuntivo per intervenire con efficacia rispetto a situazioni di difficoltà di minori e famiglie che presentano caratteristiche tali da non poter essere affrontate con le modalità e gli strumenti di intervento fino ad ora adottati. Non a caso una delle frasi utilizzate nell ambito della campagna promozionale della primavera 2010 è stato un proverbio cinese che recita quando l unico strumento è un martello è facile per tutti sentirsi chiodi, perché a noi sembra che ciò che serve e che occorre assolutamente evitare è di ridurre la complessità delle situazioni in ragione di una sola risposta disponibile, arrivando invece ad offrire un ventaglio di proposte capaci realmente di essere ognuna di esse pertinente al problema che si intende risolvere e ai bisogni specifici delle singole situazioni familiari. In questo senso la prima preoccupazione partendo con la sperimentazione sull affiancamento è stata naturalmente quella di definire i rapporti tra queste nuove pratiche di intervento sociale e quelle da tempo in essere nell ambito dell istituto dell affido familiare, definendo con precisione la specificità dell affiancamento in tutte quelle situazioni in cui non si ponevano problemi stringenti di tutela dei minori coinvolti e nemmeno si intravedevano ragioni per un allontanamento tout court del minore dal proprio nucleo familiare bensì si rendeva necessario un affiancamento e una relazionalità forte (non quindi né strumentale né estemporanea) del nucleo in difficoltà da parte di un altra realtà familiare. A questa fondata e fondante preoccupazione è stata opportunamente data risposta con l inserimento, quanto mai proficuo e senz altro da confermare in futuro, della Responsabile dell Area Affidi e del Servizio Sociale ferrarese all interno dell Equipe Tecnica in modo da garantire non solo in astratto quanto nel concreto farsi dei singoli interventi la capacità di discernere le situazioni sulle quali

7 intervenire con il nuovo strumento dell affiancamento da quelle per le quali erano in progetto o comunque preferibile pensare ad un affido vero e proprio. Un tema analogo, di definizione di peculiarità proprie dell affiancamento rispetto ad altri tipologie di intervento di supporto alle famiglie in questo caso a carattere più spiccatamente organizzativo e leggero, si è venuto delineando nel tempo, soprattutto nella seconda metà del 2010, a seguito anche del lavoro di promozione e sensibilizzazione realizzato nel corso della primavera e più ancora di una forte iniziativa di associazioni e Centro Servizi del Volontariato di contrasto alle povertà e all esclusione sociale, con particolare riguardo alle famiglie monogenitoriali e/o numerose. Un iniziativa che ha contribuito a mettere a fuoco bisogni diffusi da parte dei nuclei familiari più fragili sul versante dell accudimento dei bambini, dell accompagnamento e del sostegno personalizzato da parte di volontari. In un quadro tutto sommato ristretto come quello ferrarese in cui le stesse associazioni e operatori spesso si ritrovano agli stessi tavoli e ad insistere sugli stessi progetti di intervento è infatti certamente opportuno condividere un disegno comune che distingua ruoli e specificità di ognuno, che eviti il più possibile confusione e sovrapposizione di interventi contribuendo a realizzare forme di aiuto realmente efficaci e pertinenti al caso. Ciò che in altri termini si va delineando e che ci sembra vada valutato in termini certamente positivi è il delinearsi sempre più chiaro nella realtà ferrarese di una triplice tipologia di interventi in grado di mettere a disposizione di bambini e famiglie in difficoltà risposte diverse a seconda delle loro peculiarità e bisogni, ognuna delle quali chiaramente definita da una specifica vocazione : protettiva dei minori (affido), preventiva dell allontanamento (affiancamento) e di sostegno organizzativo alle famiglie (volontariato). Il primo di questi interventi rimane senza dubbio l affido familiare, non uno strumento unico in realtà, bensì anch esso di per sé una famiglia di interventi diversi (a lungo e a breve termine, affidi sine die o di emergenza, diurni, affidi parentali, affidi omoculturali, ecc.) comunque tutti motivati da pressanti esigenze protettive e di tutela dei minori coinvolti, da un inevitabile restrizione della potestà genitoriale e tutti comunque attentamente normati da leggi nazionali e direttive regionali e governati da un soggetto precisamente titolato a questo, il Servizio Sociale Minori. La seconda tipologia di intervento è rappresentata dall affiancamento familiare, ha carattere più recente e ancora indubbiamente aspetti di sperimentalità ma ha anch essa un ben definito campo d applicazione, diverso dall affido (di carattere fondamentalmente preventivo rispetto alla possibilità di giungere a procedure di allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare) e specifico (il sostegno prolungato di genitorialità fragili e di contesti familiari critici che non pongono però problemi di tutela del minore) e un riferimento propulsivo e gestionale preciso nel Centro per le Famiglie comunale. Infine esiste indubbiamente anche nella nostra città la necessità di incrementare interventi di sostegno e volontariato di diverso genere, durata e impegno a supporto organizzativo delle molte esigenze quotidiane di cura e accompagnamento dei minori che diverse tipologie familiari (tra le quali certamente i nuclei monogenitoriali e le famiglie numerose) indubbiamente lasciano scoperte e da questo punto di vista è sicuramente importante che il Centro Servizi per il Volontariato nell ambito del Progetto regionale di contrasto alle povertà e all esclusione sociale si proponga come punto di raccolta delle risorse di volontariato di questo tipo e insieme si candidi al ruolo di attivatore di concreti interventi di aiuto in questa direzione. In una realtà comunque piccola come quella ferrarese è praticamente inevitabile che tra i diversi tipi di intervento si ritrovino a tratti gli stessi protagonisti: sono spesso le stesse le famiglie verso cui si dirigono gli aiuti e le stesse le associazioni coinvolte e che concretamente si impegnano, così come non è raro (e per certi versi anche un bene) che le stesse persone si rendano in momenti diversi della propria vita disponibili per pratiche impegnative come l affido o, anche se in grado diverso, l affiancamento familiare oppure per interventi più leggeri e meno formalizzati come, ad esempio, l accompagnamento a scuola di una madre sola con il proprio bambino. L esperienza anzi insegna che

8 proprio sperimentarsi in interventi di aiuto e volontariato apparentemente meno impegnativi in termini di tempo e di coinvolgimento personale spesso (anche se naturalmente non sempre) prepara il terreno ad esperienze più impegnative e come, viceversa, anche famiglie a lungo impegnate come nuclei affidatari possono desiderare e rendersi utilmente disponibili in altri momenti della propria vita per interventi meno coinvolgenti la propria quotidianità ma comunque di grande importanza e utilità sociale, come gli affiancamenti e gli interventi di volontariato. L importante, in generale e più ancora sul piano operativo dei singoli interventi di sostegno, è che procedure e responsabilità siano sempre delineate con precisione e che per ognuno dei tre campi di azione sia riconoscibile e riconosciuto un unico soggetto titolato a coordinare e monitorare gli interventi e che ci sia comunicazione continua tra tutti i soggetti che a vario titolo concorrono alla loro realizzazione. FERRARA, gennaio 2011 Testo a cura della dr.ssa Alessandra Goberti, coordinatrice del progetto Dare una famiglia a una famiglie e del dr. Tullio Monini, responsabile del progetto per il Comune di Ferrara

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