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2 Provincia di Potenza Assessorato alle Politiche Sociali Centro Affidi della Provincia di Potenza Politiche Sociali L AFFIDO FAMILIARE uno sguardo applicativo al Centro Affidi della Provincia di Potenza Tesi di laurea di Maria Antonietta Marrese

3 Composizione grafica a cura dell Autore Stampato nel mese di Maggio 2009 dall Azienda Poligrafica TecnoStampa Villa d Agri (Pz) Tel

4 Presentazione L idea di una tesi sull affido familiare, con un attenzione particolare all impegno e all operato del Centro Affidi della Provincia di Potenza, è maturata durante l esperienza di tirocinio universitario svolto, presso il settore Politiche Sociali della Provincia di Potenza, da Maria Antonietta Marrese, laureanda della facoltà di Filosofia, corso di laurea in Pedagogia e Scienze dell Educazione e della Formazione, dell Università La Sapienza di Roma. Un esperienza significativa che ha consentito alla tirocinante di toccare con mano la delicata attività del Centro Affidi e, allo stesso tempo, al settore Politiche Sociali di portare all esterno l esperienza maturata negli anni in materia di minori, nell ambito di un ampio ed esaustivo contributo scientifico sull affido familiare. Partendo dal presupposto che ogni bambino ha il diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia (art. 1 legge 149/2001) e che si può procedere all intervento dell affido qualora la famiglia non risulti capace di svolgere le sue funzioni genitoriali, il presente lavoro, in maniera puntuale, si propone di analizzare e comprendere più a fondo gli aspetti e le caratteristiche di un siffatto intervento. Prendendo avvio dalla normativa in materia di affido familiare, trattata nel primo capitolo, la tirocinante ha esaminato il ruolo degli operatori e le relative problematiche psico-sociali approfondite nel secondo capitolo. Successivamente, attraverso una ricostruzione giuridica, ha evidenziato come la tutela e il diritto del minore a crescere ed essere educato in un ambiente sano, acquistano la loro importanza, in Italia, con la Legge 4 maggio 1983, n. 184 e la Legge 28 marzo 2001, n Al lavoro e all impegno del Centro Affidi della Provincia di Potenza è stato dedicato l intero capitolo quarto e gli approfondimenti riportati in appendice (i questionari integrali, somministrati alle famiglie disponibili all affido del territorio provinciale e alcuni progetti, in materia di affido, realizzati nei Comuni lucani, per portare esempi concreti in riferimento a tematiche concernenti l affido). Di particolare interesse anche il capitolo conclusivo sull attività del Coordinamento Nazionale Servizi Affido (Cnsa), che annovera fra i componenti del comitato direttivo il Centro Affidi di Potenza. Il Centro Affidi ha iniziato la sua attività nel 2003 a seguito della previsione di dismissione degli istituti per minori, di cui alla Legge 149 del 2001, fra i quali la comunità provinciale Centro Natascia, una casa per i meno fortunati dove

5 IV l Ente ha accolto per anni, attraverso la presa in carico, centinaia di ragazze madri e minori in difficoltà. Istituito in collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Potenza e l Associazione il Ponte-famiglie affidatarie, il centro rappresenta un esempio concreto di cooperazione fra le istituzioni e gli enti preposti alla tutela dei minori. Una rete interistituzionale sancita attraverso un protocollo di intesa sottoscritto fra il Tribunale, la Provincia e i Comuni capofila d ambito del territorio provinciale, finalizzata ad ottimizzare e a coordinare gli interventi di competenza dei servizi territoriali, troppo spesso gestiti singolarmente e privi di una cornice istituzionale capace di fare da collante fra i diversi operatori del settore. Una sinergia che negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo a livello locale anche grazie all emanazione da parte della Regione Basilicata delle Linee di indirizzo regionale per l'affidamento familiare, sancite nella delibera di Giunta n. 517 del 23/4/2008, che oltre a definire le tipologie di affido, prevedono la creazione dell'anagrafe regionale delle famiglie affidatarie, regolano la loro individuazione e il percorso formativo, e nel precisare i principali attori della rete di servizi, confermano il ruolo di coordinamento dell ente Provincia. Di qui l importanza di pubblicare questa tesi di laurea, quale lavoro di particolare pregio, sia per diffondere la promozione dell istituto giuridico dell affido familiare, in alcuni casi ancora confuso con l adozione, sia per trasferire le buone prassi adottate in un ambito sociale particolarmente delicato qual è appunto la difesa dei diritti dell infanzia. Marcella Avena Responsabile Servizio Innovazione Territoriale e Politiche Sociali

6 Introduzione L idea di un lavoro sull Affidamento Familiare, con uno sguardo al Centro Affidi della Provincia di Potenza, è maturata durante il tirocinio universitario presso i Servizi Socio Assistenziali della Provincia di Potenza. Periodo in cui, dal momento che tale Ente ha istituito, in collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Potenza e l Associazione il Ponte gruppo Famiglie Affidatarie, un Centro Affidi, ho avuto modo e occasione di confrontarmi con una realtà complessa come l affido e, soprattutto con l importanza che un tale intervento riveste sia per un equilibrato sviluppo del minore che si ritrova a vivere, per varie ragioni, in un contesto familiare temporaneamente in difficoltà e, sia per le famiglie naturali con situazioni problematiche che impediscono loro di occuparsi in modo idoneo del figlio/a. Materia, dunque, che ha attratto la mia attenzione, da una parte perché non prevede, a differenza dell adozione, una rottura del legame giuridico tra il minore e i suoi genitori ma, anzi, promuove e cerca di far sì che non vi sia alcuna separazione, salvaguardando quindi il rapporto genitore figlio, dall altra, perché avendo come obbiettivo prioritario quello di garantire al minore il diritto di crescere in una famiglia, non accompagna solo il bambino ma mette in atto interventi di aiuto e sostegno anche per il nucleo di origine, affinché possa superare le sue temporanee difficoltà, seguendo e sostenendo allo stesso tempo gli affidatari. Ciò alla luce anche del fatto che sono molte le famiglie oggi con situazioni problematiche, le quali possono fare riferimento a difficoltà economiche, sociali, educative, affettive, relazionali, alla detenzione, alla tossicodipendenza e a malattie gravi di uno dei genitori, a condizioni di maltrattamento e di abuso. Bisogna inoltre aggiungere che questo interesse è nato anche relativamente alla figura degli affidatari, poiché credo che procedere ad un affido sia una scelta non facile, si pensi infatti che bisogna accogliere il bambino in casa come un figlio ma con la consapevolezza che non lo diventerà mai poiché il loro è un ruolo temporaneo, bisogna accettare e non giudicare la famiglia naturale, sapere che essa è sempre presente in qualsiasi intervento, accettare quindi il bambino con tutta la sua storia, il suo passato e i suoi problemi, ricostruire il proprio equilibrio familiare. Scelta che necessita quindi di una particolare maturità e una spiccata solidarietà che non tutti possiedono o che non tutti sono capaci di mette-

7 VI Introduzione re in atto, ed è questa considerazione che rappresenta un po il motore di tutta la tesi e mi ha spinto a conoscere di più l intervento dell affido. Questo elaborato, per i vari aspetti che tocca, nascendo per rispondere ad un interesse ed una curiosità personale, nel suo sviluppo ha acquisito anche una valenza culturale e formativa, portandomi a comprendere come la figura dell educatore sia fondamentale nel procedimento di affido e quindi a considerare un futuro lavorativo in materia di affido familiare. Partendo quindi dal presupposto che tutti i bambini hanno diritto ad una famiglia, che Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del minore e comunque non in contrasto con i principi fondamentali dell ordinamento (L. 149/2001, art. 1, comma 5) e, che l affido familiare risulta essere, ove non sia stata pronunciata la decadenza della potestà genitoriale, un intervento temporaneo che consente al minore di continuare la strada del suo sviluppo, con l aiuto e il sostegno di affidatari, e ai genitori naturali di superare la situazione di difficoltà che ha portato all allontanamento del figlio/a per riacquisire le loro funzioni e capacità genitoriali, ho voluto approfondirne gli aspetti strutturando il mio elaborato in cinque capitolo e tre appendici. Con i primi tre capitoli si fa un excursus delle caratteristiche, delle problematiche psico-sociali e degli aspetti giuridici dell affidamento familiare. Nel primo capitolo, Aspetti dell affidamento familiare, partendo dalla definizione di affidamento e dall obiettivo che si propone, ho posto in primis l accento su due distinzioni: la prima riguardante l affidamento e l adozione, la quale consente di definire in modo chiaro che il minore, con l intervento di affido, non acquisisce lo status di figlio e di conseguenza non vi è alcuna rottura del legame giuridico tra il minore e la sua famiglia naturale, ciò al fine di salvaguardare il rapporto genitore-figlio e di consentire al minore di crescere nel suo nucleo di origine; la seconda tra affido giudiziale e affido consensuale. In seguito, alla luce del fatto che in Italia sono in continuo aumento gli affidi sine die, cioè quegli affidi che non presentano, per varie ragioni, una durata precisata e che quindi non terminano entro i ventiquattro mesi stabiliti dalla legge, ho ritenuto interessante riportare i vantaggi e i rischi che un tale intervento può avere per il bambino, per la famiglia naturale e per gli affidatari. In relazione, al fatto che ogni minore presenta una storia familiare differente che necessita di interventi mitrati ed individualizzati, i quali tengano

8 Introduzione conto delle eventuali carenze o maltrattamenti presenti nell ambiente familiare, ho posto in rilievo alcune tipologie di affido, che vanno dall affido a tempo pieno, a quello diurno o part-time, a quello weekend e vacanze, a quello di pronto intervento. Considerato, poi, che l affidamento familiare riguarda minori di età compresa tra 0 e 18 anni senza distinzione di etnia, mi è sembrato interessante sottolineare gli interventi di affidamento di bambini piccolissimi, di adolescenti e di minori stranieri. Per quel che riguarda gli affidi rivolti ai neonati sono stata mossa dalla considerazione che nei primissimi mesi ed anni di vita è importante crescere in un ambiente sano e positivo che offra cure e attenzioni tali da evitare che il bambino cresca con vuoti affettivi e relazionali; per quel che concerne gli affidi di adolescenti, invece, dalla constatazione che questi si presentano molto più complessi e difficili, poiché il minore non presenta solo i disagi e i problemi relativi ad un nucleo familiare negativo ma anche tutte le problematiche riguardanti l adolescenza, fase caratterizzata da grandi mutamenti e dalla costruzione della sua identità, aspetti questi di non facile gestione ; infine, la scelta di considerare gli affidi di minori stranieri, nasce dalla considerazione che il numero dei minori stranieri presenti in Italia, non accompagnati o con la famiglia, è in continuo aumento e che, rispecchiando una nuova realtà per i Servizi e gli operatori impegnati nell affido, richiede interventi individualizzati e specifici. Ciò in ragione del fatto che se da una parte, per la normativa italiana vi è la possibilità di realizzare interventi di aiuto e sostegno per tutti i bambini senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del minore, dall altra, sul piano educativo, psicologico e sociale, sussistono, oltre alle esigenze e alle problematiche che riguardano i minori in crescita, anche difficoltà che scaturiscono dal vivere in un Paese culturalmente e religiosamente differente, che richiede la realizzazione di progetti di affido molto specifici legati alle differenze etniche e collaborazioni con altre figure professionali della stessa cultura (assistente sociale, educatore, mediatore culturale, ecc ). Con il secondo capitolo, L affido: protagonisti e problematiche, ho voluto dare maggiore attenzione ai protagonisti principali dell affido, il minore, la famiglia naturale e gli affidatari, al ruolo degli operatori, impegnati in materia di affido, relativamente agli attori principali, appena citati, e alle problematiche psico-sociali. Evidenziando che ogni intervento di affido deve ruotare intorno all attore principale, cioè il minore, tutelandolo e facendo in modo che venga rispettato il suo diritto a vivere e crescere in una famiglia che salvaguardi il suo sviluppo, offrendogli un VII

9 VIII Introduzione contesto sociale, relazionale, educativo ed affettivo capace di prendersi cura di lui, in questo contesto si pone in evidenza la figura della famiglia di origine con le possibili cause che hanno portato all allontanamento del figlio/a, le sue problematiche e gli interventi di aiuto e sostegno che gli operatori possono mettere in atto per aiutarla a superare le difficoltà e riacquisire le capacità genitoriali. Rispetto alla situazione del minore e del suo nucleo naturale ho messo in rilievo anche il ruolo non facile degli affidatari, impegnati nell accompagnare un bambino che ha perso temporaneamente i suoi punti di riferimento, ai quali, dato il loro compito, è utile che gli operatori forniscano una corretta informazione/formazione su quelli che sono i punti fondamentali dell affido, e soprattutto che prevedano interventi di aiuto e sostegno per tutto il percorso di affido, in modo da garantire loro, in ogni situazione che potrebbe venire a crearsi, un appoggio costante. Nella stesura del terzo capitolo, Aspetti giuridici dell affidamento familiare, viene fatta una ricostruzione giuridica della figura del bambino dal diritto romano sino alla legge 28 Marzo 2001, n. 149 Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante «Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori», nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile, al fine di far emergere come l interesse nei confronti dei minori, con i suoi relativi diritti, sia una conquista successiva alla fine dell Ottocento, quando nel 1899 a Chicago fu istituito il primo Tribunale per i minorenni. Comunque, l istituto dell affidamento acquista la sua importanza in Italia con la legge n. 184 del 1983, infatti con essa il legislatore introduce in modo organico e sistematico l istituto dell affido familiare, la cui pratica, al fine di deistituzionalizzare bambini di più di otto anni esclusi dal beneficio dell adozione speciale, si era già diffusa dal La successiva legge n. 149/2001 di modifica alla n. 184/1983 presenta e mantiene lo stesso schema. Leggi queste che pongono al centro l interesse, il benessere e la tutela del bambino. Infatti con tali leggi, e soprattutto con la 149/2001, si cerca, ponendo al centro di tutti gli interventi l interesse del minore, con l intervento dell affidamento familiare, di dare al minore che si ritrova in una famiglia temporaneamente in crisi, la possibilità di superare questo periodo senza interrompere il suo normale sviluppo, e si cerca nello stesso tempo, con interventi di sostegno, di aiutare la famiglia naturale a riacquisire le sue competenze genitoriali per consentire al minore di rientrare nel suo nucleo di origine, fine ultimo della stessa legge 4 Maggio 1983 n. 184 come modificata dalla legge 28 marzo 2001 n. 149.

10 Introduzione Ho ritenuto, inoltre, interessante considerare anche la Legge 28 Agosto 1997, n. 285, la Legge 8 Novembre 2000, n. 328 e il Decreto Legislativo 26 Marzo 2001, n. 151 dal momento che fanno riferimento ai diritti del minore di vivere e crescere in una famiglia idonea e assicurano a lui, alla sua famiglia e agli affidatari tutti gli interventi necessari e le agevolazioni previste. Il quarto capitolo, Uno sguardo al Centro Affidi della Provincia di Potenza, rappresenta la parte centrale del mio elaborato e l input che ha portato alla sua realizzazione. Partendo dalle motivazioni che hanno portato all istituzione del Centro Affidi ho voluto sottolineare i compiti e gli obiettivi che si prefigge sul territorio provinciale e, le attività svolte, dall anno della sua costituzione, evidenziando il suo lavoro sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Attenzione particolare, a mio avviso, meritano due iniziative dello stesso Centro provinciale, il corso di formazione che propone per le famiglie affidatarie della provincia di Potenza e, la collaborazione che ha rafforzato, anche attraverso un Protocollo d Intesa, con il Tribunale per i Minorenni e i Comuni del territorio provinciale (100). Data l importanza che il Centro Affidi dà alla formazione delle famiglie affidatarie, ho pensato di realizzare un questionario da somministrare alle famiglie disponibili all affido della Provincia di Potenza per valutare soprattutto il loro giudizio sul corso di formazione organizzato dallo stesso Centro Affidi. Il questionario ha avuto l obiettivo: di raccogliere dati generali della coppia; di fare un indagine psico-sociale sulla coppia aspirante all affidamento, considerando la storia individuale di entrambi; di ricavare informazioni relative all atteggiamento della coppia e dei suoi familiari nei confronti dell affido; di evidenziare come gli stessi affidatari intendono rapportarsi alla famiglia d origine del minore e alla sua storia di vita; e infine di rilevare la valutazione e le considerazioni degli affidatari per ciò che concerne la formazione. Ritenendo importante la realizzazione di interventi di affido comuni su tutto il territorio nazionale, nell ultimo capitolo, Coordinamento Nazionale Servizi Affidi (C.N.S.A.) e Indagini nazionali, viene presentato il Coordinamento Nazionale Servizi Affido con il lavoro degli operatori, enti e associazioni impegnati costantemente in materia di affido familiare. Rappresentando sede di confronto e di crescita qualitativa dell affido, il C.N.S.A. dal 1998 sino ad oggi ha realizzato, sulla base di un continuo scambio, tra le figure professionali dei Servizi Affido aderenti, di esperienze e di riflessioni, derivate da differenti realtà, di informazioni sull affido e sulle problematiche che ne conseguono per il miniore e le IX

11 X Introduzione famiglie, 10 documenti su temi specifici in modo da creare un linguaggio comune su tutto il territorio nazionale. In questo contesto ho voluto inoltre, proporre i dati relativi all affido in Italia per Regioni, Province autonome e Tribunali per i Minorenni, tratti dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l infanzia e l adolescenza, I numeri italiani, Firenze, Istituto degli Innocenti, 2007(Questioni e Documenti, n. 43), rispettivamente: Istituti per minori e minori ospiti secondo le rilevazioni ISTAT del 1999, 2000 e Centro nazionale del Italia, Provvedimenti emessi dai tribunali per i minorenni in materia di affidamento. Italia - Anni , Provvedimenti emessi dai tribunali per i minorenni in materia di affidamento - Anni , Provvedimenti emessi dai tribunali per i minorenni in materia di affidamento per area territoriale - Anni , Minori in affidamento familiare e minori accolti nei servizi residenziali per regione e provincia autonoma al 31 dicembre 2005, Minori in affidamento familiare e minori accolti nei servizi residenziali per regione e provincia autonoma al 31 dicembre Tassi per abitanti della stessa età. Ciò al fine di sottolineare la crescita negli anni degli affidamenti familiari rispetto agli affidamenti a comunità alloggio o istituti. In Appendice A, QUESTIONARIO FAMIGLIE AFFIDATARIE del Centro Affidi della Provincia di Potenza, vengono riportati i questionari integrali, somministrati alle famiglie disponibili all affido del Centro Affidi, con le risposte che esse hanno offerto per ogni punto; idea maturata per due ragioni: la prima perché ho ritenuto piacevole e fondamentale porre in risalto la collaborazione delle famiglie e, la seconda perché, dal momento che nel capitolo quarto le risposte vengono considerate nell insieme e in rapporto alle altre, mi è sembrato necessario e interessante trascrivere per intero il pensiero, le considerazioni e le valutazioni cha hanno addotto come risposte. Con l Appendice B, Buone prassi, si presentano alcuni progetti, in materia di affido, realizzati da vari Comuni, scelti per portare esempi concreti in riferimento a tematiche, concernenti l affido, presentate nella tesi che ritengo degne di attenzione. Per ciò che concerne l affido a bambini piccoli, intervento essenziale, si riporta L affido di neonati (Near), del Comune di Genova, e il Progetto neonati del Comune di Torino. Al fine di evidenziare l importanza di promuove sui territori la cultura dell affido e sensibilizzare quindi i cittadini ho preso in considerazione il progetto Famiglie e accoglienza del Comune di Parma. In considerazione del fatto che a volte, per i casi di nuclei madre bambino, si riscon-

12 Introduzione trano situazioni in cui il genitore ha necessità di essere sostenuto ed aiutato nel raggiungimento della sua piena autonomia come genitore, a- vendo dunque competenze genitoriali tali da non richiedere l allontanamento dal minore, ho sottolineato i progetti: Progetto familiare mamma e bambino del Comune di Milano e, Oltre l affido Intervento in favore di nuclei madre-figlio per il sostegno ai processi di acquisizione della autonomia del Comune di Roma. Infine, si pone in risalto il progetto Nuovi modelli di accoglienza. L Affido professionale della Provincia di Milano. In Appendice C, Protocollo d intesa tra Centro Affidi Tribunale per i Minori Comuni del territorio provinciale, ho voluto riportare integralmente il Protocollo che sancisce l importanza che il Centro Affidi della provincia di Potenza dà alla collaborazione tra varie figure professionali al fine di portare l intervento di affido nella Provincia di Potenza ad una crescita qualitativa. XI

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14 Capitolo primo Aspetti dell affidamento familiare 1.1. Cos è l affido familiare L affido familiare, regolamentato dalla Legge n. 184 del 4 maggio1983, successivamente modificata dalla Legge n. 149 del 28 marzo 2001, è un provvedimento temporaneo adottato dal Tribunale per i minorenni nel momento in cui la famiglia di origine del minore si ritrova in una fase di difficoltà, per motivi che possono essere generalmente legati a conflitti fra i coniugi, a una malattia, alla detenzione dei genitori, a problemi di ordine educativo, ed altro, e, per tali ragioni, non riesce ad occuparsi del figlio. In tali situazioni il bambino viene accolto presso una famiglia sostitutiva, una persona singola o una comunità con la finalità di consentire la corretta e armonica maturazione del bambino. Quindi, con l affidamento si cerca di far sì che a qualsiasi bambino sia garantito il diritto a crescere in un famiglia anche nelle circostanze in cui la sua presenta delle problematicità che non le consentono di provvedere alla sua crescita, educazione e mantenimento; infatti Garelli 1 specifica che l affidamento ha come scopo quello di assicurare una famiglia al minore che per diversi motivi non può continuare a vivere con i propri genitori o parenti, e la cui situazione non può essere risolta con aiuti economici e sociali alla famiglia d origine, e non vi sono i presupposti per procedere con l adozione. L affidamento viene a configurarsi come un azione di solidarietà nei confronti di un bambino o di un ragazzo temporaneamente in difficoltà con la sua famiglia, difficoltà tali da non consentirgli di rimanere con i genitori per un periodo di tempo più o meno lungo, il cui progetto, allora, deve portare il minore ad avere al suo fianco adulti significativi, con i quali instaurare rapporti importanti, che possano aiutare lui nella crescita e la famiglia d origine a superare il suo periodo di difficoltà, ed essere finalizzato a «creare attorno al bambino una rete di rapporti affettivi significativi con adulti validi che siano di aiuto in una situazione critica del bambino e della sua famiglia» 2, tutto ciò preservando i legami affet- 1 Garelli F., L affidamento: l esperienza delle famiglie e i servizi, Roma, Carocci, Centro nazionale di documentazione e analisi per l infanzia e l adolescenza, I bambini e gli adolescenti in affidamento familiare. Rassegna tematica e riscontri empirici,

15 4 Capitolo primo tivi tra il minore e il suo nucleo familiare, in attesa che questa superi le difficoltà e sia di nuovo in grado di accoglierlo. Di conseguenza, finalità dell affidamento è quella di «far accogliere temporaneamente il minore ad un altra famiglia, per reinserirlo nella famiglia originaria quando questa giunga a superare le proprie difficoltà: si intende fornire al minore in difficoltà il mantenimento, l educazione, l istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno, in attesa di un miglioramento della situazione di difficoltà della sua famiglia d origine» 3. Questo grande impegno personale può essere affrontato da: coppie con figli, coppie senza figli e persone singole. Obiettivo primario e finalità, dunque, dell affido è il superamento della situazione di crisi nella famiglia del bambino, affinché questo possa farvi rientro, infatti il rientro del minore è lo scopo dell affido familiare, per tale ragione l affidamento si basa ed è caratterizzato da una durata temporanea, la quale è dovuta, come evidenzia Manera 4, proprio al fatto che: l affido è stato disciplinato quale assistenza temporanea a famiglie in difficoltà transitorie, diretta a superare tali difficoltà per attuare quanto prima il rientro del minore nella sua famiglia. L affido familiare viene predisposto dai Servizi Sociali dei Comuni: Con il consenso della famiglia d origine, e se di durata superiore ai sei mesi con la convalida del Giudice Tutelare; Con Decreto del Tribunale dei Minori, laddove manchi il consenso dei genitori d origine. Come scrive Livia Turco nella Prefazione del testo di Costi, P. O. 5 «La ragione dell impegno delle istituzioni nella promozione dell affidamento familiare si fonda sull immenso valore che questa esperienza produce nella società intera oltre che ai bambini, alle famiglie di origine e a quelle che lo realizzano. Infatti l affidamento familiare è il modo più diretto e coinvolgente con cui Firenze, Istituto degli Innocenti, Agosto 2002 (Questioni e Documenti, n. 24, pp ). 3 Allegato. Documento conclusivo dell indagine conoscitiva su adozioni e affidamento approvato dalla Commissione della Camera dei Deputati, Seduta del 27/10/ Manera Giovanni, L adozione e l affidamento familiare nella dottrina e nella giurisprudenza, Milano, F. Angeli, Costi P. O. et al, Un bambino per mano: l affido familiare, una realtà complessa, Milano, F. Angeli, 1997.

16 Aspetti dell affidamento familiare 5 famiglie e persone singole possono dare accoglienza ad un bambino che ha problemi temporanei nella sua famiglia. Un modo per aiutare il bambino e dare solidarietà ai suoi genitori Con l affidamento familiare si riescono a scongiurare molte istituzionalizzazioni contribuendo così a rendere la vita e la crescita dei bambini più armonica ed equilibrata consentendo loro di poter vivere una vita normale» Distinzione affidamento e adozione L affido, presupponendo il legame con la famiglia naturale e il mantenimento di rapporti, non va confuso con l adozione, la quale è un provvedimento del Tribunale per i Minori che comporta la cessazione di ogni legame giuridico tra il bambino e la famiglia naturale. Ne consegue che «l affidamento è un istituto giuridico non definitivo, mentre l adozione è caratterizzata dal fatto di determinare effetti definitivi e irreversibili» 6. Tale distinzione è meglio spiegata nel Dizionario di Diritto Le Garzantine 7 alle voci Affidamento dei minori e Adozione dei minori ; infatti si legge: «Affidamento dei minori espressione che designa il complesso degli interventi disposti dalla legge per assicurare il mantenimento, l educazione e l istruzione dei minori che siano temporaneamente privi di ambiente familiare a ciò idoneo, e in temporanea sostituzione della famiglia naturale nel cui ambito i minori hanno diritto di essere cresciuti»; poco dopo prosegue affermando: «Presupposto per l affidamento è che si sia verificata una temporanea difficoltà della famiglia di origine del minore a consentirgli di vivere circondato dalle cure che normalmente si prestano in ambito familiare. Suo scopo è il superamento di tali difficoltà, col conseguente rientro del minore nella sua famiglia naturale, o, quando la situazione di crisi divenga definitiva o di durata imprevedibile, con la dichiarazione di adottabilità»; per quanto concerne l adozione dei minori essa è un 6 Ichino Francesca, Zevola Mario, Affido familiare e adozione: minori in difficoltà, famiglia di sostegno e famiglia sostitutiva, 2. ed., Milano, U. Hoepli, Dizionario del Diritto, Garzanti, 2001.

17 6 Capitolo primo «istituto che consente ai minori dichiarati in stato di adottabilità di acquistare la qualità di figli legittimi di chi li adotta, assumendone il cognome, mentre cessano i loro rapporti giuridici con la famiglia di origine». Quindi l affido si differenzia dall adozione in quanto ha come caratteristiche la temporaneità, poiché si parla di mancanza temporanea della famiglia, evidenziando così il fatto che non è un provvedimento definitivo e il minore, a differenza di quanto avviene per l'adozione, non ha lo status di figlio. Fondamentale è anche il fatto che nell affidamento, a differenza dell adozione dove la famiglia adottiva fa questa scelta per poter avere un figlio che sia loro e quindi senza alcun legame con la famiglia naturale, gli affidatari offrono al bambino la possibilità di avere una famiglia che sostituisca la sua, solo per il periodo in cui è in crisi, favorendo il rientro del bambino nel suo nucleo; gli affidatari non hanno quindi aspettative genitoriali e adottive L affidamento: consensuale e giudiziale L affidamento può assumere due forma, quella consensuale e quella giudiziale. La prima si ha nel momento in cui i genitori, o il tutore, danno il loro consenso all affido accettando il fatto che il figlio venga, temporaneamente, affidato ad un altra famiglia. Tale forma di affido è disposta dal servizio locale con il consenso dei genitori. Per quel che concerne invece gli affidamenti nella seconda forma, questi sono disposti «per motivi di protezione e di difesa del minore che si trova in una situazione di pericolo a causa della condotta pregiudizievole di uno o di entrambi i genitori. Se la situazione di pericolo è grave, il giudice può pronunziare la decadenza dalla potestà sui figli del genitore che viola o trascura i suoi doveri o che abusa dei suoi poteri (art. 330 cc). Se la condotta del genitore non è tale da dar luogo alla pronuncia di decadenza, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice minorile può disporre l allontanamento di questi dalla residenza familiare (art. 333 cc) e può quindi affidare il minore all ente locale (Comune o ASL) della sua residenza per un opportuna collocazione eterofamiliare» 8. 8 Ichino Francesca, Zevola Mario, Affido familiare e adozione: minori in difficoltà, famiglia di sostegno e famiglia sostitutiva, 2 ed., Milano, U. Hoepli, 2002.

18 Affidamento sine-die Aspetti dell affidamento familiare 7 La legge n. 149 del 2001 stabilisce come durata massima dell affidamento familiare ventiquattro mesi, data prorogabile dal Tribunale per i Minorenni nel caso in cui viene valutata pregiudizievole per il minore la conclusione dell affido e il suo rientro nella famiglia naturale. Infatti all art. 4 comma 4 afferma che Nel provvedimento di cui al comma 3, deve inoltre essere indicato il periodo di presumibile durata dell affidamento che deve essere rapportabile al complesso di interventi volti al recupero della famiglia d origine. Tale periodo non può superare la durata di ventiquattro mesi ed è prorogabile, dal tribunale per i minorenni, qualora la sospensione dell affidamento rechi pregiudizio al minore, in tali situazioni ci si trova dinanzi ad affidamenti a lungo termine, cioè si hanno affidi sine die. Questi affidi non presentano una durata precisata, e rappresentano quelle situazioni in cui non è pensabile il rientro del minore nel suo nucleo naturale poiché, pur non essendoci i presupposti per l adozione e valutata l importanza dei rapporti tra il minore e i sui genitori, si ritiene che la famiglia naturale non abbia ancora superato del tutto i problemi che hanno portato all allontanamento del figlio, e che quindi non abbia ancora recuperato le sue capacità genitoriali. Ci si ritrova quindi dinanzi a famiglie che presentano grandi difficoltà, le cui «condizioni pesantemente deteriorate o carenti, non solo non permettono che venga svolta una corretta funzione genitoriale-educativa, ma neppure consentono di prevedere modificazioni significative di questa capacità in tempo utile all educazione e alla crescita dei figli» 9, ritenendo quindi utile prolungare il tempo di affido al fine di salvaguardare il minore, la sua crescita e il suo sviluppo. È interessante notare, nel prospetto che segue, i vantaggi e i rischi che possono scaturire dall affido sine die in relazione al bambino, alla famiglia affidataria e alla famiglia naturale: 9 Gallina Margherita (a cura di), Affido familiare: linee guida, Quaderno n. 6, Provincia di Milano. Progetto Affido. L. 285/97, Novembre 2004.

19 8 Capitolo primo Fonte: Coordinamento Nazionale Servizi Affidi, Documento Affido sine die elaborato nel 2002 dal CNSA. 10 Vantaggi/ rischi per il bambino I vantaggi sono attinenti a tematiche profonde della psiche del bambino, quali il bisogno d appartenenza, di sicurezza, il senso di realtà nei confronti della sua famiglia. Promuovere un affido a tempo indeterminato consente di: non perde le tracce della sua famiglia conoscere pregi e difetti della sua famiglia, accettandola e utilizzandola al meglio per quello che può dare mantenere un rapporto accettabile almeno con uno dei due genitori e/o altri componenti della famiglia avere un alternativa alle istituzionalizzazioni sine die (anche per gli adolescenti) I rischi per il bambino riguardano la mancata elaborazione ed accettazione della propria storia personale in relazione alla sua famiglia, con conseguente costituzione di un falso sé e di un sentimento di non appartenenza a nessuna famiglia. 10 Provincia di Potenza Assessorato alle Politiche Sociali, Pace, Immigrazione e Volontariato, (a cura di), 1 Rapporto di Attività del Coordinamento Nazionale Servizio Affidi, Centro Affidi Provincia di Potenza, Dicembre 2007.

20 Aspetti dell affidamento familiare 9 Vantaggi/rischi per la famiglia affidataria Vantaggi: Consente alla famiglia affidataria di prefigurarsi in fase di disponibilità all affido un percorso che viene esplicitato: si tratta essenzialmente della possibilità di futurizzarsi a prescindere da fantasie e aspettative adottive. Rischi: Il rischio per la famiglia affidataria è l inglobamento, ovvero il perdere memoria della storia del bambino, non consentendo neanche a lui di rielaborarla. Vantaggi/ rischi per la famiglia d origine Vantaggi: tranquillizza la famiglia d origine che mal tollererebbe l adozione salvaguarda il rapporto dei genitori/e con il figlio consente il mantenimento di rapporti con i Servizi, funzionale al sostegno della propria genitorialità Rischi: Delega completa nei confronti della famiglia affidataria e /o dei Servizi Tipologie di affido Ogni minore ha una storia diversa ed ha bisogno di interventi e di aiuti realizzati individualmente in base alle sue esigenze, poiché può a- vere alle spalle una famiglia con disagio economico sociale, con carenze educative, affettive e relazionali, genitori con problemi di tossicodipendenza o affetti da malattie, oppure genitori maltrattanti, dove

21 10 Capitolo primo «Per maltrattamenti si intendono sia comportamenti attivi, da parte di figure adulte e in particolare dei genitori nei confronti dei figli, come la violenza fisica, emozionale o l abuso sessuale, lo sfruttamento (accattonaggio, spaccio, prostituzione), sia passivi, come la mancanza di cure necessarie per rispondere ai bisogni primari ed evolutivi tipica della trascuratezza. Tali comportamenti possono presentarsi come isolati o associarsi in diverso modo tra loro, determinando manifestazioni diverse e variabili nel tempo.» 11 ; sono dunque necessari interventi individualizzati e differenti. Ne consegue quindi che, alla luce delle differenti problematiche familiari e delle conseguenze che tali situazioni hanno sul minore, ogni situazione richiede un diverso tipo di affido che possa rispondere all interesse del minore e considerare le problematiche, i disagi e le necessità della famiglia naturale. Qui di seguito riporterò alcune tipologie di affido rispondenti alle esigenze suddette: Affidamento a tempo pieno: il minore è inserito nella famiglia affidataria per un breve periodo o per tempi più lunghi e gli affidatari devono provvedere, accogliendolo nella propria famiglia, alla sua crescita ed alla sua educazione, tenendo conto, nei casi in cui non è stata attuata la sospensione della potestà genitoriale, delle indicazioni dei genitori. Il bambino vive quindi con la famiglia affidataria, i rientri periodici nella sua famiglia e la durata sono disposti e stabiliti nel progetto di affido. Per il buon esito del progetto è opportuno che gli operatori e i Servizi preparino e seguano per tutta la durata dell affidamento il bambino, la famiglia naturale e quella affidataria. La necessità di tale affido si presenta nei casi in cui il minore vive in un contesto con carenze affettive, emotive, relazionali ed educative che lo pongono in una situazione di rischio evolutivo, si pone dunque l attenzione sul sostegno e sulla necessità di promuovere per il bambino relazioni affettive, emotive e genitoriali, e soprattutto offrendo l opportunità di sviluppare in modo equilibrato la personalità secondo le sue esigenze. Fondamentale è la strutturazione di un progetto che comprenda gli attori coinvolti, gli obiettivi, le modalità, la durata dell affido, i compiti richiesti agli affidatari e il percorso che deve svolgere la famiglia naturale per riacquisire le sue capacità genitoriali. 11 Roberto Maurizio, Dare una famiglia a una famiglia. Verso una nuova forma di Affido, Fondazione Paideia, Comune di Torino, EGA.

22 Aspetti dell affidamento familiare 11 Affidamento diurno o part time: è un affidamento limitato ad orari diurni dove il minore, a differenza dell affido a tempo pieno, ha bisogno del sostegno di un altra famiglia solo per alcune ora, quindi non si trasferisce a vivere presso gli affidatari ma trascorre insieme ad essi parte della giornata o parte della settimana. Questa tipologia di affido può essere utile nei casi in cui la famiglia presenta una scarsa capacità organizzativa che le impedisce di prendersi cura con regolarità del figlio in alcune ore della giornata (ad esempio per lavoro), favorendo così un rapporto di collaborazione fra i genitori e gli affidatari. Il compito allora che si richiede alla famiglia affidataria è quello di offrire un appoggio ed un sostegno organizzativo, relazionale, affettivo e sociale che possa guidare il minore nella sua vita quotidiana, consentendogli di avere, senza procedere all allontanamento dal suo nucleo, una relazione socializzante ed affettiva che possa aiutarlo e sostenerlo nel suo sviluppo e nella sua crescita. Affidamento week-end e vacanze: tale forma di affido si rende necessaria per offrire al minore occasioni che possano aiutarlo ad instaurare relazioni e interazioni col mondo e- sterno, e fare esperienze socializzanti poiché, per attuare questo affidamento, si parte dal presupposto che la famiglia di origine non ha le risorse e le capacità per favorire l integrazione sociale del bambino. L affido week-end e vacanze prevede che il minore trascorra presso la famiglia affidataria periodi brevi ma ripetuti nel tempo. Per questo affido, come per le altre tipologie di affidamento, gli operatori delineano un progetto che, anche se temporaneamente breve e definito, pone l accento sull importanza di un rapporto continuativo con gli affidatari, la cui presenza deve essere vissuta dai genitori naturali, quando i Servizi riescono a collaborare con questi ultimi, come aiuto e risorsa e non quindi come figura negativa e antagonista; inoltre una collaborazione tra le due famiglie può consentire al bambino di non vivere l affido in modo conflittuale, i genitori devono essere aiutati a riconoscere in modo positivo il confronto con gli affidatari e a capire che questi ultimi hanno un ruolo di supporto e di aiuto temporaneo. Affidamento di pronto intervento: questo affido si verifica nel caso in cui si presentano situazioni di gravità, di rischio o di abbandono che richiedono un tempestivo inserimento del minore in un altro contesto familiare con una durata limitata, cioè fino al momento in cui si risolve l emergenza e quindi il bambino può rientrare in famiglia o fino al momento in cui viene inserito in un contesto adatto alla sua situazione. Queste famiglie accoglienti devono

23 12 Capitolo primo ovviamente aver ricevuto una preparazione e una formazione specifica per poter affrontare una situazione molto delicata che richiede anche una riorganizzazione del contesto familiare (condizione questa che dovrebbe comunque verificarsi in tutte le forme di affidamento) Affidamento di bambini piccoli Il bambino, sin dalla sua nascita, ha come esigenza e bisogno quello di vivere in un ambiente positivo e valido, dove le cure continue e la capacità di prodigare affetto e calore da parte dei genitori possa, come sostiene Cappellaro 12, germinare e produrre attaccamento come base sicura del rapporto triadico madre, padre, bambino; di conseguenza si rende necessario e fondamentale l affidamento familiare per i neonati, dal momento che tale intervento si fonda sull importanza del vivere, per il bambino, in una famiglia ponte che per un breve periodo, fino al rientro nel nucleo di origine o all inserimento in una famiglia adottiva, svolga il ruolo di figure di riferimento e soprattutto sia in grado di dare affetto e cure, fondamentali nei primi mesi e anni di vita, per un sano sviluppo, e che quindi non lasci dentro di lui dei vuoti affettivi e relazionali. L affido per bambini piccoli deve essere previsto, come si evince dal documento del CNSA, Riflessioni sull affidamento familiare di bambini piccolissimi 13, per quelle situazioni che vedono: bambini nati da genitori che necessitano di una valutazione diagnostica e prognostica delle loro capacità gravemente compromesse (genitori tossicodipendenti, portatori di malattie menali o di patologie invalidanti, ecc.) in cui occorre monitorare la relazione genitori/figlio, garantendo gli incontri necessari tra gli stessi, eventualmente mediati dalla presenza di personale specializzato; genitori per i quali si riscontra l impossibilità o l inadeguatezza nel seguire e accudire i figli nati con gravi problemi sanitari; genitori inserirti in struttura protetta (es. comunità terapeutica, comunità madre/bambino) per i quali è stato interrotto il progetto di inserimento con 12 Cappellaro Gabriella, Il diritto alla famiglia dei bambini piccolissimi, in «Prospettive assistenziali», n. 145, gennaio-marzo 2004, pp Documento CNSA Riflessioni sull affidamento familiare di bambini piccolissimi Parma, 12 Giugno 2003, tratto da Provincia di Potenza Assessorato alle Politiche Sociali, Pace, Immigrazione e Volontariato, (a cura di), 1 Rapporto di Attività del Coordinamento Nazionale Servizio Affidi, Centro Affidi Provincia di Potenza, Dicembre 2007.

24 Aspetti dell affidamento familiare 13 loro del figlio; bambini che non sono stati riconosciuti alla nascita e per i quali l Autorità Giudiziaria non ha disposto in tempi rapidi (15 giorni) l abbinamento con una coppia adottiva; bambini in stato di abbandono o sottratti d urgenza ai familiari a fronte di maltrattamenti o abusi (ex art. 403 del c.c.). Si deduce quindi come alle famiglie affidatarie, che intraprendono la strada dell affido a neonati, viene richiesto un compito molto difficile e delicato: offrire al bambino un ambiente affettivo, sereno ed equilibrato tale da consentirgli di non subire la separazione come un momento di rottura e distacco ma, come una continuazione della sua crescita avvalorata e favorita dall aver vissuto in un contesto ottimale, consapevoli e preparati al fatto che il minore sarà separato da loro, per ritornare nella sua famiglia o per essere inserito in un nuovo contesto familiare, e che dovranno essi stessi agevolare tale separazione; di conseguenza, le famiglie che meglio possono rispondere alle esigenze di un affido di bambini piccoli risultano essere quelle, come sottolineano Cappellaro e Crollo 14, «che hanno figli propri, che non hanno aspirazioni adottive, che hanno una capacità affettiva matura, che hanno disponibilità di tempo»; ovviamente sono affidi che, data la loro delicatezza dovuta al ruolo transitorio degli affidatari, necessitano di interventi mirati ad aiutare le famiglie affidatarie, come sostengono ancora le due autrici: «a vigilare sul proprio coinvolgimento affettivo con il minore, che deve esserci (senza una intensa relazione affettiva il bambino non "cresce"), ma non deve diventare un attaccamento che ostacoli un sereno passaggio del minore alla nuova sistemazione (sia essa il rientro in famiglia o l'adozione).». Per meglio comprendere l importanza, per i bambini, di tale progetto vorrei riportare alcune affermazioni delle famiglie affidatarie del Progetto Neonati del Comune di Torino durante il Convegno Nazionale «Affido: Legàmi per crescere.» 15, dall esperienza raccontata dal gruppo di famiglie affidatarie, si evidenzia, a mio avviso, la delicatezza di un tale intervento: 14 Cappellaro Gabriella, Crollo Liliana, L affidamento familiare di bambini piccoli, in «Prospettive assistenziali», n. 114, aprile-giugno Intervento a cura del gruppo delle famiglie del Progetto Neonati, Convegno Nazionale «Affido: Legàmi per crescere.», organizzato dal Comune di Torino il Febbraio.

25 14 Capitolo primo «[ ] Questa esperienza, l accoglienza dei bimbi è anche un pezzo della nostra vita, è il nostro essere totalmente genitori per un arco di tempo breve/brevissimo e ciò che ci muove in questa direzione e che emerge quando (soprattutto nel gruppo di sostegno) ci raccontiamo è la consapevolezza di quanto, nella costruzione della storia dei piccoli, sia fondamentale creare per loro delle relazioni affettive significative così importanti nei primissimi mesi di vita e per quello che sarà poi la loro vita futura»; si evince la complessità e l importanza, per il bambino, del legame che viene ad instaurarsi: «Siamo consapevoli di quanto il legame che si crea con il piccolo sia coinvolgente ed anche di quanto questo coinvolgimento sia fonte di preoccupazione per gli operatori e i giudici, ma vogliamo rassicurarvi/tranquillizzarvi, perché oggi ci sentiamo di dire che quello che fa funzionare questo Progetto è proprio quel legame, è proprio la possibilità che i bimbi hanno di sperimentare questa intensità di relazione, di amore e di attaccamento»; si sottolinea la necessità di un lavoro di rete, che vede il coinvolgimento di più figure: «Vogliamo sottolineare quanto sia importante lavorare tutti insieme, servizi e famiglie (ognuno sicuramente per la parte che gli compete), per costruire insieme la storia del bambino, sapendoci ascoltare e dandoci reciprocamente fiducia. Instaurando un dialogo costruttivo costante, come deve avvenire in particolare nel luogo neutro, in modo che la famiglia possa riferire anche i problemi che il bambino evidenzia prima e dopo le visite. Questo confronto consente di integrare gli elementi di professionalità con la quotidianità che la famiglia affidataria raccoglie stando a stretto contatto con il bambino. [ ] Ci muove la consapevolezza che guardiamo tutti nella stessa direzione e che siamo tutti parte di una rete intorno al bambino: la funzione della rete è di protezione, di sostegno, è una rete tessuta che non deve avere buchi e ogni punto deve essere collegato agli altri»; queste famiglie ponte sono consapevoli dell importanza del loro ruolo nell accoglierli e soprattutto nel lasciare che subentrino altri genitori nella vita del bambino e, come essi stessi dicono «come avviene nel parto, c è la gioia di vederlo alla luce della sua vita che continua». In estrema sintesi, si può affermare quindi che è di vitale importanza per qualsiasi bambino essere accudito in un luogo sano ed equilibrato, di

26 Aspetti dell affidamento familiare 15 essere soddisfatto nei suoi bisogni e nelle sue esigenze poiché avverte e sente l attenzione, l amore e le cure che l adulto gli dà necessarie per la sua crescita psico-fisica Affidamento di adolescenti Gli affidi di adolescenti risultano molto più complessi e difficili di quelli dei bambini perché oltre alle difficoltà e ai disagi che possono scaturire da una situazione familiare negativa si riscontrano anche tutte le problematiche adolescenziali, è risaputo infatti che l adolescenza rappresenta la fase più delicata perché accompagnata da grandi mutamenti, che vedono il ragazzo/a impegnato nella costruzione della sua identità e del suo futuro, di conseguenza, per affrontare le crisi adolescenziali e i cambiamenti repentini ha bisogno, per la sua crescita, di relazioni e legami con figure importanti, con persone adulte, che possano seguirlo positivamente in questo percorso arduo e difficile, quindi la famiglia deve essere pronta a sostenerlo, a comprendere le sue esigenze e ad aiutarlo nella ricerca della sua identità, non è necessario «essere genitori perfetti che non commettono errori, ma adulti che desiderano costruire un legame, che siano una proposta per l adolescente e che accettino il rischio che la sua libertà non ci stia: genitori per cui il criterio per affrontare la vita non sia la paura.» 16. Le caratteristiche che rendono possibile l attuazione dell affido per gli adolescenti vengono sottolineate nel Documento del CNSA Affido di a- dolescenti 17, si tratta di «caratteristiche di base, che riguardano sia i vissuti del minore sia la sua personalità: - avere introiettato un immagine dei propri genitori o in generale della figura genitoriale non totalmente o troppo compressa. In caso contrario, 16 Piu Giuseppina, L adolescenza e l esperienza dell affido, Tratto da News 2006, Speciale 11 Febbraio, Affido familiare. Colora la tua vita, Comune di Genova, Progetto Affido, Famigliare Minori. 17 Documento CNSA Affido adolescenti Parma, 2 Dicembre 2004, tratto da Provincia di Potenza Assessorato alle Politiche Sociali, Pace, Immigrazione e Volontariato, (a cura di), 1 Rapporto di Attività del Coordinamento Nazionale Servizio Affidi, Centro Affidi Provincia di Potenza, Dicembre 2007.

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