Parole Nuove per l'affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Parole Nuove per l'affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie"

Transcript

1

2

3 Parole Nuove per l'affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie

4 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per l'inclusione e le Poli che Sociali Cabina di Regia Adriana Ciampa Giovanna Marciano Maura Campagnano Antonella Caprioglio Salvatore Me Angelina Marsicovetere Marilina Tuccinardi Liana Burlando Veronica Pelonzi Paola Milani Stefano Ricci Antonella Schena Ministero del Lavoro e delle Poli che Sociali Ministero del Lavoro e delle Poli che Sociali Presidenza del Consiglio dei Ministri Regione Piemonte Regione Veneto UPI ANCI Comune di Genova per CNSA Comune di Roma per CNSA Esperto Esperto Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'infanzia e l'adolescenza Autori del testo sono i componen della Cabina di Regia con la collaborazione di LabRIEF (Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare, Università degli Studi di Padova) Paola Milani, Ombre a Zanon, Claudia Carbonin, Sara Serba, Marco Ius, Diego Di Masi e di Tessa Onida e Fabrizio Colamar no del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'infanzia e l'adolescenza. ISBN Edizioni Le Penseur Chiuso in redazione: 12 marzo 2014 Edizione I a - Marzo 2014 In coper na: Happy Kids justaa - Fotolia.com

5 I G Premessa INTRODUZIONE CAPITOLO 1. LINEE DI INDIRIZZO NAZIONALI: ALCUNI ASSUNTI 1.1. La norma va e le definizioni Il diri o del bambino di crescere ed essere educato nell ambito della famiglia Le ragioni socio-giuridiche Qualche dato sull affidamento familiare Le cara eris che dei bambini e degli adolescen La disciplina dell affidamento familiare Le nuove problema che dell affidamento familiare 1.2. Il proge o nazionale Un percorso nell affido e le Linee di Indirizzo Nazionali 1.3. Le raccomandazioni : gli elemen innova vi Riferimen bibliografici CAPITOLO 2. LE RAGIONI, I CONTESTI E LE TIPOLOGIE 2.1. Perché l affidamento familiare 2.2. Tipologie di affidamento diverse per bisogni diversi Riferimen bibliografici CAPITOLO 3. I SOGGETTI COINVOLTI 3.1. Il bambino 3.2. La famiglia del bambino 3.3. Gli operatori 3.4. La famiglia affidataria 3.5. La tutela del bambino come responsabilità condivisa con le Associazioni e le Re di famiglie Riferimen bibliografici

6 Parole nuove per l Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie CAPITOLO 4. L ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI 4.1. Regioni- Provincie autonome- En locali- Centri per l Affidamento 4.2. Flussi informa vi regionali e nazionali come azioni di monitoraggio e valutazione 4.3. Magistratura minorile, tutore, curatore speciale del minorenne 4.4. Scuola: ambiente privilegiato di osservazione e relazione La scuola per favorire l inclusione sociale dei bambini in affidamento La scuola per promuovere la cultura dell accoglienza familiare La costruzione dell équipe di lavoro: il coinvolgimento della scuola L'accoglienza a scuola dei bambini e delle loro famiglie: le fasi e gli a ori coinvol Parlare di affidamento a scuola Riferimen Bibliografici CAPITOLO 5. LE AZIONI DI PROMOZIONE E L AVVIO DEL PROGETTO 5.1. La promozione L informazione 5.2. La formazione degli affidatari Il percorso di valutazione/conoscenza con le famiglie affidatarie Come valutare: percorsi e strategie per la conoscenza L abbinamento Riferimen Bibliografici CAPITOLO 6. IL PROGETTO QUADRO DI CURA E PROTEZIONE E IL PROGETTO DI AFFIDAMENTO 6.1. Proge o Quadro e Proge o di affidamento 6.2. Le fasi del proge o 6.3. Proge o quadro: coinvolgimento di tu gli a ori interessa dal Proge o 6.4. Partecipazione del bambino e della sua famiglia alla definizione del proge o 6.5. La partecipazione della famiglia affidataria 6.6. Il lavoro d équipe: integrazione mul disciplinare 6.7. La proge azione individualizzata del proge o di affidamento Riferimen Bibliografici CAPITOLO 7. DOCUMENTAZIONE E AFFIDAMENTO FAMILIARE 7.1. Funzioni e compi della documentazione Riferimen bibliografici 7.2. Bibliografia scien fica L affidamento familiare: definizione, sogge e contesto Cara eris che e pologie di affidamento familiare

7 Indice Generale Sogge coinvol nell affido L organizzazione dei servizi Le azioni di promozione e il proge o di affidamento Strumen clinico- psicologici Strumen educa vi 7.3. Bibliografia divulga va 7.4. Comprendere e far comprendere l affido affidandosi al cinema APPENDICI APPENDICE A: NORMATIVA I principali riferimen norma vi dalla nascita dell is tuto giuridico dell affidamento Linee di indirizzo per l Affidamento Familiare APPENDICE B: ESPERIENZE DI TAVOLI DI COORDINAMENTO NAZIONALE Il Coordinamento Nazionale Servizi Affido Il Tavolo Nazionale Affido APPENDICE C: STRUMENTI PER GLI OPERATORI Estra o della Delibera Regionale della Emilia Romagna Regolamento del Comune di Roma Scheda di Accoglienza Ricerca: Individuazione degli Standard Minimi di Competenze per Famiglie Affidatarie Scheda raccolta da e registrazione del percorso di conoscenza degli affidatari Ques onario di autovalutazione delle famiglie di Cagliari Modello di Richiesta del Casellario Giudiziale Scheda: Fac- simile di Le era Informa va di avvio dell affido Comune di Torino Scheda per l abbinamento e il proge o di affido Cagliari Esempio di schema per relazione semestrale all Autorità Giudiziaria Protocollo di Intesa con il Tribunale per i minori Provincia di Potenza Protocolli d intesa per la realizzazione di strategie di rete per l affido familiare APPENDICE D: VADEMECUM PER GLI AFFIDATARI Esempio di Procedura per la richiesta di autorizzazione all espatrio per minori affida ai Servizi Sociali del Comune

8 I S Alcune Parole Chiave di una cultura dell Affidamento Scheda: Esperienze di affidamento intra- familiare Potenza Scheda: Affidamento intrafamiliare e affidamento extrafamiliare Toscana Scheda: Esperienze di affidamento familiare a tempo parziale Servizio Affidi Mowgli Milano Scheda: Esperienze di Affidamento familiare di bambini in situazioni par colari Affido NEAR Scheda: Unduetre a casa Pronta accoglienza in famiglia per bambini da zero a tre anni CNCA Scheda: Proge o pronto Intervento di Cremona Scheda: La prosecuzione dell affidamento dopo i 18 anni e i proge autonomia Scheda: Affidamento omoculturale Aggiungi un posto a tavola! Genova Scheda: Affido diurno di bambini stranieri Bassano del Grappa Scheda: Questa casa è anche un albergo affidamento di ragazzi Jesi Scheda: Esperienze di Affidamento familiare in situazioni di par colari complessità Diversi da tu e da nessuno Il diri o dei bambini disabili, ad avere una famiglia Scheda: Esperienze di altre forme di accoglienza familiare Accoglienza Genitore- Bambino Scheda: Affidamento Professionale Casa dell Affidamento Scheda: La riunificazione familiare Scheda: Tavolo di coordinamento della provincia di Torino Scheda: L'integrazione degli ambi territoriali XI Ancona, XII Falconara Mari ma, XIII Osimo e Azienda Sanitaria Scheda: Una ricerca che ascolta gli accol Scheda: Costruire Protocolli d Intesa territoriali per l Affidamento Familiare Scheda: Il sistema di protezione nella Regione Emilia Romagna DGR 846/07 Scheda: La realtà dell Affidamento in Umbria Piano Provinciale Poli Affido a Roma Scheda: La stesura del Regolamento Affidi nel Comune di Roma Scheda: La stesura del Regolamento Affidi nel Comune di Milano Scheda: Il riasse o dell Ufficio Affidi nel Comune di Catania Scheda: Il Coordinamento Ci adino Interven e Servizi per la minore età di Roma Capitale

9 Indice delle Schede Scheda: L Amministrazione Regionale del Piemonte e il tema della segnalazione Scheda: Il Garante Nazionale per l Infanzia e l Adolescenza Scheda: Il Pubblico Tutore Regionale della Regione Veneto Scheda: Esperienze dai servizi Kit per affidatari Scheda: La segnalazione all Autorità Giudiziaria: Griglia di analisi delle informazioni Scheda: La tutela dei minori so opos a provvedimen dell Autorità Giudiziaria Provincia di Pesaro/Urbino Scheda: Protocollo di Intesa della Provincia di Potenza Scheda: Famiglie al futuro della Regione Puglia Scheda: Le famiglie affidatarie e le possibili implicazioni di cara ere penale Documen per la collaborazione tra le Scuole e i Servizi della tutela Scheda: Concorso Scolas co Il Paese dell'arcobaleno Scheda: Le Linee Guida di Province e Regioni Scheda: Strategie desunte dalle ricerche per migliorare le competenze scolas che Scheda: Cara Prof. vorrei tanto dirle... Scheda: Mediatori per bambini e ragazzi Strumen per narrare e far narrare. Percorsi dida ci materiali u li Azioni di promozione nelle Linee Guida per l Affido Familiare, Regione Veneto, 2008 Scheda: Servizio Affidamento del Comune di Pescara Scheda Proge o: Rintracciafamiglie Scheda: Strumen per la promozione e l informazione Scheda: Affido eterofamiliare Cagliari Scheda: Formazione delle persone e delle famiglie all affidamento e all accoglienza Firenze Scheda: Strumen per la conoscenza, la valutazione e l autovalutazione delle famiglie affidatarie Scheda: Proge o L educatore nell affido Firenze Scheda: Strumen a disposizione degli operatori per la realizzazione della valutazione partecipa va e trasforma va Scheda: L accompagnamento a raverso i gruppi di parola Piacenza Norma va Internazionale Norma va Nazionale Norma va Regionale e Province Autonome Associazione Famiglie per l'accoglienza Federazione Proge o Famiglia Schede: Storie di affidamento e interviste alle famiglie coinvolte

10

11 Premessa In sostanziale con nuità con le Linee di indirizzo per l affidamento familiare, approvate in Conferenza Unificata il 25 o obre 2012, il Sussidiario per operatori e famiglie ne cos tuisce uno degli strumen a ua vi più validi. Entrambi i documen, Linee di indirizzo e Sussidiario, sono fru o di un appassionato lavoro colle vo e nascono dalla consapevolezza che, a distanza di trent anni dall approvazione della legge che lo is tuisce, l affidamento familiare non è ancora una pra ca matura, stabile, consolidata e diffusa omogeneamente sull intero territorio nazionale. L affidamento familiare, giova ricordarlo, è una tra le possibili e necessarie risposte per le famiglie in difficoltà; una risposta a uale, accurata e impegna va, che coinvolge mol e differen sogge, ma di cui protagonis sono il bambino e le sue relazioni: la sua famiglia e la famiglia affidataria. L affidamento si propone, infa, come il luogo della normalità delle relazioni parentali, familiari e sociali; un luogo di familiarità, di affe vità calda delle relazioni personali, dove poter crescere, svilupparsi e costruire la propria iden tà. Esso, si so olinea, è una delle possibili risposte al diri o di ogni bambino di crescere in famiglia; una risposta che deve rappresentare un opportunità di sostegno per la famiglia di origine e di crescita per la famiglia affidataria; un occasione per esprimere la competenza e la solidarietà della colle vità verso chi fa più fa ca. Il Sussidiario è uno strumento importante a far sì che queste finalità siano sempre meglio realizzate. Maria Cecilia Guerra Viceministro al Lavoro e alle Poli che Sociali Gennaio

12

13 Introduzione Cultura e finalità del sussidiario La cura di bambini e ragazzi in famiglie diverse dalla propria è una pra ca an ca, che oggi consiste prevalentemente nell aiutare una famiglia ad a raversare un periodo difficile, prendendosi cura dei suoi figli a raverso un insieme di accordi collabora vi fra sogge diversi del pubblico e del privato sociale. In questa definizione di affidamento familiare, che cos tuisce l orizzonte entro cui sono costruite le Linee di Indirizzo da qui in poi LI (LI, par. 100), sono già presen in nuce due idee che sono alla base del testo che qui presen amo: 1. c è una lunga storia prima di noi: camminiamo nel solco che le generazioni preceden hanno tracciato nella storia, non inventandoci nulla, ma semplicemente lavorando nell oggi per dare gambe e strumen nuovi ed efficaci a idee e pra che an che; 2. è una storia segnata dall idea di affidare a una famiglia un bambino che non può, per ragioni varie e in forma transitoria, vivere nella propria. Tale storia con nua oggi, ma si evolve in quanto concepisce l affidamento non solo come un aiuto a un bambino, quanto come aiuto a un bambino considerato nel suo mondo di relazioni, secondo un approccio che ene al centro il bambino, sogge o di diri e quindi di bisogni evolu vi fondamentali, e che, proprio per questo, indica come focus dell intervento l aiuto alle famiglie e fra famiglie e is tuzioni nella comunità locale, in una logica di ci adinanza partecipata, di equità sociale, ancor prima che di aiuto. Sos amo un momento, anche se in rapida sintesi, su queste due idee: 1. la pra ca dell aiuto fra famiglie vanta anteceden storici importan snodandosi in una lunga catena di solidarietà tra famiglie (orizzontale), tra generazioni (ver cale) e tra gli stessi bambini e ragazzi che è presente in molte culture come in molte epoche storiche. Il racconto biblico di Mosè, prima nascosto, poi deposto dalla madre su un cestello di papiro e affidato alle acque del Nilo, e infine salvato dalla figlia del faraone cos tuisce uno degli anteceden storici più rilevan. Raccon di bambini lascia alla corrente dei fiumi erano comuni nel vicino Oriente An co: des nare un bambino al fiume significava des narlo alla fortuna e allo stesso tempo confidare nella solidarietà umana, che quasi sempre si rendeva presente. Questo intreccio di mani che depongono e poi raccolgono il bambino dalle acque é un immagine tersa di cosa è, in fondo, l affidamento familiare: fiducia nella comune umanità che perme e di crescere i bambini, temporaneamente, anche fuori e oltre i legami familiari. Quando, ne I Miserabili, Jean Valjean, ex galeo o, dice a Fan ne, pros tuta ammalata, in punto di morte: Mi incarico della vostra bambina e di voi (Hugo, 1862, p. 186, vol. I), rintracciamo un altro antecedente importante di questa storia illustre e possiamo annotare almeno due aspe cruciali: l aiuto si trova in luoghi ina esi e a volte sorprenden per il senso comune come per lo sguardo professionale. Dietro all ex galeo o e alla pros tuta, dietro questa apparenza, si rivelano due persone di inta a moralità, compiuta umanità e straordinario coraggio, tradite solo dalla povertà. A enzione dunque al giudicare affidatari e affidan : l a eggiamento di chi cerca di realizzare oggi professionalmente ques abbinamen inedi fra chi si trova in situazione di vulnerabilità e chi si me e a disposizione, ha da generarsi nell a o professionale del valutare, che è un misto di misura (valutazione rigorosa) e comprensione (da cum-prehendere, prendere con sé nel proprio cuore). E a enzione alla nostra cecità: l aiuto non è solo nei sistemi professionali, ma ovunque, e prima di tu o nelle straordinarie risorse umane e familiari che la società civile può sempre generare, sopra u o se adeguatamente accompagnata a farlo. Il secondo aspe o che ci rivela Jean Valjean è quello rela vo al farsi carico : nell affidamento la differenza la fa chi si affida, con fiducia, all altro, ma ciò accade in quanto c è qualcuno che pone le basi di questa fiducia facendosi carico, oggi diremmo meglio assumendosi una responsabilità, la responsabilità di essere sponsum, ossia di rispondere, di definire se stesso in rapporto all altro. è questo altro che, con il suo appello, ci invita a rispondere e, nel rispondere, quindi nell assumere tale impegno, fa sì che si incappi nella ventura di trovare se stessi, ancora prima di aiutare l altro, come spiegava E. Lévinas. Ancora meglio dice E. Mounier: scegliendo questo o quello, io scelgo ogni volta indire amente me stesso, e mi costruisco in quella scelta: per aver osato, per essermi esposto e avventurato nell oscurità e nell incertezza, io mi sono incontrato un po di più con me stesso, senza essermi propriamente cercato. La decisione creatrice, spezzando una catena di fatalità o di probabilità ( ) può divenire l origine ( ) d un ordine nuovo e di una intelligibilità nuova, e, per colui che ha preso questa decisione, di una maturità nuova: per opera sua il mondo avanza e l uomo si forma (Mounier, 1964, p.101). Eccoci così all e mo originario della parola accogliere, da colligere, che significa ricevere presso di sé, allargare 11

14 Parole nuove per l Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie le braccia per disporsi a ricevere, contenere e raccogliere e che stranamente ha assunto, in seguito, il senso di donare. O forse l idea di accogliere come donare, è divenuta tale perché chi è capace di disporsi a ricevere può davvero accogliere. Torniamo qui per un momento a Jean Valjean: egli man ene la parola e dopo la morte di Fan ne va a cercare sua figlia, Cose e, che era stata messa a pensione presso i coniugi Tavernier che invece la sfru ano come serva nella loro locanda. è no e, la bambina è stata mandata nel bosco a prendere l acqua. Sta rientrando, è sola e ha paura, ma deve portare l acqua alla locanda. Vede Jean Valjean, uno sconosciuto, la sua paura aumenta. Jean Valjean però non si avvicina a Cose e, ma al pesante secchio e lo alza per lei. Poi cammina al suo fianco, portando il secchio per lei e con lei, fino alla locanda. E lei, per questo, lo accoglie. Si tra a di un altro gesto eloquente che parla di come avvicinare i bambini impauri dai traumi della vita: con gradualità, a enzione, silenzio, rispe o, sollevando i loro pesi, ossia dando loro sollievo dalla pena e dalle paure. E spesso, come accade negli affidi consensuali, stando allinea alla volontà dei loro genitori che li hanno affida, e agendo nel rispe o di questa, in nome di un pa o fra adul che, esso stesso, protegge i bambini. Un gesto che ci conduce nel cuore del significato dell affidamento: siamo adul di passaggio, che, per un certo tempo, facendoci responsabili, prendiamo su di noi il pesante secchio di acqua che quel bambino sta portando da solo, entrando nella sua no e e rendendogli così possibile, gradualmente, uscire da essa. Non occorre fare chissà che: è un secchio da sollevare per un certo tra o di strada, camminando di fianco, talora nell oscurità. Questa tradizione calda, in quanto me e al centro la persona e le sue relazioni, ha conosciuto nel nostro Paese un altro antecedente storico di tu o rilievo nel vasto movimento della de- is tuzionalizzazione che ha portato, a par re dagli anni Sessanta, alla chiusura di ospedali psichiatrici, orfanotrofi, is tu medico- psico- pedagogici: cen naia di persone rinchiuse entro le mura di is tuzioni totali, donne e uomini entrate in manicomio anche da bambini e bambini entra in orfanotrofio o negli is tu per condizioni familiari e personali di grande fragilità. Vite umane complesse, persone denudate dei diri fondamentali, persone trasformate in cose, raccolte in stanzoni sbarra da serrature ed inferriate. Questa la realtà scoperchiata ormai oltre quarant anni fa per essere res tuita alla sua comunità e ai suoi luoghi di vita, una storia di lo e e di impegno diffuso che ha poi trovato sanzione nella Legge 517/77 sull inserimento dei bambini disabili nelle scuole, nella Legge 180/78, la giustamente famosa legge Basaglia che ha chiuso i manicomi e infine nella Legge 184/83 sull affido familiare che ha sancito il diri o di ogni bambino ad avere una famiglia e ha posto le basi della chiusura di tu gli is tu per minori ( ). Una bella storia italiana, di servizi che hanno saputo aprirsi al proprio territorio e di comunità capaci di accogliere, cui da ogni parte del mondo si guarda ancor oggi con ammirazione ( ) che ha visto donne e uomini che con coraggio hanno saputo riconoscere come proprie le fragilità di ogni storia di vita ed agire responsabilmente per res tuire dignità alle persone segregate a raverso un lavoro impegna vo, ampiamente partecipato dalla comunità civile (Guide, Monini, 2013, pp.132). 2. Generalmente, nei Paesi Occidentali, il collocamento esterno di un bambino è oggi conce ualizzato come un intervento di breve e medio periodo rivolto sopra u o a famiglie rese fragili da diverse situazioni esistenziali e comunque in par colare difficoltà nella cura e nell educazione dei figli e quindi nel rispondere in maniera adeguata ai loro bisogni evolu vi, con il fine di garan re ai bambini la migliore opzione rispe o al benessere e alla stabilità della loro situazione generale (LI, par. 100). L ipotesi base si cui si fonda l affido è che un contesto familiare sano sia, unitamente ad altri fa ori, nel senso letterale del termine, terapeu co di per sé, ossia che il legame familiare sia risanante, che favorisca il cambiamento e quindi la resilienza, la trasformazione, piu osto che la negazione, delle ferite in risorse per la crescita dei bambini. Quando i giapponesi riparano un ogge o ro o, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia diventa più bello. Nell affidamento è così: i bambini crescono a raversando le ferite, non nonostante le ferite e grazie a degli adul che sanno stabilire con loro legami leggeri, cara erizza da lealtà e con nuità nel tempo (Cyrulnik, 2000). L affidamento familiare, infa, essendo pensato dal legislatore con una durata non superiore ai 24 mesi, è considerato come una delle forme del collocamento esterno (complementare e non certo antagonista a quella delle diverse pologie di comunità residenziale, ma da privilegiare tu e le volte che ciò si renda possibile), con la par colare cara eris ca della transitorietà temporale la quale, per essere effe va, implica che l affido sia considerato prevalentemente come disposi vo di sostegno ad una famiglia nel suo insieme, e proprio per questa sua cara eris ca, possa essere di aiuto al bambino. Ossia che sia inteso come l inizio di una storia, non il suo compimento, un mezzo per raggiungere un fine che è la stabilità della collocazione del bambino e il suo ben essere. 12

15 Introduzione L affidamento è stato concepito a par re dagli anni Sessanta- come uno strumento di aiuto al bambino mentre la sua famiglia a raversava un momento di difficoltà. Oggi questa idea non è affa o superata, solo, l esperienza maturata negli ul mi decenni ha dimostrato che aver cura di un bambino e garan re un buon esito all insieme dell intervento di affidamento familiare, significa me ere in campo un intervento globale e il più possibile olis co che abbia come sogge o il bambino e come focus la famiglia e il suo contesto relazionale. Questo significa che si tra a di un approccio partecipato e relazionale che richiede, per essere efficace, la cooperazione fra almeno 4 sogge, per cui alcuni autori parlano del quadrato dell affido (Amoros, Palacios, 2004). Tali sogge, descri compiutamente nei capp. 3 e 4 di questo testo, sono: - il bambino; - i genitori naturali; - gli affidatari (categoria vasta che comprende diverse composizioni familiari e diversi sogge, quali fratelli, nonni, ecc.); - i servizi, che a loro volta si ar colano in: il sistema dei servizi sociali, sanitari, della scuola e della gius zia. Tale complessità è all origine della diffusa difficoltà a ges re il processo dell affidamento in maniera professionale ed efficiente dall a uale sistema dei servizi, ossia tale da garan re il migliore esito dell intervento e quindi anche di alcune cri che spesso rivolte all is tuto stesso piu osto che alle condizioni professionali e organizza ve che dovrebbero sostenerlo. Cri che che trovano una ragione d essere anche in alcuni da emersi nell ul ma indagine sui Minori fuori famiglia in Italia (Ministero del Lavoro e delle Poli che sociali, 2012), in cui possiamo notare, ad esempio che: - solo l 1% dei bambini/ragazzi fuori famiglia è orfano di entrambi i genitori e un altro 1% è figlio di genitori igno (e hanno o sono in a esa di un decreto di ado abilità); circa il 4% è in una condizione di presunto abbandono; tu gli altri accol hanno una propria famiglia seppur in grave difficoltà; - più del 70% di bambini fra 0 e 6 anni è in affido familiare, ma tale percentuale decresce in maniera impressionante e arriva a toccare il 18% per i ragazzi da 14 a 17 anni; - il 34% dei ragazzi dimessi torna a casa, il 33% cambia accoglienza, ma non sappiamo le ragioni di questo e non sappiamo se il collocamento esterno è stato un mezzo efficace per superare le difficoltà che hanno causato l allontanamento dalla famiglia, in quanto non abbiamo conoscenze, né da rela vi agli esi dei percorsi di affidamento familiari; - il 48% dei collocamen esterni dura ben di più dei 24 mesi previs per legge. Queste sono alcune fra le fondamentali cri cità segnalate da questa indagine che, tramite il Percorso nell affido che ha portato all estensione delle LI e quindi a questo sussidiario, ci si propone di superare, a par re anche dal dato posi vo secondo cui il ricorso all affidamento pare essere aumentato negli ul mi 10 anni del 42% a fronte di una sostanziale stabilità delle presenze nelle stru ure residenziali: ciò significa che il compito che sta dinanzi a noi è perme ere a questo is tuto di liberare il suo potenziale di garante della qualità delle relazioni affe ve per ogni bambino, senza restare intrappolato nelle cri cità che sembrano ancora segnarlo in maniera evidente, contribuendo a diffondere una seria cultura dell affido, validi strumen professionali e pra che innova ve. Stru ura del Sussidiario Ricondurre al centro l importanza dei legami familiari e sociali nella crescita dei bambini sembra oggi prioritario: un certo familismo amorale, la società liquida, le tendenze centripete sembrano farsi strada più facilmente delle spinte alla cura, all altruismo, alla costruzione dei legami sociali e educa vi che sono necessari al crescere delle nuove generazioni, come anche al bene della società tu a, e quindi c è bisogno che il sistema formale dei servizi di protezione e cura dell infanzia, ma non solo, sostenga ques legami sociali, agendo per sollecitarli, ravvivarli, organizzarli, non certo per appropriarsene o indebolirli. Si tra a cioè di dover formalizzare pra che che in altre epoche erano prevalentemente informali (Sartori, 2013). Il testo che qui presen amo si colloca in questo quadro generale avendo come ampia finalità quella di garan re alla catena di solidarietà, cui si accennava sopra, di con nuare ad allungarsi fra le famiglie e le giovani generazioni del nostro Paese, possibilmente incrementandola, a raverso la creazione e la conseguente messa in circolo di un contesto e di alcuni riferimen culturali condivisi, e l armonizzazione delle pra che non per livellare, ma per creare equità nell accesso ai servizi di bambini e famiglie vulnerabili. L e mo della parola sussidiario è il la no subsidium, da sub- sidére, sedere so o, chinarsi sul ginocchio, soffer- 13

16 Parole nuove per l Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie marsi: in origine designa la retroguardia dell esercito romano, che si fermava alle spalle della seconda schiera composta dal fiore dei comba en, con il ginocchio destro piegato e la gamba sinistra avanzata e protesa, con gli scudi appoggia sugli omeri, con le aste conficcate in terra, pronta a precipitare sul nemico. Da qui al senso generale di rinforzo, soccorso, aiuto nella necessità. Questo Sussidiario intende cioè cos tuire uno strumento da tenere so o il sedere, avere a portata di mano, da cui farsi aiutare per soffermarsi e non divenire rapidamente preda del nemico. Nemico rappresentato spesso dalla fre a, l emergenza, l incompetenza, la malages one di situazioni complesse in cui i bambini non sono più persone tra ate sempre come fine e mai come mezzo, secondo la celebre massima di Kant, ma divengono strumen di processi decisionali che si accartocciano su loro stessi, vi me della frammentazione degli interven, delle professioni e dei servizi che agiscono come vasi non comunican piu osto che come servizi, nel senso proprio del termine. Il Sussidiario si propone così come una guida opera va, una sorta di vademecum ad uso dei tan professionis dei Centri per l affido di cui, anche a raverso questo lavoro, si auspica la nascita e la diffusione in tu o il Paese, come anche di quelli che operano nei diversi sistemi di servizi che si occupano di affido (del sociale, del sanitario, della gius zia, della scuola) e anche delle famiglie e di tu o il vasto mondo degli affidatari, allo scopo di inquadrare in maniera chiara e il più possibile esaus va, anche se volutamente aperta, i nuclei tema ci individua nelle LI, che restano la traccia, il punto di partenza e di arrivo del sussidiario stesso. Il testo è cos tuito da una selezione ragionata di strumen di lavoro, percorsi, esperienze e materiali divulga- vi che sviluppano e approfondiscano i principi e le raccomandazioni espresse nelle Linee di Indirizzo Nazionali. Non è un manuale esaus vo di approfondimento di tu e le dimensioni teoriche e prassiche comprese nel Percorso dell affido, parte dall impianto di tale Percorso e lo man ene, non lo ampia, né lo modifica, ma si propone di dargli un respiro maggiore e sopra u o gambe per renderlo noto e farlo camminare nell agire quo diano dei servizi. Ricordiamo che tale Percorso si era posto la finalità di diffondere la cultura dell affido e quindi rendere maggiormente esigibile ed effe vo il diri o di ogni bambino/ragazzo a crescere in famiglia. Il Sussidiario si sviluppa a par re dai materiali prodo nel Proge o Nazionale Un percorso nell Affido e con la specifica intenzione di diffondere e valorizzare tali materiali che sono sta prodo quindi tra il 2009 e il 2011 e che qui sono sta sinte zza e in parte aggiorna nelle schede che integrano i capitoli che cos tuiscono il testo. Tali schede fanno riferimento a: - metodologie, strumen e materiali vari per la formazione, l intervento, la valutazione, la proge azione, ecc.; - esperienze innovatrici e buone pra che; - ricerche scien fiche e le eratura di approfondimento. La seguente è la stru ura di ogni singola scheda: - Titolo/ Nome; - Titolare (sogge o); - Finalità e obie vi; - Protagonis e Contesto; - Descrizione del percorso; - Metodologia u lizzata; - Strumen e materiali predispos /u lizza ; - Risorse u lizzate; - Esi significa vi; - Allega e riferimen u li. Segnaliamo sin da subito che tu e le schede sono state completate e aggiornate dai tolari dell esperienza nel corso degli ul mi mesi del 2013, ma che non tu e le schede sono state compilate in maniera esaus va, in par colare si noterà la debolezza della voce esi significa vi che è stata interpretata in modo diversi e spesso non è compilata (quindi abbiamo tolto la voce nella scheda), o riporta da, o anche solo riflessioni, sui processi più che sugli esi veri e propri dell esperienza cui si riferisce. Si è scelto di lasciare così, per rendere evidente un non- dato che offre una direzione chiara rispe o alla necessità di diffondere una cultura della valutazione anche nei servizi per l affido. La stru ura del testo è cos tuita da 7 capitoli che ripropongono l ossatura dei nuclei tema ci affronta nelle LI e che rispecchiano, ciascuno, una sinfonia di voci e una voluta pluralità di autori e di tes raccol appunto grazie al lavoro realizzato nel Percorso nell affido. Gli autori sono infa innanzitu o i diversi professionis dei servizi del pubblico e del privato sociale che hanno dato voce alle loro esperienze durante tale Percorso, la 14

17 Introduzione Cabina di Regia is tuzionale del Percorso stesso, presso il Ministero del Lavoro e delle Poli che Sociali che ha reda o le LI stesse e ha definito l indice del sussidiario, la sua logica e ha governato l archite ura complessiva del lavoro e il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare (LabRief) dell Università di Padova che ha contribuito a definire gli aspe più tecnici di ogni capitolo, curandone gli approfondimen teorici e riordinando l insieme del testo. Diversi registri entrano in ognuno dei 7 capitoli del testo che sono, ciascuno, cos tui da: 1. un riferimento alle LI (in corsivo a inizio paragrafo); 2. un inquadramento teorico (cosa dice la le eratura sul tema in ogge o) e conseguen orientamen per l agire; 3. i materiali del Percorso per l affido riassun nelle schede. Questa stru ura è finalizzata a tenere insieme pra che e teorie per contaminarle il più possibile fra loro e quindi a far camminare le teorie nelle pra che, per renderle più efficaci e, in ul ma analisi, ad accompagnare le LI il più possibile dentro ai servizi. Il capitolo 7, realizzato sopra u o grazie al contributo fondamentale dell Is tuto degli Innocen, membro della CdR, illustra l importanza della documentazione nei processi di affidamento familiare e me e a disposizione una bibliografia che non è solo riassun va dei tes u lizza per costruire i diversi capitoli (e che sono appunto riporta come riferimen bibliografici in calce a ogni capitolo), ma intende rappresentare un ar colato e aggiornato strumento di lavoro diviso in due par fondamentali: una bibliografia scien fica ad uso prevalente dei professionis dei servizi - a sua volta suddivisa in so o- argomen, anno, nazionalità- e una bibliografia divulga va, completa anche di strumen educa vi, ad uso prevalente di bambini, adolescen, genitori, ma anche operatori e insegnan impegna in a vità forma ve rivolte a famiglie affidatarie. Alla fine del capitolo un introduzione ad alcune filmografie e le filmografie stesse, sempre con lo scopo di fornire materiale u le per a vità forma ve e informa ve. Le Appendici, parte integrante del testo, cos tuiscono delle aggiunte e degli aggiornamen rispe o ai materiali raccol nel Percorso dell affido, e per questo si è ritenuto opportuno presentarle come par altre rispe o ai capitoli. Esse rappresentano la sezione maggiormente opera va del volume in quanto me ono a disposizione materiali di varia natura u li alla realizzazione del processo di affido familiare. Esse sono qua ro: A: si tra a di un appendice norma va, comprensiva del testo delle LI stesse, aggiornata al 2013 e organizzata nelle tre sezioni: norma va internazionale, nazionale e ragionale; B: sono illustrate due esperienze di coordinamento fondamentali nel nostro Paese: il Coordinamento Nazionale Servizi Affido (CNSA) e il Tavolo Nazionale Affido composto da sogge vari del privato sociale. Entrambi ques Coordinamen hanno ritenuto di me ere a disposizione alcuni documen che illustrano il loro lavoro e situano la loro posizione rispe o al tema dell affidamento e che sono ivi riporta. In par colare il Tavolo Nazionale Affido porta la voce, importan ssima, e alcune tes monianze di famiglie affidatarie; C: raccoglie strumen di varia natura ad uso degli operatori che hanno l obie vo di far circolare e di uniformare soluzioni regolamentali, protocolli opera vi variamente costrui in diversi ambi territoriali, alcuni dei quali con lo scopo specifico di facilitare il dialogo e la collaborazione inter- is tuzionali; D: presenta un vademecum per le famiglie affidatarie e alcuni strumen specifici per agevolare il lavoro degli affidatari nelle varie fasi in cui si dipana l esperienza dell affido. Il linguaggio che si è inteso u lizzare in tu o il testo vuol essere semplice e quindi rispe oso delle famiglie naturali, dei bambini e degli affidatari, aderente alla vita quo diana e meno specialis co possibile: in questo testo i bambini sono bambini e non minori, i genitori sono genitori e non casi che si accompagnano con un proge o e non con una presa in carico, le famiglie affidatarie famiglie e ciò per pra cità, ossia perchè sta s camente è più frequente che gli affidatari siano famiglie, ma ciò non significa non tenere conto dei singoli e di tu e le diverse pologie di affidatari, piu osto significa voler rendere il testo accessibile al più alto numero e alla più diversa pologie di sogge potenzialmente interessa. Paola Milani 1 1. Università di Padova, Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare, incaricata dal Comune di Genova per il supporto alla cabina di regia all elaborazione del sussidiario. 15

18 Parole nuove per l Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie Riferimen bibliografici Amoròs P., Palacios J. (2004), Acogimento familiar, Madrid, Alianza. Cyrulnik B. (2000), La résilience ou le ressort in me, in J. P. Pourtois, H. Desmet (a cura di), Rela on familiale et résilience (pp ), L Harma an, Paris. Guide L., Monini T. (2013), Una bella storia italiana, in GIFT, Regione Emilia Romagna, pp Hugo V., (1862), I miserabili, tr.it. Garzan, (1975), Milano. Lévinas E. (1961). Totalité et infini: Essai sur l extériorité, Les livres de poche, Mounier E. (1949), Il personalismo, tr. it. AVE, Roma, Quaderni della Ricerca sociale 19 (2012), Affidamen familiari e collocamen in comunità al 31 dicembre 2010, Ministero del Lavoro e delle Poli che Sociali. Sartori P., (a cura di), (2013), Mi affido, affidi, affidiamoci, Bari, La Meridiana. Abbreviazioni u lizzate nel testo AIMMF: ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI MAGISTRATI PER I MINORENNI E PER LA FAMIGLIA Anfaa: Associazione nazionale famiglie ado ve e affidatarie CAF: Centro per l Affidamento Familiare CRC: Convenzione sui diri del fanciullo (Conven on on the Rights of the Child) DGR: Deliberazione della Giunta Regionale GU: Gazze a Ufficiale GU S.G.: Gazze a Ufficiale Serie Generale 16

19 Capitolo 1. Linee di Indirizzo Nazionali: alcuni assun 010 Ogge o e significato Le Linee di indirizzo per l Affidamento Familiare hanno per ogge o l is tuto dell affidamento familiare, così come individuato dalla novellata L. 184/83, che si è variamente sviluppato e ar colato nel territorio nazionale. Le Linee di indirizzo non si sos tuiscono alle legislazioni regionali che hanno regolamentato l applicazione dell affidamento familiare sui territori, ma offrono un quadro di riferimento complessivo rispe o a principi, contenu e metodologie di a uazione organizzato nella forma delle raccomandazioni La norma va e le definizioni Il diri o del bambino 2 di crescere ed essere educato nell ambito della famiglia L ar colo 31 della nostra Cos tuzione afferma il principio che la famiglia deve essere aiutata non solo con provvidenze economiche, ma con tu a una serie di interven che le consentano di svolgere il proprio ruolo. Con l entrata in vigore della legge n. 184 del 1983 il legislatore tenta nuovamente di sostanziare questo principio sancendo che per il bambino è indispensabile un ambiente familiare per un corre o sviluppo della personalità individuale e sociale. Il diri o del bambino alla propria famiglia, o in subordine, ad una famiglia idonea 3 porta ad una profonda modifica dell intero impianto di protezione e, in par colare, ad un dras co cambiamento di prospe va circa la natura e la funzione dell is tuto dell affidamento familiare. La funzione dell is tuto delineato dalla legge 184 è quella di assicurare al bambino, con difficoltà che rendono inopportuna la sua per nenza nel suo nucleo familiare, un altro ambiente che gli possa assicurare, con modalità familiari, il mantenimento, l istruzione e l educazione. Esso è una misura temporanea ed è contestualmente un affidamento sia alla famiglia affidataria sia ai servizi che devono operare a vamente per u lizzare il tempo di affidamento principalmente per un compiuto recupero della famiglia di origine. Obie vo principale dell affidamento è, infa, essenzialmente quello di preparare e realizzare il reinserimento del ragazzo nella sua famiglia. La legge 184, in un certo senso, precorre la solennità della proclamazione del diri o del bambino di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia della Convenzione sui diri del fanciullo s pulata a New York il 20 novembre del la quale, nel Preambolo, al principio sesto, afferma che il fanciullo, per lo sviluppo armonioso della sua personalità ha bisogno di amore e di comprensione. Egli deve, per quanto è possibile, crescere so o le cure e la responsabilità dei genitori e, in ogni caso, in atmosfera d affe o e di sicurezza materiale e morale. Salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre ( ). La stessa Convenzione, tu avia, prevede che tale diri o possa cedere il passo ed affievolirsi anche se solo come extrema ra o e al termine di un procedimento che deve poter consen re ai genitori del bambino di chiedere che lo stesso si svolga so o il controllo e con le garanzie proprie della funzione giurisdizione in un operazione di bilanciamento quando, con nuando a far crescere il bambino nella sua famiglia, si agirebbe in modo contrario a quanto imposto dal superiore interesse del minore. L ar colo 9 della Convenzione di New York prevede, infa, che gli Sta par devono assicurare che il fanciullo non venga separato dai suoi genitori contro la loro volontà, a meno che le autorità competen non decidano, salva la possibilità di presentare ricorsi contro tale decisione all autorità giudiziaria, in conformità alle leggi ed alle procedure 2. Nel testo si usa preferibilmente la parola bambino per indicare il/la bambino/a, il/la ragazzo/a da 0 a 17 anni. 3. Art. 2 L. 184/1983: Il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, nonostante gli interven di sostegno e aiuto dispos ai sensi dell ar colo 1, è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l educazione, l istruzione e le relazioni affe ve di cui egli ha bisogno. Ove non sia possibile l affidamento nei termini di cui al comma 1, è consen to l inserimento del minore in una comunità di po familiare o, in mancanza, in un is tuto di assistenza pubblico o privato, che abbia sede preferibilmente nel luogo più vicino a quello in cui stabilmente risiede il nucleo familiare di provenienza. Per i minori di età inferiore a sei anni l inserimento può avvenire solo presso una comunità di po familiare. In caso di necessità e urgenza l affidamento può essere disposto anche senza porre in essere gli interven di cui all ar colo 1, commi 2 e 3. Il ricovero in is tuto deve essere superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di po familiare cara erizzate da organizzazione e da rappor interpersonali analoghi a quelli di una famiglia. Le regioni, nell ambito delle proprie competenze e sulla base di criteri stabili dalla Conferenza permanente per i rappor tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, definiscono gli standard minimi dei servizi e dell assistenza che devono essere forni dalle comunità di po familiare e dagli is tu e verificano periodicamente il rispe o dei medesimi. 4. La Convenzione (Conven on on the Rights of the Child CRC) è stata resa esecu va in Italia con la Legge 27 maggio 1991, n

20 Parole nuove per l Affidamento Familiare. Sussidiario per operatori e famiglie applicabili, che tale separazione risul necessaria nell interesse superiore del fanciullo 5. È necessario soffermarsi, però, anche su un altro fondamentale punto di innovazione della legge 184, in realtà già affermato dalla legge n. 431 del Essa afferma che il minore non è ogge o ma sogge o di diri o, essendo autonomo portatore di quel fondamentale diri o alla crescita umana che è proprio di ogni persona. È una traduzione profondamente innova va del prece o cos tuzionale dell ar colo 3, secondo il quale ogni persona umana ha il pieno diri o di esplicare la sua personalità senza alcuna dis nzione di sesso, età, condizioni sociali. Non si riconoscono più, quindi, solo i diri dei genitori, diri correla all adempimento dei doveri nei confron dei figli (art. 30 Cos tuzione), ma anche i diri dei figli minorenni, nel senso di autonome posizioni giuridiche che possono essere talvolta anche in contrapposizione con quelle dei genitori Le ragioni socio- giuridiche Prima di descrivere nei par colari il meccanismo disegnato dalla legge n. 184 del 1983 per regolare il funzionamento del nuovo is tuto giuridico dell affidamento familiare, ci pare opportuno abbandonare sia pur solo brevemente gli aspe norma vi sui quali ci siamo tra enu fino ad ora per dare conto del contesto storico- sociale dal quale ha preso origine la legge in discorso: solo in questo modo, infa, sarà possibile evidenziare le ragioni per cui il legislatore ha mutato in modo tanto radicale la funzione dell is tuto giuridico in parola ed è giunto all adozione dell a uale regolamentazione. Al momento in cui la L. 184 entrò in vigore, la cosidde a stagione dell affidamento familiare 6 aveva avuto inizio nel nostro paese da circa un decennio, in ne o ritardo rispe o ad altri paesi anche geograficamente a noi molto vicini, come la Francia. Ciò nondimeno, fu proprio in quel decennio che furono porta alla luce e divulga, per opera di autorevoli e accura studi scien fici, i danni cagiona allo sviluppo dei bambini dalla loro permanenza in stru ure prive di un valido ambiente familiare. Solo in quegli anni si comprese, finalmente, che un sogge o in età evolu va ha assoluto bisogno, per un corre o sviluppo della sua personalità individuale e sociale, di un ambiente e di un clima familiare (Moro, 2008) e invertendo la ro a rispe o al generale ricorso all is tuzionalizzazione dei minori proprio del ventennio fascista e dei primi decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale si cominciò ad affermare l idea che i bambini non supporta da una famiglia in grado di accompagnarli nella crescita in modo adeguato dovessero crescere in un altra famiglia o, al massimo, in una stru ura in grado di assicurare un calore di po familiare. Sarà poi procedendo sulla strada intrapresa allora che il legislatore perverrà a vietare il ricovero di minorenni negli is tu e la conseguente chiusura degli stessi con l art. 2 della legge 149 del Si comprese soltanto in quegli anni che i grandi is tu assistenziali, anche quando non si erano dis n per essere sta teatro di episodi di maltra amen o di scarsa cura dei bambini ospita (cosa che, peraltro, accadeva abbastanza spesso), erano comunque in grado di rispondere ai soli bisogni materiali dei bambini (come il bisogno di protezione, di cibo, di ves ecc.) e non potevano offrire un ambiente capace di aiutarli a sviluppare serenamente la loro personalità e le loro a tudini. Fu, quindi, nel lasso di tempo che va dall inizio della stagione degli affidamen in Italia all approvazione della legge n. 184 che si fece strada nella società civile e, conseguentemente, nella mente del legislatore l idea di dare impulso all is tuto dell affidamento familiare come mezzo per trovare una collocazione di po familiare ai bambini che ne erano privi facendoli uscire dagli is tu, e coerentemente, anche di servirsi dell affidamento per riportare ove fosse possibile i minori nelle proprie famiglie. Inoltre, operando in questo modo, si andò anche a perfezionare l a uazione dell art. 30 della Cos tuzione, nella parte in cui prevede che nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assol i loro compi verso i figli 8. Infa, tale ar colo stabilendo che è compito della legge fare in modo che ai minori siano assicura il mantenimento, l istruzione e un educazione, anche quando i genitori non siano in grado di offrirla non affida al legislatore soltanto il compito di occuparsi dei bambini quando i genitori non se ne occupano adeguatamente, ma anche di farlo 5. Una decisione in tal senso con nua poi l ar colo 9 della Convenzione può risultare necessaria in casi par colari, quali quelli in cui si verifichino episodi di maltra amento o di negligenza da parte di genitori nei confron del fanciullo o, qualora i genitori vivano separa, sia necessario fissare il luogo e la residenza del fanciullo. 6. Cfr. Pazé, 2007, nel quale l autore osserva che l affidamento familiare ebbe sperimentazioni allargate e sostegno sociale a par re da quando, nel 1977, con il DPR n. 616, le funzioni amministra ve dell assistenza furono decentrate agli en locali. 7. Ar colo che ha modificato l art. 2, comma 4, della. L. 184 del L art. 30 della Carta Cos tuzionale prevede che: È dovere e diri o dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se na fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assol i loro compi. La legge assicura ai figli na fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compa bile con i diri dei membri della famiglia legi ma. La legge de a le norme e i limi per la ricerca della paternità. 18

21 CAPITOLO 1 Linee di Indirizzo Nazionali: alcuni assun nel migliore dei modi 9, cosa che avviene, come abbiamo de o poc anzi, solo quando vengono trovate per i bambini delle soluzioni di po familiare. L affidamento descri o dalla legge n. 184 si configura quindi come una misura da ado are nell interesse del minore che chiama i servizi assistenziali a mol plicare i loro sforzi, oltre che per seguire il bambino in affidamento, anche per perme ere alla famiglia in difficoltà di superare il momento di crisi e consen re il rientro del minore in essa 10 (quando già non sia stato possibile evitare il ricorso all affidamento, grazie ai preceden aiu concessi dai servizi alla famiglia del minore). Il comma 2 dell ar colo 1 della legge 184 del 1983 prevede, infa, che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale non possono essere di ostacolo all esercizio del diri o del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono dispos interven di sostegno e di aiuto. Tu avia, la disposizione contenuta nel successivo comma dello stesso ar colo, per la quale lo Stato, le Regioni e gli En locali, nell ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interven, nel rispe o della loro autonomia e nei limi delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l abbandono e di consen re al minore di essere educato nell ambito della propria famiglia, ha fortemente limitato la portata giuridica della previsione della legge, perché ha subordinato gli interven a favore delle famiglie in difficoltà alle (scarse) risorse finanziarie disponibili. Tale disposizione, infa anche se per cer aspe inevitabile è stata u lizzata per gius ficare una certa disa enzione da parte degli organi competen a stanziare le risorse per aiutare le famiglie in difficoltà e, quindi anche, benché solo indire amente, a disa endere il diri o del minore di crescere nella propria famiglia (o di farvi ritorno) sancito solennemente dal primo comma dello stesso ar colo. Ciò è avvenuto, come è stato osservato (Fadiga, 2008), ogni volta che, a raverso il mancato aiuto da parte dei servizi alla famiglia del minore, si è di fa o impedito al bambino di rientrare nella sua famiglia. La ques one di un sufficiente stanziamento delle risorse necessarie per aiutare le famiglie in difficoltà e sostenere l affidamento, negli anni, è diventata, come evidenzieremo più avan, ancora più complessa quando, con la riforma del Titolo V della Cos tuzione ad opera della legge cos tuzionale n. 3 del 18 o obre , la potestà legisla va in materia assistenziale è passata alla competenza regionale Qualche dato sull affidamento familiare Al 31 dicembre 2011 i bambini e i ragazzi di 0-17 anni fuori dalla famiglia di origine accol nelle famiglie affidatarie e nelle comunità erano s mabili in , dato in linea con quanto emerso nella rilevazione campionaria del Centro Nazionale di Documentazione, che contava a distanza di un anno, e più precisamente alla data del 31/12/2010, bambini e ragazzi in accoglienza 12. Il complesso dei minori allontana dal nucleo familiare e successivamente entra nel circuito dell accoglienza risultano compos da bambini e adolescen in affidamento familiare e da accol nei servizi residenziali, confermando la sostanziale equa distribuzione delle accoglienze tra affidamento e servizi residenziali. 9. La stessa Cos tuzione, infa, a tes monianza dell importanza dei diri in gioco prevede una tutela par colare per l infanzia e la gioventù all ar colo 31 dove stabilisce che la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l adempimento dei compi rela vi, con par colare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l infanzia e la gioventù, favorendo gli is tu necessari a tale scopo. 10. Cfr. commi 2 e 3 art. 1 legge 184 del 1983 le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all esercizio del diri o del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono dispos interven di sostegno e di aiuto. Lo Stato, le regioni e gli en locali, nell ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interven, nel rispe o della loro autonomia e nei limi delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l abbandono e di consen re al minore di essere educato nell ambito della propria famiglia. Essi promuovono altresì inizia ve di formazione dell opinione pubblica sull affidamento e l adozione e di sostegno all a vità delle comunità di po familiare, organizzano corsi di preparazione ed aggiornamento professionale degli operatori sociali nonché incontri di formazione e preparazione per le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in adozione minori. I medesimi en possono s pulare convenzioni con en o associazioni senza fini di lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie per la realizzazione delle a vità di cui al presente comma. 11. Legge cos tuzionale del 18 o obre 2001, n. 3 recante Modifiche al tolo V della parte seconda della Cos tuzione. 12. Cfr. Quaderni della Ricerca sociale, 19/2012, Affidamen familiari e collocamen in comunità al 31 dicembre 2010, Ministero del Lavoro e delle Poli che Sociali). 19

1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia.

1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia. Nuovo testo della Legge n. 184 del 1983 Diritto del minore ad una famiglia come modificata dalla legge del 28/3/2001 n. 149 TITOLO I Principi generali Art. 1 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere

Dettagli

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA Cap 06060 P.zza della Repubblica n. 4 P.IVA 00436320543 Tel. 075.830186 e-mail: info@comune.paciano.pg.it fax. 075.830447 REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO

Dettagli

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali L affido in Italia: dalle prime esperienze all attuale normativa giuridica L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali Interventi della dott.ssa Barbara Montisci,, Giudice Onorario del T.M.

Dettagli

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE (Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n.35 del 28/09/2011 Art. 1 Oggetto L affido familiare

Dettagli

Che cosa è l Affidamento?

Che cosa è l Affidamento? Che cosa è l Affidamento? L affidamento,, diversamente dall adozione adozione, è l accoglienza temporanea nella propria casa di un bambino o di un ragazzo. A Torino esiste sin dal 1976,, a livello nazionale

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE Premessa L affidamento etero-familiare consiste nell inserire un minore in un nucleo familiare diverso da quello originario per un tempo determinato. È un esperienza di accoglienza

Dettagli

>> Perché l'affido familiare dei minori. >> Che cos'é l'affido. >> Chi può fare l'affido e come. >> Tipologie dell'affido. >> Le forme dell'affido

>> Perché l'affido familiare dei minori. >> Che cos'é l'affido. >> Chi può fare l'affido e come. >> Tipologie dell'affido. >> Le forme dell'affido >> Perché l'affido familiare dei minori >> Che cos'é l'affido >> Chi può fare l'affido e come >> Tipologie dell'affido >> Le forme dell'affido >> I soggetti dell'affido >> I soggetti dell'affido Il bambino/ragazzo:

Dettagli

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE Consiglio Regionale della Basilicata - Gruppo LB / FRATELLI D ITALIA ALLEANZA NAZIONALE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE PROPOSTA DI LEGGE ISTITUZIONE DEL SERVIZIO REGIONALE PER

Dettagli

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per l affidamento familiare dei minori Adottato con deliberazione consiliare n 41 del 16/03/2000 COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato DE POLI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato DE POLI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 349 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato DE POLI Istituzione del Garante nazionale dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Presentata

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE 2000 Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 86 del 29 settembre ARTICOLO 1 - RIFERIMENTI LEGISLATIVI L affido è disposto dal Comune, o chi da esso delegato, in

Dettagli

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus Centro di Accoglienza di Cittiglio Centro Polifunzionale di Gavirate Fondazione FELICITA MORANDI Associazione IL PASSO onlus Luglio 2012 FONDAZIONE FELICITA MORANDI Servizi e interventi a favore dei minori

Dettagli

IL COMITATO DEI SINDACI

IL COMITATO DEI SINDACI IL COMITATO DEI SINDACI VISTO il documento istruttorio allegato, nel quale si propone di approvare lo schema di accordo di programma con l Az. USL n. 2 di Urbino per l attivazione della Equipe adozione

Dettagli

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO Benedetta Baquè Psicologa - Psicoterapeuta I BISOGNI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI Ogni bambino ha diritto a crescere in una famiglia, la propria o se questa non

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3)

DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3) DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3) Allegato alla deliberazione consiliare n. 04 del 7 febbraio 2007 ART. 1 DEFINIZIONE DI AFFIDAMENTO FAMILIARE 1. L affidamento familiare è

Dettagli

Comune di Comune di Comune di Comune di. San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico

Comune di Comune di Comune di Comune di. San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico Comune di Comune di Comune di Comune di San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico PRESENTAZIONE L art. 1 della legge 149 del 2001 Diritto del minore ad una famiglia

Dettagli

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE Linee guida per genitori ed insegnanti Conoscere per accogliere I minori adottati nella provincia di Bolzano 478 negli ultimi 10 anni 30 nuove adozioni

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 3338 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori BISCARDINI, CASILLO, CREMA, LABELLARTE e MARINI COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 10 MARZO 2005 Modifiche alla legge

Dettagli

Percezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP

Percezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP Percezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP PRESENTAZIONE DEL PROGETTO La CISL ha organizzato questo incontro perché

Dettagli

Progetto RISC, rischi per l infanzia e soluzioni per contrastarlo

Progetto RISC, rischi per l infanzia e soluzioni per contrastarlo Progetto RISC, rischi per l infanzia e soluzioni per contrastarlo Regione Toscana Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Fondazione Emanuela Zancan di Padova Comune di Firenze, Società della Salute

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare

di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare Servizio di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare Associazione italiana per l educazione demografica Sezione di Roma Scopo del servizio è offrire consulenza legale su tutte le

Dettagli

La Convenzione sui diritti dell infanzia

La Convenzione sui diritti dell infanzia NOME... COGNOME... CLASSE... DATA... La Convenzione sui diritti dell infanzia La Convenzione sui diritti dell infanzia è stata approvata dall Assemblea generale delle Nazioni unite (ONU) il 20 novembre

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE Legge 184/83 E la prima normativa specifica che disciplina l adozione e l affidamento dei minori. Legge 28 marzo 2001 n.149 Disciplina dell adozione

Dettagli

REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE approvato dal Coordinamento Istituzionale con delibera n. 10 del 14/07/2009 PRINCIPI GENERALI Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria

Dettagli

UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica

UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica Roma, 17/01/2013 Fondazione PAIDEIA onlus www.fondazionepaideia.it; info@fondazionepaideia.it Verso una nuova forma di affido

Dettagli

Relazione attività esercizio 2012

Relazione attività esercizio 2012 Relazione attività esercizio 2012 maggio 2013 Il Sentiero di Morena fonda le sue radici nella storia pluriennale di un gruppo di fami-glie della provincia di Ascoli Piceno che praticano direttamente o

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA N. 1380 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori DE POLI, BUTTIGLIONE, CICCANTI e TREMATERRA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA L 8 MARZO 2007 Istituzione del Garante nazionale

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA)

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) Cilap eapn Italia PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) PROGRAMMA LIFELONG LEARNING GRUNDTVIG 2012 PARTENARIATO DI APPRENDIMENTO (No. 2012-1-IT2_GRU06_37625_1)

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive

Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive Nuove forme per l accoglienza familiare Firenze, 6 marzo 2013 Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive Dott.ssa Sandra Di Rocco Responsabile P.O. Interventi per Minori e Famiglia del Comune

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE Premessa normativa Art.1 - Principi generali Art.2 - Tipologia e modalità di affidamento Art.3 - Durata dell affidamento Art.4 - Come

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA?

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Sac. Don Magloire Nkounga Dott. D Ambrosio Giuseppina 1 Quando ci possono

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Progetto regionale Risc-PersonaLAB

Progetto regionale Risc-PersonaLAB Progetto regionale Risc-PersonaLAB «RISC - Rischio per l' infanzia e soluzionipercontrastarlo» «PersonaLAB - Interventi personalizzati ed esiti misurabili» Firenze, 22 Aprile 2013 Progetto regionale RISC-

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE

AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE BORGO RAGAZZI DON BOSCO MOVIMENTO FAMIGLIE AFFIDATARIE e SOLIDALI PROGETTO AFFIDAMENTO FAMILIARE PROPOSTA DI PROSECUZIONE PROGETTO AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Piano di Sviluppo Competenze

Piano di Sviluppo Competenze Piano di Sviluppo Competenze La proprietà e i diritti d'autore di questo documento e dei suoi allegati appartengono a RES. Le informazioni in esso contenute sono strettamente confidenziali. Il documento,

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT Pag.1 Pag.2 Sommario COS È IL SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE SAAT... 3 DESTINATARI DEL SERVIZIO... 3 I SERVIZI OFFERTI...

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO PREMESSO: - che occorre una azione sinergica, a tutti i livelli, tra le iniziative legislative, le politiche sociali e quelle contrattuali

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

Adozione e Affidamento: storie di integrazione famigliare

Adozione e Affidamento: storie di integrazione famigliare Adozione e Affidamento: storie di integrazione famigliare Indice Affidamento familiare Più forme di accoglienza I veri protagonisti dell affidamento: i bambini La Famiglia del bambino La Famiglia affidataria

Dettagli

Gentile Dirigente Scolastico,

Gentile Dirigente Scolastico, Gentile Dirigente Scolastico, grazie per aver aderito al progetto VALES, un progetto del Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con l INVALSI. Come sa, l obiettivo del progetto VALES è quello

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

Seconda fase di MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO sull AFFIDAMENTO FAMILIARE

Seconda fase di MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO sull AFFIDAMENTO FAMILIARE Seconda fase di MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO sull AFFIDAMENTO FAMILIARE SCHEDA DI RICOGNIZIONE DEGLI ASSETTI TERRITORIALI AN 2014 La presente scheda ha l'obiettivo di rilevare gli attuali assetti organizzativi

Dettagli

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare

Dettagli

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un

Dettagli

Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi

Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi Progetto Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi IC T. WEISS SCUOLA PRIMARIA GIOTTI SC SEC I GRADO STUPARICH A. SC. 2011/12 LA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA: Il documento

Dettagli

CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011

CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011 CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011 2 Premessa Con il la Belli S.r.l. vuole creare una sorta di carta dei diritti e doveri morali che definiscono la responsabilità etico-sociale di

Dettagli

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI i.so.di. CARTA DEI SERVIZI CARTA DEI SERVIZI Progetto integrazione sociale disabili i.so.di. SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA

Dettagli

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Le nuove geografie del lavoro di comunità Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Il contesto nel quale si collocano le politiche di welfare L evoluzione

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

E nato per dare un impronta educativa/pastorale agli Oratori. Anno 2001

E nato per dare un impronta educativa/pastorale agli Oratori. Anno 2001 E nato per dare un impronta educativa/pastorale agli Oratori Anno 2001 Il Forum degli oratori italiani è un organo di coordinamento nazionale degli organismi ecclesiali che dedicano speciale cura all

Dettagli

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO

SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO CHE COS È È un programma di mobilità che permette ai giovani di impegnarsi nel volontariato in un paese diverso da quello di residenza per un periodo non superiore ai 12 mesi.

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 ART. 2 ART. 3

REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 ART. 2 ART. 3 REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 L amministrazione comunale attua l affidamento familiare allo scopo di garantire al minore le condizioni migliori

Dettagli

STATUTO PER IL SITO INTERNET DELL ENCJ

STATUTO PER IL SITO INTERNET DELL ENCJ STATUTO PER IL SITO INTERNET DELL ENCJ Introduzione Il sito www.encj.net è il sito internet della Rete Europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ). È stato stilato uno statuto redazionale al fine di regolare

Dettagli

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia Nel mondo ci sono 150 milioni di Italici: sono i cittadini italiani d origine, gli immigrati di prima e seconda generazione, i nuovi e vecchi emigrati e i loro discendenti,

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ; Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi

Dettagli

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana giugno 2011 PARLARE Livello MATERIALE PER L INTERVISTATORE 2 PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

Corso di laurea in servizio sociale Sede di Biella Anno accademico 2008-2009 Prof.ssa Elisabetta Donati Lezione n. 6

Corso di laurea in servizio sociale Sede di Biella Anno accademico 2008-2009 Prof.ssa Elisabetta Donati Lezione n. 6 Dopo la separazione: affidamento dei figli e madri sole Corso di laurea in servizio sociale Sede di Biella Anno accademico 2008-2009 Prof.ssa Elisabetta Donati Lezione n. 6 1 L affidamento dei figli: a

Dettagli

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità (abstract) Da LA FORMAZIONE COME STRATEGIA PER L EVOLUZIONE DEI SERVIZI PER I DISABILI Provincia di Milano 2004 A cura dello Studio Dedalo Rifocalizzare

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Gruppo Territoriale Piemonte

Gruppo Territoriale Piemonte Gruppo Territoriale Piemonte L avvio Verso la fine degli anni Novanta un piccolo gruppo di coordinatori pedagogici e di educatori ha sentito il bisogno di riorganizzare una rete di collegamento tra le

Dettagli

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n.

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n. Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere Sala Polifunzionale Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma, 7 maggio 2015 Il Piano attua la Convenzione sulla prevenzione e la lotta

Dettagli

Principi metodologici e sperimentazione nazionale delle Linee di Indirizzo

Principi metodologici e sperimentazione nazionale delle Linee di Indirizzo Settore Servizi Minori, Famiglie e Territorialità Tavolo Cittadino Affido Seminario Linee di indirizzo dell affido familiare 14 novembre 2014 Palazzo Marino/Sala Alessi - Milano Principi metodologici e

Dettagli

A cura di Roberta Ferdenzi, componente del Coordinamento pedagogico provinciale di Piacenza

A cura di Roberta Ferdenzi, componente del Coordinamento pedagogico provinciale di Piacenza Provincia di Piacenza Settore Sistema Scolastico e servizi alla persona e alla comunità RIFLESSIONI SUL LAVORO DEL COORDINATORE CHE OPERA PER FACILITARE, SUPPORTARE, SVILUPPARE LA CRESCITA PROFESSIONALE

Dettagli

Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico L Associazione Bancaria Italiana (ABI) Il Presidente dell ABI La CONFINDUSTRIA Il Presidente di CONFINDUSTRIA La Conferenza dei

Dettagli

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare

Dettagli

La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori. Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti

La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori. Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti Dati e indicatori sulla condizione dell infanzia e dell adolescenza

Dettagli

Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013

Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013 PIANO DI ZONA 2011-2013 2013 Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013 Tavolo Minori e Famiglie: STORIE PER CRESCERE A cura di AS Angela Morabito ed AS Ilenia Petrucci Lab. Minori Sensibilizzazione

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l Istruzione Direzione Generale per lo Studente, l Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione S.I.C.E.S. SrL Società

Dettagli

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA RIORDINO E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI DELLA REGIONE E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 AGOSTO 1994 N. 42 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO

Dettagli

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie L impegno per le famiglie adottive in Toscana. Lavorare insieme per favorire l inserimento e l accoglienza a scuola I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie 1 Adottare

Dettagli

E il momento di iniziare: le fondamenta del fundraising

E il momento di iniziare: le fondamenta del fundraising ENGAGEDin propone corsi di formazione per le organizzazioni che vogliono avviare o sviluppare la propria attività di raccolta fondi attraverso la crescita delle proprie competenze, la discussione di casi

Dettagli

IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI

IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dell Autismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo 25-05-2013 PALMA MONICA AREA DISABILITA L. 104/92 Legge Quadro per l assistenza, l integrazione

Dettagli

Raccomandazione in favore del riconoscimento giuridico del lavoro di cura del familiare assistente

Raccomandazione in favore del riconoscimento giuridico del lavoro di cura del familiare assistente Raccomandazione in favore del riconoscimento giuridico del lavoro di cura del familiare assistente Preambolo Si intende per familiare assistente un membro della famiglia che si prende cura in via principale,

Dettagli

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza)

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza) IO, NOI Associazione di Volontariato per la Solidarietà e l integrazione Sociale Sede legale - Sede Operativa: via delle Meduse, 63a 00054 Fiumicino Tel. 3208594921 066520591 Fax: 0665499252 E.Mail: infoline@ionoi.org

Dettagli

Corsi di Biofeedback e Neurofeedback

Corsi di Biofeedback e Neurofeedback Corsi 2015 Corsi di Biofeedback e Neurofeedback stru ura in diversi livelli per favorire l apprendimento a gruppi omogeni di partecipan. L a vità prevede teoria ed esercitazioni pra che a gruppi con un

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29;

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29; OGGETTO: Emanazione del Regolamento per la formazione del personale tecnicoamministrativo novellato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione in data 22/12/2010. IL RETTORE D.R. N. 1 VISTO lo Statuto

Dettagli