Atto di Programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti. D.G.R.V. 8 AGOSTO 2008 n. 2416

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1 Atto di Programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti D.G.R.V. 8 AGOSTO 2008 n Biennio

2 Atto di programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti. Biennio I presupposti della Programmazione Analisi ambientale Analisi della situazione dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia Analisi dell offerta dei servizi per la protezione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi: la rete dei servizi Gli obiettivi per il biennio La programmazione delle attività per il biennio Programmazione dello sviluppo delle risorse accoglienti, dei servizi e delle forme di intervento alternative alla istituzionalizzazione Lo sviluppo delle forme e dei modi di collaborazione tra i servizi appartenenti alla rete Lo sviluppo delle progettazione individualizzata Programmazione delle attività di promozione dell affidamento familiare, di formazione e di sostegno delle famiglie disponibili o impegnate in progetti di affidamento familiare Piano per il reperimento, la formazione e l accompagnamento dei tutori volontari Programmazione delle attività di informazione, formazione, prevenzione e sensibilizzazione delle situazioni di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale dei minori, in relazione anche al Centro provinciale presente nel territorio Programmazione delle attività di accompagnamento della coppia aspirante l adozione, del minore adottato e della sua famiglia in tutte le fasi dell iter adottivo Lo sviluppo della collaborazione e dell integrazione fra servizi che appartengono a diversi sistemi Il patto di solidarietà... 14

3 1- I presupposti della Programmazione La programmazione sullo sviluppo del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi e delle risorse accoglienti nell ambito dell Azienda Ulss n.3 per il biennio nasce e si sviluppa in seguito a: - le indicazioni della Conferenza dei Sindaci sulla riorganizzazione dell ambito specifico; - gli orientamenti della programmazione regionale di area specifica; - le riflessioni emerse dal percorso formativo Costruzione di un sistema integrato di interventi nell Area Materno Infantile svoltosi da settembre a novembre 2008; - le buone prassi consolidate nel territorio, a partire dai risultati ottenuti dal progetto Dare cittadinanza all ambiente d origine inerente la de-istituzionalizzazione e rientro del minore presso la famiglia di origine; - il bisogno di miglioramento continuo del rapporto tra i vari soggetti istituzionali e non; - la necessità di coerenza con il Piano Infanzia Adolescenza e Famiglia e di raccordo con il Piano di Zona. F O N T I La programmazione della Regione del Veneto Linee Guida Le buone prassi del progetto deistituzionalizzazione Le indicazioni della Conferenza dei Sindaci Il bisogno di miglioramento continuo tra i soggetti coinvolti I risultati del percorso formativo settembre-novembre 2008 La coerenza con il Piano Infanzia Adolescenza e Famiglia STRUMENTI ANALISI AMBIENTALE TAVOLO TECNICO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO E PROGRAMMAZIONE LA PROGRAMMAZIONE SULLO SVILUPPO DEL SISTEMA DEI SERVIZI PER LA PROMOZIONE, LA CURA E LA TUTELA DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI E DELLE RISORSE ACCOGLIENTI Alla realizzazione del presente atto di programmazione, curato e coordinato dalla Direzione dei Servizi Sociali dell Azienda Ulss n. 3, hanno partecipato tutte le realtà che costituiscono il sistema integrato dei servizi per la protezione, cura e tutela dei bambini e dei ragazzi del territorio (punto 2, Capitolo D, DGRV n. 2416/08). 1

4 2- Analisi ambientale La programmazione sullo sviluppo del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi e delle risorse accoglienti richiede innanzitutto un analisi dettagliata della situazione presente nel territorio, riferita a: 1. i bambini e i ragazzi fuori famiglia in situazione di protezione e tutela residenti nei comuni dell Ulss n la rete dei servizi per la protezione, cura e tutela dei minori esistente nel territorio dell Ulss n. 3. A sostegno del processo di programmazione territoriale, l Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia ha predisposto, come previsto dalla DGR n del 2008 un dossier territoriale specifico per l Ulss n. 3, da cui sono stati estratti i dati più significativi a supporto di questa analisi ambientale (il documento integrale è riportato nell Allegato 1). L aggiornamento delle unità d offerta di area è stato ricavato dalla relazione valutativoprevisonale annuale del Piano di Zona Analisi della situazione dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia I bambini e ragazzi residenti nella nostra Ulss che si trovavano nel 2007 in una situazione di affido residenziale, sia consensuale che giudiziale, o che erano inseriti in comunità erano pari a 69, di cui 40 in affido e 29 in comunità (Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia). Il numero di bambini fuori famiglia nell Ulss n. 3 è diminuito nel corso degli anni passando da 80 nel 2004 a 69 nel 2007 (figura 1). Negli ultimi due anni considerati ( ) questo numero è rimasto invariato; si è però avuta una diminuzione dei bambini in comunità e un conseguente aumento di quelli in affido (figura 1), in accordo quindi con l obiettivo generale di programmazione regionale di promozione dell affidamento familiare in alternativa all istituzionalizzazione del minore. La percentuale di bambini in affido residenziale rispetto al totale (in affido e in comunità) è pari al 58% per l anno 2007, con un aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto all anno precedente (figura 2). In Veneto la quota di bambini in affido residenziale sul totale è pari a 50,2% per l anno 2007, in costante aumento dall anno Tranne che per l anno 2006, l Ulss n. 3 è sempre al di sopra del valore medio regionale. Figura 1: Bambini e ragazzi fuori famiglia, in affido o in comunità, Anni In affido In comunità totale fuori famiglia Fonte: Elaborazioni su dati Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia 2

5 Figura 2: Quota di bambini in affido sul totale dei fuori famiglia nell Ulss n.3 e in Veneto, Anni % Ulss n.3 Veneto 60% 47,5% 54,2% 47,8% 58,0% 40% 20% 42,5% 44,6% 49,0% 50,2% 0% Fonte: Elaborazioni su dati Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia I dati forniti dall Osservatorio Regionale ci permettono di esaminare la situazione dei bambini e dei ragazzi allontanati dalla propria famiglia in relazione all età (figura 3) per l anno 2007: non risulta nessun caso di affido o inserimento in struttura per bambini sotto l anno d età. Dalla figura, inoltre, si evince quale sia la pratica applicata dall Ulss n. 3, in perfetto accordo con gli obiettivi regionali in merito ai bambini piccoli e piccolissimi: nei primi sei anni di vita abbiamo un solo caso di bambino inserito in struttura, tutti gli altri minori (11 casi) che si sono trovati in situazione di protezione e tutela, sono stati dati in affido. Nel caso dei 29 bambini e ragazzi inseriti in comunità, oltre il 60% ha un età superiore ai 15 anni. Figura 3: Distribuzione percentuale per età dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia nell Ulss n.3, Anno in affido 37,5 in comunità 34,5 30 % 27, ,5 12,5 17,5 17,2 17, ,4 0 < < classe d'età Fonte: Elaborazioni su dati Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia 3

6 Tra gli obiettivi della DGR 2416 del 2008 vi è la riduzione dei tempi di accoglienza in comunità e in affido. Per l anno 2007 più della metà dei casi di affidamento residenziale e degli inserimenti in struttura di bambini e ragazzi dell Ulss n. 3, superavano i 2 anni: 20 casi su 40 per l affido e 17 su 29 per gli inserimenti in struttura Analisi dell offerta dei servizi per la protezione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi: la rete dei servizi Nel territorio dell Azienda Ulss n. 3, per rispondere al bisogno di protezione, cura e tutela dei minori e delle famiglie sono coinvolti tutti i servizi appartenenti all area materno infantile dell Ulss e i servizi sociali dei 28 comuni, in stretta connessione con altri servizi specialistici dell Azienda, oltre che con le strutture accoglienti presenti nella realtà locale e i servizi appartenenti al sistema scolastico e a quello giudiziario. Le risorse accoglienti per il minore e la sua famiglia Consultorio Familiare Ex D. 1 Consultorio Familiare Ex D. 2 Servizio Protezione e tutela Minori Ex D. 1 Servizio Protezione e tutela Minori Ex D. 2 Segretariato sociale 28 Comuni NPI Servizio Protezione e tutela Minori Ex D. 3 Servizio Protezione Pediatri e tutela Minori Ex D. 4 Ser. D. Consultorio Familiare Ex D. 3 CASF Centro per l Affido e la Solidarietà Familiare Consultorio Familiare Ex D. 4 Scuola Tutori Psichiatria Educativa Territoriale Adozioni Appartamenti per giovani adulti ARCA Disabilità Comunità Educativa n. 4 Comunità Educativa Diurna Comunità Familiare n. 2 Comunità Familiare Mamma/bambino La figura mostra tutte le risorse, tra loro collegate, che intervengono nel processo di protezione, cura e tutela del minore. Queste, per le loro caratteristiche specifiche, agiscono a diversi livelli. 4

7 o Le strutture accoglienti per la tutela dei minori Nell Azienda Ulss n. 3, i servizi di accoglienza residenziali e semiresidenziali, sono complessivamente nove (tabella 1), di cui cinque concentrate nel comune di Bassano del Grappa (figura 3). Figura 3: Le strutture accoglienti per la tutela dei minori Comunità educativa per minori con pronta accoglienza Comunità educativa per minori Comunità familiare Appartamenti per giovani adulti Comunità educativa diurna Comunità familiare mamma-bambino Tabella 1: Strutture residenziali e diurne per minori per tipologia Unità Posti autorizzati Utenti anno 2007 Comunità educative per minori Fondazione Pirani Cremona, Bassano del Grappa Alibandus, Coop. Adelante, Bassano del Grappa Comunità educative per minori con pronta accoglienza Famiglia aperta, Ass. Famiglia aperta sul mondo, Asiago Girotondo, Ass. Famiglia aperta sul mondo, Asiago Comunità educativa diurna Ramaloch, Coop. Adelante, Romano d Ezzelino Comunità familiare 2 1- San Bassiano, Ass. Papa Giovanni XXIII, Bassano del Grappa 2- Ass. Papa Giovanni XXIII, Cartigliano di cui Ulss 3 Nd Nd Nd Comunità familiare mamma-bambino Casa di pronta accoglienza Sichem, Bassano del Grappa Appartamenti per giovani adulti Yoda, Coop. Adelante, Bassano del Grappa Fonte: Ufficio Piano di Zona Relazione valutativo-previsionale Anno 2007 Il territorio dell Ulss n. 3 offre quindi un ampio ventaglio di possibilità. Ad usufruire di queste strutture non sono solo i minori residenti nel territorio ma anche quelli provenienti da altre ULSS del Veneto. La Comunità educativa diurna è la struttura con la più alta percentuale di minori residenti nell Ulss n. 3 rispetto a tutti gli utenti (oltre l 80%). Anche gli utenti della Comunità familiare mamma-bambino sono per oltre la metà residenti nel territorio (60,5%). Le Comunità educative per minori accolgono più minori residenti fuori Ulss rispetto a quelli residenti (Fonte: Ufficio Piano di Zona Relazione valutativoprevisionale Anno 2007). 5

8 Allo stesso modo i bambini e ragazzi fuori famiglia residenti nell Ulss 3 fanno riferimento, non solo alle strutture all interno del territorio dell Ulss n. 3, ma anche alle comunità fuori Ulss. Nel 2007 il 58,6% dei bambini inseriti in struttura sono stati accolti in una comunità fuori dall ambito territoriale Ulss (Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia). Se guardiamo alle strutture utilizzate dai nostri bambini nel 2007, questi sono stati inseriti per il 34,5% in comunità familiari, per il 20,7% in comunità educative, per un ulteriore 20,7% in comunità educative con pronta accoglienza (Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia). In accordo con gli obiettivi della programmazione regionale che auspicano una riduzione delle accoglienze, è stata rilevata la presenza in alcuni comuni del territorio dell Azienda Ulss n.3 di interventi di sostegno socio-educativo territoriale e domiciliare a favore di minori. Gli utenti coinvolti in questi interventi per l anno 2007 sono stati complessivamente 46 e i Comuni che hanno dichiarato la presenza del servizio sono stati 13 (Fonte: Ufficio Piano di Zona Relazione valutativo-previsionale Anno 2007). 3- Gli obiettivi per il biennio La programmazione sullo sviluppo del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi e delle risorse accoglienti nell ambito dell Azienda Ulss n.3 è stata pensata recependo ed adattando i principali orientamenti ed obiettivi della programmazione regionale. Obiettivo centrale verso cui l azione del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi si concentra è il consolidamento dei processi di deistituzionalizzazione, intendendo con tale termine non solo la chiusura degli istituti, già attuata in Veneto e nell Azienda Ulss n.3, ma anche un insieme di azioni che vanno dalla presa in carico del singolo minore all insieme dei processi di lavoro che vedono il coinvolgimento dei soggetti che operano nello specifico settore. Tali azioni di contrasto all istituzionalizzazione si traducono a livello locale in una serie di obiettivi di lavoro quali: a- lo sviluppo dell offerta dei servizi e promozione delle risorse accoglienti allo scopo di potenziare la capacità di rispondere appropriatamente e con il miglior grado di personalizzazione possibile al bisogno del singolo minore evitando le situazioni istituzionalizzanti. Tale finalità viene perseguita sia attraverso la differenziazione dell offerta locale dei servizi di accoglienza, sia attraverso un ulteriore sviluppo dell affidamento familiare. L offerta locale dei servizi di accoglienza è abbastanza sviluppata e diversificata nel territorio dell Ulss n. 3, sia come accoglienza diurna che residenziale. La programmazione si concentra sullo sviluppo di ulteriori possibilità quali l aumento di forme di tutoraggio e accompagnamento educativo personalizzate, il potenziamento dell intervento domiciliare, la diffusione e la valorizzazione della progettazione individualizzata attraverso lo strumento del progetto quadro. Per quanto riguarda lo sviluppo dell affidamento familiare, si fa proprio l obiettivo regionale di raggiungere entro la fine del 2010 la percentuale di minori in affido sul totale dei minori fuori famiglia per provvedimenti di protezione e tutela pari ad almeno il 60%; b- lo sviluppo delle attività di contrasto finalizzate a ridurre i processi di istituzionalizzazione in atto e che si accompagnano allo sviluppo dell offerta dei servizi. Gli obiettivi specifici che l Azienda Ulss n. 3 intende perseguire sono: la riduzione delle accoglienze non pertinenti e dei tempi lunghissimi di accoglienza in 6

9 comunità o in affido, la riduzione delle distanze dell allontanamento dalla propria residenza quando pertinente, e lo sviluppo dell accoglienza familiare orientata ai bambini più piccoli. L obiettivo posto a livello regionale di accoglienza dei bambini più piccoli (minori di sei anni) esclusivamente in famiglie affidatarie o in comunità familiari dove è presente una famiglia residente è già prassi consolidata nel nostro territorio e verrà perseguito anche negli anni successivi. L azione del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi del territorio dell Ulss n. 3 si focalizza inoltre sugli altri obiettivi centrali della programmazione regionale, quali: c. lo sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso sessuale, sia attraverso la programmazione a livello locale di attività di prevenzione e cura, sia attraverso la collaborazione del Servizio di Protezione e Tutela dei Minori con il Centro provinciale di contrasto e presa in carico di situazioni di maltrattamento e sfruttamento sessuale di minori; d. lo sviluppo dei processi di accompagnamento per l adozione sia attraverso percorsi caratterizzati da alta integrazione, fra tutti i soggetti impegnati e fra le diverse fasi dell iter, da unitarietà e coerenza degli interventi. Il sostegno dovrà essere garantito in tutte le fasi del processo adottivo (dall informazione e sensibilizzazione al post adozione). Verrà approvato un Protocollo operativo di ambito provinciale, la cui programmazione entrerà a far parte della programmazione territoriale dell Azienda Ulss n. 3, attraverso la collaborazione tra l Equipe Adozioni, gli altri servizi del territorio e il sistema scolastico; e. lo sviluppo della collaborazione e dell integrazione fra servizi che appartengono a diversi sistemi, sanitario, scolastico e dei servizi per la Giustizia, che toccano in modo particolare i progetti dei bambini e dei ragazzi coinvolti nei percorsi di protezione e tutela. 4 - La programmazione delle attività per il biennio In relazione agli obiettivi sopraccitati, di seguito vengono descritte le azioni programmate per ogni ambito specifico di intervento (obiettivi a e b) - Azione di sviluppo delle risorse accoglienti, dei servizi e delle forme di intervento alternative alla istituzionalizzazione Obiettivo centrale verso cui l azione del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi della nostra Ulss si concentra è il consolidamento dei processi di de-istituzionalizzazione. Per il raggiungimento di tale obiettivo sono stati programmati per il biennio una serie di interventi: 1 - il consolidamento della collaborazione tra i servizi appartenenti alla rete, tenendo conto anche delle nuove forme di cooperazione tra enti pubblici, associazioni di volontariato e realtà del privato sociale che si occupano di accoglienza dei minori nel territorio dell Ulss n. 3 (progetto Coordinamento Primi Passi ); 2 - lo sviluppo della progettazione individualizzata basata sullo strumento del Progetto Quadro e degli strumenti operativi in applicazione alle Linee guida per la protezione e tutela 2008; 3 - lo sviluppo dell affidamento familiare attraverso la promozione dell affido, il sostegno e la formazione delle famiglie affidatarie; 4 - il consolidamento del piano di reperimento, formazione e accompagnamento dei tutori volontari. 7

10 Oltre a questi punti fondamentali, in seguito sviluppati con il dovuto dettaglio, l Azienda Ulss n.3 si propone di articolare l azione anche attraverso: 5 - lo sviluppo e il potenziamento dell accoglienza diurna e degli interventi di educativa territoriale, oltre che lo sviluppo della rete comunitaria e di vicinanza solidale; 6 - lo sviluppo delle attività di prevenzione attraverso il collegamento con gli sportelli scolastici (CIC e Punto ascolto giovani), con le scuole non dotate di sportello proponendo l istituzione di un coordinamento degli psicologi che operano nelle scuole e idonea attività di formazione mirata agli insegnanti referenti in ogni plesso scolastico Lo sviluppo delle forme e dei modi di collaborazione tra i servizi appartenenti alla rete E necessario migliorare la rete di comunicazione tra enti locali, istituendo il coordinamento dei servizi sociali professionali dedicati all area materno-infantile con particolare riferimento alla protezione e tutela del minore. La definizione delle forme e dei modi di coinvolgimento tra tutti i servizi appartenente al sistema integrato per la protezione cura, e tutela del minore trova riscontro nel documento Atto formale di recepimento delle Linee Guida per la protezione e tutela 2008, delle Linee Guida per l affidamento familiare e degli Orientamenti nel rapporto fra scuola e servizi territoriali che descrive le forme, i modi e i tempi dell applicazione a livello locale di tali Linee Guida e che individua soggetti, competenze e percorsi nei casi di segnalazione e di presa in carico di minori in situazione di rischio di pregiudizio e di pregiudizio Lo sviluppo delle progettazione individualizzata. Le Linee Guida per la protezione e tutela 2008 valorizzano la progettazione individualizzata del minore, che tiene quindi presente i diversi piani e che si basa sullo strumento del Progetto Quadro. Come previsto dall Allegato A della DGR n. 2416, l Azienda Ulss ha predisposto un programma di verifica straordinaria dei Progetti Quadro e dei Progetti Educativi individualizzati (PEI) in riferimento ai bambini e ai ragazzi in carico al Servizio di Protezione e Tutela dei Minori che si trovano inseriti in comunità o in famiglia affidatarie distanti dall ambito territoriale dell Ulss e da periodi superiori a due anni. La verifica viene effettuata prioritariamente sui bambini piccoli (3-6 anni) e piccolissimi (0-3 anni). Il programma prende avvio con l attivazione delle Unità Valutativa Multiprofessionale del Distretto sociosanitario (UVMD) di verifica a favore di tutte le situazioni di minori che si trovano nelle condizioni di cui sopra. Tutti i Progetti Quadro e i PEI saranno rivisti entro il In questo contesto potranno essere collocati anche i Progetti Quadro e i PEI redatti dai singoli professionisti che hanno effettuato la valutazione del caso. L Ulss n. 3 prevede inoltre di attivare un registro unico dei Progetti Quadro Programmazione delle attività di promozione dell affidamento familiare, di formazione e di sostegno delle famiglie disponibili o impegnate in progetti di affidamento familiare. La programmazione delle attività di promozione dell affido, di formazione e sostegno delle famiglie e delle persone disponibili all affidamento familiare o impegnate in progetti di affido, si rifà agli indirizzi previsti dalle Linee Guida regionali per l affidamento familiare 8

11 approvate con DGR 3791 del ed è quindi prerogativa del Centro per l affido e la solidarietà familiare (CASF) dell Azienda Ulss n.3. Il Centro per l Affido e la Solidarietà Familiare nasce nel territorio dell Azienda Ulss n.3 nel 1997 con il compito di reperire e formare famiglie affidatarie, avviare affidi eterofamiliare per contrastare la istituzionalizzazione, sostenere gli affidi e diffondere la cultura della accoglienza. L Azienda Ulss n.3 ha strutturato il Centro per l Affido già da diversi anni, anticipando l obiettivo regionale di stabilizzazione dei CASF. Rientrano, quindi, tra i compiti istituzionali del CASF, la promozione, la formazione delle famiglie, l abbinamento ed il sostegno. La Regione Veneto ha da sempre sostenuto, con modalità diverse, l importanza dello strumento affido nella gamma delle risorse a sostegno della genitorialità e della crescita dei bambini. Pertanto la DGR 1855/06 Fondo regionale di intervento per l'infanzia e Adolescenza. Il Veneto a sostegno della famiglia e della genitorialità sociale ha voluto dare un impulso ulteriore allo sviluppo dell affido nel territorio regionale mettendo a disposizione finanziamenti per progetti innovativi. All interno di tale cornice, nel nostro territorio, in accordo con tutte le realtà che si occupano di minori e con l approvazione del Tavolo tecnico materno infantile del Piano di Zona, per il periodo 2007/2008 sono state attivate molteplici attività di promozione e sensibilizzazione. Per il biennio 2009/2010 appare utile porre maggiore attenzione alle altre aree di attività. Azione fondamentale per il biennio sarà la riformulazione del Regolamento Affidi redatto ai sensi della DGR n. 3791/2008, che verrà adottato dalla Conferenza dei Sindaci e recepito dai singoli comuni. Tutta l attività del CASF è strettamente collegata con il PIAF relativamente all Area 2 Consolidamento del sistema di reti di famiglie, reti di solidarietà per l infanzia e l adolescenza. Finalità Vi è la necessità di concentrare l attenzione, le risorse e le energie nell attività di formazione e di sostegno delle famiglie affidatarie. La formazione delle famiglie è fondamentale per fornire alle persone le conoscenze utili alla definizione del loro ruolo in quanto affidatari e gli strumenti per poter affrontare in modo sufficientemente positivo l esperienza dell accoglienza di bambini all interno della famiglia. Gli affidatari, inoltre, devono acquisire la consapevolezza della loro posizione di collaboratori all interno del progetto per quel determinato bambino e la sua famiglia ed in rapporto al sistema dei Servizi. Si rileva altresì la necessità di poter individuare strategie e modalità diversificate di sostegno dell affido da parte del CASF, anche mettendo in campo strumentazioni innovative, di facile accessibilità e, soprattutto, che dia risposta alle necessità della quotidianità nel rapporto con i bambine/e o i ragazzi/e che le famiglie accolgono. 9

12 Azioni, mezzi e strumenti Per quanto riguarda la formazione delle famiglie affidatarie: - rimodulare il corso di formazione con l introduzione di un ulteriore incontro (passando da 4 a 5 incontri) all interno del quale presentare il Regolamento del CASF, il ruolo dei Servizi, la modulistica e riflettere sul ruolo degli affidatari. Negli incontri saranno utilizzate slides di spiegazione, materiale cartaceo da distribuire ai partecipanti, e sarà previsto uno spazio di discussione e confronto; - introdurre, in via sperimentale, la condivisione e la sottoscrizione di un accordo che preveda in modo specifico il ruolo dei vari soggetti del progetto di affido all avvio di ogni affido. Si prevede la realizzazione della modulistica relativa all ipotesi di accordo e la sperimentazione della stessa in tutto il biennio Per quanto riguarda il sostegno delle famiglie affidatarie: - aumentare, nelle famiglie affidatarie, la capacità di poter affrontare i momenti di difficoltà che i bambini in affido possono presentare (difficoltà scolastiche, relazionali, affettive o di socializzazione), attraverso l'utilizzo di materiale specializzato e l'affiancamento di professionisti e poter, in questo modo, dare risposte sempre migliori alle problematiche dei bambini perché possano vivere in modo positivo l'esperienza dell'affido. Tra gli obiettivi di programmazione per il biennio vi è la realizzazione del progetto Cas(s)etta degli attrezzi che consiste nell identificazione di uno spazio fisico dedicato a tale attività che sarà dotato di scaffalature, mensole, librerie e un tavolo. Inoltre saranno acquistati testi specialistici di psicologia e pedagogia riguardanti l affido, favole da leggere con i bambini per accompagnarli nella lettura dei loro sentimenti, difficoltà, paure, angosce, materiale didattico da utilizzare per affrontare le difficoltà scolastiche, materiale informatico, audiovisivi e giochi didattici. Sarà messo a disposizione per alcune ore settimanali un educatore o uno psicologo per consigliare circa l utilizzo di tale materiale. Per quanto riguarda la promozione dell affido: - formalizzazione del rapporto di collaborazione con le Associazioni delle famiglie affidatarie del territorio per la programmazione e realizzazione dell attività di sensibilizzazione attraverso la stipula di una Convenzione per la programmazione comune delle attività di promozione dell affido Piano per il reperimento, la formazione e l accompagnamento dei tutori volontari Il piano per il reperimento, la formazione e l accompagnamento dei tutori volontari viene predisposto e sviluppato nell ambito dei Servizi dell Area Materno Infantile. Questa Ulss ha partecipato al Progetto Tutori Volontari della Regione Veneto come proposto dall Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori del Veneto. Esso è finalizzato al reperimento di persone socialmente motivate disponibili ad assumersi la tutela legale di un minore di età; alla formazione e al supporto dei tutori nominati; al monitoraggio dell attività degli stessi. Le azioni di formazione e di monitoraggio sono realizzate a livello di Ulss, con la collaborazione di alcuni professionisti dei servizi che svolgono la funzione di referenti dell Ufficio del Pubblico Tutore dei minori e di promotori territoriali del Progetto. I volontari formati, suddivisi in elenchi territoriali, sono inseriti in un apposita banca dati gestita dall Ufficio del Pubblico Tutore dei minori e messa a disposizione dell Autorità 10

13 giudiziaria per le eventuali nomine, avendo cura di realizzare il miglior abbinamento possibile fra il minore ed il suo tutore. Il Progetto Tutori Volontari nell Azienda Ulss n.3 Il Progetto Tutori Volontari ha avuto avvio nel 2002 con l individuazione dei referentipromotori territoriali per la ULSS3. Tale ruolo è stato formalmente riconosciuto con Deliberazione nr. 238 del Conferimento incarico di promotori territoriali. L articolazione delle attività a livello locale prevede: 1. sensibilizzazione e reperimento di volontari 2. formazione dei volontari e successivo inserimento nella Banca Dati dei soggetti formati e disponibili 3. abbinamento del volontario ad un minore per il quale l Autorità Giudiziaria abbia richiesto l individuazione di un tutore legale 4. monitoraggio e formazione continua dei volontari nominati tutori; sostegno sia in forma individuale che di gruppo. La situazione del Progetto Tutori Volontari monitorato a fine gennaio 2009 è la seguente: Presenti in Banca Dati: nr. 51 volontari formati e disponibili Sono aperte nr. 21 tutele legali di minori, gestite da nr.15 tutori volontari (alcuni volontari hanno due tutele; alcuni hanno la tutela di più fratelli) Dal 2003 ad oggi i volontari hanno seguito nr. 32 tutele (tutele chiuse + tutele ancora aperte) Programmazione per il biennio Essendo presenti in banca dati ancora diversi volontari formati e disponibili non ancora incaricati, si ritiene che per il prossimo biennio non sia necessaria la realizzazione di ulteriori azioni di reperimento/formazione/selezione. Ciò che invece risulta indispensabile proseguire e potenziare nel corso del biennio, sono le azioni di: - aggiornamento dei tutori in carica: si ipotizzano nr. 2 incontri/anno su tematiche psico-sociali e legislative. - sostegno individuale: prosecuzione, a richiesta, dei colloqui con i singoli tutori sulle specifiche problematiche portate. Si rende inoltre particolarmente utile una attività di sostegno iniziale individuale del volontario al momento dell avvio della tutela, oltre all avvio e alla cura dei contatti tra questo e l equipe titolare del caso. Si è constatato infatti che queste attività iniziali facilitano il lavoro del volontario e i suoi successivi rapporti con la rete. - attività del gruppo tutori: prosecuzione degli incontri di gruppo bimestrali, in quanto essi permettono da un lato il monitoraggio delle tutele e delle azioni dei volontari da parte delle referenti; dall altro favoriscono il confronto delle esperienze, la condivisione delle problematiche, il rafforzamento della motivazione e il sostegno reciproco tra i volontari. - aumento della visibilità del gruppo nel territorio e diffusione nella popolazione di informazioni relative al progetto e alle funzioni del tutore legale volontario. Si 11

14 intende procedere alla realizzazione, insieme ai volontari, di un volantino informativo che illustri funzioni e compiti del tutore nonché il progetto stesso. Si riterrebbe auspicabile anche la previsione di un momento informativo, relativamente ai temi della tutela legale e del progetto, nei corsi per famiglie adottive e famiglie affidatarie. Rispetto a questo obiettivo, le referenti e il gruppo dei volontari avvieranno contatti con le coordinatrici delle Equipes Adozioni e Affidi. - si intende procedere alla progressiva stesura, in stretta collaborazione con i volontari, di una raccolta ad uso interno di buone prassi e modulistica (v. percorso per chiedere l indennità di frequenza; moduli per ottenere il rimborso delle marche da bollo, ecc.). - si pensa di poter prendere contatti con il nuovo Presidente del Tribunale di Bassano al fine di presentare il Progetto. - si ritiene infine auspicabile organizzare alcuni incontri con il Pubblico Tutore e il suo staff per la discussione e la condivisione rispetto ad alcune tematiche irrisolte: la partecipazione del tutore all UVMD; il rapporto dello stesso con l avvocato/curatore del minore; una auspicabile maggiore circolarità di informazioni nell ambito del rapporto tutori/referenti/ufficio Pubblico Tutore 4.2 (obiettivo c) - Programmazione delle attività di informazione, formazione, prevenzione e sensibilizzazione delle situazioni di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale dei minori, in relazione anche al Centro provinciale presente nel territorio. Lo sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso sessuale è uno degli obiettivi principali del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela dei bambini e dei ragazzi del territorio dell Ulss n.3. La programmazione delle attività di informazione, formazione, prevenzione e sensibilizzazione, comprese le attività di contrasto e presa in carico, delle situazioni di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale dei minori deve essere vista in relazione alle attività previste dai Centri provinciali di riferimento. I Centri presenti a livello regionale sono complessivamente cinque. Per le Aziende Ulss della provincia di Vicenza il Centro di riferimento è il Centro denominato L Arca con sede a Vicenza. Attualmente il centro è gestito dal Comune di Vicenza in collaborazione con l Ulss n.6 e l Ipab Proti Salvi Trento. È impegno congiunto delle Aziende Ulss della provincia (n.3 di Bassano del Grappa, n.4 Alto Vicentino, n.5 Ovest Vicentino, n.6 di Vicenza) rivedere sia l assetto istituzionale del Centro denominato L Arca sia la sua struttura organizzativa e professionale. È intenzione dell Ulss n.3 partecipare attivamente a questo processo di cambiamento che ha come obiettivo la stabilizzazione e il consolidamento delle attività del Centro. La Banca dati dei minori abusati e maltrattati è gestita dall Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia: nell anno 2007 i minori che sono stati presi in carico dai Centri di cura e protezione residenti nell Ulss n.3 sono stati pari a 3, meno dell 1% del totale regionale e in numero inferiore a quelli seguiti dal Servizio di Protezione e Tutela dei Minori della nostra Ulss per abusi e maltrattamenti. Risulta quindi basilare aumentare i livelli di collaborazione tra il Centro provinciale di Vicenza e il Servizio di Protezione e Tutela dei Minori al fine di avere un canale di comunicazione sempre attivo e rapidamente fruibile dai minori in situazione di abuso e maltrattamento residenti nella nostra Ulss. Diventa quindi impegno dell Ulss n.3 sviluppare un piano per migliorare l accessibilità al Centro e alle sue peculiari funzioni di riabilitazione e cura del minore. 12

15 4.3 ( obiettivo d) - Programmazione delle attività di accompagnamento della coppia aspirante l adozione, del minore adottato e della sua famiglia in tutte le fasi dell iter adottivo. La programmazione delle attività di accompagnamento della coppia che aspira l adozione, del minore adottato e della sua famiglia durante tutto il percorso di adozione nell ambito dell Azienda Ulss n.3, è inserita all interno di un'unica programmazione provinciale concordata con le altre Ulss della provincia di Vicenza, integrando quindi quelli che sono i compiti istituzionali dell Equipe Adozioni con le azioni promosse a livello provinciale. L Equipe Adozioni del Consultorio familiare dell Ulss n.3 svolge principalmente tre funzioni: - preparazione della coppia con l effettuazione di tre corsi all anno di informazione e sensibilizzazione con la finalità di fornire ai coniugi le conoscenze basilari sulle tematiche adottive; - conoscenza e valutazione psico-sociale della coppia o del nucleo familiare (studio di coppia), finalizzata alla redazione di una relazione psico-sociale nella quale sono contenuti elementi utili alla formulazione dell idoneità da parte del Tribunale per i Minorenni. Gli studi di coppia vengono suddivisi per tipologia quali studi di coppia, studi di coppia ex art. 44, studi di coppia per rinnovo, richieste di estensione dell idoneità all adozione internazionale, richieste di approfondimento e richieste di ulteriori indagini; - sostegno alle famiglie nel post-adozione e/o affido preadottivo. In questa fase il nucleo viene accompagnato nell inserimento familiare del bambino favorendo il raggiungimento di nuovi equilibri; vengono anche redatte le relazioni richieste dal Tribunale per i Minorenni e/o dagli Enti Autorizzati per i Paesi di origine del bambino. L Equipe Adozioni è inoltre incaricata dalla Regione a svolgere dei progetti specifici sulle tematiche adottive; il più recente istituito dalla Regione Veneto con DGR n del è il Piano Infanzia adolescenza e famiglia (PIAF) - Area Adozioni. Il Progetto è a carattere provinciale e trattasi di un lavoro congiunto tra le Equipe Adozioni delle quattro Ulss provinciali, di tre Enti Autorizzati (SOS bambino, C.I.A.I. e N.A.D.I.A. Onlus) e di due Associazioni di Volontariato presenti nel territorio ( Progetto Adozioni Accoglienza e Associazione Famiglie Adottive Alto Vicentino ). Le attività dei progetti saranno coordinate e monitorate dal referente Provinciale (Equipe Adozioni dell Ulss n.6 di Vicenza) attraverso incontri periodici di verifica con i referenti delle Equipe provinciali (uno per Azienda Ulss). All interno di ogni Ulss il referente dell Equipe Adozioni ha il compito di partecipare al tavolo provinciale, riferire le informazioni in sede locale, fornire gli indirizzi della banca dati per gli inviti di partecipazione alle attività previste dal PIAF alle coppie in attesa e alle famiglie che hanno adottato e coordinare gli incontri a tema previsti nella sede ospedaliera di Bassano del Grappa relativi agli incontri del post-adozione che verranno effettuati in autunno. Il Progetto prevede interventi trasversali di consulenza e sostegno psicosociale per le coppie in situazioni di crisi o di problematicità familiare e interventi nella fase dell attesa e del post-adozioni, in particolare con l attivazione di gruppi di auto mutuo aiuto (A.M.A.) e interventi a tema sia per la fase dell attesa sia per quella del post-adozione. Nella realtà dell Azienda Ulss n.3 sono attivi due gruppi di auto mutuo aiuto: il primo bimestrale con coppie in attesa di adozione, il secondo mensile con coppie che hanno già adottato. 13

16 E presente nel territorio un altro gruppo A.M.A. che inizialmente ha visto la partecipazione di facilitatori e dopo un triennio di attività si è autonomizzato. Oltre a ciò sono presenti due gruppi per genitori di figli adottivi in età adolescenziale, con sede a Thiene, gestiti dai rappresentati degli Enti Autorizzati, a cui partecipano anche genitori del territorio dell Ulss n.3. Infine, per il 2009, sono previsti gli incontri a tema per le coppie in fase di attesa di adozione e degli incontri a tema per le coppie che hanno già adottato. Verranno inoltre programmati degli incontri su singoli casi. L Ulss si impegna a proseguire l attività anche per le successive annualità in presenza di indirizzi regionali o comunque con iniziative a livello locale in continuità con la programmazione attuale. 4.4 (obiettivo e) Lo sviluppo della collaborazione e dell integrazione fra servizi che appartengono a diversi sistemi. Le principali considerazioni emerse dal percorso formativo Costruzione di un sistema integrato di Interventi nell Area Materno Infantile riguardano la collaborazione e la comunicazione tra i soggetti portatori di interessi istituzionali e non. L atto di recepimento delle linee guida per la protezione e tutela, delle linee guida per l affidamento familiare e degli orientamenti nel rapporto fra scuola e servizi territoriali vincola i 3 sistemi principali coinvolti (socio-sanitario, scolastico e servizi per la Giustizia) a programmare una serie di iniziative formative integrate. 4.5 Patto di solidarietà A seguito delle indicazioni della DGRV n. 675/08, relativamente al sostegno di iniziative a tutela dei minori (inserimenti istituzionali), in questo ambito territoriale si è sviluppato un pensiero comune sull attivazione di un patto di solidarietà come atto d intesa tra i 28 Comuni. Il patto di solidarietà interessa in maniera specifica la gestione economica delle spese non preventivate in merito alle forme di intervento straordinario degli inserimenti di minori in strutture protette. Esso non pregiudica lo sviluppo di iniziative volte a contrastare i processi di istituzionalizzazione che si intendono attivare (v. Allegato 2). 14

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