Comitato Piccola Industria Confindustria Firenze Programma

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1 Comitato Piccola Industria Confindustria Firenze Programma Gennaio

2 Premessa: l attuale situazione economica A causa della crisi economico-finanziaria che ha colpito il nostro paese, alla stregua delle maggiori economie occidentali o per le diverse ricette elaborate dai governi per uscirne, ci si interroga sullo sviluppo di un nuovo modello industriale. E così che gli economisti indicano i maggiori fattori di competitività e debolezza del nostro tessuto industriale. In questa dicotomia rientra il ruolo delle piccole medie imprese. Sempre più si parla di nanismo industriale, di mancanza di cultura della conoscenza e ancora più si fotografano le nostre pmi di successo come il frutto della genialità di alcuni imprenditori illuminati, salvo poi posizionare le piccole medie imprese al centro di ogni attenzione e rassicurazione dall una e dall altra parte politica. Orbene il nostro tessuto industriale è fatto per circa il 98% di pmi e questo è un dato di fatto. La struttura produttiva italiana (dati Istat) rimane caratterizzata da una larga presenza di microimprese (con meno di dieci addetti): - rappresentative del 94,8 per cento delle imprese, - del 47,4 per cento degli addetti, - del 32,5 per cento del valore aggiunto. La dimensione media delle imprese nel nostro Paese permane particolarmente bassa: 3,9 addetti per impresa. Questo ha costituito negli anni un punto di forza e ha dotato l economia nazionale di una struttura produttiva particolarmente flessibile, in grado di rispondere alle sollecitazioni del mercato, attivando le leve della qualità e del prezzo. Ora però la crescita è un punto basilare per il Paese in quanto, nella competizione globale, le piccole dimensioni aziendali, spesso non consentono di fronteggiare adeguatamente sia i competitors esistenti sia quelli emergenti, con prodotti e servizi innovativi. E prioritario aiutare le imprese ad intraprendere percorsi di sviluppo adeguati (interni, esterni, di cooperazione o partenariato) cosicché l elevato numero di pmi che ci caratterizza continui a rappresentare la nostra forza. Un secondo elemento è rappresentato dalla stabilità sociale, di certo frutto della capacità imprenditoriale di farsi carico delle nuove sfide. Sono ancora le nostre pmi a offrire segnali positivi di un imprenditoria armata di tenacia, di volontà di resistere nel lungo periodo assumendo delle scelte difficili. E un imprenditoria che ha iniziato da alcuni anni un processo di innovazione e rinnovamento. In questo modo molti marchi aziendali hanno trovato una diffusione assai più ampia, veicolando nel mercato globale i propri valori intrinseci di qualità e gusto. Siamo dinnanzi ad una nuova ipotesi di relazioni sindacali che non possono non coinvolgere le piccole aziende. 2

3 Ci attendono comunque sempre nuove sfide: - l innovazione tecnologica, - un rapporto più proficuo con il mondo della ricerca, - una presenza sempre più qualificata sui nuovi mercati, - una maggiore robustezza patrimoniale. Partendo dai nostri punti di forza quale il made in Italy occorre fare crescere delle competenze e specializzazioni tecnologicamente innovative, nell ambito industriale. L utilizzo di tecnologie pervasive sono la leva da cui partire per riposizionare il contesto industriale del nostro paese. I centri di ricerca pubblici e privati, le filiere ad alto contenuto tecnologico sono dei motori per creare delle competenze industriali sul territorio. Sono però necessari progetti su tecnologie pervasive che vedano sempre più collaborazioni tra grandi imprese, pmi e centri di ricerca. Occorre ripensare a nuove misure per favorire la crescita di progetti su settori strategici della conoscenza che sviluppino le aggregazioni e le reti di imprese con il sistema pubblico della ricerca, che per parte sua dovrà superare l ormai anacronistica divisione interna delle Università per rispondere a criteri di competenze. Occorre che il sistema finanziario e le pmi rivedano profondamente il loro rapporto. Da un lato il mondo bancario deve acquisire criteri di valutazione delle imprese che vadano oltre i dati meramente contabili: occorre valutare i talenti, i piani industriali, il patrimonio di conoscenze acquisite nel tempo. Dal canto loro gli imprenditori di piccole imprese, devono imparare a presentare la propria azienda agli occhi degli interlocutori esterni, proporre dei business plan strutturati con metodologie professionali. 3

4 Il Comitato della Piccola Industria Il Comitato della Piccola Industria rappresenta una componente numericamente e strategicamente importante del Sistema delle Imprese di Confindustria e dovrà operare affinché siano sempre più riconosciuti i valori e le capacità propositive che sono un patrimonio comune, frutto di una rete sul territorio che rappresenta il tessuto connettivo del sistema. Il peso della rappresentanza del comitato deve crescere in modo tale da consentire l ottimizzazione del dialogo fra tutte le strutture interne e con gli associati, ed aumentarne la sua autorevolezza e visibilità esterna. La Piccola Industria identifica in alcuni temi le priorità strategiche della presidenza che dovrà assicurare una visione attenta alle necessità dell impresa di minore dimensione. Sarà impegno del Comitato della Piccola Industria l elaborazione e lo sviluppo di un programma ambizioso, condiviso ma molto concreto, che veda al centro le esigenze delle nostre imprese, sostanzialmente su tre linee: - SVILUPPO ECONOMICO o Credito e finanza, situazione creditizia o Dimensioni delle imprese o Internazionalizzazione o Multinazionali/pmi - COMPETITIVITA DEL SISTEMA o Ricerca e innovazione o Semplificazione amministrativa o Fiere e congressi o Energia - CULTURA D IMPRESA o Formazione o Passaggio generazionale o Eticità e legalità d impresa o Fiscalità d impresa 4

5 Il Programma di lavoro SVILUPPO ECONOMICO L attuale situazione economica ha avuto come principale effetto la compressione dei consumi in specie in Europa e USA. Solo i così detti paesi emergenti (BRIC), con Cina in testa hanno avuto un Pil in crescita. Ora a noi non resta altro che operare per uno sviluppo economico trainato da alcuni settori e paesi (Germania come locomotiva dell Europa). Le principali basi su cui agire sono: - qualità dei nostri prodotti - continua innovazione tecnologica - aggregazioni di imprese - presenza sui mercati trainanti la domanda (tenendo conto che i consumi interni in Germania sono fermi), per cui occorre operare su nuovi mercati tra cui Nord Africa e Medio-Estremo Oriente. Per questo le nostre pmi devono essere accompagnate da Confindustria su questi nuovi mercati. Occorre inoltre preparare dei percorsi strutturati per affrontare questi mercati, segmentando i possibili settori di interesse ed organizzando pacchetti di incontri B2B specifici per le nostre pmi. L aumento della capacità economica delle pmi, deve essere affrontato con il mondo della finanza, predisponendo soluzioni standardizzate di incremento della capitalizzazione, con tempi di rientro di anni. COMPETITIVITA DEL SISTEMA Occorre creare delle condizioni di innovazione, con dei percorsi di collaborazione con le Università ed i centri di ricerca. Questi percorsi devono essere strutturati, per settori merceologici omogenei. Per la semplificazione amministrativa proponiamo un dialogo con le istituzioni Comune e Provincia di Firenze. CULTURA D IMPRESA Occorre aiutare la crescita professionale dei nostri imprenditori, con delle attività di formazione manageriale ad alta intensità. Si possono ipotizzare alcuni interventi: o Gestione aziendale o Gestione commerciale (nuovi mercati) o Rapporti con il mondo della finanza. 5

6 Il Comitato della Piccola Industria, propone di operare con una metodologia rappresentata nei seguenti punti: 1.Raccolta suggerimenti ed indicazioni dal comitato 2.Elaborazione dati raccolti 3.Gruppi ristretti di lavoro 4.Revisione in associazione con gli organi direttivi 5.Presentazione al comitato del programma definitivo 6.Pubblicazione del programma di lavoro Metodo di pianificazione: situazione corrente, finalità, mezzi, piano operativo. 6

7 Metodologia Metodologia di pianificazione 1. Analisi Situazione Corrente e Vincoli: risponde alla domanda dove siamo oggi e cosa ci dicono i dati? 2. Obiettivi Strategici: risponde alla domanda dove vogliamo essere nel futuro e come misuriamo il progresso? 3. Mezzi: risponde alla domanda come facciamo ad arrivarci? 4. Piano Operativo: risponde alla domanda quali risorse (uomini e ), quali competenze e in che tempi? Definizione dei mezzi 1. Segmentazione dei Key Players 2. Fattori Critici di Successo 7

8 Situazione Corrente e Obiettivi SVILUPPO ECONOMICO COMPETITIVITA DEL SISTEMA CULTURA D IMPRESA Situazione attuale # SE1: Credito e finanza, situazione creditizia # SE2: Dimensioni delle imprese # SE3: Internazionalizzazione # SE4: Multinazionali/pmi # CS1: Ricerca e innovazione # CS2: Semplificazione amministrativa # CS3: Fiere e congressi # CS4: Energia # CI1: Formazione # CI2: Passaggio generazionale # CI3: Eticità e legalità d impresa # CI4: Fiscalità d impresa Situazione attesa # SE1: Accordi con almeno due banche # SE2: Almeno una rete d impresa # SE3: Una missione all anno per pmi # SE4: Almeno 1 cluster Multinazionali/pmi # CS1: Due progetti di ricerca da Università per pmi # CS2: Semplificazione amministrativa identificando almeno un procedimento # CS3: Una fiera o congresso a Firenze # CS4: Progetto Green economy CCIAA-Confindustria FI # CI1: Almeno due corsi l anno specifici per le pmi # CI2: Seminario per passaggio generazionale # CI3: Seminario per eticità e legalità d impresa # CI4: Fiscalità d impresa incontri periodici con Agenzia Entrate 8

9 Key Players SVILUPPO ECONOMICO COMPETITIVITA DEL SISTEMA CULTURA D IMPRESA # KP1: DG Banche # KP5: Università # KP9: Associazione Situazione attesa # KP2: Imprenditore Associato # KP3: Imprenditore Associato # KP4: Imprenditore Associato multinazionali e pmi # KP6: Assessore Comune/ Provincia # KP7: Imprenditore Associato # KP8: Imprenditore Associato # KP10: Imprenditore Associato # KP11: Imprenditore Associato # KP12: Agenzia Entrate 9

10 Fattori Critici di Successo Critical success factor (CSF). Sono i comportamenti, le azioni, le attività necessarie ad un organizzazione per raggiungere un determinato obiettivo: ad esempio per un progetto informatico il coinvolgimento in fase di progetto degli utenti rappresenta un CSF. I fattori critici di successo sono quelle cose essenziali che devono andare nella direzione giusta per raggiungere gli obiettivi. Devono essere monitorati con attenzione. 10

11 Situazione Corrente e Obiettivi SVILUPPO COMPETITIVITA ECONOMICO DEL SISTEMA CULTURA D IMPRESA Obiettivi # SE1: Accordi con banche almeno due # SE2: Almeno una rete d impresa # SE3: Una missione all anno per pmi # SE4: Almeno 1 cluster Multinazionali/pmi # CS1: Due progetti di ricerca da Università per pmi # CS2: Semplificazione amministrativa identificando almeno un procedimento # CS3: Una fiera o congresso a Firenze # CS4: Progetto Green economy CCIAA-Confindustria FI # CI1: Almeno due corsi l anno specifici per le pmi # CI2: Seminario per passaggio generazionale # CI3: Seminario per eticità e legalità d impresa # CI4: Fiscalità d impresa incontri periodici con Agenzia Entrate Fattori critici di successo # CSF1: Uso l associazione come fattore di aggregazione di interesse (KP1 e KP2) # CSF2: Uso l associazione come elemento propulsivo per l aggregazione (KP2) # CSF3: Uso l associazione come elemento organizzativo # CSF4: Uso l associazione come fattore di aggregazione di interesse (KP4) # CSF1: Associazione vista come interlocutore autorevole (KP5) # CSF2: Associazione vista come interlocutore autorevole (KP6) # CSF3: Uso l associazione come elemento propulsivo (KP7) # CSF4: Uso l associazione come elemento propulsivo (KP8) # CSF1: Volontà di innovare (KP9) # CSF2: Volontà di innovare (KP10) # CSF3: Associazione come interlocutore eticamente autorevole (KP11) # CSF4: Associazione vista come interlocutore autorevole (KP12) 11

12 Mezzi e programmi Nella determinazione del mezzo e del programma è necessario legarli sempre al fattore critico di successo, al momento della verità (quando possibile), al player e agli obiettivi. Businnes Line Obiettivi Fattori Critici di Key Mean Programma Successo Player Sviluppo economico #1 CSF1 1 Progetto con banca/media P#1 Credito e finanza aziendale Sviluppo economico #2 CSF2 2 Progetto interno/media P#2 Progetto reti d impresa Sviluppo economico #3 CSF3 3 Progetto missioni P#3 Internazionalizzazione Sviluppo economico #4 CSF4 4 Riunioni forum P#4 Multinazionali/pmi Multinazionali - pmi Competitività del #5 CSF5 5 Progetto con P#5 Ricerca sistema Università/media Competitività del sistema #6 CSF6 6 Progetto con il Comune/media P#6 Semplificazione amministrativa Competitività del #7 CSF7 7 Documento/media P#7 Fiere e congressi sistema Competitività del #8 CSF8 8 Progetto associati/media P#8 Energia sistema Cultura d impresa #9 CSF9 9 Workshop P#9 Formazione Cultura d impresa #10 CSF10 10 Workshop P#10 Passaggio generazionale Cultura d impresa #11 CSF11 11 Workshop/media P#11 Eticità e legalità d impresa Cultura d impresa #12 CSF12 12 Workshop #12 Fiscalità d impresa Sarà inoltre affrontato il tema delle relazioni sindacali alla luce del superamento del contratto nazionale unico ed alle ripercussioni sulle pmi (da definire). In aggiunta è necessario operare sul Marketing Territoriale confrontandosi con la struttura (Teodoro Pacetta). 12

13 Gruppo di lavoro Businnes Line Programma Responsabile Gruppo di lavoro Priorità Sviluppo economico P#1 Credito e finanza aziendale Franco Cervellin VP Andrea Giannetti 1 Giovanpaolo Innocenti Andrea Martelli Roberto Ospri Mauro Pelatti Paolo Vaiani Sviluppo economico P#2 Progetto reti d impresa 1 Sviluppo economico P#3 Internazionalizzazione 4 Sviluppo economico P#4 Multinazionali/pmi 6 Competitività del sistema P#5 Ricerca Roberto Olivieri VP Alessandro Castini Sandra Conforti Simone Innocenti Luca Moresi Luca Spini Competitività del sistema #6 Semplificazione amministrativa 4 Competitività del sistema P#7 Fiere e congressi 5 Competitività del sistema P#8 Energia 6 3 Cultura d impresa P#9 Formazione Daniele Olschki VP Matteo Grossi 2 Sandra Masoni Federico Paci Olivia Peruzzi Giorgio Sismondi Cultura d impresa P#10 Passaggio generazionale 5 Cultura d impresa P#11 Eticità e legalità d impresa 4 Cultura d impresa #12 Fiscalità d impresa 3 13

14 Prossimi passi - Approvazione in principio da Presidente e commenti (oggi) - Definizione di un piano operativo 2011 (entro 15/1/2011) - Consolidamento in un documento con schede completate e in ordine di priorità (entro 20/1/2011) - Ultima richiesta di commenti al comitato (entro 30/1/2011) - Pubblicazione versione 1 (entro il 30/1/2011) Piano di comunicazione - Visibilità esterna - Presentazione del programma di lavoro - Presenza ai nostri focal meeting di un servizio di stampa - Articoli su il Sole 24 ore - Intervista su L Imprenditore. 14

15 E in fase di definizione un crono programma delle attività. Priorità attività BUSINESS LINE PROGRAMMA PRIORITA Sviluppo economico Credito e finanza aziendale 1 Sviluppo economico Progetto reti d impresa 1 Sviluppo economico Internazionalizzazione 4 Sviluppo economico Multinazionali/pmi 6 Competitività del sistema Ricerca 3 Competitività del sistema Semplificazione amministrativa 4 Competitività del sistema Fiere e congressi 5 Competitività del sistema Energia 6 Cultura d impresa Formazione 2 Cultura d impresa Passaggio generazionale 5 Cultura d impresa Eticità e legalità d impresa 4 Cultura d impresa Fiscalità d impresa 3 RIEPILOGO PROPRIETA PROGRAMMI PROPOSTI Priorità 1 Credito e finanza aziendale Progetto reti d impresa Priorità 2 Formazione Priorità 3 Ricerca Fiscalità d impresa Priorità 4 Internazionalizzazione Semplificazione amministrativa Eticità e legalità d impresa Priorità 5 Fiere e congressi Passaggio generazionale Priorità 6 Energia Multinazionali/pmi 15

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