Sommario. Evoluzione nella disciplina dei Patti Territoriali...2
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1 NOTE SULL EVOLUZIONE DI PATTI TERRITORIALI E CONTRATTI DI PROGRAMMA Sommario Evoluzione nella disciplina dei Patti Territoriali...2 1) PT di Prima generazione. Fase sperimentale ) PT di Seconda generazione. Irrigidimento della normativa ) PT di Seconda generazione. Correttivi nei criteri di selezione ) 2001 ad oggi - PT di Seconda generazione. Regionalizzazione dei PT... 3 L'attuale procedura per la creazione di un Patto... 3 Evoluzione nella disciplina dei Contratti di Programma...4 1^ Fase Dalla creazione dello strumento alla fine dell'intervento straordinario per il Mezzogiorno ^ Fase Modifiche alle modalità di attivazione e di intervento ^ Fase ad oggi - Diffusione dello strumento... 5 L'attuale procedura per la creazione di un Contratto di Programma
2 Evoluzione nella disciplina dei Patti Territoriali 1) PT di Prima generazione. Fase sperimentale - Disciplina e approvazione del progetto da parte del CIPE - Promozione e certificazione dell accordo tra le parti sociali, accompagnamento e coordinamento dei progetti da parte del CNEL - obiettivo: ampliamento delle attività produttive e miglioramento della dotazione infrastrutturale - Applicazione dello strumento esclusivamente nelle aree depresse individuate dal CIPE - Costituzione del soggetto responsabile successiva all approvazione del PT 2) PT di Seconda generazione. Irrigidimento della normativa - Applicazione dello strumento in qualsiasi area sul territorio nazionale (ma risorse CIPE riservate solo alle aree depresse) - Ridimensionamento del ruolo del CNEL: - Continua a promuovere gli accordi ma la sua presenza non è obbligatoria (la certificazione della concertazione avviene tramite specifico Protocollo d Intesa) - accompagnamento facoltativo - Ministero del bilancio sostituisce il CIPE nell approvazione dei PT - Costituzione del soggetto responsabile antecedente all approvazione del PT, nella prima fase di elaborazione - Conseguente ridimensionamento del ruolo del partenariato (ruolo solo all avvio della procedura) - Le regioni devono inserire il PT tra le azioni e le iniziative dei programmi regionali, compresi quelli di rilevanza comunitaria (conseguente armonizzazione dei tempi e possibilità di individuare nuove risorse). - Negli obiettivi del PT è richiesto specifico raccordo con la Programmazione regionale - Specifica delle tempistiche degli interventi (imprenditoriali e infrastrutturali) e delle risorse destinate - Possibilità di Protocolli aggiuntivi in relazioni ad ulteriori iniziative di investimento (il PT diventa un percorso aperto, non più a tempo determinato) - estensione dei settori di intervento (industria, turismo, agroindustria, servizi) e delle iniziative finanziabili - Possibilità di ricevere assistenza tecnica per la predisposizione del PT da società individuate e convenzionate con Il Ministero del Bilancio - Erogazione dei fondi statali attraverso la Cassa Depositi e Prestiti 2
3 3) PT di Seconda generazione. Correttivi nei criteri di selezione - Tentativo di razionalizzare, snellire e chiarire: criteri di valutazione e di erogazione, tempistiche e referenti istituzionali responsabili nelle diverse fasi - introduzione della formula 488, nuove regole importate dalla legge 488/92: creazione di una graduatoria di merito stabilita sulla base di criteri oggettivi - estensione dei settori (si aggiungono agricoltura, pesca e acquacoltura) - accelerazione dei PT tramite il trasferimento diretto dei fondi statali dal Ministero del Tesoro al soggetto responsabile (non più tramite la Cassa Depositi e Prestiti) che effettua i pagamenti sulla base dello stato di avanzamento e che predispone obbligatoriamente una relazione ogni sei mesi sulle erogazioni concesse - introduzione del Patto specializzato in Agricoltura (PT Agricoli) - viene abolito il termine di 48 mesi per i 12 PT di prima generazione (devono concludersi entro 4 anni le iniziative imprenditoriali, ma non necessariamente il patto in se) - tramite una maggior definizione del ruolo dei soggetti responsabili si tenta di velocizzare l iter amministrativo che conduce alla realizzazione del PT 4) 2001 ad oggi - PT di Seconda generazione. Regionalizzazione dei PT - diminuzione degli stanziamenti per gli strumenti della programmazione negoziata a favore di altri incentivi (credito d imposta) - le competenze in materia di PT sono trasferite al Ministero delle Attività produttive (MAP) - riordino e ridefinizione dei compiti e delle responsabilità del soggetto responsabile e del Ministero : accordo Stato Regioni per l avvio della regionalizzazione della Programmazione negoziata per lo sviluppo locale : approvazione della regionalizzazione di PT e Contratti di Programma. Le regioni possono scegliere se assumere direttamente le funzioni di coordinamento, programmazione e gestione dei PT o lasciare tali funzioni al MAP. L'attuale procedura per la creazione di un Patto a. Attivazione - avvio iniziativa da parte di uno dei soggetti proponenti (Enti locali, altri sogg. pubblici a livello locale, rappresentanze locali di imprenditori o lavoratori, soggetti privati) - prime riunione con altri soggetti (dei territori limitrofi, istituti di credito, associazioni di categoria ecc.) per verificarne la fattibilità - avvio della concertazione tra le parti sociali - costituzione degli organismi (comitato dei promotori, segreteria tecnica) b. Promozione e concertazione - analisi contesto socio-economico e assi prioritari - concertazione sugli obiettivi prioritari dello sviluppo per l'area - definizione dell'area territoriale - approvazione di un doc preliminare di concertazione 3
4 c. Protocollo di intesa - POSL (struttura del programma operativo per lo sviluppo locale) - definizione degli impegni da parte delle forze sociali - pubblicizzazione e raccolta delle idee-progetto - analisi delle dotazioni infrastrutturali funzionali alla realizzazione del programma - predisposizione protocollo di intesa d. Progettazione del Patto - raccolta ed organizzazione di tutti gli atti e le delibere necessarie per la realizzazione degli interventi - redazione del documento finale e invio al Ministero del tesoro - predisposizione protocolli aggiuntivi: - sul lavoro e le relazioni industriali (tra imprenditori e sindacati) - amministrativo (tra Amministrazioni ed enti pubblici) - finanziario (tra istituti di credito e finanziari) - tutela e ordine della sicurezza pubblica (tra ministero degli interni, prefettura e soggetti promotori) e. Finanziamenti - differenze a seconda del patto (generalista o specializzato) e per aree territoriali (nord o sud) Evoluzione nella disciplina dei Contratti di Programma Primo strumento della programmazione negoziata (1986). Nel corso degli anni non ha subito grandi modificazioni. 1^ Fase Dalla creazione dello strumento alla fine dell'intervento straordinario per il Mezzogiorno - prima forma di contrattazione diretta tra amministrazione pubblica e soggetti privati - contrattazione esclusivamente con grandi gruppi industriali nazionali e internazionali - contrattazione flessibile con contenuto determinato di volta in volta dalle parti - nessuna predeterminazione dei criteri di valutazione e ammissibilità - nessun ruolo di regioni e EELL - interventi mirati esclusivamente alle aree depresse del mezzogiorno 4
5 2^ Fase Modifiche alle modalità di attivazione e di intervento - estensione alle aree depresse del centro-nord - chiusura dell'intervento straordinario per il mezzogiorno e passaggio delle funzioni del Ministero per gli interventi straordinari per il mezzogiorno al Ministero del bilancio e della programmazione economica - le agevolazioni pubbliche devono rispettare quanto stabilito dalla Comunità Europea in materia di concorrenza e aiuti regionali - agevolazioni commisurate al settore e all'area di intervento - selezione delle iniziative basata su criteri di valutazione della redditività dell'intervento - oltre alle grandi imprese i soggetti proponenti possono essere consorzi di piccole e medie imprese e rappresentanze distretti industriali - estensione ai settori dell'agricoltura, turismo e pesca 3^ Fase ad oggi - Diffusione dello strumento - trasferimento delle competenze dal Ministero dell'economia al Ministero delle Attività Produttive - inizio del percorso normativo per condurre al decentramento amministrativo tramite il conferimento di compiti e funzioni alle regioni e agli EELL - le regioni sono già titolari delle competenze in materia di attuazione degli strumenti della programmazione negoziata (esclusi i CP stipulati con le grandi imprese che rimangono competenza dell'amministrazione centrale) - le regioni iniziano a confidare molto nello strumento e provvedono al coofinanziamento dello strumento attivato dal Ministero tramite gli Accordi di Programma Quadro e i Fondi strutturali , la delibera CIPE n. 16 approva la regionalizzazione dei PT e il coordinamento Stato/Regioni per i CP - in fase di istruttoria i soggetti proponenti devono presentare la domanda di accesso contestualmente al Mistero e alla Regione L'attuale procedura per la creazione di un Contratto di Programma a. Fase di accesso - I soggetti proponenti devono presentare la domanda di accesso contestualmente al Mistero e alla Regione - verifica da parte del Ministero della validità complessiva, della sussistenza dei presupposti essenziali, dei requisiti di imprenditorialità e capacità finanziaria del proponente b. Fase istruttoria - entro 30 giorni verifica da parte del Ministero della validità e fattibilità tecnica ed economica del piano progettuale, l'adeguatezza dei progetti e dei mezzi finanziari ecc. in relazione agli obiettivi dichiarati. Contemporanea valutazione dell'ammontare delle agevolazioni richieste e dell'incremento occupazionale netto previsto 5
6 c. Fase dell'approvazione - proposta del contratto di programma da parte del Ministero al CIPE per l'adozione - entro 90 giorni presentazione del progetto esecutivo al Ministero da parte del soggetto proponente, comprensiva della relazione bancaria - entro 45 giorni, definizione dei dettagli per il finanziamento delle iniziative (importi, tempistiche, condizioni) da parte del Ministero - eventuale inserimento del CP negli appositi accordi di programma quadro da parte della regione (che ne ravvisi l'esigenza) per consentire al governo regionale di cantierare gli investimenti pubblici necessari e relativi all'infrastrutturazione e alle attività di formazione 6
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