Sei Nazioni Speciale. Il calendario del Torneo. Sei Nazioni 2013 I numeri I capitani Le statistiche Italia 2013 A cura di Valerio Vecchiarelli

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1 Speciale Sei Nazioni 2013 Il calendario del Torneo Salviamo il Sei Nazioni di Gianluca Barca Sei Nazioni 2013 I numeri I capitani Le statistiche Italia 2013 A cura di Valerio Vecchiarelli Galles 2013 A cura di Gianluca Barca Francia2013 A cura di Paolo Ricci Bitti Irlanda 2013 A cura di Giorgio Cimbrico Scozia 2013 A cura di Giacomo Bagnasco Febbraio 2013

2 6 sabato ore Millennium stadium Cardiff ore Twickenham Londra Nazioni febbraio Galles v Irlanda Inghilterra v Scozia George North guida un attacco del Galles contro l Italia al Millennium Stadium nel match del In sostegno Luke Charteris (col caschetto) e Ryan Jones. L azzurro è Luke McLean. ore Stadio Olimpico Roma ore Murrayfield Edimburgo ore Stade de France Parigi ore Aviva stadium Dublino ore Stadio Olimpico Roma ore Twickenham Londra ore Murrayfield Edimburgo ore Murrayfield Edimburgo ore Aviva stadium Dublino ore Twickenham Londra ore Stadio Olimpico Roma ore Millennium stadium Cardiff ore Stade de France Parigi domenica 3 febbraio Italia v Francia sabato 9 febbraio Scozia v Italia Francia v Galles domenica 10 febbraio Irlanda v Inghilterra sabato 23 febbraio Italia v Galles Inghilterra v Francia domenica 24 febbraio Scozia v Irlanda sabato 9 marzo Scozia v Galles Irlanda v Francia domenica 10 marzo Inghilterra v Italia sabato 16 marzo Italia v Irlanda Galles v Inghilterra Francia v Scozia

3 ei Nazioni 2013 Non toccate il Sei Nazioni di Gianluca Barca Si gioca dal 1883: the International Championship, come si chiamava una volta il torneo prima di diventare Cinque, e poi Sei, Nazioni, compie quest anno 130 anni. Centotrent anni ben portati, visto che la competizione resta il momento clou della stagione del rugby europeo, solo marginalmente scalfito dalla Heineken Cup, l altra grande manifestazione continentale dell anno. La formula All originalità della formula il Sei Nazioni deve tutto: un anno si gioca in trasferta, quello dopo in casa. Un meccanismo che, di fatto, annulla le differenze e rimescola i valori sulla tavola. Le due squadre che dodici mesi fa sono finite in fondo alla classifica, Italia e Scozia, quest anno giocano tre partite ciascuna in casa. E chi può dire che, nonostante tutto, nonostante le dimissioni del coach Andy Robinson, le defezioni e gli infortuni (Mike Blair, De Luca), le tante novità (dieci esordienti), ecc., Murrayfield sarà terreno di conquista facile, per gli Azzurri, i gallesi e gli irlandesi. Oppure che per i francesi, il Galles e l Irlanda sarà una passeggiata imporsi all Olimpico? L Inghilterra marcia sul Torneo con il passo marziale della favorita, dopo aver umiliato gli All Blacks a Twickenham. Ma gli inglesi, sulla loro strada, hanno due trasferte micidiali, quella di Dublino, contro l Irlanda (dove hanno vinto solo due volte nelle ultime sette sfide) e quella di Cardiff (una sola vittoria nelle ultime cinque partite). Quanto alla Francia, convinta di essere lei la favorita di quest anno, per aggiudicarsi il Sei Nazioni dovrà verosimilmente conquistare Twickenham, un risultato che i coqs hanno ottenuto solo tre volte negli ultimi dieci tentativi. E se questo non bastasse, due settimane dopo la gita a Londra, Saint-André dovrà portare i suoi al Lansdowne Road di Dublino, dove i francesi vincono, sì, abbastanza spesso (quattro delle ultime sette partite), ma dirlo non è mai come farlo. Insomma avete capito perché il Sei Nazioni è una cosa speciale: fossero sfide basate su andata e ritorno, il pronostico sarebbe un po più facile. Invece così ci sono un sacco di incognite ed è questo che rende affascinate il Torneo. E poi chi vince prende tutto, non ci sono calcoli, non ci sono i bonus che qualcuno in modo improvvido vorrebbe introdurre come già accade nelle altre competizioni. Si gioca per vincerle tutte (Grande Slam), per non perderle tutte (Wooden Spoon), per la Triplice Corona e la Calcutta Cup. Ma con un regolamento diverso cambierebbero molte cose, comprese le più importanti: immaginatevi una squadra che conquista il Grande Slam (per esempio con cinque vittorie senza bonus, ovvero venti punti) e tuttavia finisce alle spalle di chi pur perdendo un match, riesce a collezionare 21 punti in classifica (quattro vittorie con bonus, cioè venti punti, più una sconfitta di misura). E lo stesso varrebbe per il Cucchiaio di legno: si potrebbe vincere una partita e arrivare dietro a chi le ha perse tutte. Che senso avrebbe, se non quello di sostituire gli ingredienti di uno spettacolo (no, un prodotto, no!) che funziona? I protagonisti I soliti noti: Chris Ashton, Manu Tuilagi e Dylan Hartley nell Inghilterra, Sergio Parisse e Martin Castrogiovanni, Andrea Masi e Andrea Lo Cicero nell Italia, Michael Phillips, Adam Jones e Jamie Roberts nel Galles, Frederick Michalak e Vincent Clerc nella Francia, più il redivivo Mathieu Bastareaud, e i due capitani Pascal Papè e Thierry Dusautoir, Rob Kearney, Jamie Heaslip e Brian O Driscoll (forse) nell Irlanda, Sean Lamont, Max Evans, Johnnie Beattie (altro ritrovato) nella Scozia. I volti nuovi Di esordienti nel Torneo ce n è in ogni squadra, puntiamo su chi potrebbe lasciare il segno: Francesco Minto fra gli Azzurri, Tim Visser nella Scozia, Eli Walker, in cui qualcuno vede il nuovo Shane Williams, nel Galles, Calum Clark nell Inghilterra, Brice Dullin e Gael Fickou nella Francia, Craig Gilroy nell Irlanda. Il pronostico Ne azzardiamo uno, solo perché venga smentito: nessuna squadra riuscirà nell impresa di realizzare il Grande Slam. Nel Sei Nazioni, ovvero dal 2000 in poi, ce ne sono stati otto in tredici edizioni. La Francia lo ha sempre conquistato negli anni pari (2002, 2004, 2010). Negli anni dispari solo l Inghilterra (2003). Il Galles (2005, 2008,2012) e l Irlanda (2009).

4 umeri Sono le presenze nel Sei Nazioni di Andrea Lo Ci- 44 cero che ha disputato almeno una partita in ogni edizione del torneo escluse quelle del 2009 e del 2010 (allenatore Mallett). 9 Sono le vittorie dell Italia nel Sei Nazioni su 65 partite finora disputate, più un pareggio. Sei vittorie sono state conquistate contro la Scozia. Andrea Lo Cicero Leigh Halfpenny, 24 anni, ha esordito in Nazionale a novembre del Sono le mete concesse dal Galles nel 2008, quando Gatland e Shaun Edwards presero in mano la squadra per la prima volta portandola subito al Grande Slam. A tutt oggi è il record difensivo del torneo. 92 Sono i punti (con sei mete) messi a segno nel Sei Nazioni da Leigh Halfpenny (in 14 partite). Il compito di piazzare fra i pali anche quest anno dovrebbe toccare a lui. Almeno dalla lunga distanza.

5 9I Grand Slam conquistati dalla Francia: 6 appartengono all epoca del Cinque Nazioni, 3 agli anni Duemila (2002, 2004 e 2010). 75 Sono i caps di Frederic Michalak. Il primo è del novembre L ultimo dello scorso autunno. Solo quattro le presenze in Nazionale nei quasi cinque anni compresi tra l ottobre 2007 e il giugno Frederic Michalak umeri 443 Sono le partite disputate dall Inghilterra nel Cinque/Sei Nazioni: 235 le vittorie, 169 le sconfitte, 39 i pareggi. 18 Sono le mete concesse dall Inghilterra da quando Stuart Lancaster siede sulla panchina inglese (12 partite, media 1,5 a incontro). Due sono merito dell Italia: Benvenuti e Venditti. Chris Ashton vola in meta

6 umeri Sono la partite disputate negli ultimi cinque anni 24 da Jamie Heaslip (22 da titolare) nel Sei Nazioni con la maglia dell Irlanda (su 25 in totale). L unica sfida mancata dal numero otto del Leinster è stata quella contro l Italia a Roma il 5 febbraio del 2011 (vittoria degli irlandesi 31-11). 2 Sono i Grand Slam conquistati dall Irlanda. Il primo nel 1948, il secondo nel Sono gli esordienti convocati dall allenatore scozzese Scott Johnson in vista del Sei Nazioni Nessuna squadra ha altrettante novità. Jamie Heaslip alle prese con Dan Carter e Richie McCaw, la scorsa estate in Nuova Zelanda. Scott Johnson

7 apitani Sergio Parisse (Italia) Sam Warburton (Galles) E il più giovane dei capitani del Sei Nazioni (24 anni e quatto mesi), ma ha già guidato la Nazionale gallese in 19 partite, compresa la Coppa del Mondo del 2011 e il Sei Nazioni 2012, al termine del quella il Galles ha conquistato il Grande Slam. Da capitano ha vinto 11 partite e ne ha perse otto, sei delle quali nel corso degli ultimi otto mesi. Se la forma lo assisterà è candidato a guidare anche i British & Irish Lions nel tour in Australia della prossima estate. Molto dipende da come andrà questo Sei Nazioni. Insieme a Jamie Heaslp dell Irlanda è uno dei due capitani ad aver subito un cartellino rosso con la maglia della propria Nazionale. Un anno fa abbiamo conquistato il Grande Slam e, adesso, non è tutto negativo. Quello che ho imparato in autunno è che non mi piace perdere!, ha detto il capitano del Cardiff. Alla soglia dei trent anni, Sergio Parisse si appresta a guidare l Italia per la sesta stagione consecutiva, anche se nel 2010 dovette rinunciare all intero Sei Nazioni per un infortunio al ginocchio, lasciando il ruolo di capitano a Leonardo Ghiraldini. Con 43 presenze da capitano Parisse guida la graduatoria dei capitani azzurri di tutti i tempi, davanti a Bortolami e Giovanelli, entrambi fermi a 37. Numero otto e capitano dello Stade Français, in Nazionale ha collezionato in tutto 91 caps, in un arco di undici stagioni ( ). Nel Sei Nazioni ha disputato 38 partite, mettendo a segno tre mete e vincendone 6 (più un pareggio). Non siamo una squadra che ha le qualità per vincere anche se gioca male, quindi ha detto Parisse dovremo esprimerci sempre al meglio per mettere noi stessi nella posizione di portare a casa il risultato. Certo, se arrivasse un Grande Slam anche giocando male

8 Chris Robshaw (Inghilterra) Ventisei anni, Stuart Lancaster lo ha promosso capitano dopo una sola presenza con la maglia della Nazionale, ottenuta, peraltro due anni prima del suo esordio nel Sei Nazioni (febbraio 2012). Da capitano ha guidato l Inghilterra in 11 occasioni, vincendo 6 partite, compresa quella dello scorso novembre, contro la Nuova Zelanda, e perdendone 5. Capitano degli Harlequins, nel 2012 ha portato la formazione londinese al primo successo in campionato nella storia centenaria del club. apitani Pascal Papé (Francia) Chris si è impossessato del ruolo 12 mesi fa, quando eravamo in procinto di costruire una nuova squadra ha detto Lancaster -, ed cresciuto come capitano, dentro e fuori dal campo. Ha mostrato le sue qualità nei test di novembre, specialmente contro gli All Blacks, quando l intera squadra lo ha seguito. E l unico dei sei capitani del Sei Nazioni 2013 a non giocare in terza linea. Il nuovo capitano della Francia, Pascal Papè, 32 anni, ha esordito in Nazionale a febbraio del Nei quattro anni compresi tra il giugno 2007 il marzo 2011 ha collezionato soltanto sette presenze con i bleus di cui tre nel Sei Nazioni. Philippe Saint-André gli assegnato la guida squadra, al posto di Thierry Dusautoir, capitano della formazione (dal 2009) in 31 occasioni. Il capitano deve essere una prima scelta automatica ha detto Saint-André E per quanto riguarda Thierry (Dusautoir, ndr) non vogliamo mettergli troppa pressione. Vogliamo dargli tempi di tornare in forma. Questa alternativa tra i due capitani è un problema di abbondanza, magari avere sempre problemi così

9 apitani Jamie Heaslip (Irlanda) Kelly Brown (Scozia) Trent anni, Kelly Brown è stato capitano della Scozia nei tre match dello scorso novembre, tutti persi. Le tre sconfitte sono costate il posto all allenatore Andy Robinson, ma il suo sostituto, Scott Johnson, ha deciso di confermare il flanker dei Saracens alla guida della Nazionale, in vista della Calcutta Cup che aprirà il Sei Nazioni Capitano è uno che agisce coi fatti, non chi ha l abilità oratoria di Churchill. E l esperienze ala conoscenza del gioco di Kelly sono positive per la squadra - ha detto Johnson. Kelly Brown ha disputato 52 partite con la maglia della Scozia, 34 da titolare. Con la Nazionale ha conquistato 21 vittorie e un pareggio, 30 le sconfitte. Ha giocato due volte contro l Italia e ha perso in entrambe le occasioni Capitano dell Irlanda nei due test di novembre (contro il Sudafrica e l Argentina), per la concomitante assenza di Paul O Connell e Brian O Driscoll, Jamie Heaslip, ventinove anni, è stato confermato capitano anche per questo Sei Nazioni, nonostante il rientro in squadra di O Driscoll, finalmente recuperato da un infortunio. Ho parlato con Brian e ho il suo pieno appoggio ha detto Heaslip che nel 2010 subì un espulsione (cartellino rosso) per una ginocchiata a Riche Mc Caw in un match contro la Nuova Zelanda. Con la maglia della Nazionale irlandese, Heaslip ha collezionato complessivamente 55 caps, di cui 24 nel Sei Nazioni, una competizione di cui ha mancato una sola partita negli ultimi cinque anni.

10 Italia 2013 di Valerio Vecchiarelli Avventura numero 14 alla corte del rugby, era solo il 2000 quando l Italia tracimò con tanto di vittoria sulla Scozia dentro al fascino del Sei Nazioni, sembra un era geologica. Quest anno l Italia si presenta con il petto gonfio di speranza al cospetto del Torneo, l autunno delle mezze belle partite e dei risultati soddisfacenti a metà ha ridato ossigeno all ottimismo, c è chi azzarda una primavera da protagonisti, chi prevede la migliore avventura di sempre, chi punta a successi e pienoni in dosi impensabili. Come sempre è obbligatorio specchiarsi nella realtà scritta nei numeri: da quando si è deciso di allargare all Italrugby la partecipazione al torneo per giochi di squadra più antico che ci sia, il fondo di ogni classifica specifica è monopolizzato dall Italia. Solo 9 successi (13,8% del totale) con la Scozia, seconda delle peggiori, a quota 16; solo 960 punti segnati (e 2103 subiti), con la Scozia a quota Gli altri, i grandi, hanno tutti un saldo positivo di vittorie, mete, punti con la Francia a dominare con il suo 70,8% di successi (46) e l Inghilterra prima per punti segnati (1829). Allora, perché tanto ottimismo? Perché per i grandi numeri prima o poi la tendenza dovrà essere invertita, o per un reale valore tecnico espresso? La rivoluzione imposta da Brunel è sotto gli occhi di tutti, più gioco e meno difensivismo a oltranza, più imposizione e meno opposizione, sicuramente più divertimento per gli occhi degli appassionati e meno senso di impotenza durante la sfida lanciata a qualsiasi avversario. Tanta novità, però, attende di essere trasformata in risultati. Le coppe europee continuano a essere una sofferenza senza fine per i nostri club, il campionato vive all ombra del campanile, le Accademie faticano a sfornare con continuità talenti nei ruoli chiave da offrire agli esperimenti del commissario tecnico. Eppure potrebbe essere il miglior Sei Nazioni azzurro di sempre. Fascino di uno sport che ha imparato a vivere di ottimismo. Alessandro Zanni carica gli All Blacks lo scorso novembre al Flaminio.

11 Italia 2013 I punti di forza La mischia, la mischia e ancora la mischia. È alla fonte del gioco che si annida il fulcro di ogni possibilità azzurra di invertire il corso della storia. Da Johnstone in poi è sempre stato così, fino a rischiare di sopravalutare la reale supremazia della mischia azzurra contro ogni avversario. Di sicuro il reparto è solido, ha in Castrogiovanni- Ghiraldini-Lo Cicero una prima linea che ha combattutto millanta battaglie e ha imparato a dettar legge, in Cittadini, De Marchi, Rizzo, piloni che hanno tratto beneficio dalla concorrenza interna, in mischia chiusa oramai la macchina è rodata, sul gioco aperto anche gli altri, oramai, si sono attrezzati. La terza linea è il reparto di maggior livello internazionale a disposizione del movimento azzurro: Parisse non si discute, Zanni è sinonimo di affidabilità, Barbieri o Favaro o Derbyshire, hanno imparato a convivere con l alto livello. E Minto è attualmente la più bella sorpresa proposta dalla nuova infornata di aria fresca imposta da Brunel. E siccome una mischia che detta legge può ancora spostare gli equilibri di una partita, l Italia si muove da un ottima base di partenza. Con il problema che anche gli altri le riconoscono questa superiorità. E hanno passato il loro tempo a studiare le contromosse. I punti deboli È nella capacità di dare continuità alla propria prestazione, anche dentro alla medesima partita, che sta la chiave della svolta tecnica azzurra. In autunno abbiamo assistito a un grande primo tempo con gli All Blacks e a un eccezionale secondo tempo contro l Australia, ma due ottime mezze partite non sono bastate per mettere insieme una vittoria. Giocare per 80 minuti, senza crolli e senza pericolose pause di riflessione, è il primo degli obiettivi disegnati da Jacques Brunel sulla lavagna del Torneo: la differenza che divide una grande squadra da un aspirante tale. Tra i singoli, nel gioco di squadra per eccellenza, sarebbe colpevole andare a cercare i punti deboli. Di sicuro c è da risolvere il problema della profondità di scelte nei ruoli chiave, anche perché dietro a Orquera e Burton, al momento, in regia, non si vedono prospettive a breve scadenza. L allenatore Di fatto è il primo vero esame per Jacques Brunel dopo aver vissuto l edizione 2012 come quella degli esperimenti e della presa di coscienza della novità. Lui predica equilibrio, gioco da imporre, personalità a costo di dover mettere in fila i dispiaceri. L autunno ha dimostrato come si sia davvero di fronte a un cambiamento di prospettive tecniche. Un anno può essere sufficiente per arrivare al traguardo? La spinta della mischia azzurra contro gli All Blacks.

12 L uomo chiave Potrebbe essere l anno di Edoardo Ugo Gori, il mediano di mischia che dopo aver passato il tempo a contrastare sfortuna e infortuni, sembra aver oramai imboccato la strada della consacrazione internazionale. Ha carisma, ledaership, fisico, velocità, capacità di dare ritmo al gioco della mischia e di rilanciare le folate dei trequarti. Se la mischia fa il suo dovere, lui sfrutta il vantaggio con competenza. Dentro l ambiente viene indicato come il futuro capitano della Nazionale. Il Sei Nazioni potrebbe regalarci un grande protagonista. Il pronostico Con tre gare all Olimpico e la Scozia fuori casa, l occasione è ghiotta per puntare al più bel Sei Nazioni di sempre. Il che equivale a vincere almeno due partite e giocarsela contro tutti. Poi se si va sul particolare diventa difficile capire dove e quando andare a fare la storia: con la Francia all esordio? Con l Irlanda all ultima giornata quando i giochi potrebbero essere già fatti? A Murrayfield, fin qui unico terreno conquistato? Il pronostico è impossibile, come insegnano le secolari vicende di un Torneo che ha sempre smentito ogni previsione.

13 Galles 2013 di Gianluca Barca Sull orlo di una crisi di nervi. Ai tonfi, ormai, i gallesi dovrebbero essere abituati: nel Sei Nazioni, al Grande Slam del 2005, atteso da quasi trent anni, seguirono due stagioni di vacche molto magre: due sole vittorie su dieci partite, più un pareggio, in casa, al Millennium contro l Italia (2006). Idem nel biennio , cinque vittorie su dieci partite, dopo che nel 2008 Warren Gatland, al primo tentativo sulla panchina dei dragoni, aveva fatto bingo, con un altro Grande Slam. Nel 2012, terzo Grande Slam in otto anni, poi, negli scorsi otto mesi, un infilata di sette sconfitte consecutive: quattro contro l Australia (tre in trasferta), una con gli All Blacks e due, le più gravi, entrambe in casa: contro i Pumas e, addirittura, contro Samoa. La squadra che ai Mondiali del 2011 aveva giocato il rugby più spettacolare e fantasioso pare d improvviso essersi liquefatta in un mare di infortuni e di guai, con i migliori giocatori ormai in procinto permanente di trasferirsi in Francia, dove altri (Hook, Gethin Jenkins, Charteris, Byrne) sono già approdati nelle passate stagioni. Né rassicura il rendimento delle squadre che giocano le coppe europee: in Heineken Cup, solo gli Ospreys si sono difesi onorevolmente, mentre Cardiff e Scarlets a Natale erano già eliminate e senza neppure una vittoria a testa. Eppure, il movimento continua sfornare giovani di qualità, in verità più tra i trequarti che fra gli avanti, e gente come Halfpenny, Jamie Roberts e Jonathan Davies probabilmente troverebbe posto in qualunque formazione del mondo. La sfida con l Irlanda, il 2 febbraio al Millennium, è destinata a scandire il tempo di tutta la campagna, come la si chiamava una volta, dei gallesi. Una sconfitta (l Irlanda a Cardiff ha vinto otto delle ultime dieci partite) metterebbe in seria difficoltà l allenatore pro-tempore Rob Howley e getterebbe nello sconforto l intero Paese. Rhys Priestland (con la palla) e Paul O Connell in Irlanda v Galles della scorsa stagione: due assenze di rilievo nel Sei Nazioni di quest anno.

14 Galles 2013 I punti di forza Una linea di trequarti tra le più forti e poderose del mondo (Roberts, North, Cuthbert, Davies), tre terze linee giovani ed esuberanti (Warburton, Faletau e Lydiate, se avrà recuperato dall infortunio alla caviglia): su questi due reparti il Galles ha costruito le sue fortune di un anno fa. North e Cuthbert sono due ali fuori scala per misure e prestanza fisica, capaci di sfondare qualunque difesa e battere qualunque avversario in velocità. Warburton e Lydiate sono tra i segugi dotati di maggiore fiuto rispetto al piazzamento in campo e alla capacità di calamitare il pallone dalle loro parti. Eppure, ultimamente, la squadra ha peccato di ripetitività. La disciplina non è stata impeccabile, i punti d incontro si sono rivelati un area critica, soprattutto contro i Pumas e Samoa, e il gioco d attacco è diventato sterile e senza fantasia: nelle quattro partite d autunno le mete realizzate sono state solo tre, mentre in difesa ne sono state concesse nove, il triplo di quelle subite nello scorso Sei Nazioni, due in più di quelle del Mondiale 2011 (sette partite). Il ritorno in prima linea di Adam Jones, assente nei test di novembre, dovrebbe dare peso e stabilità alla mischia. I punti deboli Infortunato Priestland (tendine d Achille, fuori per l intera stagione), Howley dovrà scegliere per il ruolo di apertura tra due eterni incompiuti: Dan Biggar (Ospreys), e James Hook, (Perpignan). Nessuno dei due ha mai convinto fino in fondo, a livello internazionale, come numero 10. L ultima partita da titolare di Biggar è stata lo scorso autunno, contro Samoa, la più cocente sconfitta dell anno per i gallesi. Con Hook all apertura il Galles ha vinto solo due delle ultime cinque partite e, soprattutto, il giocatore del Perpignan, negli ultimi cinque anni, in Nazionale, ha vestito la maglia numero 10 solo dieci volte, su un totale di 47 caps. In mischia, l assenza di Adam Jones, durante i test autunnali, ha messo in evidenza la mancanza di ricambi in prima linea. I tecnici gallesi devono sperare che vi siano altri infortuni importanti, né fra i piloni, né fra le seconde linee, altro reparto con gli uomini contati dopo il forfait di Charteris. Infine c è l aspetto caratteriale, il Galles è un paese dove tutto va bene quando le cose vanno bene, ma che tende alla depressione appena le faccende si mettono male. Ecco perché battere l Irlanda all esordio sarà decisivo. L allenatore Da quando Rob Howley ha preso in mano la squadra per sostituire parttime Warren Gatland in licenza (fino al prossimo luglio) con i Brtish and Irish Lions, il Galles ha collezionato sette sconfitte su sette, di cui quattro con un margine inferiore ai sette punti. Non che l ex mediano di mischia dei Wasps sia un allenatore senza qualità, ma certo qualcosa deve mancargli dal punto di vista del carattere. Il centro Jamie Roberts

15 L uomo chiave In un situazione così critica per la squadra, dal punto di vista caratteriale, l uomo decisivo non può che essere il capitano, Sam Warburton, le cui espressioni abbiamo imparato spesso a leggere in versione sofferente dal giorno della sua espulsione, contro la Francia, ai Mondiali del Tocca a lui, che a soli 24 anni è ancora in corsa per guidare i Lions in Australia il prossimo giugno, dismettere il ruolo di San Giovanni decollato, prendere per mano la squadra e infondere nei suoi il necessario coraggio per ribaltare la situazione. Il pronostico Se cominciano a vincere, i gallesi sono capaci di tutto, decisive, pertanto saranno le prime due partite: quella in casa con l Irlanda e la successiva a Parigi, contro la Francia. Se battono gli irlandesi, quattro vittorie sono alla loro portata, considerando che l ultima sarà l Inghilterra a Cardiff. Se parte male, il torneo del Galles potrebbe essere tutto in salita e anche le trasferte di Roma e Murrayfield risultare molto, molto indigeste. Sam Warburton, 34 presenze con la maglia del Galles, 19 da capitano.

16 Francia 2013 di Paolo Ricci Bitti A fine 2012, Philippe Saint-André ha dato il benservito al Comitato di Selezione, il consiglio dei saggi dell Esagono di cui si legge già nelle grotte di Lascaux. Per quanto avesse perso influenza negli ultimi anni, questa congrega di tecnici (mica scartine: Maso, Skrela, Pelous e Sella, per dire i primi nomi che vengono in mente) aveva ancora il suo peso nel segnalare questo o quel giocatore allo staff della Nazionale e la fitta ragnatela di rapporti del rugby transalpino rendeva spesso determinanti queste pressioni. Ufficialmente è stato il presidente federale Pierre Camou a sopprimere il Comitato, con PSA che ha espresso i ringraziamenti di prammatica ai cari colleghi. Ma intanto adesso tutto il potere, ovvero tutta la responsabilità, è nelle mani del tecnico al quale nessuno può dire bah dopo che in novembre ha strapazzato Australia (33-6), Argentina (39-22) e Samoa (22-14). Soprattutto le pelli di canguro e puma valgono un tesoro per i francesi che, per un motivo o per l altro, avevano sempre sofferto pesantemente questi avversari. Ferite dolorose adesso rimarginate da una squadra che il ct ha affidato al capitano Pascal Papé, in attesa che Dusautoir torni a splendere dopo mille acciacchi. Un tipo tostissimo Papé, di poche parole, capace, con i suoi 32 anni, di raccordare i giovani del gruppo con i senatori. Saint-André procede, nelle selezioni, senza fare rivoluzioni: il suo criterio di scelta è semplice: chi gioca meglio nel Top 14 e nelle Coppe europee gioca anche in Nazionale, senza altre recondite strategie. Un asso come Medard, ad esempio, è restato fuori perché considerato capace di esprimersi in questo periodo solo al 90%: avercene, sognano altri ct, di Medard al 90%. E poi Saint-André mette sul chi va là ogni possibile titolare piazzandogli alle spalle un rincalzo credibile, come ha fatto chiamando Trinh- Duc per avvertire il pur formidabile Michalak. PSA, poi, pensa apertamente al Mondiale 2015, ma senza rinunciare alle battaglie nel Sei Nazioni o nei test match, perché sa che i francesi non accettano compromessi sulla strada che in quattro anni porta alla finale di Twickenham. Il flanker e ex capitano Thierry Dusautoir, con Imanol Harinordoquy in sostegno

17 Francia 2013 I punti di forza Più che il singolo giocatore o il singolo cazione rappresenta un segnale della capacità di Saint-André di far maturare anche i giocatori più complicati. Già nella scorsa estate PSA aveva promesso al cubico trequarti di chiamarlo tra gli eletti se si fosse finalmente messo a regime: dieta, allenamenti, rigore nella vita fuori dal campo. Musica per le orecchie anche di Laporte, allenatore del Tolone. E Bastareaud l ha ascoltato esaudendo ogni richiesta. I punti deboli Presi uno per uno, tutti o quasi i giocatori scelti da PSA valgono la scena internazionale, anche i più giovani, abituati come sono al clima torrido del Top 14 e delle coppe europee. Difficile, per i rivali, individuare fragilità nel pack o nella linea veloce dei transalpini. Tecnicamente, si intende. Certo, se per un motivo o per l altro, dovesse mancare Michalak, Trinh-Duc non sembra più nello stato di grazia di una volta, ma intanto Fred ha dimostrato nervi e fisico saldi sapendo inoltre di poter contare su una guardia personale (le terze linee Bleus) che lo mette al riparo dalle incursioni dei rivali. Limitare il raggio d azione del numero 10 del Toulon, pare comunque l obiettivo prioritario per chiunque voglia provare a battere la Francia. In realtà al momento la squa- reparto, della Francia ha impressionato a novembre la maturità. I Bleus non solo hanno battuto sonoramente Argentina e Australia, ma hanno dimostrato di sapersi adattare alle caratteristiche invero molteplici degli avversari per assalirne i punti deboli con la loro formidabile capacità offensiva. La chiave di volta è Michalak, capace di orchestrare avanti e trequarti senza timore di mettersi al comando della truppa con iniziative personali spesso concluse in meta. La personalità del mediano fa da innesco a carri armati come Picamoles, Ouedrago e Nyanga e a saette quali Clerc, Buttin e Fofana. Poi c è l arma non segreta in arrivo da Tolone, il redivivo Bastareaud, in grado di scardinare ogni difesa: con ogni probabilità non partirà subito titolare, ma la sua convodra pare blindata, blindatissima, anche con grandi capacità di tenuta mentale, che poi, stringi stringi, rappresenta (rappresentava?) lo storico tallone d achille dei blues. Alla fine in che cosa possono allora sperare gli avversar? Ecco, forse proprio il logorìo del Top 14 e delle Coppe può costare un po di scintille ai francesi che in novembre erano ancora freschi di preparazione estiva. Magari dopo i primi turni del Torneo, questa stanchezza potrebbe concedere punti a Inghilterra e Irlanda. L allenatore PhilippeSaint-André ha messo tutti d accordo con le vittorie nei tre test match di novembre: l appannato debutto nello scorso Sei Nazioni è definitivamente dimenticato. A 45 anni sembra aver raggiunto la piena maturità per tentare di spingere l articolato movimento francese verso un unica direzione: l obbiettivo, ça va sans dire, è la vittoria della Coppa del Mondo Tuffo in meta di Wensley Fofana, vanamente placcato da Blayr.

18 Il pronostico Nonostante in calendario non favorevole (Inghilterra e Irlanda in trasferta), i francesi puntano apertamente alla vittoria del Torneo, accontentandosi magari di non scrivere un altro Grand Slam. Certo il quarto posto dell anno scorso non può nemmeno essere nominato e infatti neppure il successo degli arcirivali inglesi contro gli Al Blacks sembra aver limitato la confidenza dei Bleus dopo i trionfi con Argentina e Australia. L uomo chiave Nessun dubbio, è Frédéric Michalak la star dei Bleus con la prospettiva di guidarli fino alla Coppa del Mondo 2015 durante la quale compirà 33 anni. Più che la classe, che il giocatore ha sempre dimostrato di avere, ha stupito il suo grande ritorno al massimo livello forgiato nell inferno del Super 15 e della Currie Cup con i Natal Sharks. Dal Sudafrica ha cancellato lo scetticismo che l aveva emarginato in Francia e ha ripreso in mano la Nazionale ispirando il tris di vittorie in novembre. Con lui i galletti esprimono il massimo potenziale.

19 Inghilterra di Danny Arati 2013 Lontano dalla Coppa del mondo, quello del 2013 sarà inevitabilmente un Sei Nazioni interlocutorio: l attenzione degli addetti ai lavori è rivolta ai Mondiali del 2015 che torneranno a casa dopo 24 anni. Il lavoro intrapreso da Stuart Lancaster è strutturato in funzione di quella data. Non è una coincidenza che Martin Johnson abbia perso il posto proprio nella stagione in cui i Bianchi tornarono a vincere il Torneo dopo otto lunghi anni, ma in cui steccarono clamorosamente ai Mondiali. Vincere un Sei Nazioni è sempre importante, il prestigio del Grand Slam non diminuisce, la rivalità campanilistica è sempre forte. Ma, alla fine, l Inghilterra giudica se stessa in rapporto alle altre grandi del rugby mondiale. Nessuno con la rosa sulla maglia prenderà mai sottogamba una partita del Sei Nazioni, anzi. Partite come la Calcutta Cup sono sempre vissute con grande intensità sul terreno di gioco e fuori, nonostante il crescente divario tra i valori in campo. Lo spirito agonistico, la mentalità vincente iniettata dall era Woodward in poi, spingono il rugby inglese ad ambire a mete più gloriose. Nessuno vorrà fare brutta figura al Millennium di Cardiff, nell ultima giornata del Torneo: nello sport, non c è niente di peggio che perdere contro l odiato vicino. Realisticamente però ci si rende conto che Lancaster sta lavorando in vista del Arrivare all appuntamento mondiale con un record vincente sarebbe un grande bonus; ma perdere qualche partita lungo il cammino non sarà né la fine del mondo, né la fine della sua gestione. Dopo tanti anni di politiche altalenanti, la RFU ha deciso di adottare un piano lungimirante. Vincere il mondiale in casa è un sogno alla portata di mano, per il quale vale la pena saper attendere. Geoff Parling conquista touche contro il Sudafrica.

20 Inghilterra 2013 I punti di forza Punto cardine del rugby inglese rimangono la sua struttura e la sua l organizzazione, a tutti i livelli. La fucina continua a produrre talenti. E se non bastano quelli di casa, c è sempre la residency rule a offrire rinforzi (vedi i vari Barritt, Botha, Vunipola, Tuilagi). La seconda squadra inglese, i Saxons, ha il pregio di schierare giocatori che facilmente sarebbero titolari altrove. Sul campo, la punta di diamante dell Inghilterra rimane la prima linea. La premiata ditta Corbisiero-Hartley-Cole ha dato filo da torcere a tutti lo scorso anno, e le alternative poi non mancano. Tom Youngs del Leicester è in lizza per la maglia da tallonatore titolare: non male per uno che pochi anni fa giocava ancora tra i tre-quarti (il fratello Ben è mediano di mischia nel Leicester e in Nazionale). Come piloni, Joe Marler degli Harlequins salta all occhio per la sua aggressività oltre che per la capigliatura ossigenata, e Mako Vunipola dei Saracens proviene da una lunga dinastia rugbistica tongana. Saranno loro a dare stabilità e direzione alla mischia inglese, piattaforma solida da cui partiranno le fasi offensive. I punti deboli Come accennato, in casa inglese ci si sta concentrando sui Mondiali del La Nazionale si è trasformata in un piccolo laboratorio, con vari esperimenti in tutti i settori. Se Lancaster vuol provare il maggior numero di giocatori possibile, la continuità ne risentirà. Dei 33 selezionati nella squadra di élite, quindici hanno 24 anni o meno, e solo tre ne hanno più di 27. L età media della squadra è bassa, ma fra due anni i giocatori saranno pronti per l assalto al trono mondiale. Un altra questione aperta è quella dell apertura. Mentre per la maglia numero nove, la scelta tra Ben Youngs (Leicester) e Danny Care (Harlequins) è spesso stata dettata da motivi disciplinari, quella relativa al numero 10 rimane in chiave tattica. Dietro la mischia, Youngs è stato spesso colpevole di indisciplina sul campo, Care si è invece fatto notare per il suo impegno eccessivo nel terzo tempo (con tan- Brad Barritt si difende dagli All Blacks Ma Nonu e Smith. to di arresti, multe e sospensione temporanea dalla federazione). All apertura, invece, Toby Flood offre più continuità, soprattutto dalla piazzola, ma usare Owen Farrell rientrerebbe nella logica di diversificare le opzioni per i Mondiali. L allenatore Stuart Lancaster. Oltre alla reputazione costruitasi sui campi, Stuart Lancaster ha in mano due assi rari in quest epoca: il tempo per costruire una squadra, e la completa fiducia di tutti gli addetti ai lavori, dalla federazione alla stampa, passando per giocatori e pubblico. Quando nel 2011 gli venne affidata la Nazionale, le aspettative inglesi avevano toccato il fondo: da lì non si poteva quindi che risalire la china. Con uno stile misto a pacatezza e sudore, Lancaster ha centrato i primi obiettivi mirati ai Mondiali casalinghi. Quanto basta per farsi perdonare la sua militanza nella U21 scozzese.

21 L uomo chiave Nei test match autunnali il nome più spesso riportato dalla stampa è stato quello di Manusamoa Tuilagi, Manu per tutti: sia per la forza bruta con la quale asfalta le difese (incluse quelle neozelandesi), sia per la rabbia che provoca nei tifosi quando decide di non passare l ovale (praticamente mai). Se nei Leicester Tigers lo utilizzano unicamente come secondo centro, un motivo ci sarà. Dalla sua attitudine dipende il gioco dei tre-quarti inglesi. Se ingrana e impara a scegliere l attimo, sono dolori per tutti. Altrimenti potrebbe anche finire in panchina. Il pronostico Quando arriva febbraio, la vittoria sugli All Blacks di dicembre non ha più valore, si riparte sempre da zero. Ma la tabella di marcia potrebbe favorire l Inghilterra. La prima partita sarà contro la Scozia, visti i valori in campo poco più di un warm up match, utile come rodaggio per la trasferta a Dublino della seconda giornata: una vittoria a Lansdowne Road potrebbe lanciare i Bianchi verso un Grande Slam che manca da un decennio (2003). La Francia arriverà a Twickenham alla terza giornata: dovesse fallire in Irlanda, la squadra di Lancaster potrebbe comunque rilanciarsi per la vittoria finale sconfiggendo i galletti. Ad ogni modo, dovrebbe finire tra le prime due. Manu Tuilagi semina gli All Blacks Richie McCaw e Dan Carter.

22 Irlanda 2013 di Giorgio Cimbrico Congelata, in tutti i sensi, nei primi due turni (sconfitta all Aviva di Dublino dal Galles, fermata dal gelo a Parigi, per poi rimediare un pari nel recupero), l Irlanda ha finito il 6 Nazioni 2012 con un terzo posto che dice abbastanza poco, reso anche più grigio dalla punizione inflitta dall Inghilterra a Twickenham nell ultimo turno. In estate, i verdi sono riusciti a insidiare gli All Blacks prima di conoscere, nel secondo test, un rovescio spaventoso, da tre passi nel delizio. Meglio a novembre: non è facile rifilare quasi 50 punti agli argentini, che dopo un ora sono andati in rottura come un trottatore senza fiato, e non è agevole reggere l impatto terrificante degli Springboks, affrontati su un piano di assoluta parità, per raccogliere una sconfitta molto stretta. Per quello che possono valere le previsioni stilate compulsando il calendario, hanno una favorevole successione di match: cominciano al Millennium, dove hanno vinto otto volte nelle ultime dieci visite, ricevono l amatissima Inghilterra, vanno a Edimburgo, ospitano i francesi e chiudono a Roma con l Italia, sotterrata l anno scorso sotto 42 punti. Meno setosi e più ruvidi: in forza di questa mutazione qualche autorevole critico li vede favoriti. Il mediano di mischia dell Irlanda, Conor Murray, placcato dai gallesi Toby Faletau e Jonathan Davies (col caschetto).

23 Irlanda 2013 I punti di forza Johnny Sexton ha definitivamente relegato in panchina il veterano Ronan O Gara. Il piede, sia nei piazzati che nei calci di spostamento, è nitido e, rispetto al predecessore, maggiori sono la capacità e la propensione a entrare nel fervore dello scontro. Detto in parole molto povere: si batte e placca. Molto frizzante Simon Zebo, sia che venga proposto all ala, sia, come è capitato in autunno, da estremo. In rimessa laterale e nei punti d incontro, poco avvertita la prolungatissima assenza di capitan Paul O Connell (pare che non sia pronto prima di aprile). Non è stato difficile trovare nuovi dioscuri da affiancare a Doncha O Callaghan. Come avete capito, insomma, la squadra si presenta discretamente equilibrata, tra mischia e trequarti, e, a gennaio, con O Driscoll, sono tornati in campo anche quel grande talento di Rob Kearney (a proposito di Lions: in Sudafrica, nel 2009, fu una delle star del Tour) e Luke Fitzgerald, altro protagonista in maglia rossa. Abbastanza per pensare in grande. I punti deboli La squadra è solida ma dal suo tessuto è stata strappata qualche stella. Ultimo a marcare lunga visita, il veloce Tommy Bowe, dopo un incidente simile a quello fulminato addosso a Mirco Bergamasco. Mistero sulle condizioni e sulle prospettive di Brian O Driscoll che è tonato in campo lo scorso 7 gennaio (dopo aver mancato i test d autunno per un infortunio a una caviglia) e di cui si dice addirittura che potrebbe capitanare i Lions in Australia, per stabilire un record di quattro tour consecutivi in maglia rossa e araldica multipla. Molto dipenderà dal Sei Nazioni e dallo stato di forma che saprà mostrare, a 34 anni, nell arco delle sette settimane che scandiscono il Torneo, con una cadenza di sfide che non consente molto respiro a chi ha bisogno di lunghi recuperi e, forse, altrettante pause di riposo. Le sue 25 mete rappresentano comunque il record del Torneo (Cinque e Sei Nazioni). Ian Smith, ala scozzese, ebbe bisogno di dieci anni e trentuno partite per realizzare le sue 24 marcature (tra il 1924 e il 1933). A O Driscoll di match ne sono serviti 55 ( ). Ma potrebbe segnare ancora. Chissà se ci riuscirà quest anno. L allenatore Considerati i suoi precedenti (insegnava matematica), Declan Kidney è alle prese con un teorema. Riuscirà a evitare le improvvise controperformance che spesso accompagnano le prove di una squadra che, quattro anni fa, brindò e soprattutto fece brindare alla vittoria, alla Triplice Corona e al Grande Slam? Johnny Sexton difende palla.

24 L uomo chiave Sean O Brien deve fortuna e progressi a un confronto con l Italia, quello di due anni fa, al quale gli irlandesi si erano presentati, come dicono quelli del calcio, con l infermeria piena. Uomo del match contro gli Azzurri, conquistò identico trofeo nello spareggio di Dunedin, quando i Trifogli spedirono gli Azzurri a casa. Un architrave quando è necessario tenere, un cuneo quando parte l assalto alla cittadella nemica, è giunto ai vertici europei con il Leinster. Il pronostico Gattopardi al contrario, gli irlandesi cambiano tutto facendo credere di non cambiare niente: intanto hanno imparato a fare senza O Connell, O Callaghan, O Gara, Stringer che parevano destinati all eternità. Tre trasferte (Galles per cominciare, poi Scozia e Italia), ma le due partite più importanti sono a Dublino (Inghilterra e Francia): potrebbero anche vincerle tutte, ma per il Torneo forse ne bastano solo quattro. Favoriti.

25 Scozia 2013 di Giacomo Bagnasco Passionale come un latino (e magari anche di più), stimato un po ovunque per la sua competenza, grande lavoratore: un signor coach, Andy Robinson, ma con lui la Scozia non ha mai fatto un vero salto di qualità. Nel giro di tre anni non sono mancati risultati eclatanti, di quelli per intenderci che l Italia non è mai stata capace di ottenere: un successo interno e addirittura uno esterno con l Australia, una vittoria casalinga con il Sudafrica. Roba da passare alla leggenda. Mettiamoci anche la soddisfazione di avere espugnato Dublino nel Sei Nazioni e di essersi aggiudicati per la prima volta una serie in un tour dell emisfero Sud (contro l Argentina). Però è stato tutto uno stop and go, con alcuni stop davvero pesanti per il tecnico inglese. Sotto la sua guida, la Scozia non è riuscita a raggiungere i quarti di finale in Coppa del Mondo, traguardo regolarmente centrato nelle sei edizioni precedenti. Nel Sei Nazioni Robbo chiude con un magro bilancio di due vittorie, un pareggio (in casa con l Inghilterra, non male) e 12 sconfitte (due dall Italia a Roma). Complessivamente, nelle ultime 13 partite sono arrivate tre affermazioni (tutte nel tour estivo 2012, ai danni di Australia, Fiji e Samoa) e 10 sconfitte. Due di queste (contro Argentina e Inghilterra) sono state decisive per l eliminazione nella Rugby World Cup Di seguito, ecco un cucchiaio di legno nel Sei Nazioni (cinque sconfitte su cinque). Il colpo del ko è venuto dal trittico negativo a novembre, in casa: ci stava, ovviamente, perdere da Nuova Zelanda e Sudafrica, mentre il subìto ad Aberdeen da Tonga significa fallimento. Andy ha dato le dimissioni, sostituito ad interim dal suo vice, l australiano Scott Johnson. In una stagione che almeno a livello di Heineken Cup vede andar male anche le due franchigie (Glasgow ed Edinburgh, che nel 2011/2012 era arrivata per la prima volta in semifinale), la Scozia è precipitata al 12 posto del ranking mondiale. E sembra, più o meno, all anno zero. Greig Laidlaw

26 Scozia 2013 I punti di forza Nella giornata storta di un avversaria, per grande che sia, la Scozia sa sempre cogliere la sua occasione. Questione di mentalità, consolidata lungo un percorso di secolari confronti rugbistici: durante certi match i connazionali di Sean Connery fiutano con sapienza la possibilità di mettere a segno un grande colpo ed emergono dalla mediocrità in cui, almeno negli ultimi tempi, si trovano relegati. Questo know how è un indubbio punto di forza, così come lo è la mischia, motore e anima degli ultimi successi di prestigio. Lo spirito di sacrificio emerge soprattutto nel pacchetto, quando si tratta di stare in trincea per la maggior parte degli 80 minuti, concedendo possesso e territorio ma uscendo comunque vittoriosi. Gli avanti non sono un problema neppure per quanto riguarda la consistenza numerica. Per le maglie che vanno dal numero uno al numero otto, la base è abbastanza ampia, così da lasciare soddisfatto Massimo Cuttitta, che cura proprio lo scrummaging non solo della Nazionale maggiore ma anche delle due franchigie e della Under 20. Mettendo a frutto una uniformità di vedute e una volontà di collaborare che servirebbero assai anche in Italia. I punti deboli Capacità tattiche deficitarie, parco giocatori ridotto per quanto riguarda i trequarti e mediana non all altezza di un passato anche recente (con l aggravante del ritiro dalle scene internazionali, appena annunciato, di Mike Blair, un n. 9 che avrebbe fatto ancora comodo). Più una certa volatilità di carattere: ecco le debolezze della Scozia. Un esempio recente viene proprio dall ultimo match di Sei Nazioni con l Italia, che gli Azzurri all Olimpico hanno vinto La squadra ospite è stata inguardabile nei momenti migliori degli Azzurri, ma ancora di più quando, nel finale, ha preso il pallino. Parisse e compagni ancora ringraziano per la dissennata gestione degli Highlanders, incapaci di trovare un alternativa alle cornate quando giocavano in superiorità numerica contro un avversaria stremata. Il ct Robinson, fresco dimissionario, aveva cercato di impostare un gioco più espansivo, ma la linea arretrata non si è dimostrata all altezza, un po per i propri limiti e un po per difetti a livello di regia. Uno degli uomini su cui si fa conto per invertire la tendenza è l ala Tim Visser, olandese volante da poco diventato eleggibile, asso di Edimburgo pronto per il suo primo Sei Nazioni. Vedremo. L allenatore Da un interim all altro. Scott Johnson, 50 anni, australiano, rivede il Sei Nazioni. Gli successe, part-time (sostituto di Mike Ruddock), con il Galles, nel 2006, quando l Italia riuscì a pareggiare al Millennium Stadium. Scott ha poi lavorato in patria per i Wallabies, è stato ct degli Usa, è tornato in Galles (Ospreys). Da giugno 2012 è con la Scozia: prima vice, ora head coach. Un incognita. Tim Visser, l ala di origine olandese ha esordito con la maglia della Scozia lo scorso giugno e ha realizzato quattro mete in cinque partite (due contro le Fiji e due contro gli All Blacks, in autunno).

27 Richie Gray, mentre contende una touche al neozelandese Adam Thomson, è uno degli scozzesi in lizza per il tour 2013 dei Lions in Australia. L uomo chiave Ha debuttato in Nazionale a 20 anni. Ora che ne ha 23, i caps sono già 27. Seconda linea da sogno per caratteristiche fisiche (207 cm per 126 kg), eccellenti capacità in touche, sorprendente apporto nel gioco aperto. Lasciata Glasgow, da questa stagione Richie Gray (futuro capitano scozzese?) gioca in Inghilterra. I suoi Sale Sharks vanno assai male sia in campionato sia in Heineken Cup, e lui cercherà riscatto nel Sei Nazioni. Anche per assicurarsi un posto nei Lions, ormai prossimi alla tournée australiana. Il pronostico Il centro Matt Scott pensa che la Scozia possa risorgere e, addirittura, vincere il torneo: Se esordiamo battendo l Inghilterra in casa sua, tutto è possibile. Ma a Twickenham i blu non passano da 30 anni, e il pronostico è ancora sbarrato, come per la trasferta francese. Mentre i tre incontri interni potrebbero riservare più di una soddisfazione. Realistico pensare a un piazzamento tra il quarto e il sesto posto.

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