MONITOR DELLE IMPRESE AGROINDUSTRIALI DEL NORD ITALIA

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1 Daniele Marini MONITOR DELLE IMPRESE AGROINDUSTRIALI DEL NORD ITALIA Verso l'expo 2015: policies e strategie Collana Osservatori n. 2 luglio 2014 Monitor Agroindustria promosso da REGIONE VENETO ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA ASSESSORATO ALL ECONOMIA E SVILUPPO, RICERCA E INNOVAZIONE in collaborazione con REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO, COOPERAZIONE, RISORSE AGRICOLE E FORESTALI

2 SOMMARIO 1. LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ 2. I VALORI DELL EXPO POLICIES E STRATEGIE DELLE IMPRESE IN VISTA DELL EXPO APPENDICE 4.1 Nota metodologica 4.2 Risultati COMMUNITY Media Research Nata nel 2013, Community Media Research è specializzata nella ricerca e nello sviluppo di nuovi strumenti e nuovi approcci d analisi, collegati alla comunicazione. Community Media Research rileva e analizza trend, andamenti e opinioni tramite indagini qualitative e quantitative, di mercato, e può fornire inoltre output sugli sviluppi attesi in ambito economico e sociale tramite un approccio innovativo di ricerche e data collection tramite il web. Oggi la tecnologia web consente, infatti, di strutturare un progetto di advisory, comunicazione o lobby conoscendo preliminarmente gli orientamenti della popolazione. Community Media Research, quindi, mette a disposizione delle imprese e degli enti pubblici e privati la possibilità di raccogliere informazioni e dati e di analizzarli internamente, così da procedere con progetti in linea con le aspettative degli stakeholders.

3 1. LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ La qualità del prodotto e la centralità assegnata al cliente hanno spinto una parte del sistema produttivo a sviluppare sistemi di controllo della propria produzione sempre più raffinati. La finalità è duplice: da un lato, migliorare l efficacia e l efficienza del sistema organizzativo, riducendo i costi e aumentando le perfomance; dall altro, venire incontro alle crescenti richieste di clienti sempre più attenti alle dimensioni qualitative dei prodotti medesimi, alla loro corretta produzione, alla possibilità di conoscere la provenienza, al fatto che sia opportunamente e igienicamente controllato. L Organizzazione Internazionale per la Normazione attraverso la sigla ISO 9000 identifica quell insieme di normative e linee guida volte a identificare i requisiti per realizzare, in una qualsiasi organizzazione, un sistema di gestione della qualità. In tal senso, l obiettivo è sospingere i processi aziendali verso un progressivo miglioramento nella realizzazione del prodotto e nell erogazione del servizio, incrementando la soddisfazione del cliente finale. Le norme contenute nella ISO 9000 costituiscono una sorta di cornice generale, criteri universali e applicabili indipendentemente dalla dimensione o dal settore dell attività di un impresa o di un organizzazione. Esse definiscono alcuni principi generali da seguire, ma non il modo in cui si devono realizzare determinati prodotti: per questo motivo esse sono applicabili all azienda o organizzazione che li produce, ma non ai prodotti in sé. In generale, le ISO 9000 sono usate dalle imprese del settore industriale come modello di riferimento per la qualificazione e selezione dei fornitori e nei contratti tra fornitori e clienti. Da questo punto di vista, la norma ISO 9001 garantisce il controllo del processo produttivo e la sua efficacia, ma non la sua efficienza. La ISO 9001:2000/2008 1, a sua volta, delinea un approccio globale di certificazione: non ci sono settori o processi all interno dell impresa escludibili da tale verifica. Il secondo Rapporto Accredia- Censis 2 mette in luce come l Italia occupi una posizione di rilievo nel panorama internazionale sia per numero di aziende con certificazioni di qualità e sia per le certificazioni ambientali. Risulterebbero essere oltre (nel 2013) quelle dotate di un sistema di gestione di qualità secondo gli standard UNI EN ISO Si tratta, tuttavia, di un dato in leggero, ma continuo calo dovuto non solo alla crisi economica che attraversa l intero sistema produttivo, ma alla percezione da parte degli imprenditori di un processo più di natura burocratica che portatore di un effettivo vantaggio competitivo 3. Considerato che complessivamente il numero delle imprese in Italia è di poco superiore ai 5 milioni di unità 4, potremmo inferire che il 2% circa è dotato della normativa di qualità. 3 1 In Italia è stata recepita come UNI EN ISO 9001:2008 e diffusa dall Ente Nazionale Italiano di Unificazione e dal Comitato Europeo di Normazione in Europa. 2 Si veda Accredia- Censis, Qualità, crescita e innovazione. Secondo rapporto sulla qualità e la certificazione, Osservatorio Accredia, n. 1, Roma, Sempre secondo i dati di Accredia- Censis, nel 2011 le imprese dotate di un sistema di qualità certificato erano poco oltre le , per scendere nel 2012 a unità: Accredia- Censis, Qualità, crescita e innovazione, op. cit., pag La fonte è la banca dati di Movimprese: a tutto il 2013 risultano essere iscritte aziende.

4 Il Monitor dell Agroindustria del Nord Italia ha cercato di misurare il grado di penetrazione di tale certificazione di qualità nelle imprese del settore. Da un punto di vista quantitativo, il confronto seppure spurio con l intero sistema produttivo parrebbe assai lusinghiero. Ben il 43,2% fra quelle appartenenti al settore agroindustriale nel Nord del Paese dichiara di essere dotato della certificazione ISO Come sempre, il dato generale nasconde profonde diversità, così riassumibili: - La dimensione d impresa incide in modo rilevante: se il 29,9% delle aziende con meno di 9 addetti ha la certificazione di qualità, tale quota cresce progressivamente fino a raggiungere il 76,4% fra quelle con oltre 50 occupati. Dunque, esiste una relazione diretta fra strutturazione e possesso della certificazione. - Connesso al precedente punto, viene il livello di apertura sui mercati esteri. Circa 1 impresa su 3 (35,1%) fra quelle che operano esclusivamente sul mercato domestico ha deciso di dotarsi della certificazione di qualità, mentre la soglia tende ad aumentare proporzionalmente al grado di apertura sui mercati esteri raggiungendo il 52,9% fra quelle che hanno un fatturato superiore al 20% derivante dai rapporti con l estero. I processi di internazionalizzazione, quindi, spingono le imprese a dotarsi di strumenti che offrano vantaggi competitivi. - Sembra sussistere un collegamento fra possesso della certificazione ISO 9001 e le performance economiche. Osservando sia l indicatore IPER (che misura gli andamenti ottenuti nel 2013), sia quello IF (valutazione sulle prospettive per il primo semestre 2014) 5, è possibile notare come gli esiti siano di gran lunga più positivi per quante posseggano la certificazione rispetto alle altre. Ciò trova conferma anche con quanto rilevato dal rapporto di Accredia- Censis. Confrontando i dati di bilancio di un campione di imprese certificate, con altre non certificate, si nota come fra le prime gli indici di redditività risultino nettamente più elevati, rispetto alle seconde 6. - L ambito territoriale non vede significative differenziazioni fra le imprese interpellate. La diffusione del possesso della ISO 9001 è generalmente omogeneo fra le diverse regioni: Lombardia (46,3%) e Veneto (45,5%) conoscono una leggera maggiore presenza, per converso Trentino Alto Adige (38,2%) e Friuli Venezia Giulia (21,4%) paiono quelle meno dotate e ciò in virtù della presenza più rilevante di imprese di piccolissima dimensione. - Analoghe sottolineature si possono effettuare considerando i diversi settori di cui si compone l agroindustria. Il possesso della certificazione è sufficientemente omogeneo, con la sola eccezione dei comparti della lavorazione ortaggi e frutta (49,3%), degli altri prodotti alimentari (49,0%) e del lattiero- caseario (47,6%) che si elevano sulla media, mentre quello della lavorazione della carne e del pesce (34,0%) risulta il meno dotato. 4 5 Per la costruzione dei due indicatori IPER e IF rinvio a D. Marini, Monitor delle imprese agroindustriali del Nord Italia. La congiuntura: consuntivo 2013 e previsioni primo semestre 2014, Collana Osservatori n. 1, Community Media Research, Milano, Si veda Accredia- Censis, Qualità, crescita e innovazione, op. cit., pagg

5 La certificazione di qualità, quindi, sembra associarsi a imprese agroindustriali le cui performance economiche sono più positive. Si tratta di aziende più strutturate e, in particolare, più aperte agli scambi con i mercati esteri. Il possesso della certificazione costituisce un fattore di innovazione e alimenta un circuito virtuoso anche dal punto di vista economico. Tab. 1 Aziende agroindustriali certificate ISO 9001 (val. %) CERTIFICAZIONE ISO ,2 CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 29, addetti 36, addetti 49,2 Oltre 50 addetti 76,4 AREA TERRITORIALE Nord Ovest 41,0 - Piemonte VdA 40,0 - Liguria 44,8 Lombardia 46,3 Nord Est 40,8 - Trentino Alto Adige 38,2 - Veneto 45,5 - Friuli Venezia Giulia 21,4 Emilia Romagna 43,2 SETTORE Lavorazione carne e pesce 34,0 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 49,3 Lattiero- caseario 47,6 Prodotti da forno, farinacei 40,3 Altri prodotti alimentari 49,0 Bevande 42,6 LIVELLO EXPORT Mercato domestico 35,1 Apertura flebile (<20%) 49,5 Apertura sostenuta (>20%) 52,9 INDICE PERFORMANCE IPER Positivo 50,5 Stazionario 43,7 Negativo 32,0 INDICE DI FIDUCIA IF Area ottimismo 52,3 Area stabilità 45,0 Area pessimisti 31,7 Fonte: Community Media Research - FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 5 Oltre all ISO 9001 è stato chiesto agli imprenditori se fossero presenti in azienda altre certificazioni. Delle 490 imprese (43,2%) che hanno dichiarato di avere la certificazione di qualità, 301 (61,4%) hanno affermato l esistenza di altre certificazioni. In particolare, il 30,6% ne ha un numero compreso fra 1 e 5, il restante 69,4% ne possiede oltre 6. In particolare, le più diffuse sono la UNI Certificazione HACCP (77,1%), la UNI Rintracciabilità di filiera (68,9%), la UNI Rintracciabilità interna

6 (67,6%) e la ISO Gestione per la sicurezza degli alimenti (64,1%). Ovviamente, si registrano diversificazioni secondo il comparto agroalimentare specifico e, come già accennato, in relazione alla dimensione e all apertura sui mercati esteri. Ciò non di meno, le certificazioni meno perseguite sono quelle relative ai prodotti biologici (37,6%), alla tipicità delle produzioni (DOP/IGP: 30,7%) e, soprattutto, alla certificazione etica (SA8000: 28,2%), che appaiono per diverse ragioni ancora interessare una nicchia d imprese. Dunque, in generale il possesso di una certificazione tende a sospingere le aziende agroalimentari a dotarsi successivamente di altre per arricchire il proprio profilo qualitativo. Tab. 2 Altre certificazioni oltre ISO 9001 (val. %) Totale Con certificazione ISO 9001 UNI Certificazione HACCP (sicurezza alimentare) 29,6 77,1 UNI Rintracciabilità di filiera 24,2 68,9 UNI Rintracciabilità interna 23,2 67,6 ISO Gestione per la sicurezza degli alimenti 22,5 64,1 OHSAS Gestione salute e sicurezza sul lavoro 19,6 57,3 ISO Rintracciabilità di filiera 16,2 47,6 ISO Gestione ambientale 16,0 46,8 Certificazione Prodotti Biologici/No OGM/Senza glutine 13,1 37,6 Certificazione Prodotti Tipici DOP/IGP/STG 10,5 30,7 SA8000 Certificazione etica 9,6 28,2 Fonte: Community Media Research - FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (Totale, n. casi: 1.149; con ISO 9001, n. casi: 490) 6 2. I VALORI DELL EXPO 2015 A partire dal 1 maggio del 2015, a Milano si terrà l Esposizione Universale EXPO 2015 il cui obiettivo non è solo quello di realizzare una rassegna espositiva, ma anche di innescare un processo partecipativo attorno a un tema cruciale per i destini del nostro pianeta e delle popolazioni: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. La declinazione è duplice: da un lato, si tratta affrontare le questioni della sostenibilità, della biodiversità e dello sviluppo a partire dalla terra e dal nutrimento; dall altro, quello delle innovazioni tecnologiche e di una crescita più equa. Dunque, non solo una mera esposizione, ma anche un percorso di riflessione, di ricerca ed educazione. Il che rinvia ad alcuni valori sottesi alla manifestazione globale. Abbiamo così sottoposto gli obiettivi generali dell EXPO agli imprenditori interpellati per cogliere il grado di condivisione e le priorità. Sintetizzando le indicazioni così ottenute, si potrebbe affermare che gli imprenditori agroindustriali del Nord Italia individuano tre priorità di fondo legate alla manifestazione universale: l eguaglianza delle opportunità, la qualità e la conoscenza relativamente all alimentazione e ai cibi. Si tratta di valori condivisi in modo sostanzialmente omogeneo nel campione degli interpellati, senza che vi siano particolari fratture. In particolare, volendo stilare una classifica degli obiettivi più importanti dell EXPO è possibile individuare i seguenti gruppi:

7 - - - Quello più numeroso è riferibile alla uguaglianza delle opportunità (28,1%): sono quanti ritengono che il valore prevalente sia riuscire a garantire a tutte le persone la certezza di avere cibo sano e acqua potabile a sufficienza per vivere. In altri termini, bisogna giungere a dare a tutta la popolazione del pianeta l opportunità di nutrirsi adeguatamente. Come detto, è un obiettivo sottolineato in modo omogeneo nel campione, benché per alcune caratteristiche alcuni lo sottolineino maggiormente. In particolare, le imprese oltre i 20 addetti (31% circa), le imprese liguri (33,3%) e friulane (31,7%), quelle più aperte ai mercati esteri (oltre il 20%, 32,4%) e quelle con l indicatore IPER positivo (30,3%) e IF ottimista (32,0%). Il secondo gruppo pone l accento sulla dimensione della conoscenza delle tradizioni alimentari (24,5%). In questo caso, alcune caratteristiche risultano polari a quelle del gruppo precedente. Qui incontriamo soprattutto le imprese di dimensioni più contenute (26% circa, sotto i 19 addetti), quelle presenti nel Friuli Venezia Giulia (31,7%) e in Emilia Romagna (28,5%), le operanti esclusivamente sui mercati domestici (26,9%) e che hanno avuto un indice IPER di performance del 2013 negativo (29,5%). Il terzo gruppo è rappresentato da una quota prossima alla precedente (23,2%) e sottolinea maggiormente la dimensione della qualità. Obiettivo principale dell EXPO 2015 dev essere assicurare un alimentazione sana e di qualità a tutti gli essere umani. Più degli altri obiettivi, in questo caso non si riscontrano fratture significative fra gli imprenditori. Come si può notare, si tratta di una terna di obiettivi il cui peso è sostanzialmente omogeneo e con poche differenziazioni interne al campione. Valori universalistici, l attenzione a uno sviluppo più equilibrato del pianeta e che offra opportunità di vita eguali agli esseri umani, da un lato; la valorizzazione delle tradizioni alimentari specifiche, dall altro, costituiscono gli asset privilegiati che gli imprenditori agroindustriali del Nord Italia auspicano per la manifestazione dell EXPO Solo un aspetto vale la pena evidenziare, in merito alle diverse sensibilità, che pare scaturire dall analisi. Gli imprenditori che hanno una maggiore esposizione sui mercati esteri evidenziano di più la dimensione egualitarista dello sviluppo. Quelli che operano su un mercato domestico, invece, sono più attenti agli aspetti legati alla valorizzazione delle tradizioni alimentari. Va da sé, che non si tratta di aspetti antitetici, ma complementari fra loro e che evidenziano sensibilità e peculiarità diverse. 7

8 Tab. 3 Gli obiettivi più importanti dell EXPO 2015 (il primo più importante, val. %) BISOGNA GARANTIRE A TUTTI LA SICUREZZA DI AVERE CIBO SANO E ACQUA POTABILE A SUFFICIENZA PER VIVERE ASSICURARE UN ALIMENTAZIONE SANA E DI QUALITÀ A TUTTI GLI ESSERE UMANI PREVENIRE LE NUOVE GRANDI MALATTIE SOCIALI (OBESITÀ, PATOLOGIE CARDIACHE, ) EDUCARE A UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE E FAVORIRE NUOVI STILI DI VITA VALORIZZARE LA CONOSCENZA DELLE TRADIZIONI ALIMENTARI 28,1 23,2 8,1 16,2 24,5 CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 27,7 24,4 7,5 13,4 27, addetti 25,5 21,4 9,9 18,0 25, addetti 30,0 22,3 8,1 16,8 22,7 Oltre 50 addetti 31,8 26,4 4,7 16,3 20,9 AREA TERRITORIALE Nord Ovest 28,1 21,5 9,2 16,7 24,6 - Piemonte - VdA 26,1 22,7 9,7 17,0 24,4 - Liguria 33,3 17,6 7,8 15,7 25,5 Lombardia 31,6 21,1 9,5 17,2 20,7 Nord Est 29,0 25,5 5,5 14,8 25,2 - Trentino Alto Adige 28,6 26,2 2,4 16,7 26,2 - Veneto 28,5 27,1 4,3 16,4 23,7 - Friuli Venezia Giulia 31,7 19,5 12,2 4,9 31,7 Emilia Romagna 22,4 24,1 8,8 16,2 28,5 SETTORE Lavorazione carne e pesce 29,0 22,5 4,7 13,0 30,8 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 30,3 15,2 6,1 15,2 33,3 Lattiero- caseario 31,1 22,0 12,1 8,3 26,5 Prodotti da forno, farinacei 24,9 26,5 9,6 16,3 22,7 Altri prodotti alimentari 28,8 28,0 8,1 15,7 19,5 Bevande 30,7 11,4 5,3 29,8 22,8 LIVELLO EXPORT Mercato domestico 26,4 23,9 8,7 14,0 26,9 Apertura flebile (<20%) 27,1 24,3 7,7 19,8 21,1 Apertura sostenuta (>20%) 32,4 20,8 6,9 17,0 22,8 INDICE PERFORMANCE IPER Positivo 30,3 24,3 10,5 18,7 16,1 Stazionario 29,4 24,6 6,6 16,3 23,1 Negativo 22,7 23,9 10,8 13,1 29,5 INDICE DI FIDUCIA IF Area ottimismo 32,0 22,0 7,9 16,2 22,0 Area stabilità 27,9 22,9 8,7 17,0 23,5 Area pessimisti 23,3 30,2 12,4 12,4 21,7 Fonte: Community Media Research - FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 8

9 3. POLICIES E STRATEGIE DELLE IMPRESE IN VISTA DELL EXPO 2015 L appuntamento dell EXPO 2015, com è facilmente intuibile, costituisce una vetrina e un opportunità importante per l intero sistema produttivo nazionale, sotto molteplici aspetti. Se possibile, lo è ancora in misura maggiore per le imprese agroalimentari in considerazione del tema centrale della manifestazione che è nutrire la vita. Abbiamo già potuto osservare come le aziende del settore agroindustriale del Nord abbiano evidenziato nel 2013 performance economiche positive e le previsioni per il primo semestre 2014 risultino in linea o addirittura, per alcuni aspetti, migliori 7. Di più, all interno del manifatturiero, l agroindustria segna indicatori largamente più positivi delle stesse imprese della meccanica, tradizionale punta di diamante del sistema produttivo nazionale. Ma in vista dell Esposizione Universale di Milano, quali sono le strategie e le policies su cui le imprese devono investire maggiormente per aumentare la propria competitività? Le risposte degli imprenditori interpellati forniscono un utile ventaglio delle iniziative che a loro avviso dovrebbero essere poste in essere per migliorare le performance del comparto agroalimentare. E, nel contempo, individua chiaramente l ordine delle priorità: - Al primo posto viene il tema della tutela della qualità e della sicurezza del cibo: ben il 40,3% lo indica come la dimensione strategica prevalente. Qualità e sicurezza, quindi, costituiscono gli aspetti chiavi per alimentare la competitività dei prodotti e assecondare le richieste di clienti sempre più esigenti. Pur trattandosi di una dimensione che attraversa omogeneamente il campione, è possibile evidenziare come tali aspetti siano rimarcati in particolare dalle imprese che possiedono una certificazione ISO 9001 (43,9%), da quelle più piccole (44,5%, fino a 9 addetti), dalle residenti nel Trentino Alto Adige (55,0%), nel Nord Ovest (48,0%) e nel Friuli Venezia Giulia (46,3%), del comparto dei prodotti da forno (47,5%). - Ben distanziata si colloca la seconda strategia che individua nella lotta alla contraffazione e all alterazione dei cibi un iniziativa fondamentale per proteggere la competitività delle imprese (28,0%). Sono soprattutto le imprese di dimensioni più contenute (30,5%, fino a 9 addetti), le residenti in Emilia Romagna (32,6%), quelle non esposte sui mercati esteri (30,5%) e, di conseguenza, quante hanno un indicatore IPER per il 2013 negativo (34,1%) e un indicatore IF di previsione pessimista (30,5%). - Il terzo gruppo, meno numeroso, annovera quanti auspicano di realizzare processi di innovazione lungo tutta la filiera al fine di migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti (11,5%). Le imprese del Veneto (16,2%), le più internazionalizzate (14,6%) e quelle con un indice IF di previsione più pessimista (16,8%) più delle altre sostengono una simile opzione. - Infine, quote marginali ottengono le altre opzioni come il preservare le bio- diversità e rispettare l ambiente (7,6%), il valorizzare le innovazioni e le tecnologie produttive che generano prodotti alimentari sani (7,0%) e sostenere le bio- tecnologie per prevenire le minacce per l ambiente e la salute (5,6%). 9 7 D. Marini, Monitor delle imprese agroindustriali del Nord Italia, op. cit.

10 In generale, quindi, le imprese dell agroindustria del Nord Italia, per sostenere la crescita e la competitività del settore, in vista dell EXPO 2015, sembrano orientate a chiedere policies alle istituzioni che siano in grado di sostenere e proteggere i prodotti da loro realizzati. Il cosiddetto fenomeno dell italian sounding 8 ha assunto proporzioni enormi. Per il solo settore agroalimentare nazionale, nel 2013, si stima che il giro d affari abbia raggiunto i 54 miliardi di euro, più del doppio di quanto esportiamo (23 miliardi). È comprensibile, dunque, che le imprese intravedano questa come la priorità più rilevante, sulla quale avviare politiche che tutelino il Made in Italy all estero. D altro canto, in questo settore i processi di innovazione sono stati rilevanti e continui, se consideriamo le performance economiche raggiunte, in particolare sul fronte dell export. Ciò nonostante l Italia non disponga di operatori commerciali di livello internazionale, come invece hanno altri Paesi competitori in ambito europeo (Francia, Germania). Dunque, le imprese agroalimentari devono compiere una doppia fatica: esportare da sole e combattere la contraffazione. Come per i processi di internazionalizzazione, la competizione internazionale richiede in misura crescente che si sviluppi una logica e un operatività di sistema fra attori economici, commerciali e istituzionali Con tale definizione s intende l utilizzo di denominazioni, immagini e riferimenti che evocano l Italia per commercializzare e promuovere prodotti non riconducibili al nostro Paese.

11 Tab. 4 Le strategie delle imprese agroalimentari in vista dell EXPO 2015 (il primo più importante, val. %) INNOVARE L INTERA FILIERA ALIMENTARE PER MIGLIORARE LE CARETTERISTICHE NUTRITIVE DEI PRODOTTI PRESERVARE LE BIO- DIVERSITÀ E RISPETTARE L AMBIENTE TUTELARE LA QUALITÀ E LA SICUREZZA DEL CIBO SOSTENERE LE BIOTECNOLOGIE PER PREVENIRE LE MINACCE PER L AMBIENTE E LA SALUTE VALORIZZARE LE INNOVAZIONI E LE TECNOLOGIE PRODUTTIVE CHE GENERANO PRODOTTI ALIMENTARI SANI COMBATTERE E PERSEGUIRE LE CONTRAFFAZIONI E LE ADULTERAZIONI DEI CIBI 11 11,5 7,6 40,3 5,6 7,0 28,0 CERTIFICAZIONE ISO 9001 Sì 10,6 8,4 43,9 5,5 7,8 23,7 CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 9,1 6,5 44,5 3,9 5,5 30, addetti 10,8 9,0 40,4 5,9 5,9 28, addetti 15,0 5,8 36,9 6,6 7,3 28,5 Oltre 50 addetti 10,9 10,1 38,0 6,2 13,2 21,7 AREA TERRITORIALE Nord Ovest 10,1 7,5 48,0 2,2 7,9 24,2 - Piemonte - VdA 9,7 8,5 47,2 2,3 9,7 22,7 - Liguria 11,8 3,9 49,0 3,9 2,0 29,4 Lombardia 11,1 8,0 33,8 5,2 11,8 30,0 Nord Est 14,1 9,6 40,9 6,2 3,8 25,4 - Trentino Alto Adige 5,0 12,5 55,0 5,0 2,5 20,0 - Veneto 16,2 10,0 37,1 4,8 4,3 27,6 - Friuli Venezia Giulia 12,2 4,9 46,3 14,6 2,4 19,5 Emilia Romagna 9,6 4,3 40,4 8,3 4,8 32,6 SETTORE Lavorazione carne e pesce 11,2 4,1 42,9 6,5 6,5 28,8 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 15,2 4,5 31,8 6,1 13,6 28,8 Lattiero- caseario 12,0 8,3 40,6 4,5 6,8 27,8 Prodotti da forno, farinacei 8,2 6,6 47,5 3,8 7,6 26,3 Altri prodotti alimentari 15,3 7,7 34,5 5,5 6,8 30,2 Bevande 10,3 15,5 32,8 10,3 4,3 26,7 LIVELLO EXPORT Mercato domestico 9,5 7,2 40,2 4,9 7,8 30,5 Apertura flebile (<20%) 12,5 6,5 43,5 4,8 6,0 26,6 Apertura sostenuta (>20%) 14,6 9,2 37,7 7,7 6,5 24,2 INDICE PERFORMANCE IPER Positivo 9,6 8,5 43,0 6,3 6,7 25,9 Stazionario 15,2 8,2 35,5 6,3 8,2 26,4 Negativo 7,4 5,7 46,0 2,8 4,0 34,1 INDICE DI FIDUCIA IF Area ottimismo 8,2 10,2 42,2 4,9 7,8 26,6 Area stabilità 11,7 5,4 41,2 6,2 8,5 27,1 Area pessimisti 16,8 10,7 34,4 6,1 1,5 30,5 Fonte: Community Media Research - FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149)

12 4. APPENDICE 4.1 NOTA METODOLOGICA Il Monitor sulle imprese agroindustriali del Nord Italia è stato progettato e realizzato da Community Media Research (CMR), per FriulAdria Crédit Agricole, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la Regione Veneto. L indagine si è svolta nel periodo 28 marzo 24 aprile Sono state intervistate imprese estratte in modo rappresentativo dall anagrafe di Infocamere e appartenenti ai seguenti comparti: lavorazione delle carni; lavorazione del pesce; frutta- ortaggi; bevande; oli- grassi; lattiero- caseario; granaglie; prodotti da forno; alimenti animali e altri prodotti alimentari. Inoltre, si è considerato l ambito territoriale delle regioni: Valle d Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna. Il campione così estratto ha assicurato un tasso di copertura dell universo pari a circa il 20%. Al fine di uniformare il campione ai dati Istat (2014) sull universo di riferimento, le eventuali distorsioni sono state bilanciate in fase di elaborazione post- rilevazione attraverso procedure di ponderazione che hanno tenuto in considerazione le variabili di stratificazione campionaria sopra citate. L indagine si è svolta tramite interviste telefoniche realizzate con il sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviewing) e interviste realizzate via web con il sistema C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interviewing). Le interviste sono state realizzate dalla società di rilevazione Questlab srl di Venezia Mestre. Daniele Marini ha impostato, progettato e diretto la ricerca. 12

13 4.2 RISULTATI Nel 2015 si terrà l Expo a Milano. A Suo avviso, qual è il livello d importanza dei seguenti obiettivi dell Expo? 1 più importante 2 più importante 1. Bisogna garantire a tutti la sicurezza di avere cibo sano e acqua potabile a sufficienza per vivere 28,1 20,5 2. Assicurare un alimentazione sana e di qualità a tutti gli esseri umani 23,2 26,3 3. Prevenire le nuove grandi malattie sociali (obesità, patologie cardiache, ) 8,1 13,5 4. Educare a una corretta alimentazione e favorire nuovi stili di vita 16,2 22,9 5. Valorizzare la conoscenza delle tradizioni alimentari 24,5 16,8 13 E, in vista di quell appuntamento, quali sono i due aspetti più importanti su cui investire per la competitività e la crescita delle imprese del comparto agro- alimentare? 1 più importante 2 più importante 1. Innovare l intera filiera alimentare per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti 11,5 11,6 2. Preservare le bio- diversità e rispettare l ambiente 7,6 11,8 3. Tutelare la qualità e la sicurezza del cibo 40,3 25,1 4. Sostenere le biotecnologie per prevenire le minacce per l ambiente e la salute 5,6 8,3 5. Valorizzare le innovazioni e le tecnologie produttive che generano prodotti alimentari sani 7,0 9,9 6. Combattere e perseguire le contraffazioni e le adulterazioni dei cibi 28,0 33,4 La sua azienda è certificata ISO 9001? 1. Sì 43,0 2. No 57,0 Se sì, sono presenti anche altre certificazioni? - UNI Certificazione HACCP 77,1 - UNI Rintracciabilità di filiera 68,9 - UNI Rintracciabilità interna 67,6 - ISO Gestione ambientale 46,8 - ISO Gestione per la sicurezza degli alimenti 64,1 - ISO Rintracciabilità di filiera 47,6 - Certificazione Prodotti Tipici DOP / IGP / STG 30,7 - Certificazione Prodotti Biologici / No Ogm / Senza glutine 37,6 - OHSAS Gestione salute e sicurezza sul lavoro 57,3 - SA Certificazione etica 28,2

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