PRIMA GUERRA MONDIALE

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1 PRIMA GUERRA MONDIALE

2 Giuseppe Ungaretti SAN MARTINO DEL CARSO Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca È il mio cuore Il paese più straziato Nour Valloncello dell Albero Isolato Il 27 agosto 1916

3 nel cuore del poeta rimangono vivi tutti i ricordi delle persone che l hanno abitato. Questa poesia è triste, ma allo stesso tempo molto bella e significativa, per il ricordo di persone che hanno perso la vita inutilmente. Edoardo M. le case fatiscenti, le persone di cui resta solo il ricordo e il cuore straziato del poeta mostrano come tutto fosse diventato inonsistente Eleonora trasmette il dolore che il poeta prova. Il paesaggio, invece, trasmette emozioni, come se fosse un essere umano. Il poeta raffigura la città come un campo di battaglia, straziato come il suo cuore, un insieme di avvenimenti importanti come la morte di parenti o amici a lui cari, che hanno portato alla distruzione delle sue emozioni e dei suoi pensieri. Cristian Il suo cuore è come il centro della città, spezzato, come un cimitero, perché la morte di ciascun compagno resterà sempre dentro di lui. Davide Alla fine il poeta dice che il suo cuore è come un paese. Questo lo penso anch io... Il suo modo di scrivere mi è piaciuto molto, quindi anche la sua poesia. Nicole alla fine della poesia l autore paragona il suo cuore al paese più distrutto e straziato che ci possa essere. Lidia Rebecca

4 Ungaretti nacque ad Alessandria D Egitto l 8 febbraio 1888, ma venne denunciato all anagrafe come nato il 10 febbraio. I suoi genitori erano italiani, originari della provincia di Lucca. Il padre era operaio durante gli scavi del canale di Suez e morì sul lavoro due anni dopo la nascita del poeta. La madre, tornata in Italia, portò avanti il forno di famiglia, dando al figlio i soldi per studiare. Si iscrisse in una delle principali scuole D Alessandria, chiamata La Svizzera. Morì a Milano la notte tra l 1 e 2 giugno 1970 per broncopolmonite. Il 4 giugno ci fu il suo funerale a Roma. Venne sepolto nel cimitero del Verano, accanto alla moglie Jeanne.

5 SECONDA GUERRA MONDIALE

6 Salvatore Quasimodo ALLE FRONDE DEI SALICI E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore fra i morti abbandonati nelle piazze sull erba dura di ghiaccio, al lamento, d agnello dei fanciulli, all urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.

7 Leggendo questa poesia mi viene in mente l immagine di desolazione di un paese trascurato e allo sbaraglio. Quest immagine mi fa rabbrividire e pensare alla tremenda brutalità dei soldati. Lorenzo Questa poesia è molto significativa e descrive gli stati d animo di coloro che hanno subito la guerra in prima persona. Secondo me, questa poesia vuole far capire a tutte le persone di ribellarsi ai conquistatori... Edoardo C. A mio parere, la poesia ha un messaggio molto forte e sottolinea la grande fragilità delle persone di fronte a un evento così drammatico come la guerra Nour il cuore calpestato dal nemico è un immagine molto forte. La madre, che vede il figlio crocifisso, mi fa pensare al dolore di tutte le persone che hanno perso qualcuno di molto caro. Serena Questa poesia parla della guerra, che è sempre un evento drammatico È una poesia che parla di un periodo di terrore ed esprime il dolore che le persone provano. Diego Gaia Questa poesia racconta le atrocità della guerra. L autore vede i morti per strada e nelle piazze, è triste e ricorda cos è la guerra per le famiglie, con le madri che soffrono e i padri e i figli che combattono. Francesco Questa poesia parla di un popolo invaso e di tutto il disastro che questo ha provocato... Miriam

8 Salvatore Quasimodo nacque a Modica (Ragusa) il 20 agosto del 1901 e trascorse gli anni dell infanzia in piccoli paesi della Sicilia. Si trasferì poi a Messina. A causa di un terremoto, visse con la sua famiglia nei vagoni ferroviari, un esperienza di dolore tragica e precoce, che avrebbe lasciato un segno profondo nell animo del poeta. Negli anni messinesi Quasimodo cominciò a scrivere versi. Nel 1919 Quasimodo si stabilì a Roma. Cominciò a lavorare come geometra, allontanandosi così dalla poesia, alla quale tornò una volta riavvicinatosi alla Sicilia. Nel 1930 venne pubblicato Acque e terre. Nel 1934 Quasimodo si trasferì a Milano. Nel 1938 uscì la prima importante raccolta antologica Poesie. Nel 1942 uscì Ed è subito sera. Durante la guerra, nonostante mille difficoltà, Quasimodo continuò a lavorare duramente. Nel 1947 uscì la sua prima raccolta del dopoguerra, Giorno dopo giorno. Il 10 dicembre1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo ricevette il premio Nobel per la letteratura. Colpito da ictus, morì il 14 giugno 1968 ad Amalfi.

9 Nazismo

10 Joice lussu C E UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE C è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica «Schuize Monaco» c è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a fare coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono c è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole.

11 Questa poesia parla della tragedia dei bambini morti nei campi di sterminio. Le loro scarpe non si consumano, non vengono usate, perché i proprietari non ci sono più. Francesco La poesia mi piace molto, anche se molti bambini sono morti e questo è molto brutto e triste Diego Questa poesia parla delle scarpette non ancora tanto usate dei bambini morti e questo è veramente insopportabile. Miriam mi trasmette malinconia perché parla del dolore e della fine che facevano i bambini nei campi di concentramento. Parla dei nazisti che interrompevano così le vite di quei poveri bambini innocenti, che avevano ancora tutta la vita per divertirsi, ma non hanno potuto farlo. L unico ricordo che rimarrà di loro sarà quel paio di scarpette numero ventiquattro, nuove, che non si consumeranno mai. Gaia La poetessa descrive queste scarpe che i bambini ebrei si sono passate una cosa che mi posso immaginare è il colore degli occhi dei bambini mentre vengono uccisi. Matteo C. Mi dispiace che i tedeschi uccidessero per niente gli ebrei soltanto perché volevano essere la razza predominante. Matteo S. mi piace molto quando parla delle scarpe rosse perché mi fa pensare a quanto sia brutto l olocausto nel quale non venivano risparmiati nemmeno i bambini Poi racconta varie atrocità che mi hanno fatto rattristare e allo stesso tempo pensare a come un uomo possa fare tutto questo senza sentirsi in colpa. Giovanni

12 La poetessa Joyce Lussu nacque a Firenze l 8 maggio Il padre si era trasferito in Svizzera, a 30 km da Losanna, dove rimase in una sorta di auto-esilio fino al settembre Joyce vivrà così tra l'italia e l'estero gli anni dell'adolescenza, maturando un'educazione non formale, ispirata agli interessi della famiglia per la cultura, l'impegno politico e la propensione alla curiosità e al dialogo. Otterrà la licenza liceale classica con esami da privatista nelle Marche, tra Macerata e Fermo. Ad Heidelberg, mentre segue le lezioni del filosofo Karl Jaspers, vede nascere, con allarmata e critica vigilanza, i primi sintomi del nazismo. Si sposta, quindi, in Francia e in Portogallo e si laurea in Lettere alla Sorbona di Parigi e in filologia a Lisbona. Muore a Roma il 4 novembre del 1998.

13 Le guerre di oggi

14 Bertolt Brecht LA GUERRA CHE VERRA La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell ultima c erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.

15 La poesia si riferisce alla bruttura della guerra, chi perde e chi vince è uguale perché se ne vanno dei compagni e le città vengono distrutte con granate e bombe. Pietro Non ci sono vincitori, solo vittime, milioni di vittime innocenti Eleonora Ma forse, siamo già in guerra, non lo sappiamo. Tutta colpa delle diverse opinioni, purtroppo è strano ma vero Lidia tutto questo è da evitare perché non serve a nulla e al posto di migliorare ci peggiora la vita Edoardo M. in una guerra non ci sono vincitori perché tutti soffrono e non c è nessuno felice, è tutta una pazzia, perché con la guerra non si ottiene nulla di buono, anzi continua a far crescere il rancore della gente Nour

16 Bertolt Brecht nacque il 10 febbraio 1898 ad Augusta (in Baviera) da famiglia benestante (è il figlio, infatti, dell'amministratore delegato di un'importante impresa industriale). Compì a Monaco le prime esperienze teatrali, esibendosi come autoreattore. Il suo esordio fu fortemente influenzato dall'espressionismo. Nel 1928 Bertolt Brecht raggiunse un grande successo con la rappresentazione dell ''Opera da tre soldi'', rifacimento del celebre dramma popolare inglese del '700. Brecht inscenò qui una rappresentazione spettacolare, ricca di colpi di scena, con bellissime e graffianti canzoni e ballate scritte da Kurt Weill (che diventeranno tra le più celebri della sua produzione di compositore). Critico nei confronti della società del tempo, Brecht aderì al marxismo e, nel 1933, quando salì al potere il nazismo, fu costretto a lasciare la Germania. Viaggiò per quindici anni attraverso molti Paesi, ma dopo il 1941 si stabilì negli Stati Uniti. Alla fine del conflitto mondiale, diventato sospetto alle autorità americane per le sue polemiche politiche e sociali, lasciò gli Stati Uniti e si trasferì nella Repubblica Democratica Tedesca, a Berlino, dove fondò la compagnia teatrale del ''Berliner Ensemble''. Brecht scrisse numerose poesie, tra le più toccanti della lirica tedesca novecentesca. La sua scrittura poetica, infatti, è diretta e vuole essere utile a tutti. Bertolt Brecht morì a Berlino il 14 agosto 1956 all'età di 58 anni, a causa di un infarto cardiaco.

17 IL MONDO CHE VERRA

18 Nazim Hikmet NON VIVERE SU QUESTA TERRA Ragazzo mio, io non ho paura di morire. Tuttavia, ogni tanto mentre lavoro nella solitudine della notte, ho un sussulto nel cuore, saziarsi della vita vita, figlio mio, è impossibile. Non vivere su questa terra come un inquilino, o come un villeggiante stagionale. Ricorda: in questo mondo devi vivere saldo, vivere come nella casa paterna. Credi al grano, alla terra, al mare ma prima di tutto all'uomo. Ama la nuvola, il libro la macchina, ma prima di tutto l'uomo. Senti infondo al tuo cuore il dolore del ramo che secca, della stella che si spegne, della bestia ferita, ma prima di tutto il dolore dell'uomo. Godi di tutti i beni terrestri, del sole, della pioggia e della neve, dell'inverno e dell'estate, del buio e della luce, ma prima di tutto godi dell uomo.

19 È l ultima lettera che il poeta, condannato a morte e poi graziato, scrive a suo figlio per esortarlo a vivere pienamente, ad amare tutta la natura, ma, più di ogni altra cosa, gli uomini, la libertà e la giustizia. Secondo il poeta, noi possiamo essere veramente felici solo se sappiamo amare il nostro prossimo, poiché la ricchezza, gli onori, la potenza non bastano a riempire il nostro cuore, se non c è chi condivide con noi la gioia, se gli altri soffrono, se molti altri patiscono la fame, la guerra, l ingiustizia, la mancanza di libertà. Pietro La prima cosa che mi fa venire in mente questa poesia è che bisogna godersi pienamente la vita, senza distruggerla con le guerre. Tutti gli uomini sono preziosi e, secondo me, ognuno di noi ha il compito di proteggere tutte le persone a cui vuole bene. Lorenzo Questa poesia mi è piaciuta perché è diversa dalle poesie precedenti e anche perché parla della pace e non della guerra. Ci fa capire che la vita è una sola e va vissuta pienamente. Edoardo C. Bisogna amare il mondo e custodirlo perché sarà la casa dei nostri figli e dobbiamo lasciare il meglio. Serena In questa poesia l autore parla con suo figlio dicendogli che non deve comportarsi come farebbe un turista di passaggio, ma deve agire trattando ogni luogo della terra con amore e rispetto. Dice che deve credere nella natura e amare ogni cosa, ma in modo particolare l essere umano. Gli confida di non avere paura di morire, ma che non ne ha nessuna voglia, perché le bellezze della vita non lo saziano mai. Gaia Questa poesia mi è piaciuta molto perché, al contrario delle altre poesie, non parla della guerra. Ci fa capire quanto sia bello il mondo e quanto è importante l uomo. Miriam Se giochiamo con il mondo, prima o poi, tutto, tutto quello che conosciamo, che vediamo, che possiamo avere, scomparirà. Questa poesia ci vuole far capire che la vita va goduta, perché, prima o poi, finirà. Parla, inoltre, anche di pace, di saper amare. Ci spinge ad essere migliori, a trovare il bene in ogni cosa e a vivere al meglio. Eleonora, Lidia, Edoardo M.

20 Nazim Hikmet è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell epoca moderna. Nacque il 20 novembre del 1901 a Salonicco. Il padre era un autore di poesie e brevi racconti. Hikmet scrisse i suoi primi testi all età di quattordici anni. La prima pubblicazione avvenne a diciassette anni, su una rivista. Durante la guerra di indipendenza aderì al partito nazionalista di Ataturk, ma lo lasciò poco dopo. Divenne comunista, ateo e antimilitarista. Scrisse articoli e sceneggiature teatrali. Tra le opere più famose ricordiamo i romanzi Gran bella cosa è vivere, miei cari e Il nuvolo innamorato e le fiabe. Hikmet è ricordato principalmente per il suo capolavoro, la raccolta Poesie d'amore. Ogni 21 marzo l UNESCO festeggia la giornata mondiale della poesia e nel 2002 venne reso omaggio a quella di Nazim Hikmet.

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