IL TRATTATO DI LISB0NA
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- Battistina Cosentino
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1 IL TRATTATO DI LISB0NA Roma 4-5 maggio 2010 Le politiche del lavoro nel quadro comunitario: dal Consiglio di Lisbona al Trattato di Lisbona Prof.ssa Marina Capparucci Univ. Di Roma La Sapienza (cap.ix) art.147
2 PROBLEMI 1) Scarso coordinamento tra le diverse politiche al l interno di ciascun paese membro 2) Scarso coordinamento tra le politiche del lavoro all interno dell UE Politiche occupazionali e del lavoro europee SEO MAC (Metodo di Coord. Aperto) è uno strumento cognitivo ma non vincolante (come sono invece la politica monetaria e la politica fiscale europea, entrambe a più elevato grado di coord.)
3 TRATTATO DI MAASTRICHT (TUE) 1992 TRATTATO AMSTERDAM 1997 Gli Stati membri e la Comunità (l Ue) ( ) si adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell occupazione e, in particolare, a favore della promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici ( ) (Titolo VIII art. 125) Strategia Europea Occupazione SUMMIT LUSSEMBURGO SEO CONSIGLIO EUROPEO LISBONA 2000 Ridefinizione della SEO: obiettivo dell Ue per il decennio successivo è quello di diventare l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile, con maggiori e migliori posti di lavoro e maggiore coesione sociale Metodo di Coordinamento Aperto (MAC) coordin. soft TRATTATO LISBONA (cap.ix) art.147 MONITORAGGIO INCENTIVI per Buone pratiche Convergenza Cooperazione
4 Tasso di disoccupazione Trattato Amsterdam 1997 Consiglio di Lussemburgo 97 Consiglio Europeo Lisbona 2000 SEO Tasso di occupazione Trattato di Lisbona (otrattato di riforma, In vigore dall ) Fonte: Elaborazione su dati OECD.
5 quattro pilastri SEO: a) Occupabilità b) Imprenditorialità c) Adattabilità d) Pari opportunità Fasi SEO Futuro della Strategia Europea dell Occupazione tre obiettivi strategici (+ 10 linee guida): 1) raggiungimento della piena occupazione 2) miglioramento della qualità e della produttività del lavoro 3) rafforzamento della coesione e dell inclusione sociale Riforma SEO Trattato di Lisbona 2007(2009) Obiettivi per il 2010 T.O. totale = 70% T.O. femminile= 60% T.O. età = 50% Titolo IX: occupazione Titolo X: politica sociale TitoloXI: fondo sociale europeo TitoloXII: istruzione, formazione professionale (Titolo IV: libera circolazione delle persone )
6 Risultati rispetto agli obiettivi TASSO DI OCCUPAZIONE UE e 2008 Obiettivo %
7 PARI OPPORTUNITA - Risultati rispetto agli obiettivi TASSO DI OCCUPAZIONE per genere UE Obiettivo %
8 Risultati rispetto agli obiettivi TASSO di OCCUPAZIONE età Obiettivo 2010 T.O. 50%
9 PAESI VIRTUOSI rispetto agli obiettivi SEO nel 2008 T.O.tot. >= 70% DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO, FINLANDIA, CIPRO, GERMANIA, ESTONIA T.O.femm. >= 60% DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO, FINLANDIA, CIPRO,GERMANIA, ESTONIA, LETTONIA, SLOVENIA, PORTOGALLO,IRLANDA T.O. anziani >= 50% SVEZIA, ESTONIA, LETTONIA, DANIMARCA, REGNO UNITO, FINLANDIA, IRLANDA, GERMANIA, PORTOGALLO,OLANDA
10 Obiettivo %
11 TASSO DI OCCUPAZIONE TOTALE, FEMMINILE E POPOLAZIONE ANZIANA PAESI UE27 DISTANZA DAI TARGET DEL 2010
12 I PILASTRI DELLA SEO (2000) a) Occupabilità : 1) contrasto alla disoccupazione giovanile e di lunga durata ****ambedue diminuite, ma ancora elevate soprattutto in Italia 2) modernizzazione sistemi di istruzione e formazione *****target ancora non completamente raggiunti soprattutto in Italia b) Imprenditorialità = semplificazione burocratica per la nascita e crescita delle imprese ****** L Unione Europea ha approvato il progetto Progress, che da gennaio 2010 fino a dicembre 2013 metterà a disposizione finanziamenti agevolati per piccole imprese e liberi professionisti in difficoltà economica c) Adattabilità = flessibilità contrattuale (f. interna ed esterna alle aziende; f. funzionale) ****** aumento della flessibilità contrattuale ****** riduzione del grado di protezione sociale d) Pari Opportunità = contrasto alle disparità occupazionali e distributive tra le diverse componenti occupazionali
13 OCCUPABILITA / RISULTATI La disoccupazione di lunga durata Diminuisce rispetto al 2000 (intorno al 6%) resta elevata soprattutto per la componente femminile e nell area mediterranea OCCUPABILITA / RISULTATI La disoccupazione giovanile È mediamente intorno al 15%, ma quasi metà dei paesi membri ne sono al di sopra, e in Italia soprattutto è molto elevata
14 OCCUPABILITA ISTRUZIONE - RISULTATI Popolazione con almeno un titolo di scuola secondaria, UE Popolazione con almeno un titolo di istruzione terziaria UE
15 OCCUPABILITA FORMAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA Il Consiglio europeo di Stoccolma del 2001 aveva posto l'accento sulla necessità di incoraggiare i giovani, e in particolare le giovani donne, a intraprendere percorsi formativi scientifici e tecnologici. Gran parte della capacità di ricerca e d'innovazione dell'ue dipendono infatti da questo. Obiettivi per il 2010: aumentare del 15 % il numero di studenti in questi curricula e ridurre lo squilibrio tra uomini e donne. L Italia potrebbe raggiungere il primo obiettivo (nel biennio il tasso di crescita in tale ambito è stato del 10,2%, più che doppio rispetto alla media UE che è di 4,6%); ma il secondo richiederà sforzi notevoli: infatti troppo poche donne sono presenti nelle carriere scientifiche e tecnologiche. Attualmente nei paesi dell'ue vi sono da due a quattro volte più uomini che donne nelle carriere scientifiche e tecnologiche.
16 < 10% 85% 12,5% 60%
17 Percentuale di popolazione adulta di anni (nell UE15) partecipante alla formazione continua- anni Imprese formatrici in Europa nel 2005 e confronto con il 1999 (% sul totale imprese)
18 PARI OPPORTUNITA - Risultati Il Global Gender Gap Report costruisce per 128 paesi ( il 90% della popolazione mondiale) un Indice di Divario di Genere, in riferimento a cinque aree: 1) partecipazione economica (stessa remunerazione a parità di mansione) 2) opportunità economiche (accesso al mercato del lavoro non legato a un salario ridotto o a mansioni non qualificate) 3) partecipazione politica (presenza femminile nelle strutture decisionali) 4) formazione 5) salute e benessere.. L'Italia nel 2007 ottiene 0,6498 punti - in un indice che va da 0 (disuguaglianza) a uno (parità) - contro lo 0,8146 della Svezia (1 posto). In materia di partecipazione all'economia, l'italia ha il suo voto peggiore, ( è 101esima) il migliore è per l'istruzione ( 32esima), e poi seguono la partecipazione alla vita politica ( 80esima), la salute e la speranza di vita ( 82esima).
19 PARI OPPORTUNITA - Risultati NEL 2009 SONO STATI REGISTRATI ALCUNI MIGLIORAMEMENTI, MA ANCORA INSUFFICIENTI
20 in Italia le opportunità occupazionali risultano concentrate soprattutto nella componente maschile di età centrale Nelle classi di età centrale i lavoratori italiani vantano tassi di occupazione superiori ai colleghi europei iniziativa EQUAL per la rimozione delle discriminazioni e delle diseguaglianze nel mer cato del lavoro EURES (per entrambi i generi) Rete europea per la mobilità professionale e geografica Le lavoratrici italiane hanno tassi di occupazione più bassi rispetto alle colleghe europee in tutte le classi di età Divario retributivo tra i generi: Varia dal 25% (Estonia e Cipro) Al 4% (Malta) viene creato L Istituto Europeo per L uguaglianza di genere avvio programma PROGRESS sezioni: Occupazione Protezione e inserimento sociale *Lotta contro discriminaz. Uguaglianza donne e uomini
21 ADATTABILITA RISULTATI Quota di occupati a tempo determinato 1997 e 2008 UE15 Evoluzione percentuale tempo det.
22 ADATTABILITA RISULTATI Percentuale di occupati part-time (1997 e 2008) e Correlazione tra tasso di occupazione e quote di part-time Evoluzione part time
23 DIFFERENZIALI RETRIBUTIVI (stimati) dei lavoratori temporanei rispetto agli standard Gross wage gap by employees working with temporary contracts (percentage values estimated through a Mincerian wage equation). Source: elaborations on EU-SILC 2006 Net wage gap by employees working with temporary contracts (percentage values estimated through a Mincerian wage equation). Source: elaborations on EU-SILC % Gap Retribuzioni lorde 60% Gap Retribuzioni nette 60% 50% 40% 30% 20% 10% 22.7% 29.8% 11.2% 38.8% 43.4% 57.8% 54.7% 46.5% 43.5% 44.4% 38.8% 31.3% 21.9% 19.1% 18.1% 15.7% 15.0% 9.1% 28.5% 50.2% 13.5% 50% 40% 30% 20% 10% 19.5% 26.6% 7.8% 35.3% 13.3% 28.9% 21.6% 46.2% 16.5% 36.3% 6.4% 35.9% 30.9% 15.1% 15.2% 51.8% 17.5% 34.2% 25.6% 47.2% 11.4% 0% Austria Belgium Germany Spain Finland France Ireland Luxembourg Netherlands Sweden UK 0% Austria Belgium Spain France Greece Ireland Italy Luxembourg Portugal Sweden UK -10% -7.2% -10% -9.1% -20% Fonte: M.Raitano/ FGB % Hourly wages Yearly wages Hourly average Yearly average Hourly wages Yearly wages Hourly average Yearly average Più elevato svantaggio nei redditi annui. Anche i salari orari non mostrano di compensare il maggior rischio con un maggior salario (tranne che in UK)
24 Occorre ridurre anche le DISPARITA territoriali (nel sud più intenso il ricorso al lavoro temporaneo) 30 Quota di DIPENDENTI con CONTRATTO A TERMINE nelle regioni italiane Fig. 1: Quota di dipendenti con contratto a termine (sul totale dei lavoratori dipendenti) nelle Regioni italiane nel Fonte: elaborazioni su dati ISTAT-RCFL Lombardia Piemonte Veneto Friuli-Venezia Giulia Toscana Emilia-Romagna Lazio Valle d'aosta Liguria Abruzzo Campania Marche Trentino-Alto Adige Basilicata Molise Umbria Sardegna Puglia Sicilia Calabria Fonte: M.Raitano/FGB; elaborazione dati ISTAT-RCFL
25 DURATA MEDIA DEI CONTRATTI A TEMPO regioni italiane Nel SUD Fig. più 4: breve Durata la media (in mesi) dei contratti da dipendente a tempo determinato nelle Regioni italiane nel Fonte: elaborazioni su dati ISTAT-RCFL , ,9 13,5 13,7 14,1 14,1 14,3 14,3 15,0 15,2 15,4 16, ,4 10,8 10,8 10,9 11,0 11,1 11,3 8 8, calabria campania sardegna puglia molise basilicata valdaosta abruzzo lazio toscana trentino lombardia emilia sicilia veneto liguria piemonte marche friuli umbria Fonte: M.Raitano, FGB; elaborazione dati ISTAT-RCFL
26 Si riduce il grado della EPL totale (a); dei lavoratori regolari, temporanei e relativa ai licenziamenti collettivi (b) UE 14 (a) EPL totale (b) EPL Regolari, temporanei e licenz. collettivi
27 Si riduce soprattutto l EPL dei lavoratori temporane soprattutto in Italia EPL lavoratori regolari (a) e dei lavoratori temporanei (b) nei 14 paesi UE EPL lavoratori regolari EPL lavoratori temporanei
28 aumentano i contratti atipici ma in diversi paesi peggiora la qualità del lavoro RIFORME AL MARGINE Segmentazione Flessibilità/sicurezza
29 Peggiora l andamento della produttività del lavoro Produttività oraria UE- USA e Giappone
30 Pil per ora lavorata relativo Differenze tra 2006 e 1995 (Differenze tra numeri indice in base media Ue15=100) IT ES DK EURO BE CH PT AT EU15 DE FI FR SE JP NL US CK UK GR HU LT LU SK IE NO
31 Tra i paesi ad elevata produttività l ITALIA ha avuto la riduzione più forte
32 PRODUTTIVITA PER OCCUPATO nell UE27 ( media dei 27=100)
33 Fondi Strutturali: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)/ 75 Fondo Sociale Europeo FSE)/ 58 Fondo di Coesione/ 94 FEAOG e SFOP per l agricoltura e pesca dal 1996 al 2007 i Fondi strutturali hanno contribuito positivamente, ma in misura limitata, al processo di convergenza del reddito pro-capite tra le regioni italiane, mentre non hanno in alcun modo influenzato la dinamica della produttività del lavoro. Motivi: caratteristiche del modello di sviluppo in Italia. Posizionamento nel commercio internazionale, struttura proprietaria e dimensione imprese, bassa propensione a innovare, quantità e qualità infrastrutture materiali e immateriali, regolazione economica e inefficienza P.A., contrattualità atipica e impiego a bassa specializzazione ( Aiello F. Pupo V., L impatto della politica regionale dell Unione Europea. Uno studio sulle regioni italiane) OBIETTIVO: 3% del PIL a Ricerca e Sviluppo 2007 PROGRAMMA COMUNITARIO DI LISBONA Linee di orientamento integrate nei 4 settori: 1)Investimento in capitale umano e Modernizzazione del mercato del lavoro 2) energia e cambiamento climatico 3) miglioramento della competitività economica 4) sostegno alla conoscenza e all innovazione
34 Ma per la crescita della produttività occorrono più investimenti INVESTIMENTI - USA - AREA EURO
35 .soprattutto investimenti in ricerca e sviluppo SPESA per R&S, UE15 e USA SPESA per R&S nei paesi UE15 Target SEO 2010 = 3% PIL
36 Si rileva una Convergenza verso Modelli di FLEXICURITY I parametri della FLESSIBILITA : a) forme contrattuali non-standard (atipici: tempo determinato e part-time) b) grado di protezione all occupazione (EPL: grado 1-6) I parametri della SICUREZZA SOCIALE a) tasso di rischio della povertà b) spesa sociale per la disoccupazione c) politiche del lavoro attive e passive Convergenza più sulla FLESSIBILITA Che non sulla SICUREZZA SOCIALE * L attività di FORMAZIONE tra sicurezza e flessibilità Le riforme e le politiche implementate hanno diffuso la contrattualità atipica, ridotto il grado di protezione dell occupazione, aumentando così la FLESSIBILITA Ma hanno in genere ristretto i criteri di eleggibilità per l accesso ai sussidi
37 Quote di Part-time (cifra a sinistra)e di lavoro temporaneo (cifra a destra) F L E S S I B I L I T A Alta flessibilità/occ Bassa sicurezza Z HU PO CZ SK 5-9 IT UK IE AT 25-6 BE FR DE SE DK FI NL Alta flessibilità/occ. Alta sicurezza EL 6-11 ES PT Bassa flessibilità Bassa sicurezza Il lavoro temporaneo richiede + sussidi Il part time compatibile con sussidi Bassa flessibilità Alta sicurezza S I C U R E Z Z A Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data
38 Spesa per disoccupazione in % PIL F L E S S I B I L I T A Alta flessibilità/occ Bassa sicurezza Z HU PO CZ 0.7 SK IT UK IE AT 0.7 BE FR DE SE DK FI NL Alta flessibilità/occ. Alta sicurezza EL 1.5 ES PT Bassa flessibilità Bassa flessibilità Bassa sicurezza Alta sicurezza S I C U R E Z Z A Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data
39 Olanda Spagna Danimarca Portogallo Belgio Irlanda Francia Italia Austria Finlandia Regno Unito Germania Svezia Spesa pro-capite per disoccupazione e tasso di copertura (2006) Tasso di copertura Spesa (euro) % 29% 85% 17% 81% 69% 44% 19% 88% 84% 62% 64% 58% Fonte: Ns. elaborazione su dati OCSE (2008). 3 gruppi di paesi: copertura quasi totale (Danimarca, Belgio, Austria, Irlanda, Finlandia) copertura media (Germania, Regno Unito, Svezia, Francia, Olanda) copertura bassa (Spagna, Portogallo, Italia)
40 Finanziamento del Fondo Sociale Europeo (FSE) per le POLITICHE DEL LAVORO orientate alla Flexicurity -Classificazione per tipo di intervento- Azioni rivolte alle persone Orientamento, consulenza e informazione Work experiences (tirocini, piani d inserimento professionale, borse di lavoro, lavori di pubblica utilità, etc.); Formazione permanente e quella finalizzata al re-inserimento lavorativo dei disoccupati; Percorsi integrati per l inserimento lavorativo e la creazione di impresa; Incentivi alle persone per la formazione, il lavoro autonomo e la mobilità geografica; Incentivi alle imprese per l occupazione, l innovazione tecnologica ed organizzativa, la job rotation e il job sharing; Azioni rivolte ai sistemi Dispositivi e strumenti a supporto dello sviluppo e della qualificazione del sistema dei servizi all impiego; Dispositivi e strumenti a supporto della qualificazione del sistema dell'offerta di formazione.
41 Ripartizione percentuale misure su totale flexicurity al , per macro-area e per ripartizione territorile - ITALIA 100% % % 70% 60% Azioni di sistema per la formazione Azioni di sistema per i SPI Percorsi integrati 50% 24.7 Incentivi alle persone e alle imprese 40% Formazione permanente, continua e per il reinserimento 30% Work experiences 20% Orientamento, consulenza e informazione 10% 0% Nord Centro Sud e Isole Italia Fonte: M.RAITANO (Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB)
42 Problemi aperti * coordinamento tra politiche nazionali e regionali A livello Italiano poiché La regolamentazione su contratti di lavoro e ammortizzatori sociali (salvo interventi in deroga) viene decisa a livello nazionale; mentre le politiche attive del lavoro e le politiche di formazione vengono affidate a Regioni e Province esiste un rischio di - scarso coordinamento tra politiche attive e passive. - scarsa integrazione tra i diversi livelli di governance. - disomogeneità territoriali nella qualità degli interventi. A livello europeo Il Metodo di Coordinamento Aperto (MAC) è meno strigente di quanto accade per il coordinamento delle politiche europee monetarie e fiscali
43 in un contesto in cui le politiche dal lato della domanda aggregata sono sottratte alla sovranità decentrata degli stati membri e al centro è rimasto l imperativo della stabilità dei prezzi, al dialogo sociale è affidato il compito sussidiario di promuovere (residualmente) l equilibrio sul mercato del lavoro nei singoli stati membri. (M. Zenezini, 2005) Le carte di navigazione tra i pericoli dell inflazione e la tragedia della disoccupazio ne (inclusa quella sommersa degli emarginati, dei precari, dei sottoutilizzati) sono ancora incerte e confuse. ( ) Occorre recuperare l insegnamento che indicava nella incapacità a fornire sufficienti opportunità di lavoro e nella sperequazione distributive (due fenomeni significativamente interconnessi) i mali insidiosi dei sistemi economici in cui viviamo. (F.Caffè, 1975)
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