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1 SENATO DELLA REPUBBLICA 10 Commissione Commissione Industria del Senato (Comitato ristretto) Educazione Finanziaria 10 novembre 2009 Audizione del Direttore generale dell ABI Giovanni Sabatini AUDIZIONI ABI ANNO 2009

2 AUDIZIONI ABI ANNO Premessa Vorrei innanzitutto ringraziare la Commissione Industria del Senato, il Signor Presidente Cursi, e tutti Voi, onorevoli Senatori, per l invito che ci avete rivolto. Coglierò questa opportunità per esporvi le valutazioni dell Associazione Bancaria Italiana sullo stato dell arte dell educazione finanziaria nel Paese e per presentare il lavoro svolto dall industria bancaria per contribuire alla sua diffusione in risposta ad un esigenza sociale sempre più pressante. Partecipa con me il Professor Filippo Cavazzuti, Presidente del Consorzio PattiChiari e Professore di Economia e Regolamentazione dei mercati finanziari, presso la facoltà di Economia dell Università di Bologna. Ritengo che, rispetto al tema di questa audizione, l attuale fase congiunturale debba essere considerata un prezioso momento di stimolo e di riflessione. E ampiamente riconosciuto come l educazione finanziaria sia una condizione necessaria per garantire l efficienza dei mercati finanziari, nonché una competenza fondamentale per i consumatori. Fondamentale, ma non sufficiente, poiché ad essa devono accompagnarsi azioni nel campo della protezione dei consumatori e della regolamentazione. Promuovere un nuovo livello di educazione finanziaria non è un impegno finalizzato solo alla semplice tutela dei consumatori, ma investe la crescita di tutto il mercato e, di conseguenza, di tutto il Paese. Un consumatore con un adeguato livello di educazione finanziaria può contribuire a rendere più efficiente l industria finanziaria facendo aumentare la pressione concorrenziale sugli operatori, stimolando e premiando il valore dell innovazione, esigendo migliore qualità. Più i mercati ed i servizi diventano sofisticati e complessi, più si amplia la gamma di offerta e la responsabilità delle scelte dei consumatori e più l educazione finanziaria diviene indispensabile per un corretto funzionamento dell economia. Oggi occorre un livello minimo di cultura finanziaria anche per scelte considerate banali come l acquisto di un frigorifero a rate o il risparmio da investire in un piano di accumulo previdenziale. Tuttavia, alcune evidenze dimostrano come non sempre sussista la capacità di effettuare operazioni finanziarie elementari: 8 italiani su 10 ignorano quali siano gli effetti di un incremento del tasso di sconto sui propri risparmi e 4 italiani su 10 non sanno calcolare quale sarà l incremento a cinque anni sul Pagina 2 di 11

3 proprio conto corrente con un tasso attivo dell 1% 1. Dobbiamo lavorare per risolvere queste anomalie. L industria bancaria, attraverso il Consorzio PattiChiari, ha voluto investire nello sviluppo dell educazione finanziaria mettendo in atto azioni e progetti concreti, grazie anche al supporto delle reti bancarie sul territorio. Crediamo tuttavia necessario uno sforzo coordinato di soggetti pubblici e privati, ritenendo che un progetto di queste dimensioni possa essere affrontato solo attraverso l impegno sinergico dei diversi attori coinvolti. 2. Lo scenario internazionale Il tema dell educazione finanziaria e della sua diffusione trasversale è sempre più rilevante a livello internazionale. Oltre a citare il Presidente Obama, che auspica approcci creativi per la diffusione dell educazione finanziaria da parte del settore finanziario 2, vorrei ricordare la posizione dell OCSE, secondo cui l educazione finanziaria è un pilastro essenziale per la stabilità dei mercati finanziari 3, e della Commissione Europea che la definisce come una componente essenziale affinché i cittadini possano usufruire dei benefici apportati dal Mercato Unico 4. La stessa Commissione ha, inoltre, realizzato concrete iniziative in tema di educazione finanziaria, tra cui vorrei ricordare i) la conferenza "Increasing Financial Capability", il primo evento ufficiale europeo sul tema (marzo 2007); ii) la pubblicazione di una Comunicazione in cui si indicano i principi fondamentali che dovrebbero guidare la diffusione di programmi di educazione finanziaria e si invitano gli stati membri a prendersi in carico il tema (dicembre 2007); iii) la costituzione del Gruppo di Esperti sull Educazione Finanziaria (Expert Group on Financial Education) con esponenti di autorità pubbliche e soggetti privati per fornire consulenza alla Commissione sul tema e condividere i migliori esempi a livello europeo. L industria bancaria italiana è presente in questo gruppo con un proprio esponente. Da un analisi internazionale è emerso come, negli ultimi anni, in diversi Paesi siano state avviate o si siano consolidate numerose iniziative 1 Consorzio PattiChiari Ambrosetti The European House l educazione finanziaria in italia - La prima misurazione del livello di cultura finanziaria degli italiani, novembre Remarks by the President on financial rescue and reform, 14 Settembre Financial Literacy and Consumer Protection: Overlloked Aspects of the Crisis, OCSE, Giugno Commissione Europea, A Single Market for 21st Century Europe, 2007 Pagina 3 di 11

4 a sostegno della diffusione e del rafforzamento della cultura finanziaria tra i cittadini, sia attraverso l intervento diretto del Governo e delle Autorità di vigilanza dei mercati finanziari, sia con un coinvolgimento del settore privato tramite collaborazioni con le istituzioni pubbliche. L intensità, l architettura e le modalità di tali interventi variano, tuttavia, in maniera considerevole da Paese a Paese. É il Regno Unito a rappresentare la principale realtà che in Europa svolge un ruolo di primo piano nella promozione della cultura finanziaria: questo risultato è stato ottenuto grazie ad un approccio a livello di sistema Paese con l adozione di una strategia nazionale (National Strategy for Financial Capability) da parte dell autorità di vigilanza FSA (Financial Services Authority) e soprattutto grazie ad un investimento di alcune decine di milioni di sterline all anno. 3. Lo stato dell arte dell educazione finanziaria in Italia Come industria bancaria, uno dei primi passi affrontati per il successivo sviluppo di programmi di educazione finanziaria è stato quello di comprendere e valutare il livello di cultura finanziaria della popolazione italiana. Molteplici studi condotti, anche in collaborazione con istituti qualificati, hanno dimostrato che in Italia il livello di cultura finanziaria è generalmente basso e poco adeguato a rispondere alle complessità che i nuovi scenari impongono ai consumatori. Abbiamo così costruito l Indice di Cultura Finanziaria, un sistema completo di misurazione della cultura finanziaria nazionale (basato su tre componenti fondamentali: istruzione e preparazione finanziaria; informazione finanziaria e scelte comportamentali), realizzato da PattiChiari e Ambrosetti The European House. Sulla base di questo indice, l Italia ottiene un valore complessivo di 3,5 punti su una scala compresa tra 0 e 10. Assumendo come soglia un valore della sufficienza compreso tra 5 e 6, il livello di cultura finanziaria è quindi decisamente insufficiente 5. 5 L ICF PattiChiari è stato costruito attraverso la misurazione di tre indicatori: istruzione e preparazione finanziaria, livello di informazione finanziaria e scelte comportamentali. A ciascun indicatore è stato attribuito un peso secondo i risultati derivanti dall applicazione di un modello di regressione multivariata: la componente relativa all informazione finanziaria (54,2%) ha un peso maggiore nel determinare l indice di cultura finanziaria rispetto al livello di istruzione e preparazione finanziaria (18,2%) e alle scelte comportamentali degli individui (27,6%). I dati alla base del modello di stima sono stati derivati attraverso una serie di domande ad hoc che sono confluite all interno di un sondaggio indirizzato ad un campione rappresentativo della popolazione italiana, con l obiettivo di raccogliere dati empirici ed esplicativi relativi alle tre aree-chiave individuate. Dai risultati dell analisi empirica è stato così possibile ottenere una proxy specifica del livello di cultura finanziaria degli italiani. Pagina 4 di 11

5 Anche nel confronto internazionale, il livello di cultura finanziaria dell Italia si posiziona agli ultimi posti rispetto ad altri grandi Paesi Europei quali la Germania (5,1 punti), il Regno Unito (4,6 punti) e la Francia (3,8 punti) 6. Senza una netta crescita del livello di cultura finanziaria, il Paese rischia una minore capacità di accumulazione del risparmio, una sua non efficiente allocazione, una bassa capacità di sfruttamento dei nuovi prodotti (ad esempio quelli fondamentali per la vita della famiglia come i mutui a lungo termine che consentono l acquisto dell abitazione principale) e minori opportunità di crescita del risparmio investito. 4. Le iniziative realizzate dall industria bancaria Come già evidenziato, la diffusione dell educazione finanziaria in Italia, oltre ad essere un esigenza sociale sempre più urgente, rappresenta una leva fondamentale per la crescita solida del sistema economico-finanziario nazionale. In risposta a queste istanze l industria bancaria ha investito per dotarsi di un proprio veicolo specializzato, caratterizzato da una gestione aperta ai rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori e dell Accademia, il Consorzio PattiChiari che, da mandato statutario, sviluppa iniziative e programmi di educazione finanziaria per le diverse fasce di popolazione. In virtù della convinzione che la formazione economico-finanziaria debba iniziare il più precocemente possibile, l attività del Consorzio si rivolge con particolare impegno al mondo scolastico con programmi mirati che vorrei ricordare brevemente: - Our Community, il programma per gli studenti delle scuole elementari promosso in collaborazione con l associazione no-profit Junior Achievement Italia, che illustra le dinamiche economiche di base e i comportamenti responsabili che caratterizzano il buon funzionamento di una comunità. Il programma, promosso per la prima volta quest anno, si pone l obiettivo di coinvolgere alunni di 100 classi; - Io e l economia, promosso dal 2004 sempre in collaborazione con Junior Achievement Italia, per avvicinare gli studenti delle scuole medie all economia personale. Ad oggi sono stati coinvolti nel programma studenti, 915 scuole e 2336 classi. - PattiChiari con l economia, programma avviato nell anno scolastico e rivolto ai ragazzi delle scuole 6 Rielaborazione Ambrosetti - The European House su dati IMD, World Competitiveness Yearbook" 2006, in Ambrosetti The European House - Consorzio PattiChiari, L educazione finanziaria in Italia, 2007 Pagina 5 di 11

6 superiori con l obiettivo di offrire loro una preparazione adeguata per partecipare attivamente alla realtà sociale, professionale ed economica che li circonda. Ad oggi il programma è stato reso disponibile a ragazzi di scuole. - L evento annuale Sviluppa la tua idea imprenditoriale che premia il miglior progetto di impresa sviluppato dalle classi aderenti al programma PattiChiari con l economia che ha raccolto circa 200 progetti di altrettante classi in due anni; - EconomiAscuola, avviato ad ottobre 2009, il primo sito internet sull educazione finanziaria dedicato agli insegnanti, con contenuti divulgativi (informazioni di carattere generale sull educazione finanziaria e sull economia) e didattici, per far acquisire una metodologia utile all applicazione dei contenuti in classe. In merito ai suddetti programmi, oltre al significativo numero di studenti coinvolti - complessivamente circa e all apprezzamento generale sui contenuti e sulle modalità di svolgimento ( imparare facendo con affiancamento di un esperto bancario), è da rilevare il giudizio positivo manifestato dai docenti per materiali e strumenti didattici offerti, che consentono loro di trasferire in classe in modo strutturato i contenuti relativi all educazione finanziaria. Un segnale di riconoscimento giunge inoltre da ANP, l Associazione nazionale presidi e alte professionalità della scuola, che supporta attivamente l attività di PattiChiari presso le scuole, svolgendo una intensa azione divulgativa presso i propri associati, finalizzata a promuovere l introdurre dell educazione finanziaria nei piani di offerta formativa. Vorrei sottolineare, a questo proposito, come una collaborazione istituzionale con gli Uffici Scolastici territoriali favorirebbe la veicolazione dei programmi presso le scuole e la sensibilizzazione di insegnanti e dirigenti scolastici, aumentando la partecipazione e la visibilità del progetto. Questo induce a ritenere come anche un coinvolgimento del sistema scolastico centrale possa garantire maggiore efficacia alle iniziative avviate. Le diverse esperienze condotte in questi anni, inoltre, ci consentono di esprimere alcune considerazioni, che muovono in primo luogo dalla intrinseca complessità di tali progetti e dal notevole impegno in termini sia operativi sia finanziari. Dall analisi della filiera di implementazione dei nostri programmi per le scuole, emerge come l impegno operativo si sia rivelato notevole sia nella fase progettuale, che ha richiesto circa un anno di incubazione durante il quale l industria ha collaborato con i soggetti di riferimento (Ministero della Pubblica Istruzione, insegnanti ed esperti di didattica) per la Pagina 6 di 11

7 definizione dei contenuti e degli strumenti didattici, sia nella fase di svolgimento dei programmi. Per fare un esempio concreto, oltre alla macchina istituita a livello centrale per il coordinamento dei lavori e per la valutazione dei risultati e dell efficacia dei programmi, ricordo che il tempo dedicato in questi anni dagli esperti di banca all affiancamento degli insegnanti nelle lezioni in classe presso le scuole medie e superiori ammonta a ore. A questo si aggiunge il carico di lavoro operativo svolto direttamente dalle banche che collaborano alla diffusione dei diversi programmi nei propri territori, lavorando come vera e propria rete di distribuzione dell educazione finanziaria. In relazione all impegno economico, che, come industria bancaria possiamo quantificare in oltre 1 milione di euro dal 2004 ad oggi per i progetti scolastici, emerge la necessità che ai programmi di educazione finanziaria vengano destinate risorse adeguate e continuative nel corso degli anni. Pur tuttavia, nonostante lo sforzo ingente messo in atto dall industria bancaria, il delta tra il numero di studenti coinvolti nei nostri programmi e il raggiungimento sistematico dei circa 4 milioni di studenti delle scuole medie e superiori risulta molto significativo (gli studenti coinvolti risultano circa il 5% del totale). Ritengo che il completo coinvolgimento di questo segmento sia un obiettivo imprescindibile affinché in Italia si raggiunga un adeguato livello di educazione finanziaria dei cittadini del domani. Vi sono, però, quattro condizioni che devono attuarsi perché ciò sia possibile: - la partecipazione attiva e la cooperazione di esponenti pubblici e privati, affinché tutti concorrano ad un adeguato apporto di competenze, forza lavoro e risorse economiche; - la definizione di una strategia di diffusione dell'educazione finanziaria basata su piani pluriennali dettagliati che definiscano chiaramente obiettivi e modalità per raggiungerli; - la presenza di programmi mirati per le esigenze dei diversi segmenti della popolazione attraverso un approccio basato sul ciclo di vita ; - un efficace sistema di pianificazione e di valutazione dei risultati per dare pragmaticità all azione e misurarne l efficacia. 5. I Disegni di legge di riferimento Sulla materia esistono cinque specifici disegni di legge: - DDL 1288 del 17 dicembre 2008 di iniziativa dei Senatori Fleres, Germontani, Ferrara e Piscitelli; Pagina 7 di 11

8 - DDL 1477 del 24 marzo 2009 di iniziativa della Senatrice Leddi; - DDL 1593 del 27 maggio 2009 di iniziativa della Senatrice Bonfrisco; - DDL 1626 del 23 giugno 2009 di iniziativa dei Senatori Lannutti, Bugnano, Belisario, Giambrone, Caforio, Carlino, Mascitelli, Pardi e Pedica; - DDL 1796 del 30 settembre 2009 di iniziativa del Senatore Cagnin. Tutti i suddetti DDL riconoscono la rilevanza che oggi ha assunto il tema dell educazione finanziaria come strumento volto ad ampliare le conoscenze dei cittadini al fine di consentire un utilizzo più consapevole degli strumenti e dei servizi finanziari. Inoltre, ai 5 DDL va riconosciuto il merito di proporre una risposta all attuale mancanza di un modello di diffusione dell educazione finanziaria coordinato dalle istituzioni centrali e realizzato da soggetti qualificati, attraverso la costituzione di un comitato di iniziativa ministeriale istituzionalmente preposto al coordinamento di interventi strutturali per la realizzazione di progetti di educazione finanziaria. Tuttavia, il giudizio positivo sugli obiettivi dei DDL non deve indurre a tralasciare le singole questioni che emergono analizzando nello specifico le disposizioni previste in alcuni articoli. 5.1 Composizione del Comitato e coordinamento delle attività di educazione finanziaria In merito alla composizione del Comitato, si definisce una diversa articolazione dei soggetti membri. A differenza degli altri DDL, il DDL 1288 non prevede la presenza di soggetti privati in rappresentanza del settore bancario e il DDL 1626 fa genericamente riferimento ad un esperto del sistema bancario nominato dalla Banca d Italia. Da rilevare, invece, come i DDL 1477, 1593 e 1796 prevedano anche la presenza di soggetti privati nel Comitato, aprendo quindi all apporto di competenze e risorse da parte di una pluralità di soggetti, al fine di attivare un impegno sinergico che possa garantire una effettiva efficacia nella implementazione sul territorio. L accentramento presso il Comitato delle funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dei programmi attivati tramite apposite convenzioni con i soggetti interessati, porta ad ipotizzare una maggiore garanzia di uniformità nell erogazione dei programmi stessi. Un ulteriore punto di attenzione è relativo al fatto che i DDL 1288 e 1626 attribuiscono alle associazioni dei consumatori esperte nella materia e Pagina 8 di 11

9 dotate di riconoscimento da parte delle singole regioni o del codice del consumo nazionale, il ruolo di soggetti preposti alla realizzazione di progetti di educazione finanziaria. Questa disposizione non considera forse che le associazioni dei consumatori, per loro insita natura, hanno una relazione consolidata con il segmento adulto della popolazione, ma certamente meno approfondita ed istituzionalmente non propria con quello dei bambini e dei ragazzi, verso cui invece è forte l esigenza di seminare una conoscenza che diverrà patrimonio per il futuro. A ciò deve aggiungersi un ulteriore considerazione relativa alla possibile difformità nell erogazione dei programmi, dovuta alla fortissima eterogeneità delle realtà associative consumeriste che operano nel Paese. 5.2 Finanziamento delle attività I DDL 1288 e 1626 prevedono che il costo dei progetti di educazione finanziaria sia a carico di tutte le società finanziarie che erogano crediti al consumo sotto qualunque forma o modalità, le quali a tal fine devono mettere a disposizione una somma pari al 5% delle spese realizzate per pubblicizzare la propria attività nell esercizio finanziario dell anno precedente. Tale soluzione, che appare vincolante e potrebbe incidere anche sui volumi delle somme investite in pubblicità senza tuttavia prevedere nessuna relazione pro attiva tra i soggetti finanziatori e il Comitato, risulterebbe, a nostro parere, antitetica allo spirito proattivo di vera collaborazione che deve animare un progetto di così vasta portata e che richiede invece una positiva mobilitazione delle sinergie dei molti attori necessari per raggiungere le decine di milioni di italiani. Diversamente, l approccio proposto dai DDL 1477, 1593 e 1796 descrive una modalità di contribuzione volontaria da parte di tutti i soggetti interessati alla tematica e coinvolti in maniera diretta attraverso la stipula di appositi protocolli. Oltre a rilevare la necessità di una maggiore articolazione della disposizione, contenuta nei DDL 1288 e 1626, specificatamente in merito alla commisurazione del parametro rispetto alle voci di spesa e alla possibilità di rendere questo importo deducibile dal reddito di impresa, la soluzione prospettata nei DDL 1477, 1593 e 1796 è da preferirsi in quanto permetterebbe una mirata valutazione dell operato di ogni singolo soggetto attivato. Pagina 9 di 11

10 5.3 Inserimento dell educazione finanziaria tra le attività scolastiche A differenza del DDL 1288 che non menziona il Ministero della Pubblica Istruzione, i DDL 1477, 1593, 1626 e 1796 prevedono espressamente un coinvolgimento pro attivo del Ministero per l inserimento della tematica tra le attività didattiche. Inoltre i DDL (fatta eccezione per il 1593) sottolineano la necessità di assicurare un adeguata formazione agli insegnanti per assicurarne un corretto insegnamento. Tali disposizioni sono condivisibili e auspicabili, poiché incardinano nel Ministero della Pubblica Istruzione la diffusione dell educazione finanziaria nelle scuole, secondo una corretta ottica di coinvolgimento istituzionale degli enti deputati a tale mandato, così come già avviene in alcuni Paesi europei. In quest ottica si ritiene opportuna una riflessione affinché gli elementi base di educazione finanziaria possano essere inseriti nella disciplina autonoma denominata Cittadinanza e costituzione già prevista dalla Legge 169 del 30 ottobre 2008 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università". 6. Conclusioni L industria bancaria italiana è stata considerata dall Unione Europea una delle più avanzate nello sviluppo dell educazione finanziaria della collettività; l obiettivo è ora quello di affermare l educazione finanziaria come elemento centrale dell agenda politica del Paese. Le esigenze prioritarie, che vorrei ribadire, sono la necessità di un coinvolgimento del sistema scolastico centrale, anche attraverso quel grande capitale di energia positiva rappresentato dagli insegnanti, per l inserimento del tema all interno dei programmi di educazione scolastica a tutti i livelli e l opportunità di un coordinamento centrale, come già avviene in altri Paesi europei (es. un'autorità finanziaria come in Inghilterra). Inoltre si ritiene che una seria politica nazionale per l educazione finanziaria potrebbe validamente basarsi sulle seguenti linee guida: 1. coordinare efficacemente tutte le azioni in tema di educazione finanziaria; Pagina 10 di 11

11 2. favorire la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti, sia pubblici che privati, e mettere a disposizione adeguate risorse per l implementazione dei programmi; 3. realizzare un sistema di misurazione che consenta di rilevare il livello attuale di educazione finanziaria esistente in Italia al fine di indirizzare le azioni da porre in atto; 4. attivare programmi di educazione finanziaria con obiettivi di lungo periodo; 5. attivare un processo di semplificazione e comunicazione sempre più trasparente affinché il pubblico abbia accesso a informazioni chiare e facilmente comprensibili e a servizi di consulenza di base in materia finanziaria; 6. incentivare la trasparenza del sistema finanziario nazionale, che deve essere interpretata non solo come maggior livello di semplicità, chiarezza ed etica nei confronti del consumatore, ma anche come un importante fattore di qualità dell offerta; 7. introdurre l educazione finanziaria all interno dei programmi di educazione scolastica e formare i formatori ; 8. coinvolgere attivamente e responsabilizzare tutti i media sull importanza del tema attraverso la promozione di una campagna di sensibilizzazione su scala nazionale; 9. definire un sistema di monitoraggio e misurazione dei programmi di diffusione e sviluppo della cultura finanziaria nel Paese; 10. rendere consapevole il consumatore dell importanza e dei benefici derivanti dal trasferimento e dalla condivisione delle informazioni circa la propria situazione, i propri bisogni e le proprie aspettative in tema di risparmio e investimento. Come industria bancaria vogliamo cooperare alla costruzione anche in Italia di una cabina di regia per il coordinamento dei vari progetti di educazione finanziaria. In quest ottica il settore, attraverso PattiChiari, mette a disposizione delle Istituzioni governative la propria ricerca proprietaria (ad esempio sulla metrica di misurazione basata sull Indice di Cultura Finanziaria), la propria piattaforma progettuale e organizzativa per la realizzazione di programmi di educazione finanziaria e soprattutto il proprio potenziale di coinvolgimento e attività delle singole banche nell ottica di un impegno comune con le Istituzioni centrali e locali. Pagina 11 di 11

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