BUON LAVORO, solidarietà generazionale in concreto interviste a cura di BEATRICE TRAGNI. verdetà 21

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1 BUON LAVORO, solidarietà generazionale in concreto interviste a cura di BEATRICE TRAGNI Buon Lavoro è un servizio di orientamento e di cultura di impresa della CNA di Rimini, un esperienza di scambio di esperienze fra generazioni, in occasione dell anno europeo dell invecchiamento attivo e del raccordo intergenerazionale. Intervista a Primula Lucarelli, responsabile del Servizio Buon Lavoro della CNA di Rimini. Ci puoi raccontare cosa è Buon lavoro e che servizio offre? BuonLavoro è un area di servizio di CNA Rimini, creata nel 2002, con l obiettivo di aiutare la piccola impresa nella ricerca e selezione del personale e nella creazione di rapporti costanti con il sistema formativo a tutti i livelli. Alla sua base vi è l idea che la difficoltà a trovare giovani preparati e motivati al lavoro nella piccola impresa sia conseguenza anche del sopravvive di immagini stereotipate del lavoro artigiano e del lavoro manuale in generale. Per questa ragione, accanto all intermediazione di personale (aut. Regionale per servizi di intermediazione e ricerca e selezione), BuonLavoro ha sviluppato un ampia attività nel campo della cultura del lavoro e dell orientamento in senso lato. Per C.N.A è fondamentale collaborare con le Scuole di ogni ordine e grado attraverso progetti che favoriscano la conoscenza anche ai fini dell orientamento - delle attività lavorative, delle professioni e delle opportunità occupazionali del territorio, opportunità in genere create proprio dal tessuto della piccola impresa artigiana. Sono gli artigiani a Rimini, su un totale di imprese. Attualmente BuonLavoro è strutturato in due aree: i servizi dedicati alla ricerca e selezione del personale; l area progetti con la scuola, l università e la ricerca, che sviluppa la propria attività attraverso servizi e progetti. La dote di Buon Lavoro sono proprio gli artigiani associati che ogni anno vengono coinvolti in numerossimi progetti finalizzati a creare un ponte tra lavoro e scuola. Anche per questa ragione nel 2008 CNA Rimini ha creato il Fondo per la scuola, cioè un fondo finanziato con quota parte del tesseramento associativo, che CNA utilizza per realizzare attività di cultura del lavoro. I maestri artigiani entrano nelle scuole di Rimini con il Progetto Buon Lavoro. Intervista a Giovanni Giungi, Presidente CNA Pensionati Regionale Emilia Romagna e Vice Presidente CNA Pensionati Nazionale Giovanni Giungi, imprenditore del settore della metalmeccanica, sistemi di iniezione Diesel e benzina, ci racconta la sua esperienza da mentore nelle scuole in un ottica romagnola in cui il motore è cultura, sapere del territorio per le imprese e per il motociclismo. verdetà 21

2 Gli artigiani partecipano a Buon Lavoro, sia attraverso il fondo per la scuola, sia attraverso i progetti; per questo abbiamo istituito il Gruppo imprenditori per la scuola e l università e ogni anno sono circa 100 quelli che collaborano attivamente portando nella scuola la testimonianza del loro lavoro, oppure favorendo la realizzazione di visite aziendali, o collaborando alla realizzazione di progetti di responsabilità sociale come ad esempio fanno le gelaterie artigiane attraverso Non ConGelateci il sorriso, progetto dedicato alla prevenzione del bullismo. Tutti i progetti, pur nelle loro diverse finalità, servono a migliorare nei ragazzi, nei loro formatori e nelle famiglie la conoscenza della piccola impresa; ad ampliare i significati culturali del lavoro; a realizzare iniziative di formazione superiore di carattere sperimentale; ad aumentare l imprenditorialità dei giovani e le loro attitudini alla creazione di impresa. In questi anni di attività, grazie ai progetti, centinaia di ragazzi e decine di insegnanti e formatori hanno potuto toccare con mano l innovazione che caratterizza la piccola impresa, la ricchezza del suo sistema di competenze, la continuità di valori con il mondo dell istruzione e della formazione. In questo modo è possibile ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro causato da immagini precostituite e negative della piccola impresa e dell artigianato; creare una comunità più inclusiva; promuovere l occupazione dei giovani. Perchè i pensionati artigiani sono importanti in questo servizio? Un progetto in particolare coinvolge gli artigiani pensionati: la Banca dei Saperi Artigiani La Banca dei saperi è una rete relazionale gestita in collaborazione con CNA Pensionati ed è molto importante per coinvolgere gli artigiani neopensionati e pensionandi come risorsa professionale all interno di progetti promossi dalla scuola elementare e dai centri giovani. segue intervista a Giovanni Giungi Ci puoi raccontare come hai iniziato ad imparare il tuo mestiere da artigiano? Il mio lavoro da artigiano va inserito nel contesto romagnolo il motore è molto importante, il motore a scoppio. A me piaceva tanto anche l odore del motore, anche quando passava un trattore..mi interessava capire come funzionava. Negli anni 1962 e 1963 avere un posto di lavoro era importantissimo, era un sogno che si realizzava ed erano le famiglie a chiedere all imprenditore di prendere il figlio a fare il boccetto. Boccia, in dialetto romagnolo, significa fare apprendistato, per imparare un mestiere. Ho avuto pochi maestri, ma molto importanti. Era il primo periodo di sperimentazione dei corsi di formazione. Conservo ancora i premi dei diplomi. I corsi erano un modo per approfondire anche l insegnamento: io ho fatto un primo corso di saldatura e mi è servito per approfondire le mie capacità lavorative. Molti di coloro che hanno fatto i corsi sono diventati artigiani e anche io lo sono diventato. La mia volontà era avere un lavoro mio. Ho scartato anche delle possibilità di lavori pubblici, volevo avere un lavoro per conto mio, anche se con dei soci. A 25 anni avevo una mia azienda. Ho intrapreso per conto mio l attività di sistemi di iniezione Diesel e benzina. Tu sei stato fra i promotori del Progetto Buon Lavoro, come è nata l idea? La CNA di Rimini, di cui allora ero Presidente Provinciale sentì l esigenza di entrare in contatto con il mondo della scuola (elementari, medie e superiori) per sensibilizzare il mondo della scuola verso l impresa e viceversa. In un primo tempo parteciparono all iniziati- 22 verdetà

3 Gli artigiani coinvolti nella Banca dei Saperi sono stati preparati ai diversi ruoli attraverso percorsi di intervista autobiografica, metodologia appresa attraverso il lavoro di ricerca svolto dall Università Bicocca di Milano e dal prof. Duccio Demetrio in particolare. Nel caso di progetti gestiti dalle scuole elementari, le interviste raccolte in appositi quaderni facilitano l individuazione delle competenze e delle persone di volta in volta più utili. Attualmente fanno parte della rete della Banca dei Saperi artigiani nei settori acconciatura, estetica, produzione meccanica, artigianato artistico, alimentazione. La loro collaborazione è molto importante perché nella relazione con i bambini e con i ragazzi portano un vissuto di professionalità e di valori ma anche perché portano un pezzo della storia del territorio, che i ragazzi non hanno l opportunità di conoscere: la guerra, lo sfollamento, la ricostruzione della città; la difficoltà e al tempo stesso la certezza che il lavoro di tutti avrebbe consentito di superare ogni difficoltà. E poi il dialetto, i giochi di una volta, il divertimento, le feste. Questo progetto, presentato al concorso nazionale Sodalitas per la responsabilità sociale di impresa, ha ricevuto una menzione. Come vengono coinvolti i pensionati? Gli artigiani pensionati sono coinvolti in progetti strutturati di due tipi: i laboratori di attività nella scuola elementare e media, che vanno sotto il nome di Tessere di Identità e Mestieri di ieri e di oggi ; testimonianze, e visite guidate quando l impresa passa di mano in famiglia, progetti che nella scuola media s chiamano Impresa didattica e nella scuola secondaria di 2, in genere l istituto tecnico industriale, si chiamano Master giovani in impresa e anche Scopri l impresa. L età dei ragazzi coinvolti, dunque, è molto ampia: dai bambini di 5 a elementare e prima media, che magari con l artigiano imparano a ricostruire la saviolina (antica imbarcazione locale) o a fare ceramica o cesti in vimini o il pane o borse in stoffa o stampi per la stampa ruggine su tela, antiche tradizioni di questo territorio; fino ai ragazzi di 13,14 anni che in classe ascoltano la storia di vita e di lavoro di un anziano maestro d ascia o di un parrucchiere o di un pasticcere o di un fabbro; per passare ai ragazzi di 18 anni, prossimi alla maturità, che cercano di capire come il loro studio genera competenze importanti per l impresa locale. Considera che ogni anno Buon Lavoro gestisce circa 100 progetti e che il 10/15% coinvolge i nostri pensionati. Coinvolgerli non è difficile dal punto di vista della motivazione; ci sono in loro una generosità, una generatività sociale straordinarie. La motivazione che li porta a colsegue intervista a Giovanni Giungi va solo alcuni pionieri pensionati e imprenditori attivi di vari settori, ora siamo in tantissimi che ci impegniamo e crediamo in questa iniziativa. Mettiamo anche a disposizione l azienda perché, dopo l apprendimento teorico, crediamo che sia opportuno entrare a fare l esperienza pratica e diretta in azienda con gli stage. Gli studenti assistono dallo smontaggio del mezzo, fino al riassemblaggio e infine la messa in moto del mezzo stesso. Qual è il messaggio che volete lanciare nelle scuole e agli studenti? Innanzitutto testimoniamo che il lavoro dell artigiano è un lavoro realmente imprenditoriale oltre che artistico. Ad esempio tutte le parti elettroniche, idrauliche di una casa, come anche i mobili hanno una storia di artigianato alla base. Sono i tanti artigiani con le loro imprese che ci permettono di avere i molteplici accessori in casa. Ci sono ovviamente anche le grandi aziende, ma tutte queste grandi marche hanno una filiera e vari subfornitori artigiani che producono i vari pezzi. Anche per l assistenza elettronica, idraulica.c è l arti- verdetà 23

4 laborare con la scuola e i ragazzi non è quella dei nonni, bensì quella di chi sa che i giovani sono il futuro di ogni società e che ciascun adulto ha un ruolo positivo da svolgere nei loro confronti, di testimonianza e di aiuto. Poi c è il ricordo della propria giovinezza, delle fatiche fatte, la consapevolezza di come sarebbe stato importante, allora, un aiuto analogo a quello che essi si prestano a dare. Infine c è il piacere di raccontare e di insegnare quello che si è amato per una vita. E in chi ascolta, insegnante o bambino, questo racconto non stanca mai. Come servizio, li prepariamo ad andare in aula, e ogni anno diventano più bravi. Infatti ogni pensionato che si rende disponibile viene prima intervistato utilizzando la metodologia del racconto biografico. E un passaggio importante perché aiuta il pensionato a ripercorrere la sua storia e, un po, anche a fare pace - proprio grazie al racconto - con piccoli nodi che ogni biografia si porta dentro. Inoltre lo aiuta a focalizzare il suo personale rapporto con l apprendimento e anche questo aspetto è importante perché lo prepara meglio al dialogo con i ragazzi. L ultima immagine che ho davanti agli occhi è quella di Danilo, un pasticcere di 78 anni. Circa un mese fa con una classe di II media, siamo andati in visita a Mo.CA, azienda nel settore della pasticceria, gelaterie e panificazione che ha, al suo interno, una scuola professionale. I ragazzini non stavano più nella pelle per i profumi, i colori e per l anticipazione di ciò che avrebbero gustato. In aula hanno trovato Danilo, nella sua divisa impeccabile, che stava preparando per loro il pane e che li ha coinvolti dapprima nella spiegazione di ciò che tecnicamente stava facendo e poi, tra una spiegazione e l altra, nella storia della sua vita, di come si è innamorato di quel lavoro andando insieme alla madre a cuocere il pane quando aveva sei anni (all epoca il pane si preparava a casa e si portava a cuocere al forno del paese), dell impossibilità per lui di abbandonare il suo lavoro o di andare a giocare a carte al bar come fanno tanti anziani. I ragazzi si sono fermati per circa due ore e, al momento dei saluti e della foto di gruppo, salta su un bimbetto che già ha deciso (.. per il momento) di fare il ristoratore da grande. Mi guarda e mi dice: per favore fammi una foto con il mio maestro. E ha messo il braccio attorno al collo di Danilo. segue intervista a Giovanni Giungi giano che viene a fare le riparazioni. E questa la consapevolezza che cerchiamo di trasmettere. Ogni tanto chiedo ai ragazzi: in casa o con gli amici avete mai parlato dei vari oggetti che avete in casa? Da che lavorazione derivano? Il lavoro artigianale fa parte di ogni cosa che avete in casa, che indossate, fa parte della vostra vita quotidiana. Perché ti piace portare la tua esperienza nelle scuole? Trasmettere un sapere vuole dire mantenere in vita un azienda, dare una possibilità ai giovani e vuol dire portare avanti delle esperienze professionali e dei mestieri. Spesso dico ai ragazzi: immaginate che domani mattina chiudano tutti i parrucchieri, gli idraulici e gli elettricisti, come fareste? Tante sono le professionalità che ci permettono di vivere nella quotidianità e con una buona qualità della vita e che fanno lavorare altre persone e altre aziende, che sono la condizione di sviluppo per il sistema economico e sociale. Se la famiglia, la scuola e l impresa, le associazioni di rappresentanza dei pensionati si mettono insieme, in un ottica di integrazione fra attori educativi, economici e occupazionali, si può dare speranza ai giovani di potersi inserire nel mondo del lavoro e realizzarsi pienamente in un impresa ed essere utili alla società. Tutto ciò, facendo un regalo immenso anche al pensionato, che si sente ringiovanire e rivivere, vedendo la sua azienda proiettata nel futuro e trasmessa alle nuove generazioni. 24 verdetà

5 Intervista a Leo Polverelli, Presidente della CNA Pensionati di Rimini Leo Polverelli, frigorista, ci racconta la sua esperienza di artigiano nelle scuole, con la stessa passione e luce negli occhi di quando ha iniziato la sua attività. Perché è importante portare la vostra esperienza nelle scuole? Noi raccontiamo la nostra esperienza del lavoro artigianale e della grandissima dignità e valore di fare l artigiano. Il lavoro dell artigiano era molto diverso, quando ho iniziato io: andavo a bottega da giovanissimo prima seguendo solo il lavoro del maestro, soprattutto, osservandolo e così mi sono appassionato, passando gli attrezzi e vedendo a cosa servivano. Il mio primo maestro era un falegname muto che mi ha insegnato con i gesti delle mani e la pratica quotidiana. Nelle scuole porto la stessa passione dei maestri artigiani che ho conosciuto io, conduco i ragazzi a scoprire come mettere in pratica il loro sapere teorico, cercando di avvicinare la scuola e gli allievi al mondo del lavoro. Ho insegnato ai ragazzi della scuola tecnico professionale di Cesena com è e come si svolge il lavoro di frigorista prima in aula e poi in stage nelle mia azienda. Alcuni sottovalutavano quanto è importante conoscere gli attrezzi, capire il loro utilizzo e intuire i migliori procedimenti di lavoro e quindi acquisire competenze tecniche. Allora in azienda li guido nell apprendimento e chiedo loro di provare ad indovinare come si utilizza questo o quell attrezzo e a che cosa serve. Gli studenti devono indovinare e capire la funzionalità, così i ragazzi si preparano e imparano, sperimentando direttamente le professioni, acquisendo le competenze di specializzazione. Cosa chiedono i ragazzi? Ti chiedono tutto del lavoro: come è l operatività, il guadagno per capire se il lavoro di artigiano è un lavoro di qualità e noi gli raccontiamo che è una professione da vivere a testa alta! In cui ci possono immettere tutte le loro innovazioni, visioni del futuro e capacità tecnologica. I ragazzi solitamente concludono il percorso entusiasti di avere conosciuto una professione e noi di avere trasmesso il nostro sapere. Nel contesto di crisi economica che stiamo vivendo, con il 30% di disoccupazione giovanile, può essere utile questo progetto di trasmissione del sapere artigiano e della vostra esperienza imprenditoriale? A mio avviso sì. E importante conoscere tutte le professioni, non solo quelle più comuni e conosciute e quindi anche quelle dell artigianato e i tanti mestieri artigiani. E importante riscoprire in modo moderno il ruolo del maestro artigiano e dell artigianato. Fondamentale in questo contesto è l apprendistato nelle aziende. Bisogna riscoprire con umiltà il valore sociale culturale ed economico dei maestri di mestiere e di vita. Io ho avuto dei maestri e desidero essere a mia volta un maestro per i giovani. Mi e ci fa piacere essere utili alla scuola, alla società e alle nuove generazioni. E un modo per trasmettere professionalità, mestieri e aziende che altrimenti rischiano di essere dimenticati e morire. Quali sono secondo te le caratteristiche di un artigiano? La curiosità di imparare è una delle caratteristiche fondamentali. Ascoltare le esperienze, le storie dei professionisti, smontare, sezionare e poi intuire le soluzioni e le tecniche del montaggio. Avere l occhio lung... rubo una citazione dell artigiano Vorabbi rubare con gli occhi. verdetà 25