NOTA INFORMATIVA SUI RISCHI AMBIENTALI E INTERFERENZIALI PER IL COMPLESSO IMPIANTISTICO RAVENNA KM 2,6 - RAVENNA
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1 PAG. 1 DI 13 NOTA INFORMATIVA SUI RISCHI AMBIENTALI E INTERFERENZIALI PER IL COMPLESSO IMPIANTISTICO RAVENNA KM 2,6 - RAVENNA APPENDICE C1 RISCHI PRESENTI NELLE AREE DELL IMPIANTO CDR E DELL IMPIANTO IRE IMPIANTO DI PRODUZIONE CDR INDICE 1 RISCHI LEGATI ALL AMBIENTE DI LAVORO ED ALLE INTERFERENZE RISCHIO ELETTRICO RISCHIO RUMORE RISCHIO DI ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI MECCANICHE RISCHIO DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI DA RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI/CANCEROGENI RISCHIO BIOLOGICO RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD ATMOSFERE ESPLOSIVE RISCHIO INCENDIO RISCHIO DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI (DA RADIONUCLIDI) RISCHI CONNESSI ALL ESPOSIZIONE AD AMIANTO ATTIVITÀ IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O SPAZI CONFINATI 12
2 PAG. 2 DI 13 1 RISCHI LEGATI ALL AMBIENTE DI LAVORO ED ALLE INTERFERENZE [Titolo II D. Lgs. 81/2008 e art. 26 D. Lgs. 81/2008] Si forniscono alcuni elementi relativi ai particolari rischi legati ai luoghi di lavoro cui potrebbero essere esposti anche lavoratori esterni operanti nell area in oggetto. Agenti atmosferici: neve, ghiaccio, pioggia, vento, nebbia. Aree di transito (interferenze, traffico veicolare, stato della pavimentazione, buche, possibilità di cadute di livello, urti, ecc.). In particolare si evidenzia il rischio associato all assetto della zona di scarico rifiuti e quindi alle operazioni di scarico dei rifiuti in fossa, che inducono in particolare un potenziale rischio di caduta di persone e del mezzo nella fossa stessa. Lavori in quota/sotterraneo (dislivelli, utilizzo scale portatili, scale fisse, passerelle, ecc ). Rischio generale di potenziale presenza sulla pavimentazione delle zone di lavoro di sostanze scivolose (rifiuti, oli, grassi, ecc.). Mezzi di sollevamento e trasporto carichi sospesi ed in movimento (Carroponte Fossa Rifiuti). Rischio caduta materiali dall alto. Cantieri temporanei e mobili: possono essere presenti nell area in oggetto cantieri ed attività temporanee correlate alla manutenzione impiantistica/strutturale di siti esistenti. Rischio associato all assetto della zona di scarico rifiuti e quindi alle operazioni di scarico dei rifiuti in fossa. La fossa in esame è utilizzata per lo stoccaggio dei rifiuti da avviare alla produzione del CDR. Punture/morsi di insetti o animali. Parte dei rischi citati possono essere ricondotti anche ai rischi di natura interferenziale di cui all art. 26 del D.Lgs. 81/2008, derivanti ad esempio dalla contemporaneità di attività svolte dal personale di Herambiente o di altre imprese. Detti rischi sono valutati e limitati all interno del Documento Unico di Valutazione dei Rischi di Interferenza (DUVRI). Eventuali approfondimenti specifici per la mitigazione di tale tipologia di rischio possono poi essere gestiti negli impianti Herambiente attraverso le specifiche riunioni di coordinamento e l adozione della procedura dei Permessi di lavoro. Delimitazione delle aree (divieto di accesso alle zone del sito non di competenza), rispetto della cartellonistica per la segnalazione delle aree a rischio, utilizzo di DPI ove previsti per l accesso alle zone di competenza. Rispetto delle procedure di scarico rifiuti in fossa per le quali si faccia riferimento alla sezione specifica riportata nella Nota informativa. Velocità di approccio alla zona di scarico a passo d uomo. Presenza di passerelle e scale in ferro con adeguate protezioni anticaduta; scale dotate di corrimano. Divieto di movimentazione della benna rifiuti in fossa nell area prospiciente a quella in cui il mezzo sta procedendo alle operazioni di scarico. Effettuazione delle verifiche periodiche di efficienza e funzionalità del carroponte per la movimentazione dei rifiuti in fossa. Rispetto della segnaletica stradale orizzontale e verticale nella movimentazione mezzi. Utilizzo indumenti ad alta visibilità in caso di attraversamento a piedi delle aree interessate da traffico veicolare. Gli autisti dei mezzi sono tenuti a interrompere qualsiasi manovra in caso di vicinanza di persone a piedi. Delimitazione delle zone interessate da cantieri. Massima attenzione alle zone cantieristiche ed ai mezzi operativi e di sollevamento impegnati in tali aree o in transito da e per il cantiere. Coordinamento con imprese esterne per le interferenze lavorative dovute all utilizzo di mezzi di sollevamento o trasporto materiali all interno dell area in oggetto.
3 PAG. 3 DI 13 1 RISCHI LEGATI ALL AMBIENTE DI LAVORO ED ALLE INTERFERENZE [Titolo II D. Lgs. 81/2008 e art. 26 D. Lgs. 81/2008] Si effettua un periodico trattamento di derattizzazione e lotta antiparassitaria. Rispetto delle procedure di scarico rifiuti in fossa per le quali si faccia riferimento al documento IO.0266 Accesso automezzi e scarico RSU in fossa e IO.0345 Scarico assistito in fossa ; in particolare, agli autisti dei mezzi provvisti di cassone scarrabile è fatto divieto assoluto di scarrare il cassone durante le attività di scarico e durante gli spostamenti, ovvero il filo posteriore del cassone deve essere entro i 40 cm dalla barra paraincastro. In ogni caso, in fase di scarico rifiuto a cassone sollevato, è vietato lo scarro dello stesso. Nei casi in cui si verifichino dei problemi all atto dello scarico, ad esempio mancata discesa del rifiuto, l operazione deve essere immediatamente interrotta ed il mezzo deve essere riportato in posizione sicura così come stabilito dal manuale di uso e manutenzione, comunicandolo immediatamente al personale di HERAmbiente. Presenza in area di scarico rifiuti di specchio riflettente che facilita l autista conferitore nel controllo del corretto scivolamento del rifiuto dal proprio mezzo alla fossa di ricezione. Presenza di battiruota nella zona di avanfossa. Si segnala che il battiruota che delimita la zona di piazzale dalla zona di scarico ha la funzione di fornire un riscontro, ma non può in maniera del tutto analoga a un marciapiede impedire al mezzo lo scavallamento. Rappresentazione schematica della rampa di scarico
4 PAG. 4 DI 13 2 RISCHIO ELETTRICO [Capo III Titolo III D. Lgs. 81/2008] L impianto elettrico è costituito da: Una cabina MT cessione/prelievo (cabina A.R.E.A.) a/da ente distributore che, oltre ad alimentare/prelevare dall impianto IRE e da questo alimentare l impianto CDR, alimenta la cabina MT di via Guiccioli e la cabina MT smistamento. Dalla cabina di via Guiccioli si alimenta la cabina MT/BT Disidrat e la cabina MT/BT trattamento chimico-fisico TCF, mentre dalla cabina MT smistamento si alimenta la cabina MT/BT uffici-pesa e la cabina centrale idrica. Inoltre la cabina A.R.E.A. può alimentare l impianto IRE con una seconda linea di prelievo detta prelievo per riserva; Una cabina MT (Cabina MT forno a letto fluido) destinata all alimentazione e gestione dell impianto IRE e impianto CDR, alimentata dalla cabina A.R.E.A o dalla generazione elettrica; una cabina MT/BT destinata all alimentazione ed alla gestione dell impianto CDR; alimentata dalla cabina IRE (Cabina MT forno a letto fluido); Un sistema di generazione elettrica in MT (generatore di recupero energetico) connesso all impianto IRE; Un sistema di distribuzione interno in MT che collega la cabina di consegna con le cabine di singolo impianto e la generazione elettrica; Un sistema di distribuzione interna in BT, alimentato dalla Cabina CDR; Un sistema di distribuzione interna in BT alimentato dalla Cabina IRE. Alla luce delle precauzioni adottate, riportate nel seguito, il rischio elettrico, è valutabile come basso. Sono adottate Istruzioni Operative per gli interventi sugli impianti elettrici. Confinamento degli impianti elettrici in AT e MT mediante sbarramenti al fine di garantire la distanza minima di sicurezza per minimizzare il rischio di folgorazione da arco elettrico. Gli impianti elettrici sono conformi e vengono verificati periodicamente in ottemperanza alla normativa di riferimento. In caso di scavi concordare l operazione con il referente aziendale al fine di individuare i sottoservizi eventualmente presenti. Divieto di utilizzo degli impianti elettrici per l alimentazione di attrezzature dell appaltatore se non previa specifica autorizzazione del responsabile committente. Uso di cartellonistica per l indicazione degli impianti in tensione, delle relative prescrizioni per il personale presente e delle norme comportamentali (cartellonistica di pericolo e di divieto). Uso di idonei DPI. Il personale di manutenzione risulta formato (PES o PAV) in conformità con quanto previsto dalle norme di buona tecnica in materia di lavori elettrici. Le aree in cui risultano presenti apparecchiature in AT od MT risultano accessibili solo al seguito di personale adeguatamente formato. Nelle aree dove possono essere state rimosse le barriere e le protezioni comportando il possibile accesso a parti in AT ed MT, tale pericolo risulta segnalato da cartello con folgore e relativo livello di tensione.
5 PAG. 5 DI 13 3 RISCHIO RUMORE [Capo II Titolo VIII D. Lgs. 81/08] Si riporta una scheda riassuntiva dei dati ottenuti dalle rilevazioni fonometriche effettuate nelle varie postazioni di lavoro. Di seguito vengono elencate le aree o le postazioni per le quali sono stati riscontrati livelli di rumore L eq 80 db(a) o L peak 135 db(c). Si rimanda alla planimetria in Allegato 1 alla Nota informativa per l ubicazione dei punti di campionamento. ID misura Postazione di lavoro/attrezzatura Linea 3, postazione operatore piano trituratore - misura effettuata durante l'attività di controllo degli impianti: in funzione linea 3, linea 2 e linea 1 e abbattitore di sostanze maleodoranti con iniettore di microenzimi Linea 3, postazione operatore presso nastro ingresso vaglio - misura effettuata durante le operazioni di controllo dei rulli: nastro in movimento e caduta rifiuti Linea 3, postazione operatore scarico vaglio Nastro 6 (sopra vaglio): misura effettuata durante attività di controllo e lettura bilancia. Durante la misurazione il nastro si è arrestato e poi è ripartito Linea 3, postazione operatore zona scarico sotto vaglio - misura effettuata durante l'attività di controllo: rumore da caduta frazione umida Linea 3, postazione operatore presso nastro 7a - misura effettuata durante l'attività di controllo: rumore da nastro in movimento L eq db(a) L eq db(c) L peak db(c) 85,7 90,9 113,7 82,5 94,2 110,3 81,8 92,6 109,8 81,8 93,0 110,8 82,3 93,7 111,9 54 Rumore ambientale medio CDR 82,8-108,3 58 trituratore Doopstadt 86,6-108,7 60 redler 84,5-106,7 61 retrofossa 84,2-107,7 62 vaglio primario 85,9-111,8 63 deferrizzatore 86,2-110,3 64 quadri locali 83,2-108,4 65 uscita mulino Hezemag 91,3-113,9 66 silos fluff 88,1-113,0 67 zona saltacarta 87,9-112,9 68 vaglio secondario 86,3-111,5 69 nastro screpler 87,1-112,5 70 pala gommata 82,2-105,0 71 addensatrici khal 89,9-112,0 Informazione e formazione ai lavoratori. Predisposizione di idonea cartellonistica indicante le aree e le attrezzature soggette al rischio di superamento dei valori limite di azione [Leq 80 db(a) e Leq 85 db(a)]. Messa a disposizione di idonei DPI in caso di superamento del valore di 80 db(a) ed obbligo di utilizzo degli stessi in caso di superamento del valore di 85 db(a). Regolare manutenzione delle apparecchiature sorgenti di rumore. 4 RISCHIO DI ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI MECCANICHE [Capo III Titolo VIII D. Lgs. 81/08] Salvo specifici accordi e autorizzazioni, il personale operante delle ditte appaltatrici non è autorizzato all utilizzo dei mezzi e delle attrezzature di proprietà di Herambiente SpA. I luoghi di lavoro di
6 PAG. 6 DI 13 Herambiente SpA sono tali da non indurre esposizioni significative al sistema mano-braccio o al sistema corpo intero al personale presente nell impianto CDR di Ravenna. L eventuale esposizione a vibrazioni meccaniche per i lavoratori delle ditte terze, durante l espletamento delle attività specifiche oggetto dell appalto, dovrà essere valutato da fornitori/conferitori in qualità di rischio specifico della mansione. L eventuale utilizzo di automezzi e/o attrezzature di proprietà di Herambiente SpA per le lavorazioni nell impianto di compostaggio dovrà essere valutato dai referenti aziendali presenti nel sito. Informazione e formazione ai lavoratori. Manutenzione regolare delle apparecchiature che producono vibrazione. 5 RISCHIO DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI [Capo IV Titolo VIII D. Lgs. 81/08] Le potenziali fonti di campo elettromagnetico presenti nelle aree in esame dell impianto sono costituite, oltre che dagli apparati dell impianto elettrico descritti al paragrafo 2 (tra le quali anche apparecchiature alimentate da inverter), da attrezzature per le attività di saldatura (saldatrici elettriche) da deferizzatori e da apparati radiotrasmittenti portatili. Le analisi strumentali condotte in prossimità delle sorgenti più significative all interno dell impianto rilevano come l esposizione dei lavoratori sia sempre contenuta entro i Livelli di Azione inferiori secondo la Direttiva 2013/35/UE ed in conformità a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08. Non si possono comunque escludere rischi di natura incidentale in prossimità dei deferizzatori (distanze inferiori a 2 metri dalla carpenteria metallica dei poli magnetici dei deferizzatori magnetici e distanze inferiori a 4 metri dalla carpenteria metallica dei poli magnetici dei deferizzatori elettromagnetici): rischio di propulsione di oggetti ferromagnetici, danneggiamento di dispositivi elettrici o elettronici, smagnetizzazione di tessere o supporti magnetici, rischi per lavoratori sensibili (portatori di dispositivi medici quali pace maker, protesi e impianti metallici, stimolatori e defibrillatori, soggetti con particolari patologie e soggetti in stato di gravidanza). Sono adottate Istruzioni Operative per gli interventi sugli impianti elettrici. Gli impianti elettrici sono conformi e vengono verificati periodicamente in ottemperanza alla normativa di riferimento. Predisposizione di idonea cartellonistica indicante la potenziale presenza di pericolo da campo magnetico o elettromagnetico superiori ai livelli di riferimento per la popolazione generale presso le aree interessate dal rischio al fine di rendere immediatamente visibili i luoghi non accessibili a lavoratori particolarmente sensibili. Rispetto delle distanze minime di sicurezza dalle sorgenti di campi magnetici o elettromagnetici. Divieto per soggetti sensibili di avvicinamento a meno di 2 metri dai deferizzatori e 4 metri dai deferrizzatori elettromagnetici.
7 PAG. 7 DI 13 6 RISCHI DA RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI [Capo V Titolo VIII D. Lgs. 81/2008] Tra le attività potenzialmente svolte all interno dell impianto in oggetto, si identificano quali sorgenti di radiazioni ottiche artificiali quelle legate alle attività di saldatura, legate sostanzialmente ad eventuali operazioni di manutenzione e le seguenti sorgenti laser: nel sistema di controllo dei carroponti: utilizzate come sistema anticollisione; nelle sbarre e nei cancelli automatici come sistema di rilevamento per mantenerne l apertura ed evitare la collisione con il mezzo in transito o in sosta; in alcuni sistemi radar per l individuazione dei mezzi conferitori di rifiuti nella zona avanfossa che consente l apertura automatica dei portoni. L appartenenza delle apparecchiature laser alle classi 1 o 2 rende certi del non superamento dei valori limite stabiliti, anche per tempi non brevi. La revisione 2 del 11/03/2010 delle Indicazioni operative per l applicazione del Titolo VIII del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., predisposte dal Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome, indica che la saldatura ad arco elettrico può superare i valori limite di esposizione fissati dal decreto relativi alle radiazioni UV (Allegato XXXVII) per esposizioni dell ordine dei 10 secondi a distanza di un metro dall arco. Anche le radiazioni da saldatura ossiacetilenica, benché meno rilevanti, sono indicate come sorgente significativa da considerare. In considerazione di tali indicazioni, il personale che abbia accesso all impianto, in caso di concomitanza di operazioni di saldatura, deve attenersi alle precauzioni tecnico-organizzative descritte nel seguito. In relazione ai tempi di esposizione potenziale limitati ed alle precauzioni tecnico-organizzative sopra elencate, si ritiene che il rischio derivante dall esposizione a radiazioni ottiche artificiali possa essere valutato come basso. Esecuzione di operazioni di saldatura da parte del personale autorizzato all uso di queste attrezzature utilizzando obbligatoriamente gli opportuni DPI (maschera/schermo per saldatura) e dispositivi di protezione collettiva (teli inattinici, cappe aspiranti dove disponibili, ecc). Il personale non addetto alle operazioni di saldatura non può avvicinarsi a meno di 1 metro dalla sorgente di radiazione se non dotato anch esso degli opportuni DPI; Le postazioni utilizzate per le operazioni di saldatura devono essere identificate con idonea cartellonistica di sicurezza. 7 RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI/CANCEROGENI [Capi I e II Titolo IX D. Lgs. 81/2008] Di seguito si riporta l elenco di riferimento delle sostanze pericolose utilizzate o presenti presso le aree di ricezione, stoccaggio e deposito preliminare. Prodotto GASOLIO Principi attivi pericolosi Miscela di idrocarburi C9-C20 distillati 160/390 Etichettatura del prodotto Indicazioni di pericolo Modalità d impiego Xn - Nocivo R40 Possibilità di effetti cancerogeni Prove insufficienti R65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione R66 L esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle Stoccato in serbatoi da 2m 3 Oltre a suddetti prodotti, utilizzati direttamente dai lavoratori, sussistono una serie di potenziali esposizioni ad agenti chimici pericolosi derivanti dal processo di lavorazione e presenti entro contesti ambientali in cui i lavoratori possono trovarsi ad operare:
8 PAG. 8 DI 13 7 RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI/CANCEROGENI [Capi I e II Titolo IX D. Lgs. 81/2008] Agente chimico e processo Sostanze organiche volatili potenzialmente presenti nei rifiuti Principali principi attivi pericolosi SOV Mansioni e compiti lavorativi a rischio di esposizione Controlli, manutenzioni e pulizie nella fossa conferimento rifiuti e linea alimentazione camera di combustione Nell impianto sono presenti agenti (riportati nella tabella sottostante) le cui proprietà pericolose sono di natura cancerogena e/o mutagena in quanto sostanze che rispondono ai criteri di classificazione cancerogeno/mutageno, oppure sostanza/preparato/processo di cui all allegato XLII del D.lgs. 81/2008: Agente chimico e processo Metalli pesanti potenzialmente presenti nei rifiuti Sostanze organiche volatili potenzialmente presenti nei rifiuti Principali principi attivi pericolosi presenti potenzialmente cancerogeni/mutageni Metalli pesanti cancerogeni (As, Be, Cd, CrVI, Ni) SOV cancerogene (Benzene, Acrilonitrile, 1,3Butadiene, 1,2Dicloroetano) Mansioni e compiti lavorativi a rischio di esposizione Controlli, manutenzioni e pulizie nella fossa conferimento rifiuti e linea alimentazione camera di combustione Controlli, manutenzioni e pulizie nella fossa conferimento rifiuti e linea alimentazione camera di combustione I monitoraggi ambientali e personali svolti presso le aree di impianto e sugli operatori addetti allo svolgimento delle attività presso il sito in oggetto hanno restituito valori analitici che attestano il livello dell esposizione personale, per tutte le sostanze sopra menzionate, al di sotto dei valori limite. I lavoratori operanti presso l impianto CDR-IRE di Ravenna sono classificabili come professionalmente non esposti a rischio cancerogeno. Fornitura di idonei DPI ai lavoratori. Formazione ed informazione ai lavoratori. Norme igieniche di base (frequente lavaggio delle mani, divieto di bere, mangiare e fumare sul luogo di lavoro, divieto di accesso alle aree pulite con abbigliamento da lavoro). Monitoraggi dell ambiente di lavoro tramite strumenti portatili nei casi previsti dal DPR177/11.
9 PAG. 9 DI 13 8 RISCHIO BIOLOGICO [Titolo X D. Lgs. 81/2008] La Valutazione del Rischio Biologico ha evidenziato che chiunque operi nell area adibita all impianto CDR-IRE è potenzialmente soggetto a rischio biologico; tale rischio cresce all aumentare della permanenza negli ambienti contaminati, del grado di contaminazione oltre che in funzione delle caratteristiche individuali. Presso gli impianti di termovalorizzazione non vengono indagate le fosse rifiuto in quanto per le caratteristiche intrinseche di tali aree, stoccaggio di importanti quantitativi di rifiuto, la presenza degli agenti biologici è certa. Pertanto, a fronte di un rischio inevitabile, si è reso obbligatorio l utilizzo di idonei DPI per l accesso a tali aree, prescrivendoli in istruzioni operative di sicurezza specifiche per impianto. Nella tabella seguente si riportano le fonti di pericolo biologico, le principali attività che espongono a tale rischio, le vie di esposizione e gli effetti sulla salute. FONTI DI PERICOLO PUNTI CRITICI VIE DI ESPOSIZIONE EFFETTI SULLA SALUTE - Rifiuti trattati - Superfici e polveri contaminate - Acque reflue - Aerosol - Fase di ricezione e selezione rifiuti - Conduzione di pale meccaniche - Pulizia e - Inalazione di aerosol - Tagli - Punture - Abrasioni - Contatto Infezioni gastrointestinali e cutanee, disturbi alle vie respiratorie, infiammazioni - Roditori - Antropodi manutenzione di macchine e di impianti - Ingestione accidentale allergopatiche (mani contaminate) Gli addetti alle attività operative possono essere esposti a microrganismi che rientrano nei gruppi 1 e 2 riportati nel D.Lgs. 81/2008. Le acque reflue veicolano diversi microrganismi (virus, batteri, funghi, protozoi, elminti) patogeni e non patogeni che, a causa della formazione di aerosol durante le varie fasi del loro trattamento, possono essere dispersi nell ambiente circostante. Le diverse specie microbiche e le relative concentrazioni sono legate alle situazioni epidemiologiche locali e a livelli di depurazione cui vengono sottoposti i liquami. Nelle acque reflue possono essere presenti e sopravvivere, oltre ai microrganismi in genere innocui per l uomo (batteri per la degradazione della sostanza organica), anche microrganismi patogeni, virus enterici, nonché uova di parassiti intestinali. I microrganismi comunemente rilevati negli impianti di depurazione rientrano nei gruppi 1 e 2 riportati nel D.Lgs. 81/2008. La contaminazione dei lavoratori può avvenire attraverso: - inalazione di goccioline d acqua, particolato e polveri contaminate e disperse attraverso le lavorazioni; - via cutanea o mucosa, contatto diretto con ferite nella pelle, contatto oculare; - via digestiva, contagio accidentale per cattiva igiene personale. Restano comunque sempre presenti, e difficilmente prevedibili, potenziali contatti con agenti biologici quali: puntura accidentale; abrasione con materiale infetto; morsi, punture di insetti, aggressioni da parte di animali. Tali fattori di rischio possono essere minimizzati mediante un adeguata formazione e sensibilizzazione del personale operante, mediante l uso dei DPI durante la permanenza in sito e mediante il controllo
10 PAG. 10 DI 13 visivo delle aree di lavoro. Obbligo dell utilizzo di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) quali guanti, mascherine, tute di protezione. Formazione ed informazione ai lavoratori. Separazione degli abiti civili da quelli da lavoro, i quali devono essere tolti quando si lascia il posto di lavoro e devono essere lavati e disinfettati con frequenza. Frequente lavaggio e disinfezione delle mani. Pulizia periodica degli ambienti di lavoro. Divieto di mangiare e bere al di fuori delle aree a ciò predestinate. 9 RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD ATMOSFERE ESPLOSIVE [Titolo XI D. Lgs. 81/2008] Nell impianto di produzione di CDR si evidenzia la presenza delle seguenti aree a rischi di esposizione ad atmosfere esplosive dovute alla presenza di polveri: Filtri raccolta polveri: i volumi interni alle condutture vengono classificati come Zona 22, la sezione sporca dei filtri come Zona 20 e la parte pulita dei filtri, i condotti di scarico e l intorno della bocca di scarico in atmosfera (volume distante 1 m dalla bocca) son classificati come Zona 22. Silo di stoccaggio del FLUF: l interno del silo e le tubazioni chiuse annesse ad esso vengono classificati come Zona 22. Trituratore secondario: l area viene classificata come Zona 21 per effetto delle polveri che si possono creare dall operazione di triturazione. Vagli secondari: l area interna viene classificata come Zona 22 per effetto di distacchi di polveri dalle pareti dei vagli. Cicloni di separazione e camere di calma: l area interna viene classificata come Zona 22 per effetto di un eventuale rimescolamento di polveri addensate sulle superfici e distaccatesi. Addensatrici: le parti internet vengono classificate come Zona 22 per effetto di eventuali distacchi di polveri dalle pareti in quantità significative. Si rimanda alla planimetria in Allegato 4 alla Nota informativa per l ubicazione delle aree classificate a rischio di esposizione ad atmosfere esplosive. Sulla base della classificazione delle aree e delle misure organizzative ed impiantistiche adottate, il livello di rischio di esposizione ad atmosfere esplosive all interno dell area di produzione CDR è stato valutato essere basso. Vengono effettuate attività di pulizia in fermata programmata per eliminare la polvere sulle superfici, mantenendo un livello di pulizia considerato buono. Sono effettuate verifiche giornaliere sullo stato degli eventuali depositi, al fine di intervenire prima del tempo stabilito qualora necessario (il limite di intervento può essere considerato la riconoscibilità dei colori sottostanti lo strato). Gli operatori al polipo di carico delle tramogge operano in modo tale da lasciare cadere il materiale nelle stesse da un altezza la più ridotta possibile rispetto al materiale già presente per minimizzare la polvere prodotta.
11 PAG. 11 DI 13 9 RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD ATMOSFERE ESPLOSIVE [Titolo XI D. Lgs. 81/2008] Vengono eseguiti controlli periodici dello stato manutentivo delle apparecchiature meccaniche ed elettriche con particolare riguardo a possibili infiltrazioni di polvere. E presente un sistema di aspirazione a servizio dell impianto. Le apparecchiature elettriche installate sono conformi rispetto alla classificazione delle aree a rischio di esplosione sopra descritte. Le zone a rischio sono segnalate con triangolo a fondo giallo e scritta nera Ex. E vietato fumare, utilizzare fiamme libere, utilizzare attrezzi manuali a scintilla multipla (a meno di un controllo continuo di assenza di atmosfera esplosiva), utilizzare attrezzature elettriche/elettroniche portatili non idonee al tipo di zona pericolosa. Utilizzo di attrezzi manuali antiscintilla o aventi caratteristiche in accordo con la Direttiva ATEX. Adozione della procedura dei Permessi di Lavoro. 10 RISCHIO INCENDIO [D.M. 10/03/1998] Il D.M. 10/03/1998 stabilisce i criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indica le misure di prevenzione e protezione antincendio da adottare, al fine di ridurre l insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi. Le aree dell impianto CDR oggetto del presente documento sono valutabili come a rischio di incendio medio. Le vie di esodo e le uscite di sicurezza sono segnalate mediante apposita cartellonistica che conduce all ingresso degli edifici. Sono presenti estintori a polvere e a CO 2 e idranti. Sono presenti le luci di emergenza su tutto l impianto. La sala controllo e la sala quadri elettrici sono protette con impianto di spegnimento automatico con gas inerte a CO 2. La fossa di ricezione rifiuto è protetta con impianto di spegnimento a diluvio ad apertura manuale e da videosorveglianza mediante una termocamera brandeggiante collegata alla sala del controllo WTE in grado di azionare l allarme. L impianto di biostabilizzazione è dotato di un sistema di sonde per la rilevazione della temperatura interna in grado di far azionare un sistema di allarme. I sistemi antincendio vengono sottoposti a periodiche verifiche e interventi di manutenzione. Le superfici calde sono adeguatamente coibentate. Nell impianto è presente segnaletica per l antincendio, corredata di mappe che indicano le modalità comportamentali e le vie di uscita di emergenza. E presente presso la sala controllo del cdr un armadio con dpi per l antincendio dotato di lastra a rottura idoneamente segnalato. Regolare manutenzione periodica dei dispositivi antincendio E predisposto e adottato un piano di emergenza. Vengono effettuate prove periodiche di evacuazione conformemente a quanto previsto dal piano di emergenza.
12 PAG. 12 DI RISCHIO DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI (DA RADIONUCLIDI) In riferimento all eventuale radioattività dei rifiuti presenti in impianto, è stata effettuata una valutazione dei potenziali rischi da radiazioni ionizzanti associate a radioisotopi ed è emerso che tutto il personale Herambiente è valutabile come personale non esposto. 12 RISCHI CONNESSI ALL ESPOSIZIONE AD AMIANTO [Capo III Titolo IX D. Lgs. 81/08] Presso il sito le coperture dell impianto di produzione CDR sono in cemento-amianto. Esse vengono regolarmente verificate in accordo alla normativa di riferimento in materia (D.M. 06/09/1994). Vengono periodicamente svolte analisi strumentali per rilevare l eventuale presenza di fibre aerodisperse nei luoghi di lavoro; le indagini hanno permesso di attestare che i valori riscontrati rimangono sempre ampiamente entro la soglia di riferimento (2 fibre/litro per analisi mediante SEM e 20 fibre/litro per analisi mediante MOCF). Il rischio presente è quindi mantenuto sotto controllo ed entro livelli accettabili. Regolare e periodica verifica dello stato delle coperture in cemento amianto. Indagini strumentali periodiche per rilevare la presenza di fibre aerodisperse. Divieto assoluto di manipolazione, lavorazione o alterazione dello stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto se non da parte di personale esterno opportunamente qualificato e incaricato da HERAmbiente SpA. 13 ATTIVITÀ IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O SPAZI CONFINATI [Titolo II D. Lgs. 81/08, Titolo IV D. Lgs. 81/08 e D.P.R. 177/11] Tutte la attività che sono svolte in ambienti confinati quali, ad esempio, in pozzi neri, fogne, camini, fosse, serbatoi, vasche e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, o in ambienti nei quali si sospetta la presenza di sostanze pericolose, possono essere svolte solo da imprese o da lavoratori autonomi qualificati in possesso di precisi requisiti identificati dal D.P.R. 177/2011. Le imprese che devono operare in ambienti confinati o sospetti di inquinamento sono qualificate ai sensi dell art. 2 comma 1 del DPR 177/11 e sono in possesso di specifiche procedure di lavoro dirette a ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati e a ottimizzare u8na eventuale fase di soccorso e coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e dei Vigili del Fuoco (rif.to all art. 3 comma 3 del DPR 177/11. Herambiente SpA ha redatto delle specifiche procedure operative che regolamentano le attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati presso gli impianti Herambiente. Le procedure contengono un resoconto delle misure di prevenzione e protezione applicabili ai lavori in spazi confinati. Le suddette procedure vengono discusse con le ditte terze in sede di riunione di coordinamento e costituiscono un riferimento per l analisi dei rischi e per l identificazione delle misure di prevenzione/protezione in relazione alla tipologia di lavoro e del contesto in cui lo stesso viene eseguito. Eventuali approfondimenti specifici per la mitigazione di tale tipologia di rischio possono poi essere
13 PAG. 13 DI ATTIVITÀ IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O SPAZI CONFINATI [Titolo II D. Lgs. 81/08, Titolo IV D. Lgs. 81/08 e D.P.R. 177/11] gestiti negli impianti Herambiente attraverso l adozione della procedura dei Permessi di lavoro. Le misure di prevenzione e protezione sono le seguenti: Coordinamento delle imprese esecutrici con Herambiente mediante permessi di lavoro. Adozione di specifiche procedure operative di lavoro. Formazione, informazione e addestramento del personale per operare in spazi confinati o sospetti di inquinamento. Adozione di specifici DPI e predisposizione di attrezzature per il recupero in caso di malore o infortunio.
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