Città Metropolitana di Genova

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1 Città Metropolitana di Genova PROVVEDIMENTO DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO ENERGIA, ARIA E RUMORE Protocollo Generale N / 2015 Atto N OGGETTO: Domanda di autorizzazione unica ambientale ai sensi del D.P.R.59/2013. Comparti scarico in corpo idrico superficiale, emissioni in atmosfera e acustica. Ditta Calcestruzzi S.p.A stabilimento di Campomorone Località Cravasco c/o area cava Castellaro In data 09/06/2015 il/la sottoscritto/a BRESCIANINI CECILIA ha adottato il provvedimento Dirigenziale di seguito riportato. Vista la Legge 7 aprile 2014 n. 56 e succ. modif. recante Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni ; Visti l Art. 107, commi 1, 2 e 3 del T.U. Leggi sull ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. n. 267 del e l art. 34 dello Statuto della Città metropolitana di Genova; Visto altresì l Art. 4, comma 2 del D.Lgs 165/01; Richiamato il vigente Regolamento sull ordinamento degli Uffici e dei Servizi;Visto il D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59 Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. in particolare, l art. 1, comma a, del D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59, che definisce Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.) il provvedimento rilasciato dallo sportello unico per le attività produttive, che sostituisce gli atti di comunicazione, notifica ed autorizzazione in materia ambientale di cui all art. 3 del medesimo decreto, ovvero: autorizzazione agli scarichi di cui al capo II del titolo IV della sezione II della Parte terza del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; comunicazione preventiva di cui all'articolo 112 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, per l'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi previste; autorizzazione alle emissioni in atmosfera per gli stabilimenti di cui all'articolo 269 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; autorizzazione generale di cui all'articolo 272 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; comunicazione o nulla osta di cui all'articolo 8, comma 4 o comma 6, della L. 26 ottobre 1995, n. 447; autorizzazione all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura di cui all'articolo 9 del D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99; comunicazioni in materia di rifiuti di cui agli articoli 215 e 216 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; altresì, l art. 1 del D.P.R. 13 marzo 2013, comma 2, che definisce la Provincia o la diversa autorità indicata dalla normativa regionale, l autorità competente ai fini del rilascio, rinnovo e aggiornamento dell Autorizzazione Unica Ambientale, che confluisce nel provvedimento conclusivo del procedimento adottato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive;

2 il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale ; La legge Regione Liguria 18/99; La circolare della Regione Liguria D.P.R.59/13. Prime indicazioni disciplina AUA. La circolare prot.n /gab del del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recante chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell autorizzazione unica ambientale nella fase di prima applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2013 n. 59 Visti, in particolare Il titolo I alla parte V del D.L.gs.152/2006 la Sezione II della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., Tutela delle acque dall inquinamento ; la L.R. 16 agosto 1995, n. 43, Norme in materia di valorizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall inquinamento ; il Regolamento Regionale 10 luglio 2009 n.4 Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di lavaggio aree esterne che reca al Capo II, la disciplina prevista dall art. 113, comma 3 del D.Lgs. 152/06; la legge n.447 del 26 ottobre 1995; la legge Regionale 20 marzo 1998 n.12; la D.G.R.n.534/99; PREMESSO CHE La Calcestruzzi S.p.A. ha presentato istanza di autorizzazione unica ambientale (A.U.A.) ai sensi del D.P.R.59/2013 per i comparti scarichi in corpo idrico superficiale, emissioni in atmosfera e acustica per lo stabilimento sito in Campomorone - Località Cravasco presso area cava Castellaro. L istanza completa comprensiva della documentazione relativa a tutti i comparti è pervenuta alla Città Metropolitana di Genova tramite SUAP del Comune di Campomorone in data ; In data 26 marzo 2015 con nota prot.n è stata data comunicazione dell avvio del procedimento, chiedendo al SUAP la convocazione della conferenza dei servizi referente per il giorno 22 aprile 2015 presso gli uffici della Città Metropolitana di Genova; Nel corso della conferenza dei servizi del 22 aprile 2015 è stato chiesto alla Calcestruzzi S.p.A. di fornire integrazioni; Il verbale della conferenza dei servizi è stato trasmesso con nota prot.n del 30 aprile 2015; In data 11 maggio 2015 sono pervenute dal SUAP del Comune di Campomorone le integrazioni tecniche fornita da Calcestruzzi S.p.A. VISTI il parere favorevole della ASL 3 Genovese dal punto di vista igienico sanitario di cui alla nota prot.n del 22 maggio 2015; il parere tecnico favorevole in materia di acustica del Comune di Campomorone prot.n.6313 del 22 maggio 2015 circa la conformità delle valutazioni previsionali di impatto acustico degli impianti rispetto alla normativa vigente; la nota prot.n.6847 del con cui lo stesso Comune ha confermato che sotto il profilo urbanistico non si rilevano incompatibilità alle Norme di Attuazione del vigente P.R.G.C. gli esiti dell istruttoria tecnica dell Ufficio Acqua e Derivazioni Idriche in data 15 maggio 2015 relativamente allo scarico di acque reflue industriali in corpo idrico superficiale;

3 la relazione istruttoria 37/2015 in data 29 maggio 2015 dell Ufficio Aria e Oli Minerali in materia di emissioni in atmosfera. DATO ATTO in data 5 giugno 2015 la Prefettura di Bergamo con nota prot.n.26633, pervenuta in data 08 giugno 2015, ha rilasciato informazioni ai sensi della D.Lgs.159/2011 come emendato dal D.Lgs. 218/2012 in merito alla posizione antimafia della Ditta che risulta iscritta in elenco White List. dell avvenuta verifica dell insussistenza di situazioni anche potenziali di conflitto di interesse da parte del responsabile di procedimento rispetto al procedimento assumendo. ATTESO che dalla documentazione agli atti si ricava che il ciclo produttivo presso lo stabilimento risulta essere per i vari comparti quello sintetizzato nel seguito. Per quanto concerne le emissioni in atmosfera L attività della Calcestruzzi SpA sarà essenzialmente costituito dalle seguenti fasi: 1) Coltivazione cava calcare denominata Castellaro; 2) Frantumazione, selezione e lavaggio di materiali in roccia; 3) Produzione di calcestruzzi preconfezionati (centrale di betonaggio). Gli impianti di frantumazione, selezione e lavaggio saranno impegnati mediamente 220 giorni l anno per la produzione di inerti e circa 48 giorni/anno per le operazioni di manutenzione ordinaria, con i seguenti orari indicativi: Dal lunedì al venerdì Sabato In funzione delle esigenze operative del lavori per il terzo valico dei Giovi l operatività del cantiere potrà estendersi su due turni lavorativi continuativi comprensivi del giorni festivi. Il ciclo produttivo può essere così schematizzato: a) Fase di coltivazione cava e trasporto del materiale all impianto di lavorazione - Perforazione del banco di roccia per inserimento esplosivo. La foratura del banco di roccia avviene mediante perforatrice cingolata con martello fuori foro. La perforatrice è dotata di filtro per il contenimento delle emissioni polverulente. Prima della volata delle mine, eseguite con 3e oliatore3i, viene regolarmente eseguita la bagnatura della coltre interessata. - Abbattimento del fronte di cava mediante esplosivo. - Movimentazione della roccia abbattuta fino all impianto di frantumazione. Il materiale abbattuto viene caricato con escavatore e trasportato all impianto con dumper di capacità di circa 63 tonnellate, pari a 35 m3. Sui piazzali e le piste di arroccamento nel periodo secco viene effettuata la bagnatura mediante autocisterna dotata di bocchettone di scarico. b) Impianto di frantumazione operante ad umido - Stazione primaria. Il materiale estratto viene scaricato all interno della tramoggia di alimentazione dell impianto di frantumazione primaria. In corrispondenza della tramoggia sono presenti nebulizzatori che si attivano in automatico contestualmente all avvio dell alimentatore della tramoggia stessa. Dalla tramoggia di alimentazione il materiale grezzo ed umidificato viene lavorato dal gruppo di frantumazione primaria per ridurre tutti gli aggregati ad una pezzatura inferiore a 250 mm.

4 Il materiale frantumato umido viene scaricato su un cumulo polmone - Stazione di preselezione, prelavaggio e sfangatura Dal cumulo polmone il materiale viene avviato al gruppo di preselezione, prelavaggio e sfangatura. In questa stazione il materiale, a seconda della granulometria (inferiore o superiore ai 30 mm) viene dirottato al ciclo di frantumazione a secco (se superiore) o a quello ad umido. Come sistemi di abbattimento polveri sono presenti: Docce su vaglio vibrante; Lavaggio in controcorrente del materiale all interno della sfangatrice a palette; Copertura nastro trasportatore posizione B con lamierino zincato - Stazione di selezione e lavaggio aggregati Il gruppo di vagliatura e lavaggio degli aggregati riceve il materiale dal gruppo di sfangatura e dal ciclo di produzione a secco, lo lava e lo seleziona per formare 5 prodotti finali di aggregati (3 ghiaie e 2 sabbie). Come sistemi di abbattimento polveri sono presenti: Docce su vaglio vibrante (pos 13) e gruppi recupero sabbie (pos 14 e 17) Nebulizzatori in corrispondenza dei cumuli di sabbia (pos S e Q) - Stazione di frantumazione secondaria ad umido Questa stazione è caratterizzata da un frantoio a martelli secondario che riduce le pezzature troppo grosse in aggregati finiti con dimensioni inferiori a 30 mm, le quali vengono successivamente convogliate sul vaglio a secco. Le ghiaie bagnate, con pezzatura superiore a 30 mm,. Vengono stoccate in una tramoggia polmone da 15 mc e da qui inviate al mulino a martelli e poi al vaglio vibrante a secco coperto. Come sistemi di abbattimento polveri sono presenti: Docce su vaglio vibrante (pos 5) Nebulizzatori ad acqua sulla tramoggia del mulino a martelli pos 7 Tamponatura mulino a martelli pos 5 con pannelli in lamiera grecata Copertura nastro trasportatore pos C con lamierino zincato - Sistema di frantumazione quaternaria ad umido Viene impiegato un mulino a barre per produrre sabbia fine dalla ghiaia. L operazione è svolta integralmente ad umido. c) Stazione di frantumazione terziaria e vagliatura a secco Trattasi di ciclo chiuso di lavorazione a secco composto essenzialmente da un frantoio a martelli terziario e da un vaglio vibrante. I dispositivi atti a contenere le emissioni polverulente sono: tamponatura del mulino a martelli (pos 10) con pannelli in lamiera grecata e posizionamento di cappe aspiranti con relativo filtro a maniche in corrispondenza del punto di alimentazione e scarico del mulino tamponatura vaglio vibrante a secco (pos 8) con pannelli in lamiera grecata e posizionamento di cappe aspiranti con relativo filtro a maniche in corrispondenza della parte superiore del vaglio Copertura nastri trasportatori posizione C, D, E, H con lamierino zincato. d) Stoccaggio e caricamento sui mezzi di trasporto del prodotto finito Gli aggregati prodotti vengono principalmente stoccati sui cumuli posizionati sotto i nastri trasportatori. Qualora lo spazio sotto i nastri non fosse sufficiente, questi vengono caricati mediante pala gommata e stoccati, con l ausilio di autocarri, presso altre aree disponibili all interno della cava. I dispositivi atti a contenere le emissioni sono: Bagnatura delle piste interne di transito con spruzzatori d acqua a getto lungo Eventuale bagnatura manuale dei cumuli di stoccaggio a necessità

5 Descrizione dell impianto con filtro a maniche asservito a c) In corrispondenza del ciclo produttivo a secco dell impianto di lavorazione inerti verrà installato un impianto con filtro a maniche per il trattamento delle emissioni polverulente Lo stesso sarà asservito a: vaglio a secco con cappa aspirante (pos 8) mulino a martelli terziario con cappa aspirante (pos 10) linea di aspirazione dalle cappe aspiranti al filtro a maniche filtro a maniche autopulenti (E1) linea di convogliamento al ciclo di produzione ad umido delle polveri recuperate. Caratteristiche filtro a maniche Numero maniche 450 Superficie singola manica in m2 1 Superficie totale in m2 450 Velocità attraversamento maniche in m/min 1,67 Tipo di tessuto Tessuto sintetico feltro agugliato Grammatura in g/m Metodo di pulizia Punto di emissione E1 48 elettrovalvole di lavaggio maniche Tramoggia inferiore per raccolta polveri con scaricatore alveolare rotativo Punto emissione E1 Ciclo/fase Vaglio + mulino H punto emissione 6 m sls (da valutare in sede di installazione) Diametro camino Durata emissione Portata nominale (m3/h a 0 C e 1013 hpa) Concentrazione (mg/m3 a 0 C e 1013 hpa) Perdita di carico in mm CA 1,1 m 8 h/h (max 14 h/g) Polveri <10 < 150 e) impianto betonaggio La centrale di betonaggio, avente capacità di confezionamento pari a 140 mc/h e potenza installata di 400 Kw, sarà costituita dai seguenti elementi: - stoccaggio aggregati Gli aggregati lapidei umidi (>6%) sono stoccati nel gruppo tramogge a 6 scomparti di stoccaggio/dosaggio. I nastri trasportatori sono dotati di idonee coperture anti polvere. - Stoccaggio cementi Lo stoccaggio dei leganti idraulici avviene nei 6 silos metallici (3 per ciascuna linea di carico) della capacità di 85 t cadauna. Ogni silo è dotato di filtro passivo per la depolverazione dell aria di insilaggio attraverso il condotto di sfiato nonché di valvola di sicurezza meccanica di sovrapressione. - Stoccaggio additivi Gli additivi sono stoccati in apposite cisterne di acciaio collocate in un bacino di contenimento opportunatamente dimensionato per le fuoriuscite accidentali - Stoccaggio acqua L approvvigionamento dell acqua per la produzione calcestruzzo avviene tramite prelievo autorizzato dal corso d acqua adiacente la cava. La stessa viene stoccata in serbatoio da l. Dosaggio aggregati Dosaggio cemento

6 Dosaggio additivi Dosaggio acqua Le succitate fasi per la determinazione della quantità e della tipologia di calcestruzzo prodotto vengono gestite dall operatore direttamente tramite database. Premiscelazione del calcestruzzo Linee di carico autobetoniere Emissioni in atmosfera Punto emissione E1, E2, E3, E4, E5, E6 Ciclo/fase altezza punto emissione Portata nominale (m3/h a 0 C e 1013 hpa) Concentrazione (mg/m3 a 0 C e 1013 hpa) Perdita di carico in mm CA Silos cemento 18 m sls 1200 Polveri <10 90 Caratteristiche filtro a maniche Numero maniche 36 Superficie singola manica in m2 0,33 Superficie totale in m2 12 Velocità attraversamento maniche in m/min 0,028 Tipo di tessuto Agugliato poliestere Grammatura in g/m2 500 Metodo di pulizia Controlavaggio pneumatico Punto emissione E7, E8 Ciclo/fase Premescolatori linea A, linea B altezza punto emissione Portata nominale (m3/h a 0 C e 1013 hpa) Concentrazione (mg/m3 a 0 C e 1013 hpa) Perdita di carico in mm CA 13 m sls 1580 Polveri 2,65 70 Caratteristiche filtro a cartucce Numero cartucce 14 Superficie singola manica in m2 15,71 Superficie totale in m2 22 Velocità attraversamento maniche in m/min 0,02 Tipo di tessuto Fibra poliestere non tessuto Grammatura in g/m2 265 Metodo di pulizia Controlavaggio pneumatico Punto emissione E9, E10 Ciclo/fase Sfiati bilance cemento linea A, linea B altezza punto emissione Portata nominale (m3/h a 0 C e 1013 hpa) Concentrazione (mg/m3 a 0 C e 1013 hpa) Perdita di carico in mm CA 10,5 m sls 72 Polveri <10 70 Caratteristiche filtro a cartucce Numero cartucce 1 Superficie singola manica in m2 1 Superficie totale in m2 1 Velocità attraversamento maniche in m/min 0,02

7 Tipo di tessuto Fibra poliestere non tessuto Grammatura in g/m2 265 Metodo di pulizia Controlavaggio pneumatico RITENUTO Manutenzione impianti di abbattimento I dispositivi di abbattimento polveri a presidio dell impianto di betonaggio, frantumazione e selezione saranno sottoposti al piano di manutenzione ordinaria stabilita dai fabbricanti. Tutti i presidi di abbattimento disporranno di un dispositivo per il controllo in continuo del valore di pressione differenziale del filtro. I presidi risulteranno in piena efficienza fintanto che la perdita di pressione non ecceda la misura di 150 ml di H20. di non fissare alcune limite né controllo periodico alle emissioni E1, E2, E3, E4, E5, E6, E7, E8, E9, E10 derivanti dal carico cemento nei silos, dai premescolatori linea A e LINEA B e dagli sfiati bilance cemento linea A e B CONSIDERATO che sussistano i presupposti per autorizzare ai sensi dell art.269 del D.Lgs.152/2006 l assetto impiantistico della CALCESTRUZZI S.p.A. per lo stabilimento sito in Campomorone Località Cravasco area Cava Castellaro, tenuto conto che lo stesso è conforme ai disposti del medesimo D.L.gs.152/2006. Per quanto concerne gli scarichi idrici Attività Il progetto presentato dalla ditta Calcestruzzi S.p.A. prevede la realizzazione di un impianto tecnologico per la produzione di calcestruzzi preconfezionati da installare presso la cava di calcare dolomitico sita in Località Cravasco nel Comune di Campomorone. L intervento complessivo, concepito come integrazione dell attività estrattiva e di lavorazione dei materiali inerti nella Cava Castellaro, è finalizzato a lavorare il materiale ottenuto dalla coltivazione della cava stessa e identificata come sito estrattivo funzionale al progetto definitivo Terzo Valico dei Giovi Linea AV/AC Milano-Genova. L impianto in progetto sarà essenzialmente costituito da due sezioni distinte: 1) Frantumazione, selezione e lavaggio di materiali di roccia. 2) Produzione di calcestruzzi preconfezionati (centrale di betonaggio). Sezione impianto di frantumazione, selezione e lavaggio di inerti La nuova sezione di frantumazione, selezione e lavaggio sostituirà l attuale ciclo di lavorazione degli inerti non più idoneo ad ottenere la qualità e le tipologie di prodotti richiesti. Iniziata la produzione con le nuove istallazioni, l esistente verrà dismesso e demolito. L impianto tecnologico per la produzione di aggregati sarà costituito da un insieme di macchine e carpenterie metalliche atte a frantumare, lavare e selezionare gli aggregati naturali ed immagazzinarli in apposite aree per poi essere successivamente trasferiti negli impianti per la produzione di calcestruzzo, conglomerati bituminosi e prefabbricati. L impianto in parola ha avrà una capacità oraria di circa 250 ton/h (circa ton/anno). I principali componenti del nuovo impianto di frantumazione, selezione e lavaggio sono: - gruppo tramoggia di carico e frantumazione primaria caratterizzato da tramogge, alimentatori, frantoi e nastri trasportatori, ha la funzione di ridurre il materiale di cava ad una pezzatura inferiore ai 250 mm che viene, mediante nastri trasportatori, scaricato su un cumulo che alimenterà il successivo processo; - gruppo di sfangatura, preselezione e prelavaggio ha la funzione di prelevare il materiale dal gruppo di frantumazione primario e suddividere le pezzature inferiori a 30 mm destinate alla produzione degli aggregati fini dalle pezzature superiori a 30 mm che verranno ulteriormente frantumate; - gruppo di frantumazione secondario e terziario ha lo scopo di ridurre la pezzatura superiore a 30 mm fino ad una granulometria idonea (0 30 mm) per la produzione di aggregati finiti;

8 - gruppo di vagliatura e lavaggio aggregati ha la funzione di lavare e selezionare gli aggregati nelle classi granulometriche richieste (ghiaie e sabbie); - gruppo di frantumazione quaternaria svolge la funzione di frantumare gli esuberi delle ghiaie per produrre sabbia fine (0 3 mm); - impianto di chiarificazione delle acque di lavaggio degli aggregati e filtropressatura dei fanghi le acque chiarificate vengono immesse nuovamente nell impianto di lavaggio degli aggregati mentre i fanghi disidratati vengono trasportati nelle apposite aree individuate all interno della cava; - stazione di pompaggio acque pulite l approvvigionamento delle acque pulite avviene principalmente riutilizzando le acque di lavaggio chiarificate dall impianto di trattamento e dalla presa di acqua presente nei rii Campi e Becco. Negli impianti di selezione e frantumazione dove è necessario il lavaggio più o meno energico dei materiali, si impiegano grandi quantitativi d acqua per soddisfare i requisiti di pulizia richiesti ai prodotti finiti. Come risultato si ha una torbida composta da acqua, argilla, limo e sabbia finissima. Normalmente i quantitativi di acqua utilizzati per le operazioni di lavaggio sono compresi tra i 3000 ed i 4000 litri per ogni metro cubo di inerte lavorato. Le torbide di lavaggio dall impianto di selezione e frantumazione vengono inviate ad un impianto di chiarificazione e filtropressatura dei fanghi costituito da: - Chiarificatore a braccio raschiante costituito da una vasca di decantazione circolare (500 m 3 ) dove per gravità le frazioni solide più pesanti tendono depositarsi sul fondo della stessa. La sedimentazione delle particelle solide viene velocizzata con l inserimento di un flocculante prima dell ingresso delle torbide nella vasca del chiarificatore. Sul fondo del decantatore è installata una lama raschiante che ha la funzione di addensare e convogliare i solidi depositati verso il centro della vasca da cui, mediante pompa specifica, si opera l estrazione dei fanghi. Nel perimetro superiore della stessa vasca si ha lo sfioro dell acqua pulita chiarificata che verrà convogliata per stramazzo in un serbatoio di accumulo. La portata di acque torbide in ingresso al chiarificatore sarà pari a circa 450/500 m 3 /h.; - serbatoio di accumulo dell acqua chiarificata della capacità di circa 60 m 3, da dove mediante pompaggio verrà rimessa totalmente nel ciclo del lavaggio degli inerti (ciclo chiuso). Nella stessa vasca è immessa costantemente una percentuale di acqua pulita proveniente dal punto di presa acqua esistente ad integrare la quantità assorbita dai materiali lavorati o trattenute dai fanghi residui. Le pompe di rilancio dell acqua chiarificata presentano una portata complessiva pari a circa m 3 /h; - il fango proveniente dall impianto di chiarificazione viene accumulato in una vasca di stoccaggio (150 m 3 ) dove mediante agitazione viene mantenuto omogeneizzato. Una pompa della potenzialità minima pari a 150 m 3 /h estrae il fango dalla vasca e lo invia in pressione all interno della filtropressa. L acqua residua derivante dalla fase di filtropressatura viene recuperata e riciclata in testa all impianto, mentre i fanghi palabili vengono trasportati nei luoghi della cava identificati per essere ricomposti con questo materiale. Volume di fango filtro pressato in uscita fino a 13 m 3 /h. Il quantitativo di acqua recuperata con il sistema sopra descritto è stimabile mediamente in circa il 75-80% del quantitativo complessivo d acqua utilizzato nell impianto di selezione e lavaggio inerti. ACQUE DILAVAMENTO PIAZZALI La ditta Calcetruzzi S.p.A., in relazione all area dell insediamento occupata dall impianto di selezione, frantumazione e lavaggio dei inerti, dalle zone di stoccaggio dei materiali ottenuti, dalla viabilità interna, ecc., intende operare la raccolta delle acque di dilavamento che interessano tali superfici. Per ragioni tecniche il sito industriale è stato suddiviso in due aree distinte, piazzali superiori e piazzale inferiore, entrambe caratterizzate da un proprio punto di scarico in corpo idrico superficiale. Piazzale Superiore Attualmente quest area è occupata dagli impianti di lavorazione inerti e lavaggio ruote dei mezzi, dai fabbricati e dalle strade asfaltate per viabilità interna. Tutte le acque piovane ricadenti sul piazzale in parola e le acque derivanti dal processo di produzione inerti, vengono convogliate, trattate e scaricate come previsto dall autorizzazione allo scarico rilasciata con Provvedimento Dirigenziale n del

9 Il nuovo progetto, ad eccezione dell impianto di lavorazione inerti che verrà spostato nel piazzale inferiore, verranno mantenute le strade asfaltate di viabilità interna e l impianto di lavaggio ruote. Tutte le acque derivanti dall impianto di lavaggio ruote, nonché le acque piovane ricadenti sui piazzali e strade di transito dei mezzi (superficie circa 3700 m 2 ), verranno convogliate, tramite canalette metalliche, in tre vasche di decantazione poste in serie rispettivamente con capacità pari a 30 m 3, 5 m 3, 300 m 3 ed infine in una ulteriore vasca di accumulo della capacità di 300 m 3. Da quest ultima vasca, tramite pompa, l acqua viene inviata a ciclo chiuso all impianto di lavaggio degli inerti e chiarificazione delle acque. Nei periodi di fermo impianti, le stesse vasche assolvono invece la funzione di camere d espansione per le acque piovane che, per mezzo di stramazzi, vengono scaricate mediante tubazione nel Rio Campi. Le vasche sopra citate vengono pulite periodicamente, a seconda delle esigenze, dalla sabbia depositata sul fondo che viene recuperata come materiale edile. Il sistema di intercettazione delle acque meteoriche ricadenti sui piazzali/piste di transito e manovra dei mezzi è costituito dalle diverse pendenze delle superfici, tutte orientate verso un unico pozzetto di raccolta e convogliamento acque. Lo scarico risulta a carattere discontinuo con una portata variabile in funzione della quantità di acqua riutilizzata nel ciclo produttivo e dall intensità delle precipitazioni atmosferiche. La portata dello scarico viene misurata tramite un sensore posizionato sulla tubazione di scarico ed i dati rilevati vengono registrati in automatico su un registratore digitale consultabile in loco. Sulla tubazione di scarico è presente un pozzetto per il prelievo dei campioni fiscali. Al momento allo scarico in oggetto vengono convogliate anche le acque derivanti dall attuale impianto di produzione inerti; tale procedura verrà mantenuta sino alla dismissione del vecchio impianto di frantumazione, sostituiti con un nuovo impianto di frantumazione, selezione e lavaggio inerti, completamente a ciclo chiuso. Piazzale Inferiore Quota 304 Il piazzale inferiore ospiterà gli impianti di lavorazione inerti e trattamento acque e lo stoccaggio degli inerti. La superficie non risulta impermeabilizzata ad eccezione dei basamenti su cui insistono gli impianti di lavorazione. Le acque reflue derivanti dal gocciolamento dell impianto di lavorazioni inerti, dal drenaggio dei cumuli di stoccaggio degli inerti e quelle meteoriche ricadenti sul piazzale inferiore, tramite un sistema di intercettazione costituito da diverse pendenze e canalizzazioni vengono convogliate in una vasca di raccolta della capacità di circa 20 m 3, posizionata nella parte più bassa del piazzale. Tale vasca sarà caratterizzata da due setti divisori interni, di ci uno amovibile in modo da essere utilizzato in funzione della torbidità dell acqua, da una pompa di rilancio delle acque decantate e da pozzetto di campionamento delle acque scaricate in corpo idrico superficiale. Le acque chiarificate, quando gli impianti di lavorazione sono in funzione, verranno pompate nel ciclo chiuso dell impianto di lavaggio inerti e trattamento acque. Nei periodi prolungati di fermo impianti le acque piovane, mediante stramazzi, vengono scaricate in corpo idrico superficiale affluente del Rio Campi. Il punto di scarico sarà posizionato alle coordinate geografiche in proiezione Gauss-Boaga: - longitudine Est latitudine Nord Il progetto presentato dalla ditta Calcestruzzi S.p.A. prevede inoltre la realizzazione di un impianto tecnologico per la produzione di calcestruzzi preconfezionati, concepito come integrazione dell attività estrattiva e di lavorazione dei materiali inerti che la ditta effettua presso la Cava Castellaro. La centrale di betonaggio è strettamente collegata alla vita utile della cava, ed una volta terminata l impianto di betonaggio verrà rimosso dal sito. Centrale di betonaggio I componenti della centrale di betonaggio saranno posizionati su un area avente una superficie pari a circa 1340 m 2. I principali componenti della centrale di betonaggio sono: - gruppo stoccaggio/dosaggio inerti. Ha la funzione primaria di immagazzinare le materie prime inerti (sabbia e ghiaia) ed effettuare il dosaggio nelle debite proporzioni;

10 - linea carico inerti (tramogge e nastri trasportatori); - stoccaggio cementi. Costituito da 5 silos collegati con i dosatori cemento con coclee di estrazione; - torrette di pre-mescolazione. Avviene la miscelazione standardizzata delle materie prime (inerti, cemento, acqua, additivi), prima della immissione del prodotto calcestruzzo in betoniera. Le betoniere si dispongono sotto le torrette per effettuare il caricamento del calcestruzzo allo stato fresco. L impianto è dotato di due punti di carico delle betoniere ed ha una potenzialità produttiva massima di 110 m 3 /h di calcestruzzo. Sono previste produzioni medie di 500 m 3 /giorno e punte di 1000 m 3 /giorno. Le acque reflue derivanti dal processo di produzione del calcestruzzo sono: 1) Acque di lavaggio del pre-mescolatore. 2) Acque di lavaggio delle betoniere (300 litri di acqua per ogni lavaggio). 3) Acque di dilavamento le aree di processo, ovvero le superfici impermeabili sulle quali insiste direttamente l impianto di produzione (450 m 2 ). Le acque reflue sopra elencate vengono ricondotte ad un sistema di vasche di decantazione in cemento armato poste vicino alla centrale di betonaggio. Il sistema di piazzole e vasche è concepito in modo da separare la frazione solida contenuta nei reflui da quella liquida, con un processo esclusivamente fisico di decantazione, allo scopo di recuperare l acqua e riutilizzarla a ciclo chiuso nella produzione di calcestruzzo. Il volume utile delle vasche in oggetto è pari a circa 65 m 3, non è previsto nessuno scarico di troppo pieno e le acque recuperate vengono riutilizzate totalmente nel ciclo produttivo. La frazione solida risultante dalla chiarificazione dei reflui viene avviata a smaltimento secondo le norme di legge che regolano la gestione dei rifiuti non pericolosi. Dalla centrale di betonaggio derivano inoltre delle acque reflue costituite dalle acque piovane di dilavamento che interessano le aree pavimentate di completamento e collegamento tra le parti dell impianto tecnologico, diverse dalle aree di processo, aventi una superficie impermeabile di circa 818 m 2. Tali acque di dilavamento verranno captate da caditoie ed attraverso tubazioni interrate inviate ad un apposito impianto di depurazione, opportunamente dimensionato per il trattamento dei primi 5 mm di acque piovane, posto sotto la quota del piazzale stesso. Le acque di seconda pioggia verranno deviate e convogliate direttamente nel Rio Ca Ruia come acque bianche. L impianto di depurazione delle acque di prima pioggia risulta costituito da: - ripartitore di portata tra le acque di prima e di seconda pioggia; - valvola a farfalla con otturatore pneumatico che si chiude una volta raggiunto il riempimento della sezione di accumulo; - vasca di accumulo in polietilene della capacità pari a 6 m 3. Dopo la sedimentazione e sempre in funzione delle effettive condizioni dell evento meteorico individuate dal sensore di pioggia, una pompa provvederà ad avviare al trattamento di de oliatura le acque accumulate; - 10e oliatore statico; - pozzetto con filtro oleassorbente; - pozzetto di campionamento. Lo scarico sarà di tipo discontinuo e verrà effettuato nel Rio Ca Ruia, affluente del Rio Campi. Coordinate Gauss-Boaga del punto di scarico: - longitudine Est ; - latitudine Nord Nel progetto presentato dalla Calcestruzzi S.p.A. si attesta che i sistemi di trattamento ed i materiali adottati conformi alle norme UNI EN 858 e DIN Viene garantita la potenzialità dell impianto di trattate le acque di prima pioggia ricadenti su una superficie di 1000 m 2 facendo riferimento ad una precipitazione di 5 mm. Uniformemente distribuita sull intera superficie scolante servita dalla rete di regimazione. Si attesta inoltre la rimozione degli inquinanti caratteristici entro i limiti previsti per gli scarichi industriali in acque superficiali, come da tab. 3 dell Allegato 5 al D.Lgs. 3 aprile 2006 n Il Piano presentato contiene inoltre la documentazione relativa al disciplinare delle operazioni di prevenzione

11 e gestione contenente le informazioni di cui al punto 3) dell Allegato A del Regolamento Regionale 10 luglio 2009 n.4. Relativamente alla gestione delle acque di dilavamento dei tetti delle installazioni che saranno in servizio presso l unità produttiva la ditta informa che, a scopo cautelativo, trattandosi di coperture soggette a deposito delle polveri diffuse prodotte sia dalla circolazione dei mezzi operativi che dal medesimo esercizio degli impianti, verranno anch esse convogliate nel circuito di regimazione e trattamento delle acque meteoriche in funzione presso l insediamento in oggetto. Distributore carburante L insediamento sarà dotato di un impianto di distribuzione carburante utilizzato per il rifornimento dei mezzi operativi interni presso la cava Castellaro. Il serbatoio avrà una capacità di circa 9 m 3 e verrà utilizzato esclusivamente per combustibile di classe C (gasolio). Tale serbatoio sarà posizionato su piazzuola rialzata in calcestruzzo, all interno di un bacino di contenimento a terra per una capacità corrispondente ad almeno la metà del serbatoio che dotato di una copertura metallica per la protezione dagli agenti atmosferici. Le acque piovane che interessano l area di distribuzione carburante, verranno anch esse convogliate nel circuito di regimazione e trattamento delle acque meteoriche in funzione presso l insediamento in oggetto. Potranno anche essere utilizzati bacini mobili di contenimento da posizionarsi sotto il serbatoio del mezzo da rifornire, al fine di raccogliere eventuali gocciolamenti e/o spandimenti accidentali che possono verificarsi durante tale operazione. Impianto 11e oliator Il sistema di lavaggio ruote consiste nella pulizia manuale eseguita con apposita bocchetta d acqua che permette di lavare il mezzo di trasporto in tutto il suo perimetro. L area adibita al lavaggio è ubicata in prossimità dell uscita dal sito produttivo ed è caratterizzata da una superficie asfaltata in contropendenza rispetto alla strada pubblica esterna. Le acque di lavaggio scorrono per pendenza verso una ferritoia posta a valle dell area adibita al lavaggio. Le acque reflue, così convogliate, vengono immesse in una vasca di sedimentazione in calcestruzzo della capacità di 5 m 3 e da questa inviate al circuito a ciclo chiuso dell impianto di frantumazione, selezione e lavaggio degli inerti. Approvvigionamento idrico La quantità d acqua utilizzata per le operazioni di lavaggio degli aggregati e per le altre esigenze dell insediamento, a reintegro della parte ottenuta dal sistema a ciclo chiuso, viene garantita dall attingimento situato lungo i rii Campi e Becco. Viene stimato che il quantitativo di acqua nuova necessaria per compensare le perdite ammonta a circa / m 3 /anno, equivalenti a circa 45/70 m 3 /h con l impianto in funzione. L eventuale acqua di sorgente, eccedente il fabbisogno del momento, verrà scaricata tal quale direttamente in corpo idrico superficiale, mediante stramazzo di troppo pieno presente sul silos di stoccaggio da 90 m 3. Per quanto concerne la materia acustica La Società ha presentato due distinte relazioni per quanto riguarda la lavorazione inerti e per quanto riguarda l impianto produzione calcestruzzo Gli impianti saranno attivi nei giorni feriali e le lavorazioni avverranno nel solo periodo diurno Dalle risultanze emerge il rispetto dei limiti di legge relativamente ai punti di emissione ed immissione dei ricettori considerati. CONSIDERATO che configurino i presupposti per rilasciare autorizzare unica ambientale ai sensi del D.P.R.59/2013 per i

12 comparti aria, scarichi idrici e rumore a favore della CALCESTRUZZI SPA per lo stabilimento sito in Campomorone Località Cravasco area Cava Castellaro, tenuto conto che l assetto impiantistico è conforme ai disposti di legge. D I S P O N E di rilasciare, per la durata di 15 anni a decorrere dalla data di adozione del presente provvedimento, autorizzazione unica ambientale ai sensi del D.P.R.59/2013 alla Calcestruzzi S.p.A. Via Camozzi 24 Bergamo BG, relativamente allo stabilimento di Campomorone Località Cravasco area Cava Castellaro, per i comparti scarico in corpo idrico superficiale, emissioni in atmosfera e rumore, come di seguito indicato: Scarichi di acque reflue industriali in corpo idrico superficiale 1. di autorizzare la ditta Calcestruzzi S.p.A. allo scarico delle acque reflue industriali derivanti dal dilavamento del piazzale superiore dell insediamento produttivo, ubicato in Via Cravasco 1 Località Isoverde nel Comune di Campomorone, ed avente recapito nel Rio Campi nel punto di coordinate geografiche in proiezione Gauss-Boaga Longitudine Est e Latitudine Nord , ai sensi della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., e della la l. r. 16 agosto 2005, n. 43, nel rispetto dei limiti di cui alla tabella 3, I colonna, dell Allegato 5 alla parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; 2. di sottoporre la ditta Calcestruzzi S.p.A. in relazione all autorizzazione suddetta, al rispetto delle seguenti prescrizioni; a) la ditta, al termine dei lavori di trasformazione dell area in parola e di dismissione dell attuale impianto di selezione/frantumazione,dovrà comunicare alla Città Metropolitana di Genova Direzione Ambiente Ambiti Naturali e Trasporti e all ARPAL Dipartimento Provinciale di Genova, la data di attivazione dello scarico tempestivamente, al più tardi contestualmente all invio delle prime analisi di controllo previste alla successiva lett. L); b) Le varie vasche di raccolta, di decantazione e di calma dovranno essere periodicamente pulite dai fanghi che si depositano sul fondo delle stesse; c) L intera rete di captazione, raccolta e convogliamento delle acque meteoriche e gocciolamenti (cunette, caditoie, canalette, ecc.) deve essere tenuta costantemente libera da detriti e perfettamente efficiente; d) le pendenze di scorrimento delle superfici impermeabili interessate dovranno essere tali da garantire il regolare deflusso delle acque ai sistemi di raccolta e convogliamento (caditoie, pozzetti, griglie, ecc.); e) la vasca di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento del piazzale di carico e manovra mezzi e delle acque di gocciolamento dell impianto di frantumazione, dovrà essere periodicamente pulita dai fanghi sedimentati sul fondo. La pulizia dai detriti dovrà essere effettuata su tutta la sua superficie, al fine di avere a disposizione il massimo della sua capacità di stoccaggio. f) dovrà essere garantita la possibilità di effettuare campionamenti a valle dell impianto di depurazione e prima dello scarico finale; g) Il contatore volumetrico allo scarico dovrà essere mantenuto sempre in funzione ed in perfetta efficienza. In caso di disservizio e/o sostituzione dovranno essere annotati sul quaderno di registrazione dati la data dello stesso, la data del ripristino, il valore segnato alla data del disservizio e quello segnato alla data di ripristino; h) Devono essere evitati eventuali fenomeni di tracimazione delle acque e/o smottamenti degli argini nelle due vasche di ispessimento fanghi;

13 i) I valori limite di emissione non potranno essere in alcun caso conseguiti mediante diluizione con acque prelevate allo scopo; j) Nel caso i fanghi prodotti dalla depurazione delle acque vengano smaltiti come rifiuti, dovrà essere impiegata apposita ditta autorizzata ai sensi di legge; la documentazione relativa alle operazioni di smaltimento dovrà essere conservata dal titolare dello scarico e messa a disposizione, su richiesta della Provincia di Genova e delle strutture tecniche di controllo per un periodo di cinque anni; k) la ditta dovrà provvedere all esecuzione di analisi di controllo allo scarico ogni 12 mesi sui seguenti parametri: colore, ph, solidi sospesi totali, cloruri. Le analisi dovranno essere eseguite su campioni medi compositi sulle tre ore con metodiche IRSA-CNR. Modalità di campionamento differenti dovranno essere giustificate nel verbale di campionamento. I risultati analitici dovranno essere trasmesse alla Città Metropolitana di Genova tempestivamente. Le analisi dovranno essere eseguite da Tecnico abilitato, il quale dovrà indicare nel referto l appartenenza al proprio Ordine Professionale e i metodi analitici utilizzati. I risultati dovranno essere corredati da un verbale di campionamento che contenga la descrizione dello stato di funzionamento dell impianto di depurazione all atto del campionamento, delle modalità di campionamento, delle modalità di conservazione del campione. Il campione dovrà essere prelevato dal personale del laboratorio che effettuerà le analisi. Le operazioni di campionamento, prelievo e conservazione del campione dovranno essere conformi alle metodiche IRSA CNR; l) il termine entro cui effettuare le prime analisi di cui al punto precedente è fissato a 30 giorni dalla data di attivazione dello scarico, che dovrà essere comunicata con le modalità indicate alla precedente lett. A); m) contestualmente all invio dei referti di analitici, di cui al punto precedente, dovrà essere comunicato il valore segnato dal contatore volumetrico asservito allo scarico al momento del campionamento; 3. di autorizzare la ditta Calcestruzzi S.p.A. allo scarico delle acque reflue industriali derivanti dal piazzale inferiore Quota 304 dell insediamento produttivo, ubicato in Via Cravasco 1 Località Isoverde nel Comune di Campomorone, ed avente recapito in rio affluente del Rio Campi nel punto di coordinate geografiche in proiezione Gauss-Boaga Longitudine Est e Latitudine Nord , ai sensi della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., e della la l. r. 16 agosto 2005, n. 43, nel rispetto dei limiti di cui alla tabella 3, I colonna, dell Allegato 5 alla parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; 4. di sottoporre la ditta Calcestruzzi S.p.A. in relazione all autorizzazione suddetta, al rispetto delle seguenti prescrizioni; a) la ditta dovrà comunicare alla Città Metropolitana di Genova Direzione Ambiente Ambiti Naturali e Trasporti e all ARPAL Dipartimento Provinciale di Genova, la data di attivazione dello scarico tempestivamente, al più tardi contestualmente all invio delle prime analisi di controllo previste alla successiva lett. H); b) la vasca di decantazione dovrà essere sottoposta a corretta e costante manutenzione e periodicamente sottoposta ad operazioni di pulizia mediante rimozione dei fanghi depositati sul fondo, al fine di garantire sempre una buona capacità di accumulo e di depurazione; c) l intera rete di intercettazione e convogliamento delle acque reflue e di dilavamento (canalette, cunette, pozzetti, pompe di rilancio, etc ) dovrà essere tenuta costantemente in perfettamente efficienza; d) eventuali disservizi relativi alla pompa di rilancio, collocata nella vasca di raccolta e utilizzata per il riciclo delle acque all impianto di lavaggio inerti e trattamento delle acque, dovranno essere annotati sul quaderno di manutenzione e registrazione dati dello scarico, specificando ora e data del guasto e data e ora del ripristino; e) prima della data di attivazione dello scarico dovrà essere predisposto un pozzetto di campionamento in uscita dall impianto di trattamento e prima del punto di scarico,

14 realizzato in modo tale da consentire un ristagno di acque reflue, di almeno 5 litri, da potersi prelevare anche durante i periodi in cui lo scarico non sia attivo; f) i valori limite di emissione non potranno essere in alcun caso conseguiti mediante diluizione con acque prelevate allo scopo, con acque di raffreddamento o di lavaggio; g) la ditta dovrà provvedere all esecuzione di analisi di controllo allo scarico ogni 6 (sei) mesi sui seguenti parametri: colore, ph, solidi sospesi totali, idrocarburi totali. Le analisi dovranno essere eseguite su campioni medi compositi sulle tre ore con metodiche IRSA-CNR. Modalità di campionamento differenti dovranno essere giustificate nel verbale di campionamento. I risultati analitici dovranno essere trasmesse alla Città Metropolitana di Genova tempestivamente. Le analisi dovranno essere eseguite da Tecnico abilitato, il quale dovrà indicare nel referto l appartenenza al proprio Ordine Professionale e i metodi analitici utilizzati. I risultati dovranno essere corredati da un verbale di campionamento che contenga la descrizione dello stato di funzionamento dell impianto di depurazione all atto del campionamento, delle modalità di campionamento, delle modalità di conservazione del campione. Il campione dovrà essere prelevato dal personale del laboratorio che effettuerà le analisi. Le operazioni di campionamento, prelievo e conservazione del campione dovranno essere conformi alle metodiche IRSA CNR; h) il termine entro cui effettuare le prime analisi di cui al punto precedente è fissato a 30 giorni dalla data di attivazione dello scarico, che dovrà essere comunicata con le modalità indicate alla precedente lett. A); 5. di autorizzare la ditta Calcestruzzi S.p.A. allo scarico delle acque reflue industriali di dilavamento delle superfici complementari alla centrale di betonaggio dell insediamento produttivo, ubicato in Via Cravasco 1 Località Isoverde nel Comune di Campomorone, ed avente recapito in rio affluente del Rio Ca Ruia nel punto di coordinate geografiche in proiezione Gauss-Boaga Longitudine Est e latitudine Nord , ai sensi della Parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., e della la l. r. 16 agosto 2005, n. 43, nel rispetto dei limiti di cui alla tabella 3, I colonna, dell Allegato 5 alla parte III del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; 6. di sottoporre la ditta Calcestruzzi S.p.A. in relazione all autorizzazione suddetta, al rispetto delle seguenti prescrizioni; i) la ditta dovrà comunicare alla Città Metropolitana di Genova Direzione Ambiente Ambiti Naturali e Trasporti e all ARPAL Dipartimento Provinciale di Genova, la data di attivazione dello scarico tempestivamente, al più tardi contestualmente all invio delle prime analisi di controllo previste alla successiva lett. V); j) le pendenze di scorrimento delle superfici impermeabili interessate dovranno essere tali da garantire il regolare deflusso delle acque ai sistemi di raccolta e convogliamento (caditoie, pozzetti, griglie, ecc.); k) l impianto di depurazione dovrà essere sottoposto a corretta e costante manutenzione e le relative apparecchiature dovranno essere tenute sempre in perfetta efficienza al fine di garantire sempre una buona capacità di trattamento; l) l intera rete di captazione e raccolta delle acque meteoriche (canalette, cunette vasche di raccolta, pozzetti, pompe di rilancio, etc ) dovrà essere tenuta costantemente libera da detriti e perfettamente efficiente; i disservizi relativi alla pompe di rilancio della vasca di raccolta/sedimentazione dovranno essere annotati sul quaderno di manutenzione e registrazione dati dello scarico, specificando ora e data del guasto e data e ora del ripristino; m) la vasca di accumulo dell impianto di depurazione di tipo fisico, impiegato per il trattamento dei primi 5 mm di acque di pioggia ricadenti sull area interessata dall attività di betonaggio, dovrà essere completamente vuota entro un arco di tempo di 48 dall ultimo evento meteorico; n) in caso di evento meteorico prolungato e continuo oltre le ore indicate al punto m), la vasca di accumulo dell acqua di prima pioggia, dovrà comunque essere completamente svuotata entro la prima ora successiva alla cessazione dell evento meteorico;

15 o) la superficie delle aree esposte ad inquinamento dovrà essere mantenuta in buon stato di manutenzione priva di crepe, fessurazioni, buche, ecc., al fine di evitare infiltrazioni negli strati superficiali del suolo di acque contaminate; p) il pozzetto ripartitore dovrà essere sottoposto a periodici controlli al fine di rimuovere eventuali materiali grossolani che possono ostacolare il buon funzionamento degli stessi; q) prima della data di attivazione dello scarico dovrà essere predisposto un pozzetto di campionamento in uscita dall impianto di trattamento e prima del punto di scarico, realizzato in modo tale da consentire un ristagno di acque reflue, di almeno 5 litri, da potersi prelevare anche durante i periodi in cui lo scarico non sia attivo; r) il 15e oliatore statico dovrà essere periodicamente sottoposto ad operazioni di pulizia mediante rimozione delle eventuali particelle fini decantate sul fondo e del materiale flottante in superficie; s) controllare periodicamente il materiale oleassorbente del filtro e provvedere alla sostituzione dello stesso, qualora il materiale risultasse esausto e non più in grado di garantire una efficiente capacità depurativa; t) i valori limite di emissione non potranno essere in alcun caso conseguiti mediante diluizione con acque prelevate allo scopo; u) la ditta dovrà provvedere all esecuzione di analisi di controllo allo scarico ogni 12 (dodici) mesi sui seguenti parametri: ph, solidi sospesi totali, idrocarburi totali. Le analisi dovranno essere eseguite su campioni medi compositi sulle tre ore con metodiche IRSA-CNR. Modalità di campionamento differenti dovranno essere giustificate nel verbale di campionamento. I risultati analitici dovranno essere trasmesse alla Città Metropolitana di Genova tempestivamente. Le analisi dovranno essere eseguite da Tecnico abilitato, il quale dovrà indicare nel referto l appartenenza al proprio Ordine Professionale e i metodi analitici utilizzati. I risultati dovranno essere corredati da un verbale di campionamento che contenga la descrizione dello stato di funzionamento dell impianto di depurazione all atto del campionamento, delle modalità di campionamento, delle modalità di conservazione del campione. Il campione dovrà essere prelevato dal personale del laboratorio che effettuerà le analisi. Le operazioni di campionamento, prelievo e conservazione del campione dovranno essere conformi alle metodiche IRSA CNR; v) le prime analisi di cui al punto precedente, dovranno essere effettuate entro 30 giorni dalla data di attivazione dello scarico che dovrà essere comunicata con le modalità indicate alla precedente lett. A) salvo periodi di particolare siccità, e comunque al primo evento meteorico utile; w) per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalle periodiche operazioni di pulizia degli impianti di depurazione, dovrà essere impiegata apposita ditta autorizzata ai sensi di legge; la documentazione relativa alle operazioni di smaltimento dovrà essere conservata dal titolare dello scarico e messa a disposizione, su richiesta della Provincia di Genova e delle strutture di controllo per un periodo di cinque anni; x) le acque depurate in uscita dall impianto di chiarificazione/filtropressatura, impiegato per il trattamento delle torbide di lavaggio dall impianto di selezione e frantumazione, dovranno essere riciclate totalmente allo stesso impianto di selezione, frantumazione e lavaggio inerti. Non dovrà essere previsto alcuno scarico di troppo pieno ; y) le acque reflue tecnologiche derivanti dalla centrale di betonaggio dovranno essere totalmente recuperate e riutilizzate a ciclo chiuso nella produzione di calcestruzzo e non dovrà essere previsto alcuno scarico di troppo pieno ; 7. di sottoporre la ditta Calcestruzzi S.p.A. in relazione all autorizzazione suddetta, al rispetto delle seguenti prescrizioni a carattere generale: a) le acque piovane di dilavamento che interessano l area di distribuzione carburante asservita al rifornimento dei mezzi operativi, dovranno essere convogliate al sistema di regimazione, raccolta e trattamento generale delle acque di dilavamento delle aree industriali. Il bacino mobile di contenimento eventualmente impiegato durante le operazioni di rifornimento, quando non utilizzato, dovrà essere vuoto e ricoverato al

16 coperto; b) alla fine di ogni operazione di rifornimento eventuali fuoriuscite accidentali di carburante raccolte all interno del bacino mobile, dovranno essere stoccate in appositi contenitori e gestite come rifiuti; c) la superficie dell area di distribuzione carburante dovrà essere comunque mantenuta in buon stato di manutenzione priva di crepe, fessurazioni, buche, ecc., al fine di evitare qualsiasi possibilità di infiltrazioni negli strati superficiali del suolo di acque contaminate; d) le acque reflue derivanti dal lavaggio dei mezzi in uscita dall insediamento produttivo dovranno essere inviate al circuito a ciclo chiuso dell impianto di frantumazione, selezione e lavaggio degli inerti; e) l acqua in eccesso prelevata dal punto di presa e non utilizzata nel ciclo produttivo, dovrà essere restituita tal quale al Rio Campi mediante apposita tubazione dedicata ed non dovranno esserci commistioni con gli scarichi di acque industriali autorizzate col presente provvedimento; f) durante i lavori di installazione dei nuovi impianti tecnologici previsti nel progetto presentato dalla ditta Calcestruzzi S.p.A. e durante la fase di dismissione dei vecchi impianti di produzione e di depurazione, sono fatte salve le prescrizioni e le raccomandazioni già contenute nel provvedimento della Provincia di Genova n 4664 del Non sarà consentito lo scarico di acque, provenienti da attività ed impianti non espressamente contemplati nella presente autorizzazione. L eventuale necessità di trattare acque diverse dovrà essere preventivamente comunicata alla Città Metropolitana di Genova. Qualunque ampliamento e/o modifica sostanziale dell impianto di depurazione o del ciclo produttivo che determini variazioni della qualità delle acque da sottoporre a trattamento, dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Città Metropolitana di Genova, fermo restando l osservanza delle prescrizioni contenute nell autorizzazione al momento in vigore; Dovranno essere resi sempre accessibili l impianto di trattamento e lo scarico per campionamenti e sopralluoghi ai sensi dell art. 101, comma 3 del D. Lgs. 3 aprile 2006, n Il titolare degli scarichi, ai sensi dell art. 11, punto 5, della l. r. 16 agosto 1995, n. 43, dovrà tenere un quaderno di registrazione dei dati e di manutenzione contenenti le seguenti informazioni: - data e ora di disservizi degli impianto di depurazione; - periodo di fermata dell impianto (ferie, manutenzioni ); - manutenzioni ordinarie e straordinarie all impianto trattamento reflui; - data e ora dei prelievi effettuati per le analisi periodiche - quanto espressamente indicato nella parte prescrittiva del presente provvedimento. Tale quaderno/i dovrà essere a fogli non staccabili e i suoi fogli dovranno essere numerati a cura del titolare dello scarico. Esso dovrà essere esibito a richiesta della Città Metropolitana di Genova e delle strutture tecniche di all art. 5 della l. r. 43/95, unitamente ad eventuali e ulteriori documenti relativi al trasporto di acque, fanghi e liquami. Emissioni in atmosfera 8. di autorizzare la Calcestruzzi S.p.A. alle emissioni in atmosfera ai sensi dell'articolo 269 comma 7 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, nel rispetto delle seguenti prescrizioni: 1) la perforatrice utilizzata per bucare la roccia dovrà essere dotata di filtro a tessuto per il contenimento delle emissioni polverulente in fase di predisposizione dei fori per il contenimento delle mine. La manutenzione ordinaria e /o straordinaria ai suddetti filtri dovrà avvenire con la cadenza prevista dalla case costruttrici gli stessi

17 2) prima dell esplosione delle mine si dovrà procedere alla bagnatura delle coltri superficiali interessate all abbattimento del materiale e si dovranno utilizzare i microritardi per impedire lo scoppio istantaneo dell intera volata; 3) la Ditta dovrà sempre adottare accorgimenti tali da evitare il sollevamento di polveri in atmosfera durante tutte le fasi di passaggio del materiale inerte all interno delle diverse sezioni costituenti l impianto di frantumazione e vagliatura operante ad umido 4) la Ditta dovrà mantenere sempre in stato di perfetta efficienza tutti i nebulizzatori d acqua asserviti alle varie fasi del ciclo produttivo di frantumazione e vagliatura ad umido 5) i cumuli di materiali soggetti a sollevamento di polveri per azione eolica dovranno essere mantenuti umidificati o in alternativa gli stessi dovranno essere completamenti coperti con appositi teloni 6) le strade interne all area di lavoro ed il piazzale ove ha luogo la movimentazione del materiale dovranno essere sempre mantenute umidificate al fine di evitare sollevamenti di polveri. 7) gli automezzi in uscita dall insediamento dovranno attraversare un impianto di lavaggio ruote prima di accedere alla pubblica via, al fine di evitare fenomeni di imbrattamento della stessa. 8) dovrà essere predisposta un adeguata pavimentazione antipolvere della zona di transito degli automezzi a partire da una distanza non inferiore a 25 metri dalla immissione dei mezzi stessi nelle vie pubbliche; 9) la Ditta dovrà contenere l emissione E1 derivante dall impianto di frantumazione a secco entro i valori, espressi in mg/m3 a 0 C e 1013 hpa, riportati di seguito: portata: m3/h polveri 10 mg/m3 10) l azienda dovrà mettere in esercizio la nuova linea di frantumazione umido/secco nonché la nuova centrale di betonaggio entro due anni dalla data di adozione del presente Provvedimento autorizzativo, pena la decadenza dell autorizzazione per le linee impiantistiche non ancora installate 11) l azienda dovrà comunicare con almeno 15 giorni di anticipo a Città Metropolitana di Genova, al Comune di Campomorone ed ad ARPAL - Dipartimento Provinciale di Genova la data prevista per la messa in esercizio degli impianti di cui al precedente punto 10). Inoltre l impianto di frantumazione a secco dovrà essere messo a regime entro i 15 giorni successivi e negli ulteriori 10 giorni essere sottoposto a collaudo analitico per la determinazione dei seguenti parametri: (da esprimersi in m3/h a 0 C e 1013 hpa): determinazione della portata determinazione del materiale particellare 12) I campionamenti all emissione E1 dovranno essere effettuati nelle condizioni più gravose di esercizio e l accertamento delle caratteristiche delle emissioni dovrà avvenire mediante rilevamento analitico sperimentale da effettuarsi adottando le seguenti metodologie: Manuale U.N. I.CHIM. n. 158/1988 Norma UNI EN ISO :2013 Norma UNI EN 15259:2008 Norma UNI EN : 2003 Misure alle emissioni. Strategie di campionamento e criteri di valutazione. Emissione da sorgente fissa. Determinazione manuale ed automatica della velocità e della portata di flussi in condotti. Parte 1: metodo di riferimento manuale Emissioni da sorgente fissa. Requisiti delle sezioni e dei siti di misurazione e dell obiettivo, del piano e del rapporto di misurazione Emissione da sorgente fissa. Determinazione della concentrazione in massa di polveri in basse concentrazioni metodo manuale gravimetrico.

18 13) l utilizzo di metodi alternativi a quelli indicati nel precedente punto 12) dovrà essere preventivamente concordato con la Città Metropolitana di Genova prima dello svolgimento di qualunque attività di controllo. 14) entro 30 giorni dalla data di esecuzione dei prelievi analitici di cui al precedente punto 12), la Ditta dovrà inviare alla Città Metropolitana di Genova i referti analitici del collaudo stesso. Congiuntamente al collaudo analitico, dovrà essere inoltrata alla Città Metropolitana di Genova una relazione tecnica in cui si attesti la conformità dell intervento realizzato a quello autorizzato ovvero si forniscano motivazioni circa eventuali discrepanze. Dovrà altresì essere inviato lo schema del condotto originante l emissione E1 in scala 1:20 15) la Ditta dovrà eseguire ogni anno nell arco temporale verifiche analitiche all emissione E1 per la determinazione dei seguenti parametri: determinazione della portata determinazione del materiale particellare Le prime verifiche analitiche annuali all emissione E1 dovranno essere eseguite nel corso dell anno successivo a quello di esecuzione del collaudo analitico. Le risultanze degli accertamenti compiuti dovranno essere conservati per almeno 5 anni presso lo stabilimento di Campomorone Località Cravasco area Cava Castellaro a disposizione degli enti di controllo. 16) Per il rilevamento dei parametri indicati al precedente punto 15) dovranno essere adottate le metodiche analitiche già indicate al precedente punto 12) 17) La ditta non potrà procedere all installazione di condotti di by pass del filtro a maniche originante l emissione E1 asservito al vaglio vibrante (pos 8) e mulino a martelli (pos 10) della linea frantumazione a secco 18) La ditta non potrà procedere all installazione di condotti di by pass dei filtri a maniche originanti le emissioni E1, E2, E3, E4, E5, E6 asserviti ai silos del cemento della centrale di betonaggio 19) La ditta non potrà procedere all installazione di condotti di by pass dei filtri a tessuto dei premescolatori linea A e LINEA B originanti le emissioni E7, E8 della centrale di betonaggio 20) La ditta non potrà procedere all installazione di condotti di by pass dei filtri a tessuto sfiati bilance cemento linea A, linea B originanti le emissioni E9, E10 della centrale di betonaggio 21) Le fasi di carico pneumatico del cemento nei silos, di pre miscelazione linea A e B nonché di immissione cemento nelle bilance linea A e B dovranno essere svolte con i relativi filtri di abbattimento originanti le emissioni E1, E2, E3, E4, E5, E6, E7, E8, E9, E10, tenuti regolarmente in funzione 22) la ditta dovrà provvedere al mantenimento dell efficienza di abbattimento dei filtri a maniche asserviti alla linea di frantumazione a secco (E1) ed alla centrale di betonaggio (E1, E2, E3, E4, E5, E6) secondo le seguenti modalità operative: a) tutte le maniche filtranti di uno o più dei presidi sovra indicati dovranno essere sottoposte a manutenzione ed eventualmente sostituite ogni qualvolta la perdita di pressione differenziale, così come registrata dal relativo deprimometro asservito, eccederà la misura di 150 ml di H2O. Pertanto, in caso di valore superiore a 150 ml H20 le lavorazioni a monte del filtro a maniche in oggetto dovranno essere immediatamente sospese e non potranno riprendere fino alla verifica dello stato di efficienza di tutte le maniche filtranti ed alla loro eventuale sostituzione b) allo scopo di costantemente monitorare ogni giorno l efficienza degli impianti di abbattimento di cui sopra, con impianto in fase di regime, gli addetti agli impianti di frantumazione a secco o betonaggio dovranno annotare su un registro di manutenzione il valore di pressione registrato dal relativo deprimometro. c) Le componenti usurate delle maniche filtranti del sistema di abbattimento dovranno essere sostituite quando necessario.

19 23) La ditta dovrà sostituire i filtri a tessuto asserviti agli impianti originanti le emissioni E7, E8, E9 ed E10 quando necessario e comunque secondo la tempistica indicata dalla case costruttrici gli stessi 24) Entro la data prevista per la messa in esercizio degli impianti di cui al precedente punto 10) la Ditta dovrà presentare alla Città metropolitana di Genova per l apposito visto un registro ove annotare: a) i valori giornalieri di pressione registrati dai diversi deprimometri asserviti ai filtri a maniche originanti le emissioni E1 (frantumazione a secco), E2, E3, E4, E5, E6 (centrale di betonaggio); b) gli eventuali disservizi e le manutenzioni ordinarie e straordinarie ai filtri a maniche originanti le emissioni E1 (frantumazione a secco), E2, E3, E4, E5, E6 (centrale di betonaggio) con indicazione della data, del tipo di intervento effettuato e del valore registrato dal deprimometro in occasione del disservizio. c) gli eventuali disservizi e le manutenzioni ordinarie e straordinarie ai filtri a tessuto originanti le emissioni E7, E8, E9, E10 (centrale di betonaggio) Il registro dovrà essere conservato presso lo stabilimento di Campomorone Località Cravasco area Cava Castellaro a disposizione degli enti di controllo per almeno 5 anni dall ultima registrazione 25) Entro il 31 gennaio di ogni anno la ditta dovrà annotare sul registro di cui al precedente punto 24 anche i quantitativi di materie prime derivanti dai cicli di frantumazione (suddivise per granulometria) e conglomerati cementizi relative all anno precedente periodo temporale 01 gennaio 31 dicembre. La prima dichiarazione da compilarsi entro il 31 gennaio 2016 dovrà comprendere i dati relativi al periodo intercorrente tra la data di adozione del presente provvedimento ed il 31 dicembre ) La ditta dovrà installare - entro 90 giorni dalla data di adozione del presente provvedimento di autorizzazione una centralina meteo per l interruzione delle attività di movimentazione nel caso in cui il valore medio del vento rilevato nell arco temporale di 10 minuti si attesti su valori superiori a 30 Km/h. In alternativa, in caso di sospensione dell attività, dovrà essere garantita la copertura dei cumuli inerti. RUMORE La Ditta prima dell attivazione degli impianti dovrà proporre dispositivi di abbattimento delle emissioni rumorose puntuali prossime ai mezzi operativi di disgaggio (martellone), tenendo in debito conto le esigenze di sicurezza del cantiere. La presente Autorizzazione Unica Ambientale ha durata pari ad anni quindici (15) dalla data di adozione del presente provvedimento; sei (6) mesi prima della scadenza dovrà esserne chiesto il rinnovo; INVIA Il presente provvedimento al S.U.A.P. del Comune di Campomorone, per la successiva trasmissione: 1. al Gestore 2. all ARPAL; 3. al Comune di Campomorone 4. alla ASL 3 Contro il presente provvedimento è ammesso ricorso al TAR ai sensi di legge entro 60 gg dalla trasmissione dell atto stesso, ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 gg Il Dirigente Responsabile Dr.ssa Cecilia Brescianini

20 Attestazione di esecutività La determinazione dirigenziale è diventata esecutiva, ai sensi dell art. 151, comma 4, del TUEL d.lgs 267/2000 o dell art. 77, comma 4, del Regolamento Provinciale sull ordinamento degli uffici e dei servizi, dal 09 giugno 2015 f.to Il Segretario Generale o suo delegato Genova, li 09 giugno 2015 Certificato di pubblicazione La determinazione dirigenziale è pubblicata all Albo Pretorio On Line della Città Metropolitana di Genova dal 10 giugno 2015 al 25 giugno 2015

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