Disciplinare di Produzione GARANZIA BIOLOGICO AMAB

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1 Disciplinare di Produzione GARANZIA BIOLOGICO AMAB Sede legale ed operativa: Via F.lli Bandiera, Senigallia (AN) Tel. 071/ Fax 071/

2 INTRODUZIONE Il seguente documento rappresenta il Disciplinare di Produzione e Trasformazione dell AMAB, legato all uso del marchio GARANZIA BIOLOGICO AMAB, è stato elaborato in conformità con gli Italian Organic Standards (IOS); il primo disciplinare nazionale condiviso da tutti gli enti di certificazione italiani accreditati IFOAM (Italian ACBs). Esso è stato accreditato da IOAS (International Organic Accreditation Service). Tale Disciplinare rappresenta le norme osservate da AMAB per la produzione animale e vegetale, nonché dei prodotti trasformati. Alcune di queste norme sono più restrittive di quelle definite dal Reg. CEE 2092/91. Tuttavia, dato che i requisiti minimi di detto regolamento debbono essere comunque osservati, per tutte le questioni non contemplate dal presente Disciplinare, si deve fare riferimento ai regolamenti comunitari in materia e alle leggi di carattere locale. L uso del marchio GARANZIA BIOLOGICO AMAB è regolato da un apposita normativa e da uno specifico manuale grafico riportato al termine del presente disciplinare. 2

3 DISCIPLINARE PER LA PRODUZIONE VEGETALE IFOAM ACCREDITED ITALIA Premessa Ambiente Principi generali Biodiversità Protezione del suolo e delle acque Protezione dall inquinamento ambientale Scelta delle colture e delle varietà Principi generali Introduzione di materiale per la riproduzione Criteri speciali Conversione all Agricoltura Biologica Principi generali Criteri per la gestione della conversione Durata del periodo di conversione Tecniche colturali Principi generali Diversità delle colture Rotazione ed avvicendamento Consociazioni Irrigazione Gestione del suolo e sua conservazione Pacciamatura Colture protette Fertilità del suolo e fertilizzazione Principi generali Concimazione Parassiti, malattie Principi generali Controllo dei parassiti Controllo delle erbe infestanti Potatura e sistemi di allevamento Tecniche di maturazione e conservazione Prevenzione della contaminazione Raccolta di prodotti selvatici e spontanei Coltivazione dei funghi Giustizia sociale ALLEGATO I - Fertilizzanti ALLEGATO II - Protettori delle colture e regolatori della crescita A- Sostanze di origine vegetale o animale B - Microrganismi utilizzati nella lotta biologica contro i parassiti C - Sostanze da utilizzare solo in trappole e/o distributori automatici D- Preparazioni da spargere in superficie tra le piante coltivate: E- Altre sostanze di uso tradizionale in agricoltura biologica

4 Premessa L agricoltura biologica è fondata sul rispetto della naturalità e della stagionalità delle aree produttive, sull utilizzo delle energie rinnovabili e sulla valorizzazione delle risorse territoriali, ambientali e naturali. L agricoltura biologica è basata su tecniche colturali che escludono l'impiego di input chimici di sintesi e l'adozione di sistemi di forzatura delle produzioni agricole-alimentari. Nell'attuale contesto di precarietà dell equilibrio ambientale, l'agricoltura biologica si propone quale possibilità concreta per il recupero degli ecosistemi compromessi, della fertilità della terra e del valore nutritivo degli alimenti, avvalendosi delle pratiche agricole tradizionali interpretate attraverso le moderne acquisizioni tecnico-scientifiche. In questo ambito l uomo svolge un ruolo primario non più come esecutore di tecniche finalizzate alla mera produzione, ma inserito e attivo in modo cosciente nei confronti dei processi naturali studiandone e rispettandone i ritmi. In armonia con quanto stabilito dal Regolamento CEE 2092/91 e dall International Federation of Organic Agriculture Movements (IFOAM), nel seguente disciplinare sono illustrati i mezzi tecnici e le tecniche consentite perché un alimento possa essere certificato come IFOAM Accredited. Il presente documento verrà assoggettato annualmente ad aggiornamenti coordinati al fine di recepire eventuali modifiche successive all entrata in vigore del documento stesso. Tutto ciò che non è contemplato nelle presenti norme deve ritenersi vietato. In caso di presenza di standard nazionali obbligatori per legge questi devono essere comunque applicati e verificati dagli Organismi di Controllo. In particolare, per quanto riguarda la situazione italiana, è obbligatoria la conformità al Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche ed integrazioni. 1 Ambiente 1.1 Principi generali Nell'azienda biologica vanno favorite la diversità e la complessità ambientale con la presenza di siepi, macchie spontanee, specchi d'acqua, alberi sparsi Particolare attenzione deve essere posta nei confronti del terreno agrario, quale elemento e risorsa indispensabile per la realizzazione dei cicli produttivi. 1.2 Biodiversità E consigliato, al fine di preservare e favorire la biodiversità, mantenere e/o ripristinare tutte le aree ad elevato contenuto e complessità ambientale quali ruscelli, torrenti, corsi d'acqua, aree umide, stagni, maceri, sorgenti, prati stabili, muretti a secco, canneti, ecc E consigliato mantenere e/o introdurre siepi e alberature utilizzando preferibilmente essenze e modalità di realizzazione tipiche del luogo ed idonee agli scopi per cui sono state impiantate. La manutenzione delle siepi e delle alberature deve avvenire nel rispetto delle specie animali che in esse trovano riparo e rifugio E vietato mettere a coltura aree di interesse e valore archeologico e storico o aree per le quali si renda necessario abbattere boschi e/o foreste primarie oppure aree di elevato interesse ambientale soggette a tutela. In linea generale, è proibito mettere a coltura aree che richiedano la distruzione di ecosistemi primari. 1.3 Protezione del suolo e delle acque È vietato modificare l'orografia o intervenire con sbancamenti tali da compromettere irreversibilmente la stabilità idrogeologica del territorio favorendo processi erosivi e mettendo a repentaglio gli equilibri biologici naturali oltre che il microclima stesso Le sistemazioni idraulico-agrarie devono rispettare le condizioni orografiche del territorio. 4

5 1.3.3 Le bonifiche devono rispettare l'assetto naturale del territorio I metodi di coltivazione non devono compromettere la qualità delle acque superficiali e di falda La risorsa idrica deve essere utilizzata in maniera efficiente e responsabile. 1.4 Protezione dall inquinamento ambientale Gli appezzamenti condotti secondo il metodo biologico devono essere sufficientemente lontani da appezzamenti condotti secondo il metodo convenzionale oppure adeguatamente "protetti" da potenziali rischi dovuti ad effetto deriva mantenendo o ripristinando siepi, alberature e/o barriere naturali sufficientemente compatte e tali da contenere questi rischi L'azienda agricola biologica deve prevedere aree di compensazione ecologica che non devono ricevere alcun tipo di "input" esterno (prodotti per la fertilizzazione, la difesa, ecc.) e possono rivestire anche una funzione antideriva Nel caso in cui gli appezzamenti confinanti sono investiti a colture che possono causare contaminazioni dovute ad effetto deriva sulle colture condotte secondo il metodo biologico, i confini degli appezzamenti condotti secondo il metodo medesimo devono prevedere la presenza di "aree tampone" o aree di compensazione ecologica al fine di evitare la contaminazione con sostanze non ammesse Nell'azienda biologica le nuove costruzioni devono essere progettate in modo tale da provocare il minimo impatto ambientale sul territorio e sui suoi elementi naturali Qualora le aziende agricole siano situate nelle immediate vicinanze di fonti d'inquinamento (strade ad elevato traffico, industrie altamente inquinanti, aeroporti, discariche, ecc.), l'organismo di Controllo e Certificazione valuta se ammettere l'azienda nel sistema di controllo oppure suggerire le soluzioni tecniche necessarie ad evitare o limitare gli inquinamenti ambientali. 2 Scelta delle colture e delle varietà 2.1 Principi generali Le specie e le varietà coltivate nei sistemi in agricoltura biologica devono essere selezionate in base alla loro adattabilità alla coltivazione biologica, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla resistenza ai parassiti e alle malattie, ed ai fini del mantenimento della diversità genetica Devono essere privilegiare gli ecotipi locali e le varietà che meglio si adattano alle condizioni colturali dell'area e presentano maggiori caratteri di tipicità riducendo i pericoli di "erosione genetica. 2.2 Introduzione di materiale per la riproduzione Le sementi e il materiale vegetale da impiegare per la riproduzione devono essere certificati come biologici Per poter esser certificati come biologici, i semi e il materiale vegetale di riproduzione devono essere ottenuti secondo le prescrizioni delle presenti norme per almeno una generazione nel caso di colture annuali, per almeno due cicli colturali nel caso di colture perenni e in ogni caso per un periodo di almeno 12 mesi Nel caso di specie per le quali sia stabilito che le sementi o i tuberi-seme di patate ottenuti con il metodo di produzione biologico non sono disponibili in quantità sufficienti e per un numero significativo di varietà nell'intero territorio della Comunità Europea (Reg. CE 1452/03), possono essere utilizzati, previa autorizzazione dell ENSE e sino al 31 dicembre 2007, materiali di riproduzione di origine convenzionale che non siano stati trattati con pesticidi o con sostanze vietate dal presente standard E vietato l'utilizzo di materiale di moltiplicazione convenzionale OGM e/o da esso derivato, di polline e di piante transgeniche. 2.3 Criteri speciali Qualora si debba ricorrere alla concia, sono consigliati i trattamenti termici, mentre sono ammessi esclusivamente i prodotti previsti all'allegato II. 5

6 2.3.2 Le piantine utilizzate per l'ottenimento di ortaggi devono necessariamente essere state ottenute in conformità al metodo biologico Qualora si ricorra a piante perenni da agricoltura convenzionale, messe a dimora su appezzamenti che abbiano già terminato il periodo di conversione, i prodotti da esse ottenuti durante il primo ciclo vegetativo non possono essere commercializzati con i riferimenti al metodo di produzione biologico. 3 Conversione all Agricoltura Biologica 3.1 Principi generali Per conversione si intende la transizione dall'agricoltura convenzionale a quella biologica necessaria a favorire la costituzione di un sistema di gestione biologico, ripristinare la fertilità del terreno e ristabilire l equilibrio dell ecosistema Per il raggiungimento dello status biologico, l operatore dovrà rispettare un periodo di conversione durante il quale deve applicare le prescrizioni del presente Standard prima che le proprie produzioni possano essere certificate come IFOAM Accredited La contaminazione OGM di un prodotto biologico, dovuta a circostanze indipendenti dalla volontà dell operatore, comporta la modifica dello status biologico dell azienda e/o del prodotto. 3.2 Criteri per la gestione della conversione E obbligatoria la conversione totale dell azienda e delle produzioni vegetali all agricoltura biologica E consigliata la conversione simultanea di tutte le superfici aziendali e delle produzioni vegetali E ammessa la conversione graduale dell azienda e delle produzioni da compiersi in un arco di tempo predefinito Qualora l operatore intenda convertire gradualmente l azienda, deve predisporre un piano, da sottoporre all approvazione dell' Organismo di Controllo e Certificazione, che preveda la realizzazione della conversione nell arco di tre anni e che prenda in esame l'intera superficie aziendale, stabilendo adeguati tempi e modi di attuazione. Il piano di adeguamento può essere modificato motivando gli eventuali cambiamenti, e in tal caso, deve essere inviato tempestivamente all'organismo di Controllo e Certificazione per la relativa approvazione. Il piano pluriennale deve riguardare anche la conversione delle produzioni animali presenti in azienda e prevedere le misure adottate dall azienda per garantire la corretta separazione tra le pratiche colturali dedicate alle coltivazioni biologiche e a quelle convenzionali, in modo da evitare ogni pericolo di inquinamento. Nel caso l azienda presenti anche indirizzo zootecnico, e utilizzi parte dell azienda per il pascolo di bestiame è ammessa la presenza di animali non biologici su appezzamenti biologici aziendali, a condizione che lo stesso bestiame sia alimentato con alimenti non OGM ai sensi della normativa vigente e sottoposto a trattamenti veterinari conformi alle norme previste dallo standard disciplinare per la zootecnia biologica Sono vietate le produzioni parallele. Negli appezzamenti biologici e negli appezzamenti convenzionali o in conversione, non può essere coltivata la medesima varietà, o una varietà non facilmente distinguibile. L utilizzazione di OGM non è permessa in nessuna attività produttiva dell azienda Nelle aziende che non hanno completato la conversione totale e nelle quali uno o più appezzamenti siano ancora condotti con metodo convenzionale, vi deve essere una chiara e continua separazione nella gestione degli appezzamenti, delle strutture e delle attrezzature biologiche e convenzionali verificabili in sede di visita ispettiva da parte dell Organismo di Controllo e Certificazione. 3.3 Durata del periodo di conversione La durata del periodo di conversione deve essere determinata dall Organismo di Controllo e Certificazione anche in funzione di elementi quali: 6

7 a) il precedente utilizzo del suolo; b) il contesto ecologico e ambientale; c) l esperienza dell operatore e le risorse tecniche a sua disposizione Le presenti norme devono essere applicate per un periodo di conversione di almeno a) due anni prima della semina nel caso di colture annuali e prati; b) due anni prima della loro utilizzazione come alimenti zootecnici biologici, nel caso di pascoli; c) tre anni prima del primo raccolto certificabile nel caso delle colture perenni diverse dai prati Il periodo di conversione decorre dalla data in cui il produttore ha notificato la propria attività all'autorità Pubblica competente (Regioni o Province Autonome competenti per territorio) ed all'organismo di Controllo e Certificazione L'Organismo di Controllo e Certificazione può ridurre o prolungare il periodo di conversione in funzione dell'utilizzo precedente degli appezzamenti, delle tecniche colturali precedentemente adottate, delle capacità di gestione dell operatore o di particolari situazioni ambientali che interessano l'area su cui insiste l'azienda o gli appezzamenti La riduzione del periodo di conversione può essere concessa dall Organismo di Controllo e Certificazione, dietro richiesta dell operatore, solo nei casi in cui sia possibile dimostrare e verificare, che il tipo di agricoltura praticato precedentemente alla data di notifica dell azienda, era di fatto conforme. A tal fine si può ritenere verificabile, e quindi valida, l indicazione fornita dall autorità pubblica e/o da ente terzo In ogni caso il periodo di conversione deve prevedere un periodo di almeno 36 mesi dalla data dell ultima applicazione di qualsiasi materiale o pratica vietata E vietato il passaggio sistematico, anche per singoli appezzamenti, dal metodo di produzione biologica a quello convenzionale e viceversa. 4 Tecniche colturali 4.1 Principi generali Le tecniche colturali previste nell'ambito dei sistemi di produzione biologica devono consentire l'ottenimento di prodotti in quantità adeguata e di elevata qualità nel rispetto degli equilibri biologici degli agroecosistemi che permettono di utilizzare nel miglior modo possibile e sostenibile le risorse naturali I sistemi di agricoltura biologica sono basati sulla gestione del suolo e sulla tutela dell ecosistema, al fine di promuovere il ciclo dei nutrienti. Pertanto, le tecniche di coltivazione e di lavorazione devono mirare, per quanto possibile, alla riutilizzazione e rigenerazione della sostanza organica ed alla restituzione dei nutrienti al terreno La biodiversità dell agroecosistema e delle produzioni vegetali deve essere assicurata da requisiti minimi di rotazione e/o varietà delle coltivazioni, alternando colture diversificate e versatili e prevedendo una appropriata copertura del terreno Sono vietate le tecniche fuori suolo, ad eccezione della coltivazione di piantine destinate al trapianto in contenitori con terriccio biologico La conservazione e l arricchimento della fertilità del suolo, con particolare attenzione a prevenire qualsiasi fenomeno erosivo, rappresentano i presupposti fondamentali per l'applicazione del metodo biologico e l'ottenimento di prodotti conseguenti. 4.2 Diversità delle colture Rotazione ed avvicendamento: L azienda deve adottare un piano di rotazione che preveda l'alternanza sullo stesso terreno di colture caratterizzate da tecniche di coltivazione, esigenze nutritive e fitopatologiche differenti, con diversa interazione con il terreno e tipologia di residui colturali E vietata la monosuccessione Le rotazioni devono permettere di mantenere ed incrementare la fertilità del suolo ed il contenuto di sostanza organica attraverso : a) la riduzione della perdita dei nutrienti del suolo, b) la gestione delle specie infestanti, degli insetti e delle patologie, 7

8 c) la pratica del sovescio, d) la massima copertura vegetale nel tempo del terreno, e) la tutela delle falde acquifere, f) l arricchimento della microfauna e microflora del terreno L avvicendamento deve prevedere colture appartenenti a specie e famiglie diverse al fine di favorire un maggior grado di biodiversità, stagionalità e capacità di copertura del suolo Nell attuazione del piano di successione si deve garantire l inserimento di almeno una coltura di leguminose annuale o poliennale a seguire e/o a precedere una coltura depauperante al fine di equilibrare il bilancio dell azoto e renderlo disponibile per le colture L Organismo di Controllo e Certificazione può autorizzare il ripetersi di una coltura sullo stesso appezzamento per non più due anni consecutivi, qualora tale pratica agronomica non comprometta la fertilità intrinseca del suolo ed in considerazione del tipo di terreno e/o di precessione colturale che caratterizza l appezzamento in cui si intende effettuare tale pratica Per i cereali, è consigliata la rotazione con leguminose Le colture orticole specializzate possono essere ripetute nello stesso anno sulla medesima superficie al massimo per tre cicli consecutivi e in seguito intervallate per almeno un ciclo da una specie diversa a condizione che vi sia la presenza di una leguminosa e/o di un cereale (da raccolta o da sovescio) ogni due anni Nel caso di colture arboree, qualora non si attui un inerbimento perenne, i criteri della rotazione si applicano alla gestione dell interfilare (es. semina di miscugli, inerbimento seguito da lavorazioni superficiali e sovesci ecc.) Consociazioni Sono consigliate le consociazioni, intese come la coltivazione contemporanea sul medesimo appezzamento di più specie o varietà. 4.3 Irrigazione L'acqua rappresenta un importante ed indispensabile fattore di crescita per le piante e nello stesso tempo una risorsa ambientale limitata da salvaguardare sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Pertanto, ove possibile, l operatore deve esercitare la dovuta vigilanza sull uso dell acqua e provvedere sistemi di raccolta e riutilizzo dell acqua e che garantiscano l assenza di contaminazione da agenti chimici, biologici e patogeni per l uomo e gli animali I metodi irrigui utilizzati devono evitare qualsiasi effetto negativo sulla coltura e sulla struttura del suolo sia per la qualità delle acque utilizzate, per le modalità di somministrazione e per gli effetti negativi causati dal ruscellamento superficiale E consigliato l impiego di impianti a bassa pressione che non provocano effetto battente, né compattano il terreno con un conseguente minore ruscellamento superficiale ed una maggiore efficienza della stessa che può più facilmente infiltrare; ciò consente di ridurre le quantità d'acqua necessarie in virtù della riduzione delle perdite Sono consigliati metodi a microportata (goccia, spray, spruzzo, ecc.) che consentono un risparmio d'acqua Sono ammessi materiali di costruzione degli impianti d'irrigazione in materiale plastico. In questo caso vige l'obbligo di recuperare tutto il materiale per un suo riutilizzo o per essere inviato ad un centro di riciclaggio autorizzato E vietato l utilizzo del PVC Le acque utilizzate per l irrigazione devono essere conformi a quanto previsto dalla normativa vigente e non devono contenere inquinanti e contaminanti che potrebbero mettere a repentaglio l'integrità dei prodotti biologici L'Organismo di Controllo e Certificazione può predisporre controlli analitici per verificare l'idoneità qualitativa dell'acqua destinata all'irrigazione, relativamente alla presenza di contaminanti e di sali minerali che potrebbero influire sul profilo del suolo e sul livello della sua salinità. 8

9 4.3.9 L ammissibilità dell utilizzo di acque reflue è subordinato ad una verifica analitica delle stesse che ne verifichi la qualità in termini di contenuto in metalli pesanti e altri inquinanti. 4.4 Gestione del suolo e sua conservazione Per il mantenimento della fertilità del suolo e la sua conservazione sono consigliati i seguenti interventi e/o accorgimenti : a) Lavorazioni del suolo; b) Incorporazione di sostanza organica proveniente da residui vegetali e lo animali; c) Sistemazioni idraulico-agrarie appropriate; d) Rotazione agronomica; e) Scelta di specie e varietà idonee; f) Impianto e lo mantenimento di siepi ed alberature lungo i margini degli appezzamenti ed i corsi d'acqua; g) Terrazzamenti; h) Lavorazioni a ritochino o lungo le curve di livello nei terreni in pendenza; i) Uso di colture di copertura; j) Dimensioni degli appezzamenti appropriate; k) Rispetto del profilo del terreno; l) Introduzione di aree di compensazione ecologica È vietato ricorrere alla bruciatura delle stoppie, dei residui colturali e/o colture da biomassa, aree boscate e altro materiale vegetale ad eccezione delle misure di profilassi e cura sanitaria che comportano la bruciatura delle parti vegetali colpite da patogeni per i quali sono in vigore misure di "lotta obbligatoria". In questa circostanza la bruciatura deve avvenire in zone circoscritte ed in conformità alle norme vigenti in materia Al fine di preservare il suolo da possibili contaminazioni si possono apportare solo ed esclusivamente prodotti elencati negli allegati delle presenti norme Le lavorazioni devono creare e/o mantenere le migliori condizioni di crescita per le piante coltivate, devono consentire di incorporare al suolo i residui organici di origine vegetale ed animale, permettere la conservazione della sostanza organica e controllare lo sviluppo delle infestanti La scelta delle lavorazioni e degli attrezzi necessari deve essere fatta in ordine ai seguenti obiettivi: a) ridurre il compattamento del suolo; b) ridurre il numero di "passaggi" orientandosi verso la minima lavorazione; c) mantenere e/o migliorare la struttura del suolo Nella lavorazione del terreno è consigliato: a) evitare lavorazioni profonde (> 30 cm) con rivoltamento della zolla e con conseguenti azioni dirompenti per l'equilibrio e la stabilità del suolo; b) limitare allo stretto necessario l'uso di macchinari ed attrezzi; c) evitare di interrare troppo profondamente i residui vegetali; d) limitare il calpestio adottando pneumatici a sezione larga ed a bassa pressione; e) evitare la creazione della "suola di lavorazione"; 4.5 Pacciamatura Per la pacciamatura è consigliato l utilizzo di residui vegetali e/o altri materiali naturali E' ammesso l'uso di materiali sintetici quali PET ed EVA con obbligo di recupero integrale e possibile riciclo Sono ammessi materiali basati sulla cellulosa purché non contenenti sostanze non ammesse dalle presenti norme E vietato l'uso di film plastici a base di PVC, la bruciatura di qualsiasi altro materiale plastico utilizzato e la loro incorporazione nel terreno anche solo parziale. 4.6 Colture protette Fatto salvo il rispetto delle tecniche colturali fin qui esaminate, per questa tipologia di colture si raccomanda che il materiale d'origine sintetica utilizzato venga recuperato al termine della coltivazione per essere riutilizzato o destinato al riciclaggio in centri autorizzati. 9

10 4.6.2 Sono ammessi mezzi di semiforzatura per produzioni anticipate o ritardate a condizione che: a) il riscaldamento sia effettuato esclusivamente per la produzione di piantine; b) la copertura sia fatta ad un solo strato, in vetro o con altro materiale diverso dal PVC; c) venga prevista un'adeguata rotazione fra le colture, includendovi ogni due anni una concimazione verde relativamente agli impianti fissi E ammesso il doppio strato isolante esclusivamente per la produzione di piantine da trapianto; Tutti i materiali mobili e/o semifissi devono essere allontanati dagli appezzamenti alla fine del ciclo produttivo riutilizzati o, se possibile, riciclati. 5 Fertilità del suolo e fertilizzazione 5.1 Principi generali Le risorse nutritive devono essere utilizzate in maniera sostenibile e responsabile. La perdita di nutrienti dall azienda nell ambiente naturale dovrebbe essere minimizzata Il materiale di origine animale, microbica o vegetale, deve formare la base per il programma di fertilità. 5.2 Concimazione La concimazione organica è alla base della fertilità del terreno e le pratiche colturali devono essere finalizzate al mantenimento e/o incremento del contenuto di humus e dell'attività biologica Gli interventi per mantenere ed aumentare la fertilità e l'attività del terreno devono basarsi su: a) coltivazioni di leguminose; b) scelta delle colture in successione; c) sovesci adeguati; d) incorporazione al terreno di materiale organico, preferibilmente compostato, anche in superficie, e distribuito nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente e proveniente da aziende che operano nel rispetto delle normative di agricoltura biologica vigenti Solo nel caso in cui tali tecniche di fertilizzazione, non consentano di assicurare un nutrimento adeguato alle colture o un sufficiente condizionamento dell'attività biologica del terreno, sarà possibile l'integrazione della fertilizzazione con i prodotti indicati nell allegato I delle presenti norme Questi ultimi interventi non devono rappresentare una pratica ordinaria e sostitutiva del ciclo naturale dei nutrienti, ma necessità straordinaria nell ambito di programmi indirizzati e finalizzati a soddisfare necessità di fertilità a lungo termine Il piano di fertilizzazione deve essere commisurato alle effettive esigenze delle coltivazioni e alle condizioni pedoclimatiche dell azienda, in questo ambito è essenziale che ogni operatore valuti le caratteristiche del proprio suolo anche attraverso l effettuazione di analisi chimiche-fisico per le quali si consiglia una periodicità di almeno 5 anni Sono vietati i fertilizzanti azotati di origine minerale e sintetica I fertilizzanti minerali saranno applicati nella forma nella quale sono naturalmente composti ed estratti e non saranno resi maggiormente solubili attraverso trattamenti chimici eccetto l aggiunta di acqua e il mescolamento con altri materiali di origine naturale contemplati nell allegato I delle presenti norme Il quantitativo totale di azoto che può essere distribuito per ettaro e per anno non deve superare il limite di 170 kg/ha di azoto/anno L impiego di liquami è ammesso a condizione che siano premiscelati con materiale ligneo cellulosico, e che la distribuzione non avvenga su terreno nudo E vietato l uso di letame contenente escrementi umani su terreno e vegetali destinati sul consumo umano. 10

11 6 Parassiti, malattie 6.1 Principi generali L'insieme delle pratiche agronomiche e delle tecniche colturali adottate nella conduzione di una azienda biologica deve tendere alla salvaguardia delle colture, creando le condizioni per una protezione preventiva ed integrata nel sistema di gestione aziendale L operatore deve dare evidenza di una serie di meccanismi/processi concreti ed efficaci per la gestione delle principali problematiche relative ai parassiti, alle piante infestanti e alle fitopatologie in condizioni ordinarie di gestione. 6.2 Controllo dei parassiti Per il controllo dei parassiti sono consigliate le seguenti pratiche: a) difesa agronomica fertilizzazione equilibrata, inerbimenti controllati, rotazioni agronomiche appropriate densità di semina adeguata, consociazioni, adeguata regimazione idrica e lavorazioni oculate, rimozione delle piante o loro parti ammalate o fonti d'infezione/infestazione; controllo dello stato sanitario del materiale di propagazione; scelta di adeguati periodi colturali in funzione della presenza dei principali patogeni; adeguata pulizia dalle erbe infestanti in grado di ospitare patogeni di varia natura gestione dei parametri ambientali (ventilazione, umidità, temperatura, ecc.) all'interno delle serre; b) difesa genetica scelta di varietà naturalmente resistenti. È vietato l'utilizzo di materiale OGM o da esso derivato; c) equilibrio dell'agroecosistema salvaguardia dell'entomofauna utile con ripristino delle condizioni ambientali (siepi, alberature, aree di rifugio, biotopi, ecc.) per un suo insediamento; d) difesa diretta diffusione di predatori e parassitoidi sia in pieno campo che in coltura protetta; controllo meccanico tramite trappole, colture repellenti, getti d'acqua, barriere fisiche, sonore e ad onde elettromagnetiche; Sono ammessi a) l impiego di prodotti per la difesa, compresi nell'allegato II, in presenza di un pericolo o di un danno tale da compromettere il risultato economico della coltura e/o qualora le tecniche precedentemente elencate siano risultate insufficienti. b) la solarizzazione del terreno, previa autorizzazione dell'organismo di Controllo e Certificazione, in caso di forte infestazione parassitaria, sia animale che vegetale, qualora le tecniche di rotazione e le cure fitosanitarie non avessero prodotto gli effetti desiderati. Alla solarizzazione deve succedere una coltura da sovescio Sono vietate la disinfezione e la disinfestazione del terreno con mezzi chimici e fisici Qualora le attrezzature di distribuzione vengano utilizzate sia per le colture condotte con metodo biologico che per quelle convenzionali, si dovrà procedere ad un'accurata pulizia e lavaggio delle stesse onde evitare che eventuali sostanze non ammesse nel sistema di produzione biologico o contaminanti possano contaminare le produzioni biologiche. 6.3 Controllo delle erbe infestanti Il controllo delle erbe infestanti in un sistema di produzione biologico è basato sulla corretta applicazione di specifiche pratiche agronomiche e su un insieme combinato di interventi meccanici e fisici Sono consigliati interventi che possono esser realizzati per altri obiettivi ma che direttamente o indirettamente svolgano un ruolo di contenimento, fra i quali : a) rotazione agronomica; 11

12 b) scelta di specie e varietà competitive nei confronti delle infestanti; preparazione anticipata del letto di semina (falsa semina); sovescio; c) colture intercalari; consociazione; d) anticipo o ritardo nell'epoca di semina; inerbimento; e) pacciamatura; f) pulizia dei fossi di scolo; g) programmi di fertilizzazione bilanciati con impiego di sostanza organica matura; h) lavorazioni meccaniche; i) preparazioni biodinamiche; j) sfalcio, pascolo ed uso di animali erbivori; k) uso di sementi dotate di un'elevata purezza commerciale Sono ammessi : a) solarizzazione; b) pirodiserbo e termodiserbo; c) diserbo elettrico Sono vietati i trattamenti con diserbanti chimici ed ormonici e qualsiasi sostanza non prevista nell'allegato II E vietata la bruciatura dei residui colturali. 6.4 Potatura e sistemi di allevamento Sono vietati gli interventi di modificazione della forma della pianta con mezzi chimici Sono vietati i diradanti, gli alleganti, i prodotti anticascola e i fitoregolatori di sintesi chimica, sia puri, sia miscelati con prodotti ammessi dalla presente normativa. 6.5 Tecniche di maturazione e conservazione E vietato l uso di sostanze chimiche di sintesi per anticipare la maturazione, per la conservazione ed i trattamenti post raccolta, nonché l utilizzo di radiazioni. 7 Prevenzione della contaminazione 7.1 Gli operatori devono adottare misure adatte ad identificare e prevenire potenziali contaminazioni del terreno e dei prodotti ottenuti in conformità alle presenti norme, quali ad esempio, barriere e zone di protezione. 7.2 In caso di ragionevole sospetto, l Organismo di Controllo e Certificazione disporrà un analisi dei prodotti ottenuti, da valutare in termini di accettabilità/rifiuto sulla base dei limiti stabiliti dalla normativa vigente (Reg. CE 466/2001 e s.m.i), e delle possibili fonti di contaminazione (terreno, acqua, aria e inputs). 7.3 Per i materiali sintetici utilizzati per la copertura, pacciamatura, cattura degli insetti, copertura degli insilati, ecc. è consentito esclusivamente l uso di prodotti a base di polietilene, polipropilene o altri policarbonati, da allontanare dal terreno subito dopo l uso. 7.4 L attrezzatura eventualmente utilizzata nella produzione convenzionale deve essere priva di materiali di contaminazione prima dell impiego nelle aree gestite conformemente alle presente norme. 8 Raccolta di prodotti selvatici e spontanei 8.1 E consigliata la raccolta su appezzamenti biologici e/o su aree naturali che non hanno subito trattamenti con sostanze non ammesse dalle presenti norme per un periodo di almeno tre anni precedenti la raccolta. 8.2 La raccolta non deve compromettere l'equilibrio dell'habitat naturale e la conservazione della specie nella zona di raccolta. 8.3 Le aree non devono essere interessate da interventi con sostanze non ammesse dalle presenti norme. 8.4 L'area interessata dalla raccolta deve essere ad una distanza di almeno 100 m. da appezzamenti condotti in modo convenzionale e 200 m da strade ad alta densità di traffico. Per quanto riguarda la distanza da altre fonti di inquinamento, sarà l OdC a stabilire di volta in volta la distanza minima necessaria. 12

13 8.5 L'area di raccolta deve essere soggetta a controllo e verifica da parte dell'organismo di Controllo e Certificazione. 8.6 L'area su cui si effettua questa attività deve essere chiaramente individuata così come devono essere registrate tutte le persone che effettuano la raccolta. 8.7 Deve essere data comunicazione all'organismo di Controllo e Certificazione con un congruo (almeno 30 gg) periodo di preavviso prima che inizi la raccolta. 9 Coltivazione dei funghi 9.1 La coltivazione dei funghi può avvenire sia in luoghi naturali (es: boschi, prati, grotte) che in ambienti protetti quali strutture in muratura, serre e tunnel. 9.2 La raccolta non deve compromettere l'equilibrio dell'habitat naturale e la conservazione della specie nella zona di raccolta. 9.3 Le strutture utilizzate per la coltivazione non devono essere trattate con sostanze non ammesse dalle presenti norme, sia durante la coltivazione, come pure nei 12 mesi precedenti l'inoculazione del "mezzo di coltura". 9.4 Nella coltivazione in ambiente protetto, è ammesso il riscaldamento, limitatamente alla sola fase di incubazione, e l'uso di ventilatori per il ricambio d'aria. 9.5 Relativamente ai substrati è ammesso l'uso di prodotti provenienti da deiezioni animali compresi nell allegato I. 9.6 E' ammessa la pastorizzazione e la sterilizzazione per la moltiplicazione del micelio. 10 Giustizia sociale 10.1 La giustizia e i diritti sociali sono parte integrante delle attività connesse all agricoltura biologica L operatore è tenuto a rispettare la normativa comunitaria e nazionale vigente in materia di diritto e di sicurezza sul lavoro nonché norme a carattere internazionale (ILO International Labour Organization e UN Charter of Rights for Children) 10.3 Tutti i lavoratori devono avere uguale opportunità indipendentemente dalla nazionalità, dal sesso, dalla razza e dal credo religioso Tutti i lavoratori debbono avere pari opportunità in termini di orario, retribuzione, libertà di associazione Tutti i lavoratori devono godere dei benefici basilari quali la maternità, la malattia, adeguati periodi di riposo dal lavoro e i contribuiti previdenziali previsti dalla normativa vigente Non ci debbono essere costrizioni di sorta verso i lavoratori e le retribuzioni debbono essere contrattate e non essere discriminatorie Le condizioni di lavoro non debbono arrecare danno fisico o psichico ai lavoratori È vietato il lavoro minorile. I giovani possono effettuare esperienze di lavoro presso l azienda familiare o aziende vicine purché la loro attività: non sia pericolosa o dannosa per la salute e la sicurezza sia supervisionata da un adulto. non comprometta il diritto all educazione scolastica, lo sviluppo morale, sociale e fisico Nel caso in cui la produzione sia ottenuta in violazione dei diritti umani, dei principi di giustizia sociale, di diritto e sicurezza sul lavoro e di tutto quanto prescritto nel presente paragrafo il prodotto non può essere certificato ai sensi del presente disciplinare. ALLEGATO I - Fertilizzanti Denominazione Descrizione Requisiti aggiuntivi Condizioni d uso CONCIMI FOSFATICI Fosfato naturale tenero Fosfato naturale tenero Tenore in cadmio 90 mg/kg di P2O5 13

14 CONCIMI POTASSICI Sale grezzo di potassio Sale grezzo di potassio necessità riconosciuta dall OdC; ottenuti attraverso procedimenti di carattere fisico e non chimico Solfato di potassio contenente sale di magnesio CONCIMI PK Concime PK Solfato di potassio contenente sale di magnesio Prodotto ottenuto unicamente a partire dai concimi fosfatici e potassici del presente elenco. CONCIMI A BASE DI CALCIO, MAGNESIO O ZOLFO Solfato di calcio Solfato di calcio (gesso) unicamente di origine naturale Soluzione di cloruro di calcio Soluzione di cloruro di calcio necessità riconosciuta dall OdC; ottenuti attraverso procedimenti di carattere fisico e non chimico necessità riconosciuta dall OdC se il concime binario è prodotto a partire da almeno un concime semplice che prevede la medesima condizione d uso. trattamento su melo, dopo che sia stata messa in evidenza una carenza di calcio; necessità riconosciuta dall OdC Zolfo elementare Zolfo elementare necessità riconosciuta dall OdC Kierisite Solfato di magnesio (Kierisite) necessità riconosciuta dall OdC Solfato di magnesio Solfato di magnesio (Kierisite) unicamente di origine naturale necessità riconosciuta dall OdC CONCIMI A BASE DI MICROELEMENTI Sono ammessi tutti i concimi a base di microelementi inclusi nell allegato 1.A.5 - utilizzabili solo se la necessità è riconosciuta dall OdC Legge 718/84 CONCIMI ORGANICI AZOTATI SOLIDI Pennone Pennone necessità riconosciuta dall OdC Cornunghia torrefatta Polvere di corna Polvere di zoccoli necessità riconosciuta dall OdC Cornunghia naturale Polvere di corna Polvere di zoccoli necessità riconosciuta dall OdC Pelle e criini Pelli e crini necessità riconosciuta dall OdC Panelli Prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione (es. Farina di panelli di semi oleosi) Borlanda essiccata Cascami di lana Miscela di concimi organici azotati Borlanda ed estratti di borlanda Lana Escluse le borlande eventualmente estratte con sali ammoniacali Prodotto ottenuto unicamente a partire dai concimi del presente elenco Letame essiccato Letame essiccato solo se ottenuto in conformità alla circolare necessità riconosciuta dall OdC necessità riconosciuta dall OdC se la miscela contiene almeno un concime che preveda la medesima condizione d uso necessità riconosciuta dall OdC 14

15 Concime organico azotato di origine animale e vegetale Lana, borlanda ed estratti di borlanda, prodotti e sottoprodotti di origine vegetale per la fertilizzazione Miraaf n del Escluse le borlande estratte con sali ammoniacali; necessità riconosciuta dall OdC CONCIMI ORGANICI AZOTATI FLUIDI Borlanda fluida Borlanda ed estratti di borlanda Escluse le borlande eventualmente estratte con sali ammoniacali necessità riconosciuta dall OdC CONCIMI ORGANICI NP Guano Guano necessità riconosciuta dall OdC Farina di pesce Farina di pesce necessità riconosciuta dall OdC Pollina essiccata Letame suino essiccato Concime organico NP di origine animale e vegetale Deiezioni avicole disidratate, pollina Deiezioni animali, composte, inclusa la pollina e il letame Letame, letame essiccato e deiezioni avicole disidratate, deiezioni animali composte inclusa la pollina ed il letame, borlande ed estratti di borlande, prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione. solo se ottenuto in conformità alla circolare Miraaf n del solo se ottenuto in conformità alla circolare Miraaf n del E ammesso l impiego di deiezioni animali esclusivamente se ottenute in conformità alla Circolare MiRAAF n del necessità riconosciuta dall OdC necessità riconosciuta dall OdC necessità riconosciuta dall OdC CONCIMI ORGANO - MINERALI Sono ammessi esclusivamente i concimi organo minerali prodotti per reazione o per miscela di uno o più concimi organici citati nel presente elenco con uno o più concimi minerali citati nel presente elenco. La torba è ammessa quale matrice organica di concimi organo-minerali. Il concime organo-minerale dovrà presentare i medesimi requisiti aggiuntivi e le medesime limitazioni previste per ogni fertilizzante che lo compone, ad eccezione delle restrizioni alle condizioni d uso previste per la torba. Utilizzabili solo se la necessità è riconosciuta dall Organismo di Controllo e Certificazione se il concime organominerale è prodotto a partire da almeno un concime che prevede la medesima condizione d uso. Denominazione Descrizione Requisiti aggiuntivi Condizioni d uso AMMENDANTI ORGANICI NATURALI Letame Letame solo se ottenuto in conformità alla circolare Miraaf n del necessità riconosciuta dall OdC Ammendante vegetale semplice non compostato Ammendante compostato verde miscela composta di materiali vegetali, borlande ed estratti di borlande, prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione, segatura e trucioli di legno, cortecce compostate. miscela composta di materiali vegetali, borlande ed estratti necessità riconosciuta dall OdC; nell eventualità che l ammendante contenga torba il suo impiego dovrà essere limitato a colture orticole, floricole, arboricole e vivai necessità riconosciuta dall OdC 15

16 Acque di vegetazione e sanse di frantoi oleari Preparazioni biodinamiche di borlande, prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione, segatura e trucioli di legno, cortecce compostate. miscela di polvere di roccia, letame o piante Per l attivazione del compost Solo se in conformità alla legge 574 dell 11 novembre Non OGM Preparazioni microbiche Per l attivazione del compost Non OGM Vermicompost da letame Letame, letame essiccato e deiezioni avicole disidratate, deiezioni animali composte inclusa la pollina ed il letame. Esclusivamente da letami ottenuti in conformità alla Circolare MiRAAF n del Necessità riconosciuta dall organismo di controllo. Correttivo calcareo Calce di defecazione Gesso agricolo Anidrite Solfato di magnesio per uso agricolo Correttivo calcico solfomagnesiaco Sospensione di zolfo in acqua. Carbonato di calcio di origine naturale Fanghi industriali provenienti dagli zuccherifici Solfato di calcio (gesso) Solfato di calcio (gesso) Solfato di magnesio ( es. kieserite) Solfato di magnesio Zolfo elementare Necessità riconosciuta dall organismo di controllo; inteso come sottoprodotto biodegradabile di lavorazione Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Necessità riconosciuta dall organismo di controllo. L impiego dei reflui zootecnici è ammesso: - soltanto per i reflui ottenuti in conformità alla Circolare MiRAAF n del ; - in conformità alle normativa nazionali e/o regionali in materia di impiego di reflui zootecnici e protezione delle acque dall inquinamento da nitrati ALLEGATO II - Protettori delle colture e regolatori della crescita A- Sostanze di origine vegetale o animale i) Denominazione Azadiractina estratta da Azadirachta indica (albero del Neem) Descrizione, requisiti di composizione, condizioni per l'uso Insetticida Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e 16

17 Certificazione. (*) Cera d'api Protezione potature Gelatina Insetticida Lecitina Fungicida Oli vegetali (ad es. olio di menta, olio Insetticida, acaricida, fungicida e inibitore della di pino, olio di carvi) germogliazione Piretrine estratte da Chrysantemum Insetticida cinerariaefolium Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e Certificazione. Quassia estratta da Quassia amara Insetticida, repellente Rotenone estratto da Derris spp, Insetticida Loncho carpus spp e Thephrosia Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e spp. Certificazione. B - Microrganismi utilizzati nella lotta biologica contro i parassiti Descrizione Microrganismi (batteri, virus e funghi), ad es. Bacillus thuringiensis, Granulosis virus Descrizione, requisiti di composizione, condizioni per l'uso Solo prodotti non geneticamente modificati ai sensi della normativa vigente. C - Sostanze da utilizzare solo in trappole e/o distributori automatici Condizioni generali: - le trappole e/o i distributori automatici devono impedire la penetrazione delle sostanze nell'ambiente e il contatto delle stesse con le coltivazioni in atto; - le trappole devono essere raccolte dopo l'utilizzazione e riposte al sicuro Feromoni Denominazione D- Preparazioni da spargere in superficie tra le piante coltivate: Descrizione, requisiti di composizione, condizioni per l'uso sostanze attrattive; sostanze che alterano il comportamento sessuale; solo in trappole e distributori automatici Nome Descrizione, requisiti di composizione, condizioni per l'uso Ortofosfato di ferro (III) Molluschicida E- Altre sostanze di uso tradizionale in agricoltura biologica Nome Descrizione, requisiti di composizione, condizioni per l'uso Rame, nella forma di idrossido di rame, Fungicida Fino al 31 dicembre 2005, nel limite massimo di 8 kg di rame ossicloruro di rame, solfato di rame (tribasico), per ettaro per anno e dal 1o gennaio 2006, nel limite massimo ossido rameoso di 6 kg di rame per ettaro per anno, fatte salve disposizioni specifiche più restrittive previste dalla legislazione sui prodotti fitosanitari dello Stato membro in cui il prodotto sarà utilizzato. Per le colture perenni, gli Stati membri possono disporre, in deroga al disposto del paragrafo precedente, che i tenori massimi siano applicati come segue: il quantitativo totale massimo utilizzato a decorrere dal 23 17

18 marzo 2002 fino al 31 dicembre 2006 non deve superare 38 kg di rame per ettaro a decorrere dal 1o gennaio 2007, il quantitativo massimo che può essere utilizzato ogni anno sarà calcolato detraendo i quantitativi effettivamente utilizzati nei quattro anni precedenti dal quantitativo totale massimo di, rispettivamente, 36, 34, 32 e 30 kg di rame per ettaro per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010 e per gli anni successivi Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e Certificazione. Sale di potassio di acidi grassi (sapone molle) Zolfo calcico (polisolfuro di calcio) (ii) Olio di paraffina Oli minerali Permanganato di potassio Sabbia di quarzo Zolfo Idrossido di calcio Insetticida Fungicida, insetticida, acaricida Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e Certificazione. Insetticida, acaricida Insetticida, fungicida Solo in alberi da frutta, viti, olivi e colture tropicali (ad esempio banani) Necessità riconosciuta dall'organismo di Controllo e Certificazione. Fungicida, insetticida Solo in alberi da frutta, ulivi e viti Repellente Fungicida, acaricida, repellente Fungicida Solo in alberi da frutta, compresi i vivai, per combattere la Nectria galligena" 18

19 SOMMARIO DISCIPLINARE PER LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE IFOAM ACCREDITED ITALIA 1 PREMESSA GESTIONE DELL ALLEVAMENTO Principi generali Superfici aziendali e densità di bestiame Allevamenti paralleli e aree comuni di pascolo Stabulazione, aree di pascolo e edifici zootecnici Norme speciali Bovini Suini Pollame Gestione delle deiezioni zootecniche PERIODO DI CONVERSIONE Principi generali Criteri di conversione Conversione di superfici associate a produzioni animali biologiche Conversione di animali e prodotti animali Conversione simultanea ORIGINE ED INTRODUZIONE DEGLI ANIMALI Principi generali Criteri di introduzione degli animali RAZZE ED INCROCI Principi generali Criteri per la riproduzione MUTILAZIONI Principi generali Criteri per gli interventi sugli animali ALIMENTAZIONE Principi generali Criteri per l alimentazione Alimentazione dei giovani animali TRATTAMENTI VETERINARI Principi generali Criteri per i trattamenti TRASPORTO E MACELLAZIONE Principi generali Criteri per il trasporto Criteri per la macellazione APICOLTURA...31 Principi generali GIUSTIZIA SOCIALE...33 ALLEGATO I Numero massimo di animali per ettaro...33 ALLEGATO II Superfici minime di stabulazione...34 ALLEGATO III...35 Parte A. Materie prime per mangimi Materie di origine vegetale per mangimi Materie di origine animale per mangimi Materie di origine minerale per mangimi...36 Parte B. Additivi alimentari, e ausiliari di fabbricazione nei mangimi Additivi alimentari Alcuni prodotti utilizzati nell'alimentazione animale Ausiliari di fabbricazione utilizzati per i mangimi

20 Parte C. Prodotti per la pulizia e la disinfezione dei locali di stabulazione e degli impianti...39 Parte D. Prodotti per l'eliminazione dei parassiti negli edifici zootecnici...39 Parte E. Prodotti ammessi per la depurazione e l arricchimento della lettiera...40 ALLEGATO IV. ALLEVAMENTO DELLE SPECIE MINORI...40 A. COLOMBI...40 B. CONIGLIO...41 C. STRUZZI PREMESSA 1.1 Le produzioni animali rappresentano una componente fondamentale nell'attività delle aziende agricole operanti secondo le norme del presente disciplinare. 1.2 Il sistema di allevamento regolamentato dal presente disciplinare è basato sui rapporti di complementarietà tra terra, piante e animali. Le produzioni animali contribuiscono all'equilibrio dei sistemi di produzione agricola, attraverso l impiego di risorse naturali rinnovabili (deiezioni zootecniche, colture di leguminose, colture foraggere), salvaguardando e migliorando la fertilità del suolo a lungo termine e contribuendo allo sviluppo di un'agricoltura sostenibile. 1.3 Le produzioni così ottenute sono caratterizzate dal rispetto delle necessità fisiologiche e comportamentali degli animali unitamente ad una alimentazione di qualità. 1.4 Il presente disciplinare non si applica agli animali selvatici o riconosciuti tali dalla normativa nazionale vigente. 1.5 La contaminazione OGM di un prodotto biologico, dovuta a circostanze indipendenti dalla volontà dell operatore, comporta la modifica dello status biologico dell azienda e/o del prodotto. 2 GESTIONE DELL ALLEVAMENTO 2.1 Principi generali L'allevamento conforme al presente disciplinare è una produzione legata alla terra e gli animali devono disporre di un'area di pascolo qualora richiesto dalle loro esigenze La consistenza del patrimonio zootecnico sarà essenzialmente connessa alla superficie disponibile al fine di consentire una gestione integrata delle produzioni animali e vegetali, ridurre al minimo ogni forma di inquinamento, in particolare del suolo e delle acque superficiali e sotterranee, evitare i problemi del sovra pascolo e dell'erosione e consentire un adeguato spargimento delle deiezioni animali I pascoli, devono all'occorrenza offrire, in funzione delle condizioni climatiche locali e delle razze allevate, un riparo sufficiente dalla pioggia, dal vento, dal sole e dalle temperature estreme, tuttavia nelle regioni aventi condizioni climatiche che consentono agli animali di vivere all'aperto, non è obbligatorio prevedere locali di stabulazione. 2.2 Superfici aziendali e densità di bestiame L allevamento senza terra è vietato Sono esclusi gli allevamenti che non hanno un collegamento funzionale con i terreni cui gli stessi fanno riferimento nell ambito di un programma produttivo aziendale o di comprensorio Tale collegamento funzionale è basato su : a) la densità di animali che insistono sulla superficie aziendale, UBA/Ha di SAU disponibile (proprietà, affitto, concessione, comodato, terre civiche, etc.) in modo non superare il quantitativo di 170 kg di azoto per ettaro all'anno di superficie agricola utilizzata. Per determinare la densità degli animali si fa ricorso alla tabella riportata nell'allegato I. Lo spandimento delle deiezioni deve avvenire preferibilmente presso l azienda medesima ma può avvenire anche presso altre aziende che praticano il metodo biologico secondo un programma opportunamente documentato ed approvato dall Organismo di Controllo che preveda una cooperazione ai fini dello spargimento delle deiezioni in eccesso. Il 20

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