Seminario AIA-GAA: Riflessioni e proposte per l evoluzione della legislazione sul rumore ambientale Siracusa, 26 Maggio 2010

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1 Riflessioni e proposte per l evoluzione della legislazione sul rumore ambientale Siracusa, 26 Maggio 2010 Dal recepimento della Direttiva 2002/49/CE all armonizzazione dell apparato normativo per la tutela dall inquinamento acustico Gaetano Licitra Settore Tecnico STePPAS ARPAT

2 Art. 11 della L. 88/2008 Delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di inquinamento acustico 1. Al fine di garantire la piena integrazione nell'ordinamento nazionale delle disposizioni contenute nella direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, e di assicurare la coerenza e l'omogeneità della normativa di settore, il Governo è delegato ad adottare, con le modalità e secondo i princìpi e criteri direttivi di cui all'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico, di requisiti acustici degli edifici e di determinazione e gestione del rumore ambientale, in conformità all'articolo 117 della Costituzione e agli statuti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, nonché alle relative norme di attuazione.

3 Il GdL AIA - GAA Giovanni Brambilla (CNR Istituto di Acustica e Sensoristica "Orso Mario Corbino" IDASC, Roma) Giuseppe Bruno (ARPA Lombardia, Milano) Guido Carati (Comune di Roma, Roma) Gaetano Licitra (ARPAT, Direzione Tecnica, Firenze) Luigi Maffei (Seconda Università di Napoli, Caserta) Andrea Tombolato (Studio di Acustica, Padova)

4 L. 447/95 vs Direttiva 2002/29/CE Obiettivi: stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell ambiente esterno e dell ambiente abitativo dall inquinamento acustico (L. 447/95) evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi, compreso il fastidio, dell esposizione al rumore ambientale (Direttiva 2002/49/CE) coincidenza di obiettivi e finalità

5 Gli ambiti di intervento Proposte di revisione della Direttiva 2002/49/CE Implementazione della Direttiva nella normativa italiana Integrazione degli indicatori europei nella normativa italiana Integrazione tra la mappatura degli agglomerati urbani e la relazione biennale sul loro clima acustico I piani di azione per le infrastrutture: analisi dei possibili contrasti con le disposizioni del DM 29/11/2000 Integrazioni tra piani d azione e piani di risanamento Nuove regole per l IPPC funzionali alle mappe acustiche Aree quiete Comunicazione al pubblico

6 Proposte di revisione della Direttiva Entro il 18 luglio 2009 la Commissione avrebbe dovuto presentare al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della Direttiva Ad oggi l EPON sta valutando tale relazione prodotta da una società esterna Nuove strategie in relazione a: Obiettivi a medio e lungo termine (considerando anche effetti diversi dal fastidio e dal disturbo del sonno) Misure supplementari per la riduzione del rumore provocato da sorgenti specifiche (attrezzature utilizzate all aperto, infrastrutture di trasporto ) Protezione delle zone silenziose in aperta campagna Nuove misure da implementare nei piani di azione in funzione della riduzione degli effetti nocivi e il rapporto costi-efficacia Suggerimenti da EAA e le associazioni nazionali di acustica per la revisione della Direttiva Elaborazione di metodi comuni di valutazione del rumore Progetto CNOSSOS- EU (JRC)

7 Implementazione della Direttiva nella normativa italiana Semplificare l apparato normativo e le relative richieste (tenendo presenti le esigenze di vigilanza e controllo e monitoraggio) Evitare duplicazioni degli strumenti per il monitoraggio e la pianificazione (es. relazione sullo stato acustico vs mappatura acustica, piani di azione vs piani di risanamento) o Per gli agglomerati la relazione sullo stato acustico potrebbe rientrare nelle attività di mappatura strategica, negli altri casi potrebbe essere propedeutica alle attività dei piani di risanamento o Il piano di risanamento dovrebbe essere coordinato con il piano di azione di cui potrebbe essere l esplicitazione operativa o Il piano di risanamento dovrebbe contenere anche le informazioni richieste dalla Direttiva

8 Implementazione della Direttiva nella normativa italiana Non perdere quanto di buono è stato fatto, armonizzare (es. mutuare gli indici di priorità per i piani di azione dal DM 29/11/2000) Introdurre il descrittore L den nei PCCA (strumenti per la realizzazione dei piani di azione) limitandone il calcolo al periodo di riferimento previsto dalla normativa a seconda delle specifiche sorgenti Prevedere l impiego della modellistica per la verifica del rispetto dei limiti in alcuni casi particolari (es. aeroporti)

9 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva Stato, regioni e comuni quali ruoli? STATO Fissa le metodiche generali e gli ambiti del monitoraggio o della mappatura acustica per qualsiasi tipo di infrastruttura (uniformità di approccio) Elabora ed emana programmi per particolari campagne di monitoraggio o mappatura delle infrastrutture principali, con oneri a carico suo o dei gestori, sia per approfondimenti ritenuti necessari anche a seguito di segnalazioni di enti o citta-dini, sia per completare mappature ritenute insufficienti, o per la verifica degli elabo-rati pervenuti.

10 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva STATO Fissa le metodiche generali e gli ambiti del monitoraggio o della mappatura acustica per qualsiasi tipo di infrastruttura (uniformità di approccio) Elabora ed emana, di intesa con le Regioni, indirizzi e linee guida per i piani d azione strategici per il risanamento acustico delle infrastrutture principali (fissa quali obiettivi raggiungere mediante l utilizzo di risorse proprie o dei gestori delle infrastrutture) Trasmette le informazioni richieste alla Commissione Assegnare alle Regioni le risorse per garantire la predisposizione delle mappe stra-tegiche degli agglomerati

11 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva STATO D intesa con le Regioni, definisce i criteri per i piani di risanamento delle infrastrutture nazionali non principali ; Definisce, d intesa con le Regioni i confini degli agglomerati con popolazione superiore ai abitanti garantendo in tal modo una maggiore uniformità nell individuazione degli stessi sul territorio nazionale. Cura, attraverso ISPRA, la verifica del rispetto dei criteri fissati per le mappature prodotte a livello regionale, relative alle infrastrutture principali di livello nazionale

12 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva REGIONI Collaborano alla determinazione degli indirizzi dei piani d azione per il risanamento acustico delle infrastrutture principali Definiscono i criteri e gli obiettivi per la predisposizione dei piani di azione dei gestori delle infrastrutture principali regionali Definiscono i criteri per i piani di risanamento delle infrastrutture non principali di propria competenza territoriale (es. le regioni potrebbero dare indicazioni per la gestione del territorio attraverso strumenti urbanistici sovraordinati al fine di raccordare eventuali interventi di risanamento che dovessero interessare comuni contermini all agglomerato) Garantiscono la redazione delle mappe strategiche degli agglomerati, con la collaborazione dei Comuni (potrebbero avvalersi delle Agenzie per l Ambiente?)

13 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva COMUNI Forniscono la necessaria collaborazione al soggetto incaricato di redigere la mappa strategica per l acquisizione dei dati Adottano la mappa acustica Curano l informazione al pubblico Nel caso degli agglomerati, approvano il piano d azione, nelle sue due articolazioni (strategica e di puntuale risanamento) Approvano i piani di risanamento acustico comunali (per i comuni non apparte-nenti agli agglomerati). In tali piani dovrebbero essere ricompresi gli interventi di risanamento delle infrastrutture principali anche se non di competenza comunale Partecipano alla definizione dei piani di azione dell agglomerato in cui sono inseriti

14 Modifica della normativa italiana per la piena implementazione della Direttiva Lasciare alle Regioni la scelta dell autorità competente per tutte le infrastrutture sul suo territorio, cioè del responsabile operativo delle azioni di monitoraggio, mappatura, redazione di relazioni tecniche, ecc Unico responsabile dal punto di vista operativo, al quale i gestori delle infrastrutture sono obbligati ad inviare i dati specifici delle singole sorgenti. Il responsabile unico produce tutte le mappe richieste, strategiche e non Individua le specifiche aree critiche dal punto di vista acustico e, con esse, le aree quiete da tutelare. La Direttiva 2002/49/CE non nomina mai per la redazione delle mappe acustiche e dei piani d azione i gestori delle infrastrutture, ma solo gli Stati Membri (artt. 7 e 8).

15 Vantaggi Minor difficoltà nel raccordare dati provenienti da modelli di calcolo differenti, sia come algoritmo matematico implementato, sia come software d implementazione (necessità di definire un formato standard degli output) Semplificazione nella determinazione delle concorsualità Velocizzazione delle attività pianificazione degli interventi di mappatura acustica e Attribuzione ai gestori dell onere sia della mappatura che del risanamento, ed il controllo tecnico dei lavori

16 e svantaggi Possibile deresponsabilizzazione dei gestori (alcune azioni correttive sono comunque ipotizzabili, ivi comprese sanzioni per la mancata fornitura dei dati o anche per il mancato rispetto di tempi prefissati) Chi valuta il problema in prima persona produce la rappresentazione migliore dell esistente. Qualsiasi altra autorità dovrà operare in una condizione comunque più sfavorevole (è possibile prevedere organismi terzi, le Agenzie per l Ambiente?, che verifichino l omogeneità dei risultati ottenuti, la completezza del loro insieme, la coerenza degli approcci seguiti

17 e svantaggi Avere due soggetti differenti che predispongono la mappatura (l autorità competente nel rispetto della Direttiva 2002/49/CE) e l altra il piano di risanamento può implicare problemi di comunicazione, l uso di differenti basi di dati, diverse metodi-che tecniche, ecc., con un conseguente allungamento dei tempi ed una probabile duplicazione dei costi Nel caso non fosse possibile per lo Stato sanzionare le Regioni per la mancata realizzazione delle mappe, occorrerebbe prevedere la possibilità, in applicazione del principio di sussidiarietà, di porre tale attività a carico di altri, oppure individuare altri meccanismi disincentivanti nei confronti delle amministrazioni inadempienti

18 Ma Se le Regioni potessero acquisire la cartografia e tutte le informazioni necessarie (con oneri a carico dei gestori) potremmo avere un unico fornitore di dati complessivi (la capacità reale, da parte delle amministrazioni pubbliche, di operare in tal senso?) Chi inquina è chiamato ad una prima valutazione dell impatto che genera: solo attraverso una piena implementazione dell ipotesi di avere una raccolta di dati cartografici e urbanistici centralizzata ed una piena collaborazione dei gestori, il principio sopra esposto potrebbe es-sere superato L incaricato dovrà comunque presentare l attività svolta ad un organo di verifica tecnico e tale interlocutore non può essere la Regione, organo di indirizzo.

19 Integrazione nella normativa italiana degli indicatori europei L den e L night sono formulati per valutare l esposizione della popolazione e gli effetti prodotti dall immissione sonora di sorgente specifica su base annuale. Nella normativa nazionale, l immissione sonora assoluta è valutata in termini di rumore ambientale complessivo quando il ricettore è all esterno della fascia di pertinenza acustica delle infrastrutture di trasporto. Possibili problemi non solo metrologici ma anche procedurali per l attività di vigilanza.

20 Quali possibili soluzioni? Per i valori limite assoluti, e la conseguente attività di vigilanza: considerare esclusivamente l immissione da sorgente specifica utilizzando procedure metrologiche atte a tale finalità (es UNI 10855): verrebbe finalmente anche chiarito il significato dei valori limite di emissione: l emissione si identifica nel discriminare il contributo della singola sorgente al rumore ambientale. I valori limite, ancora in termini di L Aeq diurno (6-22) e notturno (22-6) oppure espressi in L den e L night ma su periodi non annuali per rendere fattibile la vigilanza diversificati per tipologia di sorgente sonora (traffico stradale, ferroviario, aeroportuale, etc.) tenendo conto dei differenti effetti indotti sulle persone esposte. Eliminare, per le infrastrutture di trasporto, le fasce di pertinenza acustica e definire valori limite indipendenti dalla classe acustica nella quale è ubicato il ricettore 1

21 Quali possibili soluzioni? Ridefinizione in L den e L night dei valori limite per le infrastrutture In questo caso occorrerebbe sviluppare procedure per la traduzione degli attuali valori limite, quali quelle proposte nella norma UNI 11252:2007 E auspicabile considerare l incertezza intrinseca dei dati acustici misurati o calcolati con modelli numerici 2

22 I piani di azione per le infrastrutture Procedura complessa e farraginosa L indice di priorità potrebbe essere calcolato utilizzando la procedura del DM 29/11/00 In caso di concorsualità delle responsabilità nei superamenti dei limiti: i gestori in sede di piano di risanamento, potrebbero proporre azioni per affrontare e risolvere tali questioni gli enti territorialmente competenti (Regione e Comuni), secondo una disciplina da definire a livello regionale, in assenza di accordo o, comunque, su loro iniziativa potrebbero convocare le parti per definire le modalità di intervento e la ripartizione dei costi tra i gestori delle infrastrutture concorrenti In assenza di un accordo, gli enti territorialmente competenti definiscono le modalità di intervento, con oneri a carico dei gestori rispettando comunque i livelli massimi da non superare inderogabilmente.

23 Integrazioni tra piani d azione e piani di risanamento Piani di azione: livello strategico Piani di risanamento: livello operativo legato a interventi di bonifica acustica Per gli agglomerati i piani di azione e di risanamento potrebbero costituire un unico atto su due livelli: strategico (con orizzonte di 5 anni) e operativo Gli obiettivi del piano di risanamento potrebbero essere raggiunti gradualmente, dopo l attuazione di azioni per il rispetto di limiti inderogabili determinati dai possibili effetti immediati sulla salute della popolazione esposta

24 Integrazioni tra piani d azione e piani di risanamento Infrastrutture principali di carattere nazionale o regionale Piani di azione Altre infrastrutture PCRA Piani di risanamento

25 IPPC e mappe acustiche Direttiva (IPPC) 2008/1/CE per affrontare i problemi dell inquinamento in modo più diretto ed efficace, un gestore dovrebbe tener conto dei parametri ambientali. Tali parametri dovrebbero essere comunicati alle autorità competenti affinché possano verificare, prima di rilasciare un autorizzazione, che tutte le idonee misure di prevenzione o di riduzione dell inquinamento siano state previste. Non solo garantire il rispetto dei limiti di legge, ma anche applicare quanto di meglio la tecnologia mette a disposizione al momento della progettazione e successiva realizzazione di un intervento per eliminare o ridurre al minimo anche le emissioni acustiche

26 IPPC e mappe acustiche Realizzazione della mappa acustica dell insediamento industriale (di progetto o esistente): Caratterizzazione della sorgente Determinazione della potenza sonora emessa Acquisizione dei dati di ingresso per modellizzazioni su insediamenti esistenti (ISO 3740, UNI 11143, UNI 10855) Acquisizione dei dati acustici di targa relativi agli strumenti e apparati impiegati (D.Lgs. 27 gennaio 2010 n. 17 attuazione della Direttiva 2006/42/CE diretiva macchine) La Direttiva Macchine come strumento efficace per la caratterizzazione della potenza sonora degli apparati impiegati

27 Aree quiete Tutela delle aree con buona qualità acustica Quali criteri metrologici per l individuazione delle zone silenziose? Introduzione di descrittori che prendano in considerazione non solo il fenomeno fisico ma anche la percezione Approccio OLISTICO nello studio del paesaggio sonoro

28 Comunicazione al pubblico Direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell elaborazione di taluni piani e pro-grammi in materia ambientale e modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all accesso alla giustizia Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai pro-cessi decisionali e l'accesso alla Giustizia in materia ambientale, Århus, Danimarca, 25 giugno 1998 Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003, sull accesso del pubblico all informazione ambientale e che abroga la direttiva 90/313/CEE del Consiglio GUCE L 41 del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 195, Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale, GU n. 222 del 23 settembre 2005

29 Comunicazione al pubblico PA informazione cittadini PA comunicazione e coinvolgimento cittadini Direttiva 2002/49/CE

30 Comunicazione al pubblico Comunicazione bidirezionale Disponibilità delle PA a dialogare e confrontarsi con i cittadini Disponibilità e capacità da parte del pubblico di valutare l informazione ricevuta per accettarla o rifiutarla Trasparenza del sistema A livello europeo: esempi virtuosi di comunicazione al pubblico su piattaforma web * A livello nazionale: totale inadeguatezza dei mezzi di comunicazione * * Rapporto sulle attività di ricerca Messa a punto di nuove metodologie di misura, valutazione e divulgazione dei risultati sull inquinamento acustico. Seconda Università di Napoli - APAT, 2008

31 Comunicazione al pubblico Requisiti minimi: Facilità di accesso e navigabilità Possibilità di interazione Possibilità di personalizzazione Presenza di riferimenti e contatti Presenza di collegamenti per ulteriori approfondimenti Aggiornamento delle notizie sulle tematiche riguardanti i sito Presenza di un glossario telematico Diversificazione dei percorsi in funzione dell utenza per due fasce d età

32 Vantaggi e svantaggi Minor difficoltà nel raccordare dati provenienti da modelli di calcolo differenti, sia come algoritmo matematico implementato, sia come software d implementazione (necessità di definire un formato standard degli output) Semplificazione nella determinazione delle concorsualità Velocizzazione delle attività pianificazione degli interventi di mappatura acustica e Attribuzione ai gestori dell onere sia della mappatura che del risanamento, ed il controllo tecnico dei lavori

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