Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

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1 MACCHINE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria dell elettronica; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il settore dell elettronica nell ultimo decennio ha rappresentato una quota pari all 1.9 per cento del Pil italiano, ed è un comparto ad elevata propensione all esportazione. La dinamica del valore aggiunto ha mostrato un trend crescente nell ultimo ventennio. Dopo un andamento piuttosto vivace durante gli anni ottanta, negli anni novanta la crescita è continuata, seppure a tassi più contenuti, beneficiando del sostegno della domanda internazionale. Tra il 1996 ed il 2000 il tasso medio annuo di crescita è stato dell 1.9 per cento. Con il nuovo decennio la crescita del settore è andata deteriorandosi: i ritmi di espansione hanno notevolmente decelerato, e tra il 2001 ed il 2005 l attività industriale è rimasta sostanzialmente stagnante, con un incremento medio annuo di solo lo 0.1 per cento. Il settore ha però sperimentato una ripresa abbastanza vivace fino al 2007; tra il 2004 ed il 2007 è cresciuto mediamente di oltre il 3 per cento all anno. Ma come altri settori produttori di beni intermedi e di investimento, l elettronica è stata pesantemente colpita dalla crisi. Nel biennio il valore aggiunto si è complessivamente ridotto del 22.4 per cento. Tale contrazione si è riflettuta sul tasso di variazione media annua del periodo , risultato negativo (-2.4 per cento). Il rimbalzo osservato nel 2010 (5.8 per cento) non è sufficiente che a recuperare una minima parte delle perdite. 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1

2 Il mutamento strutturale nel costo d uso del capitale, conseguente ai mutamenti nella propensione al rischio delle banche, si riflette in un overinvestment per molti settori; in prospettiva, questo significa che la domanda di beni di investimento, e tra questi di macchinari ed apparecchiature elettriche, non sarà particolarmente vivace nel medio periodo. Lo scenario di previsione per il periodo tra il 2011 ed il 2015 evidenzia una progressiva ripresa dell attività produttiva del settore, a tassi medi annui del 2.3 per cento, che non sarà però sufficiente a recuperare i livelli produttivi pre crisi. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20, (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La produttività del lavoro 2 nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche ha conosciuto un periodo di crescita piuttosto sostenuta nella prima degli anni novanta, quando è cresciuta a tassi medi annui del 3.4 per cento per effetto di una ristrutturazione settoriale. La dinamica si è abbassata nella seconda metà del decennio. Tra il 2001 ed il 2005 il tasso di variazione della produttività è stato negativo (-0.5 per cento all anno); tale calo si è concentrato soprattutto nella prima parte del periodo, mentre dal 2004 si è osservato un recupero della produttività in concomitanza con la ripresa dell attività nel settore. 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2

3 Tra il 2006 ed il 2010 la produttività del lavoro si ridotta mediamente del 1.2 per cento all anno; il risultato medio risente del crollo registrato nel biennio , quando la produttività è complessivamente diminuita di quasi 15 punti percentuali. Il settore è stato difatti fortemente interessato dal fenomeno del labour hoarding: la caduta del valore aggiunto si è tradotta essenzialmente in una contrazione della produttività del lavoro, mentre la domanda di lavoro si è ridotta in misura minore. Nel 2010, però, si è osservato un primo rimbalzo della produttività: il labour hoarding si è così riflesso in impiego più intensivo della manodopera presente, prima sottoutilizzata, per far fronte al recupero dei livelli produttivi. La ristrutturazione in atto nel settore e i guadagni in termini di innovazione e progresso delineano, in prospettiva, una ripresa della produttività a tassi medi annui dell 1.4 per cento all anno tra il 2011 e il Produttività del lavoro Livello, 1980=1 2,4 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. La dinamica della domanda di lavoro nel settore delle apparecchiature elettriche ha mostrato un trend crescente soltanto dalla seconda metà degli anni novanta, e a 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3

4 tassi modesti. La crescita è proseguita nel periodo tra il 2001 ed il 2005, nonostante l andamento non certo brillante dell attività produttiva. Il tasso di incremento medio annuo delle unità di lavoro è stato dello 0.6 per cento, lievemente superiore a quello registrato nella seconda metà degli anni novanta. La contrazione della produzione del settore è stata pertanto interamente assorbita dalla produttività. La crescita è andata accelerando durante la fase di ripresa, fino al 2007, e si è interrotta solo con la crisi. Nel biennio le unità di lavoro si sono complessivamente ridotte del 9 per cento, e il calo è continuato nel 2010, per effetto del graduale rientro del labour hoarding. Sebbene anche l andamento recente dell occupazione sia stato negativo, la caduta dei livelli occupazionali è stata più contenuta. Parte dei costi occupazionali della recessione sono stati infatti assorbiti dalla diminuzione delle ore lavorate per occupato, ampliando così il divario tra la dinamica delle unità di lavoro e quella degli occupati. Nel periodo tra il 2006 ed il 2010, mentre le unità di lavoro si riducevano ad un tasso medio annuo dell 1.2 per cent, la riduzione media annua degli occupati è stata più contenuta, pari allo 0.8 per cento. La domanda di lavoro nel medio periodo è prevista recuperare lentamente, dato che ripresa dell attività produttiva si rifletterà, soprattutto nei primi periodi, prevalentemente in un rimbalzo ciclico della produttività. Il tasso medio annuo di incremento previsto nel periodo tra il 2011 e il 2015 sarà dello 0.9 per cento. Per gli occupati dovrebbero osservarsi andamenti simili; ma la chiusura del divario apertosi in occasione della crisi, mediante il graduale riassorbimento degli squilibri e gli incrementi delle ore lavorate pro capite, dovrebbe tradursi in un incremento più limitato dell occupazione. Nel periodo tra il 2011 ed il 2015 l occupazione nel settore crescerà dello 0.5 per cento all anno, in media. Nel 2015, gli occupati nell industria delle macchine elettriche saranno 12 mila 600 in più rispetto a quanto registrato nel 2010, ma le perdite rispetto alla situazione pre crisi saranno ancora ampie e pari a quasi 23 mila posti di lavoro. 4

5 Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia Unità di lavoro Occupati totali L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP

6 L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 6

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