IL RIUTILIZZO IRRIGUO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL RIUTILIZZO IRRIGUO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE"

Transcript

1 IL RIUTILIZZO IRRIGUO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE Introduzione In occasione delle celebrazioni del 22 marzo della Giornata Mondiale dell Acqua 1 si sono affrontati diversi aspetti relativi alle risorse idriche, in base agli obiettivi indicati dall Unesco, attraverso varie iniziative a livello locale, nazionale e internazionale. L Istituto Nazionale di Economia Agraria in ragione della sua storia di ricerca in materie di risorse idriche in agricoltura, ha partecipato alle iniziative previste attraverso l organizzazione di un workshop su tematiche connesse all importanza dell ottimizzazione dell uso della risorsa, tra cui il riutilizzo 2 irriguo dei reflui recuperati. Questa fonte alternativa di risorsa costituisce un azione di risparmio e di uso razionale dell acqua nelle strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, finalizzata al mantenimento e/o all aumento delle disponibilità idriche per l agricoltura e alla sostituzione delle risorse convenzionali, nell ambito di previsioni sui cambiamenti climatici che possano portare ad una loro diminuzione. L agricoltura italiana, al pari degli altri settori della vita civile, ha infatti una necessità immediata di adeguarsi ai cambiamenti climatici in corso attraverso misure di programmazione strategica che siano in grado di indirizzare in modo corretto il comportamento degli operatori agricoli e le scelte delle istituzioni. L attenzione sulla tematica del riutilizzo in agricoltura dei reflui depurati nasce, quindi, dalla necessità di far fronte alla crescente domanda di acqua di aumentare le disponibilità idriche in zone che soffrono di scarsità: attraverso il riutilizzo dei reflui, infatti, come buona pratica di risparmio idrico in agricoltura, si perseguono gli obiettivi integrati di tutela qualitativa e quantitativa dei corpi idrici e la quantità di acqua disponibile per gli altri usi risulta essere maggiore, limitando il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, e riducendo l impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori. 1 La Giornata Mondiale dell Acqua fu istituita per la prima volta nel 1993 dall Assemblea generale delle Nazioni Unite al fine di aumentare la conoscenza e la consapevolezza sui problemi legati alle risorse idriche e mantenere alta l attenzione sull importanza della loro gestione sostenibile. L Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato inoltre il 2013 Anno Internazionale della Cooperazione per l Acqua (Water cooperation, risoluzione A/RES/65/154). 2 Riutilizzo: impiego di acqua reflua recuperata di determinata qualità per specifica destinazione d'uso, per mezzo di una rete di distribuzione, in parziale o totale sostituzione di acqua superficiale o sotterranea. 1

2 (Obiettivi del riutilizzo irriguo delle acque reflue depurate Fonte: Esperienze e prospettive sul riutilizzo delle acque reflue depurate in Italia - Valente, Pineschi - Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Atti del workshop #SHAREWATERSAVEWATER COOPERATE FOR A NEW WATER CULTURE Roma 22 Marzo 2013) Quadro di riferimento normativo nazionale ed europeo Dal punto di vista normativo in materia di riuso delle acque reflue depurate, i punti di partenza sono essenzialmente la direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Dir. 91/271/CE) e la direttiva quadro sulle acque (Dir. 2000/60/CE) che presentano dei richiami generali al riutilizzo e l individuazione di misure da inserire tra quelle supplementari dei Piani di Gestione delle acque, volte a favorire l efficienza e il riutilizzo. La normativa italiana a partire dalla fine degli anni novanta con il d.lgs. n. 152/99, ha recepito le direttive emanate dalla Comunità Europea, quali appunto la suddetta 91/271/CEE, nonchè la 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall inquinamento dai nitrati provenienti da fonti agricole. Il d.lgs. 152/99 è stato attuato tramite una serie di decreti derivati tra cui il d.m. 12 giugno 2003, n. 185 Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell articolo 26, comma 2, del d.lgs. 11 maggio 1999, n Questo decreto è quello attualmente vigente in Italia e stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane ed industriali attraverso la regolamentazione delle destinazioni d uso ammissibili (irriguo, civile, industriale) e dei relativi requisiti di qualità. Ai fini della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, il suddetto d.m. 185/03 prevede delle limitazioni per il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo l impatto degli scarichi sui fiumi e favorendo il risparmio idrico. La parte più importante del d.m. 185/2003 è la tabella recante i requisiti di qualità chimico-fisici e microbiologici che l acqua recuperata deve rispettare per essere riutilizzata. I requisiti 3 di qualità devono esser posseduti all uscita dell impianto di recupero e i valori sono medi su base annua o, nel solo caso del riutilizzo irriguo, della singola campagna irrigua. Secondo il d.m. 185/03 le Regioni, in base all art. 5, svolgono un ruolo fondamentale: sono chiamate a pianificare le attività di recupero delle acque reflue ai fini del riutilizzo, individuando ad esempio 3 Nel caso di riutilizzo irriguo, tali limiti presuppongono per il parametro Escherichia Coli un valore a regime fissato in 10 UFC/100 ml per l 80% dei campioni e 100 UFC/100 ml come massimo valore puntuale. I limiti per fosforo e azoto totale possono essere invece elevati rispettivamente fino a 10 mg/l e 35 mg/l. 2

3 all interno del proprio territorio gli impianti di depurazione in grado di produrre un effluente con caratteristiche di qualità idonee al riuso. E previsto inoltre (art. 12) che le Regioni possano stabilire appositi Accordi di programma con i titolari degli impianti di recupero 4 delle acque reflue e con i titolari delle reti di distribuzione 5, anche al fine di prevedere agevolazioni ed incentivazioni al riutilizzo. Come ultimo step normativo nazionale, nell ambito della regolamentazione del riutilizzo delle acque reflue, si ricorda il Testo Unico dell Ambiente (TU), cioè il d.lgs. n. 152/2006, che recepisce le suddette direttive comunitarie, nonché il d.lgs. n. 152 dell 11 maggio Nella definizione degli obiettivi del TU, fondamentale è da parte di coloro che gestiscono o utilizzano le risorse idriche l individuazione delle misure tese alla loro conservazione, risparmio e riutilizzo, nonché la definizione delle loro competenze. Ad oggi importanti sviluppi a livello europeo in tema di riutilizzo delle acque reflue depurate sono in corso di aggiornamento. Nel novembre 2012 è stata pubblicata la comunicazione della Commissione europea contente il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee, il cosiddetto Blueprint, nel quale il riutilizzo delle acque reflue depurate ha un ruolo chiave al fine di limitare le situazioni di carenza idrica e ridurre la vulnerabilità dei corpi idrici agli eventi estremi. Il Blueprint incoraggia il riutilizzo delle acque reflue depurate e propone di valutare la definizione standard comuni per il riutilizzo dell acqua (quale proposta della Commissione da presentare nel 2015) e indicando le possibili fonti 6 di finanziamento per realizzare le infrastrutture di riutilizzo. Le problematiche e le criticità Dall analisi della tematica del riutilizzo irriguo dei reflui depurati si ha modo di comprendere come, a causa della complessità di interazioni tra azioni ed effetti diretti ed indiretti che agiscono su componenti diverse, siano presenti varie criticità e problematiche, riguardanti aspetti normativi, igienico-sanitari, ambientali, tecnologici, economici e logistici. Nonostante ciò, nel nostro Paese l attenzione si è concentrata molto spesso sul potenziale rischio di diffusione di patologie (sicurezza sanitariaambientale) e per questa ragione, il riutilizzo a fini irrigui dei reflui depurati risulta oggi in Italia di non facile praticabilità, a causa sia della normativa vigente troppo restrittiva, sia perché si sono spesso trascurati quelli economici e gestionali, che necessitano di maggiori approfondimenti. Dall analisi del quadro normativo riportato nel precedente paragrafo emerge che purtroppo in Italia non esiste una legge unica che stabilisca i parametri minimi di qualità delle acque irrigue. Infatti il d.m. 185/03 stabilisce la qualità per il riuso diretto delle acque reflue depurate, il d.lgs. 152/06 norma la qualità delle acque reflue scaricate al suolo o nella rete di scolo, ovvero il riutilizzo indiretto, e molte leggi regionali stabiliscono che occorre chiedere il parere di compatibilità irrigua allo scarico ai Consorzi di bonifica per salvaguardia salubrità delle produzioni e della fertilità del suolo. Tra i fattori che hanno finora limitato la diffusione di questa pratica agricola di risparmio idrico c è quindi quello normativo e 4 Impianto di recupero: strutture destinate al trattamento depurativo di riqualificazione di un acqua reflua, incluse le eventuali strutture di equalizzazione e di stoccaggio delle acque reflue recuperate presenti all'interno dell'impianto, prima dell'immissione nella rete di distribuzione delle acque reflue recuperate. 5 Rete di distribuzione: le strutture destinate all'erogazione delle acque reflue recuperate, incluse le eventuali strutture per la loro equalizzazione, l'ulteriore trattamento e lo stoccaggio, diverse dagli impianti di recupero. 6 Fondi strutturali e di coesione e prestiti della BEI ( ). 3

4 perciò, per incentivare tale pratica, sono auspicabili delle modifiche al d.m. 185/2003, in virtù dei parametri troppo restrittivi rispetto anche a quelli proposti dalle linee guida dell Organizzazione mondiale della Sanità o da altri Paesi mediterranei. Ciò costituisce un punto cruciale, in quanto proprio la rimozione spinta di tali sostanze alza i costi della depurazione a livelli tali da far risultare il riutilizzo non sostenibile economicamente. A livello infrastrutturale, i sistemi irrigui consortili esistenti sul territorio nazionale costituiscono in buona parte dei casi una realtà disomogenea con strutture non adeguate e senza le opportune capacità di operare e gestire tecnicamente dei sistemi di depurazione così complessi e articolati. Per soddisfare i requisiti 7 normativi delle reti di distribuzione e dei sistemi irrigui, spesso risulterebbero necessari interventi di adeguamento, ammodernamento e riconversione, con ingenti costi. Inoltre le possibilità di riutilizzo sono limitate dall attuale frammentarietà della stessa gestione infrastrutturale 8. In Italia infatti gli impianti di depurazione sono circa e gran parte di questi sono di potenzialità inferiore ai abitanti equivalenti; si tratta di impianti di piccole dimensioni gestiti da enti diversi (Comuni, società di depurazione), e quindi un organizzazione coerente ed vantaggiosa risulta complessa da perseguire. Nell ambito del finanziamento degli interventi progettuali suddetti, delle attività di predisposizione dei Piani di Gestione del sistema di riutilizzo e di realizzazione della rete di distribuzione collegante gli impianti alle aree agricole da servire, sussiste una situazione che risente delle scarse risorse pubbliche. Attualmente, sono le Regioni infatti, ad assumersi l onere di attivare le politiche di sostegno e i contributi finanziari necessari a mettere in attuazione gli interventi progettuali. Tutto ciò viene a concretizzarsi, tra tante e varie difficoltà, con la promozione di Accordi di programma tra le stesse Regioni, i Gestori degli impianti di recupero delle acque reflue ed i Gestori delle reti di distribuzione (Consorzi di bonifica). Ancora però tutto questo non è sufficiente. È forte la necessità di un nuovo orientamento nelle scelte politiche, cioè una programmazione di interventi mirati di adeguamento dei processi depurativi negli impianti esistenti in funzione di un potenziale riutilizzo, con l investimento di risorse pubbliche, non nel reperimento di nuove risorse idriche convenzionali attraverso opere di regolazione e adduzione, bensì nel collegamento di quelle utenze ancora non collegate con gli impianti consortili, e nel trasferimento delle acque reflue nelle aree agricole da servire (stazioni di sollevamento, reti di distribuzione e strutture per lo stoccaggio). Un caso studio 9 Al fine di effettuare un analisi centrata sul territorio italiano e di verificare come le indicazioni normative e gestionali vengano concretamente affrontate, si è scelto un caso di Consorzio di bonifica, 7 Le reti di distribuzione delle acque reflue recuperate devono essere adeguatamente contrassegnate, nonché separate e realizzate in modo tale da evitare ogni contaminazione alle reti di adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano o il contatto con acque di scarico fognario. I canali a cielo aperto e gli invasi di acque rientranti nella rete di distribuzione devono essere indicati con segnaletica colorata e visibile. I punti nei quali viene conferita l acqua depurata devono essere segnalati in modo da essere chiaramente distinguibili da quelli delle acque potabili. Il sistema di distribuzione deve esser dotato di idonei strumenti di rilevamento della pressione e della portata, nonché di punti di prelievo per il monitoraggio della qualità dell acqua recuperata. 8 Relazione generale sugli impianti di depurazione e sul riuso idrico e dei fanghi (linea di attività 1) - APAT (2006). 9 Tratto da Esperienze di riutilizzo irriguo: il caso del Consorzio di bonifica della Nurra - Franco Moritto, Dirigente tecnico Consorzio di bonifica e irrigazione della Nurra - Atti del workshop #SHAREWATERSAVEWATER COOPERATE FOR A NEW WATER CULTURE Roma 22 Marzo

5 che conduce l attività del riutilizzo irriguo dei reflui nel comprensorio di sua competenza. Tra questi si è scelto di riportare quello del Consorzio di bonifica e irrigazione della Nurra (nel Nord Ovest della Sardegna). Il Consorzio di Bonifica della Nurra, costituto nel 1963, ha un comprensorio attrezzato di ettari e una superficie irrigabile di ettari. Il territorio irriguo è compreso nei comuni di Sassari, Alghero, Porto Torres e Olmedo e l approvvigionamento idrico è assicurato dal bacino del Cuga. L esperienza 10 di riutilizzo più significativa per il Consorzio è quella avente come fonte per l approvvigionamento l impianto di trattamento delle acque reflue urbane di Alghero-San Marco, gestito dall Ente gestore del servizio idrico integrato, Abbanoa S.p.A. L impianto è progettato per abitanti equivalenti e il processo depurativo è tradizionale con trattamenti aggiuntivi per il riutilizzo irriguo (filtrazione a dischi in ABS rotanti, disinfezione con raggi UV) e con un impianto di sollevamento per la consegna in pressione alla rete irrigua. Nelle figure sottostanti sono riportate rispettivamente in grigio il comprensorio amministrativo, in giallo la superficie attrezzata per l irrigazione, della quale circa il 40% (in verde) la porzione attrezzata servita dalle acque miscelate del depuratore di San Marco. (Comprensorio del Consorzio e aree attrezzate per l irrigazione Fonte: Esperienze di riutilizzo irriguo: il caso del Consorzio di bonifica della Nurra - Franco Moritto, Dirigente tecnico del Consorzio ) La connessione tra impianto e la rete irrigua, praticamente adiacente, è costituita da condotta in uscita dal sollevamento finale dell impianto a valle dello stadio di affinamento che si collega ad una adduttrice principale fuori terra DN L altra esperienza del Consorzio è relativa ad un impianto (depuratore di Sassari Caniga) piuttosto lontano dalla rete irrigua, con opere di connessione ancora in fase di ultimazione. 5

6 (Vista del depuratore di S. Marco e, sullo sfondo, della condotta adduttrice irrigua nella quale avviene la miscelazione Fonte: Esperienze di riutilizzo irriguo: il caso del Consorzio di bonifica della Nurra - Franco Moritto, Dirigente tecnico del Consorzio ) Il Consorzio della Nurra in collaborazione con Abbanoa S.p.A. ha realizzato il Piano di gestione - riutilizzo delle acque reflue depurate del Comune di Alghero, ai sensi della Dir. reg. 75/15 del 2008, che recepisce il d.m. 185/2003, e il d.lgs 152/2006 e s.m.i. (art. 99 comma 2). La Regione Sardegna infatti in quanto a statuto speciale si è dotata di una sua normativa in materia di riutilizzo irriguo dei reflui, partendo ovviamente dalla normativa vigente a livello nazionale, ma decisamente più restrittiva, non tanto nei parametri qualitativi minimi, quanto nelle modalità di utilizzo di queste acque 11. La Dir. reg. riprende completamente il d.m. 185/2003, stabilendo le norme e le misure per favorire il riutilizzo. I commi 2 e 3 dell art. 9 concretizzano in particolare l effettiva possibilità di applicare il riutilizzo irriguo dei reflui nel caso in questione: secondo la delibera è consentito infatti il mescolamento (mediante l immissione diretta, che avviene nei pressi del depuratore, all intersezione di una tubazione DN 300 in uscita dall impianto con la già citata adduttrice principale DN 1400 della rete irrigua), esclusivamente a valle del trattamento, delle acque reflue con la risorsa idrica grezza proveniente dall invaso del Cuga, fino al rapporto di 1:1, che comporta l equiparazione della miscela così formatasi all acqua grezza. Tale miscelazione in pari quantità consente di evitare le previste limitazioni d uso 12 e questo incrementa la possibilità di un diffuso e sicuro riutilizzo irriguo, come già adottato nel Comprensorio in questione. I risultati dei primi anni di sperimentazione mostrano come il processo in esercizio abbia una possibilità teorica annuale di conferimento dei reflui di circa 4,8 milioni di m 3 (su circa 30 milioni di m 3 di fabbisogno totale) e che dunque sia ancora da incentivare e potenziare, sfruttando pienamente le recenti misure regionali incentivanti il riutilizzo. Si verifica infatti che il valore reale del conferimento di acque reflue recuperate sia notevolmente ridotto almeno al 50% principalmente per l obbligo di miscelazione fissato dalla normativa (soprattutto nei periodi invernali e autunnali, in cui si ha una minore richiesta che ostacola la possibilità di miscelazione col rapporto 1:1). Infine, in una situazione locale consolidata culturalmente da decenni di utilizzo di normali acque grezze, si rileva una scarsa accettazione delle acque reflue depurate da parte dei consorziati, per cui sarebbe opportuno promuovere attività di informazione e sensibilizzazione più incisive sul riutilizzo: le attività di monitoraggio dei parametri spesso verificano che i reflui recuperati risultano avere caratteristiche qualitative migliori, perché sono controllati più volte e in diversi punti, a differenza di quelle grezze. 11 E' infatti vietato il riutilizzo delle acque reflue recuperate sulle seguenti categorie di terreni: a) aree di salvaguardia delle captazioni o derivazioni di acque destinate al consumo umano. In assenza di specifica individuazione deve essere salvaguardata un'area di 200 m di raggio dal punto di captazione o derivazione; b) terreni gelati, innevati, saturi d acqua e inondati. 12 Come ad esempio subirrigazione, distanze da centri abitati, distanze da pozzi, tubazioni viola, segnaletica. 6

7 BIBLIOGRAFIA Atti del workshop #SHAREWATERSAVEWATER COOPERATE FOR A NEW WATER CULTURE Roma 22 Marzo 2013 Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, Norme in materia ambientale Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio n. 185 del 12 giugno 2003, Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell articolo 26, comma 2, del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152 Decreto legislativo n. 152 del 11 maggio 1999, Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole Direttiva Regionale Sardegna n. 75/15 del 30 dicembre 2008, Misure di tutela quali-quantitativa delle risorse idriche tramite il riutilizzo delle acque reflue depurate Zucaro R. et al., (2012), Valutazione tecnico-economica delle potenzialità di riutilizzo irriguo dei reflui depurati: il caso della Valpadana, INEA Roma di Gian Marco Dodaro 7

ESPERIENZE DI RIUTILIZZO IRRIGUO DEI REFLUI NEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA NURRA

ESPERIENZE DI RIUTILIZZO IRRIGUO DEI REFLUI NEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA NURRA ESPERIENZE DI RIUTILIZZO IRRIGUO DEI REFLUI NEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA NURRA Ing. Franco Moritto DIRETTORE DELL AREA TECNICA AGRARIA II CONSORZIO DI BONIFICA DELLA NURRA II CONSORZIO DI BONIFICA

Dettagli

nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE

nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE AD USO INDUSTRIALE per la produzione di ENERGIA IDROELETTRICA nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE attraverso lo sfruttamento

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Prescrizioni per Autorizzazione allo Scarico in Pubblica Fognatura Giugno 2014

Prescrizioni per Autorizzazione allo Scarico in Pubblica Fognatura Giugno 2014 Prescrizioni per Autorizzazione allo Giugno 2014 Sommario Riferimenti... 1 Documenti Allegati... 1 Premessa... 1 L autorizzazione potrà essere rilasciata alle seguenti condizioni... 2 D. Lgs 152/06 (Parte

Dettagli

1. TITOLO DELLA MISURA : Gestione delle risorse idriche in agricoltura

1. TITOLO DELLA MISURA : Gestione delle risorse idriche in agricoltura UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE TOSCANA PIANO DI SVILUPPO RURALE REGOLAMENTO CE 1257/1999 MISURA 9.6 Gestione delle risorse idriche in agricoltura Regolamento CE 445/02 lettera q PARTE I ADEMPIMENTI

Dettagli

Piano di Gestione delle Acque: uso efficiente e sostenibile delle acque per uso agricolo

Piano di Gestione delle Acque: uso efficiente e sostenibile delle acque per uso agricolo Piano di Gestione delle Acque: uso efficiente e sostenibile delle acque per uso agricolo Andrea Braidot Autorità di Bacino fiumi Alto Adriatico San Vito al Tagliamento, 12 maggio 2015 Cosa ci chiede la

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

RISOLUZIONE N. 430/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 430/E QUESITO RISOLUZIONE N. 430/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 10 novembre 2008 OGGETTO: Consulenza giuridica. Articolo 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Irap cuneo fiscale Imprese che svolgono

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1

Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1 Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1 RISORSE IDRICHE: finalità e attività da svolgere 5 linee: Programmazione investimenti irrigui; Condizionalità Ex ante; Integrazione e sinergie con

Dettagli

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

PROPOSTA DI PARERE OBBLIGATORIO VINCOLANTE N. 02/04 11 2012 OGGETTO:

PROPOSTA DI PARERE OBBLIGATORIO VINCOLANTE N. 02/04 11 2012 OGGETTO: PROPOSTA DI PARERE OBBLIGATORIO VINCOLANTE N. 02/04 Conferenza dei Comuni 11 ottobre 2012 OGGETTO: Piano delle opere per il superamento della procedura di infrazione n. 2009/2034/CE e relativo piano economico

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle

Dettagli

ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE

ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE COMUNE di RIMINI ASSESSORATO MOBILITA, LAVORI PUBBLICI E QUALITA URBANA ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del 18/02/2010 TAVOLO

Dettagli

Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue-

Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue- Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue- ALESSANDRO ZUCCA Regione Autonoma FVG Direzione Ambiente ed Energia Palmanova- 19 MAGGIO 2015 Indirizzi e

Dettagli

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA COMPLETIAMO IL TUO PROCESSO POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA Rifra Masterbatches S.p.A. Via T. Tasso, 8 25080 Molinetto di Mazzano (BS) Tel. +39 030 212171 Fax +39 030 2629757 R.I. 01006560179

Dettagli

SERVIZIO GESTIONE RIFIUTI - AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO ATTRAVERSO PROCEDURA COMPETITIVA AD EVIDENZA PUBBLICA. IL CONSIGLIO COMUNALE

SERVIZIO GESTIONE RIFIUTI - AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO ATTRAVERSO PROCEDURA COMPETITIVA AD EVIDENZA PUBBLICA. IL CONSIGLIO COMUNALE SERVIZIO GESTIONE RIFIUTI - AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO ATTRAVERSO PROCEDURA COMPETITIVA AD EVIDENZA PUBBLICA. IL CONSIGLIO COMUNALE - - Vista l allegata relazione del Direttore del Settore Qualità Urbana,

Dettagli

Le nuove frontiere del trattamento dei reflui di una grande città e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento

Le nuove frontiere del trattamento dei reflui di una grande città e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento Le nuove frontiere del trattamento dei reflui di una grande città e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento Ing. Giorgio MARTINO ACEA ATO2 Spa Roma -Regione Lazio Sala Tevere 25 luglio 2013

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

PIANO REGIONALE DI CONSULENZA ALLA IRRIGAZIONE PER UN USO CONSAPEVOLE DELL ACQUA IN AGRICOLTURA

PIANO REGIONALE DI CONSULENZA ALLA IRRIGAZIONE PER UN USO CONSAPEVOLE DELL ACQUA IN AGRICOLTURA Assessorato all Agricoltura e alle Attività Produttive PIANO REGIONALE DI CONSULENZA ALLA IRRIGAZIONE PER UN USO CONSAPEVOLE DELL ACQUA IN AGRICOLTURA IL FATTORE ACQUA è per l agricoltura un fattore determinante

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE POLIDORI, VIGNALI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE POLIDORI, VIGNALI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 999 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI POLIDORI, VIGNALI Disposizioni per la razionalizzazione della gestione delle acque e istituzione

Dettagli

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali VISTO il D.P.R. 2 ottobre 1968, n. 1639, recante il Regolamento per l'esecuzione della legge 14 luglio 1965, n. 963, concernente la disciplina della pesca marittima ; VISTO il Decreto del Ministero delle

Dettagli

Fondi Pensione Integrativi Territoriali:

Fondi Pensione Integrativi Territoriali: Le rôle croissant des régimes territoriaux et régionaux de protection sociale en Europe Fondi Pensione Integrativi Territoriali: Il Progetto della Regione Autonoma Valle d Aosta ed il Fondo Pensione regionale

Dettagli

4. IL PUNTO SULLE AGEVOLAZIONI FISCALI PER I COMMITTENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA IN CONTO TERZI E PER I FINANZIAMENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA.

4. IL PUNTO SULLE AGEVOLAZIONI FISCALI PER I COMMITTENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA IN CONTO TERZI E PER I FINANZIAMENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA. 4. IL PUNTO SULLE AGEVOLAZIONI FISCALI PER I COMMITTENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA IN CONTO TERZI E PER I FINANZIAMENTI DI ATTIVITÀ DI RICERCA. Nei precedenti corsi abbiamo dato notizia di una specifica agevolazione

Dettagli

Dichiarazione di Intenti SARDEGNA CORSICA

Dichiarazione di Intenti SARDEGNA CORSICA Dichiarazione di Intenti SARDEGNA CORSICA CORSICA E SARDEGNA UN PATTO NUOVO TRA DUE ISOLE SORELLE DEL MEDITERRANEO Oggi, 14 marzo 2016, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna e il Presidente

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI

PROTOCOLLO D INTESA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI PROTOCOLLO D INTESA TRA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI Per l installazione, il monitoraggio, il controllo e la razionalizzazione degli impianti di stazioni radio base Vista la legge del 22 febbraio

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DIRETTIVA REGIONALE RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DIRETTIVA REGIONALE RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE DIRETTIVA REGIONALE RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE Indice Capo I... 3 Disposizioni generali... 3 Art. 1...3 (Finalità)... 3 Art. 2...3 (Indirizzi per il riutilizzo delle acque reflue recuperate)...

Dettagli

LEGISLAZIONE SU RICERCA E INNOVAZIONE. VENETO Legge Regionale n.3 del 28/1/1997

LEGISLAZIONE SU RICERCA E INNOVAZIONE. VENETO Legge Regionale n.3 del 28/1/1997 LEGISLAZIONE SU RICERCA E INNOVAZIONE VENETO Legge Regionale n.3 del 28/1/1997 Anno legislazione:1997 Oggetto legislazione: promozione della diffusione di strumenti, metodologie e sistemi finalizzati a

Dettagli

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014; Richiamate le delibera del Cda n. 20 del 30/12/2010 e dell Assemblea n. 5 del 13/06/2013 con le quali si recepisce il trasferimento all Unione dei Comuni il servizio per la gestione in forma associata

Dettagli

BANDI E FINANZIAMENTI REGIONE LOMBARDIA

BANDI E FINANZIAMENTI REGIONE LOMBARDIA COMUNICAZIONI DELLA CONFEDERAZIONE AGLI ENTI ASSOCIATI NOTIZIARIO SPECIALE FINANZIAMENTI N.06/2008 AGLI ENTI ASSOCIATI DELLA LOMBARDIA - LORO SEDI BANDI E FINANZIAMENTI REGIONE LOMBARDIA Bando a sostegno

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato LIVIA TURCO

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato LIVIA TURCO Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 3047 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato LIVIA TURCO Norme per la promozione della partecipazione dei giovani immigrati al servizio

Dettagli

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza Rev. 03 del 27 maggio 2008 La BASILE PETROLI S.p.A., nell ambito delle proprie attività di stoccaggio e commercializzazione di

Dettagli

Gruppo di ricerca RAEE. Sintesi secondo workshop

Gruppo di ricerca RAEE. Sintesi secondo workshop Gruppo di ricerca RAEE Sintesi secondo workshop Il secondo Workshop I lavori del secondo incontro del Gruppo di Ricerca RAEE hanno avuto come argomento di analisi la filiera logistica del sistema RAEE

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la

Dettagli

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività inerenti al servizio di piena e intervento idraulico e presidio territoriale.

Dettagli

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO COMUNE DI COLOGNO AL SERIO Provincia di Bergamo PIANO TRIENNALE DI AZIONI POSITIVE PER LE PARI OPPORTUNITA TRIENNIO 2015/2017 (Art. 48 del D.Lgs. 198/2006) Approvato con deliberazione della Giunta comunale

Dettagli

LA NORMA ISO 14001 APPLICATA AI COMUNI

LA NORMA ISO 14001 APPLICATA AI COMUNI LA NORMA ISO 14001 APPLICATA AI COMUNI 1. ASPETTI GENERALI Negli ultimi anni, in gran parte dei Paesi europei, si assiste a un crescente interesse verso l attuazione di una pianificazione locale del territorio

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

MIFID Markets in Financial Instruments Directive

MIFID Markets in Financial Instruments Directive MIFID Markets in Financial Instruments Directive Il 1 1 Novembre 2007 è stata recepita anche in Italia, attraverso il Decreto Legislativo del 17 Settembre 2007 n.164n.164,, la Direttiva Comunitaria denominata

Dettagli

I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006

I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006 I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006 Paolo Casciano Direzione Generale Reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile Regione Lombardia Ordine Ingg BG 26/11/2007 - ing. Casciano

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014 Oggetto: D.Lgs. 14.8.2012, n. 150 e decreto interministeriale 22 gennaio 2014. Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Direttive per l'attuazione nella Regione Sardegna

Dettagli

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE

LEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE LEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE VENETO N. 25 del 13 marzo 2007 Il Consiglio

Dettagli

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale

Dettagli

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Comune di Nembro Progetti dematerializzazione del Comune di Bergamo 26/092011 Finalità e caratteristiche

Dettagli

IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO Chi sono? Marco Rusconi Ingegnere, responsabile del settore contratti di Idrolario Srl (project manager per l esecuzione degli interventi di piano d ambito e delle manutenzioni

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 1372 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa della senatrice TOIA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 MAGGIO 2002 (*) Modifica dell articolo 156 del codice civile, e norme

Dettagli

POLITICA PER LA QUALITÀ, L AMBIENTE, LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E LA RESPONSABILITA SOCIALE

POLITICA PER LA QUALITÀ, L AMBIENTE, LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E LA RESPONSABILITA SOCIALE POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO La Cooperativa sociale ITALCAPPA è consapevole dell importanza e della necessità di avvalersi di un Sistema di Gestione integrato per la qualità, l ambiente,

Dettagli

Avvio della programmazione 2007-13

Avvio della programmazione 2007-13 Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione

Dettagli

Aspetti regolatori per gli accumuli energetici. Federico Luiso

Aspetti regolatori per gli accumuli energetici. Federico Luiso Aspetti regolatori per gli accumuli energetici Federico Luiso Autorità per l energia Pisa, 22 maggio 2013 1 INDICE 1. Caratteristiche della regolazione attraverso i progetti pilota 2. Il quadro normativo

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

Incontro informativo. Le bonifiche nel nuovo Testo Unico Ambientale e il confronto con la normativa britannica e francese

Incontro informativo. Le bonifiche nel nuovo Testo Unico Ambientale e il confronto con la normativa britannica e francese ISO 9001 : 2000 Certificato n. 97039 Settore Territorio Area Ambiente e Sicurezza Incontro informativo Le bonifiche nel nuovo Testo Unico Ambientale e il confronto con la normativa britannica e francese

Dettagli

Provincia di Reggio Calabria

Provincia di Reggio Calabria Provincia di Reggio Calabria Sett.1 AA.GG, Giunta, URP, Segr./Direz. Generale, Contratti- -Assistenza Giuridico Amm.va ai Comuni, Controllo Strategico/Direzionale, Pari Opportunità, Consigliera di parità

Dettagli

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI SEGRETERIA NAZIONALE 00198 ROMA VIA TEVERE, 46 TEL. 06.84.15.751/2/3/4 FAX 06.85.59.220 06.85.52.275 SITO INTERNET: www.fabi.it E-MAIL: federazione@fabi.it FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI Ai Sindacati

Dettagli

Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09

Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09 Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09 Deliberazione 16 dicembre 2004 Determinazione del contributo tariffario da erogarsi ai sensi dell

Dettagli

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014 Premessa Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2914 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato ABRIGNANI Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Presentata il 25 febbraio

Dettagli

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata: 10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con i Ministri dell interno delle politiche agricole alimentari e forestali dell ambiente e della tutela del territorio e del mare delle infrastrutture

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria

I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria Dott. Paolo Piani Ancona (26 marzo 2015) 1 Premessa Trattati Il diritto comunitario in tema di assistenza sanitaria (prevale sulle

Dettagli

4. GESTIONE DELLE RISORSE

4. GESTIONE DELLE RISORSE Pagina 1 di 6 Manuale Qualità Gestione delle Risorse INDICE DELLE EDIZIONI.REVISIONI N DATA DESCRIZIONE Paragraf i variati Pagine variate 1.0 Prima emissione Tutti Tutte ELABORAZIONE VERIFICA E APPROVAZIONE

Dettagli

Consiglio regionale della Toscana

Consiglio regionale della Toscana Consiglio regionale della Toscana LEGGE REGIONALE N. 17/2007 (Atti del Consiglio) Norme per l emergenza idrica per l anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione

Dettagli

RISOLUZIONE N. 65/E. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso. Roma 17 marzo 2003

RISOLUZIONE N. 65/E. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso. Roma 17 marzo 2003 RISOLUZIONE N. 65/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma 17 marzo 2003 OGGETTO: IVA. Rette scolastiche delle scuole di lingua straniera gestite da soggetti comunitari ed extra-comunitari. Art.

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

Fisco & Contabilità La guida pratica contabile

Fisco & Contabilità La guida pratica contabile Fisco & Contabilità La guida pratica contabile N. 08 26.02.2014 Enti non profit: le scritture contabili Categoria: Associazioni Sottocategoria: Varie Gli enti non commerciali rappresentano un fenomeno

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

Il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini:

Il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini: Il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini: un esempio virtuoso di collaborazione fra Istituzioni e Gestore per il miglioramento degli standard ambientali Luca Migliori Responsabile Ingegneria

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8. Corte dei conti Italia. Sicurezza energetica

Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8. Corte dei conti Italia. Sicurezza energetica Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8 7 giugno 2006 Corte dei conti Italia Sicurezza energetica 1. L Italia e la sicurezza energetica Il tema della sicurezza

Dettagli

Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna

Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna INTRODUZIONE Il percorso partecipativo ha avuto l obiettivo di sviluppare un confronto fra i diversi stakeholder sulle proposte

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,

Dettagli

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo.

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo. MASTER si propone come facilitatore nella costruzione e pianificazione di strategie di medio e lungo termine necessarie ad interagire con gli scenari economici e sociali ad elevato dinamismo. Vuole rappresentare

Dettagli

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il

Dettagli

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 METODOLOGIA PERMANENTE PER LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E DEI RISULTATI DEI DIPENDENTI GENERALMENTE CONSIDERATI CUI NON SIANO STATI CONFERITI

Dettagli

ALLEGATO TECNICO S 1. Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda)

ALLEGATO TECNICO S 1. Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda) ALLEGATO TECNICO S 1 Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda) Coordinate geografiche Gauss Boaga 2 (in metri) del punt di recapito

Dettagli

Le reti di imprese e. della Regione Liguria VIVAIO FORESTALE PIAN DEI CORSI

Le reti di imprese e. della Regione Liguria VIVAIO FORESTALE PIAN DEI CORSI Le reti di imprese e Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Liguria VIVAIO FORESTALE PIAN DEI CORSI Rialto, 21 aprile 2016 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL CONTRATTO DI RETE: NECESSARI Presenza di più imprenditori

Dettagli

Roma 22 settembre 2004

Roma 22 settembre 2004 RISOLUZIONE N. 123/E Roma 22 settembre 2004 Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Oggetto: Istanza di interpello. Fondazione XY - Onlus - Attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale.

Dettagli

Le violazioni alla direttiva si verificano quando un agglomerato > 2.000 Abitanti equivalenti presenta una o più delle seguenti criticità:

Le violazioni alla direttiva si verificano quando un agglomerato > 2.000 Abitanti equivalenti presenta una o più delle seguenti criticità: La Direttiva 91/271/CEE «concernente il trattamento delle acque reflue urbane» per tutelare le risorse idriche dispone che il territorio sia adeguatamente servito da reti fognarie e da impianti di depurazione.

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze Classificazione della spesa delle università per missioni e programmi VISTI gli articoli

Dettagli