Relazione Tecnica Generale. per l attuazione

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2 ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO TUTELA DELLE ACQUE E GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Relazione Tecnica Generale per l attuazione dell Accordo Integrativo per la tutela delle risorse idriche del Basso e Medio Valdarno e del Padule di Fucecchio attraverso la riorganizzazione della depurazione industriale del comprensorio del cuoio e di quella civile del Circondario Empolese, della Valdera, della Valdelsa e della Val di Nievole stipulato in data 29 Luglio 2004 Settembre 2005

3 1. Premessa 2. Relazione 2.1 Il contesto generale e gli obiettivi dell Accordo Integrativo 2.2 Il contesto ambientale Tipologia delle aziende Il monitoraggio dello scarico degli insediamenti produttivi e degli impianti di depurazione Tipologia delle reti fognarie del distretto conciario Descrizione sommaria degli impianti di depurazione del distretto industriale Le sostanze pericolose in ingresso agli impianti di depurazione Le sostanze pericolose negli scarichi degli impianti industriali e nei corpi idrici ricettori I sistemi fognari e gli impianti di depurazione del settore civile Lo stato di qualità delle acque 2.3 Le finalità dell Accordo Integrativo 3. Le azioni e gli interventi 3.1 Le azioni Caratterizzazione dei reflui da trattare La prevenzione: sintesi delle BAT nel settore conciario 3.2 La riorganizzazione della depurazione civile La Val di Nievole La Val d Era La Val d Elsa Il Circondario Empolese 3.3 La riorganizzazione della depurazione industriale ed il riuso Interventi di riorganizzazione della depurazione industriale Studi e di approfondimenti per l individuazione delle migliori tecniche per la rimozione delle sostanze pericolose e per l ottimizzazione del trattamento congiunto di reflui industriali e reflui domestici Interventi per il riutilizzo delle acque reflue recuperate Sintesi dei risultati delle sperimentazioni effettuate 4. La proposta metodologica di attuazione dell accordo integrativo 4.1 Indagine conoscitiva preliminare 4.2 Attivazione degli interventi di riorganizzazione della depurazione civile 4.3 Attivazione degli interventi di riorganizzazione della depurazione industriale 5. Quadro economico generale ALLEGATI Allegato 1: Descrizione degli impianti di depurazione del comprensorio Allegato 2: Le sostanze pericolose negli scarichi degli impianti e nei corpi recettori Allegato 3: BAT nel settore conciario Allegato 4: Gli interventi di riorganizzazione della depurazione civile Allegato 5 : Gli interventi di riorganizzazione della depurazione industriale Allegato 6: Interventi di studio e approfondimento per la rimozione delle sostanze pericolose Allegato 7: Interventi per il riutilizzo delle acque reflue recuperate Allegato 8 : Programmi di monitoraggio ambientale 2

4 1. PREMESSA La presente relazione tecnica definisce le azioni e gli interventi per il raggiungimento degli obiettivi fissati nell Accordo Integrativo per la tutela delle risorse idriche del Basso e Medio Valdarno e del Padule di Fucecchio attraverso la riorganizzazione della depurazione industriale del comprensorio del cuoio e di quella civile del Circondario Empolese, della Valdera, della Valdelsa e della Val di Nievole sottoscritto in data 29 Luglio 2004, in un inderogabile contesto di sviluppo sostenibile, per il risanamento, la tutela e la prevenzione dell impatto antropico sulle risorse idriche, con specifico riferimento alle acque superficiali dei corpi idrici del Padule di Fucecchio, dell Usciana, dell Arno a valle delle loro confluenze e dell acquifero di Fucecchio. In tale contesto assume prioritaria importanza la riduzione delle sostanze pericolose dagli scarichi degli impianti industriali di depurazione del distretto conciario. La strategia sviluppata nel dettaglio prevede : - l attivazione di indagini e studi finalizzati all individuazione delle sostanze pericolose eventualmente utilizzate all interno del ciclo conciario; - la definizione delle più efficaci azioni e l utilizzo delle migliori tecnologie economicamente compatibili per la riduzione dell impiego di prodotti contenenti sostanze pericolose nei cicli produttivi dell industria conciaria e la loro progressiva sostituzione con prodotti non contenenti tali sostanze, quale azione di prevenzione e controllo delle sostanze pericolose impiegate nelle industrie del comprensorio conciario; - il collettamento ai depuratori industriali del comprensorio di considerevoli portate di reflui domestici della Val di Nievole, della Val d Era e del Circondario Empolese al fine di assicurare un ottimale trattamento depurativo complessivo; - la razionalizzazione degli esistenti impianti di depurazione industriale del comprensorio per l ottimizzazione del trattamento dei reflui; - l affinamento di parte dei reflui finalizzato al riuso per l industria conciaria; - la definizione di un programma di indagini e studi, che, attraverso la realizzazione di impianti pilota, consentano di individuare l ottimale tipologia di trattamento dei reflui per la rimozione delle sostanze pericolose, anche in termini di rapporto costi/benefici, in relazione alla sostenibilità degli oneri gestionali; - la definizione del cronoprogramma di attuazione degli interventi infrastrutturali, delle sperimentazioni, nonché dei Piani Finanziari di spesa per la definizione dei fabbisogni finanziari nelle annualità di attuazione dell intero programma; 3

5 - la definizione di un sistema di controlli e monitoraggi per la verifica dell efficacia impiantistica ed ambientale delle azioni ed egli interventi realizzati, in relazione agli obiettivi di qualità ambientale definiti dal Piano di tutela adottato dalla Regione Toscana. La definizione di quanto sopra consentirà di attivare un compiuto percorso, la cui validità sarà oggetto di analisi e confronto continuo, con le possibilità di apportarvi le eventuali modifiche migliorative, in relazione ai risultati intermedi ed alle indicazioni che potranno emergere. La presente relazione costituisce la proposta programmatica di attuazione degli interventi previsti per il raggiungimento degli obiettivi definiti nell Accordo di programma, e costituisce la base su cui intraprendere un percorso strutturato che, nel rispetto degli obiettivi fissati dall Accordo integrativo, in un contesto di sostenibilità economica per il sistema produttivo, consenta di ottimizzare l impiego delle risorse stanziate, garantendo un notevole sviluppo della conoscenza dei sistemi depurativi nel campo innovativo della rimozione delle sostanze pericolose. Ciò presuppone l attivazione, in tempi congrui e definiti, delle risorse finanziarie stanziate con l Accordo sottoscritto, la cui effettiva disponibilità è condizione necessaria per il rispetto delle scadenze temporali fissate con l Accordo stesso. 4

6 2. RELAZIONE 2.1 Il contesto generale e gli obiettivi dell accordo integrativo Per facilitare la contestualizzazione delle problematiche e precisare le proposte tecniche ed operative, si ritiene opportuno riportare una breve sintesi di inquadramento del contesto generale e gli obiettivi dell Accordo integrativo. Per quanto in particolare attiene il contesto generale, sono sviluppati : - gli aspetti afferenti il distretto conciario, sia come strutturazione produttiva che come tipologia e quantitativi di sostanze pericolose impiegate nei cicli produttivi e rilevate negli scarichi dei depuratori industriali; - lo stato e gli obiettivi di qualità e del ciclo integrato delle acque nel comprensorio territoriale di riferimento, desunti dal Piano di tutela delle Acque del fiume Arno, approvato con delibera di Consiglio Regionale n. 6 del 25 Gennaio 2005; 2.2 IL CONTESTO AMBIENTALE DEL DISTRETTO CONCIARIO Tipologia delle aziende Le prime attività conciarie risalgono alla metà del Dopo la fine del secondo conflitto mondiale si assiste all espansione di questa attività che va quindi a collocarsi nel tessuto urbano dei comuni del Comprensorio. Da sempre questa zona è stata legata alla concia delle pelli. L origine è artigianale, con le piccole concerie che svolgevano la loro attività all interno delle abitazioni dei paesi. Con il passare del tempo la produzione si è generalmente ingrandita, sfruttando le nuove tecnologie che via via venivano introdotte e acquisendo sempre più rilevanza sui mercati di riferimento. Il processo di delocalizzazione degli insediamenti produttivi dai centri abitati alle zone industriali appositamente studiate, viene avviato nel 1970, quando nasce un percorso di industrializzazione caratterizzato dalla concertazione delle politiche di sviluppo fra le amministrazioni pubbliche locali e le imprese, attraverso le proprie associazioni, che istituzionalmente le rappresentano. E in quel momento che la distrettualità comincia a prendere corpo, facendo nascere uno spirito unitario negli imprenditori nell affrontare i temi più importanti della loro attività. Le associazioni di categoria acquisiscono una forte connotazione operativa, 5

7 svolgendo, per conto delle aziende, l opera di rappresentanza a livello istituzionale e fornendo al Distretto competenze specifiche per la soluzione delle problematiche. Associazione Conciatori di S. Croce sull Arno e Consorzio Conciatori di Ponte a Egola sono il braccio politico e logistico delle aziende conciarie sparse per il territorio e svolgono l importante ruolo di accompagnamento allo sviluppo industriale del comprensorio, attraverso il supporto alle imprese nei programmi di trasferimento dei loro impianti dai centri urbani alle aree industriali e attraverso l azione di adeguamento del comparto alle nuove normative ambientali sulle acque, sul suolo e sull atmosfera. Le Associazioni, inoltre, prestano assistenza alle aziende associate in materia di prevenzione infortuni, igiene nei luoghi di lavoro, di agevolazioni finanziarie, ricerca, formazione professionale, contrattualistica, ed altri servizi. Nel tempo hanno implementato lo sviluppo commerciale all estero, promuovendo e coordinando la partecipazione a mostre e fiere internazionali. La crescente vocazione all export delle concerie del Distretto è provata dalla loro presenza, pari al 65-70% delle concerie italiane partecipanti, alle manifestazioni fieristiche internazionali di settore, con le aziende associate che intrattengono rapporti con quasi tutti i paesi dell Unione Europea, con gli Stati Uniti, Canada, con i Paesi asiatici, la Cina, Giappone Hong Kong, Corea, l Africa Sub-Sahariana, Stati America Centrale e Meridionale, e l est Europeo. La caratteristica originale dell industria conciaria Toscana è data dalla sua particolare organizzazione fondata su un intensa trama composta da centinaia di aziende di piccole dimensioni. I addetti del settore sono distribuiti in circa 800 imprese per una media di 10/12 lavoratori per azienda. Le aziende presenti nel distratto conciario sono ripartite in due grosse categorie: a) Circa 400 concerie che acquistano, lavorano e commercializzano le pelli b) Circa 400 aziende conto-terzi che effettuano lavorazioni parziali per conto delle concerie. Ognuna di queste ultime imprese è specializzata in un particolare segmento del ciclo conciario (produzione di semi-lavorati, lavorazioni meccaniche, rifinizione-nobilitazione, ecc.) Le concerie toscane producono pellami per i più svariati settori (calzature, abbigliamento, pelletteria ecc.) ed in particolare, viene prodotto il 98% della produzione di cuoio-suola italiana. L alta qualità e il forte contenuto moda delle pelli prodotte in Toscana hanno permesso al Comprensorio del Cuoio di acquisire la leader-ship mondiale nel settore. 6

8 Tabella 1 Il Distretto Industriale Conciario in cifre Concerie 400 Industrie Conto-terzi e altre aziende del settore 400 Numero di addetti Movimentazione merci in ingresso ed in uscita 250/300 tir al giorno Fatturato conciario complessivo del distretto Incidenza delle esportazioni sul fatturato 40% Il monitoraggio dello scarico degli insediamenti produttivi e degli impianti di depurazione Tutti gli insediamenti produttivi, indipendentemente dalle aree industriali in cui sono localizzati, vengono monitorati, in continuo, dai gestori degli impianti di depurazione. Il monitoraggio è condotto attraverso dei campionatori posizionati in corrispondenza del punto di allaccio delle aziende alla rete fognaria industriale. Il campionamento viene effettuato, automaticamente, proporzionalmente ai volumi scaricati in maniera da ottenere un campione medio composito dello scarico di ogni singola settimana. Con questo metodo lo scarico di ogni singolo insediamento produttivo viene campionato quattro volte al mese. Sulla base delle analisi effettuate sui campioni medi e sulle base dei quantitativi di acqua utilizzati dall azienda, viene calcolato il costo mensile di depurazione. Analogamente a quanto avviene per gli insediamenti produttivi, anche gli scarichi degli impianti di depurazione sono costantemente monitorati e campionati per verificarne la rispondenza ai limiti di legge. 7

9 2.2.3 Tipologia delle reti fognarie del distretto conciario Le acque depurate scaricate dagli impianti della riva destra dell Arno confluiscono nel canale Usciana nel tratto tra il ponte di Ponte a Cappiano ed il ponte di Castelfranco. Il canale Usciana, circa 10,5 km a valle del punto di scarico, all altezza delle cateratte, poco prima di Ponte alla Navetta, confluisce nell Arno. L Usciana è un canale artificiale emissario del padule di Fucecchio che raccoglie le acque di vari canali e fossi provenienti dalla zona a nord quali il Pescia di Pescia, il Pescia di Collodi ed il canale del Terzo. Il canale Usciana che, come si è detto, si immette in riva destra del fiume Arno poco a monte di Pontedera raccoglie le acque di un bacino imbrifero di 486 km 2 con altitudine media di 263 m s.l.m. L impianto scarica a gravità mediante una tubazione in acciaio DN 400 la cui bocca di scarico dista circa 20 metri dal pozzetto di ispezione ed è situata immediatamente prima che il Rio passi sotto la strada ex- arginale. Dopo circa 80 m il Rio attraversa l argine attuale ed entra in zona demaniale. Le acque del Rio pertanto dopo lo scarico dell effluente depurato non sono e nemmeno possono essere prelevate per utilizzi di qualsiasi natura, vista anche la morfologia del tratto terminale del Rio stesso. Per quanto attiene le portate del Rio Malucco si fa presente che trattasi di un fosso di scolo campestre e che quindi in tempo secco può avere portata pressoché nulla. Geograficamente lo scarico finale è localizzato dalle seguenti coordinate (UTM ED 50): longitudine Est e latitudine Nord Tale scarico rappresenterà l unico punto di immissione in acque superficiali del nuovo sistema integrato di depurazione dei reflui industriali e civili presentato. Gli impianti del Comprensorio raccolgono, attraverso un fitta rete fognaria, gli scarichi industriali delle concerie situate nei comuni di S. Croce, Fucecchio, Castelfranco in riva destra dell Arno e di S. Miniato e Montopoli in riva sinistra. Raccolgono, inoltre, attraverso una rete fognaria separata, gli scarichi domestici dei comuni citati. Nel complesso sono allacciate alla rete fognaria industriale in arrivo all impianto circa 800 aziende di cui la metà sono concerie e la metà aziende con lavorazione conto terzi specializzate in alcune fasi lavorative specifiche del ciclo di concia della pelle. Data la distanza presente tra le diverse aree industriali e gli impianti di depurazione, i reflui industriali devono essere sollevati con l ausilio di stazioni di sollevamento. 8

10 Le stazioni di sollevamento, pur non essendo presidiate, sono controllate in continuo 24 ore su 24, attraverso un sistema di telecontrollo, dal personale presente sull impianto. Non è prevista in alcuna delle stazioni di sollevamento, la possibilità di by-passare reflui di natura industriale. I reflui industriali in arrivo sono interamente sollevati e scaricati nel collettore fognario a valle per essere recapitati all impianto di depurazione. In alcuni casi i reflui in arrivo alla stazione di sollevamento, anziché essere scaricati in un altro collettore fognario con flusso in gravità, sono pompati verso l impianto di depurazione attraverso delle tubazioni con flusso in pressione. La rete fognaria industriale si estende, complessivamente, per circa 60 km con tubazioni caratterizzate da diametri variabili da 300 a 1200 mm. La rete fognaria è stata realizzata in tempi successivi con materiali diversi. Le prime tubazioni posate erano in fibrocemento od in gres ceramico, successivamente si sono continuate ad utilizzare tubazioni in gres e, allo stesso tempo, tubazioni in polietilene. Quasi tutti i collettori realizzati in fibrocemento hanno evidenziato, dopo circa quindici anni di funzionamento, grosse problematiche relativamente alla tenuta idraulica ed alle caratteristiche strutturali. E stato quindi necessario intervenire con lavori di risanamento che, attraverso l utilizzo di tecnologie brevettate di rivestimento in assenza di scavi, hanno consentito il ripristino delle caratteristiche strutturali e di tenuta dei collettori fognari industriali grazie al rivestimento interno in vetroresina delle vecchie tubazioni. In maniera perfettamente analoga a quanto succede per i reflui industriali anche i reflui di natura domestica, provenienti dagli insediamenti abitativi, sono collettati agli impianti di depurazione. Tutte le aree collegate agli impianti sono caratterizzate dalla presenza di due reti fognarie distinte. Nelle aree industriali di più vecchia realizzazione esiste una fognatura esclusivamente dedicata ai reflui industriali ed una fognatura per i reflui domestici e le acque meteoriche; nelle aree industriali più recenti, caratterizzate dalla presenza di soli insediamenti produttivi, esiste una fognatura dedicata ai reflui industriali ed ai reflui domestici prodotti comunque all interno degli insediamenti produttivi, la seconda rete è dedicata esclusivamente alla raccolta di acque meteoriche Descrizione sommaria degli impianti di depurazione (Allegato 1) Gli impianti di depurazione ubicati nel Comprensorio del Cuoio depurano di mc/anno di reflui industriali (corrispondenti alla totalità dell area) e di mc/anno di reflui civili. I 9

11 livelli di disinquinamento sono significativi e si raggiunge più del 90% di riduzione del carico inquinante complessivo trattato. A tale risultato si è giunti impegnando ingenti risorse ed elevati costi di gestione oltre /anno all anno garantiti da tariffe industriali comprese nell intervallo di 5 15 /mc. Tabella 2 Investimenti ambientali fino al 2003 Impianti di depurazione Impianti recupero sottoprodotti Interventi a Piè di Fabbrica Costo esercizio depuratori dal 1975 TOTALE Tabella 3 Alcuni dati ambientale del 2003 Acqua industriale trattata dai depuratori Abitanti equivalenti mc circa 2,6 milioni circa Abbattimento del carico inquinante > 98% Occupati nei depuratori e altre società collaterali Fanghi residui della depurazione prodotti e recuperati circa 225 addetti t/anno Per la depurazione industriale devono essere risolti i problemi legati all eccessiva salinità e alla riduzione dell impatto ambientale dovuto alle sostanze organiche residuali; occorre sottolineare che i fenomeni di subsidenza impongono di ridurre i prelievi dalla falda. Gli impianti del Comprensorio del Cuoio sono caratterizzati da un trattamento completo dei reflui in ingresso. Il processo depurativo è organizzato essenzialmente in tre fasi distinte: una prima fase di tipo chimico-fisico garantisce un iniziale abbattimento del carico organico; un secondo trattamento 10

12 di tipo biologico, combinato con il processo di nitrificazione-denitrificazione, consente sia una ulteriore degradazione del carico di natura organica che l abbattimento del carico ammoniacale; infine un terzo stadio, ancora di tipo chimico-fisico, garantisce l eliminazione dei composti refrattari ad una degradazione di tipo biologico ed il rispetto dei limiti di scarico nel corpo idrico ricettore. Recentemente, l impianto di Santa Croce sull Arno ha introdotto alcune modifiche rispetto al processo precedentemente descritto, trasformando il vecchio settore chimico fisico iniziale in un nuovo stadio biologico. Allo stato attuale pertanto, la degradazione degli inquinanti in ingresso avviene tramite l utilizzo di due stadi biologici, in serie, e di un trattamento chimico fisico terziario di finissaggio. I depuratori misti industriali, pur avendo un elevatissimo rendimento (tra il 97 ed il 99% a seconda del parametro), scaricano un acqua che comunque ha un alto contenuto di sostanze disciolte, sia di natura organica che inorganica: le prime, in genere, sono dovute a composti scarsamente biodegradabili, le altre sono costituite da cloruri e solfati, le cui concentrazioni sono oltre i limiti della attuale normativa e sono scaricate entro i valori stabiliti con delibera della Regione Toscana Le sostanze pericolose in ingresso agli impianti di depurazione Il processo conciario è un insieme di trattamenti chimici e meccanici che permettono di trasformare una materia prima putrescibile (la pelle) in materiale imputrescibile utilizzabile per gli usi cui è destinata. Chiaramente i trattamenti chimici presuppongono l utilizzo di una vasta gamma di prodotti chimici che in gran parte vengono assorbiti e legati alla pelle, e contemporaneamente una piccola parte si ritrova nelle acque reflue. Gran parte di questi prodotti non presentano nessuna problematica di tipo ambientale, in quanto non pericolosi per l ambiente o perché facilmente eliminabili nei trattamenti depurativi a valle delle lavorazioni. Da indagini effettuate sulla tipologia di prodotti utilizzati e su analisi effettuate in ingresso agli impianti, è possibile formulare una lista delle sostanze pericolose significativa per il distretto conciario Toscano: Composti Organici Volatili (COV) - Toluene - Triclorometano Alofenoli - 2, 4, 5 Triclorofenolo 11

13 - 2, 4, 6 Triclorofenolo - 2, 4 Diclorofenolo Aniline e derivati - 2 cloroanilina - 3 cloroanilina - 4 cloroanilina - 3, 4 dicloroanilina Altri composti - Nonilfenolo - Cromo (III) - Nichel Le sostanze pericolose rilevate negli scarichi degli impianti di depurazione e nei corpi idrici ricettori (Allegato 2) A seguito dell adozione del Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA ), la Regione Toscana ha avviato gli studi ed i rilievi per lo sviluppo dei quadri conoscitivi relativi al monitoraggio delle sostanze pericolose, affidandone l esecuzione all'agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT). Il primo approccio al problema è stata la messa a punto del progetto di studio "Sostanze Pericolose". Nella fase preliminare del progetto è stata effettuata una scelta dei reflui più rappresentativi per lo studio, partendo dal presupposto che il principale veicolo attraverso cui le sostanze pericolose raggiungono i corpi idrici sono gli scarichi industriali e/o urbani. Nella scelta si è tenuto conto della localizzazione delle attività industriali di maggior importanza a livello regionale, nel cui ciclo produttivo sono utilizzate sostanze pericolose e della criticità ambientale dei territori interessati: in base a queste considerazioni, sono stati presi in esame i reflui del Distretto Tessile di Prato e del Distretto Conciario di Pisa. Per le acque reflue urbane da analizzare, visto il notevole impatto e l estensione dell area servita è stato scelto il Depuratore di S. Colombano (che serve l'intera area fiorentina e altri comuni limitrofi dai quali provengono anche scarichi industriali da lavorazioni tessili depurati a piè di fabbrica). In via preliminare sono state svolte approfondite ricerche bibliografiche che hanno permesso di individuare, fra le oltre 150 sostanze indicate dal DM 367/2003, quelle particolarmente significative per i distretti industriali in esame (sostanze sentinella) che quindi sono state oggetto di indagine. 12

14 Nel corso della prima fase di studio, svoltasi nel periodo marzo giugno 2004, per il distretto conciario sono stati analizzati i reflui degli impianti gestiti dal Consorzio Cuoiodepur e dal Consorzio Aquarno. Si riportano di seguito le principali caratteristiche dei due impianti: Denominazione Bacino Utenza Data Inizio Attività Tipologia acque trattate Potenzialità A.E. Rendimento abb. azoto Cuoiodepur San Miniato 1/1/1981 miste Montopoli Aquarno Santa Croce Fucecchio Castelfranco 1/1/1974 miste Si riportano di seguito le sostanze pericolose individuate nei reflui dei due impianti di depurazione, suddivise per classi di composti: Tra parentesi è indicato il range di concentrazione relativo al periodo di indagine. Metalli Cuoiodepur Nichel ( µg/l) Cromo ( µg/l) Aquarno Nichel ( µg/l) Cromo ( µg/l) VOC Cuoiodepur 1,2,4 Trimetilbenzene ( µg/l) Benzene ( µg/l) Cloroformio ( µg/l) Etilbenzene ( µg/l) IsoPropilbenzene (0.08 µg/l) m,p Xilene ( µg/l) o Xilene µg/l) Tetracloroetene ( µg/l) Toluene ( µg/l) Particolare attenzione merita il cloroformio che presenta la concentrazione più alta all interno della classe. Aquarno Triclorometano ( µg/l) 13

15 Tricloroetene (< µg/l) Tetracloroetene ( µg/l) Alchilfenoli Cuoiodepur Nonilfenolo ( µg/l) Aniline e derivati Cuoiodepur Aquarno 2-cloroanilina (< µg/l) 3-cloroanilina (< µg/l) 4-cloroanilina (< µg/l) 3.4-cloroanilina (< µg/l) 2-cloroanilina (< µg/l) 3-cloroanilina (< µg/l) 4-cloroanilina (< µg/l) 3.4-cloroanilina (< µg/l) Alofenoli Cuoiodepur Aquarno 2,4,5-Triclorofenolo (< µg/l) 2,4,6 Triclorofenolo (< µg/l) 2,4-Diclorofenolo (< µg/l) 2,4,5-Triclorofenolo ( µg/l) 2,4,6 Triclorofenolo ( µg/l) 2,4-Diclorofenolo ( µg/l) IPA Cuoiodepur Aquarno Antracene (< µg/l) Naftaline (< µg/l) Per tutti i composti < D.L. Non sempre le sostanze riscontrate nello scarico sono specifiche di un determinato tipo di lavorazione, ma possono derivare dall uso frequente di solventi o altri prodotti dell industria chimica. Ovviamente le sostanze trovate nei reflui degli impianti di depurazione dovranno essere oggetto di ulteriori conferme disponendo al momento di un numero di dati insufficiente per ritenere 14

16 completata l indagine. Molte delle sostanze repertate coincidono comunque con quelle riportate al paragrafo precedente che in base a studi effettuati dai gestori, risultano presenti nelle acque in ingresso ai sistemi di trattamento I sistemi fognari e gli impianti di depurazione del settore civile. Il sistema fognario attualmente presente sul territorio dell Ambito Territoriale n.2 Val d Arno della toscana si sviluppa entro un perimetro amministrativo composto da 57 comuni e 5 province (Pisa, Lucca, Firenze, Pistoia e Siena). Gli utenti complessivamente serviti sono circa La rete fognaria attualmente in gestione al gestore d Ambito Acque S.p.A. si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa km, di cui 900 di reti fognarie prettamente nere, mentre circa km sono costituiti da reti di tipo misto. Le reti fognarie miste sono dotate di idonei dispositivi di sfioro, tali da garantire una idonea raccolta e convogliamento a depurazione dei reflui in tempo asciutto ed un sufficiente rapporto di diluizione per le acque sfiorate in caso di evento meteorico. Le reti fognarie nel loro complesso sono dotate di circa 400 stazioni di sollevamento. Per quanto riguarda invece la depurazione di reflui fognari all interno dell Ambito Territoriale Ottimale n. 2 Basso Val d Arno sono presenti 150 impianti di depurazione a prevalente carattere civile. Buona parte di questi depuratori sono stati progettati e realizzati negli anni ottanta e risultano mediamente di piccola potenzialità rispecchiando la frammentazione della gestione del servizio idrico avuta in passato con la gestione in economia da parte delle amministrazioni comunali; in molti casi gli impianti evidenziano bassi rendimenti ed estrema vulnerabilità nei riguardi degli shock da carico idraulico e/o organico dovuti sia all obsolescenza impiantistica e strutturale sia al sovraccarico idraulico e degli inquinanti derivante da una inadeguata previsione di incremento da nuove urbanizzazioni e/o insediamenti produttivi; in altri casi ancora gli impianti risultano mancanti di alcune fasi di trattamento, tanto che molti necessitano di interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento. Il sistema depurativo così frammentato richiede oltretutto alti oneri gestionali ed elevati costi di ampliamento e/o adeguamento, che come è noto sono direttamente correlati alla potenzialità e alla vetustà degli impianti. 15

17 Sul territorio coperto dal Gestore di Ambito n.2 complessivamente gli impianti di depurazione sono ripartiti: POTENZIALITA (Ab/eq) N Impianti Totale % Da 0 a Ab/eq ,6 % Da a Ab/eq 24 16,0 % Da a Ab/eq 7 4,7 % Da a Ab/eq 4 2,7% Da a Ab/eq 5 3,3 % > a Ab/eq 4 2,7 % Totale impianti % Il volume di acqua reflua trattata annualmente risulta pari a mc/anno, con una produzione di fanghi di risulta intorno a tonn/anno. Altro elemento sul territorio caratterizzante il sistema di depurazione è costituito dalla presenza di 6 depuratori misti di grande potenzialità condotti da gestori privati e/o pubblico-privati non ricompresi nel servizio idrico integrato. In questi impianti (Aquarno Santa Croce (PI), Cuoiodepur San Miniato (PI), Castelfranco (PI), Ponte a Cappiano Fucecchio (FI), Casa del Lupo - Porcari (LU) e Veneri Pescia (PT)) vengono trattati complessivamente circa mc/anno di reflui civili corrispondenti a circa AE. Complessivamente la percentuale di copertura del servizio di fognatura rispetto alla popolazione residente, dai dati stimati dall Autorità di Ambito, è pari all 80 %, mentre la copertura del servizio di depurazione dei reflui copre circa il 73% dell utenza che insiste sul territorio Lo stato di qualità delle acque Gli affluenti del fiume Arno che ricadono in ATO 2 sono il Torrente Pescia e Nievole che attraverso il Padule di Fucecchio confluiscono nell Usciana, la Pesa, l Orme, l Elsa, l Egola e l Era. Di questi affluenti dell Arno sono considerati significativi ai sensi del D.Lgs. 152/99 i bacini di II ordine Usciana, Elsa ed Era, in quanto le dimensioni del loro bacino imbrifero risultano maggiori di 400 Km 2 (All. 1 punto 1.1 D.Lgs. 152/99). 16

18 Le principali pressioni ambientali che insistono su i sopra citati corpi idrici significativi derivano dagli scarichi delle attività industriali tipiche del territorio ricadente in ATO 2 che, per la maggior parte, riguardano l attività conciaria (distretto di Santa Croce sull Arno, comprendente anche i comuni di Bientina, Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d Arno, San Miniato, Santa Maria a Monte in provincia di Pisa e il comune di Fucecchio in provincia di Firenze), l attività cartaria (nell area della Provincia di Lucca, comprendente i comuni di Altopascio, Capannori, Porcari e Villa Basilica con attività collegate ad alcuni comuni limitrofi della Provincia di Pistoia), nonché l attività florovivaistica presente nei 12 comuni della Val di Nievole (Buggiano, Chiesina Uzzanese, Lamporecchio, Larciano, Marliana, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano). Si riporta di seguito la classificazione dei corpi idrici effettuata da ARPAT con i dati relativi all attività di monitoraggio svolta negli anni 2001 e 2002 secondo le direttive della DGRT 219/2002. Si riportano inoltre ad integrazione di quanto sopra, i risultati relativi all indagine effettuata nell anno 2004 secondo le direttive della DGRT 225/2003. I dati seguenti si riferiscono solo al Canale Usciana ed al Fiume Arno in quanto rappresentano i corpi idrici direttamente interessati dai reflui depurati del Comprensorio del Cuoio. Per ogni corpo idrico sono stati determinati gli indici LIM, IBE e SECA secondo la metodologia descritta nell allegato 1 al D.Lgs 152/99 e di seguito schematizzata. SECA classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 IBE ,2,3 LIM <60 giudizio elevato buono sufficiente scadente pessimo colore convenzionale blu verde giallo arancio rosso I risultati relativi agli anni 2001 e 2002 sono i seguenti: Fiume Arno Bacino fiume località Provincia Comune Arno Arno Fucecchio FI Fucecchio LIM IBE IV 5 SECA LIM IBE V 2 SECA 5 17

19 Bacino fiume località Provincia Comune Arno Arno Calcinaia PI Calcinaia LIM IBE III 6 SECA LIM IBE III 6 SECA 3 Bacino fiume località Provincia Comune Arno Arno Ponte alla PI Pisa Vittoria LIM IBE SECA LIM IBE III 6 SECA 3 Il dato del 2001 si riferisce alla stazione di S. Giovanni alla Vena, circa 25 km più a monte rispetto alla città di Pisa (Ponte alla Vittoria) Canale Usciana Bacino fiume località Provincia Comune Arno Usciana Cateratte PI S. Miniato a Monte LIM IBE IV 4 SECA LIM IBE V 3 SECA 5 18

20 2.3 LE FINALITÀ DELL ACCORDO INTEGRATIVO L art. 1 dell Accordo Integrativo stipulato in data 29 Luglio 2004 prevede come finalità : l aggiornamento, rispetto a quanto definito nell Accordo di programma stipulato in data , del quadro degli interventi per il riequilibrio del bilancio idrico e la salvaguardia della falda, per il riutilizzo delle acque reflue effluenti dai 4 impianti di depurazione del comprensorio del cuoio per la eliminazione dagli scarichi delle sostanze pericolose e per la migliore ambientalizzazione degli stessi depuratori; la specifica del quadro degli interventi inerenti il servizio idrico integrato finalizzati alla riorganizzazione della depurazione civile della Val d'era, della Val d'elsa Empolese e della Val di Nievole, che contribuiscono alla tutela integrata del Padule di Fucecchio, con specifico riferimento alla qualità dei corpi idrici superficiali e ne ridefinisce i relativi impegni finanziari. Le finalità di cui al precedente comma sono perseguite attraverso : la ristrutturazione e l adeguamento dei 4 impianti di depurazione del comprensorio del cuoio; il collettamento ai medesimi degli scarichi civili della Val d'era, della Val d'elsa Empolese e della Val di Nievole; il riutilizzo delle acque reflue depurate nelle industrie del comprensorio del cuoio e per gli altri usi assentiti; la conseguente riduzione dei prelievi idrici da falda da parte delle industrie della concia; il completamento del percorso di certificazione ambientale (EMAS). Gli interventi e le azioni per la tutela del padule di Fucecchio, da prevedersi in relazione agli strumenti previsti dall Accordo di Programma dl , considerata la necessità di tutelare e conservare le caratteristiche di ecosistema naturale dell area umida del Padule di Fucecchio. 19

21 3. LE AZIONI E GLI INTERVENTI Definito il contesto generale e programmatico di riferimento, vengono di seguito sviluppate, anche in relazione alle osservazioni formulate dal gruppo degli esperti del Ministero dell Ambiente della Tutela del Territorio, le azioni e gli interventi specifici previsti per il raggiungimento degli obiettivi fissati nell Accordo Integrativo. La strategia si compone di cinque distinte ma integrate fasi operative : - azioni, intese sia quali indagini di dettaglio per acquisire una più approfondita conoscenza dei prodotti impiegati nelle industrie del distretto conciario, che contengano o che comunque diano luogo a sostanze pericolose, nonché iniziative finalizzate a favorire l'evoluzione del sistema produttivo verso metodologie e tecniche di produzione che ne riducano l impiego, sia attraverso la loro sostituzione con prodotti diversi, non pericolosi, che come modifiche dei processi produttivi che ne limitino l uso; - interventi di studio e approfondimento su impianti pilota finalizzati alla scelta della più idonea tecnologia, o di integrazione tra le diverse tipologie, da adottare per la rimozione delle sostanze pericolose; - interventi infrastrutturali nel settore della depurazione civile, afferenti la realizzazione di nuove reti fognarie che prevedono il collettamento dei reflui civili della Val d Era, della Val di Nievole, della Val d Elsa e del circondario Empolese agli impianti di depurazione industriale del comprensorio del cuoio; - interventi infrastrutturali per la realizzazione di nuove reti fognarie per consentire un successivo post-trattamento dei reflui industriali già soggetti a trattamento depurativo previa ossigenazione e miscelamento con i reflui civili addotti agli impianti; - interventi di ottimizzazione impiantistica degli esistenti impianti di depurazione industriale finalizzati alla valorizzazione delle loro capacità e la realizzazione degli impianti di posttrattamento e delle condotte duali per l erogazione delle acque reflue recuperate nel distretto conciario; 3.1 LE AZIONI Caratterizzazione dei reflui da trattare La definizione di una realistica ed efficace strategia per l eliminazione delle sostanze pericolose dagli scarichi dei depuratori industriali evidenziate per tipologia e contenuti nello specifico studio 20

22 ARPAT commissionato dalla Regione Toscana, che, in particolare ha investigato anche gli scarichi effluenti dagli impianti di depurazione di Aquarno e Cuoio-Depur, sarà integrato da una campagna di indagini conoscitive finalizzata all individuazione dell impiego di sostanze classificate pericolose di cui agli allegati del DM 367/03.A questo proposito si indicano alcuni aspetti sui quali impostare congiuntamente, da parte delle Associazioni dei Conciatori e ARPAT, la suddetta campagna di caratterizzazione: - Raccolta dei dati relativi al consumo idrico delle aziende del distretto conciario, suddivisi in funzione del prelievo (pozzo, acquedotto industriale, acque superficiali, acquedotto pubblico); - Prima quantificazione del carico degli effluenti espresso in COD per le aziende del distretto conciario; - Raccolta dati sulla produzione delle aziende a ciclo idroesigente, suddivisa per filiere di produzione; - Individuazione delle sostanze pericolose di cui al DM n. 367/2003 potenzialmente contenute negli scarichi idrici dei processi conciari; - Quantificazione delle sostanze pericolose utilizzate nel distretto; - Campagne analitiche effettuate su alcune tipologie di scarichi delle aziende del distretto, finalizzate al rilevamento delle principali sostanze pericolose potenzialmente riscontrabili; - Confronto tra le rilevazioni analitiche ed i dati teorici reperiti nell indagine preliminare; - Organizzazione di incontri e seminari per il supporto alle aziende, anche attraverso lo scenario di informazioni e di esperienze con altri analoghi distretti industriali. Per tali finalità sarà definito uno specifico accordo tra ARPAT ed Associazioni dei Conciatori per l attivazione delle necessarie azioni conoscitive La prevenzione: le BAT nel settore conciario Anche se l Accordo Integrativo prevede la realizzazione di una serie di interventi finalizzati all eliminazione delle sostanze pericolose dagli scarichi dei depuratori industriali mediante specifici trattamenti depurativi, un ruolo fondamentale per le finalità dell Accordo devono essere garantite da specifiche iniziative a monte del trattamento depurativo, finalizzate all incentivazione e all impulso di modifiche dei processi della concia o all ottimizzazione delle tecniche di lavorazione delle industrie del distretto, con specifico riferimento alla riduzione e/o sostituzione dei prodotti generanti sostanze pericolose. Si elencano nell Allegato 4 le principali migliori tecniche ( BAT ) e tecnologie di riferimento per il settore conciario. Tali indicazioni, recepite dal BREF comunitario, saranno la guida iniziale per elaborare indicazioni e procedure virtuose per la riduzione, fino all eliminazione, delle sostanze 21

23 pericolose prima del trattamento finale dei reflui. A tale scopo le Associazioni dei Conciatori si impegnano a mettere in atto ogni azioni finalizzata alla loro attuazione da parte delle industre del distretto 3.2 LA RIORGANIZZAZIONE DELLE DEPURAZIONE CIVILE L ipotesi di riorganizzazione della depurazione civile, attualmente in fase di concertazione tra i soggetti istituzionali del territorio, prevede la dismissione di 49 impianti di trattamento mediante la loro centralizzazione presso un unico impianto di trattamento ubicato presso il Comprensorio del Cuoio. La soluzione progettuale definitiva, da completarsi entro il per quanto attiene le opere afferenti la rinaturalizzazione ed il risanamento del padule di Fucecchio, non potrà che essere determinata al completamento della concertazione in atto e, qualora diversa da quella attualmente ipotizzata, determinerà una conseguente revisione della presente relazione. Le caratteristiche dei depuratori attualmente in carico al Gestore d Ambito in previsione di essere dismessi sono riassunte nella tabella seguente: POTENZIALITA IMPIANTO (Ab/eq) NUMERO IMPIANTI % Da 0 a Ab/eq % Da a Ab/eq % Da a Ab/eq 8 16 % Da a Ab/eq 2 4 % Totale impianti % Gli impianti in dismissione, così come per buona parte dei depuratori dell Ato n.2 Basso Val d Arno, evidenziano elevati costi di gestione e manutenzione derivanti da vetustà e sottodimensionamento strutturale. Tutti gli impianti scaricano in aree che sono state classificate sensibili con la delibera di Consiglio regionale n. 6 del 25 gennaio 2005, che ha approvato il Piano di tutela delle Acque di cui all art. 44 del D. Lgs. 152/99,. In particolare gli scarichi interessano parte dell asta fluviale dell Arno ed il Padule di Fucecchio, una delle aree umide più importanti d Europa. Il vettoriamento delle acque reflue civili presso un unico polo depurativo consentirà di realizzare una unica struttura con dimensioni tali da garantire una efficace ed efficiente azione depurativa, consentendo di dedicare le risorse umane ed economiche risparmiate ad altri progetti ambientali. Non di secondaria importanza il fatto che la drastica riduzione dei punti di scarico consente comunque di monitorare efficacemente le quantità di inquinanti immesse nell ambiente, consentendo di individuare con maggiore attendibilità la loro diffusione e di programmare gli eventuali interventi di mitigazione. 22

24 La soluzione progettuale prevede, attraverso la realizzazione di tre dorsali fognarie (Valdinievole, Valdera, Empolese-Val d Elsa), la dismissione di ben 49 impianti di depurazione civili di cui 25 ubicati in Valdinievole, altri 23 in Val d Era e la dismissione del depuratore consortile di Empoli La Val di Nievole La Valdinievole presenta oggi le maggiori criticità depurative poiché gli impianti esistenti sono ormai vecchi e spesso pesantemente sottodimensionati; da non trascurare la presenza di acque di falda a livello dei condotti fognaria, causa di convogliamento agli impianti di consistenti quantitativi di acque parassite. Le reti fognarie presenti in questa zona sono prevalentemente di tipo separato. Il piano di riorganizzazione prevede per la Valdinievole la realizzazione di 5 lotti funzionali costituiti in estrema sintesi da: - 64 chilometri di nuovi collettori fognari, - 25 impianti di depurazione dismessi, - 46 nuove stazioni di sollevamento, AE il carico che attualmente grava sugli impianti in dismissione, mc/anno di acqua allontanati dalla Val di Nievole con la centralizzazione. Si riporta in sintesi il dettaglio tecnico di ciascun lotto. Uzzano-Pieve a Nievole La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 6 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 5 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Pieve a Nievole-Cintolese La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 4 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dall unico impianto in dismissione (intercomunale di Pieve a Nievole) sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Cintolese-Santa Croce La rete fognaria di dismissione è piuttosto estesa e prevede m di tubazioni con 12 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 2 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Val di Nievole Est La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 8 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 9 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. 23

25 Val di Nievole Ovest La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 16 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dagli 8 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno La Val d Era La Val d Era presenta anch essa una considerevole frammentazione della depurazione oltre che una significativa vetustà degli impianti. Le reti fognarie presenti in questa zona sono prevalentemente di tipo misto. Il piano di riorganizzazione prevede per la Val d Era la realizzazione di 4 lotti funzionali costituiti in estrema sintesi da: - 75 chilometri di nuovi collettori fognari, - 23 impianti di depurazione dismessi, - 41 nuove stazioni di sollevamento, AE il carico che attualmente grava sugli impianti in dismissione, mc/anno di acqua allontanati dalla Val d Era con la centralizzazione. Si riporta in sintesi il dettaglio tecnico di ciascun lotto. Bientina-Pontedera La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 8 nuove stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 5 impianti di depurazione in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Pontedera-San Miniato La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con la realizzazione di 9 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 7 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Bassa Val d Elsa La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 18 nuove stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dai 10 impianti in dismissione sono , mentre il volume d acqua allontanato è pari a mc/anno. Santa Maria a Monte-Castelfranco La rete fognaria di dismissione prevede m di tubazioni con 6 stazioni di sollevamento. Gli abitanti equivalenti serviti dal solo impianto in dismissione e dalle reti locali che attualmente versano direttamente nell ambiente sono , mentre il volume d acqua raccolto dalla nuova rete è pari a mc/anno Il Circondario Empolese Val d Elsa Per il Circondario Empolese-Val d Elsa esiste già una forma consortile di depurazione realizzata presso il depuratore di Pagnana Empoli. 24

26 Tale impianto richiede ormai importanti interventi di ristrutturazione ed ammodernamento per cui si ritiene conveniente procedere anche per questi reflui alla centralizzazione presso il Comprensorio del Cuoio. Il piano di riorganizzazione prevede per l Empolese-Val d Elsa la realizzazione di un unico lotto funzionale le cui caratteristiche in estrema sintesi sono: - 12 chilometri di nuovi collettori fognari, - 1 impianto di depurazione dismesso, - 6 nuove stazioni di sollevamento, AE il carico che attualmente grava sul depuratore, mc/anno di acqua allontanati dal Circondario Empolese-Val d Elsa. Tutte le opere impiantistiche ed infrastrutturali del presente capitolo sono semplici, tecnologicamente consolidate e poiché la loro esecuzione richiede tempi abbastanza lunghi, è auspicabile che, essendo tali interventi condivisi proprio da tutti i soggetti istituzionali, siano create le condizioni per la loro immediata esecuzione, rendendo disponibile la relativa quota di finanziamenti già definiti nell accordo integrativo stipulato in data 29 luglio LA RIORGANIZZAZIONE DELLA DEPURAZIONE INDUSTRIALE ED IL RIUSO. Nei paragrafi seguenti si descrivono gli interventi definiti e quelli ancora da sviluppare per il raggiungimento degli obiettivi individuati dall Accordo Integrativo Interventi di riorganizzazione della depurazione industriale Gli interventi di riorganizzazione della depurazione industriale del comprensorio del cuoio sono costituiti da : - interventi di modifica degli impianti esistenti di Ponte a Cappiano ed Aquarno con la valorizzazione delle sezioni attuali nel nuovo schema di riorganizzazione della depurazione industriale; - collettori fognari per l adduzione all impianto di Cuoio-Depur, preposto al trattamento finale dei reflui trattati negli impianti di Ponte a Cappiano e Aquarno; - eventuali impianti di ossigenazione/ozonizzazione dei reflui industriali pretrattati prima della miscelazione con i reflui civili e del successivo trattamento nell impianto Cuoio-Depur. 25

27 Tali interventi costituiscono la risposta tecnica per la tutela qualitativa delle risorse idriche del comprensorio. Gli interventi in parola sono stati illustrati nelle schede allegate all Accordo Integrativo sottoscritto in data 29 luglio 2004 e sono ora dettagliatamente descritti in quelle raccolte nell Allegato 5 alla presente relazione Studi e approfondimenti per l individuazione delle migliori tecniche per la rimozione delle sostanze pericolose e per l ottimizzazione del trattamento congiunto di reflui industriali e reflui domestici Ai fini di una efficace scelta tra le diverse alternative ipotizzate nell Accordo di Programma del , si è resa necessaria la programmazione di una intensa attività sperimentale tesa all ottenimento di dati necessari per il dimensionamento dei vari comparti e per la definizione del tipo di processo impiantistico per il raggiungimento degli obiettivi attesi.. Una tale attività sperimentale può essere suddivisa nelle tre diverse linee sottoelencate : a) la prima linea è rappresentata dallo studio del processo ottimale con cui trattare le acque reflue di natura industriale per la rimozione delle sostanze pericolose; b) la seconda linea è rappresentata dalla definizione dei processi di affinamento a cui dovranno essere sottoposti i reflui per ottenere una qualità tale da renderli riutilizzabili all interno del ciclo produttivo conciario; c) la terza linea infine è rappresentata dallo studio del processo ottimale con cui trattare, nell impianto biologico finale, la miscela di acque reflue industriali e domestiche. Linea a) processo di trattamento dei reflui di natura industriale per la rimozione delle sostanze pericolose Nel documento firmato nel luglio 2004 si sottolinea come l elemento caratterizzante dell accordo sia l abbattimento delle sostanze individuate dal D.M. 367/2003 dal flusso in uscita dall impianto in cui verrà effettuato il pretrattamento dei reflui di natura industriale. Pertanto, in ottemperanza alle indicazioni riportate nell allegato 3 dell accordo, si è iniziata l attività di sperimentazione con l individuazione dei possibili processi depurativi che possano dare significativi risultati per l abbattimento di tali sostanze. 26

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