L adeguamento dei sistemi fumari esistenti: un annosa questione ancora aperta. PREMESSA

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1 COLLEGIODEI PERITI INDUSTRIALI DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI L adeguamento dei sistemi fumari esistenti: un annosa questione ancora aperta. Nonostante la Legge 5 marzo 1990 n.46 abbia imposto l adeguamento degli impianti gas (cui le canne fumarie sono parte integrante) inseriti negli edifici civili, la questione è ancora d attualità:sono tanti, troppi, gli incidenti, anche mortali, legati alle intossicazioni da monossido di carbonio. Pertanto di seguito evidenziamo le problematiche più ricorrenti e le modalità di intervento sui sistemi fumari, sottolineando come le disposizioni in materia di risparmio energetico influenzano le relative scelte progettuali. PREMESSA - La normativa tecnica che per prima ha preso in esame la sicurezza degli impianti a gas risale al 1972 (norma UNI- CIG 7129/72) resa obbligatoria dalla Legge 1083 del Ovviamente prima del 1972 tutti gli impianti sono stati installati seguendo regole tecniche fatte in proprio. Tuttavia anche dopo il e per più di un decennio - si è continuato ad installare gli impianti a gas ignorando completamente (o quasi) l esistenza della norma UNI-CIG 7129/72. - Il mancato rispetto delle norme di sicurezza ha purtroppo causato la morte di parecchie persone ogni anno; finché finalmente nel 1990 la Legge n 46 ha imposto l adeguamento di tutti gli impianti esistenti, in ambito civile, compresi quelli a gas per uso domestico. - Dopo l entrata in vigore della Legge n 46/90, la norma UNI-CIG 7129 è stata, nel 1993, aggiornata (in seguito è stata parzialmente modificata nel 2001) ma, purtroppo, in tali occasioni, non sono stati indicati i criteri di adeguamento per gli impianti preesistenti al 1990, cosa che di fatto ha frenato gli interventi sui vecchi impianti, con la conseguente annuale sequela di morti. Questo freno è avvenuto perché il rispetto integrale della norma UNI-CIG 7129 è in concreto impossibile per i vecchi impianti e questa considerazione ne ha impedito gli adeguamenti. - Si è dovuto attendere fino al 1998, anno in cui è stato emanato il DPR 218, che ha finalmente dettato le misure minime di sicurezza da adottare per gli impianti non a norma. Purtroppo il sopracitato decreto è stato supportato da una norma tecnica di verifica delle condizioni minime di sicurezza inadeguata (la UNI-CIG 10738) soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento all esterno dei prodotti della combustione. - Successivamente, nel febbraio 2000, l UNI ha emanato una norma per la verifica dell adeguatezza dei sistemi fumari (norma UNI 10845) che purtroppo è stata pubblicata tardivamente in Gazzetta Ufficiale (Decreto 26 marzo 2004 G.U. n.77 del 28/4/2004). Questo ritardo ha comportato che non tutti hanno applicato, per i sistemi fumari, la sopracitata norma, ritenendo che la stessa fosse solo una buona di regola dell arte, ma non obbligatoria. 1

2 Ed è stato un vero peccato perché la UNI 10845/00 tratta in modo esauriente sia le modalità di verifica sia i possibili interventi di adeguamento di camini e canne fumarie esistenti; è pertanto uno strumento indispensabile anche per qualificare le capacità e l esperienza dei tecnici che intendono prestare la propria consulenza nel settore degli impianti a gas per uso domestico. - Nonostante l ufficializzazione della UNI 10845/00, ancora oggi persiste poca chiarezza nelle regole tecniche e sulle modalità di verifica delle condizioni di sicurezza, perchè le norme carenti non sono state ancora aggiornate (10738/98 in particolare) anche se sembra che i lavori siano in corso. Inoltre nel frattempo è stato emanato il D.Lgs 164/00 che affida gli accertamenti della sicurezza (e il risparmio energetico) alle aziende distributrici del gas e proliferano i controlli a tappeto derivanti dall art. 31 della Legge 10/91 (con l esclusione degli apparecchi che non siano di riscaldamento). - Infine l AEEG ha emanato la Delibera 40/04 che regolamenta gli accertamenti esclusivamente documentali che i distributori di gas effettuano sugli impianti post-contatore per consentire l attivazione di nuove forniture di gas. Gli accertamenti sul posto sono riservati (in modo facoltativo) ai Comuni: tuttavia, visto l esito delle verifiche di cui all art. 14 della Legge 46/90, facciamo molta fatica a credere che gli accertamenti stessi saranno eseguiti. In questo panorama nebuloso occorre esprimere con la massima chiarezza quali sono i requisiti di sicurezza tassativamente da rispettare per tutti gli impianti a gas ad uso domestico, in particolare per i camini e le canne fumarie, per la salvaguardia delle persone e anche delle cose. Per quanto riguarda chi, come e quando dovrà effettuare gli accertamenti volti alla sicurezza, aspettiamo (da troppo tempo) i relativi chiarimenti. E fondamentale ricordare che in tema di sicurezza non possono essere ammessi sconti; occorre affidarsi pertanto a mani serie ed esperte (siano essi professionisti, imprese o artigiani) per avere la garanzia che chi usa il gas nella propria abitazione lo possa fare nella piena sicurezza. LE ANOMALIE PIÙ FREQUENTI - Tra i vari difetti che si possono manifestare in un impianto a gas, il più pericoloso, perché difficilmente avvertibile, è il riflusso dei gas combusti in ambiente. Quando i gas combusti non vengono espulsi in modo corretto aumentano anche le possibilità che la combustione sia imperfetta; con conseguente aumento della presenza di monossido di carbonio, gas letale. Le principali cause che provocano il riflusso dei prodotti della combustione in ambiente sono: l occlusione parziale o totale dei condotti fumari (anche di tipo accidentale); l inadeguatezza dimensionale dei condotti fumari (sezioni di passaggio dei fumi insufficienti); l eccessiva lunghezza dei canali da fumo di raccordo tra l apparecchio a gas e il camino, oppure un numero eccessivo di curve, oppure la presenza di tratti in contropendenza; l assenza (o carenza) di aperture di ventilazione per l ingresso dell aria comburente, in presenza di serramenti a tenuta quasi perfetta; la chiusura degli apparecchi a gas in mobili contenitori per mascherarne la presenza senza prevedere idonee aperture per il passaggio dell aria. - Altre anomalie sono le fughe di gas dalla tubazione e/o dall apparecchio a gas; questo difetto è più facilmente avvertibile poiché il gas è odorizzato. La conseguenza delle fughe di gas è la formazione di miscele esplosive che, in presenza di innesco, danno luogo a vere e proprie esplosioni. 2

3 - Occorre, nel merito precisare che i moderni apparecchi a gas sono tutti dotati di dispositivi di sicurezza automatici sia in caso di assenza di fiamma sia in caso di riflusso di gas combusti, che, in caso di intervento, provocano il blocco del funzionamento dell apparecchio stesso. LA NORMA UNI-CIG 10845/00 Impianti a gas per uso domestico. Sistemi per l evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi alimentati a gas. Criteri di verifica, risanamento, ristrutturazione ed intubamento. Per sottoporre a verifica i sistemi fumari esistenti occorrere accertare: l efficienza del tiraggio; la presenza alla sommità del camino/canna fumaria di comignolo antivento certificato; che la quota di sbocco del comignolo sia al di fuori della quota di riflusso (secondo norme UNI 7129); che le caratteristiche costruttive del camino/canna fumaria siano morfologicamente corrette; che non ci sia eccessiva presenza di malte all interno dei sistemi fumari; l integrità di camini/canne fumarie; che sia presente la camera di raccolta alla base, soprattutto per i camini singoli. I sistemi fumari esistenti che, sottoposti a verifica, non presentano inconvenienti tali da pregiudicarne la funzionalità e la sicurezza (sezioni troppo piccole di primari e/o secondari; rotture gravi o caratteristiche strutturali non adeguabili; conformazioni geometriche gravemente irregolari, quali tratti sub-orizzontali molto pronunciati) possono essere mantenuti in esercizio, previa esecuzione di interventi di ristrutturazione mirati a ripristinare i requisiti di funzionalità o idoneità. Si ritiene che gli interventi di ristrutturazione debbano essere sempre finalizzati ad ottenere l idoneità dei sistemi fumari (funzionalità, tenuta e caratteristiche strutturali) in quanto la sola funzionalità non è sufficiente ai fini della garanzia del corretto e sicuro smaltimento dei gas combusti. Detti interventi devono essere progettati da professionisti abilitati ed eseguiti da imprese specializzate, aventi specifica competenza tecnica. Si devono utilizzare materiali e tecniche dichiarati idonei dal produttore. Lo scopo è quello di adeguare alle norme e mettere in sicurezza i sistemi di scarico fumi esistenti, con un buon rapporto costi-benefici. In proposito la norma stabilisce i criteri per: - l adeguamento di sistemi; - il risanamento e la ristrutturazione di camini e canne fumarie esistenti che non soddisfano i requisiti di tenuta; - l intubamento di camini e canne fumarie esistenti. LA RISTRUTTURAZIONE DEI SISTEMI FUMARI ESISTENTI Trattasi dell insieme delle operazioni finalizzate a conseguire o ripristinare l idoneità di un sistema. Le anomalie più frequenti, emerse da videoispezioni e verifiche oltre la copertura e all interno delle unità immobiliari, sono: - comignoli privi di caratteristiche antivento ; - comignoli posti all interno della cosiddetta zona di reflusso (cioè l altezza di sbocco è insufficiente); - tipologia delle c.c.r. irregolare (spesso sono di tipo con 2 secondari per piano, confluenti in un unico condotto primario); - sezioni delle c.c.r. inferiori rispetto a quelle derivanti dai calcoli secondo la norma UNI Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale. Progettazione e verifica ; 3

4 - ostruzioni parziali presenti nel primario (ad esempio tondini di ferro che attraversano il condotto); - bave di malta che limitano la sezione, riducendo lo spazio utile per il passaggio dei fumi; - interventi di chiusura di rotture mal eseguiti; - aperture di ventilazione non presenti o di dimensioni insufficienti; - raccordi fumari di collegamento apparecchio a gas-c.c.r. non idonei; - innesti diretti nel primario; - innesti di cappe cucine nelle c.c.r. dedicate a caldaie o scaldacqua. Il tecnico deve stabilire se ci sono le condizioni perché il sistema fumario possa essere ristrutturato e reso idoneo al corretto e sicuro smaltimento dei prodotti della combustione degli esistenti apparecchi a gas. Se il sistema è ritenuto ristrutturabile, occorre eseguire gli opportuni interventi a seguito dei quali saranno effettuate le prove di tiraggio, con speciali micromanometri con risoluzione 0,1 Pascal. In merito ai valori riscontrati, la norma sostiene che: - se il tiraggio effettivo misurato è non maggiore di 1 Pa, non è sufficientemente garantita la corretta evacuazione dei prodotti della combustione; - se il tiraggio effettivo misurato è maggiore o uguale di 3 Pa, la condizione di funzionamento del sistema dovrebbe essere sufficientemente lontana dalla condizione critica di potenziale riflusso dei prodotti della combustione nel locale di installazione dell apparecchio osservato; - se il tiraggio effettivo è maggiore di 1 Pa e minore di 3 Pa, è consigliabile procedere ad una verifica incrociata del corretto tiraggio, secondo la metodologia di misurazione indiretta. E vero che talvolta le prove di tiraggio data l esiguità dei valori in gioco, e considerate le difficoltà di trovare i corretti punti di prelievo dei prodotti della combustione, danno adito a qualche dubbio; ragion per cui è buona regola ricercare qualche elemento aggiuntivo di giudizio, ricavato dall analisi dei prodotti della combustione. A tal fine, un parametro significativo oltre il valore del tiraggio è la percentuale di CO 2 presente nei fumi. Infatti un basso valore percentuale di CO 2, inferiore al 6% (quello stechiometrico è pari a circa l 11,7%) corrisponde, in genere, ad un buon tiraggio. Questo, facendo affluire aria ambiente dall interruttore di tiraggio del generatore, diluisce, riducendola, la percentuale di CO 2. Al contrario, valori di CO 2 elevati, richiedono analisi più approfondite del sistema, in quanto denotano una scarsa diluizione dei fumi prodotti dal generatore. Quando la percentuale di CO 2 si aggira intorno al 6%, significa che si è vicini alla soglia di attenzione. Accertati i risultati positivi ottenuti sulla c.c.r. campione, gli interventi vengono estesi alle altre c.c.r.. Al termine dei lavori la ditta installatrice rilascia la dichiarazione di conformità secondo legge 46/90. IL RISANAMENTO MEDIANTE RIVESTIMENTO INTERNO DI CAMINI/CANNE FUMARIE ESISTENTI Una tecnica di risanamento attualmente impiegata con successo prevede l utilizzo di materiali termoplastici (trattasi di una guaina termoindurente) che, infilati nella canna fumaria esistente, ne prendono la forma. L intervento è riconducibile al punto 7.2 (Risanamento mediante rivestimento interno di camini/canne fumarie esistenti) della suddetta norma UNI 10845/00 ed è necessario che il produttore dichiari l idoneità del materiale e delle tecniche impiegate per rivestire le pareti perimetrali interne. I produttori dei più noti sistemi presenti sul mercato generalmente dichiarano che le proprie guaine termoindurenti: - sono idonee per combustibili quali gas e gasolio, con relativi prodotti della combustione aventi temperatura massima di 400 C; - sono classificate come EN1443-T300P1OW2R02C50 (appartiene alla classe di resistenza al fuoco per camini senza resistenza al fuoco di fuliggine); - possiedono spessore di parete pari a 3 mm. 4

5 L INFLUENZA DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI RISPARMIO ENERGETICO SULL ADEGUAMENTO DEI SISTEMI FUMARI Il D.Lgs. 19 agosto 2005, n.192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell edilizia corretto ed integrato dal D.Lgs. 29 dicembre 2006, n.311, stabilisce i criteri per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e per limitare le emissioni di gas a effetto serra. In questo provvedimento il legislatore ha individuato la sostituzione del generatore di calore come momento in cui eseguire interventi di riqualificazione dell intero impianto termico. Lo scopo è quello di: - rinnovare il parco caldaie esistenti, privilegiando gli apparecchi ad alto rendimento, soprattutto quelli a gas a condensazione; - elevare l efficienza energetica degli impianti termici. Ne consegue che, per sostituire, nel rispetto del D.Lgs. 192/05, caldaie a gas di tipo B, occorre, tra l altro, installare caldaie a 3 o 4 stelle (tutte a camera stagna e tiraggio forzato tipo C ) e dotare di valvole termostatiche tutti i radiatori. N.B.: lo stesso dicasi per la d.g.r. 8/8745 operante nella Regione Lombardia. Tuttavia, qualora per motivi di sicurezza non possano essere installati generatori con rendimento maggiore o uguale a log Pn, in particolare per le sostituzioni di generatori di calore con potenza al focolare inferiore a 35 kw con altri di pari potenza, collegati a canne fumarie collettive ramificate (utilizzabili solo da apparecchi a tiraggio naturale ) e qualora non fosse possibile evacuare i gas combusti a parete (rif. deroga di cui all art.2 comma 2 D.P.R. 551/99) occorre: - installare generatori di calore con rendimento termico utile a carico parziale (30%) maggiore o uguale a log Pn (oltre i 400 kw si applica il limite massimo corrispondente a 400 kw stessi); - rispettare le condizioni di cui alle lettere c) d) e) f) del precedente comma 4; - motivare la deroga alla mancata installazione di generatori con rendimento maggiore o uguale a log Pn con una dettagliata relazione correlata all intervento di sostituzione da attuare. Nonostante quest ultima possibilità, creata ad hoc per salvare le caldaie di tipo B collegate a c.c.r., è evidente come quest ultimo tipo di apparecchio abbia oramai fatto il proprio tempo e il mercato si sia orientato verso apparecchi ad elevato rendimento che, recuperando più calore possibile dai combusti devono essere dotati di ventilatori per espellerli (quindi non collegabili a canne fumarie collettive ramificate). Pertanto, alla luce di quanto sopra indicato, la scelta del tipo di intervento di adeguamento del sistema fumario non può prescindere dalle problematiche connesse al risparmio energetico. A questo proposito è consigliabile, ove possibile e conveniente dal punto di vista tecnico-economico, centralizzare i servizi di riscaldamento e produzione di acqua calda, mediante la costruzione di: - centrale termica con caldaie a gas metano, preferibilmente a condensazione; - rete di distribuzione del calore costituita da colonne montanti verticali da alloggiare all interno delle esistenti canne fumarie. In quest ipotesi le eventuali caldaie autonome esistenti (ad uso combinato: riscaldamento+acqua calda) sarebbero sostituite da caldaie autonome senza combustione (unità satellitari d appartamento) da collegare alle esistenti reti di distribuzione dell acqua fredda e calda. Questa soluzione permetterebbe sia di risolvere il problema canne fumarie sia di realizzare un impianto con tutti i vantaggi degli impianti centralizzati di moderna concezione rispetto a quelli individuali, già ampiamente trattati su questa rivista. 5

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