LE TARGHE E I VEICOLI DEI VIGILI DEL FUOCO. di Guglielmo Evangelista

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1 LE TARGHE E I VEICOLI DEI VIGILI DEL FUOCO di Guglielmo Evangelista

2 Chi, soprattutto da bambino, non ha ammirato i pompieri? Le autopompe che corrono a sirene spiegate non possono fare a meno di attirare l attenzione e gli stessi incendi hanno per tutti un fascino sinistro: in fondo il fuoco e l acqua usata per spegnerlo sono fra gli elementi primordiali che segnano il nostro inconscio. Da piccolo assistetti casualmente, con un terrore infantile, a parecchi incendi, che ricordo tutti perfettamente, regolarmente domati dai Vigili del Fuoco accorsi con le autopompe Fiat 640, che allora rappresentavano il meglio di quanto disponibile; più tardi abitai su una strada che costituiva la direttrice di uscita di una caserma e, per anni, vidi tutti i giorni uscirne i mezzi in dotazione, tanto che alla fine decisi che avrei fatto l ufficiale dei Vigili del Fuoco finché non seppi che ci voleva una laurea in ingegneria: non erano materie che facevano per me e ho ripiegato su altre uniformi. Ancora più tardi, nel turbolento 68 romano, quando bastava un niente per far scoppiare manifestazioni e violenze, il sentire una sirena in lontananza destava sempre apprensione, ed era un sollievo quando, invece dei soliti veicoli della celere, spuntava da dietro l angolo la rossa autopompa diretta chissà dove. Al di là delle considerazioni personali, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non manca mai di suscitare curiosità e i suoi veicoli rappresentano un parco interessante, per la varietà dei modelli e delle soluzioni tecniche adottate. LA STORIA MODERNA DEL CORPO I moderni servizi antincendio peraltro presenti in varie forme fin dall antichità - hanno avuto origine dal Corpo dei Sapeurs-pompiers di Parigi creato ai primi dell 800 e formato dai veterani delle campagne napoleoniche. Da questa origine è derivata una certa impostazione militaristica: infatti abbiamo ancora comandanti, ufficiali, caserme e uniformi e il servizio nel Corpo in pace e in guerra è parificato a quello militare (in Francia i comandanti sono tuttora ufficiali del Genio Militare). Per moltissimi anni in Italia il servizio antincendio rimase di spettanza dei comuni (Corpi pompieristici o Civici Pompieri): di conseguenza nelle città più grandi si poteva contare su risorse umane, fondi adeguati e un vasto parco mezzi, mentre nei centri minori si faceva affidamento su volontari chiamati in caso di necessità e su attrezzature rudimentali, ma nella maggior parte dei casi gli unici mezzi antincendio erano la buona volontà della gente e gli immancabili Carabinieri. Da questo derivava un forte squilibrio territoriale fra le aree più ricche e sviluppate e quelle più povere, dove non si aveva alcuna possibilità di far fronte alle emergenze. Il mezzo automobilistico fu adottato molto presto: le prime autopompe comparvero subito dopo il 1900, e i pompieri di Torino sperimentarono nel 1905 un veicolo elettrico. I veicoli a motore si dimostrarono particolarmente indicati per i servizi antincendio: certamente i costi di acquisto erano elevatissimi ma rispetto alla trazione ippica si poteva contare su una maggiore velocità di approntamento ed intervento e vi erano forti risparmi di gestione in quanto venivano eliminati i cavalli che, pur restando inattivi per la maggior parte del tempo, dovevano egualmente essere nutriti ed accuditi. Un altro passo avanti fu rappresentato dalle pompe con motore a scoppio o elettrico, di pronto impiego e più efficace rendimento rispetto a quelle a vapore. Con il passare del tempo emerse sempre di più l esigenza di dare ai vari corpi locali un assetto unitario in modo da evitare le disparità di efficienza, di dotazioni e di trattamento del personale, diversissime a seconda delle località e dipendenti dalle finanze più o meno floride dei vari comuni e di assicurare un uniforme copertura su tutto il territorio nazionale: già all inizio del 900 esistevano delle associazioni a carattere volontario e privato che raggruppavano i corpi meglio organizzati delle città più importanti, attraverso le quali si formava il personale e si uniformavano le attrezzature. Il primo salto di qualità fu la legge 2472 del 10 ottobre 1935, che istituiva un Corpo dei Pompieri, suddiviso in tanti Corpi Provinciali: benché il Ministero dell Interno avesse ampie attribuzioni che esercitava tramite un Ispettorato Centrale, i Corpi erano ancora organismi dipendenti dalle province. Il vero momento di creazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (nome coniato ex novo che confinò quello di pompiere nel linguaggio familiare) coincise con la promulgazione della legge 27 febbraio 1939 n. 333, le cui disposizioni furono perfezionate ed integrate con la legge n del 27 dicembre Il governo dell epoca dedicò particolari attenzioni all organizzazione del Corpo che, nella sua essenza, incarnava in modo emblematico il vivere pericolosamente, che era una delle massime care al regime. I Vigili del Fuoco, dipendenti dal Ministero degli Interni, ricevettero una struttura fortemente centralizzata, che tutt oggi dimostra di reggere bene il passare degli anni e che è invidiata in molti paesi esteri. Pur mantenendo l articolazione in Corpi Provinciali (ciascuno dei quali fu contraddistinto da un numero, assegnato pur con alcune irregolarità - in ordine alfabetico), dal 1939 le competenze delle province furono ridotte drasticamente a pochi obblighi circa la messa a disposizione dei locali e la loro manutenzione. Esistettero dei Corpi a Tripoli, Derna, Bengasi e Misurata in Libia, a Massaua, Asmara, Addis Abeba e Mogadiscio in Africa Orientale, a Rodi e a Tirana: sembra di capire che tutti questi avessero un ordinamento identico a quelli nazionali, ma la normativa nono ne parla mai esplicitamente.

3 Durante la seconda guerra mondiale il Corpo venne militarizzato e, dopo l 8 settembre 1943, funzionò virtualmente diviso fra Sud e Nord, senza particolari modificazioni di struttura. Nella Repubblica Sociale Italiana non venne incorporato nella Guardia Nazionale Repubblicana. Nelle ultime settimane di guerra gli ufficiali dei Corpi del Nord ebbero spesso un ruolo politico-militare molto rilevante: i Vigili del Fuoco potevano infatti ancora mantenere una posizione neutrale, continuavano ad avere intatta la loro organizzazione, non appartenevano alla G. N. R. ed erano relativamente rispettati dai tedeschi, sensibili a gerarchie ed uniformi: si qualificarono così come interlocutori credibili fra tutte le parti in lotta, risolvendo talvolta situazioni molto delicate. Con la legge n. 469 del 13 maggio 1961 vennero apportate profonde modificazioni al Corpo, che perse buona parte di quelle caratteristiche che lo avvicinavano a un corpo militare, e furono aboliti i Corpi Provinciali. Oggi il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dipende dal Ministero degli Interni, Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi, e conta una Scuola Centrale Antincendi, vari organi tecnici e di studio e 101 Comandi provinciali. In ogni provincia, oltre a quella del comando, vi sono sedi periferiche sparse nelle località più importanti e vari distaccamenti in certi punti particolari (porti, aeroporti, ecc.). Vi sono in tutto il paese 370 di queste sedi minori, delle quali 190 sono presidiate da Vigili del Fuoco Volontari: in questo computo non sono considerati il Trentino-Alto Adige e la Valle d Aosta dove vige un ordinamento autonomo e le sedi dei volontari sono estremamente numerose. Vi sono poi le Colonne Mobili Regionali tenute di riserva per le grandi calamità: ogni colonna è formata da una Sezione Comando, da varie Sezioni Operative, da una Sezione Logistica e una Sezione Mezzi Speciali. La differenza nello status del personale fra effettivo e volontario non ha nessuna ripercussione sulla gestione dei mezzi che vengono assegnati dal Comando Provinciale e portano le normali targhe del Corpo Nazionale. Questo discorso tuttavia non vale tuttavia per la Valle d Aosta e per il Trentino-Alto Adige di cui si parlerà diffusamente in seguito. NASCITA E PRIMI ANNI DELLE TARGHE V.F. I veicoli destinati ai servizi antincendio, dalle origini fino a tutti gli anni 30, avevano la normale targa civile del tipo previsto nelle varie epoche. Fin dalla promulgazione del Regio Decreto 512 del 31 agosto 1910 erano esentati dal pagamento del bollo di circolazione Con la costituzione del Corpo Nazionale nel 1935 il materiale passò in proprietà alle province ma, ovviamente, continuò a portare la targa civile. In molte fotografie si vedono infatti autoveicoli, anche di nuova costruzione, che, pur avendo sostituito sulle fiancate gli stemmi comunali con quello nazionale e con la scritta Ministero dell Interno, mantengono tale tipo di targa. L articolo 19 del Regio Decreto Legge n. 333 (riconfermato poi testualmente dall articolo 20 della legge n del 1941) dispose che l immatricolazione degli automezzi o motomezzi dei corpi dei vigili del fuoco è fatta a cura del Ministero dell Interno, a termine dell art. 97 del regio decreto 8 dicembre 1933-XII n Questo richiamo esplicito alla normativa corrente comportava l applicazione di una targa di tipo militare, con sigla in rosso, fondo bianco e scritte in nero. Per quanto concerne la numerazione adottata, questa era simile a quella civile, seguendo il rigido ordine numerico e progressivo che prosegue tutt oggi, con serie separate per autoveicoli, motocicli e rimorchi. Potremmo in fondo dire che la targa VF, rispetto alle altre speciali, presenta una maggiore regolarità e non riserva molte sorprese. Poiché a suo tempo il Corpo non fu mai denominato Regio, a seguito del mutamento del regime istituzionale non fu necessario cambiare la sigla e di conseguenza le targhe che, tra l altro, come testimoniano alcuni documenti, erano rimaste immutate dopo l 8 settembre 1943 anche nel territorio della Repubblica Sociale. A proposito di questo periodo, esiste la fotografia di un autopompa che porta la targa civile nazionale che venne adottata dalla R.S.I. (I - A 20835). Trattandosi di un esemplare molto anziano è da escludersi che si tratti di una nuova costruzione: forse è un mezzo che era in servizio nel parco antincendio di qualche ditta privata requisito o che addirittura non è mai effettivamente appartenuto ai Vigili del Fuoco. Durante la guerra avvenne un certo numero di requisizioni: si trattava di autovetture e autocarri di tipo ordinario e antiquato sfuggiti alle requisizioni militari, anche se è difficile individuarli nell eterogeneo parco dell epoca ereditato dalle amministrazioni comunali e in quegli anni ancora in servizio: si direbbe che alcuni abbiano mantenuto la targa civile mentre ad altri sia stata rilasciata quella VF. Sempre in periodo bellico è verosimile che siano stati acquisiti anche i parchi antincendio delle città slovene e dalmate annesse all Italia come Lubiana e Spalato, dove furono regolarmente istituiti i locali Corpi Provinciali, così come il materiale dei Corpi di Pola, Zara e Fiume dopo il 1945 dovrebbe essere passato alla Jugoslavia, ma mi manca ogni informazione.

4 Nonostante il trasferimento nel Corpo Nazionale dei veicoli antincendio preesistenti, esistono parecchi mezzi d epoca preservati che portano la targa civile, oltre a quello già ricordato con la targa della RSI: forse di tratta di unità appartenuti ad industrie private o radiati dal Corpo Nazionale prima della promulgazione della legge n. 333 del Di questi conosco l'autopompa VA 2137, oltre all autopompa, senza targa, conservata a Pavia. CARATTERISTICHE DELLE TARGHE FINO AL 1982 Come tutte le targhe speciali anche quella dei Vigili del Fuoco ha fondo bianco, sigla in rosso e cifre in nero; nella targa anteriore la sigla è anteposta al numero. La numerazione è progressiva partendo da uno. In origine i caratteri della sigla VF sulla targa posteriore avevano un altezza leggermente inferiore a quella delle cifre: probabilmente per il loro confezionamento furono usati gli stessi stampi che dagli anni precedenti erano impiegati per le targhe coloniali: solo dopo il 1970 tutti i caratteri assunsero le stesse dimensioni; ancora più tardi la targa ricevette una cornice in rilievo. Le dimensioni, tanto della targa posteriore che di quella anteriore, erano identiche a quelle delle targhe civili; la riduzione di formato di quella posteriore avvenuta per queste ultime nel 1952 è stata recepita con un certo ritardo. In tutti i casi nei quali i mezzi hanno ingombranti apparecchiature speciali sul frontale, la targa anteriore non viene applicata o assume le posizioni più impensate a seconda dello spazio disponibile, come sulle macchine per movimento terra dove si trova su appositi supporti sopra il meccanismo idraulico della pala meccanica. In un unico esempio ho visto la targa posteriore di una macchina operatrice applicata sul lato destro del veicolo giustificata dalla solita mancanza di spazio. Fin dall origine i caratteri erano molto semplici e quindi diversi da quelle civili dell epoca. La cifra 4 era chiusa. A metà degli anni 60 (durante il periodo di assegnazione delle targhe 7xxx), fu aggiunto a destra della sigla lo stemma della Repubblica. Nelle targhe anteriori questo appare fra sigla e numero, molto ravvicinato alla prima. Poiché parecchi veicoli dei Vigili del Fuoco sono stati preservati, in sede di restauro si incontrano su di essi alcune targhe dall aspetto un po diverso, ma si tratta sempre di rifacimenti poco scrupolosi dell aspetto originale, sempre che addirittura non siano state assegnate targhe con numerazione di fantasia. Per oltre quaranta anni la targa non ha cambiato nulla nella sua struttura ed è cambiata pochissimo negli elementi di dettaglio: forse fra tutte le targhe italiane, ordinarie e speciali, è quella che in questo lungo periodo ha subito i minori cambiamenti. Mentre la progressione numerica procede da 1 senza eccezioni, all interno di questa, se si ha riguardo al complesso delle immatricolazioni dei vari modelli di veicolo, queste appaiono piuttosto frammentarie: anche le serie intuitivamente più numerose, come quelle delle autopompe, assegnate in larga scala a tutti i distaccamenti della penisola, raramente superano le cento unità. Le più ampie che ho individuato sono le e (Fiat Nuova Campagnola), (Fiat Fiorino) e (Fiat Uno) e (Land Rover). Esiste poi una piccola sequenza del tutto particolare, la : si trattò di un gruppetto assortito di sette unità (nell ordine un anfibio, due furgoni, un autoscala Iveco 160, due scavatrici e un altro autoscala Iveco 160). Questa serie sembra essere stata acquistata in blocco per avere dei veicoli rappresentativi nuovissimi in occasione della parata per il due giugno del 1983, durante la quale li vidi sfilare al completo. IL PARCO AUTOMEZZI ORIGINARIO Con la sua costituzione il Corpo ereditò un parco estremamente eterogeneo composto dai veicoli più disparati, talvolta provenienti dall adattamento di mezzi militari alienati dopo la guerra , quasi mai costruiti specificatamente come veicoli antincendio, ma trasformati per questo uso, spesso con metodi artigianali. I mezzi in servizio negli anni 30 erano spesso anziani, costruiti nei decenni precedenti, poiché i comuni sapevano che erano in procinto di perdere la titolarità del servizio, così che nell ultimo periodo erano stati ovviamente molto cauti nel fare investimenti in questo settore e nel rinnovare il materiale. Le unità di base erano, ovviamente, l autopompa e l autoscala (erano però anche molto frequenti le scale montate su rimorchi). Si trattava di veicoli la cui carrozzeria era rigorosamente scoperta, un po come avviene ancora oggi negli Stati Uniti e in altri paesi, anche se non si capisce la ragione per la quale i Vigili del Fuoco debbano spostarsi senza alcuna protezione dalle intemperie. Vi erano poi autovetture, autocarri e autobotti, alcune attrezzate come autoinnaffiatrici delle strade, poiché questo era uno dei servizi normalmente affidati ai pompieri sotto la gestione comunale negli intervalli di tempo in cui non c erano emergenze.

5 Un veicolo tipico di quegli anni era la vettura attrezzata, ottenuta da unità di serie di grandi dimensioni e di tipo obsoleto, probabilmente acquistate d occasione e rimesse in efficienza previa la sistemazione a bordo di alloggiamenti per semplici apparecchi antincendio, idranti, piccole scale. La situazione di emergenza dell epoca, che avrebbe portato in breve alla guerra, impedì la rapida alienazione di questo parco, che continuò ad essere mantenuto quasi tutto operativo almeno per tutto il periodo bellico, ma qualche esemplare, in dotazione a distaccamenti di provincia, sembra aver funzionato fino agli anni 60. Ad ogni modo, fin da quel primo periodo, cominciarono ad entrare in servizio veicoli di nuova progettazione, elaborati dai telai di tutti gli autocarri che praticamente all epoca offriva il mercato. Si trattava di mezzi moderni e veramente funzionali, che certamente misero subito il giovanissimo Corpo all avanguardia rispetto alle altre nazioni. Nelle autopompe furono introdotte già allora quelle caratteristiche che ancora oggi sono alla base delle tipiche realizzazioni italiane in questo campo: cabina completamente chiusa con sistemazioni interne per un intera squadra, con dietro alla cabina un cassone con il serbatoio dell acqua e, in estrema posizione posteriore, il gruppo motopompa. Ai due lati del serbatoio si trova una serie di vani destinati ad ospitare gli attrezzi manuali. Completa le dotazioni una breve scala. Vi erano autopompe tipo a cabina avanzata ed altre, meno diffuse, con il tradizionale cofano motore esterno. Su questi complessi i carrozzieri si sbizzarrirono con allestimenti dal design elegante e moderno, che davano a questi mezzi una notevole imponenza. Con le loro forme aerodinamiche e attraenti, la ricchezza delle cromature, forse fin ridondanti per l uso cui erano destinati, i mezzi dei Vigili del Fuoco costruiti in questo periodo stavano alla pari con le più raffinate autovetture fuori serie, surclassando qualsiasi altra carrozzeria dell epoca progettata per veicoli pesanti. Terminato il conflitto, più che i danni di guerra pesarono sull efficienza del parco il logorio del periodo bellico e la necessità di eliminare i mezzi più antiquati, ormai del tutto al di là della loro vita operativa e tenuti in servizio solo a causa della particolare situazione. Di fronte a questo si moltiplicavano le richieste di interventi, anche in campi quasi del tutto nuovi come quello degli incidenti automobilistici. Per far fronte a queste esigenze anche i Vigili del Fuoco ricorsero al materiale bellico alleato: naturalmente i parchi dei residuati non offrivano nulla nel campo dei veicoli antincendio, ma furono acquisiti ordinari mezzi ex militari che venivano utilizzati per trasporto materiali, come autobotti o come autogru o che venivano adattati alla buona come autopompe o autoscale. Nel primo dopoguerra entrarono in servizio i soliti autocarri Dodge, Ford e G.M.C. presenti anche nelle altre forze armate italiane; furono invece peculiari del parco VF gli autobotti Bedford, alcuni tipi di mezzi anfibi e le monumentali autogru Diamond. Queste ultime restarono in servizio fino alla metà degli anni 70 ed erano note per il loro consumo: su un giornale di Cremona di parecchio tempo fa si leggeva che l esemplare in dotazione al locale Corpo consumava la bellezza di un litro di benzina ogni cinquecento metri. Curiosamente non furono mai acquisite jeep o, almeno, non ho alcun ricordo di esse né mi risulta esserci alcun riscontro fotografico. E difficilissimo riuscire a ricostruire la composizione del parco originario: se i veicoli costruiti durante gli anni 30 hanno carrozzerie che li ricollegano con una certa facilità a questa o a quella casa costruttrice, i mezzi più antichi, abbondantemente manipolati e spesso realizzati in un esemplare unico da artigiani locali, sono difficilmente riconoscibili, probabilmente anche dagli esperti. Questa prima dotazione dovette comprendere circa 1000 unità, numero desumibile dalla sequenza delle immatricolazioni, che verosimilmente avvennero tutte più o meno contemporaneamente a partire dal 1939: infatti tutti gli esempi che conosco di numeri di targa inferiori a 1000 riguardano in massima parte veicoli antiquati e raramente identificabili, mentre dopo il numero 1100 cominciano a farsi sempre più prevalenti le serie dei normali modelli che in quel periodo erano sul mercato: autovetture Fiat 1100, Lancia Aprilia, autocarri Fiat 666 e Alfa Romeo 800. Si incontrano sempre meno esempi di modelli prebellici con numeri di targa superiori a 1000, ma se ne ritrovano ancora a lungo nella progressione: è probabile che si tratti di mezzi ex comunali che furono regolarmente targati in un secondo tempo (magari accantonati e rimessi in servizio a causa della guerra) o mezzi civili requisiti. In linea teorica i numeri di targa da 1000 a 3000 dovrebbero essere stati rilasciati durante la guerra (il numero 975 risale apparentemente per certo al gennaio 1941) o, in parte, nel periodo immediatamente successivo, ma ho delle osservazioni decisamente contrastanti. Esiste infatti un documento nel quale è riportato il numero di targa 2955 appartenente ad un autocarro in dotazione al Corpo di Torino nel 1944, mentre i primi residuati bellici mi risultano immatricolati da 1336 in poi (si tratta di una serie di oltre venti unità e quindi non ci sono dubbi di un errata lettura del numero: il dato è un punto fermo), e parecchi altri figurano nelle centinaia successive. Potrebbe ipotizzarsi che tali residuati abbiano ricevuto numeri assegnati a veicoli requisiti e poi restituiti ai proprietari oppure radiati: d altra parte, anche ammettendo che i residuati fossero stati acquisiti già nel 1945 (ma in genere questo avvenne dovunque molto più tardi) e che la sopra ricordata targa 2955 sia erronea, fra il numero di targa 1000 attribuibile al 1941 e il 1300, in ogni caso non anteriore al 1945, sembra improbabile che in questi quattro anni siano entrate in servizio solo trecento nuove unità.

6 Non è comunque qui che finiscono le incongruenze. Ufficialmente l Isotta Fraschini 8A VF 433, vettura d epoca tutt oggi orgogliosamente esibita dal Comando di Milano, figura ceduta 1942 mentre un altra fonte la dà requisita e trasformata nel 1941; posto che per le sue dimensioni e la sua classe è da escludersi che provenisse dal preesistente parco comunale, ha comunque ha una targa troppo bassa perché questa sia stata assegnata nel periodo di guerra. Un elenco molto parziale e approssimato dei tipi entrati a far parte della prima dotazione può essere il seguente: (In tutti gli elenchi seguono i numeri in neretto indicano i periodi di effettiva acquisizione da parte dei Vigili del Fuoco, gli altri soltanto quelli di produzione dei vari modelli) Versione Anni Note Fiat 508 Autovettura Fiat Berlina e cabriolet Fiat 500 A-B Fiat 508 C Fiat 15 ter Autopompa Fiat 18 BL Fiat Realizzata su telaio di autovettura Fiat 502 F Fiat Fiat Fiat Isotta Fraschini 8A OM 665 Superba Fiat Fiat SPA 25C Continental Seagrave 1924 Esemplari importati da una nota azienda statunitense specializzata fin dall inizio del secolo in mezzi antincendio Isotta Fraschini GM c. Ceirano 47C Fiat Fiat Magirus Fiat 507 Autolettiga Lancia Ardita Lancia Astura Furgone Realizzato su telaio di autovettura Lancia RO Fiat 508 Autocarro Realizzato su telaio di autovettura Fiat 508 C Realizzato su telaio di autovettura A partire dal 1939 cominciarono ad entrare in servizio i veicoli di nuovo tipo appositamente costruiti: si trattò di un gruppo che costituì il nucleo originario da cui, nonostante le difficoltà del periodo, partì il rinnovamento del parco; le caratteristiche tecnico-operative di questi erano omogenee, ma dal punto di vista meccanico ed estetico erano molto diversi fra loro poiché, anche presso i Vigili del Fuoco, fu rispettata la prassi di frazionare le commesse fra quasi tutte le aziende automobilistiche esistenti in Italia. A queste serie appartennero i seguenti autoveicoli: Versioni Anni Note Fiat 1100 B/E Autovettura, autocarro, furgone, lettiga Lancia Aprilia Autovettura Fiat 666 N Autopompa, autocarro,autoscala, autogru L autogru esisteva i versione pesante (gru Artiglio) e autogru/carro attrezzi Fiat 626 Autopompa Fiat 634 Autoscala, autogru Alfa Romeo 500 Autopompa, autocarro

7 Alfa Romeo 800 Autopompa, autoscala OM LOC Autopompa OM Taurus Autopompa OM Ursus (?) Autogru 1939 SPA 38 Autopompa, autobotte 2500 lt Dopo il 1945 si affiancarono al gruppo precedente vari residuati bellici, anche nazionali, che furono incorporati per la massima parte fino a verso il 1950, ma qualcuno anche successivamente: Versioni Note Bedford OYD Autopompa Ex inglese Bedford OYC Autobotte da 2275 lt. Bedford QL Autobotte Diamond T42 Autogru Ex USA Dodge VH 48(?) Autocarro, autoscala Ford/GM CMP C8 Autopompa, autocarro GMC DUKW 356 Anfibio Volkswagen Kfz 1/20 VW 166 Anfibio Ex tedesco Bianchi Miles Autobotte Ex Regio Esercito Breda TP 32/33 Trattrice I veicoli più antichi, come già s è detto, vennero rapidamente eliminati dopo la guerra, benché la vita di qualche esemplare sia proseguita anche dopo il 1950; parecchi, accantonati nelle caserme, sono stati tuttavia conservati così che, nel complesso, esiste una documentazione completa della loro evoluzione: molti sono stati restaurati a cura degli stessi Vigili del Fuoco e sono esposti in varie sedi, in primo luogo nel museo di Mantova a suo tempo voluto e organizzato dall ingegner Nicola Colangelo. Abbiamo già ricordato l Isotta Fraschini VF 433; l autoscala 1289, rimasta accantonata presso la caserma di via Genova a Roma per molti anni, fu successivamente molto lentamente- restaurata dal personale della sede. I mezzi di nuovo modello entrati in servizio dopo il 1939, per quanto ho potuto constatare, hanno invece avuto nel complesso una vita proporzionalmente piuttosto breve: forse dietro le eleganti carrozzerie si nascondeva una costruzione fatta con materiali autarchici di seconda qualità: vennero ritirati verso il 1960 e non ne ricordo più nessuno in servizio con l eccezione delle 1100 autolettiga: la VF 1595 restò in dotazione alla caserma romana di via Capo Sile fin dopo il Sempre verso quell epoca scomparvero anche gli ultimi residuati bellici: vidi ancora il piccolo autocarro della Ford canadese VF 1712 accantonato nella caserma di Chieti nel 1970 (assieme alla 508C e alla 1100 camioncino targate 1193 e 1175). L unica eccezione fu rappresentata dalle potenti autogru Diamond che, nelle forze armate statunitensi, erano state impiegate negli aeroporti: soggette ad un tipo di servizio che richiedeva un logorìo modesto rispetto agli altri mezzi, qualche esemplare protrasse il suo servizio per quasi tutti gli anni 70, venendo rimpiazzato solo dagli IVECO delle ultime generazioni. IL PARCO AUTOMEZZI DAL DOPOGUERRA A OGGI Gli anni 50 e 60 furono caratterizzati dall entrata in servizio di serie omogenee di autoveicoli ripartiti nelle grandi categorie delle autopompe, delle autoscale, degli autocarri e delle autogru. Il maggior fornitore fu la Fiat, seguita dalla OM che era specializzata soprattutto nei mezzi leggeri. Ampia diffusione ebbero le Campagnole che spesso, come presso tutte le altre forze e corpi armati, svolsero a lungo le funzioni delle autovetture: queste ultime erano dapprima soprattutto utilitarie e solo dopo la distribuzione delle Fiat 1100 questa categoria venne assegnata con una certa larghezza a tutti i Comandi provinciali. Nel complesso la vita dei veicoli dei Vigili del Fuoco è molto lunga: da una parte questo è indice della cronica mancanza di fondi destinati al Corpo che, per la sua importanza, meriterebbe ben migliore trattamento, dall altra la carriera di alcuni mezzi speciali è prolungata dalla scarsa usura, essendo richiesto il loro intervento piuttosto raramente. Non è infatti raro incontrare ancora oggi nei distaccamenti secondari autopompe degli anni 70 e veicoli speciali ancora più antichi. Risulta perfino in servizio qualche Campagnola tipo AR 59. Con il passare del tempo e con l estensione dei compiti il parco si è arricchito di numerosi veicoli specializzati, destinati ad emergenze che fortunatamente- si presentano con una certa rarità. La specializzazione spinta, che spesso dà luogo alla necessità di piccole serie, presenti solo in poche unità nei comandi più grandi, si concreta in un numero elevatissimo di tipi: è pertanto opportuno cercare di esaminare i vari modelli raggruppando ciascun tipo in distinte categorie.

8 AUTOVETTURE Ovviamente le autovetture, generalmente destinate solo alle sedi principali, servono come veicoli di rappresentanza, per il trasporto degli ufficiali, per le ispezioni ed i servizi amministrativi. Sono sempre di serie e, raramente vengono impiegate in servizi di emergenza. I veicoli distribuiti normalmente ai comandi sono di due tipi, uno medio e leggero: con il tempo si sono succeduti diversi abbinamenti: Topolino/1100E, 600/1100, 850/124, 131/127. Il più recente è il binomio Fiat Punto/Alfa 156. Normalmente i vari modelli vengono acquistati in circa cento-duecento unità, cioè in proporzione al numero dei Comandi provinciali, ma le consegne delle Fiat Uno e delle Fiat Punto sono molto più numerose in quanto da un po di anni esse prendono anche il posto dei pulmini Fiat 900, non più in produzione. Presso il Ministero degli Interni, dove ha sede la Direzione Generale, ha sempre prestato servizio un nucleo di vetture di classe più elevata destinate ai funzionari dei gradi più alti. E abbastanza singolare registrare la presenza di una prestigiosa Alfa Romeo 6C, probabilmente un unico esemplare in servizio a suo tempo a Milano. Lo scarso numero di Fiat Panda è utilizzato per il servizio delle stazioni radio del Corpo. L assegnazione di una nuova linea di autovetture normalmente ha sempre portato alla rapida radiazione di tutte quelle preesistenti di analoga cilindrata ed aventi lo stesso impiego, anche se talvolta queste sono state conservate ad esaurimento nei compiti meno impegnativi: la 131 VF di Cremona, benché sostituita da un Alfa 33, è rimasta in servizio fino al (circa) Anni Note (basate sui miei avvistamenti) Fiat 500C Fiat 600, multipla Fiat Fiat 1100/103, Special, D Fiat Fiat 125 Poche Fiat 127, 900L Fiat 128 Poche Fiat / Note solo serie VF 110xx e 118xx Fiat /2000TC Fiat Solo VF Esemplare unico Fiat Regata Un unica serie VF 145xx Fiat 1,6IE Solo serie VF 182xx e 183xx Fiat Uno 55/ Fiat Croma CHT Fiat Panda 4x4 Alcune >> Fiat Tempra Solo serie VF 175xx Fiat Punto S >> A.R. 6C (?) A.R. Giulia T.I A.R Alcune A.R. Alfasud 1,2/1, A.R. Alfa VF Unico esemplare? A.R. Alfetta 2, A.R. Arna 1,3SL Solo serie VF A.R. Alfa 90 Alcune A.R. Alfa Anche un unità del tipo familiare: VF A.R. Alfa 156 2, >> Lancia Thema Nota solo VF Citroen Saxo >> PULMINI, FURGONI, CAMIONCINI E una categoria molto assortita, destinata fondamentalmente al trasporto di personale e di piccole quantità di materiale. Nel complesso hanno avuto sviluppo negli anni più recenti, quando la maggiore disponibilità di

9 mezzi ha reso possibile destinare appositi veicoli anche ai servizi di tipo secondario prima espletati mediante Campagnole o autocarri leggeri. I camioncini vengono utilizzati anche a margine degli interventi per il trasporto di attrezzature. I furgoni fra queste categorie sono i più numerosi e, oltre ai tipi ordinari per trasporti vari, hanno in molti casi degli allestimenti speciali che, dietro alla carrozzeria di serie, nascondono all interno particolari apparecchiature. Pulmini (circa) Anni Fiat 850T/900E Fiat Fiat Fiat Ducato 2,5 TD Alfa Romeo F Renault Master Camioncini (circa) Anni Fiat 1100/ A.R. Romeo Mitsubishi L Furgoni (circa) Anni Note Fiat 1100T Alfa Romeo F Fiat Fiat/Autobianchi Sequenze VF 113xx e 115xx Fiat Iveco 35F8, 35.8, Molto esemplari sono attrezzati come carri di soccorso e per appoggio sommozzatori Fiat Fiorino Iveco 40.10, 45, Fiat Ducato 1992 Fiat Scudo 1992 Ford Transit Alcuni 1998 Polisoccorso. Allestito dalla ditta BAI. Solo serie VF 198xx Mercedes Sprinter 408D 1997 Polisoccorso Mercedes 708D 2002 Chevrolet Silverado GHC Polisoccorso. Esemplare unico, donato dai VF di Lugano FUORISTRADA Per questi servizi sono state impiegate per lungo tempo le Campagnole: a giudicare da quanto è emerso dalle mie ricerche sembrerebbero essere state adottate in epoca piuttosto recente (forse il fatto che l esigenza di avere questi veicoli è stata avvertita tardivamente spiega perché non furono mai acquisite jeep residuato bellico) e non se ne rileva traccia prima degli anni 60: il numero più basso che conosco è 6500, riferibile al 1963: considerato che oggi alcuni di questi veicoli sono ancora in servizio dimostrando di reggere bene un età di trenta anni, se fossero esistiti esemplari risalenti agli anni 50, sicuramente, nel tempo, ne avrei incontrato qualcuno. Si tratta di veicoli semplici e robusti che costituiscono ancora oggi una parte non indifferente del parco, ed hanno dimostrato una grande affidabilità e longevità. Le Nuova Campagnola, a giudicare dal fatto che ancora oggi sono molto diffuse, devono avere avuto una riuscita migliore rispetto a quelle nell esercito. Dopo che la Fiat sospese la produzione del modello, si è ripiegati sulle Land Rover,

10 dopo aver sperimentato e comparato qualche tipo di svariati costruttori. I fuoristrada sono presenti in tutte le sedi e uno di essi assieme ad un autopompa rappresentano la dotazione standard dei distaccamenti minori. Non risultano consegnate ai Vigili del Fuoco Alfa Romeo Matta, tanto più che furono costruite in un periodo in cui questo tipo di veicolo non era in dotazione al Corpo, tuttavia ne esiste una fotografia: forse ne fu acquisito qualche esemplare di seconda mano dall Esercito. Alcune AR59 erano dotate di una gru, potendo così funzionare da piccolo carro attrezzi. Oltre ai fuoristrada tradizionali vanno ricordati i piccoli cingolati, alcuni dei quali anfibi, destinati ai soccorsi in zone disagiate, e quelli per i collegamenti nelle zone innevate, i cosiddetti Gatti delle Nevi. (circa) Anni Note(basate sui miei avvistamenti) Alfa Matta AR Fiat Campagnola AR Fiat Nuova Campagnola Fissore Magnum Alcuni 1991 Solo serie VF 171xx Mercedes G 300 Alcune 1991 Solo serie VF 170xx Toryota Alcune 1991 Solo serie VF 173xx Bertone Freeclimber 1990c. Land Rover Discovery/Defender >> Mitsubishi Pajero 1 (?) 1996 Noto solo VF BV >> Complesso motrice + rimorchio BRT >> Prinoth T/ >> Gatto delle nevi. Sono in servizio anche altri modelli di altri costruttori AUTOAMBULANZE Sono chiamate tecnicamente autolettighe, e vengono fatte intervenire con una certa frequenza in occasione di emergenze rilevanti. Nonostante quanto possa sembrare all apparenza, solo in caso di necessità svolgono servizio di pronto soccorso per le eventuali vittime civili, ma normalmente sono tenute di riserva per fornire assistenza agli eventuali Vigili del Fuoco infortunati. Nel complesso, pur essendo presenti in tutti i Comandi provinciali, non sono fra i mezzi più diffusi. Il parco attuale è piuttosto anziano e dovrà essere presto rinnovato. (circa) Anni Fiat Volkswagen Typ 2 pochissimi A.R. Romeo Fiat 238/238E A.R. 40AR Un unica serie nota (VF 141xx) Fiat Ducato AUTOPOMPE E AUTOSCALA Sono i classici automezzi dei Vigili del Fuoco, quelli che siamo più comunemente abituati a vedere sulle strade. Sono rari gli interventi senza autopompa perché questi veicoli, oltre a permettere il trasporto di un intera squadra, in svariati vani appositamente progettati, portano con sé anche una vasta attrezzatura per ogni necessità di emergenza (scale, corde, estintori, motopompe portatili ed attrezzi a mano). Tecnicamente le autopompe si suddividono in autopompe-serbatoio e autobotti-pompa, a seconda che la scorta d acqua abbia la prevalenza o meno sulle altre attrezzature. Spesso sullo stesso telaio, dalle dimensioni e con possibilità di sviluppare capacità operative identiche, si sono succedute motorizzazioni diverse e vi sono intervenuti diversi carrozzieri. In questi ultimi anni si stanno anche sperimentando alcuni tipi stranieri. Autopompe e autoscale vanno considerati insieme in quanto, spesso, derivano entrambi dagli stessi motori e dagli stessi telai di autocarri commerciali sui quali vengono montati i due diversi allestimenti. Con il passare degli anni i modelli si sono sempre più perfezionati, aumentando le dotazioni, la capacità del serbatoio o la lunghezza della scala. Ad ogni modo, in relazione al tipo di interventi o della zona operativa, sono in servizio tipi più pesanti o più leggeri; nel caso dei servizi boschivi esistono apposite autopompe

11 specializzate che sono tecnicamente idonee a muoversi su terreni impervi e in spazi ridotti ed hanno attrezzature più essenziali in quanto ad esse viene richiesta esclusivamente la capacità di estinguere gli incendi e non si ipotizzano altri tipi di intervento. Le autoscale, utilizzate soprattutto nelle aree urbane, hanno un impiego meno frequente, con la conseguenza che hanno una vita operativa più lunga delle autopompe e ne sono in servizio ancora molte risalenti agli anni 70. Possono essere assimilati agli autopompe gli autocarri attrezzati per l uso della schiuma o della polvere anziché dell acqua e destinati ad estinguere incendi di sostanze particolari o in determinate condizioni ambientali. Fra i veicoli antincendio costruiti in Italia esiste anche una serie di autopompe su telaio Lancia, e una di queste è stata preservata: tuttavia essa è priva di contrassegni e di targa che ne impediscono di accertare l origine. In effetti non ho mai visto questo modello in servizio presso il Corpo Nazionale; a meno che non si tratti di prototipi acquisiti in limitatissima serie è probabile che i veicoli Lancia siano stati tutti collocati presso aziende private. (circa) Autopompa Autoscala Anni Note Fiat 639N/640 N Fiat 642 N Solo autopompa Fiat 682 N OM Leoncino OM Tigre Solo autoscala OM 130, 150, Solo autopompa. Molte serie fra cui VF e Fiat Solo autoscala Fiat 684N Solo autoscala Iveco 160, , Iveco 55.10, 60.10, 65.12, Solo autopompa Iveco 79.13, Solo autopompa Iveco 80F13 5 (?) Solo autopompa. Serie VF (?) Magirus (?) 1985 Solo autoscala. Serie VF (?) Iveco combi 4x Solo autopompa. Diverse versioni Iveco Solo autoscala. Serie VF 168xx Bremach RBT Autopompa boschiva Iveco , Iveco 150 E >> Iveco 100 E21, 100E >> Solo autopompa Mercedes 408/ >> Solo autopompa Mercedes VAM >> Iveco 8010 TSK Autopompa boschiva Man 99 - Autopompa boschiva Mercedes Unimog Carro schiuma, vari modelli. Anche aeroportuale Iveco 50 OM Carro polvere AUTOGRU Si tratta dei veicoli il cui intervento è più frequentemente richiesto in occasione di incidenti stradali ma, ovviamente, vengono utilizzati anche ogni volta che vi sia necessità di rimuovere ostacoli o oggetti pericolanti. Accanto ai tipi ordinari, ricavati come le autopompe da telai commerciali, vi sono anche esemplari di grande potenza appositamente realizzati. Non sono comunque un tipo molto diffuso e, in genere sono presenti solo in un paio di unità in ogni comando provinciale. (circa) Anni Fiat 640 N Fiat 643 N

12 Lancia Esagamma 1971 Accertata un unica serie VF 93xx Fiat Nota solo la serie VF 100xx Iveco 300 PC Gru Cristianini Fiat Gru Ormig Iveco 330 PC braccio mobile 1978 Nota solo la serie VF 116xx Astra B Nota solo la serie VF 145xx Magirus >> Astra BM >> Gru Cormach AUTOBOTTI Normalmente, le autopompe portano con sé una scorta d acqua sufficiente alla necessità o, nei centri urbani, hanno a disposizione delle prese a cui allacciarsi. L intervento delle autobotti è richiesto solo in casi particolari di mancanza di risorse idriche o, anche in assenza una situazione di emergenza, esse vengono richieste per il rifornimento alla popolazione temporaneamente priva di erogazione dell acqua. In tempi recenti, per gli interventi più importanti, sono entrati in servizio dei grandi autoarticolati (i cosiddetti chilolitrici). Un altro tipo moderno di autobotte è quello scarrabile, in cui la cisterna è mobile e può essere spostata anche lontano dal veicolo. (circa) Anni Fiat 640 N OM 150, Fiat OM Iveco Iveco 150 E >> AUTOCARRI Sono presenti in rilevante quantità ed in un disparato numero di modelli, e sono utilizzati per il trasporto di materiali vari. Un certo numero sono dello stesso tipo di quelli impiegati dall esercito, fra cui ricordiamo gli ACL e gli ACP, ma per la massima parte si tratta di modelli commerciali. Alcuni hanno carrozzerie speciali. Attualmente, salvo pochi esemplari anziani, non sono più in servizio autocarri di tipo leggero, ma solo medi e pesanti. (circa) Anni Note Fiat 666/ Alfa Romeo Fiat 640 N Anche furgone Lancia ACL OM ACL Fiat 682 N OM Leoncino Anche furgone OM Tigre OM Titano Anche trattrice per semirimorchi OM Lupetto, Tigrotto Anche furgone Fiat 6602 (CP 62) Fiat 639 N, 643 N Iveco ACL 75, 80 PC, 80.10, ACM Anche furgone Iveco 160 NC MAN 4x Iveco Trattrice per semirimorchi. Nota serie VF 158xx Iveco , , Anche trattrice per semirimorchi Iveco (?) 1990 Solo furgone. Nota serie VF 168xx Iveco Furgone e carro attrezzi

13 Iveco Solo furgone Iveco Solo trattrice. Serie Eurostar e Eurotech Iveco Attrezzato con snorkel tridimensionale Astra HD Fiat 639 Attrezzato come laboratorio nucleare Iveco Iveco 90 PC 1983 VEICOLI PER SERVIZI AEROPORTUALI I servizi antincendio vengono svolti negli aeroporti anche dagli ordinari veicoli VF quali fuoristrada, camioncini, autopompe, ma la parte più importante è affidata a veicoli specializzati per questo tipo di intervento. Le autopompe sono tecnicamente uguali a quelle ordinarie, ma hanno maggiore potenzialità e carrozzerie speciali, inadatte alla circolazione su strada. Vi sono poi vari altri veicoli con attrezzature speciali destinati al salvataggio o al trasporto dei passeggeri degli aerei incidentati. La totalità dei servizi antincendio negli aeroporti è stata affidata ai Vigili del Fuoco con la legge n.930 del 23 dicembre 1980: questi erano di spettanza del Ministero dei Trasporti e, in alcuni casi, dell Aeronautica Militare: in conseguenza di queste norme sono stati trasferiti al Corpo parecchi veicoli, che in precedenza portavano in massima parte la targa civile e in quantità minore la targa AM: sono stati subito sostituiti con veicoli di nuova costruzione e solo pochi sono stati reimmatricolati con la targa VF. Modello (circa) Anni Lancia Autopompa Iveco-Rampini Sirmac 524D 1991 Autopompa OM Tigrotto Autobus trasporto passeggeri Mercedes Unimog ARI 1983 Carro schiuma Idroschiuma Perlini 605D Carro schiuma IVECO Tucano IDS AIS Sirmac 1990 AIS Iveco Magirus Dragon IVECO Dotato di cabina elevabile per l accesso alla cabina degli aerei AUTOBUS Non è un tipo di veicolo per il quale si possa ipotizzare un uso specifico presso i Vigili del Fuoco. E stato sempre tenuto in servizio un numero limitato di esemplari: i più numerosi sono presso le Scuole Antincendi di Roma e altri, di più piccole dimensioni, si trovano nei Comandi delle città più grandi. Sono utilizzati per il trasporto del personale per esercitazioni, visite di istruzione, ecc. Un caso del tutto singolare è rappresentato da un vecchio autobus 411 acquistato usato e, dopo una profonda ricostruzione, utilizzato per il trasporto di un gruppo sportivo collegato ai Vigili del Fuoco che lo hanno immatricolato nel proprio parco. Poiché le trasferte possono essere lunghe, ad esso viene aggiunto un rimorchio passeggeri (forse l unico veicolo di questo genere ad essere ancora in servizio in Italia), anch esso ricostruito ed attrezzato ad alloggio. (circa) Anni Note Fiat Fiat OM Unica serie nota VF 84xx Iveco 55F10, A55F10, Mercedes G Iveco 370, 370 S, 370 ST >> Iveco Fiat

14 VEICOLI LOGISTICI Si tratta di veicoli in dotazione alle Colonne Mobili che vengono impiegati solo in occasione di grandi interventi: sono talvolta dotati di cuccette e servono come supporto al personale che vi partecipa, come centro di comando o per l assistenza alla popolazione. (circa) Anni Note OM Lupetto 1970 Solo una piccola serie nella sequenza VF 87xx Iveco furgone operativo 1982 Furgone operativo Iveco Iveco Iveco (?) Autoristoro MACCHINE OPERATRICI Sono veicoli introdotti in epoca piuttosto recente, a parte i bulldozer già presenti fin dagli anni 60, e per la maggior parte sono cingolati. E molto frequente vederli al lavoro in occasione di terremoti ed altre calamità naturali. I tipi individuati sono i seguenti (oltre a quelli indicati vi possono essere altri veicoli di tipo pressoché identico, ma di un altra versione o di un altro costruttore) (circa) Anni Note Bulldozer Vari modelli di cui alcuni di costruzione Allis Gru semovente a due assi Scavatrice a due assi Scavatrice Fiat-Allis a cingoli Scavatrice FH Scavatore SL Scavatrice FH 302 Moltopala Fiat Hitachi FR Motopala Bobcat SL 55B Motopala FR 7B Motopala JCB 4CX 2002 Motopala FL 10 Apripista FD5 VEICOLI ANFIBI I primi mezzi in dotazione furono ricavati da residuati bellici, ed ebbero il loro battesimo durante l alluvione del Polesine nel Questi vecchi ma robustissimi esemplari sono rimasti a lungo in servizio e il parco incrementato con veicoli dello stesso tipo dismessi dall esercito, fino a che sono stati sostituiti dai più grandi Fiat di nuovo modello. Sono presenti in numero limitato e i nuovi lotti vengono messi in servizio a notevole distanza di tempo l uno dall altro. (circa) Anni Note Fiat/IVECO 6640A/6640G AMDS CODICI Come avviene nell esercito, in molti documenti gli automezzi sono indicati da un acronimo che ne riassume le caratteristiche, particolarmente molto analitico. Quelli che ho potuto individuare sono i seguenti: AA ABP o AP A/BUS ACT AF AF/OP AG automezzo anfibio autobotte pompa autobus autocarro autofurgone autofurgone operativo autogru

15 AIS AISP AL APS ARI AS ASA ATT AV CA CG ES MCT POL RI S/RI autoidroschiuma autoidroschiuma pompa autolettiga autopompa serbatoio automezzo interventi rapidi autoveicolo soccorso autofurgone soccorso aeroportuale trattrice per semirimorchi autovettura campagnola o fuoristrada caricatore gommato escavatore motocarro polilogistico rimorchio semirimorchio LE TARGHE DOPO IL 1982 A metà del 1982 comparve anche per i mezzi dei Vigili del Fuoco la targa con le scritte su di una sola riga, del tipo standard adottato per le targhe speciali, e di formato identico sia per la targa anteriore che per quella posteriore. La sua consegna iniziò con il numero 13100, ed è curioso considerare che avvenne nel bel mezzo della fornitura di un unico lotto di Alfa Sud, così che, pur essendo macchine di modello identico ed entrate in servizio contemporaneamente, alcune hanno la targa di vecchio tipo ed alcune del nuovo. Ad ogni modo, sia prima che dopo questa data, su veicoli portanti la targa posteriore su due righe, questa è stata divisa orizzontalmente in due parti che poi sono state affiancate, e si distingue facilmente per la visibilissima giuntura. Poiché questo intervento appare in modo saltuario, è presumibile che si tratti iniziative prese localmente senza alcun carattere di ufficialità. Allo stesso modo alcune targhe anteriori precedenti al 1982, rifatte in tempi recenti per deterioramento o smarrimento di quelle preesistenti, sono state artigianalmente eseguite in dimensioni maggiorate rispetto a quelle originarie, acquistando un aspetto simile a quelle della serie successiva. Nelle targhe del nuovo formato lo stemma della Repubblica restò posizionato fra la sigla e il numero a metà altezza dei caratteri: verso il 1990 migra verso l alto, in corrispondenza dell apice superiore delle scritte. Nel 2000, presumibilmente con l assegnazione del numero progressivo 21200, i caratteri sono stati leggermente modificati nelle dimensioni, e ora appaiono più piccoli. La loro grafica è rimasta immutata mentre il punzone ufficiale è tornato a metà altezza delle scritte. La sigla, dalle origini fino ad oggi, non è mai stata puntata. TARGHE MOTOCICLISTICHE E MOTOCICLI La targa dei motocicli era del consueto formato di cm.16,5x16,5, con la sigla sulla riga superiore e le cifre su quella inferiore. Non era prevista targa anteriore. I caratteri erano identici, anche come misure, a quelli delle targhe automobilistiche: poiché di conseguenza hanno un certo spessore sproporzionato alle dimensioni della targa, le cifre sulla riga inferiore, quando raggiungono il numero di tre, la occupano completamente. Le lettere hanno sempre la stessa altezza delle cifre e non sono puntate. Nei primi anni di esistenza del Corpo i motocicli hanno avuto un impiego vastissimo. Venivano usati nella versione motocarrozzetta per il trasporto degli ufficiali dei distaccamenti privi di autovettura, come staffetta delle colonne di veicoli, per il servizio di portaordini, mentre i motocarri erano adibiti ai trasporti leggeri. La loro introduzione è un esclusiva del Corpo Nazionale, non risultandomi che in precedenza ve ne fossero in servizio presso i Corpi locali. Un nucleo di motoveicoli è stato anche impiegato come veicoli antincendio in grado di sostituire le autopompe in occasione di piccolissimi interventi: è abbastanza facile immaginare un motocarro impiegato in questo compito in quanto può portare un attrezzatura completa benché di modeste dimensioni, ma vi venivano destinate perfino motociclette con sistemazioni di fortuna per idranti e attrezzi vari. Dopo la massiccia acquisizione di centinaia di nuovi veicoli, nel dopoguerra l impiego dei motocicli è andato scemando sempre di più, e risultano solo piccole forniture di moto Guzzi, in buona parte impiegate come veicoli per i collegamenti radio. Anche se risulterebbe che l acquisito di qualche esemplare si sia protratto fino alla fine degli anni 60, già a quell epoca erano praticamente scomparsi. Ancora prima dei motocicli sono scomparsi i motocarri, dei quali non mi risulta acquisito nessun nuovo esemplare dopo gli anni 40.

16 I motocarri erano immatricolati probabilmente nella serie automobilistica poiché, come era uso all epoca, erano considerati autocarri a tre ruote: sono giunto a questa conclusione perché il motocarro VF 910, certamente risalente ai primi anni 40, ha un numero notevolmente superiore a quello raggiunto molti anni dopo dalle targhe motociclistiche (la più alta che conosco è la 655, mentre ne vidi personalmente alcune verso la metà degli anni 60, su motocicli moderni, attorno a 500). E tuttavia l unica prova: gli altri motocarri a me noti (portanti i numeri 203, 269, 424), tutti di epoca molto antica, potrebbero appartenere tanto alle serie automobilistiche che a quelle motociclistiche, entrambe agli inizi delle rispettive numerazioni. Ad ogni modo la loro targa, qualunque fosse la serie prescelta per la loro numerazione, aveva le stesse dimensioni di quelle dei motocicli. La maggioranza non portava certamente la targa anteriore, ma in alcune foto poco chiare sembra che ne portino una curva e in asse con il parafango, anche le la qualità delle immagini non è sufficiente per darne la certezza. I tipi noti sono i seguenti: Anni Note Gilera VLE Con sidecar Guzzi 500 Alce Guzzi Airone Motocarro Guzzi Ercole Cassonato Motocarro Benelli Autopompa Motocarro Benelli Carro schiuma Motocarro Benelli Cassonato e furgone Benelli VL-M Guzzi Falcone Guzzi V Guzzi Nuovo Falcone I RIMORCHI E LE TARGHE DEI RIMORCHI I rimorchi sono sempre stati una presenza costante nel parco dei Vigili del Fuoco perché molte apparecchiature speciali hanno piccole dimensioni e, montate su un rimorchio, possono venire trainate da un mezzo leggero senza il bisogno di far intervenire un autocarro. Un certo numero di questi erano in servizio presso gli antichi Corpi locali, ma la loro proliferazione è del periodo successivo, soprattutto con la diffusione delle motopompe con motore a scoppio che, montate su piccoli rimorchi a un asse, sul luogo di intervento vengono sganciate dal mezzo che ve le ha portate e spostate dove servono. La maggior parte dei tipi di rimorchio attuali sono ad un asse, per lo più ripartiti, come abbiamo appena visto, fra quelli destinati al trasporto di motopompe e simili e quelli per il trasporto delle imbarcazioni; un gruppo abbastanza numeroso è rappresentato anche da quelli a piano ribassato a due o più assi per il trasporto di macchine operatrici. La legge 333 del 1939 parla solo di immatricolazione di automezzi e motomezzi senza prevedere i rimorchi e, d altra parte, forse si trattava di un ipotesi che all epoca non interessava molto il legislatore perché nei preesistenti autoparchi esistevano solo piccoli carrelli appendice o vecchi rimorchi in legno già usati con la trazione ippica e adattati alla meglio ad essere trainati da autocarri, per i quali è difficile ipotizzare la targa. Ad ogni modo, indipendentemente da un esplicita previsione normativa, la targa per rimorchi venne effettivamente adottata: questa, con le diciture disposte su due righe, portava su quella superiore la scritta rimorchio, in nero e in lettere maiuscole, e su quella inferiore la sigla in rosso seguita dal numero in nero; dalle poche immagini in mio possesso sembra avere una lunghezza maggiore di quella automobilistica. Ho potuto però vedere dal vivo un secondo tipo, portante il numero 181: era identico ad una targa automobilistica, con la sigla in posizione centrale sulla riga superiore e senza altre distinzioni. Trattandosi di un avvistamento finora rimasto senza seguito non è escluso che si trattasse soltanto del rifacimento di una targa deteriorata. Ad ogni modo, dopo la promulgazione del Codice della Strada del 1959, fu adottata una targa identica a quelle civili, anche nelle dimensioni di mm. 267x 62, con la scritta RIMORCHIO sovrastante il numero e seguita dalla sigla in rosso. Come per i rimorchi civili, la targa era applicata sul lato destro del veicolo, mentre posteriormente figura la ripetitrice del mezzo trainante: negli esempi che conosco è sempre realizzata a mano in modo approssimativo, su supporto cartaceo o metallico. Non saprei dire se, nel 1959, tutte le targhe dei rimorchi preesistenti siano state sostituite con quelle di nuovo tipo: infatti la 181, ricordata prima e molto antica, rimase immutata nei trent anni successivi, mentre la

17 343, riprodotta in Un secolo di targhe, è sicuramente una sostituzione del tipo vecchio, considerato che, a metà degli anni 60, la progressione dei numeri delle targhe dei rimorchi aveva già superato il numero 600. Su questo tipo di targhe non figura il punzone ufficiale. Le targhe di rimorchi rilasciate durante gli anni 70, a differenza di tutte le altre targhe VF, hanno la sigla puntata. A partire dal 1982 è stata adottata una nuova targa, solo posteriore e identica a quella automobilistica che, a parte la consueta immatricolazione nella serie separata, se ne differenzia solo per una piccola R rossa fra la sigla e il numero, posta sotto il punzone ufficiale che si trova sempre spostato in corrispondenza dell apice delle scritte. Da quando sono state adottate le targhe di nuovo tipo, la targa laterale tipo 1959 è stata quasi sempre spostata posteriormente senza ripetitrice (anche se ho potuto osservare qualche caso del genere anche negli anni precedenti). I rimorchi più piccoli a un solo asse non portano targa. Anni Assi Note Scala Magirus Piattaforma mobile Porta bombole Carro schiuma >> 1 o 2 Motopompa 1 Vari tipi Porta naspi 1 Porta idrante 1 Porta imbarcazioni 1 o 2 Carro luce 1 Modulo boschivo 1 Cisterna Piano ribassato 2 o 3 Marca Rolfo, Adige, Cometto, Bettoja, De Angelis Cassone ordinario 2 Cisterna ordinario 2 Cassone 1 Di varie dimensioni e portate, anche furgone Compressore 1 Semirimorchio cassone 2 Semirimorchio cucina 1 Semirimorchio cisterna lt. 2 Trasporto piccoli semoventi 1 Docce 2 Lavabi-WC 2 Aspiratore fumo 2 Pianale trasporto containers 3 TARGHE PROVVISORIE Si tratta di targhe solo di tipo posteriore che compaiono in alcune fotografie degli anni 50 su veicoli nuovi di fabbrica: potrebbero essere targhe provvisorie, ma anche targhe di prova. Portano la sigla sulla riga superiore e il numero su quella inferiore, senza nessuna altra ulteriore dizione. Le scritte sono in nero su bianco o in bianco su nero e sono tracciate a mano. Le targhe sono di cartone. Conosco i numeri 018, 039 e 91, quest ultimo senza zero anteposto con il numero sulla riga superiore e la sigla su quella inferiore, cioè nella stessa posizione delle targhe provvisorie ordinarie. Oltre a queste non ho mai visto personalmente qualsiasi altra targa di prova o che comunque non fosse quella definitiva. RELITTI A ROMA Mi piace riportare qui due ricordi personali. Nel 1984 un casuale sopralluogo alla piccola caserma di Primavalle mi ha fatto scoprire un interessante parco di mezzi dei Vigili del Fuoco accantonati e demolendi. La caserma operativa era molto piccola (tuttavia, oltre alla solita autopompa ed alla Campagnola, aveva in dotazione anche un raro autocarro OM Titano VF 8312 caricato con il bulldozer VF 8332) ma alle sue spalle sorgeva un ampio terreno utilizzato

18 come deposito. Questo aveva un muro di cinta, ma era tanto basso da non nascondere nulla di quello che si trovava al suo interno. La maggior parte dei mezzi, che a decine vi erano ricoverati, qualcuno letteralmente uno sull altro, altri anche in passabili condizioni, non aveva la targa, ma il numero di immatricolazione era stato trascritto sulle fiancate. Fra i mezzi più facilmente visibili e riconoscibili c erano diverse autopompe Fiat 640, fra cui la VF3535 e Fiat 642 come la VF 5279, la Giulia VF 7171, il rarissimo autocarro Lancia CL 51 VF 6692, l anfibio residuato bellico VF 4386 e l autoscala VF 1289, che poi venne salvata dalla demolizione, portata alla caserma di via Genova e restaurata. Vi sono tornato successivamente sperando che, col tempo, vi fosse stato portato qualche altro veicolo, ma al contrario vidi che quelli che c erano erano stati in gran parte eliminati, e nessuno nuovo era venuto a sostituirli: probabilmente oggi non rimane più nulla. Un altro curioso episodio che riguarda un fossile vivente, avvenuto a Roma, mi vide per testimone attorno al Già da tempo avevo notato alla caserma di Porta San Paolo il Fiat 640 con cassone telonato VF In condizioni appena dignitose, senza essere riverniciato nei nuovi colori, a fasce bianche e rosse, rimase immobile per anni al suo posto, tanto che mi chiedevo se effettivamente fosse operativo. Un giorno, mentre passavo per la via Cristoforo Colombo, assistei, a debita distanza, all incendio di un distributore di benzina. I Vigili del Fuoco erano già sul posto con un autopompa, ma dopo un po si sentì una sirena e, in lontananza (chi conosce Roma sa che da molti punti si possono avere dei panorami di ampi tratti della Cristoforo Colombo), vidi arrivare nientemeno che il vecchio 4587! Nonostante la sirena di vecchio tipo e non bitonale - procedeva con incredibile lentezza e trainava il non meno vecchio rimorchio VF 181 che portava un cannoncino lanciaschiuma. Quando finalmente arrivò, ricordo i commenti ironici della gente: in effetti in mezzo al traffico moderno faceva una figura veramente modesta. Ad ogni modo sul luogo dell incendio fece comunque il suo dovere. Dopo quel giorno tornò immobile ancora per un paio d anni finché venne sostituito da un autocarro più moderno. LE TARGHE DEI VIGILI DEL FUOCO DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE Una peculiarità del sistema dei servizi antincendio italiani è quella di essere affidati ad un unico Corpo Nazionale e di non dipendere da enti locali. Anche se questa affermazione è esatta sia per quanto concerne il coordinamento generale che i servizi più pesanti e delicati, in realtà esiste un infinità di altre organizzazioni antincendi, sia private (industrie chimiche, raffinerie, porti, ecc.) sia pubbliche (installazioni militari, regioni, servizi forestali). In tutti questi casi, pur essendo in servizio mezzi identici a quelli dei Vigili del Fuoco, questi hanno le normali targhe civili o quelle speciali previste per gli altri veicoli dell ente al quale appartengono. Le uniche eccezioni sono quella della Regione Trentino-Alto Adige, divisa nelle due province di Trento e di Bolzano alle quali si è aggiunta più recentemente la Valle d Aosta. L organizzazione antincendio e di protezione civile locale, in Trentino, ha tradizioni antichissime: nella sola provincia di Trento vi sono 239 corpi locali di Vigili del Fuoco e in Alto Adige ben 306, tutti ottimamente organizzati e che ebbero il riconoscimento ufficiale con la Legge Regionale n. 24 del lontano 20 agosto L articolo 19, terzo comma di questa legge stabiliva che Gli automezzi comunque in dotazione al Servizio regionale Antincendi sono immatricolati nel registro automobilistico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, salva restando la proprietà degli stessi alla Regione od ai Comuni della Regione. In deroga a queste disposizioni conosco veicoli con targa civile: sono casi rari, forse connessi a situazioni particolari, come il prestito o il noleggio. Solo molti anni più tardi il nuovo Codice della Strada del 1993, all articolo 138 comma 11 ha previsto la possibilità che essi abbiano una propria targa. In conseguenza di quanto sopra, nella Provincia di Bolzano queste targhe speciali furono istituite con Decreto del Presidente della Giunta Provinciale n. 2 del 19 gennaio 1995, e in quella di Trento con analogo Decreto del 21 giugno Esse nel loro aspetto richiamano, entro certi limiti, più le targhe civili, delle quali hanno le stesse dimensioni e caratteri, piuttosto che quelle del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: sono composte dalla sigla VF in rosso seguita, in nero, da una combinazione alfanumerica e dalla sigla provinciale (BZ o TN). A destra della sigla si trova lo stemma della Repubblica sotto il quale figura lo stemma della provincia, la cui applicazione qui compare per la prima volta e fu estesa più tardi anche alle targhe civili di Trento e Bolzano. Esiste anche una targa posteriore del formato su due righe utilizzata su autocarri e fuoristrada, con la sigla e gli stemmi su quella superiore e il gruppo alfanumerico su quella inferiore. Anche le targhe dei rimorchi sono del tutto diverse da quelle ordinarie VF, mentre sono simili a quelle dei rimorchi civili avendo, sopra le scritte, la dizione RIMORCHIO in rosso. Essendo tali targhe sempre posteriori, non esistono ripetitrici. A fronte di targhe identiche sono stati adottati, curiosamente, due diversi sistemi di numerazione: nella provincia di Trento la numerazione è progressiva da A 00. Il numero più alto noto è Z 36 corrispondente, dal punto di vista numerico, a Nel corso della prima immatricolazione dei mezzi ho l impressione che la prima assegnazione delle targhe abbia proceduto per distaccamento, con serie di numeri contigui assegnati a tutti i mezzi in dotazione a ciascuno di essi.

19 Nella provincia di Bolzano è invece utilizzata una progressione identica a quella usata a livello nazionale per i ciclomotori, cioè viene impiegata un unica serie di tre caratteri che comprende in successione tanto i numeri che le lettere dell alfabeto, quindi con sequenze di 32 caratteri. La più alta nota è 31M, equivalente al progressivo La normativa prevedeva tanti tipi di targhe quanti sono quelli delle targhe civili (autoveicoli, motoveicoli, ciclomotori, rimorchi, macchine operatrici semoventi e trainate e targhe di prova per tutti i tipi di veicoli elencati prima), tutte sostanzialmente improntate agli stessi canoni costruttivi che, come già abbiamo detto, si rifacevano a quelli delle corrispondenti targhe previsti dal Nuovo Codice della Strada, con l eccezione dei ciclomotori per i quali è riservata una normale targa di tipo motociclistico. Di fatto i motocicli in servizio sono pochissimi, con targhe del solito formato di 16,5x16,5 cm. e probabilmente certi tipi di targhe, benché previsti in astratto, non sono mai stati rilasciati. In entrambe le province la numerazione è promiscua per tutti i tipi di veicoli e rimorchi, eccetto quella delle targhe di prova. Con Decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano n. 71 del 25 febbraio 2000 la targa è stata modificata in modo da allinearsi, come aspetto, a quello che avevano assunto le targhe civili italiane (cioè con le bande laterali blu) e di conseguenza tanto lo stemma che la sigla provinciale sono stati spostati lateralmente. E stata introdotta la sigla bilingue VF-FW (Vigili del Fuoco-Feuerwehr). Non tutti i tipi di targhe previsti in astratto dalla normativa (ciclomotori, operatrici, prova, ecc.) sono bilingue, ma solo quelli dove lo spazio disponibile lo consente. Anche a Trento venne adottato analogo provvedimento con Decreto del Presidente della provincia n. 32 del 9 ottobre Nel 1996 Il parco complessivo della provincia di Trento comprendeva: 12 autoscale 2 autopiattaforme 71 autobotti con capacità superiore a 2000 litri 77 autobotti con capacità inferiore a 2000 litri 6 autolettighe 578 automezzi vari 510 rimorchi 3 motocicli 3 autocarri braccio mobile 1 motoslitta Fondamentalmente i mezzi sono degli stessi tipi e modelli di quelli usati dal Corpo Nazionale, anche se, soprattutto in Alto Adige, si nota la presenza di molti veicoli di costruzione tedesca del tutto sconosciuti nel resto della penisola: sono infatti in servizio autopompe Mercedes 814, 817, 1329, autocarri Unimog, furgoni Wolkswagen Transporter e Mercedes Sprinter 416. Talvolta i Corpi locali conservano restaurati e marcianti autoveicoli d epoca un tempo in dotazione agli stessi che, come prevede la normativa, vengono regolarmente immatricolati promiscuamente al normale parco in servizio. Ricordiamo l autopompa Citroen del 1951 (VF 10H BZ) e la Fiat 1100E (VF J13 TN); esiste anche un autocarretta SPA proveniente dall esercito. In Valle d Aosta, con legge regionale n. 7 del 19 marzo 1999, è stato istituito il Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco, con competenze operative e amministrative che sembrano maggiori che in Trentino. L articolo 19 della legge prevedeva che, in attesa di poter disporre di una propria targa, gli automezzi dovevano essere immatricolati nel parco dei Vigili del Fuoco. Anche nel caso della Valle d Aosta la nuova targa dovrebbe essere di imminente distribuzione nel periodo in cui scrivo. COLORITURA E SCRITTE E fin troppo ovvio precisare che i veicoli dei Vigili del Fuoco sono verniciati in rosso. Lo schema originario, di tonalità dapprima piuttosto squillante (rosso minio), che poi si fece più scura, interessava l intera carrozzeria mentre, dal 1980 circa, esso è stato modificato con l aggiunta di ampie fasce bianche e la tonalità risulta nuovamente schiarita. Fanno eccezione a quanto detto sopra solo (e comunque non sempre), le autovetture ministeriali in servizio a Roma, verniciate nel canonico blu scuro e alcuni veicoli speciali o rimorchi, la cui carrozzeria non permette una buona resa della verniciatura bicolore e che quindi rimangono totalmente rossi. Da quando è stato introdotto il nuovo schema di coloritura tutti i veicoli destinati agli interventi, ma anche varie autovetture, portano sulla carrozzeria la scritta in nero Vigili del Fuoco mentre verso gli anni 60-70, per un periodo non troppo lungo, ricordo che venivano applicati sui parabrezza delle vetrofanie azzurre con

20 scritte la destinazione d uso o le caratteristiche del veicolo ( partenza leggera, colonna mobile, carro xxx e così via). Alcuni veicoli, forse quelli delle colonne mobili, avevano un distintivo analogo agli STANAG dell esercito, cioè dei rettangoli verniciati anteriormente e posteriormente sulla carrozzeria: erano bipartiti diagonalmente, con la parte superiore rossa e quella inferiore verde, con una cornice bianca e dei simboli, che tuttavia non ho potuto individuare. Attualmente i veicoli in dotazione alle colonne mobili portano una decalcomania rettangolare solo posteriore con una piccola scritta in rosso sulla riga superiore colonna mobile vf seguita dal nome della regione. Sotto, in nero e in dimensioni molto maggiori, vi sono varie sigle alfanumeriche. DOTAZIONE DI ALCUNI DISTACCAMENTI COMUNE DI CREMONA 1933 COMUNE DI PIACENZA 1933 COMANDO PROVINCIALE DI ROVIGO autopompe 2 autopompe Modello Targa VF Note 1 carro attrezzi 1 carro attrezzi Fiat rimorchio scala con motopompa Fiat 500c 4470 Fiat Carro attrezzi Dodge Carro attrezzi DISTACCAMENTO DI JESI Fiat Autopompa 1960 Modello Targa VF Fiat Autopompa Autopompa Fiat Fiat 640N 3557 Autopompa Autopompa Bedford 1643 Bedford 2672 Autobotte Autobotte pompa A.R Autogru 3901 Autocarro A.R Fiat 640N 4324 Autocarro Motocarro Benelli Volkwagen 4357 Anfibio Guzzi Motocarro Breda 120 Rimorchio Magirus 73 Rimorchio scala COM. PROV. DI CREMONA 1995 COM. PROV. DI PIACENZA 1996 COM. PROV. DI UDINE (escluso il capoluogo) 2002 ABP APS AA AF ACT 3-2 AG AL 1-1 A.scala AS AV 10-1 CA A/bus RI 7-8 ES - 1 Dist. Di Nizza Monferrato 1998 Distaccamento di Clusone (BG) 2002 Distaccamento di Zogno (BG) 2002 Distaccamento di Magenta (MI) 2002 APS ABP CA AF AV RI

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