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1 TWINNING PROJECT - Bulgaria BG2004/IB/EY01 INSTITUTIONAL BUILDING AT THE ENERGY EFFICIENCY AGENCY (EEA) COMPONENT 1 Review and updating EE/RES legislation Activity Definition and /or revision of Strategies in accordance with the acquis communautaire Alessandra Nobili

2 Le politiche italiane in materia di efficienza energetica Il quadro normativo italiano in materia di efficienza energetica e relativa programmazione politica * Legge 3 gennaio 1991, n. 9 * Legge 9 gennaio 1991, n. 10 * Obiettivi generali di politica energetica nazionale: attuali disposizioni legislative in materia di efficienza energetica negli usi finali - DM 20/07/04 I Sistemi Energetici Regionali nel Sistema Energetico Nazionale * Pianificazione energetica * Il decentramento amministrativo * Programmazione energetica a livello locale Il ruolo delle Regioni - PEAR Il ruolo dei Comuni * La rete nazionale delle agenzie energetiche locali e la rete - RENAEL

3 Il quadro normativo italiano in materia di efficienza energetica e relativa programmazione politica Il documento principale, in cui si definiscono obiettivi e priorità della politica energetica in Italia, è il Piano Energetico Nazionale (PEN), del 1988, che fissa importanti obiettivi guardando ad uno scenario temporale di lungo periodo, fra cui: risparmio energetico per alleggerire la domanda di energia; diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dei Paesi di provenienza delle stesse. Finanziaria 2007 agevolazioni tributarie per la riqualificazione energetica degli edifici e misure di sostegno per la promozione di nuova edilizia ad alta efficienza, per un impegno di spesa di 15 milioni di euro. detrazioni per la riqualificazione energetica complessiva e per interventi sull involucro degli edifici esistenti e detrazione fiscale per pannelli solari e per caldaie ad elevata efficienza: si autofinanziano. Nel dettaglio: per le spese sostenute entro il 31/12/07, spetta una detrazione dell imposta lorda per una quota pari al 55% degli importi rimasti a carico del contribuente fino a un valore massimo di euro ( nel caso delle caldaie. Sono stati introdotti in Finanziaria anche contributi per apparecchi domestici e motori industriali ad alta efficienza.

4 Legge 3 gennaio 1991, n. 9:"Norme per l'attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali" La Legge 9/91 investe tutti i punti nodali del PEN ad eccezione delle tematiche del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili che formano oggetto della Legge 10/91. La peculiarità e l importanza della Legge 9/91 è da individuarsi nella liberalizzazione della produzione di elettricità da fonte rinnovabile o assimilata (in particolare per mezzo di impianti combinati di energia elettrica e calore, CHP). La condizione di efficienza energetica per l'assimilabilità alle fonti rinnovabili (Provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi (CIP) n. 6/92) veniva calcolata con un indice energetico che premiava le soluzioni a più alto rendimento elettrico. L'art. 31 della legge 9/91 prevedeva l'istituzione del marchio "Risparmio Energetico" per apparecchi domestici e sistemi e dispositivi di illuminazione ad alto rendimento. II marchio tuttavia non è mai stato istituito per la contemporanea implementazione a livello comunitario della direttiva quadro 92/75/CEE e delle sue direttive di applicazione.

5 Legge 9 gennaio 1991, n. 10: "Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia" (1/2) L'art. 1 introduce la categoria delle fonti di energia assimilate alle rinnovabili: la cogenerazione, intesa come produzione combinata di energia elettrica o meccanica e calore; il calore recuperabile dai fumi di scarico, impianti termici, elettrici e da processi industriali; le altre forme di energia recuperabile in processi, in impianti e in prodotti, ivi compresi i risparmi di energia conseguibili nella climatizzazione e nell'illuminazione degli edifici con interventi sull'involucro edilizio e sugli impianti. Con gli articoli 8, 10 e 13 viene delegato alle Regioni e alle Province Autonome il sostegno contributivo in conto capitale per l'utilizzo delle fonti rinnovabili in edilizia e in agricoltura, per il contenimento dei consumi energetici nei settori industriale, artigianale e terziario. In particolare nel settore dell'edilizia, il Titolo II della legge 10/91 norma: il contenimento dei consumi di energia termica ed elettrica ammessi per gli edifici; sono limitati, in particolare, in relazione alla destinazione d'uso degli edifici stessi, agli impianti di cui sono dotati e alla zona climatica di appartenenza; la certificazione energetica degli edifici; l esercizio e manutenzione degli impianti; i controlli e verifiche.

6 Legge 9 gennaio 1991, n. 10: "Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia" (2/2) L art. 19 introduce l Energy Manager responsabile per la conservazione e l uso razionale dell energia per i soggetti che operano nei settori industriali, civile, terziario e dei trasporti. Una disposizione interessante è quella contenuta nell'art. 30 relativo alla certificazione energetica degli edifici. L'obbligatorietà della certificazione energetica degli edifici è stata introdotta dalla direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia, recepita dal D. Lgs. n. 192 del 19/08/05. Il DPR 26 agosto 1993, n. 412, attuativo della L. n. 10/91, ha introdotto norme precise sui rendimenti degli impianti termici, sulle modalità di controllo e verifica da parte delle Province e dei Comuni e sulla manutenzione degli impianti termici. Lo stesso DPR introduce, con il parametro FEN (Fabbisogno Energetico Normalizzato), una metodologia per limitare il fabbisogno energetico del sistema edificio-impianto, anche sulla base di un bilancio energetico tra apporti e perdite di energia termica.

7 Obiettivi generali di politica energetica nazionale: attuali disposizioni legislative in materia di efficienza energetica negli usi finali - DM 20/07/04 (1/3) L'art. 9 del D. Lgs. n. 79/99, che ha recepito la Direttiva 96/92/CE sul mercato interno dell elettricità, prevede che nelle concessioni relative al servizio di distribuzione siano previste misure di incremento dell'efficienza energetica negli usi finali dell'energia. Nell'aprile del 2001 i Ministeri competenti hanno adottato due decreti di attuazione, introducendo i c.d. Titoli di Efficienza Energetica (TEE), meglio noti come Certificati Bianchi. Ciascun Certificato Bianco certifica il conseguimento di risparmi di energia primaria pari a una tonnellata equivalente di petrolio (tep). Nel 2004, data la volontà di modificare l impianto originario, due nuovi decreti hanno abrogato e sostituito quelli del Per quanto riguarda il decreto elettrico, l'obiettivo è quello di conseguire, alla fine del primo quinquennio di applicazione , un risparmio di energia pari a 1,6 milioni di tep, attraverso l'imposizione ai distributori di elettricità di conseguire complessivamente i seguenti risparmi: 0,10 Mtep entro l'anno 2005; 0,20 Mtep entro l'anno 2006; 0,40 Mtep entro l'anno 2007; 0,80 Mtep entro l'anno 2008; 1,60 Mtep entro l'anno 2009.

8 Obiettivi generali di politica energetica nazionale: attuali disposizioni legislative in materia di efficienza energetica negli usi finali - DM 20/07/04 (2/3) L'art 9 del decreto prevede la possibilità per i distributori di recuperare i costi sostenuti per la realizzazione dei progetti di efficienza energetica, qualora comportino una riduzione dei consumi di energia elettrica, sulle componenti delle tariffe per il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica e del gas, secondo criteri stabiliti dall'aeeg. II valore del contributo deve comunque garantire che l'aggravio complessivo sulla bolletta energetica dei consumatori sia sempre inferiore al beneficio economico complessivo derivante dall'attuazione dei decreti. I Decreti sull efficienza si propongono obiettivi di riduzione di 7,8 Mtep in cinque anni, vale a dire una mancata emissione di 8,5 Mton di anidride carbonica ed una graduale riduzione del tasso di crescita annuo dei consumi elettrici del 2%. Le ESCo sono società specializzate nell'effettuare interventi nel settore dell'efficienza energetica; si occupano sia della progettazione dell'intervento che della sua realizzazione ed eventuale manutenzione. Gli interventi tecnici necessari ad ottenere i risparmi energetici sono effettuati mediante investimenti sostenuti dalle stesse società e non dal cliente (Finanziamento Tramite Terzi).

9 Obiettivi generali di politica energetica nazionale: attuali disposizioni legislative in materia di efficienza energetica negli usi finali - DM 20/07/04 (3/3) Risultati 2005: l AEEG ha verificato circa progetti, realizzati da distributori ed ESCo, certificando circa tep di risparmio energetico, il 75% ottenuto per minori consumi di energia elettrica, il 21% per minori consumi di gas naturale e il rimanente per altre forme di energia. È stato dunque superato l obiettivo del 2005, che era stato prefissato a tep I risparmi energetici totali realizzati nel 2005 equivalgono al consumo domestico annuo di una città di circa abitanti e hanno permesso di evitare emissioni per circa t di anidride carbonica. Esempio: la sostituzione di 1000 lampade per pubblica illuminazione a vapori di mercurio, con equivalenti a vapori di sodio ad alta pressione da 150 W, permette di quantificare risparmi per un ammontare maggiore di 90 tep/anno. L installazione di 1000 caldaie a gas unifamiliari a 4 stelle di efficienza consente di risparmiare, a seconda della zona climatica di riferimento, fino a circa 100 tep/anno. Recentemente (settembre 2006), in una conferenza stampa congiunta, l Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Anci, in collaborazione con AEEG e il Gestore del Mercato Elettrico, GME, ha presentato una campagna su risparmio energetico, efficienza e uso delle risorse negli enti locali.

10 I Sistemi Energetici Regionali nel Sistema Energetico Nazionale La L. n. 10/91 introduce a livello locale lo strumento di pianificazione energetica, i Piani energetici, fissando i compiti di Regioni e Province autonome in campo di pianificazione e controllo. Fasi principali di un Piano Energetico su scala locale: ricostruzione del sistema energetico-ambientale-territoriale ed esame delle infrastrutture già presenti; stima del fabbisogno energetico basata sull'evoluzione storica del quadro energeticoambientale e sugli scenari possibili di sviluppo urbano; valutazione del risparmio potenziale ottenibile in base alla gestione della domanda di energia; analisi dell'offerta di energia e valutazione dell'incremento ottenibile attraverso le diverse fonti, comprese quelle rinnovabili; individuazione dei possibili e idonei strumenti d'azione per raggiungere gli obiettivi del Piano Energetico; stesura del bilancio energetico, comprensivo della valutazione degli effetti ambientali associati ai differenti usi finali ed alle diverse fonti primarie; definizione del Piano d'azione; definizione e valutazione economica delle azioni di intervento e degli eventuali ostacoli che possano incidere sull'attuazione del Piano.

11 Il decentramento amministrativo Il D. Lgs. n. 112/98 prevede la conservazione allo Stato delle funzioni di definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica nazionale e dei relativi atti di indirizzo e coordinamento per la programmazione. Alle Regioni ed ai Comuni sono delegate le funzioni amministrative in tema di energia, che non siano riservate specificatamente allo Stato. Alle regioni e agli enti locali vengono assegnate funzioni con criterio residuale ed in base al principio di sussidiarietà: controllo di quasi tutte le forme di incentivazione previste dalla L. n. 10/91 ed il coordinamento dell attività degli enti locali in relazione al contenimento dei consumi di energia degli edifici. La Legge Costituzionale n. 3/2001 ha innovato l assetto delle competenze tra centro e periferia: allo Stato è riservato il compito di dettare i principi fondamentali, mentre le Regioni hanno la potestà legislativa per tutto quanto non fa riferimento alla determinazione dei suddetti principi. Il MSE ha annunciato un documento con la definizione del Programma Energetico Nazionale, da sottoporre al CIPE per approvazione e da discutere in una Conferenza Nazionale per l Energia. Attualmente il Sistema Energetico è regolato dalle politiche comunitarie da un lato e dal mercato dall altro.

12 Il ruolo delle Regioni (1/2) Giugno 2001, Protocollo di Torino : elaborazione dei Piani energeticoambientali come strumenti quadro flessibili, dove sono previste azioni per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la razionalizzazione della produzione energetica ed elettrica in particolare, la razionalizzazione dei consumi energetici. Esso contiene gli indirizzi, gli obiettivi strategici a lungo, medio e breve termine, le indicazioni concrete, gli strumenti disponibili, i riferimenti legislativi e normativi, le opportunità finanziarie, i vincoli, gli obblighi e i diritti per i soggetti economici operatori di settore, per i grandi consumatori e per l utenza diffusa. Il Piano deve avere carattere di trasversalità rispetto agli altri Piani economici settoriali e territoriali della Regione, ovvero deve essere intersettoriale. Occorre considerare le implicazioni energetiche di tutti gli altri Piani regionali settoriali e territoriali. Il fattore energia è, al contempo, funzione degli altri settori di attività e vincolo per gli stessi. Il Piano Energetico Ambientale deve costituire uno dei punti di riferimento per le altre programmazioni.

13 Il ruolo delle Regioni (2/2) La definizione, la stesura e l attuazione del Piano Energetico-Ambientale è di totale dominio dell Amministrazione Regionale. Per un efficace decentramento e bilanciamento delle politiche energetiche ed ambientali sul territorio, le Amministrazioni regionali e locali necessitano di una valida azione di supporto: la funzione istituzionale dell ENEA, da un lato, e lo sviluppo di Agenzie Energetiche Regionali e locali, dall altro, possono assolvere tale compito. L ENEA svolge il ruolo di coordinatore tecnico-scientifico tra il sistema nazionale e le Regioni e tra queste, al fine di dare una continuità territoriale alla programmazione regionale, che permetta confronti tra le Regioni stesse, basati su metodologie e criteri tecnici comuni. L ENEA è intervenuta nella predisposizione di quasi tutti i Piani, su richiesta delle Regioni, in collaborazione con strutture locali, come agenzie regionali, università, consorzi, società private e singoli esperti.

14 Il ruolo dei Comuni La L. n. 10/91, all'articolo 5, comma 5, afferma che "i Piani Regolatori Generali (PRG) dei Comuni con popolazione superiore a abitanti devono prevedere uno specifico piano a livello comunale relativo all'uso delle fonti rinnovabili dell'energia". A tutt oggi solo il 20% delle città interessate hanno elaborato un PEC. Analizzando le situazioni estreme, vi sono Regioni che non approvano i PRG se non hanno allegato un PEC ben sviluppato e dettagliato, altre invece hanno ritenuto sufficiente, come PEC da allegare al PRG, l indicazione di linee guida di indirizzo generale sull'uso delle fonti rinnovabili in ambito urbano. Dall'analisi dei PEC: l'efficienza dei modelli energetici delle nostre città appare nettamente migliorabile; la riduzione dei consumi energetici "mediamente" del 10-15% è tecnicamente ed economicamente fattibile in molti settori (abitazioni, ospedali, scuole, industrie, ecc.); l'emissione di inquinanti climalteranti potrebbe ridursi conseguentemente del 10-15% per la quota dovuta ai settori in questione; la quota di energia consumata nelle città proveniente da fonti rinnovabili è ancora troppo esigua ed a volte insignificante e lavorare per il suo raddoppio presuppone impegni straordinari e campagne nazionali gestite localmente.

15 Renael: La Rete Nazionale delle Agenzie Regionali e Locali per la gestione dell energia (1/2) Con il programma Save, la Commissione Europea ha promosso la creazione delle Agenzie Energetiche Locali. Le Agenzie locali per l Energia sono state concepite quali strumenti operativi delle amministrazioni locali, con un ruolo attivo finalizzato a perseguire obbiettivi di risparmio energetico, di uso razionale dell energia e di utilizzo delle risorse rinnovabili. Renael ha il compito di rafforzare e valorizzare il ruolo delle Agenzie e delle Autorità locali, per favorire lo scambio di esperienze e la diffusione di buone pratiche, per sollecitare il concorso di tutti gli attori, istituzionali e non, che operano a livello comunitario, nazionale e locale, nella gestione dell'energia. Renael ha definito un "Patto per la promozione e lo sviluppo di iniziative comuni" con la conferenza nazionale dei presidenti di regione, l'unione delle province italiane, l'unione dei comuni italiani per perseguire congiuntamente obiettivi comuni fra cui la promozione di iniziative volte alla diffusione di progetti concernenti l'uso razionale dell' energia, il ricorso alle fonti rinnovabili, la pianificazione energetica ed ambientale ai diversi livelli di scala, l'informazione al gran pubblico sui temi energetico-ambientali, la formazione dei tecnici di settore, anche sulla base di indirizzi strategici nazionali ed in sinergia con le azioni corrispondenti dell'unione Europea.

16 Renael: La Rete Nazionale delle Agenzie Regionali e Locali per la gestione dell energia (2/2) Il 29/10/01 è stata stipulata una Convenzione tra Ministero dell'ambiente e Renael, attualmente in essere, con i seguenti obiettivi-attività: Sviluppo delle ESCO in Italia; Promozione del solare termico in connessione con i bandi emessi destinati agli Enti locali; Sollecitazione verso le aziende di servizi energetici perché intraprendano programmi di risparmio energetico nell'ambito dei DM 24/04/2001, dimostrando a loro il vantaggio economico; Supporto ai servizi energia delle regioni e delle province, perché inseriscano priorità energetiche coerenti con quelle nazionali nei loro piani e programmi; Sensibilizzazione, da parte delle Agenzie Energetiche Locali verso le Amministrazioni Locali competenti, per l'attuazione di progetti ed iniziative coerenti con le politiche energetiche del Ministero dell'ambiente, con riferimento particolare agli atti previsti dalla legislazione vigente ed in capo agli Enti Locali; Gestione ed aggiornamento periodico del sito internet di Renael, al fine di renderlo un canale informativo verso le Agenzie Energetiche Locali e gli operatori energetici del territorio nazionale, finalizzato alla promozione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica; Pubblicazione di una newsletter elettronica bimestrale, destinata alle Agenzie Energetiche Locali, sui temi della promozione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica.

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