NOTE SUI QUESTIONARI COME STRUMENTO PER LA RILEVAZIONE DEI DATI
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- Gabriele Nardi
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1 NOTE SUI QUESTIONARI COME STRUMENTO PER LA RILEVAZIONE DEI DATI Situazione: Analisi di un fenomeno collettivo Un Collegio dei docenti, per mettere meglio a punto le strategie di motivazione all'impegno per i propri studenti e per l'eventuale recupero delle loro lacune, nomina una commissione per analizzare l'uso che fanno del loro tempo libero. Prima di improvvisare una risposta, vogliamo discutere di come trovarla. Una impostazione metodologicamente corretta consiste nel definire l'approccio al problema, pianificare le attività da svolgere per arrivare alle risposte e anticipare le implicazioni delle conclusioni; solo successivamente passeremo alla fase operativa. In tal modo il nostro lavoro filerà liscio e la relazione che presenteremo sull'argomento sarà affidabile e difficile da controbattere. In questi appunti descriveremo sommariamente un possibile approccio a come stendere un questionario: analizzeremo le problematiche della acquisizione dei dati, della loro sistemazione e delle valutazioni sintetiche. Il problema proposto è di tipico dominio della statistica. La statistica può essere infatti definita come un insieme di metodi per raccogliere ed analizzare informazioni connesse con la soluzione di problemi pratici o scientifici. I fenomeni studiati dalla statistica debbono possedere come caratteristica fondamentale quella di essere fenomeni collettivi. Un fatto isolato, oppure un fatto irripetibile non sono oggetto dell'indagine statistica. Dove si colloca la statistica nell'attività conoscitiva dell'uomo? Il primo passo verso la conoscenza scientifica del mondo è l'attività di classificazione, che consiste nel saper raggruppare gli oggetti, individuandone le caratteristiche, procedendo per analogie e differenze. Il trattare i fenomeni attraverso dati numerici è un successivo miglioramento della conoscenza. La misurazione di un fenomeno descrive meglio la natura e l'intensità del fenomeno stesso rispetto alla semplice descrizione qualitativa. Un ulteriore approfondimento consiste nel riconoscere se e come certi fenomeni dipendano da altri. E' fondamentale poi rendere quantitativa l'analisi, stabilendo indici del grado di dipendenza e dando forma agli eventuali legami funzionali tra le grandezze. La statistica descrittiva, che qualcuno chiama anche statistica metodologica, si occupa di come raccogliere, registrare, elaborare informazioni, in modo: efficace (finalizzato al conseguimento dell'obiettivo) esauriente (senza ridondanze e senza carenze) economico (non dispendioso) Mettere i dati in relazione, generalizzarne la portata, valutare il grado di interdipendenza dei caratteri sono compiti della statistica inferenziale (o applicata o anche interpretativa), che può essere intesa come insieme degli strumenti per orientare il giudizio in condizione di incertezza. Però qui non tratteremo i concetti e le tecniche della statistica descrittiva e inferenziale, argomenti che lasciamo all'approfondimento su testi e a consulenze con i colleghi docenti di matematica. Poiché la statistica si occupa di fenomeni collettivi, che di solito presentano aspetti diversi e complessi, nel momento in cui si decide di indagare un fenomeno, è opportuno cercare la massima chiarezza nel definire: Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 1
2 quali aspetti ci interessano, per fare che cosa, con quali risorse. Una volta che sia chiaramente definito l'oggetto che si vuol conoscere, bisogna cercare le opportune informazioni. Era questo il compito da svolgere: quale metodo darsi per poter acquisire informazioni sul tempo libero dei giovani in modo rigoroso. La definizione degli obiettivi della ricerca porta a chiarire ciascuno dei termini principali usati nella proposta: Giovani (cioè i soggetti statistici del fenomeno collettivo): da quale a quale età, maschi e femmine, solo studenti o quali categorie di giovani, per quali famiglie, in quale zona geografica,... Tempo libero: che cosa si deve intendere per "tempo libero", in quale ambito esso deve essere analizzato (quotidianamente o stagionalmente), quali sono le attività che si considerano riferite ad esso, quali problemi economici si pongono nel suo uso,... Dopo aver chiarito i termini della questione, dobbiamo trovare un modo per misurare le grandezze coinvolte. ACQUISIZIONE DEI DATI STATISTICI Un primo modo di affrontare il problema della rilevazione dei dati è quello di raccoglierli noi stessi all'origine; quindi dobbiamo proporci una strategia di rilevazione diretta, per esempio intervistando tutti i giovani (o solo un certo numero) o somministrando loro un questionario. Se il fenomeno da sottoporre ad indagine statistica non fosse un fenomeno sociale, i dati sarebbero rilevati in altro modo, con l'osservazione e il conteggio diretti, con strumenti di rilevazione, ecc., a seconda dei casi. Qui ci interessa approfondire proprio l'applicazione di metodologie statistiche a fenomeni sociali ed economici. Talvolta è possibile ricavare i dati che ci servono da altri dati che sono stati raccolti per altri scopi, oppure è opportuno fare affidamento a dati che qualcuno (spesso fonti pubbliche) ha raccolto. Va messo in evidenza che comunque i dati vanno interpretati con spirito critico, sia riguardo agli obiettivi conoscitivi che si era proposto il rilevatore, sia riguardo alle metodologie di rilevazione usate. Bisogna anche esplicitare che il rilevatore è non esterno all'universo da indagare, ma ne fa parte integrante, e quindi non può essere neutrale; egli non può evitare di influenzare attivamente le conclusioni neanche se volesse. Passiamo ora ad approfondire le modalità di rilevazione dei dati. Rilevazione diretta alla fonte A) - Considerazioni generali Una rilevazione dati è un intervento su di un sistema sociale, che in seguito all'intervento stesso viene modificato. Difficilmente la stessa rilevazione ripetuta in momenti diversi darebbe esattamente gli stessi risultati. Per esempio la divulgazione dei risultati dei sondaggi preelettorali può portare alla modifica del comportamento di alcuni elettori, che vengono influenzati dalla conoscenza di come si comportano gli altri. Una rilevazione dati alla fonte può essere fatta con sistemi diversi: Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 2
3 osservazione diretta; intervista; questionario. L'osservazione diretta si applica allo studio di fenomeni che si prestano ad essere facilmente misurati, per esempio il numero di studenti assenti giorno per giorno in una classe, il tempo impiegato per consegnare un compito in classe, ecc. In taluni casi si usano anche tecniche di ripresa cinematografica per osservare atteggiamenti e comportamenti. Il confine tra intervista e questionario è incerto, in quanto entrambi sono centrati sulla possibilità di instaurare un colloquio tra rilevatore e soggetto indagato. La differenza è centrata nella strutturazione della comunicazione, molto più libera nell'intervista, e ingabbiata in uno schema più rigido nel questionario. Un punto importantissimo è quello relativo all'estensione dell'indagine. Si può indagare su tutti gli individui dell'universo, oppure su una parte (campione). E' chiaro che il primo modo di procedere è più affidabile, ma più dispendioso e lento, mentre il secondo è più economico e rapido, ma pone seri problemi in merito alla scelta del campione e alla legittimità di estendere i risultati dell'indagine dal campione a tutto l'universo. PROPOSTA DI LAVORO Prendere in considerazione la seguente bozza di questionario sull'organizzazione di iniziative culturali per l'istituto, immaginando di essere chiamati a rispondere alle domande e a formulare delle critiche al questionario stesso per migliorare la sua stesura definitiva, modificando, aggiungendo, togliendo domande e/o risposte. QUESTIONARIO (BOZZA) Presentazione. Con il presente questionario intendiamo indagare sull'orientamento degli studenti in merito al problema della programmazione culturale extrascolastica. Le risposte che ogni studente darà serviranno ad influenzare le decisioni per un'iniziativa o un'altra, per un tipo di gestione o un altro. Ci richiamiamo quindi al tuo senso di responsabilità nel compilarlo. a) - PARTE ANAGRAFICA (facilmente immaginabile) b) - LE ATTIVITA' SCOLASTICHE NELLA SCUOLA CHE FREQUENTI b1) - Quali sono i motivi per cui hai scelto la scuola che frequenti? b1.1) Per la preparazione generale che la scuola può fornire. b1.2) Per interesse e propensione per quel tipo di studi. b1.3) Per la necessità di lavorare subito dopo il diploma. b1.4) Per poter rinviare la decisione se fare l'università o no a dopo la maturità. b1.5) Perché la scuola scelta è la più accessibile al luogo di residenza. b1.6) Perché le altre scuole non mi piacevano. b1.7) Per nessun motivo specifico. b1.8) Altro (Quale?...). Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 3
4 b2) - Nella scelta della scuola, con chi hai parlato di più? b2.1) Con gli amici. b2.2) Con i familiari. b2.3) Con il parroco. b2.4) Con gli insegnanti delle scuole medie. b2.5) Altro (Chi?...). b3) - Hai trovato finora nella scuola ciò che ti aspettavi? b3.1) Si b3.2) No b3.3) In parte b4) - Secondo te, in che cosa è più carente la scuola che frequenti? b4.1) Realizzazione della personalità attraverso i rapporti umani. b4.2) Formazione in generale. b4.3) Preparazione professionale. b5) - Quante ore dedichi giornalmente allo studio a casa? b5.1) 0 ore b5.2) 1 ora b5.3) 2 ore b5.4) 3 ore b5.5) 4 ore b5.6) più di 4 ore. b6) - A proposito delle cause della crisi della scuola ritieni che si possa trovare un accordo tra: b6.1) Tutti gli studenti. b6.2) Più della metà degli studenti. b6.3) Meno della metà degli studenti. b6.4) Pochi studenti. b7) - Distribuisci il tempo medio che dedichi di solito alle seguenti attività (esprimersi in ore): b7.1) Sport... b7.2) Televisione... b7.3) Amici... b7.4) Hobby... b7.5) Studio... b7.6) Passeggio... c) - LE ATTIVITA' CULTURALI EXTRASCOLASTICHE c1) - Secondo te, verso che cosa dovrebbe indirizzarsi l'attività culturale extrascolastica? (assegna i voti 1, 2, 3 rispettivamente dalla risposta meno interessante alla più interessante; puoi dare più volte lo stesso voto). c1.1) Approfondimento di argomenti svolti a scuola in modo superficiale. c1.2) Sviluppo di argomenti non inseriti nei programmi. c1.3) Promozione della socializzazione, con sviluppo di attività di tipo artistico, teatrale, musicale, sportivo. c1.4) Integrazione della formazione scolastica con la formazione professionale. c2) - Come pensi che dovrebbero essere gestite queste attività? c2.1) Con l'autogestione degli studenti partecipanti. c2.2) Sotto la direzione degli insegnanti interni. c2.3) Con il coordinamento e la collaborazione degli insegnanti interni. c2.4) Sotto la direzione di esperti esterni. Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 4
5 c2.5) Con il coordinamento e la consulenza di esperti esterni. c3) - Secondo te, quale sarebbe la composizione migliore per far funzionare i gruppi degli studenti per le attività culturali extrascolastiche? c3.1) Gruppi di studenti della stessa classe. c3.2) Gruppi di studenti dello stesso anno di corso ma di classi diverse. c3.3) Gruppi di studenti possibilmente di classi diverse. c3.4) Raggruppamenti a piacere. c4) - Sei disposto/a a seguire delle attività culturali extrascolastiche? c4.1) Si c4.2) No c4.3) Dipende (Da che?...) c5) - Se hai risposto positivamente alla precedente domanda, quanto tempo sei disposto/a a dedicare settimanalmente all'attività culturale extrascolastica? c5.1) Fino a 2 ore c5.2) Fino a 4 ore c5.3) Oltre 4 ore. c6) - A quale di queste iniziative parteciperesti? (Anche più preferenze). c6.1) Approfondire materie scolastiche. (Quali?...) c6.2) Materie che non studi a scuola. (Quali?...) c6.3) Diritto costituzionale. c6.4) Urbanistica. c6.5) Organizzazione Aziendale. c6.6) Psicologia. c6.7) Sociologia. c6.8) Fotografia. c6.9) Tecniche grafiche, pittura, disegno. c6.10) Informatica e telematica. c6.11) Teatro e recitazione. c6.12) Storia del cinema, critica cinematografica. c6.13) Storia della musica. c6.14) Apprendimento di uno strumento musicale. c6.15) Indagini sull'ambiente. c6.16) Igiene e salute. c6.17) Ecologia. c6.18) Altro (che cosa...) B) - Consigli per costruire un questionario Un buon punto di partenza per una corretta rilevazione dei dati all'origine è la chiarezza degli obiettivi. E' facile perdersi in questioni scarsamente rilevanti se non si tiene costantemente sotto controllo ciò che si desidera indagare. E' opportuno quindi tener presente la quantità di informazione che ogni domanda fornisce, in modo da poter valutare il suo ruolo nel questionario; le domande bellissime ma inutili ai fini di ciò che vogliamo sapere vanno inesorabilmente eliminate. Inoltre bisogna formulare il testo in vista delle successive elaborazioni, numerando le domande e cercando di prevedere quali saranno le risposte. Il questionario può essere concepito a Risposte Aperte o a Risposte Chiuse. La risposta aperta Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 5
6 indica che si è liberi di esprimere il parere che più ci piace; ci si avvicina di più all'intervista. Risposta chiusa vuol dire che sono presentati una serie di possibili casi; l'intervistato deve segnalare il caso o i casi che corrispondono alla sua risposta. Un questionario aperto richiede all'intervistato maggior fatica; se questi è disposto a compierla, il questionario sarà più ricco di informazioni, che, essendo libere, renderanno più difficile il compito della loro classificazione. I questionari a risposte chiuse sono più limitativi della realtà dell'intervistato, ma di più facile compilazione per lui e di più facile elaborazione per il ricercatore. Costruire un buon questionario non è semplice. La sua formulazione può toccare delicati problemi di forma e di comunicazione, e si può ricorrere al contributo di esperti psicologi. Difficilmente si riesce a realizzare un buon questionario a tavolino; pertanto una buona norma è sottoporre la prima stesura del questionario ad un piccolo campione di intervistandi, per verificarne la chiarezza e l'efficacia (pre-testing). La PROPOSTA DI LAVORO consiste in sostanza nell'effettuare il pre-testing del questionario. Inoltre è anche opportuna una fase di istruzione degli intervistatori, quando questi siano previsti dal piano di raccolta dati, in modo tale da rendere omogeneo il loro comportamento nell'interazione con gli intervistati. E' opportuno che tutti gli intervistati vengano posti nelle stesse condizioni per garantire che le risposte non siano influenzate da fattori estranei. Così, somministrare un questionario per gli studenti (per esempio sulle discoteche) ad alcuni il sabato ad altri il lunedì può dar luogo a differenti risposte. Ecco alcuni consigli da tener in conto nella stesura di un questionario: Ordine delle domande 1. E' consigliabile seguire un ordine legato alle associazioni psicologiche degli argomenti analizzati, piuttosto che un ordine dettato dalla logica. 2. E' meglio evitare domande imbarazzanti (per esempio sulla sincerità verso i genitori o sull'assunzione di droghe). Però, se questo è l'oggetto dell'indagine, è opportuno mascherare gli obiettivi trovando una formulazione indiretta; è conveniente poi mettere qualche domanda di controllo in un altro punto del questionario dove l'attenzione dell'intervistato è non più all'erta. Nel nostro questionario, la domanda b6, poco funzionale agli scopi, intende mascherare la domanda b7 che controlla la coerenza dell'intervistato con la risposta a b5; ci chiarisce anche il punto precedente in quanto la domanda b6 non è consequenziale al discorso che si sta facendo. 3. Se si prevede per una certa domanda un'alta percentuale di rifiuti alla risposta, è meglio che questa domanda sia in fondo, in modo da poter disporre comunque delle risposte che la precedono. 4. Un questionario con troppe domande risulta pesante, e le risposte verso il fondo possono essere meno attendibili delle prime per stanchezza dell'intervistato. D'altra parte, se si decide di mettere in atto una rilevazione dei dati, è opportuno raccogliere quante più informazioni possibili a parità di impegno. Un numero di domande cui far riferimento può essere dalle 20 alle 40. Il nostro questionario presenta poche domande, e la parte b è sbilanciata verso la problematica dell'orientamento scolastico, che non è centrale per i nostri scopi; sono invece stati trascurati alcuni aspetti importanti, come i trasporti, che possono favorire o meno l'attività extrascolastica, e lo sport, che meritava uno spazio maggiore. Formulazione delle domande 5. Le domande vanno formulate nel linguaggio degli intervistati e nella loro ottica, con la massima chiarezza e semplicità. La risposta non deve essere implicata dalla domanda. Nel nostro questionario la domanda c3 Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 6
7 implica già che tutti concordino nell'organizzare l'attività in gruppi. 6. Le domande debbono essere formulate in modo da trovare la risposta facilmente. Se si chiedono operazioni complicate per dare una risposta (per esempio andare a cercare un documento), o che rimandano a sforzi di memoria, l'intervistato si comporterà in modo poco affidabile. 7. E' meglio chiedere fatti e non motivazioni; una risposta è tanto più attendibile quanto più immediata e spontanea; chiedere motivazioni induce a riflessione e ad accondiscendere con l'intervistatore. Formulazione delle risposte 8. Nei questionari a risposte chiuse è consigliabile precodificare le risposte. Le risposte suggerite per ogni domanda debbono essere complete. Ogni intervistato deve poter trovare la sua risposta tra quelle presentate. Per realizzare ciò, ci si può sempre proporre una scelta di tipo "Altro", che può essere lasciata libera. Mentre nelle domande b1 e b2 è presente una risposta libera, nella domanda b7 non c'è, forse per errore. 9. Quando è possibile, è meglio che l'elenco delle risposte per domanda non sia troppo lungo. Nel questionario la domanda c6 presenta troppe risposte, ma si può discutere di come sarebbe stato meglio fare. Inoltre la risposta c6.2 può generare confusione in quanto ricopre tutte le risposte successive. 10. Evitare, quando possibile, le domande con più risposte, per le evidenti difficoltà di codifica. Separare con chiarezza le domande riservate solo a chi ha dato una certa risposta (esempio " Se hai risposto Si alla precedente domanda allora..."; oppure: "Parte riservata a chi..."). La domanda c1 del questionario dovrà essere codificata in modo diverso dalle altre, perché si chiede un voto per ciascuna risposta. La domanda c5 è un esempio di domanda condizionata. C) - Incentivazioni e modalità del colloquio per la rilevazione dati La rilevazione dei dati alla fonte presuppone che il rilevatore e il soggetto indagato possano comunicare. Inoltre la bontà del metodo incentrata sull'ipotesi che gli intervistati sappiano dare le informazioni che si stanno cercando, e che vogliano darle. Per ben disporre la persona da intervistare nei confronti del questionario, si possono usare incentivi economici o morali: ai questionari consegnati si può per esempio abbinare il sorteggio di premi; oppure si fa riferimento al senso di responsabilità degli intervistati (come nell'introduzione del nostro questionario); o si chiede a qualche famosa personalità di presentare l'indagine. Si pone poi cura alla presentazione tipografica e all'educazione e all'affabilità degli intervistatori, in modo da rendere il più possibile accattivante l'adempimento della raccolta dati. SISTEMAZIONE DEI DATI Una volta raccolti i dati (per esempio l'insieme dei questionari), è necessario passare allo spoglio, che consiste in un'insieme di attività atte a classificare e a contare le risposte, per procedere poi alle elaborazioni. Anche se lo spoglio può essere fatto manualmente, è conveniente usare sistemi automatici. Disponendo di elaboratori elettronici e di opportuni programmi, i dati raccolti vengono semplicemente inseriti; il sistema provvederà a fornire i valori totali e percentuali e altre utili informazioni. E' comunque opportuno chiarire come i dati debbono essere organizzati; che poi si usi la matita o il Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 7
8 computer è secondario. Il fenomeno indagato è rappresentato da un insieme di caratteri, i quali assumono per ciascun soggetto statistico valori appartenenti ad insiemi numerici, e allora sono detti caratteri variabili, oppure valori appartenenti ad un insieme di attributi, e allora sono detti caratteri mutabili. Esempi rispettivi sono l'altezza e il colore degli occhi. Per i caratteri variabili si procede di solito alla definizione delle classi o categorie, in modo da avere un numero discreto di raggruppamenti. Lo spoglio consiste quindi nel conteggio del numero dei soggetti che appartengono ad un dato raggruppamento. Se facessimo per esempio lo spoglio del questionario della PROPOSTA DI LAVORO, per ogni domanda dovremo contare quanti soggetti hanno contrassegnato ciascuna delle risposte, producendo tante tabelle del tipo seguente quante sono le domande. Domanda b1. Risposte a b Risposte a b Risposte a b Non rispondono 11 Totale 1675 Domanda b Se le risposte fossero aperte, sarebbe necessario procedere alla loro classificazione, ed eventualmente al loro raggruppamento. Se le risposte ammettessero scelte multiple (anche più crocette), il totale delle risposte non corrisponderebbe al totale degli intervistati. Ciò che viene fuori è una Tabella semplice ossia un prospetto che associa ad ogni modalità del fenomeno una frequenza o un'intensità. Se ogni risposta ammette sottoscelte, come nel caso della domanda c1 ("per ogni risposta metti un voto da 1 a 3"), si hanno Tabelle a doppia entrata del tipo: Domanda c1: Voto Risposte M.R. c1.1 c1.2 c1.3 c1.4 Totali dove per ogni domanda sono presentate due modalità, la prima delle quali intesta le righe e la seconda le colonne di una matrice; in ciascuna casella della matrice è registrata la frequenza o l'intensità rilevate. (M.R. = Mancata Risposta). VALUTAZIONI SINTETICHE In tutte le situazioni in cui si deve descrivere un fenomeno complesso, sul quale si siano fatte diverse rilevazioni, è opportuno individuare degli indicatori sintetici significativi, e rappresentare il Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 8
9 fenomeno attraverso essi. Finora abbiamo imparato a raccogliere delle osservazioni, organizzarle e disporle ordinatamente. Non ci possiamo qui occupare approfonditamente dei vari modi in cui da molte informazioni è possibile trarre pochi numeri che le riassumano tutte e rendano meglio comprensibile il fenomeno osservato. Ci limitiamo ad osservare che il guadagno nella sinteticità viene pagato in termini di perdita di informazione, in quanto i dati di dettaglio vengono trascurati. L'individuazione dei numeri che meglio descrivono il fenomeno dipende dalla situazione; la scelta di quale indicatore usare è spesso soggettiva. Indicatori sintetici comunemente usati sono gli indici di posizione centrale (medie di calcolo, tra le quali la media aritmetica, nella maggior parte dei casi è l'indice meglio rappresentativo, e medie di posizione, quali la mediana e la moda), gli indici di dispersione, i rapporti e i numeri indici. Inoltre può essere interessante incrociare le domande, rispondendo a curiosità del tipo: quanti soggetti, avendo dato la risposta x n alla domanda X, hanno anche dato la risposta y m alla domanda Y. In astratto ogni domanda potrebbe essere incrociata con tutte le altre (tranne con se stessa), dando luogo al triangolo degli incroci. Per esempio, avendo 5 domande, si avrebbe il seguente triangolo degli incroci: Ma di solito ha interesse l'incrocio di un numero limitato di 2 domande. 3 Il risultato dell'analisi dell'incrocio di due domande dà luogo ad una tabella di contingenza. 4 Così se per esempio nel questionario sopra discusso volessimo 5 mettere in correlazione l'influenza nella scelta della scuola con il sesso dello studente, avremmo una tabella di questo genere: Totali Influenza nella scelta della scuola Sesso Amici Familiari Parroco Insegnanti Altro Totali M F In ogni casella si pone il numero degli studenti che hanno contemporaneamente i caratteri relativi alle intestazioni di riga e di colonna. Può anche essere significativa la percentuale di tali numeri calcolata sul totale di riga, oppure di colonna o infine sul totale generale. Rielaborazione di parte dell'u.d. 14 "Elementi di statistica descrittiva" del "Corso di matematica applicata e laboratorio" di M. Tombolini, M. Sparapani, A. Benedetti, A. Angeletti, Calderini Alessandro BENEDETTI ITIS "E. Divini" - San Severino Marche Pag. 9
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