Osservatorio Economico Regionale L INNOVAZIONE NELLA FILIERA DELLE COSTRUZIONI STATO DELL ARTE, FABBISOGNI IMPRESE, POLITICHE E MISURE DI SVILUPPO

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1 Osservatorio Economico Regionale L INNOVAZIONE NELLA FILIERA DELLE COSTRUZIONI STATO DELL ARTE, FABBISOGNI IMPRESE, POLITICHE E MISURE DI SVILUPPO Giugno 2011

2 Il presente rapporto è stato curato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata e dal DINTEC (Consorzio per l Innovazione Tecnologica). Si ringraziano per la collaborazione: ENEA per il supporto alla redazione del paragrafo relativo alle analisi delle potenzialità innovative nell edilizia ; le imprese lucane che hanno partecipato alle riunioni operative di analisi del settore e alle interviste telefoniche. 2

3 INDICE PREMESSA 4 INTRODUZIONE Le politiche europee per la promozione di un edilizia ecosostenibile 8 Le politiche nazionali per la promozione di un edilizia ecosostenibile 10 CAPITOLO 1 - IL SISTEMA INNOVAZIONE IN BASILICATA E LA FILIERA DELL EDILIZIA L innovazione in Basilicata La filiera dell edilizia e l innovazione 18 CAPITOLO 2 - ANALISI DEGLI SCENARI INNOVATIVI IN EDILIZIA E POSIZIONAMENTO DELLE IMPRESE LUCANE Analisi degli indicatori rappresentativi dello stato dell innovazione nell edilizia Casi di studio nelle imprese lucane nel settore edile Dati sulle potenzialità derivanti dal settore della Domotica Analisi delle potenzialità innovative nell edilizia 47 CAPITOLO 3 - INDIRIZZI PER POLITICHE E MISURE DI SVILUPPO 58 ALLEGATO 1 - METODOLOGIA 67

4 Premessa È solo di pochi mesi fa il grido di allarme della FINCO e della CNA a fronte del rischio di blocco governativo degli ecoincentivi del 55% e del 36% nell edilizia. Centinaia di migliaia di addetti alle costruzioni avrebbero potuto perdere il proprio posto di lavoro. In effetti, l industria delle costruzioni vive da almeno tre anni in condizione di crisi. Secondo molti osservatori, una delle poche vie di uscita da questa situazione è quella di abbandonare il vecchio modo di costruire, per intraprendere, con convinzione, la strada dell ecosostenibilità ovvero dell uso di materiali tecnologicamente avanzati, di elettronica applicata al controllo dei consumi elettrici, di impiantistica per raggiungere alti valori di autonomia energetica. Il binomio casa energia sta avendo indubbiamente un impatto molto forte sul mercato immobiliare. Gli effetti si potranno cogliere più chiaramente tra pochi anni, quando tale combinazione avrà innescato un processo di selezione naturale tra gli operatori del settore, marginalizzando chi non fa innovazione e non cura una propria specializzazione verso un mercato sempre più segmentato rispetto al campo più tradizionale, tra abitazioni low cost, residenziale di alto comfort, social housing, servizi e componentistica. Il recente Decreto legislativo 28/2011, emanato in attuazione della direttiva 2009/28/CE relativa alla promozione delle Fonti energetiche rinnovabili, stabilisce l obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Obbligo che viene ribadito dal recente IV Conto Energia in merito al vincolo dell integrazione delle tecnologie energetiche (soprattutto se fotovoltaiche) al complesso edilizio. È un opportunità o un ulteriore ostacolo alla ripresa dell edilizia? Più in particolare: il tema della gestione energetica nelle abitazioni è diventato parte integrante della domotica. Anzi è la domotica stessa! Tanto sono dominanti le applicazioni energetiche delle tecnologie di questo settore: controllo centralizzato di televisori, lavatrici, frigoriferi (tutti con ampie funzioni di intelligenza per il risparmio energetico), contatori elettrici anch essi intelligenti, telecomandi per lo spegnimento automatico di tutti gli stand by, sistemi di illuminazione ad alta efficienza elettrica in grado di modulare il livello di illuminazione e di gestire spegnimenti differenziati nei vani dell abitazione. La domotica a scopi energetici ha, tra l altro, superato i confini del singolo appartamento per applicarsi alla gestione integrata degli impianti generali (distribuzione di acqua, gas ed elettricità, reti informatiche e comunicazioni) dell intero edificio. Si 4

5 tratta di innovazioni tecnologiche a così alto rendimento sia sul piano del contenimento dei consumi energetici sia su quello del comfort, della qualità della vita e, non ultimo, della sicurezza, che in pochi anni potranno incidere fortemente sul mercato immobiliare. Chi può far oggi a meno del telefonino? Chi, nell immediato futuro, potrà fare a meno del navigatore satellitare e del telepass in auto? Chi, in un futuro appena più lontano, potrà fare a meno della domotica nella propria casa? A rendere ancora più rapida l evoluzione del mercato immobiliare potrà dare un contributo fondamentale l estensione dell obbligatorietà della certificazione energetica a tutti gli immobili. L innovazione tecnologica in edilizia non tocca solo i temi dell energia. Nuovi materiali si accompagnano a nuove tecniche di progettazione e a nuove strategie di erogazione di servizi con una sempre più crescente attenzione agli aspetti igenico-sanitari. Il nostro Paese è in ritardo non solo nella capacità di innovazione delle imprese edili, ma, soprattutto, nella capacità di adozione di tali innovazioni dove le attività di cantiere sono l elemento più resistente all introduzione del nuovo. Una brutale schematizzazione di questi diffusi ritardi della filiera delle costruzioni sta nella constatazione che oggi una villetta costruita nel Midi francese, a parità di prestazioni strutturali ed energetiche, pesa il 20% in meno della stessa costruita in Italia: nei contesti operativi più avanzati la de-materializzazione si accompagna a nuovi canoni progettuali e costruttivi con un significativo abbattimento dei costi. L innovazione tecnologica in edilizia non tocca solo i temi degli immobili, ma anche quelli della qualità del vivere in città rimettendo in gioco la stessa organizzazione urbana. La scienza delle reti sta entrando nelle specifico della scienza delle costruzioni e il loro intreccio dà vita ad un nuovo paradigma urbanistico: le smart cities. In Europa la competitività dei territori è sempre più tra sistemi urbani e non si limita alle grandi metropoli, anzi sta investendo maggiormente i centri intermedi con areali ben determinati e circoscritti a contrastare la crescita patologica di sistemi urbani diffusi e indifferenziati. Non solo i soggetti culturali e sociali, ma anche quelli dell economia e della produzione ambiscono al recupero di identità e di immagine delle città dove operano. Una città con più carattere e personalità trasferisce questo suo modo di essere anche alle sue espressioni produttive e creative. A questo obiettivo, fondamentale per il futuro delle nostre città e della nostra economia, è chiamata a partecipare anche l edilizia: la forma della città, il suo abitare la dimensione superficiale e verticale, la sua nervatura tecnologica sono espressione di alta ingegneria e architettura delle costruzioni. 5

6 Il Rapporto ripercorre schematicamente tutte le problematiche dell innovazione tecnologica nell industria delle costruzioni restringendo progressivamente il campo verso gli aspetti più vicini agli operatori della Regione Basilicata. L obiettivo finale è isolare alcune specificità del settore in questa Regione per arrivare a definire proposte di intervento pubblico che riescano a dare certezza di obiettivi e priorità ad un quadro di azioni in grado di rafforzare le capacità di cambiamento e di innovazione già presenti nell edilizia lucana. 6

7 Introduzione L'edilizia può essere uno dei più importanti protagonisti della Green Economy. Di fatto le maggiori problematiche della sostenibilità ambientale e socioeconomica dei paesi occidentali ruotano intorno allo specifico dell edilizia e della qualità di vita nelle città. L industria delle costruzioni è chiamata dunque a cogliere tali esigenze e aspettative per dare nuovo slancio alle proprie attività e per creare nuovi scenari per lo sviluppo urbano. Per affrontare una simile sfida e uscire dalla crisi attuale occorre l impegno concreto di tutti gli attori: - lo Stato, per una legislazione di sostegno nazionale più forte e mirata; - le amministrazioni locali, per politiche urbanistiche e investimenti pubblici/privati per promuovere e sostenere l architettura di qualità e rilanciare il recupero del patrimonio abitativo; - le imprese e i soggetti economici, per raccogliere la sfida e tutte le potenzialità che ne derivano. Tale molteplicità di soggetti, protagonisti di una politica della casa e più in generale dell abitare e dello stare, fa emergere in modo inequivocabile la necessità di una governance, di una gestione strategica e di una riorganizzazione dell intero processo edilizio che possa creare vantaggi immediati per l occupazione, la riduzione del lavoro nero, la riqualificazione in senso lato del settore, nonché per la salubrità delle nostre città, dei lavoratori e degli utenti finali. Tutti questi sono elementi cardine per l edificazione di una Green Economy nel nostro Paese. La Green Economy si sta ormai affermando come il prossimo motore di sviluppo dell economia mondiale. Essa nasce dalla convergenza di due esigenze. La prima è del consumatore, sempre più consapevole dei disequilibri ambientali che possono essere provocati dalla crescita di una domanda irrispettosa della quantità e qualità delle risorse che il pianeta può mettere in gioco. La seconda esigenza è dell imprenditore che trova sempre più arduo combattere per la competitività dei propri prodotti con costi crescenti dei flussi di materia e di energia. Se ancora non è possibile disarticolare lo sviluppo dalla crescita, a causa del diritto all accesso al consumo di una parte importante dell umanità, rappresentata da paesi come la Cina, l India e il Brasile, è pur doveroso ricercare sobrietà nei consumi e nella produzione, per fare almeno in modo che l irrinunciabile crescita non comprometta il futuro sviluppo dell umanità. Da questo dilemma potranno uscire vincenti solo le imprese che sapranno mettere in campo comportamenti socialmente responsabili riuscendo a coniugare etica e profitto, rilevanza sociale e convenienza economica.

8 Si tratta di una nuova rivoluzione industriale basata, questa volta, sulla de-materializzazione della produzione, tecnologie pulite, efficienza energetica, fonti rinnovabili, risparmio di materia e di energia. In questo scenario, aumentano gli ambiti di competitività per le imprese e cresce il bisogno di nuove professionalità, nuovi servizi, nuovi prodotti. Anche per la filiera dell edilizia, l innovazione sostenibile dovrà essere il riferimento di un nuovo modello di sviluppo. La ricerca della qualità, nei prodotti e nei processi e la produzione di beni e servizi innovativi, ad elevata componente tecnologica, sarà la leva che potrà far ripartire l edilizia. Nel campo delle costruzioni, la qualità non potrà prescindere dalla sostenibilità e, dunque, dall innovazione. Bisognerà perseguire obiettivi di autosufficienza energetica degli edifici e dei contesti urbani, di minimizzazione degli impatti ambientali dei processi produttivi, di attivazione di filiere locali sostenibili. Il controllo di tutti questi fattori richiede una gestione strategica di tutta la filiera: dalla progettazione alla costruzione, dalla gestione ordinaria alla manutenzione, fino a conseguire un processo di qualità complessiva che non si limiti al singolo edificio, ma arrivi alla riqualificazione delle città nella loro globalità. Le politiche europee per la promozione di un edilizia ecosostenibile Nel gennaio 2007, la Commissione ha proposto un ampio pacchetto di misure sull'energia e sul clima che fissa, per il 2020, i cosiddetti obiettivi del intesi a ridurre del 20% il consumo di energia e le emissioni di gas serra e a portare al 20% la percentuale di energie rinnovabili. Il pacchetto è stato approvato dal Consiglio europeo. Tali obiettivi sono stati adottati tenendo conto delle sempre più evidenti prove scientifiche di un cambiamento climatico in atto, dei prezzi elevati dell'energia, della dipendenza crescente dei paesi europei dalle importazioni di energia e delle sue possibili ripercussioni a livello geopolitico. La riduzione del consumo energetico in sé può sicuramente contribuire in misura significativa al conseguimento di tali obiettivi. Come da più parti evidenziato, il settore dell'edilizia (residenziale e commerciale) è il principale consumatore di energia ed emettitore di CO2 nell'ue. Il settore presenta tuttavia ampi margini di intervento per risparmiare energia e per abbattere sensibilmente i livelli di emissione purchè vengano ricercate procedure efficaci anche sotto il profilo dei costi. Lo sfruttamento di tale 8

9 potenziale consentirebbe all'ue di ridurre dell'11% il consumo finale di energia entro il 2020, e questo comporterebbe, a sua volta, una lunga serie di ricadute positive: riduzione del fabbisogno energetico, della dipendenza dalle importazioni e dell'impatto sul clima, fatture energetiche meno elevate, crescita occupazionale e promozione dello sviluppo locale. Di fatto il settore edile può svolgere un ruolo determinante per conseguire gli obiettivi in materia di clima e di energia al minor costo possibile per i singoli individui e per la società. La direttiva 2010/31/CE, che a partire dal 1 febbraio 2012 sostituirà la EPBD (Energy Performance of Building Directive), sul rendimento energetico degli edifici (Direttiva Europea 2002/91/CE, recepita in Italia dal D.lgs 192/2005 ), stabilisce che tutti gli edifici costruiti dopo il 31 dicembre 2020 dovranno presentare un consumo di energia vicino allo zero. Per gli edifici pubblici l'obbligo di rispettare questi standard energetici diventerà operativo dopo il 31 dicembre La EPBD, già recepita da 22 Stati membri, disciplina la gestione del fabbisogno energetico per il riscaldamento degli ambienti, la produzione di acqua calda, il condizionamento d'aria, la ventilazione e l'illuminazione degli edifici nuovi ed esistenti, residenziali e non residenziali. La maggior parte delle disposizioni della EPBD si applica a tutti gli edifici, a prescindere dalle loro dimensioni e dal fatto che siano adibiti ad uso residenziale o non residenziale. Alcune disposizioni riguardano invece tipi di edifici specifici. La direttiva combina, in un unico testo giuridico, strumenti di tipo normativo (come l'obbligo per gli Stati membri di stabilire requisiti di rendimento energetico per gli edifici nuovi e per gli edifici esistenti di grande metratura sottoposti a cospicue ristrutturazioni) e strumenti di tipo informativo (come i requisiti in materia di attestati di certificazione energetica ed ispezione degli impianti di riscaldamento e condizionamento). La direttiva EPBD non fissa livelli comunitari, ma impone agli Stati membri l'obbligo di stabilire requisiti concreti e opportuni meccanismi. Questo consente di tenere pienamente conto delle specifiche condizioni nazionali o regionali, come il clima o le tradizioni edilizie. Gli Stati membri possono imporre requisiti più rigorosi ed ambiziosi di quelli previsti dalla direttiva. Uno dei principali contributi fino ad ora offerti da questo strumento è il fatto di avere integrato la questione dell'efficienza energetica degli edifici nei programmi politici e nelle norme edilizie e di averla portata all'attenzione dei cittadini. Oltre alla recente direttiva 2010/31/CE e alla precedente EPBD, esistono diverse altre direttive che disciplinano gli aspetti energetici nel settore dell'edilizia, come la direttiva sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia (2005/32/CE), la direttiva sulla cogenerazione (2004/8/CE), la direttiva sull'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici (2006/32/CE) e la direttiva sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (2009/28/CE). 9

10 Disposizioni pertinenti per l'edilizia figurano inoltre nella direttiva sui prodotti da costruzione (89/106/CEE) e nel piano d'azione "Produzione e consumo sostenibili" e "Politica industriale sostenibile". Le politiche nazionali per la promozione di un edilizia ecosostenibile Nell ultimo decennio la politica nazionale del settore si è particolarmente soffermata su interventi normativi e finanziari di sostegno all efficienza energetica degli edifici. Il nostro Paese già nel 1991, con la legge n. 10, ha definito le norme in materia di uso razionale dell energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Un aspetto importante disciplinato da questa legge riguarda le norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici e l emanazione, sulla base dell art. 30, di un decreto attuativo per la definizione delle modalità di certificazione energetica degli edifici, competenza quest ultima trasferita alle Regioni con il D.lgs n. 112/1998. Il D.lgs 192/2005, modificato dal D.lgs 311/2006, ha recepito la Direttiva 2002/91/CE (Direttiva EPDB), stabilendo i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Inoltre, la legge n. 296/2006 (legge finanziaria 2007) ha introdotto incentivi per l efficienza energetica negli edifici, incentivi che sono stati riproposti e rimodulati da successive leggi finanziarie e decreti ministeriali. In linea generale, gli obiettivi che, nel corso degli anni, tale strumentazione si è data sono riconducibili alle seguenti strategie: realizzare edifici energeticamente sostenibili e rendere riconoscibile al mercato la qualità ed il comfort dell ambiente costruito; standardizzare l uso di tecniche e tecnologie di nuova produzione e adottare parametri energetici nelle costruzioni civili ed industriali; sostenere l innovazione tecnologica nei materiali per l edilizia, verso soluzioni ad elevata prestazione energetica; organizzare gli strumenti di governance della domanda e dell offerta di energia nel settore residenziale ed edilizio in genere; realizzare, nel settore residenziale, un mix energetico compatibile con la salvaguardia ambientale (limitazione dell impiego delle fonti fossili ed incremento dell impiego di fonti rinnovabili). 10

11 Le azioni di efficienza energetica degli edifici, che passano certamente per gli sviluppi della certificazione energetica, hanno ricadute molto significative riguardo alla diffusione di tecnologie energetiche ad alta innovazione (riguardanti materiali, tecniche di analisi e procedure gestionali e di manutenzione) e al rilancio del settore in termini occupazionali e di fatturato. Inoltre, l edilizia ecosostenibile attiva un indotto relativo a: 1. nuovi materiali, 2. progettazione, 3. manutenzione, 4. certificazione, accertamenti ed ispezioni. Dagli ultimi dati disponibili, il fatturato del settore delle costruzioni (ATECO F.41.20) è risultato, per il residenziale, di circa 30 miliardi di euro a livello nazionale, mentre il fatturato del settore della progettazione (ATECO F41.10) è risultato, solo per il residenziale, per lo stesso anno, di circa 4,5 miliardi di euro. I punti di forza del settore edilizio nazionale, riguardo all efficienza energetica e all applicazione della certificazione energetica, sono numerosi e importanti per un rilancio del settore verso l eco sostenibilità. Essi sono identificabili in: - tradizione nazionale manifatturiera e manutentiva; - insediamento industriale di grandi imprese nazionali ed internazionali; - rete diffusa di medie e piccole imprese nella produzione di materiali per l edilizia con valenza anche internazionale; - esistenza di una fortissima sensibilità energetica ed ambientale su tutto il territorio nazionale da parte dei compratori; - diffusione di notevoli investimenti istituzionali per la realizzazione di impianti a fonte rinnovabile (fotovoltaico, solare termico, microeolico, cogenerazione con biomasse); - forte regolamentazione politico-economica territoriale attraverso strumenti di agevolazione (POR FESR, POIN) e programmi di ricerca e sviluppo (impianto solare-termodinamico); - diffusione di un sistema nazionale di ricerca e di un sistema accademico di eccellenza caratterizzato da competenze distintive impegnate nel settore; 11

12 - diffusione di numerose e qualificate iniziative formative sull efficienza energetica e la certificazione; - forte richiesta da parte dei professionisti di una formazione adatta a supportare la certificazione e l efficienza energetica. Le ricerche di settore consentono di stimare che dal 2010, anno per il quale si era ipotizzata una ripresa del mercato, al 2020 la richiesta di progettazione e realizzazione di eco-edifici residenziali crescerà in modo uniforme con una quota annua cumulabile del 10% del fatturato alle imprese che realizzano eco-edifici e ai professionisti che li progettano. Tabella 0.1. Stime di crescita del mercato delle costruzioni e della progettazione di edifici che rispettano le norme dell efficienza energetica e della certificazione energetica ITALIA - Volume totale della domanda su tutto il residenziale anno costr. (Md euro) 30 33,71 37,87 42,56 47,82 prog. (Md euro) 4,5 5,06 5,68 6,38 7,17 ITALIA - Volume totale della domanda su tutto il residenziale eco-sostenibile anno costr. (Md euro) 3 10,11 18,94 29,79 43,03 prog. (Md euro) 0,45 1,52 2,84 4,47 6,46 Fonte: CRESME A questa quota di mercato per il 2010, va aggiunta quella relativa agli edifici non residenziali (strutture pubbliche e produttive) che dovranno essere realizzati secondo gli stessi criteri. La stima di questa ulteriore componente conduce a quasi raddoppiare le cifre di crescita. Per valutare i futuri effetti sul mercato non va trascurato il fatto che, a carico e responsabilità del costruttore, sono ormai acquisite le incombenze derivate dalle norme di certificazione energetica vigenti rispetto alle nuove costruzioni, alle ristrutturazione di quelle già esistenti ed alla demolizione e ricostruzione di edifici con superfici superiori a 1000 m 2. 12

13 Capitolo 1 - Il sistema innovazione in Basilicata e la filiera dell edilizia 1.1 L innovazione in Basilicata Il grado di innovazione di un contesto territoriale può essere misurato e analizzato ricorrendo a diversi indicatori. In questo documento saranno presi in esame quelli che riteniamo maggiormente significativi: le spese in ricerca e sviluppo; la bilancia tecnologica dei pagamenti; il ricorso alla tutela della proprietà industriale (brevetti, modelli di utilità, marchi, design). Tali indicatori, pur essendo influenzati dalla struttura produttiva (dimensione di impresa) e dalla specializzazione produttiva (non tutti i settori economici presentano la stessa propensione all innovazione), consentono di fornire un primo dimensionamento del sistema innovazione della Regione Basilicata e di confrontarlo con l area geografica Sud e Isole e l Italia. Spesa in ricerca e sviluppo La Basilicata è al 15 posto per l incidenza sul PIL della spesa per attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) svolta dalle imprese e dagli enti pubblici con proprio personale e con proprie attrezzature (spesa intra muros). Tabella Spesa per R&S intra-muros per settore istituzionale e aerea geografica. Anno 2008 Amministrazioni pubbliche Valori assoluti (migliaia di euro) Istituzioni private non profit Imprese Università Totale Spesa R&S (% PIL) BASILICATA ,0 33, , , ,0 0,7 SUD E ISOLE , , , , ,0 0,9 ITALIA , , , , ,0 1,2 Fonte: ISTAT A differenza di quanto si registra nella macro area Sud e Isole e nel resto dell Italia, in Basilicata a investire in ricerca e sviluppo sono prevalentemente gli enti pubblici (circa il 40% del totale della spesa per R&S intra-muros), seguono le università (36%) e le imprese (24%). 13

14 Figura 1.1. Composizione della Spesa per R&S intra-muros. Anno 2008 (valori %) ITALIA SUD E ISOLE BASILICATA 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Amministrazioni pubbliche Istituzioni private non profit Imprese Università Fonte: elaborazioni Dintec su dati ISTAT Gli investimenti in R&S (meno di 80 milioni di euro) sono modesti rispetto alla media italiana, limitando di fatto la capacità di innovazione delle imprese, come confermato dalla bilancia tecnologica dei pagamenti. La Bilancia Tecnologica dei Pagamenti (BTP) La BTP registra, con riferimento a un territorio, i flussi di incassi e pagamenti riguardanti le transazioni con altri territori di tecnologia non incorporata in beni fisici, sotto forma di assistenza tecnica, know how, diritti di proprietà industriale e intellettuale (brevetti, licenze, marchi di fabbrica). La Basilicata si pone al 18^ e al 19^ posto rispettivamente per i flussi di incassi e di pagamenti registrati nel

15 Tabella La bilancia tecnologica dei pagamenti Incassi ripartiti per area e servizio. Anno Dati in migliaia di euro BASILICATA SUD E ISOLE ITALIA Cess/acq di Brevetti Diritti di sfruttamento di Brevetti Cess/Acq di Invenzioni Know How Diritti di sfruttamento Marchi di fabbrica, Modelli e Disegni Cess/Acq di Marchi di Fabbrica, Modelli e Disegni Ass.Tecnica Connessa a Cessioni e Diritti di sfruttamento Studi Tecnici ed Engineering Formaz. del Personale Invio di Tecnici Esperti Servizi di Ricerca Sviluppo Altri Regolam. Tecnol TOTALE Fonte: Banca d'italia - ex Ufficio Italiano dei Cambi, La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia, 2009 Tabella La bilancia tecnologica dei pagamenti Pagamenti ripartiti per area e servizio. Anno Dati in migliaia di euro BASILICATA SUD E ISOLE ITALIA Cess/acq di Brevetti Diritti di sfruttamento di Brevetti Cess/Acq di Invenzioni Know How Diritti di sfruttamento Marchi di fabbrica, Modelli e Disegni Cess/Acq di Marchi di Fabbrica, Modelli e Disegni Ass.Tecnica Connessa a Cessioni e Diritti di sfruttamento Studi Tecnici ed Engineering Formaz. del Personale Invio di Tecnici Esperti Servizi di Ricerca Sviluppo Altri Regolam. Tecnol TOTALE Fonte: Banca d'italia - ex Ufficio Italiano dei Cambi, La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia,

16 Figura 1.2. Composizione degli incassi registrati dalla Bilancia tecnologica pagamenti. Anno 2009 (valori %) ITALIA SUD E ISOLE BASILICATA 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Cess/acq di Brevetti Cess/Acq di Invenzioni Diritti di sfruttamento Marchi di fabbrica, Modelli e Disegni Ass.T ecnica Connessa a Cessioni e Diritti di sfruttamento Formaz. del Personale Servizi di Ricerca Sviluppo Diritti di sfruttamento di Brevetti Know How Cess/Acq di Marchi di Fabbrica, Modelli e Disegni Studi Tecnici ed Engineering Invio di Tecnici Esperti Altri Regolam. Tecnol. Fonte: elaborazioni Dintec su dati Banca d'italia - ex Ufficio Italiano dei Cambi, La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia, 2009 Figura. 1.3 Composizione dei pagamenti registrati dalla Bilancia tecnologica pagamenti. Anno 2009 (valori %) ITALIA SUD E ISOLE BASILICATA 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Cess/acq di Brevetti Cess/Acq di Invenzioni Diritti di sfruttamento Marchi di fabbrica, Modelli e Disegni Ass.Tecnica Connessa a Cessioni e Diritti di sfruttamento Formaz. del Personale Servizi di Ricerca Sviluppo Diritti di sfruttamento di Brevetti Know How Cess/Acq di Marchi di Fabbrica, Modelli e Disegni Studi Tecnici ed Engineering Invio di Tecnici Esperti Altri Regolam. Tecnol. Fonte: elaborazioni Dintec su dati Banca d'italia - ex Ufficio Italiano dei Cambi, La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia, 2009 Analizzando la composizione settoriale dei flussi registrati dalla Bilancia tecnologica dei pagamenti, emerge che la Basilicata, rispetto alla macro area Sud e isole e alla media nazionale, 16

17 vende maggiormente Studi tecnici e Engineering e compra maggiormente Servizi di Ricerca e Sviluppo e Formazione del personale. Si registra, invece, una totale assenza di transazioni riguardanti la proprietà industriale e intellettuale. Figura 1.4 Andamento dei saldi della Bilancia Tecnologica dei Pagamenti. Anni Dati in migliaia di euro Andamento saldi BTP, BASILICATA Andamento saldi BTP, SUD E ISOLE Andamento saldi BTP, ITALIA L andamento negli anni del saldo della Bilancia tecnologica dei pagamenti mostra per la regione Basilicata una dinamica negativa nel periodo , a fronte di una dinamica del tutto negativa registrata dai saldi della BTP Sud e Isole. Fonte: elaborazioni Dintec su dati Banca d'italia - ex Ufficio Italiano dei Cambi Proprietà industriale Sotto il profilo generale del ricorso alla tutela della proprietà industriale da parte dei soggetti attivi sul territorio, si confermano le tendenze già accennate per la Regione Basilicata: un utilizzo limitato degli strumenti di tutela e valorizzazione della proprietà industriale. 17

18 Tabella 1.4. Il ricorso alla proprietà industriale per area geografica (anni ) domande brev italiano domande disegni domande modelli utilità domande marchio italiano v.a. quota v.a. quota v.a. quota v.a. quota BASILICATA 106 0,09% 30 0,15% 119 0,37% 305 0,13% SUD E ISOLE ,30% ,3% ,25% ,47% ITALIA % % % % Fonte: elaborazioni Dintec su dati Ministero dello Sviluppo Economico - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi In Basilicata si fa ricorso alla tutela della proprietà industriale in un numero limitato di casi. Nei dodici anni presi in esame ( ) in Basilicata sono state presentate 106 domande di brevetto italiano, 30 domande di disegni, 119 domande per modelli di utilità e 305 domande di marchio italiano. Non appare diversa la propensione a sviluppare e richiedere brevetti europei. La Basilicata nel periodo ha presentato 33 domande di brevetto europeo all Ufficio europeo dei brevetti (EPO European patent office). 1.2 La filiera dell edilizia e l innovazione Il sistema innovazione della regione Basilicata, descritto nel paragrafo 1.1., è la cornice entro cui operano le imprese della filiera dell edilizia. Di seguito si fornisce un inquadramento di questa filiera e delle principali spinte all innovazione. Il settore dell edilizia riveste, nell economia della Basilicata, un ruolo importante sia per quanto attiene il contributo al valore aggiunto, sia per il suo peso in termini di occupati. 18

19 Tabella 1.5. Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica. Anno 2009 (valori %) Industria Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Totale Industria Servizi Totale Potenza 3,3 17,1 8,5 25,6 71,1 100,0 Matera 6,2 14,1 9,6 23,7 70,1 100,0 BASILICATA 4,3 16,1 8,9 25,0 70,7 100,0 SUD E ISOLE 3,2 12,2 6,8 19,0 77,8 100,0 ITALIA 1,8 18,8 6,3 25,1 73,1 100,0 Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008 Nel 2009, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, il settore dell edilizia ha contribuito alla realizzazione di circa il 9% del valore aggiunto prodotto dal sistema economico regionale. Tabella 1.6. Unità locali per settore di attività. Anno 2008 (valori %) Industria in senso stretto Costruzioni Commercio e trasporti Alberghi e ristoranti Altri servizi Totale Potenza 10,3 14,5 34,8 6,7 33,7 100 Matera 10,9 13,5 35,3 7,3 33,0 100 BASILICATA 10,5 14,2 35,0 6,9 33,5 100 SUD E ISOLE 9,9 12,4 37,2 6,8 33,7 100 ITALIA 11,0 13,7 30,6 6,5 38,2 100 Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008 Tabella 1.7. Addetti alle unità locali per settore di attività. Anno 2008 (valori %) Industria in senso stretto Costruzioni Commercio e trasporti Alberghi e ristoranti Altri servizi Totale Potenza 28,5 15,1 24,5 6,8 25,0 100 Matera 24,1 15,8 27,3 7,1 25,6 100 BASILICATA 27,1 15,4 25,4 6,9 25,2 100 SUD E ISOLE 20,4 13,8 30,8 7,5 27,4 100 ITALIA 26,2 11,2 26,4 7,1 29,2 100 Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008 Il maggior peso che il settore delle costruzioni ha in Basilicata, rispetto alla macroarea geografica Sud e isole e all Italia nel suo complesso, difficilmente può essere interpretato come il risultato di una specializzazione della regione in tale settore. Le imprese edili, a differenza delle imprese degli altri settori, si caratterizzano per avere un forte radicamento nel territorio da cui proviene la domanda di costruzioni. Ogni territorio tende, quindi, a sviluppare un proprio settore delle costruzioni, a prescindere dalla diversa dislocazione territoriale di eventuali vantaggi economici e tecnologici. 19

20 I differenziali regionali, piuttosto che essere il risultato della presenza in Basilicata di migliori vantaggi commerciali e tecnologici tali da spingere, rispetto al resto del paese, un maggior numero di imprese a operare nel settore delle costruzioni, sono indice di una minore diversificazione del tessuto economico regionale. La filiera dell edilizia in Basilicata, così come nel resto del Paese, si articola in una gamma di settori e di specializzazioni produttive. In generale, il processo produttivo che porta alla realizzazione dell opera finale può essere scomposto in quattro macro fasi: 1. fornitura per l edilizia: in questa fase rientrano tutte quelle attività che fanno riferimento alla produzione di materie prime, materiali, attrezzature e impianti necessari per realizzare o ristrutturare un immobile; 2. realizzazione dell opera: in questa fase rientrano tutte quelle attività che permettono la costruzione o la ristrutturazione di un immobile, compresa la progettazione, i servizi tecnici, i lavori edili di cantiere, l installazione/manutenzione di impianti e l eventuale attività di collaudo; 3. commercializzazione: in questa fase rientrano tutte le attività legate alla diffusione della conoscenza del prodotto edilizio realizzato ed alla compra-vendita di immobili; 4. utilizzo: questa fase riguarda la concreta e compiuta fruizione degli immobili da parte degli utenti finali (proprietari privati, aziende, enti pubblici, ecc ). L individuazione delle diverse fasi è funzionale all analisi dell innovazione lungo la filiera. Il settore dell edilizia, nonostante sia comunemente definito tradizionale e con una dinamica di evoluzione più lenta rispetto ad altri settori, presenta lungo la sua filiera ambiti che si prestano allo sviluppo e alla diffusione dell innovazione. A causa dell evoluzione e degli sviluppi della normativa e degli standard tecnici, il settore dell edilizia è comunque esposto a una forte pressione che lo sollecita all innovazione, chiedendogli prodotti dotati di prestazioni nuove, di funzionalità migliori e di maggiore valore. Le innovazioni, finalizzate a qualificare le opere civili, interessano principalmente gli aspetti legati a: 20

21 sicurezza (relativa all opera costruita, ossia sicurezza sotto il profilo sismico, sicurezza dei prodotti utilizzati, ecc); ambiente (uso di materiali a basso impatto ambientale, uso di materiali riciclati, ecc); energia (efficienza energetica, risparmio energetico, uso fonti energetiche rinnovabili, building automation, ecc); qualità (comfort abitativo, soluzioni per facilitare la manutenzione, ecc). Nell attuale situazione economica, l innovazione finalizzata alla sostenibilità, e quindi agli aspetti ambiente ed energia, rappresenta un tema in grado di suscitare un grande interesse poiché, più si riuscirà a innovare con l obiettivo di puntare alla sostenibilità, tanto maggiori saranno le prospettive di crescita di lungo periodo dell intero sistema economico. L edilizia si trova di fronte a molte sfide ma anche a grandi opportunità. Secondo alcuni recenti studi realizzati in ambito europeo, il settore edile è uno fra i settori industriali a più elevato impatto ambientale: consuma il 45% dell energia complessiva, produce il 50% dell inquinamento e quasi il 50% dei rifiuti. Il settore edile è chiamato quindi ad adottare un approccio che metta al centro la sostenibilità dei processi, delle tecnologie, dei prodotti e delle relazioni all interno dell intera filiera: dalla progettazione, alla fornitura di materiali, alla realizzazione dell opera, alla manutenzione e demolizione. In particolare, la filiera dell edilizia è in grado di attivare un indotto industriale che mette a disposizione nuovi materiali, nuovi prodotti da costruzione, nuove tecnologie costruttive (nanotecnologie, domotica, ecotecnologie, ecc) e nuove tecniche di progettazione. Proprio in questi ambiti possono svilupparsi più facilmente le innovazioni, ad esempio lungo le seguenti linee: - soluzioni per un involucro ad alta efficienza, per la produzione di energia negli edifici e l uso delle fonti rinnovabili; - sviluppo di modelli di previsione e procedure di verifica del comportamento energetico ed ambientale degli edifici e valutazione della sostenibilità; - materiali, e relativi cicli di produzione, a basso impatto energetico e ambientale; - implementazione di tecniche di progettazione e costruzione a basso impatto. Dal canto loro, le imprese di costruzione devono essere sensibilizzate e sostenute nell adozione di tali innovazioni nei loro processi produttivi. 21

22 La frammentazione del settore delle costruzioni e la presenza di molteplici micro-imprese costituiscono la maggiore barriera all innovazione. Un settore tanto frammentato fa fatica ad esprimere una domanda esplicita di nuovi prodotti e tecnologie, frenando di fatto la corsa all innovazione nella filiera dell edilizia. 22

23 Capitolo 2 - Analisi degli scenari innovativi in edilizia e posizionamento delle imprese lucane 2.1 Analisi degli indicatori rappresentativi dello stato dell innovazione nell edilizia Raffronto brevetti fra paesi europei Secondo l Ufficio Brevetti Europeo EPO il settore delle costruzioni appartiene al gruppo di settori tecnologici a crescita molto rapida 1. Dall analisi delle pubblicazioni brevettuali per il ventennio compreso tra gli anni 80 e gli anni 90 emerge infatti che le tecnologie applicabili al settore edile sono cresciute nel loro complesso del +128%. Secondo la classificazione internazionale dei brevetti (IPC), gran parte delle tecnologie brevettate nell edilizia appartiene a 6 classi tecnologiche: E01, E02,E03, E04 E05, E06. Utilizzando questa classificazione in Tabella 2.1 si è riportato il profilo tecnologico per 5 Paesi europei: si tratta di Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna che insieme detengono circa il 55% delle domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo per il settore dell edilizia. I dati forniscono una fotografia della distribuzione delle domande di brevetto per ogni Paese e la quota di queste tecnologie rispetto l attività brevettuale complessiva. In Italia le classi tecnologiche nell edilizia raggiungono la quota dell 8,2%, rispetto al totale delle domande italiane presentate all EPO. Considerando le singole classi brevettuali (E01-E06) si nota che per i 5 Paesi la specializzazione tecnologica si distribuisce prevalentemente tra le costruzioni (classe E04) e le serrature; chiavi; accessori per porte e finestre; casseforti (classe E05). L Italia spicca per la specializzazione sull insieme delle tecnologie riconducibili ai serramenti, accessori per porte-finestre, scale data dalla somma delle classi E05 e E06 - che raggiunge il 46,3% delle domande brevettuali nel settore dell edilizia (vedi Figura 2.1). 1 Osservatorio Unioncamere Brevetti e Marchi. Dati EPO e UAMI (2008). 23

24 Tabella 2.1. Domande di brevetto europeo pubblicate da EPO nel periodo nell edilizia Profilo tecnologico per Paese nell edilizia (domande di brevetto europeo ) Tutti i Codice tecnologico E01 Descrizione codice Gran Paesi tecnologico Italia Francia Germania Spagna Bretagna EPO costruzione di strade, di 10,3% 11,4% 10,5% 9,3% 12,6% 11,2% strade ferrate e di ponti E02 idraulica; fondazioni; 8,0% 9,4% 6,7% 5,8% 12,9% 10,3% sterramento E03 adduzione di acqua; 7,4% 4,1% 8,8% 6,9% 9,1% 7,9% smaltimento delle acque E04 fabbricati 28,0% 30,6% 28,4% 43,2% 34,9% 32,4% E05 serrature; chiavi; 31,5% 27,6% 31,7% 24,7% 21,0% 25,3% accessori per porte e finestre; casseforti E06 porte, finestre, imposte o 14,8% 16,9% 14,0% 10,1% 9,4% 13,0% persiane avvolgibili, in genere; scale DOMANDE NEL PAESE(valore assoluto) DOMANDE NEL PAESE (quota) 8,2% 5,1% 6,3% 11,4% 5,0% 3,7% Fonte: elaborazione Dintec su dati EPO e Total Patent 24

25 Figura 2.1. Contributo delle classi tecnologiche brevettuali E05 e E06 nella specializzazione tecnologica nell edilizia per alcuni Paesi europei SPECIALIZZAZIONE TECNOLOGICA NEL SETTORE COSTRUZIONI 50,0% 44,5% 45,7% 46,3% Quota % domande di brevetto europeo ( ) 45,0% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 34,9% 30,4% 38,3% 0,0% Francia Germania Italia Spagna Gran Bretagna EPO [serrature; chiavi; accessori per porte e finestre; casseforti; porte, finestre, imposte o persiane avvolgibili; scale] Fonte: elaborazione Dintec su dati EPO e Total Patent L ambito applicativo di maggiore interesse nell edilizia riguarda il tema dell efficienza energetica degli edifici e delle fonti energetiche rinnovabili. Nel periodo lo 0,7% del totale delle domande pubblicate dall EPO riguarda proprio questi aspetti tecnologici. Queste tecnologie non appartengono solo alle classi brevettuali tipiche dell edilizia (E01, E02, E03, E04, E05, E06) ma si distribuiscono anche su classi che descrivono tecnologie meccaniche, elettriche e chimiche 2. Il 47% di queste otto mila domande di brevetto è riconducibile a 5 Paesi europei: Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna e Spagna (Figura 2.2). La Germania risulta essere il Paese europeo tecnologicamente più attivo, con circa il 30% delle domande di brevetto. La Francia si posiziona al secondo posto con una quota del 6,3%. L Italia, con 394 domande, detiene poco meno del 5% delle domande. La Spagna infine contribuisce con il 2,2% delle domande. Relativamente al nostro Paese, le applicazioni tecnologiche su efficienza energetica e fonti rinnovabili coprono l 1,1% delle domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo Si tratta praticamente della medesima quota che si rileva per la Germania, pari a 1,2%. Ben maggiore è la focalizzazione della Spagna su queste applicazioni tecnologiche che raggiunge il 2,3% delle domande di brevetto. 2 Vedi l allegato per la classificazione tecnologica utilizzata per l efficienza energetica degli edifici e le fonti energetiche rinnovabili 25

26 Tabella 2.2. Tecnologie brevettate in Europa su efficienza energetica degli edifici e fonti rinnovabili Domande di brevetto europeo pubblicate da EPO ( ) Efficienza energetica negli edifici e Attività brevettuale Paese fonti rinnovabili complessiva valori assoluti quota % valori assoluti quota % Germania ,9% ,8% Francia 508 6,3% ,6% Italia 394 4,9% ,3% Gran Bretagna 274 3,4% ,1% Spagna 176 2,2% ,7% altri ,4% ,5% Totale EPO % % Fonte: elaborazione Dintec su dati EPO Figura 2.2. Tecnologie brevettate in Europa su efficienza energetica degli edifici e fonti rinnovabili. Specializzazione tecnologica (quota domande di brevetto nel Paese) (media: 1,2%) SPAGNA GRAN BRETAGNA ITALIA 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 0,5% 0,0% FRANCIA GERMANIA ,0% Fonte: elaborazione Dintec su dati EPO (media: 754) Posizionamento tecnologico (numero complessivo di domande di brevetto) Efficienza energetica degli edifici e fonti rinnovabili Domande di brevetto EPO

27 Attività brevettuale in Basilicata Nel periodo l EPO ha pubblicato 31 domande di brevetto europeo provenienti dalla Basilicata, con un sensibile incremento delle richieste nell intervallo Considerando il totale delle domande, il 16,1% riguarda tecnologie riconducibili all edilizia (Tabella 2.3). Nel medesimo periodo sono state richiesti dalla Basilicata 95 brevetti italiani, con un calo significativo delle domande per gli anni compresi fra il 2005 e il Per i brevetti italiani le richieste brevettuali riconducibili all edilizia coprono il 16,8% delle domande complessive della Basilicata. Dal confronto fra l attività brevettuale italiana e quella europea della Basilicata emerge che le richieste brevettuali nell edilizia rimangono pressoché costanti negli intervalli e , nonostante la variazione nel numero di domande complessive, che passa da 14 a 17 nel caso del brevetto europeo e da 56 a 39 nel caso del brevetto italiano (Tabella 2.3, Tabella 2.4). Si ipotizza quindi per la Basilicata uno sviluppo tecnologico costante nell edilizia anche se ancora limitato e con ampi margini di miglioramento. Dall analisi dei brevetti lucani si rileva che lo sviluppo tecnologico è orientato principalmente verso le seguenti applicazioni: impianti solari-termici; materiali da costruzione; pannelli collettori-solari; serramenti in legno; sistemi per la ripartizione dei consumi energetici; termoconvettori. Tabella 2.3. Tecnologie brevettate in Europa dalla Basilicata sull edilizia. Domande di brevetto europeo della Basilicata ( ) Anno di domande italiane di brevetto domande riconducibili quota % domande pubblicazione europeo all edilizia 3 edilizia ,4% ,8% TOTALE ,1% Fonte: elaborazione Dintec su dati dell Osservatorio Unioncamere Brevetti Marchi e Design e su dati Total Patent Tabella 2.4. Tecnologie brevettate in Italia nel settore edilizia 3 Sono stati conteggiati i brevetti che prevedono una possibile applicazione tecnologica nell edilizia, non considerando le sole classi tecnologiche E01, E02, E03, E04, E05, E06. 27

28 Domande di brevetto italiano della Basilicata ( ) domande di domande di brevetto Anno di brevetto italiano riconducibili quota % domande deposito italiano all'edilizia 2 edilizia ,3% ,5% TOTALE ,8% Fonte: elaborazione Dintec su dati dell Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Tabella 2.5. Tecnologie brevettate in Italia nel settore edilizia Domande di brevetto italiano ( ) Domande in Totale quota % Basilicata domande in domande nell edilizia Basilicata edilizia Principali tecnologie - materiali da costruzione - impianto solare termico - pannello collettore solare ,8% - serramenti in legno - sistemi per la ripartizione dei consumi energetici - termoconvettore Fonte: elaborazione Dintec su dati dell Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Raffronto marchi fra paesi europei Il brevetto non costituisce l unico strumento a disposizione dell impresa nella competizione economica. Un posto importante al riguardo è occupato dal marchio, che permette la distinguibilità tra prodotti, valorizza la reputazione dell azienda e incoraggia la fidelizzazione del consumatore. Si accede al marchio non per fare operazioni mordi e fuggi, ma piuttosto per associare responsabilmente il proprio nome ad un progetto di qualità. La procedura di deposito del marchio, indipendentemente dalla territorialità del richiedente, implica una scelta a priori dei prodotti e servizi cui il marchio verrà abbinato nel periodo di tutela. L assegnazione degli stessi ad una determinata classe descrittiva viene effettuata utilizzando la classificazione internazionale di Nizza 28

29 che prevede 34 classi di prodotti e 11 classi di servizi 4. Fra queste classi merceologiche è possibile individuare quelle che trattano esclusivamente i prodotti e i servizi nell edilizia, cioè la classe 19 (Materiali da costruzione non metallici; tubi rigidi non metallici per la costruzione; asfalto, pece e bitume; costruzioni trasportabili non metalliche; monumenti non metallici) e la classe 37 (Costruzione; riparazione; servizi d'installazione). Nel periodo il 3,6% delle richieste di marchio comunitario riportava l indicazione della classe di Nizza 19 relativa a prodotti per l edilizia mentre il 7,0% delle domande riportava l indicazione della classe 37 relativa invece ai servizi per l edilizia (Figura 2.3 e Figura 2.4). Il confronto fra i Paesi europei evidenzia che Germania e Spagna sono i più attivi in termini di marchi comunitari nell edilizia, con una prevalenza della Germania nel caso dei prodotti e della Spagna per quanto riguarda i servizi. Fra i Paesi analizzati, l Italia si posiziona dietro Germania, Spagna e Francia per l utilizzo della classe 19 (prodotti per l edilizia) e ultima per il ricorso alla classe 37 (servizi per l edilizia). Figura 2.3. Confronto fra Paesi sui marchi comunitari che tutelano prodotti nel settore delle costruzioni ( ) [CLASSE 19]: Materiali da costruzione non metallici; tubi rigidi non metallici per la costruzione; asfalto, pece e bitume; costruzioni trasportabili non metalliche; monumenti non metallici. MEDIA UAMI 3,6% Francia 4,2% Germania 5,3% Gran Bretagna 3,6% Italia 4,0% Spagna 4,7% 0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% % di marchi comunitari che indicano la classe 19 (prodotti) Fonte: elaborazione Dintec su dati Saegis 4 Osservatorio Unioncamere Brevetti e Marchi. Dati EPO e UAMI (Ufficio per l Armonizzazione del Mercato Interno) (2008) 29

30 Figura 2.4. Confronto fra Paesi sui marchi comunitari che tutelano servizi nel settore delle costruzioni ( ) [CLASSE 37]: Costruzione; riparazione; servizi d'installazione. MEDIA UAMI 7,0% Francia 7,6% Germania 9,3% Gran Bretagna 8,4% Italia 5,2% 9,9% Spagna 0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0% 8,0% 9,0% 10,0% % di marchi comunitari che indicano la classe 37 (servizi) Fonte: elaborazione Dintec su dati Saegis 30

31 Attività sui marchi in Basilicata Nel periodo sono state depositate dall Italia domande di marchio comunitario, di cui il 7,1% proveniente dalla macroarea Sud e Isole e lo 0,15% proveniente dalla Basilicata. Sul totale delle domande presentate dall Italia, la classe di Nizza 19 - prodotti per l edilizia - compare in marchi mentre la classe 37 servizi per l edilizia è presente in marchi. Analizzando la distribuzione territoriale italiana delle classi di Nizza per l edilizia emerge un attività di deposito marchi anche in Basilicata, seppure con un numero di richieste ancora limitato (Tabella 2.6). Tabella 2.6. Domande di marchio comunitario che tutelano prodotti e servizi nel settore delle costruzioni con suddivisione per area geografica italiana ( ) Domande italiane di MARCHIO COMUNITARIO depositate all UAMI ( ) Domand Classe di Nizza Descrizione 19 Materiali da costruzione non metallici; tubi rigidi non metallici per la costruzione; asfalto, pece e bitume; costruzioni trasportabili non metalliche; monumenti non metallici. 37 Costruzione; riparazione; servizi d'installazione. e Domande della Domande dell Itali macroarea Sud- dalla a Isole Basilicata Totale domande italiane di marchio comunitario Fonte: Osservatorio Unioncamere-Dintec Brevetti Marchi Design 2010 Raffronto design fra paesi europei Nell ambito del settore edile è sicuramente utile anche una riflessione sulla capacità di sviluppare design. Il disegno o modello industriale comunemente definito design - fa riferimento al carattere estetico di un manufatto e non ai suoi caratteri tecnici o funzionali. Esso è rilevante per una vasta gamma di prodotti dell industria, della moda e dell artigianato. La procedura di deposito del design prevede la scelta di una o più classi di Locarno e attraverso di essa si assegna in modo univoco la tipologia di prodotto su cui il design svolgerà la sua azione di tutela. Fra queste classi merceologiche è possibile individuare quelle che trattano esclusivamente i prodotti nell edilizia: 31

32 - macchine per l edilizia (classe 15-04); - installazioni sanitarie (classe 23-02); - impianti per il riscaldamento (classe 23-03); - ventilazione e condizionamento d aria (classe 23-04); - materiali da costruzione (classe 25-01); - parti di costruzione prefabbricate o pre-assemblate (classe 25-02); - case, garage ed altre costruzioni (classe 25-03); - scale, scale a pioli ed impalcature (classe 25-04). Nel periodo sono state richieste all UAMI domande di design comunitario con l indicazione di classi nell edilizia. Di queste domande, sono state presentate dalla Germania e - a seguire dall Italia. Confrontando la variazione nel numero di richieste di design fra il periodo e il periodo si evidenzia che la Francia ha aumentato le richieste del 56,4%, seguita dall Italia con il 14,8%. Per gli altri Paesi Germania, Gran Bretagna e Spagna - si assiste invece a una diminuzione delle richieste di design comunitario (Figura 2.5). Nel nostro Paese il 51,2% delle richieste di design nell edilizia si concentra su due classi: le parti di costruzione prefabbricate o pre-assemblate e i materiali da costruzione. Quest ultima classe in particolare mostra una crescita del 158% nelle richieste di design raffrontando l ultimo triennio ( ) con il periodo precedente ( ). Figura 2.5. Variazione percentuale del design comunitario: confronto fra Paesi per i periodi e Totalità Paesi UAMI 2,3% Spagna -25,9% Germania -11,2% Gran Bretagna -32,7% Francia 56,4% Italia 14,8% -40,0% -20,0% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% Variazione % fra periodi e Fonte: elaborazione Dintec su dati UAMI 32

33 Tabella 2.7. Confronto fra Paesi sul design comunitario nel settore dell edilizia ( ) PROFILO PAESE: DESIGN COMUNITARIO NEL SETTORE DELL EDILIZIA Parti di Totale domande Macchine costruzione Case, design per Impianti per Materiali prefabbricat garage ed Scale, scale per l edilizia Installazioni il Ventilazione e da e o preassemblate altre a pioli ed Paese Descrizione e classe di (cl. 15- sanitarie riscaldamento condizionamento costruzione costruzioni impalcature (valore Locarno 04) (cl ) (cl ) d aria (cl ) (cl ) (cl ) (cl ) (cl ) assoluto) Francia 0,1% 20,2% 9,6% 5,5% 25,5% 17,9% 18,5% 2,7% Germania 1,4% 46,8% 11,5% 4,1% 12,7% 12,7% 10,3% 0,5% Gran Bretagna 1,5% 21,5% 12,9% 10,6% 18,6% 25,0% 7,3% 2,6% Italia 0,7% 19,0% 14,9% 6,8% 24,8% 26,4% 3,4% 4,0% Spagna 0,9% 33,4% 5,7% 5,4% 27,2% 21,0% 5,8% 0,6% altri 1,7% 28,9% 13,1% 9,2% 18,5% 21,6% 5,7% 1,4% Totalità dei Paesi UAMI 1,3% 32,0% 11,9% 6,8% 19,1% 19,6% 7,7% 1,6% Fonte: elaborazione Dintec su dati UAMI 33

34 Tabella 2.8. Confronto fra Paesi sul design comunitario nel settore dell edilizia ( ) VARIAZIONE PERCENTUALE DELLE SOTTOCLASSI PER L EDILIZIA: CONFRONTO SU DESIGN COMUNITARIO PERIODI e Totalità Italia Francia Gran Bretagna Germania Spagna Paesi UAMI Macchine per l edilizia (cl ) -8,7% 200,0% 60,0% -7,9% 3600,0% 7,7% Installazioni sanitarie (cl ) -7,7% 81,9% 32,3% -9,6% -36,3% 5,0% Impianti per il riscaldamento (cl ) -17,9% 49,6% -38,5% 40,5% -22,7% 13,0% Ventilazione e condizionamento d aria (cl ) -18,1% 121,6% -22,5% 6,2% -16,4% 4,6% Materiali da costruzione (cl ) 158,5% 99,2% -47,2% -23,1% -17,1% 16,2% Parti di costruzione prefabbricate o pre-assemblate (cl ) -18,1% 36,1% -56,3% -22,3% -42,5% -13,9% Case, garage ed altre costruzioni (cl ) 32,6% 17,7% -46,9% -36,0% 45,9% -13,3% Scale, scale a pioli ed impalcature (cl ) 67,4% -36,0% -44,4% -21,2% -15,4% 1,8% Fonte: elaborazione Dintec su dati UAMI 34

35 Attività sul design in Basilicata L Italia ha depositato richieste di design comunitario nel periodo , con un calo del 10,8% delle domande confrontando il periodo con il periodo La Basilicata detiene 189 di queste domande, pari allo 0,3% delle richieste nazionali, che sono diminuite nell ultimo triennio rispetto all attività condotta negli anni precedenti (Tabella 2.9). Rispetto al dato complessivo, nel nostro Paese si osserva però un progressivo aumento delle domande di design comunitario attinenti l edilizia. Si passa infatti da una quota del 7,1% di richieste di design che indicano classi di Locarno dell edilizia - per il periodo ad una quota del 9,7% di richieste per il periodo Questo fermento del design nell edilizia non trova però riscontro in Basilicata, ove non si rileva alcuna richiesta di tutela in questo settore (Tabella 2.10). La Regione si distingue per una forte polarizzazione del design nel settore dell arredamento che copre il 92,6% delle richieste di domande comunitarie. L attività di tutela è riconducibile a poche aziende orientate a diffondere i propri prodotti sul mercato europeo. Questa limitata diffusione della cultura del design comunitario fra le aziende della Basilicata è uno degli aspetti che ha contribuito al vistoso calo delle richieste, con una sola domanda di design depositata nel Tale situazione è riconducibile all estrema polarizzazione dell attività di deposito di design da parte di poche imprese che, con la crisi economica, hanno ridotto l attività di tutela e almeno in un caso l azienda ha cessato la propria attività. 35

36 Tabella 2.9. Domande di design comunitario con suddivisione per area geografica italiana ( ) Domande di DESIGN COMUNITARIO dell Italia ( ) Area geografica Variazione % Basilicata ,6% Sud e Isole ,1 Totale domande ,8% italiane Fonte: elaborazione Dintec su dati Osservatorio Unioncamere Brevetti Marchi Design Tabella Percentuale delle sottoclassi per l edilizia nelle domande dell Italia di design comunitario ( ) Domande di DESIGN COMUNITARIO dell Italia nell edilizia ( ) Descrizione e classe di Locarno Basilicata Macchine per l edilizia (cl ) 0,1% 0,1% 0 Installazioni sanitarie (cl ) 1,7% 1,7% 0 Impianti per il riscaldamento (cl ) 1,4% 1,2% 0 Ventilazione e condizionamento d aria (cl ) 0,6% 0,6% 0 Materiali da costruzione (cl ) 0,7% 3,2% 0 Parti di costruzione prefabbricate o pre-assemblate 2,2% 2,2% 0 (cl ) Case, garage ed altre costruzioni (cl ) 0,2% 0,3% 0 Scale, scale a pioli ed impalcature (cl ) 0,3% 0,5% 0 % di design comunitario con classe nell edilizia 7,1% 9,7% 0 Fonte: elaborazione Dintec su dati Osservatorio Unioncamere Brevetti Marchi Design 36

37 Tabella Domande di design comunitario con focus sulla Basilicata ( Domande di DESIGN COMUNITARIO della Basilicata ( ) Classe di Descrizione % Locarno 6 Arredamento 92,6% 10 Orologi e orologi da polso e altri 4,2% strumenti di misura, controllo e segnalazione altro / 3,2% Totale domande design comunitario in Basilicata 189 Fonte: elaborazione Dintec su dati Osservatorio Unioncamere Brevetti Marchi Design Altri indicatori di innovazione: figure professionali Nel 2006 l Italia risultava essere un paese di architetti, è infatti il paese con il maggior numero di architetti iscritti all ordine in Europa: 123 mila. È anche il Paese con il maggior numero di studenti in architettura. È un numero confrontabile solo con il dato tedesco dove risultano architetti, di cui iscritti all ordine poco più di (gli altri operano nel settore pubblico). Seguono, ma con un significativo distacco, la Spagna con iscritti, la Gran Bretagna con iscritti, la Francia con e la Grecia con iscritti. L indice di dotazione degli architetti in Italia è di un architetto registrato ogni 470 abitanti, contro una media europea di 996 abitanti. Anche il dato riferito al numero di studenti iscritti nelle Facoltà di Architettura conferma l inclinazione degli italiani per questo settore professionale. Ma se l Italia può essere definita il Paese degli architetti, lo è molto meno se si prendono in considerazione le forme più complesse degli studi o delle società di architettura. 37

38 Tabella Studenti di architettura e architetti iscritti ai rispettivi ordini professionali in Europa ( ) architetti studenti in iscritti architettura all'albo in Popolazione in Europa Europa in Europa Popolazione/architetto Italia 37,9% 32,1% 15,2% 470 Germania 22,5% 26,8% 21,6% 797 Spagna 10,6% 8,5% 10,4% Gran Bretagna 4,0% 8,0% 15,5% Francia 9,5% 7,0% 15,8% altri 15,6% 17,6% 21,4% Totale Fonte: Elaborazione CRESME su dati ArchiEuro Tabella Censimento generale degli iscritti agli Ordini provinciali degli Architetti (aggiornamento al 31 dicembre 2008) Numero di architetti iscritti Quota % architetti all'ordine iscritti all'ordine Area geografica professionale professionale Basilicata ,9% macroarea Sud-Isole ,1% Italia ,0% Fonte: Elaborazione CRESME su dati Archi Euro Spin off universitari 5 Ai fini dello sfruttamento economico, le invenzioni originate presso i laboratori di ricerca delle università comportano la necessità di definizione del relativo 5 VIII Rapporto Netval sulla Valorizzazione della Ricerca nelle Università Italiane 38

39 posizionamento sul mercato e/o l identificazione di una nicchia adeguata, la creazione di nuovi mercati, nonché la traduzione di risultati della ricerca accademica in business plan: si tratta di attività per la cui realizzazione non sempre gli atenei e i singoli ricercatori dispongono delle necessarie competenze, la cui acquisizione richiede un investimento considerevole di tempo e risorse. In Italia alcune università vantano al loro interno competenze specialistiche e dedicate per questo tipo di attività e cercano di gestire al meglio il proprio portafoglio brevetti percorrendo la soluzione della valorizzazione tramite imprese spin-off. I risultati relativi alla localizzazione geografica delle imprese spin-off in Italia mostrano come le regioni nelle quali si è assistito inizialmente al fiorire più intenso di queste imprese, siano quelle che anno per anno - hanno mantenuto un tasso di natalità sostenuto sino ad oggi. Infatti, il fenomeno di creazione di imprese spin-off della ricerca pubblica appare tuttora concentrato e consolidato principalmente al Centro-Nord, ma in recente espansione anche al Sud e nelle Isole. Al 31 dicembre 2009 risultavano attive in Italia 873 imprese spin-off, di cui il 13,6% avviate in Emilia Romagna, l 11,5% in Lombardia e il 10,5% in Toscana. Si registravano presenze più modeste nelle regioni del Sud e nelle Isole, con le percentuali relative a Basilicata (0,5%) e Molise (0,4%) che rivestono un peso trascurabile, anche alla luce del coinvolgimento estremamente recente di queste Regioni nel fenomeno di creazione di imprese spin-off della ricerca pubblica. Le imprese spin-off italiane più giovani sono infatti localizzate nell Italia Centro Meridionale con le imprese lucane che guidano la classifica con una età media pari a 2,8 anni, seguite da Sardegna (3,5 anni) e Campania (3,9 anni). L età media estremamente ridotta delle imprese sarde e pugliesi, alla luce dell incidenza non trascurabile da esse rivestita sul numero complessivo di imprese spin-off esistenti in Italia, è indice della recente e rapida diffusione del fenomeno in tali regioni. Ogni impresa spin off porta sul mercato delle innovazione tecnologiche e funge anche da possibile fulcro per l avvio di nuovi progetti di innovazione di altre imprese. In particolare, gli ambiti tecnologici in cui operano le imprese spin off lucane riguardano anche il settore dell edilizia: 39

40 l implementazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie nell ambito dei beni culturali (Faber srl); il monitoraggio e la tutela della biodiversità (ABD monitoring s.r.l.); il monitoraggio dei rischi naturali e della gestione e pianificazione territoriale attraverso il telerilevamento, con particolare riferimento ai settori urbanistica ed attività antropica, ambiente, digital mapping (GeoSpazioItalia srl); Tabella Localizzazione geografica delle imprese spin-off attive in Italia al 31 dicembre 2009 Localizzazione geografica Numero di imprese Quota percentuale Età media (in anni) Sud e Isole ,5% 4,3 Basilicata 4 0,5% 2,8 Puglia 49 5,6% 4,3 Sardegna 50 5,7% 3,5 Totale Italia ,0% 5,6 Fonte: VIII Rapporto Netval sulla Valorizzazione della Ricerca nelle Università Italiane 2.2 Casi di studio nelle imprese lucane nel settore edile Il numero di brevetti italiani ed europei depositati da imprese lucane è decisamente superiore al peso percentuale dell industria lucana delle costruzioni rispetto a quella nazionale. E un dato rilevante che non può essere trascurato soprattutto in relazione alle analisi delle prospettive di sviluppo del settore nella regione. Si è ritenuto pertanto opportuno individuare e contattare le imprese che hanno depositato almeno un brevetto (italiano e/o europeo) per conoscere per via diretta quali siano stati gli stimoli che le hanno spinte ad innovare, le difficoltà incontrate e le opportunità che tale innovazione ha permesso loro di cogliere. 40

41 IMPRESE CON BREVETTO EU Plasticform s.r.l Codra mediterranea s.r.l - centro operativo per la difesa e il recupero dell'ambiente INDIRIZZO Zona ind.le San Nicola di Melfi, Melfi (PZ) C.da Sciffra, Pignola (PZ) IMPRESE CON BREVETTO IT INDIRIZZO Hydro - cos. Di rotolo antonio & c s.n.c. ss 7 Appia - km Castellaneta Taranto (al confine con Basilicata) Pangaro srl Zona industriale Senise (PZ) Videtta antonio s.n.c. Zona industriale Tito scalo - Potenza Progetto europa energy s.p.a. via Appia, 98, 85100, potenza (PZ) Stmg s.r.l. C.da Aia Vetere 12, 85050, Satriano di Lucania ( PZ) Per razionalizzare un simile processo è stata dapprima svolta un analisi desk in modo da conoscere l impresa e individuarne le peculiarità. Successivamente sono state condotte alcune interviste telefoniche per acquisire le seguenti informazioni: 1. motivazioni e fonti di finanziamento dell innovazione; 2. aspettative degli imprenditori; 3. informazioni statistiche relative all impresa. 41

42 In estrema sintesi, è emerso che le due imprese che hanno un brevetto europeo sono di dimensioni più grandi rispetto alla media delle imprese nel settore edile in Basilicata (pari a 3,3 addetti, secondo quanto riportato nell Osservatorio economico regionale 2009, industria delle costruzioni in Basilicata) ovvero hanno un numero di dipendenti che rientra nella categoria tra 10 e 49 dipendenti e un fatturato compreso tra i 2 e i 10 milioni di euro. Anche l impresa intervistata, depositaria di un brevetto italiano, ha dimensioni di fatturato e numero di dipendenti superiori alla media (tra gli 0,5 e 2 milioni di euro e da 6 a 9 dipendenti). Questo non sorprende: lo sviluppo di un brevetto è difficilmente alla portata delle imprese dimensionalmente più piccole, tenuto conto che il costo medio di un brevetto, per tutelare per 10 anni l invenzione in 7 o più Paesi europei 6, può arrivare a cifre attorno a euro. Dalle interviste è emerso che l attività creativa ed innovativa è interamente legata alle conoscenze del titolare dell impresa che spesso, attraverso i propri rapporti con i clienti, riesce ad intuire le loro esigenze e ad individuare la possibile soluzione. L ingegnosità dell imprenditore non è parte organica dell azienda e quindi tali esperienze sono destinate a rimanere fenomeni sporadici e non processi strutturati. Un altro aspetto altamente significativo è che le imprese, hanno sviluppato autonomamente le proprie innovazioni, basandosi sulle proprie conoscenze e risorse finanziare (solo nel caso Plasticform hanno in parte utilizzato anche altri finanziamenti). Le motivazioni alla base di questo atteggiamento sono sembrate legate alla scarsa fiducia delle imprese nei meccanismi e nei tempi di finanziamento delle istituzioni pubbliche. Ma sembrano 6 affinché il brevetto rilasciato sia valido in uno Stato membro, il titolare deve chiederne la convalida in ciascun paese nel quale desidera ottenerne la tutela. Tale processo implica notevoli costi amministrativi e di traduzione, che ammontano a circa EUR quando la protezione brevettuale viene chiesta nell'ue-27, dei quali derivanti solo dai costi di traduzione. In confronto, un brevetto USA costa in media EUR. Inoltre, il mantenimento dei brevetti impone il pagamento di spese annuali di rinnovo paese per paese e l'eventuale trasferimento del brevetto o accordi di licenza per l'utilizzo dell'invenzione brevettata devono essere anch'essi registrati. FONTE IP/11/470 (Europa.eu, Press Release) - Bruxelles, 13 aprile

43 giocare un ruolo non secondario anche le difficoltà di reperimento delle informazioni necessarie per richiedere un finanziamento delle proprie attività di ricerca interna. Le difficoltà che gli imprenditori riferiscono di aver incontrato nel proporre le proprie innovazioni ai clienti hanno motivazioni tra loro diverse, ma sostanzialmente riconducibili alla difficoltà nel far percepire al cliente il valore aggiunto dell innovazione. Probabilmente è a causa di questa difficoltà che la soluzione proposta viene percepita dai clienti come onerosa sia per i costi che per i tempi di realizzazione. Contribuisce a questo anche la difficoltà a realizzare una campagna di marketing dei propri prodotti, considerata dall azienda troppo costosa. L effetto della brevettazione, ben lungi da risultare un vantaggio competitivo, sembra tramutarsi in un ostacolo all affermazione dell azienda su un mercato ancora fortemente orientato all abbattimento dei costi di base. Il mercato in questione non è solo quello lucano in quanto le imprese intervistate operano ben oltre i confini regionali per quanto riguarda sia i clienti finali che i fornitori. Questi ultimi non vengono percepiti come possibili attori partecipi al processo di innovazione, ma addirittura come fattori di levitazione dei costi quando viene loro richiesta componentistica tecnologicamente avanzata. In altri termini, nella catena del valore del prodotto, i fornitori tendono non solo a scaricare i costi dell innovazione sull imprenditore edile, ma addirittura a introdurre ingiustificati sovracosti. Un ulteriore annotazione non potrà mancare di suscitare qualche perplessità. Essa è in merito ai necessari collegamenti che dovrebbero instaurarsi tra ricerca pubblica e imprese per poter sviluppare efficaci capacità innovative nel nostro sistema industriale e nello specifico nel settore delle costruzioni. Gli imprenditori intervistati hanno dichiarato che i rapporti con gli enti di ricerca non sono molto frequenti, se non addirittura del tutto assenti e, quando ci sono stati, giudicati deludenti. Gli intervistati, che, va sottolineato, sono imprenditori di aziende di costruzioni di medie dimensioni, 43

44 ritengono che il rapportarsi con i centri di ricerca e le università sia un attività dispendiosa dal risultato incerto. Infine, chiedendo alle aziende di immaginare di poter formulare una richiesta esplicita alla regione, queste non si sono limitate a chiedere finanziamenti per facilitare la promozione del proprio prodotto (ad esempio attraverso la partecipazione a fiere internazionali), ma anche maggiore capacità di ascolto e velocità di risposta da parte della Pubblica Amministrazione locale. Certamente il numero limitato delle interviste e la particolarità dei soggetti fornisce un quadro parziale del settore e dei suoi operatori. Emergono tuttavia significative criticità e potenzialità che, se unite con le precedenti analisi dei dati, relative all economia e ai brevetti, dipingono un non facile scenario operativo. Non si è lontani dal vero ad immaginare che questa situazione sia comune a gran parte del territorio nazionale. Nel valutare possibili interventi per stimolare maggiormente un processo di innovazione del settore, sarà sicuramente necessario trovare strumenti nuovi che prevedano ambiti di intervento sia su scala nazionale che regionale. E vero che il settore dell edilizia ha forti specificità territoriali, ma ci sono fattori, e l innovazione è uno di questi, che non possono essere considerati solo in chiave locale. 2.3 Dati sulle potenzialità derivanti dal settore della Domotica Come già introdotto, la domotica può offrire interessanti ed importanti stimoli alle imprese edili non solo lucane, ma di tutta Italia. Il mercato della domotica in Italia può essere suddiviso in quattro segmenti: 1. Sistemi domotici: questo tipo di sistemi riguardano soprattutto le abitazioni particolarmente estese, ville e, più in generale, residenze private di particolare pregio e costituiscono insiemi complessi di dispositivi (in genere per abitazioni nuove). E chiaro che gli impianti, in questo caso, richiedono un progetto personalizzato, che coinvolge, oltre all'installatore, il progettista o l'architetto; 44

45 2. impianti domotici personalizzati: questi sono impianti realizzati dall'installatore direttamente sull'utente finale, che ne fa esplicita richiesta per la propria abitazione (di dimensioni differenti, in genere per abitazioni esistenti) e riguardano parti del sistema (ad esempio sistema luce, sistema calore, ecc); 3.impianti domotici di base: che sono forniti a listino dalle imprese di costruzione per implementare impianti domotici di base in abitazioni esistenti; 4. applicazioni specifiche domotiche: queste sono le applicazioni destinate ad anziani, disabili e malati e che sono connesse con il telesoccorso e la telemedicina e che spesso coinvolgono servizi di teleassistenza e telesoccorso. I dati indicano che il mercato internazionale, con particolare riferimento a quello americano, è in piena espansione ed ha mantenuto negli ultimi anni una crescita media annuale stimata superiore al 30% 7. Questa tendenza è favorita in Europa anche dall'unione Europea attraverso progetti coordinati dal CENELEC, il Comitato Europeo per lo standard nel settore elettrotecnico (ad esempio "Smart House", che cerca di favorire la convergenza e l'interoperabilità tra i diversi dispositivi che vengono comunemente impiegati in una casa "intelligente ). In Italia la tendenza è di realizzare impianti domotici in abitazioni nuove o in ristrutturazione, ogni anno nella nostra nazione si costruiscono circa abitazioni e se ne ristrutturano circa con il completo rifacimento dell'impiantistica. Data l'attuale situazione economica, si prevede una flessione di questi numeri sia nell'anno in corso che nel prossimo, ciò porta ad una flessione del mercato elettrico ma rimane comunque sostenuto il ritmo di crescita del mercato della domotica. Nel 40% dei casi, i proprietari sono molto interessati alla sicurezza, denotando quindi, una maggior attenzione a questo problema di quanto non accada mediamente nel resto dell'europa 8. Questa caratteristica fa sì che spesso, unitamente a sistemi di sicurezza, vengano 7 Dati Assodomotica 8 Dati: 45

46 installati anche sistemi domotici di base, prodromici all installazione di più evolute applicazioni di domotica in seguito. Le fasce di mercato che si stanno "muovendo" in modo più significativo sono due: quella dei Sistemi domotici, caratterizzata da un'utenza evoluta, che conosce già le tecnologie domotiche e ne apprezza i vantaggi (spesso posizionata nella fascia di mercato lusso e quindi anelastica rispetto all andamento del mercato) e quella degli impianti di base resi disponibili dalle imprese di costruzione, consapevoli di una domanda in crescita e del valore che acquista un'abitazione dotata di un impianto domotico base, eventualmente espandibile e personalizzabile a seguito delle specifiche esigenze del cliente. Anche in Italia l attuale tendenza è di realizzare impianti domotici in abitazioni nuove o ristrutturate (si valuta che solo il 10% degli impianti domotici realizzati sono in abitazioni esistenti). E stato stimato che nel 2010 circa il 10% delle abitazioni nuove o ristrutturate è stato dotato di un sistema domotico, il totale del mercato della domotica è passato da un fatturato annuo di 42 Milioni di Euro nel 2005 a 400 Milioni stimati nel 2010 relativi a impianti ( base e avanzati). 46

47 Figura 2.2. Mercato della domotica in Italia (dati Assodomotica) E quindi chiaro come questo settore costituisca un importante ambito di innovazione e di impiego per tutta la filiera edile, soprattutto se unito alle considerazioni fin qui fatte che evidenziano l esistenza di innovazioni in diversi ambiti della filiera edile che potrebbero vedere nel settore domotico un importante punto di incontro. 2.4 Analisi delle potenzialità innovative nell edilizia 9 Il principale stimolo all innovazione in edilizia proviene per lo più dalla domanda che esprime il mercato e che sollecita il settore nel fornire prodotti dotati di nuove performance, di funzionalità migliori e di maggior valore. E in questo contesto che si identificano i principali fattori di spinta all innovazione: 1. costruire sostenibile 2. curare la manutenzione degli edifici 3. costruire edifici comodi e fruibili da tutti 4. costruire presto e bene 9 Questo paragrafo è stato sviluppato in collaborazione con l ENEA al fine di fornire utili indicazioni sul livello di innovatività che può essere indotto nelle imprese lucane. 47

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