produzioni su commesse singole - produzioni su commesse ripetitive - produzioni per il magazzino produzioni su commesse singole
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- Battista Mantovani
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1 1 SISTEMI PRODUTTIVI CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI PRODUTTI: - modalità di manifestazione della domanda - modalità di manifestazione dell offerta - modalità di esecuzione del prodotto modalità di manifestazione della domanda e come trova risposta da parte dell azienda - produzioni su commesse singole - produzioni su commesse ripetitive - produzioni per il magazzino produzioni su commesse singole l azienda riceve una serie di ordini diversi per singoli prodotti differenziati anche in misura notevoli progettazione: ufficio tecnico - il cliente ufficio tecnico e cliente insieme ciclo di lavorazione predisposto appositamente 1
2 2 produzioni su commesse ripetitive azienda riceve una serie di ordine per una gamma di prodotti dalle caratteristiche definite spesso da procedure definite da un gruppo di clienti abbastanza stabili clienti aziende subfornitrici soprattutto di componentistica( ad esempio case automobilistiche) i cui clienti richiedono forniture scaglionate nel tempo ciclo di lavorazione definito in anticipo produzioni per il magazzino l azienda realizza volumi abbastanza elevati di prodotti standardizzati per il magazzino la rete di vendita provvederà alla vendita e alla distribuzione modalità di manifestazione dell offerta - produzioni unitarie - produzioni intermittenti o per lotti - produzioni continue produzioni unitarie produzioni molto variegate cicli di produzione in funzione dei singoli ordini produzioni intermittenti o per lotti i cicli di lavorazione sono meno variabili nel tempo e alternati nel tempo i prodotti sono realizzati in lotti di entità superiore: scorte per cliente 2
3 3 scorte per l azienda stessa produzioni continue flusso ininterrotto di prodotti con caratteristiche omogenee nel tempo cicli di lavorazione costanti nel tempo modalità di esecuzione del prodotto produzione per processo produzioni manifatturiere o per parti produzione per processo il prodotto non può essere scomposto gli elementi che compongono il prodotto non sono più distinguibili o hanno cambiato natura prodotti semplici con distinta base con pochi livelli prodotti: carta, acciaio, cemento. Ciclo produttivo tecnologico obbligato produzioni manifatturiere o per parti il prodotto è dato dall insieme di parti di diversa natura il prodotto può essere montato e smontato il processo produttivo comprende fasi di fabbricazione e di montaggio ciclo di produzione no obbligato ma svariate varietà di cicli di lavorazione prodotti complicati con distinta base a più livelli 3
4 4 TIPOLOGIE DEI SISTEMI PRODUTTIVI FABBRICAZIONI Per fabbricazioni si intendono le effettive lavorazioni su parti singole. Attualmente queste lavorazioni sono, generalmente, quasi totalmente meccanizzate. Il contributo del lavoro diretto umano è limitato ad attività di controllo, alimentazione e scarico dei pezzi se non già automatizzate. Diverse sono le tipologie di sistema di produzione in queste fasi di fabbricazione su componenti singoli in relazione ai seguenti parametri: volumi unitari da realizzare ripetitività valore unitario dei pezzi A fronte di queste variabili vi sono diverse soluzioni tecniche per attuare le fabbricazioni che intervengono sul layout e sulla organizzazione aziendale. Linee di produzione La disposizione delle macchine è a catena, tipica dei processi continui uniciclo ed a prodotto unito e di massa. Sono disposte nella sequenza delle operazioni del ciclo di lavorazione. Le macchine, essendo chiamate a ripetere la medesima operazione, sono molto specializzate. Sono, spesso, ridotte al minimo e meccanizzate le movimentazioni perché le macchine sono contigue. La meccanizzazione è spinta al massimo perché le operazioni sono elementari e ripetitive nella migliore applicazione dei principi tayloristici che ha portato allo sviluppo dell automazione insieme allo svilupparsi della tecnologia. Le risorse umane impiegate svolgono mansioni quali il carico, lo scarico, il posizionamento o attività di controllo. I ritmi di lavoro sono costanti e uguali per tutte le unità della linea. Viene svolto un solo tipo di ciclo di lavorazione per un solo tipo di prodotto. La programmazione e il controllo sono semplici. E una disposizione adatta a processi continui che può essere adottata quando vi siano condizioni quali grandi volumi di produzione, unico prodotto come scelta economica più conveniente o tecnicamente possibile, produzione per magazzino, in quanto produzioni di questo tipo comportano problemi di saturazione e di bilanciamento. 4
5 5 L evidente rigidità di questa disposizione degli impianti può essere ridotta introducendo un certo grado di versatilità quale, ad esempio, il controllo numerico in modo da consentire varianti. La disposizione a catena è tradizionalmente la soluzione ottimale per i processi produttivi manufatturieri, prevista dall organizzazione scientifica tayloristica. La dinamica dei mercati e l automazione hanno costretto e permesso alle aziende di trovare valide soluzioni alternative alle variate esigenze. Produzioni per reparto (job-shop) Le macchine sono riunite in gruppi per omogeneità di funzione e/o di operazione. E tipica dei processi intermittenti che svolgono più cicli produttivi per più prodotti. Le macchine e le altre risorse sono dunque versatili, aggregate in reparti specializzati (stampaggio, torneria, verniciatura, ecc.). Questi reparti possono svolgere una certa gamma di operazioni grazie alla tecnologia delle macchine e vengono dotati di una certa autonomia che può essere vista anche come la risoluzione di problemi legati alla risorsa umana 1. La versatilità degli impianti così organizzati, permette di effettuare molti cicli di lavorazione intermittenti con una vasta gamma di combinazioni delle fasi di lavorazioni. I problemi che tale disposizione può far sorgere sono relativi all aumentare della movimentazione dei materiali che fanno nascere categorie di costo di tipo improduttivo, la presenza di giacenze di materie, di semilavorati, di componenti e di prodotti che sorgono anche per motivi dei tempi diversi delle macchine, quindi dei vari reparti, la maggiore difficoltà nella programmazione e nella gestione del processo produttivo che, quindi, porta anche ad un aumento dei costi amministrativi. L evoluzione tecnologica e l evoluzione nei sistemi di programmazione e di controllo hanno fatto sì che la versatilità che l impianto recupera con questa disposizione sia compatibile in termini economici con le istanze provenienti da mercati sempre più maturi e saturi. La disposizione per reparto viene adottata dalle imprese a cui è richiesta alta flessibilità e che quindi producono su commessa per progetto o su modello per piccoli lotti. I settori merceologici in cui è frequente riscontrare questa soluzione sono quelli meccanici, macchine utensili, carpenteria, elettromeccanico, ecc. Queste due soluzioni rappresentano gli estremi di una vasta gamma di soluzioni che derivano da esigenze diverse delle aziende che vanno dalla loro evoluzione organizzativa, da esigenze di mercato, dalla scelta del grado di automazione e quindi della tecnologia. 1 Aspetto umano. 5
6 6 Tra le varie disposizioni la produzione per cellule rappresenta la soluzione verso la quale si sono orientate o si stanno orientando le aziende per ovviare alla rigidità della produzione in linea non più economica per i motivi già evidenziati e per ovviare alla complessa e non sempre economica gestione della produzione per reparti. Con questa disposizione le unità produttive vengono aggregate in gruppi secondo la sequenza delle operazioni elementari contenute in fasi complesse del ciclo produttivo. In ogni gruppo, quindi, le macchine sono disposte in sequenza rispettando la sequenza delle fasi di lavorazione fino a ricostruire l intero processo produttivo. Il processo produttivo può essere suddiviso in una logica di disposizione di linea, quindi all interno del gruppo ogni unità può essere specializzata in una determinata operazione, mantenendo, dunque, certi caratteri della disposizione per reparti. Questa organizzazione è possibile solo nei casi in cui è possibile suddividere in fasi tecnicamente simili il ciclo produttivo o i vari cicli produttivi, dovendo produrre più prodotti, in modo tale che, cumulando i singoli flussi produttivi si possano ottenere volumi che permettano di saturare e di bilanciare la capacità produttiva dei singoli gruppi e, quindi, dell intero processo produttivo. 6
7 7 MONTAGGI Il contributo di lavoro umano diretto, qui, è ancor molto elevato. I robot di montaggio possono sostituire il lavoro umano solo in montaggi molto semplici mentre in quelli molto complessi non risulta essere ancora economicamente conveniente robotizzare l intera fase. A secondo del tipo di impianto che viene utilizzato per il montaggio si può avere: Montaggio a posto fisso L oggetto da realizzare non si trasferisce da una stazione (posizione di lavoro dell operaio) all altra. Gli operai si alternano fino a compimento dell intero ciclo di montaggio alla stazione dove è posizionato il prodotto. Montaggio a trasferimento Il montaggio avviene in linea in cui può variare il ritmo che può essere imposto o no. Montaggio a ritmo non imposto: più stazioni di lavoro disposte in successione con depositi intermedi. Il ritmo di lavoro dipenderà da vincoli tecnici ma anche da organizzazioni produttive quali ad esempio il JIT dove il knabna attiva la fase. Montaggio con ritmo imposto: la cadenza dell avanzamento è fissata dal sistema di trasporto dei pezzi ed è uguale per tutte le stazioni. Questa soluzione è tipica del settore automobilistico. La classificazione successiva mette invece in evidenza gli aspetti di organizzazione del lavoro. Montaggi parcellizzati: il ciclo di montaggio è diviso in attività specializzate, ricalcando la parcellizzazione delle mansioni delle fasi di produzione. Montaggi ricomposti: ad ogni operatore è assegnata una sequenza significativa del ciclo di montaggio ed è una applicazione di arricchimento della mansione che più vanti verrà analizzata. Montaggi ad isola: viene creato un gruppo di operatori ai quali viene assegnata la responsabilità di realizzare un segmento significativo del processo di montaggio che può contenere o più montaggi parcellizzati o montaggi ricomposti, rappresentando, quindi, sia una forma di rotazione del lavoro sia una forma di arricchimento del lavoro o una combinazione tra le due soluzioni. 7
8 8 A conclusione si può considerare che sia le fabbricazioni sia i montaggi offrono soluzioni tecniche a volte analoghe in quanto le problematiche prima evidenziatesi nelle fabbricazioni, risolte in esse dall automazione, si sono ripresentate nelle fasi di montaggio soprattutto per motivi legati alla gestione della risorsa umana. 8
9 9 ASPETTI DI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE La disposizione dell impianto in linea, come si è detto, può rappresentare un vincolo tecnico o una scelta di convenienza economica, in ogni caso porta a delle conseguenze storicamente riscontrate di alienazione, di scarso rendimento dovute alla parcellizzazione delle mansioni che ha reso la mansione ripetitiva sempre più semplice e quindi noiosa e per niente coinvolgente. Già dai tempi di prima applicazione di questi principi tayloristici sia le rappresentazioni sindacali sia le aziende stesse, in risposta non solo di istanze sindacali ma anche per motivi di accrescere o recuperare efficienza in questa risorsa, hanno cercato di trovare soluzioni produttive alternative per eliminare i risvolti negativi della catena di montaggi. I versanti su cui si è agito, a parte gli incentivi economici, sono l introduzione dell automazione, sempre più spinta fino ad arrivare alla fabbrica automatizzata, e la ricerca di layout che rendessero il lavoro più coinvolgente, con mansioni più arricchite e varie 2. Il layout per reparto, la produzione per cellule, le isole di montaggio sono alcune delle risposte che si è cercato, dove le caratteristiche tecniche lo permettano, di dare ad esigenze di migliore rendimento delle risorse umane, in seguito sia ad istanze sindacali ma anche da considerazione sull efficienza svolte autonomamente dalle aziende. Una delle prime proposte alla ricerca di modelli organizzazione del lavoro è stato l allargamento dei compiti. Consiste nella decisione di diminuire l alienazione da parcellizzazione della mansione, aumentando i tempie i contenuti della mansione su base orizzontale. Il processo produttivo può essere diviso in direzione verticale e orizzontale. La dimensione orizzontale ci dà la porzione di processo compresa in uno steso livello, quella verticale esprime livelli di responsabilità, autonomia, discrezionalità. 2 9
10 10 JOB ENLARGEMENT: consiste nella semplice somma di compiti ad uno stesso livello che nella disposizione in linea comporta il passaggio ad una mansione di pochi secondi ad una di qualche minuto. JOB ROTATION: consiste nel far ruotare l operaio in mansioni dello stesso livello per combattere in questa maniera la monotonia e la ripetitività. JOB ENRICHMENT: consiste nel ricomporre la nuova mansione non solo in senso orizzontale ma anche in senso verticale attribuendo ad essa anche compiti che comportano assunzione di responsabilità ed autonomia. Il controllo di qualità può essere un esempio significativo. WORK GROUP: consiste in una combinazione delle tre soluzioni precedenti in cui, però, la distribuzione del lavoro, delle responsabilità viene effettuata dal gruppo che gestisce autonomamente la fase di lavoro attribuita. All interno del gruppo la gerarchia viene annullata o ridotta e i livelli di professionalità vengono resi tendenzialmente omogenei ed intercambiabili 3. 3 Vedasi letteratura sulla ristrutturazione dei compiti. 10
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