CENTRO TESSILE COTONIERO e ABBIGLIAMENTO S.p.A. EN 340 INDUMENTI DI PROTEZIONE requisiti generali

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2 Rappresenta una norma di riferimento alla quale, secondo i casi, devono richiamarsi le norme specifiche. La norma non può essere usata da sola, ma unicamente in combinazione con un'altra norma contenente i requisiti di prestazione specifica di protezione di un prodotto. Se sono necessari requisiti specifici, questi dovrebbero essere specificati nella norma appropriata per quei prodotti.

3 La norma specifica i requisiti prestazionali generali per: innocuità, comfort-progettazione, designazione delle taglie, invecchiamento, marcatura informazioni fornite dal fabbricante

4 INNOCUITA - Requisiti L'indumento di protezione non deve pregiudicare la salute o l'igiene dell'utilizzatore. L'indumento di protezione deve essere fabbricato con materiali come tessuti, cuoio, gomme, materie plastiche dei quali sia stata dimostrata l'idoneità chimica. I materiali, nelle condizioni prevedibili di normale utilizzo, non devono rilasciare o deteriorarsi fino al punto di rilasciare sostanze generalmente note come tossiche, cancerogene, mutagene, allergeniche, tossiche per la riproduzione o altrimenti nocive.

5 INNOCUITA - Requisiti 1. Tenore di Cromo VI: < 3 mg/kg (pari al limite di rilevabilità definito nella EN 420) 2. Cessione di Nichel: < 0.5 µg/cm2 alla settimana per tutti i materiali metallici a contatto diretto e prolungato con la pelle (es. borchie, accessori). 3. Valore del ph: compreso tra 3.5 e Solidità del colore al sudore: almeno Indice 4 della scala dei grigi 5. Rilascio di ammine aromatiche cancerogene: < 30 mg/kg

6 1. Tenore di Cromo VI Il cromo (totale ed esavalente) è uno dei metalli maggiormente utilizzati nei ciclo produttivo tessile, presente in una serie di coloranti impiegati soprattutto nel ciclo laniero. Il METODO DI PROVA è definito nell Appendice B della EN 420, secondo estrazione con una soluzione tampone, rivelazione colorimetrica e analisi quantitativa spettrofotometrica Uv/Vis (lunghezza d onda di 550 nm).

7 2. Cessione di Nichel Il Nichel è una tra le più comuni cause di allergia da contatto in Europa. Quando un oggetto contenente nichel viene a contatto diretto e prolungato con la pelle, il sudore può causare il rilascio degli ioni di nichel. La sensibilizzazione può mostrarsi tra una e tre settimane dopo il contatto. Statisticamente almeno il 10% della popolazione femminile e l 1% di quella maschile è soggetto a reazioni allergiche da nichel. Il nichel è presente in coloranti e pigmenti ma è soprattutto noto per essere utilizzato in leghe metalliche utilizzate per materiali incorporati in indumenti sotto forma di bottoni, rivetti, cerniere Il METODO DI PROVA è definito nella EN 1811, secondo estrazione con una soluzione di sudore artificiale e analisi quantitativa spettrofotometrica di assorbimento atomico (AAS) e di emissione al plasma (ICP).

8 3. Valore del ph Il ph della pelle è 5,5; gli acidi e le basi, o alcali, provocano danni ai tessuti, denaturando localmente le proteine. Prodotti tessili con ph molto basso (< 3,5 ph acido) o molto alto (> 9,5 ph alcalino), se a contatto con la pelle possono creare reazioni irritanti, quali rossori e desquamazioni. I METODI DI PROVA sono definiti: nella EN ISO 3071 per i tessili nella EN ISO 4045 per il cuoio La determinazione del ph dell estratto acquoso del tessuto in esame viene ottenuta attraverso una misurazione elettrometrica a temperatura ambiente per mezzo di un elettrodo di vetro.

9 4. Solidità del colore al sudore del La resistenza del colore dei tessuti sottoposti all azione del sudore umano viene effettuata nell ambito del controllo dell innocuità del prodotto per assicurare l igiene dell utilizzatore: è importante che il colore tessuto non scarichi sulla pelle. Il METODO DI PROVA è definito nella EN ISO 105-E04. La determinazione della solidità del colore è ottenuta trattando il tessuto in esame con due differenti soluzioni (una che simula il sudore acido, altra il sudore alcalino) e valutando, attraverso la scala dei grigi di riferimento, la degradazione del colore e lo scarico dello stesso su tessuti testimoni.

10 COLORANTI AZOICI I coloranti azoici sono la più importante classe di coloranti e pigmenti sintetici. I composti azoici arilici sono generalmente stabili, di forma cristallina e hanno colori vivaci, soprattutto rossi, arancio e gialli. Sono quindi solitamente usati come coloranti (ad esempio, Disperse Orange 1) e usati in substrati quali, ad esempio, fibre tessili, pelle, plastiche, carta, oli minerali e cosmetici. Il gruppo azoico è spesso legato ad un anello aromatico e il colorante può essere in un ammina aromatica (arylamine). NON TUTTI I COLORANTI AZOICI SONO BASATI SU AMMINE AROMATICHE E SOLO UN RIDOTTO NUMERO DI AMMINE AROMATICHE SONO STATE GIUDICATE: cancerogene o potenzialmente cancerogene per l uomo (una delle più note è l anilina); capaci di provocare allergie a contatto con la pelle o irritazione agli occhi; tossici per inalazione o per ingestione; tossici o molto tossici per gli organismi acquatici.

11 AMMINE AROMATICHE CANCEROGENE La problematica è stata recepita con la Direttiva 2002/61/CE che stabilisce le 24 ammine aromatiche oggi considerate potenzialmente pericolose e vieta l utilizzo di quei coloranti in grado di liberare, in determinate condizioni, tali ammine. Non sono vietati tutti i coloranti azoici ma solo quelli la cui struttura molecolare è tale da consentire la formazione delle ammine proibite! Le sorgenti di contaminazione possono essere: materie coloranti vietate ; presenza di contaminazioni da sottoprodotti nella sintesi di materie coloranti; presenza di materie coloranti in materiali tessili riciclati. La presenza nei coloranti di queste ammine è considerata potenzialmente pericolosa per la salute poiché nel caso di assorbimento cutaneo o per ingestione, il colorante può subire una demolizione riduttiva per l intervento di enzimi epatici e intestinali, che possono liberare ammine aromatiche.

12 5. Rilascio di ammine aromatiche cancerogene Metodo analitico normalizzato Tessili. Metodo per la determinazione di certe ammine aromatiche derivate da azocoloranti. Rilevamento dell'utilizzazione di certi azocoloranti individuabili senza estrazione. Tessili. Metodo per la determinazione di certe ammine aromatiche derivate da azocoloranti. Rilevamento dell'utilizzazione di certi azocoloranti individuabili con l estrazione da fibre. Titolo UNI EN :2004 UNI EN :2004 I METODI DI PROVA si basano sulla demolizione riduttiva del colorante con sodio ditionito in tampone citrato (preceduta da un estrazione in clorobenzene nel Metodo 2), estrazione con t-butilmetiletere, purificazione e rilevazione con varie tecniche strumentali, quali cromatografia su strato sottile (TLC), cromatografia liquida (HPLC) o gascromatografia (GC-MS).

13 METALLI PESANTI I metalli pesanti sono tossici per l'uomo: si accumulano nell organismo determinando effetti nocivi a breve e lungo termine, diversi a seconda del metallo. Possono causare danni ai reni, al sistema nervoso e al sistema immunitario, e in certi casi avere effetti cancerogeni. L inquinamento da metalli è strettamente legato alle attività industriali e di combustione che ne causano la movimentazione nell ambiente.

14 METALLI PESANTI Nel ciclo di produzione Tessile i metalli pesanti vengono utilizzati nei: Coloranti e pigmenti (derivano da impurezze dei processi di sintesi) Coltura fibre cellulosiche naturali (sopratutto cotone, derivano dai terreni) Produzione fibre cellulosiche artificiali e sintetiche (ad esempio come catalizzatori)

15 METALLI PESANTI La presenza di metalli pesanti nei prodotti tessili può essere affrontata, dal punto di vista analitico, attraverso due diverse metodiche: la determinazione della presenza e della quantità totale di un determinato metallo in un manufatto tessile; la valutazione della biodisponibilità di un determinato metallo, cioè la tendenza ad essere ceduto dal tessile all epidermide umana in particolari condizioni.

16 INNOCUITA - OekoTex I materiali tessili oggetto di certificazione OekoTex Standard 100 sono conformi alla EN 340

17 INDOSSABILITA PROGETTAZIONE L indumento dovrebbe essere progettato in modo da facilitarne il posizionamento corretto sull utilizzatore e da garantire che rimanga in posizione per il periodo di uso prevedibile. Sistemi di regolazione adeguati Gamme taglie adeguate

18 PROGETTAZIONE COPERTURA L indumento deve essere progettato in modo da garantire che nessuna parte del corpo rimanga scoperta a causa dei movimenti. Sovrapposizione adeguata tra giacca e pantaloni Adeguati sistemi di chiusura a fondo manica e fondo gamba

19 COMPATIBILITA PROGETTAZIONE La progettazione dovrebbe considerare altri elementi che devono essere indossati per formare un insieme protettivo. considerare le zone di interfaccia manica-guanto, pantaloni-scarpe, cappuccio-respiratore fornire compatibilità e livello di protezione adeguato nelle zone di interfaccia

20 PROGETTAZIONE RESISTENZA MECCANICA in ogni norma specifica deve essere definita una proprietà meccanica minima per valutare la resistenza del capo. Resistenza alla trazione, lacerazione, abrasione, scoppio, perforazione

21 COMFORT Un indumento di protezione dovrebbe fornire agli utilizzatori un livello di comfort adeguato al livello di protezione che è fornito contro il pericolo, alle condizioni ambientali, al livello di attività dell'utilizzatore ed alla durata d'uso prevista dell'indumento di protezione.

22 COMFORT Assenza di superfici ruvide, taglienti o dure che causino irritazioni o lesioni all utilizzatore Non deve essere troppo stretto da ostacolare il flusso sanguigno Non deve essere talmente largo e/o pesante da interferire con i movimenti L indumento deve essere realizzato con materiali con bassa resistenza al vapor acqueo e/o elevata permeabilità all aria e/o deve essere sufficientemente ventilato per evitare lo stress termico. Se, per necessità di fornire una protezione adeguata l indumento risulta scomodo, dovrebbe essere segnalata nella nota informativa la durata appropriata per l uso continuo dell indumento.

23 INVECCHIAMENTO Solidità al colore: la resistenza del colore dei tessili ai diversi agenti di alterazione ai quali i tessili possono essere esposti nel loro uso viene verificata quando la norma specifica contiene requisiti relativi alla solidità del colore (es. alta visibilità) Solidità del colore allo sfregamento (ISO 105-X12) Solidità del colore al sudore (ISO 105-E04) Solidità del colore al lavaggio (ISO 105-C06) Solidità del colore al lavaggio a secco (ISO 105-D01) Solidità del colore alla sbianca con ipoclorito (ISO 105-N01) Solidità del colore alla stiratura (ISO 105-X11)

24 INVECCHIAMENTO Solidità al colore: degradazione scala dei blu scala dei grigi

25 INVECCHIAMENTO Solidità al colore: scarico multifibra scala dei grigi acetato cotone poliammide poliestere acrilico lana

26 INVECCHIAMENTO Pulitura: se la norma specifica contiene requisiti per il controllo degli effetti dannosi della pulitura, un procedimento di prova deve essere preceduto da un ciclo di pretrattamento al lavaggio o pulitura a secco EN ISO 6330 lavaggio domestico EN ISO lavaggio a secco con tetracloroetilene EN ISO procedimenti di lavaggio industriale

27 INVECCHIAMENTO EN ISO 6330 procedimento di lavaggio e asciugamento domestici per prove tessili Procedura di lavaggio Temperatura Agitazione 1A 92 C 3 normale 2A 60 C 3 normale 3A 60 C 3 normale 4A 50 C 3 normale 5A 40 C 3 normale 6A 40 C 3 normale 7A 40 C 3 delicata 8A 30 C 3 delicata 9A 92 C 3 delicata Lavaggio a mano 40 C 3 delicata Detergente ECE senza: fosfati, sbiancanti ottici enzimi Procedura di asciugatura A B C D E Line dry su filo Drip dry - appeso Flat dry in piano Flat press Tumble dry

28 INVECCHIAMENTO Simbologia di manutenzione secondo ISO 3758

29 INVECCHIAMENTO Variazioni dimensionali: dopo 5 cicli di pulitura la variazione dimensionale non deve essere maggiore di 3% sia in lunghezza sia in larghezza se non diversamente indicato da norma specifica. Convenzionalmente ammessa per: tessuti ortogonali: 3% maglie: 5%

30 TAGLIE Lo scopo primario è quello di fissare un sistema di designazione delle taglie che possa essere utilizzato da fabbricanti e rivenditori per indicare ai consumatori (in maniera semplice, diretta e significativa) le dimensioni del corpo della persona a cui il capo è destinato ad adattarsi.

31 TAGLIE L indumento di protezione deve essere marcato con la sua taglia in base alle dimensioni del corpo misurate in cm Il sistema di designazione delle taglie si basa sulle misure del corpo e non del capo I procedimenti di misurazione e la designazione delle dimensioni devono corrispondere alla serie di norme EN 13402

32 TAGLIE EN Principi generali e procedure di misurazione del corpo umano definisce le dimensioni del corpo per i capi di vestiario, specifica un procedimento per le misurazioni del corpo e fornisce i pittogrammi da utilizzare sulle etichette di vestiario

33 TAGLIE EN Principi generali e procedure di misurazione del corpo umano

34 TAGLIE EN Dimensioni primarie e secondarie definisce per ciascuna tipologia di indumenti quali sono le misure da utilizzare per individuare la taglia distinguendo tra misure primarie e misure secondarie

35 TAGLIE EN Dimensioni primarie e secondarie

36 TAGLIE EN Misure ed intervalli definisce la serie di misure utilizzabili ed i relativi intervalli, per le misure primarie e misure secondarie, da indicare nel pittogramma specifico per uomo, donna e bambino

37 TAGLIE EN Misure ed intervalli altezza

38 TAGLIE EN Misure ed intervalli torace

39 TAGLIE EN Misure ed intervalli vita

40 TAGLIE Pittogramma completo

41 MARCATURA GENERALE DPI di I e II categoria Sul prodotto o su etichetta attaccata al prodotto, se non è possibile sulla più piccola confezione Apposta in modo visibile e leggibile Resistente al numero previsto di cicli di pulitura Dimensioni non inferiori a 5 mm (marcatura CE) 0624 DPI di III categoria

42 MARCATURA SPECIFICA 101SA2 XXL /00 Confezioni XYZ abiti da lavoro % PES 35%Cot. esterno 100% PES interno EN 381-5/95 classe 2 24 m/s modello A Attenzione: se il materiale protettivo è danneggiato, l'indumento deve essere scartato MAX 20 X Nome, marchio fabbricante Marcatura Tipo, nome commerciale, codice Designazione taglie Numero della norma specifica Pittogrammi Livelli di prestazione Simboli di manutenzione Avvertenze (eventuali) Dimensioni non inferiori a 10 mm (pittogrammi) 2 mm (numeri)

43 Pittogrammi indicanti il campo di applicazione Pittogrammi indicanti il pericolo da cui il DPI protegge Invito a consultare la nota informativa

44 NOTA INFORMATIVA Nome e indirizzo del fabbricante Nome e indirizzo Organismo Notificato Identificazione del prodotto Norma specifica Impieghi previsti Limiti di impiego Spiegazioni dei pittogrammi Spiegazione dell etichetta Livelli di prestazione e spiegazione Istruzioni per l uso (secondo norma specifica) Istruzioni di manutenzione e conservazione, smaltimento, riciclo Riferimento ad accessori compatibili Materiali impiegati in tutti gli strati

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