Amusement e gambling promossi a pieni voti

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1 Amusement e gambling promossi a pieni voti La 65ª edizione del London Show pur risentendo della crisi internazionale ha soddisfatto in pieno le attese degli amanti del coin-op da intrattenimento e del casinò. Il settore Awp ristagna, in attesa delle prossime modifiche di legge. I visitatori hanno confermato i numeri dello scorso anno 33 L immagine che non avremmo mai pensato di vedere all Atei è quella dei lunghi drappi neri calati dal ballatoio ad oscurare un ala dell Earls Court 1. Ma questo purtroppo è stato solo il più evidente dei segnali di crisi percepiti nei London Show. Spazi vuoti ed altri generosamente concessi a riviste ed associazioni; bar e aree ristoro anche laddove non se ne sentiva il bisogno; pannelli ed altri artifizi per mascherare angoli che soltanto un anno fa sarebbero stati presi d assalto dagli standisti dell ultima ora. Per loro fortuna, gli organizzatori della Clarion Ate sono stati baciati dal cambio monetario: la sterlina che vale come l euro è un evento che fa storia, e come tale andava celebrato da chi, come noi italiani ad esempio, ha sempre mal digerito i prezzi folli di Londra. Non vogliamo però pensare che sia solo questo il motivo che ha permesso ad Atei e International Gaming Expo di pareggiare i conti almeno in termini di visitatori. Nonostante tutto, infatti, l appuntamento londinese rimane il più attendibile per chi voglia visionare la realtà dell Automatico dal punto di osservazione più alto, considerando solamente il fatto che nessun altro appuntamento è in grado, come questo, di avere un buon 40% di espositori provenienti dall estero.

2 2009 GENNAIO-FEBBRAIO JANUARY-FEBRUARY 34 D altra parte, è proprio questa prerogativa a rendere sempre più difficile l impresa di mantenere inalterati i numeri, soprattutto allorquando la congiuntura negativa si avverte indistintamente su tutti i mercati. Ma come, qualcuno si chiederà, non è più vero che il nostro settore è forse quello che meno di tutti patisce le conseguenze di certe fasi economiche? No, e forse non lo è mai stato, almeno limitando il discorso al business-to-business. Ed ora che la crisi minaccia di estendersi anche al business-to-consumer la miglior cosa che possono fare le piccole e medie imprese è quella di cercare di conservare la propria quota di mercato, senza rischiare avventure che potrebbero diventare letali. Allora, se colossi come JPM, Barcrest, Novomatic, Gauselmann, tanto per fare qualche nome a caso, non lesineranno mai energie per presentarsi autorevolmente nei vernissage più importanti, ad altri tocca fare delle scelte e quindi circoscrivere il raggio d azione al proprio ambito nazionale. Anche perché, ormai, uno straccio di fiera ce l hanno tutti i Paesi. Poi ci sono i distributori, di cui tanti professano assurdamente l inutilità, dimenticando che il loro ruolo precipuo è proprio quello di punto di riferimento territoriale per tante case che, da sole, non avrebbero la forza di lanciarsi su nuovi mercati. Tolta questa pur pesantissima tara, la Clarion Ate farà bene, però, ad interrogarsi su tante cose. Perché non basta più l assoluta efficienza organizzativa, quella che fa sentire l espositore che si tratti del più rinomato o dell ultimo arrivato fra due guanciali e garantito da equità di trattamento, a blindare il successo delle fiere. Ci vuole anche una politica dei prezzi più realistica e magari anche un maggiore impulso sul piano della comunicazione. Ma, insomma, con tutto quel che è accaduto nel corso del 2008, quando si è arrivati a un passo dalla storica scissione fra Atei e Ige, con ventilato trasferimento ad altra sede della sezione Amusement, si può ancora dire che è andata bene. Forse, il difficile viene proprio ora. L altro tema, fuori dagli aspetti strettamente commerciali, di cui si è discusso molto a Londra, è stato quello della netta separazione realizzata fra l amusement e il gioco a vincita, che non si è limitata all inglobamento delle Awp nella ex-ice, all uopo ridenominata International Gaming Expo, e all estensione della rispettiva area a tutto il piano terra dell Earls Court 1 (lo scorso anno, ricordiamo, la linea di confine con la zona dedicata ai casinò era stata tracciata poco oltre la metà del padiglione d ingresso), ma ha comportato anche la chiusura delle scale mobili centrali, quelle che dirigono i visitatori verso il fondo del level 1. A prima vista, ad averci guadagnato sono stati proprio gli espositori del piano alto, impressione poi confermata dai malumori manifestati da alcune delle aziende collocate in basso. La zona amusement, al pari di quella dei casinò, non c è dubbio che sia quella che più interessa agli operatori d oltremanica, perché nell area Awp erano nettamente prevalenti gli apparecchi dedicati al mercato interno, nonostante già da qualche anno segnino il passo (forse con l unica eccezione delle club machine che pagano sino a 500 sterline) e che, dopo la grande

3 riforma del 2005 (entrato completamente in vigore nel settembre 2007), attendono già un nuovo intervento normativo. In particolare, l industria ha chiesto con forza, già diversi mesi or sono, un aggiornamento del costo della giocata e della vincita massima relativi agli apparecchi di categoria C e D, a fronte di una situazione di difficoltà che il Dipartimento Un esempio illuminante di come, anche nel Regno Unito, la politica sia orientata da ben altra parte rispetto all obiettivo declamato di favorire la crescita dell industria, è dato dalla recente interpretazione fornita dalla Gambling Commission alla Guida per le licenze da assegnare alle location. Il fatto è che molte della sale giochi e delle sale bingo più grandi, per poter installare un maggior numero di 35 Cultura, Media e Sport (DCMS) ha ritenuto meritevole di attenzione, avviando, fra settembre e ottobre 2008, una serie di consultazioni. L esito di tale iniziativa è stato positivo, perché il Dipartimento si è persuaso sul fatto di innalzare i parametri della categoria C da 60p/ 60 a 1/ 70 (e non vi sarà più la precedente differenziazione in base al tipo di location in cui questo genere di macchina è installato) e quelli della categoria D da 50p/ 30 a 1/ 50 (solo per le macchine che non erogano vincite in denaro, quali le gru; per le ruspe, invece, il limite di vincita sale a 15, di cui però solo 8 cash). A quel punto, in molti speravano di poter approdare all Atei 2009 con i prototipi dei nuovi apparecchi. Ma i tempi della politica sono lunghi e tediosi anche da queste parti: infatti, il Ministro Gerry Sutcliff, dopo aver elaborato le suddette proposte, ha voluto avviare una nuova consultazione per verificarne l attendibilità. Tra il 22 dicembre e il 19 gennaio sono arrivate al Dipartimento 142 risposte, perciò bisogna attendere il tempo necessario per esaminarle e renderle pubbliche ( così da poter dare corso alla definitiva approvazione da parte del Parlamento e alla susseguente notifica alla Commissione Europea. Il tutto dovrebbe concludersi entro Pasqua. Ma, per dirla con Leslie McLeod Miller, Chief Executive della Bacta questo è solo un raggio di luce che il settore vede in fondo al tunnel imboccato nel 2005 con l emanazione del Gamblig Act. Sbandierato come un provvedimento votato alla liberalizzazione e alla deregulation, ha finora provocato contrazione di mercato ed incremento delle burocrazia e dei costi. Secondo quanto riportato da CoinSlot, la più autorevole testata giornalistica inglese, mentre il DCMS prevedeva che il costo globale della riforma non avrebbe dovuto superare i 5 milioni di sterline, in realtà questa cifra è più che triplicata (17 milioni), andando ad intaccare in primo luogo il portafoglio dell industria. E se a tutto ciò si aggiunge il notevole incremento del costo delle licenze e l adeguamento dei fondi destinati alla lotta contro il gioco compulsivo, il risultato è che molte aziende sono sull orlo del collasso. macchine della categoria B3 ( 1/ 500), così da arginare in qualche modo la crisi galoppante, avevano cominciato a frazionarsi in tante piccole sale, tutte sotto il medesimo tetto. Ebbene, con la nuova interpretazione introdotta nell ottobre scorso, fare ciò non è più possibile, a meno che la divisione tra i vari esercizi sia netta ed inequi-

4 2009 GENNAIO-FEBBRAIO JANUARY-FEBRUARY 38 vocabile (ad esempio, purché abbiano diversi indirizzi postali, proprietari distinti, registri contabili separati). Il Gambling Act 05, al di là delle belle parole spese a suo tempo per l industria da svariati esponenti parlamentari e di governo, aveva come obiettivo preminente quello di combattere la criminalità e di proteggere le fasce di popolazioni più vulnerabili, anche a costo di Addio, Martin! Lo avevamo incrociato all Atei, un saluto di sfuggita sulle scale mobili e via. Tanto, pensavamo, chissà quante altre occasioni avremmo avuto per salutarci come si deve e scambiare due parole. Invece, quella è stata l ultima. Martin Dempsey, nonostante avesse solo 57 anni, era una figura storica dell automatico internazionale, avendo cominciato ad interessarsi di questo settore dal Fondatore della Rivista Coin Op News e autentico promotore della Fiera Amex che si tiene a Dublino solitamente ai primi di marzo e con la infliggere agli operatori professionali un vero e proprio bagno di sangue. La drastica riduzione del costo della giocata e delle vincite per le macchine installate negli esercizi pubblici ha messo tutti in ginocchio, creando inoltre un forte attrito con l opportunità concessa alle sale scommesse di installare le B2 (puntata fino a 100 vincita fino a 500). Parallelamente, lo smoking ban introdotto da luglio 2007 e la crisi economica hanno fatto il resto, colpendo in primo luogo il settore dei pub, che per il soft gaming è sempre stato terreno fertile: in Inghilterra stanno chiudendo al ritmo di 39 a settimana! In definitiva, i colleghi inglesi coi quali abbiamo parlato ci hanno descritto un quadro dei rapporti fra politica e industria molto vicino a quello che da sempre caratterizza il nostro Paese. Purtroppo commenta il giornalista Chris Murphy il governo è riluttante a fare troppe concessioni all industria perché teme che la stampa possa reagire male. Ad esempio, i moralisti del Daily Mail qualche giorno fa hanno scritto che tentare il pubblico con apparecchi che abbiano premi più elevati è irresponsabile in questa fase di sofferenza economica. C è stato persino l intervento della chiesa Metodista che, tramite Anna Drew ha posto l accento sul fatto che ogni aumento nel costo della giocato o nei premi non fa che aumentare il numero dei potenziali giocatori che continueranno ad inseguire le loro perdite sperando di rientrare con una vincita superiore. La Gran Bretagna, stando ai dati di GameCare, ha già trentamila giocatori patologici e sinceramente non vogliamo che questo numero continui ad aumentare. Questa, che potrebbe sembrare niente più che una digressione, è in realtà una delle principali chiavi di lettura del London Show: accomunare gaming e gambling nella Interna- quale abbiamo un rapporto di partnership. Non solo, era anche il Segretario ma soprattutto il motore della associazione irlandese di categoria IGAA. Quindi, un personaggio impegnato a 360 nell industria, con grande passione e altrettanta competenza. Nonostante la sua imponenza fisica, che comunque non gli era di impaccio, nulla lasciava presagire che per Martin la fine fosse così vicina. Il 24 febbraio, invece, un infarto lo ha colto inesorabilmente. Susan Feery per conto della MD Associates ha confermato che questo tragico evento non impedirà alla 30ª edizione della Amex, in programma il 4-5 marzo, di svolgersi regolarmente. E questo sarà certamente il miglior modo per onorare la memoria di Big Martin.

5 tional Gaming Expo va visto anche nella logica di non confinare in una riserva indiana i produttori di Awp, come sarebbe probabilmente successo se fosse stata conservata la precedente logistica della fiera, ma di permettere ad essi di vedersi riflessa la vitalità che invece caratterizza il mondo del gambling, online o terrestre che sia. Ma, mettendo a confronto le fotografie della fiera dello scorso anno le giochi con proposte che siano di attirare le passioni del grande pubblico ed in particolare dei più giovani. Ovviamente, come sempre tante idee di primo acchito interessanti saranno destinate a rivelarsi promesse non mantenute o addirittura fallimentari, ma se non altro nessun addetto ai lavori degno di tal nome può dire di essersi annoiato a Londra. Tutte le principali firme del videogame, 39 con quelle di oggi, si nota immediatamente che, per quanto lodevole, questa operazione è servita solo a mascherare parzialmente il disagio dell industria delle Awp. Novità ridotte al minimo sindacale, poca voglia di fare spettacolo e di invogliare il pubblico con belle donne e cotillons, nessuna evoluzione tecnologica degna di nota, né nuove licenze che siano in grado di alimentare perlomeno la curiosità. A voler cogliere qualche differenza rispetto all edizione del 2008, potremmo rilevare una più consistente presenza delle SWP multigame a video. Può trattarsi solo di una parentesi, ma all occhio straniero fa un certo effetto osservare come questa sia diventata perlomeno un alternativa da valutare da parte degli operatori, quando solo qualche mese addietro fra Vlt, Fobt e Awp multiplayer dalla più varia foggia sembrava esserci solo l imbarazzo della scelta. Alla fin dei conti, per quanto possa apparire paradossale, è proprio l Amusement, quello che rischiava addirittura di sparire dall Earls Court, a uscire trionfalmente da questa edizione dell Atei. Da vedere c era davvero tanto: noi, nel servizio che segue, ci siamo limitati ad analizzare una sessantina di novità, tralasciando tutti gli apparecchi che sono altrettanti o giù di lì che concettualmente e/o tecnicamente non possono essere in alcun modo adattati alla restrittiva quanto ottusa normativa italiana. E qui si apre un capitolo doloroso, perché è di tutta evidenza lo sforzo che le case internazionali stanno facendo per gratificare le classiche sa- delle prize machines e delle ticket redemptions, nonché quelle dedite agli sport games, hanno cercato di dare il meglio in termini di creatività, più di quanto non avessero fatto perlomeno nelle due precedenti edizioni dell Atei. Ma questo alimenta in noi anche una certa rabbia: se potessimo sfruttare le nuove soluzioni tecnologiche che si stanno facendo alrgo nel resto del mondo pensiamo ad esempio ai cabinet che la Sega ha ideato per creare la perfetta integrazione fra coin-op e home game, o al sempre più frequente utilizzo di chiavi Usb per la conservazione dei dati-utente così come per gli aggiornamenti, o ancora alle crescenti quanto stimolanti opportunità offerte dal online, o infine alle soluzioni video integrate nelle prize machine (le nostre 7A) così come nelle ticket redemptions potremmo guardare al futuro dell intrattenimento automatico con maggiore fiducia. Insomma, se i nostri amici inglesi hanno di che lamentarsi, noi ne abbiamo sempre molto di più. Che la cosa li consoli poco o nulla ne siamo certi. Ma che almeno sappiano che al peggio non c è mai fine. Marco Cerigioni