POPOLAZIONE E TERRITORIO A ROMA NELL ULTIMO TRENTENNIO DEL NOVECENTO

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1 Rossana Rosati POPOLAZIONE E TERRITORIO A ROMA NELL ULTIMO TRENTENNIO DEL NOVECENTO Premessa La città di Roma, prima del distacco nel maggio del 1992 della XIV Circoscrizione ora Comune di Fiumicino poteva comprendere, nei suoi ettari, la superficie dei primi nove grandi comuni italiani 1, ma la popolazione registrata all ultimo censimento del 1991 risultava solamente il doppio del Comune di Milano, seconda città italiana per ampiezza demografica. Una città, quella di Roma, che gode, quindi, di una evidente vivibilità in termini di spazio, tanto che la densità media della popolazione risultava pari, con riferimento sempre al 1991, a circa 18 abitanti per ettaro, contro quella registrata dalla città di Milano che raggiungeva, alla stessa data, un valore di 75 abitanti per ettaro (cfr. tabella 1). Tabella 1. Popolazione residente, superficie, densità e peso demografico in Italia e in alcuni grandi comuni. Censimento Grandi Popolazione Densità Peso Superficie Comuni residente popolazione demografico (1) v.a. ettari ab/ettaro % Italia ,88 - ROMA ,54 18,41 4,89 Milano ,41 2,41 Napoli ,02 1,88 Torino ,94 1,70 Palermo ,97 1,23 Genova ,23 1,20 Bologna ,73 0,71 Firenze ,38 0,71 Bari ,46 0,60 Catania ,41 0,59 Venezia ,76 0,54 Verona ,85 0,45 (1) Percentuale di popolazione residente nei comuni sul totale della popolazione italiana. 1 Cfr. SISTEMA STATISTICO NAZIONALE-ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, I grandi comuni, 13 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 20 ottobre 1991, ISTAT, 1995.

2 452 Rossana Rosati All inizio del 2000, considerata l anzidetta cessione di territorio del 1992, la densità media risultava di 22 abitanti per ettaro. La città, infatti, dispone di una quota di superficie agricola che si attesta su un valore pari al 40 per cento della superficie totale comunale e nella quale operano quasi aziende agricole 2. Questo, nonostante il considerevole processo di urbanizzazione che ha interessato la città di Roma in oltre cento anni di storia fatta eccezione per i primi anni del secolo in cui si è registrata una forte crisi edilizia andando di pari passo con la crescita della popolazione. Ma, a fronte di un lunghissimo periodo che parte dal 1870, è iniziato, nei recenti anni Settanta, una sorta di declino demografico della città, con conseguente bilanciamento, in termini di peso demografico, a favore dell area provinciale: la forza centrifuga che aveva sempre spinto i nuovi insediamenti della popolazione dal primitivo centro urbano verso la periferia, erodendo la vasta area di agro romano, ha, evidentemente, amplificato il suo raggio d azione oltre i confini comunali. Si è attenuata, quindi, la caratteristica di forte polo attrattivo che la città di Roma ha sempre avuto, non solo limitatamente all area provinciale, ma anche rispetto all intera area regionale. Un dato è certo e secondo noi connota in misura rilevante la storia demografica di Roma: le correnti migratorie, così come hanno determinato la vitalità della città, ne stanno segnando il declino. Ciò ha influito sulle caratteristiche strutturali della popolazione romana, poiché i flussi immigratori sono composti prevalentemente da individui giovani in età riproduttiva. D altra parte l ampiezza del territorio romano permette la compresenza di realtà diverse e che, geograficamente, si dispongono separate e perfettamente individuabili: da un lato, il Centro storico e l area urbana di primo insediamento, con qualche distinguo tra le zone collocate sulle direttrici di primo sviluppo e quelle sviluppatesi successivamente, e dall altro le zone periferiche, parte delle quali hanno perso le caratteristiche rurali proprie dei primi insediamenti. La vitalità demografica di queste ultime è ancora presente, anche se il peso di queste zone è inferiore rispetto alle aree che invece registrano un arretramento demografico, a meno che nei prossimi anni venga confermata la pur lieve ripresa registrata per il 2000 con i valori del saldo naturale e migratorio. 2 COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Dati provvisori del 5 Censimento dell Agricoltura 2000.

3 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento Brevi cenni storici 1.1. Introduzione Durante i primi cento anni della sua storia Roma capitale ha conosciuto un espansione senza sosta (cfr. grafico 1). Grafico 1. Popolazione residente a Roma alla data dei censimenti dal 1871 al Dati per grandi Suddivisioni Territoriali Toponomastiche. Il suo vasto territorio, quasi ettari nel 1871, si trovò in un tempo relativamente breve ad accogliere una popolazione sempre più numerosa, conseguentemente alle forti correnti immigratorie che investirono la città durante tutto il secolo successivo alla sua annessione al neonato Regno d Italia, attirate dalle nuove opportunità occupazionali, in virtù del suo nuovo status. Secondo Anne-Marie Seronde Babonaux, che ha prodotto un notevole saggio sull evoluzione della città, tra l inizio del 1871 e la fine del 1970 l apporto di abitanti va attribuito al movimento migratorio 3. Da piccola e provinciale città papalina e aristocratica (poco più di abitanti nel 1871), già all inizio del secolo Roma vede raddoppiata la sua popolazione, che si quintuplica nel periodo precedente il secondo conflitto mondiale. Nel dopoguerra la crescita della popolazione prosegue, anche se più attenuata, e nel 1971 l incremento medio annuo della popolazione, che si colloca già in una fase discendente, è comunque del 27 per mille. 3 A.-M. SERONDE BABONAUX, Roma. Dalla città alla metropoli, Roma, Editori Riuniti, 1984, p. 20.

4 454 Rossana Rosati L espansione della popolazione romana, anche se abbastanza continua nel tempo, ha comunque conosciuto delle spinte propulsive soprattutto in tre periodi (cfr. grafici 2-3): Grafico 2. Popolazione residente a Roma ai censimenti. Numeri indice. Periodo Grafico 3. Incremento relativo medio annuo (1) a Roma. Censimento dal 1871 al (1) Incremento medio annuo della popolazione per 1000 abitanti tra i censimenti, rispetto all ammontare della popolazione nel precedente anno di censimento. 1. dal 1870 agli inizi del XX secolo, con un valore dell incremento relativo medio annuo tra il 27 e il 29 per mille, ridottosi nel decennio successivo a causa della contrazione dei flussi migratori causata dalla forte crisi edilizia registrata nella città; 2. durante il ventennio fascista con valori superiori al 40 per mille; 3. dagli anni Cinquanta sino agli inizi degli anni Settanta. 4 Cfr. COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Popolazione e territorio dal 1860 al 1960, Roma, 1960;

5 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento Brevi cenni storici 1.2. Dalla proclamazione a capitale all inizio degli anni Settanta 4 Il peso demografico delle varie zone della città si è andato diversificando nel tempo dall originaria area urbana a quella periferica e anche all interno del centro urbano, rappresentato, fino al 1911 (anno in cui furono istituiti i primi quartieri urbani), dai rioni storici. Esaminando la crescita della popolazione (cfr. tabella 2) insediata nei rioni si registra la progressiva riduzione del peso demografico di quelli rinascimentali 5, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, Sant Eustachio, Pigna e Sant Angelo che da un iniziale concentrazione di popolazione, nel 1871, pari a quasi il 45 per cento della popolazione urbana passano a un valore, nel 1936, di circa l 8,5 per cento. Tabella 2. Popolazione presente a Roma nei rioni dal Censimento del 1871 al Censimento del Valori percentuali. Rioni Rinascimentali % pop.urbana 44,7 38,9 22,7 18,5 15,7 9,9 8,6 Orientali % pop.urbana 28,4 32,2 47,3 34,1 29,0 20,8 18,2 Meridionali % pop.urbana 6,1 6,1 6,7 6,7 7,3 5,5 4,3 Destra Fiume Tevere % pop.urbana 16,6 17,4 20,3 19,7 19,1 13,5 11,9 Fonte: Anne Marie Seronde-Babonaux, Roma. Dalla città alla metropoli, Editori Riuniti. I rioni della parte orientale 6 (inizialmente rappresentati da Monti, Trevi e Colonna e poi, per divisione interna del loro territorio, da Ludovisi, Sallustiano, Esquilino e Castro Pretorio) hanno avuto inizialmente, precisamente fino al 1911, una rapida evoluzione, per poi registrare una controtendenza negli anni a seguire. Con il censimento del 1936 si registra, comunque, per questi rioni, un valore significativo del peso demografico, il più elevato rispetto agli altri gruppi di rioni: il 18,2 per cento sul totale della popolazione urbana. COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, I censimenti del 1961 nel Comune di Roma, Roma, 1972; COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, I censimenti del 1971 nel Comune di Roma, Roma, 1978; COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Il 12 Censimento della popolazione a Roma, 25 ottobre 1981, supplemento al «Notiziario Statistico Mensile del Comune di Roma», Roma, 1985; COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Il 13 Censimento della popolazione a Roma, 20 ottobre 1991, Roma, dicembre A.M. SERONDE BABOUAUX, Roma, cit., p Ivi, p. 162.

6 456 Rossana Rosati I rioni del sud 7, Campitelli e Ripa (anch essi interessati da suddivisioni territoriali interne dovute alla creazione, all inizio del secolo, dei rioni di Testaccio, San Saba e Celio), presentano una situazione piuttosto stabile: infatti, se da un lato la realizzazione di Testaccio e l occupazione di San Saba e del Celio negli anni precedenti il 1921 ha portato un forte aumento di popolazione, dall altro le demolizioni effettuate intorno al Campidoglio per i rifacimenti urbani operati durante il ventennio fascista hanno provocato una perdita di popolazione stimabile in oltre 4000 unità. L ultimo gruppo 8, situato sulla destra del Tevere e comprendente i due rioni Trastevere e Borgo, ha avuto un andamento demografico decisamente positivo ma più regolare al suo interno: ambedue hanno visto accrescere la loro popolazione in maniera considerevole, anche se la costituzione dello Stato del Vaticano nel 1929 ha comportato un ridimensionamento del loro peso demografico. L evoluzione dei quartieri, che, si ricorda, sono stati istituiti a partire dal 1911, è stata decisamente più rilevante in quanto creati ex novo e pertanto privi di strutture urbanistiche che ne potevano limitare lo sviluppo edilizio (cfr. tabella 3). Tabella 3. Incremento relativo medio annuo (1) delle grandi suddivisioni territoriali ai censimenti. Periodo Suddivisioni CENSIMENTI Territoriali Toponomastiche Rioni - 28,45 26,54-1,31 14,97-7,15 5,13-1,77-34,32-30,04 Quartieri urbani - 63,28 99,62 194,87 40,19 66,11 25,18 Quartieri marini - 136,80 Totale quartieri - 63,28 99,62 194,87 40,19 68,72 26,91 Suburbio - 47,54 31,69 6,44 90,16 387,88-113,91 100,22-40,51 81,61 Agro Romano - 34,44 52,71 90,64 62,40 191,60-43,64 64,55 62,12 87,83 TOTALE COMUNE - 29,02 27,08 22,87 27,14 41,17 46,64 28,61 32,47 27,14 (1) Vedi nota Grafico 3. Va ricordato, però, che gli alti valori dell incremento relativo medio annuo registrati nei quartieri urbani non sono riferibili a una stessa porzione territoriale, in quanto le trasformazioni delle suddivisioni toponomastiche 9 che si sono succedute, dal 1911 in poi, in tutta l area esterna all originario centro urbano rappresentato dai rioni, hanno comportato un progressivo ampliamento dell area di pertinenza dei quartieri. Ciò non toglie che l indicazione che ne scaturisce è comunque significativa in termini di sviluppo demografico. La trasformazione di vaste aree rurali in zone urbanizzate, come conseguenza dello sviluppo della città, si evince anche dall alternarsi di decrementi 7 Ivi, p Ivi, p Si veda più avanti il capitolo 3 Il territorio.

7 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 457 e incrementi della popolazione nel Suburbio e nelle zone dell Agro, nell arco del periodo considerato. L analisi del peso demografico delle grandi suddivisioni territoriali nel loro complesso conferma quanto ora esposto, e inoltre per l area rionale fa emergere il fenomeno del progressivo spopolamento che la caratterizzerà fino ai nostri giorni. Innanzitutto nel periodo tra il 1921 e il 1936, a causa delle politiche urbanistiche del regime fascista e poi, nei periodi successivi, in seguito alla terziarizzazione che ha coinvolto tutto il Centro storico della città di Roma (cfr. tabella 4). Tabella 4. Peso demografico (1) delle grandi suddivisioni territoriali alle date dei censimenti. Periodo Suddivisioni CENSIMENTI Territoriali Toponomastiche Rioni 96,01 95,58 94,90 76,23 68,93 45,33 37,70 25,68 12,73 7,01 Quartieri urbani 17,97 23,07 32,62 52,23 58,58 73,45 72,32 Quartieri marini 1,15 2,15 Totale quartieri 17,97 23,07 32,62 52,23 58,58 74,60 74,47 Suburbio 2,53 2,89 3,06 2,65 3,97 13,72 4,79 8,39 3,77 5,38 Agro Romano 1,47 1,53 2,03 3,16 4,03 8,33 5,28 7,27 8,90 13,14 TOTALE COMUNE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 (1) Percentuale di popolazione residente nelle suddivisioni territoriali sul totale della popolazione residente nel comune. L esame delle componenti della dinamica naturale e migratoria che ci propone Anne-Marie Seronde Babonaux 10 è stato operato considerando due periodi: gli anni dal 1871 al 1941 e il secondo dopoguerra. Nel primo periodo la natalità, fatta eccezione per l elevato valore registrato negli anni compresi tra il 1881 e il 1888 (superiore al 32 per mille), passa dal 29 al 21,4 per mille. Nel contempo la mortalità registra una diminuzione costante fino a raggiungere l 11,4 per mille nel decennio a fronte di un tasso del 30,5 per mille rilevato agli inizi del primo periodo ( ). Nel dopoguerra il tasso di mortalità si attesta definitivamente sotto il 10 per mille, raggiungendo, nel 1971, un valore del 7,2 per mille. C è da rilevare, poi, la forte contrazione della mortalità infantile il cui tasso, fino al 1921, faceva registrare valori superiori a 100; questi diminuirono fino a raggiungere un valore dell 87 per mille nel 1946, del 67 per mille nel 1951 e del 17 per mille nel La dinamica migratoria, regolare e massiccia, ha inciso, come si è già rilevato, in misura determinante sull incremento totale della popolazione nel primo dei due periodi considerati: dal 1872 al 1882 con valori anche del 100 per cento, poi più bassi, ma sempre rilevanti, con oscillazioni tra il 62 e il 79 per cento. Il contributo delle diverse regioni italiane vede, naturalmente, il Lazio come maggiore fornitore di immigrati. L Italia settentrionale è presente soprat- 10 A.M. SERONDE BABONAUX, Roma, cit., p. 161.

8 458 Rossana Rosati tutto con i nativi del Piemonte, giunti a Roma in conseguenza del trasferimento dell apparato statale nella neonata capitale. Se nei primi anni di Roma capitale la presenza degli immigrati meridionali risulta trascurabile, questi diventano via via più presenti, compresi anche quelli provenienti dalle due isole. Nel periodo successivo al II conflitto mondiale e fino ai primi anni Settanta il numero di immigrati è di persone, con un contributo del 58 per cento all incremento totale della città. Periodi particolarmente rilevanti sono il triennio e i sette anni che vanno dal 1959 al 1965; in questo ultimo anno l apporto esterno all incremento della popolazione comincia a diminuire fino ad arrivare, tra il 1969 e il 1975, a un valore del 28 per cento. L apporto delle regioni meridionali diventa, in questo periodo, di grande rilievo, con un valore, nel periodo tra il 1955 e il 1961, pari al 40 per cento dell immigrazione totale. Complessivamente, se nel primo periodo considerato l incidenza del movimento migratorio sull incremento totale della popolazione risulta preponderante, anche per i riflessi che ha sulla dinamica della natalità, nel corso del secondo periodo, precisamente a partire dal 1965, la situazione si ribalta e si inizia a registrare un significativo rallentamento nella crescita della città. Estendendo l osservazione al territorio limitrofo alla città, alla provincia e alla regione, si può rilevare come nei comuni confinanti venga registrato, tra il 51 e il 61, un incremento relativo medio annuo (cfr. tabella 5 e grafico 4) di 5 Tabella 5. Popolazione residente e incremento relativo medio annuo (1) ai Censimenti dal 1951 al Dati per comune, provincia e regione. Censimenti v.a. Ir v.a. Ir Roma , ,1 Roma + comuni confinanti , ,0 Provincia , ,8 comuni confinanti con Roma , ,3 Regione Lazio , ,5 (1) Vedi nota grafico 3. Grafico 4. Incremento relativo medio annuo (1) ai Censimenti dal 1951 al Dati per comune, provincia e regione. (1) Vedi nota grafico 3.

9 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 459 punti superiore a quello del Comune di Roma, divario che aumenta sino a raggiungere i 9 punti di differenza nel periodo successivo, vale a dire tra il 1961 e il 1971: una sorta di ridimensionamento, anche se ridotto in termini numerici, del peso che la città ha sul suo hinterland rappresentato dai comuni limitrofi. Prendendo come termine di riferimento l area provinciale e regionale, si può invece constatare, per il periodo , il consolidamento (cfr. tabella 6) del peso demografico della città nell ambito dell area provinciale e regionale: in questo periodo il peso della popolazione romana rispetto all intera Provincia aumenta del 3 per cento, raggiungendo nel 1971 una quota pari a quasi l 80 per cento, mentre rispetto alla Regione arriva, nel 1971, a una quota pari a quasi il 60 per cento (più 5 punti percentuali rispetto al 1951). Tabella 6. Popolazione residente e incremento relativo medio annuo (1) ai Censimenti dal 1951 al Dati per comune, provincia e regione. Censimenti % % % Provincia di Roma 76,8 78,84 79,7 Roma + comuni limitrofi 90,81 90,5 89,88 Regione Lazio 54,44 55,27 59,32 (1) Vedi nota grafico 3. Territori 2. Dall inizio degli anni Settanta ai giorni nostri 2.1. Andamento demografico e confronti con il periodo precedente Con l inizio degli anni Settanta Roma perde lo slancio che l aveva portata alla soglia dei abitanti (cfr. tabella 7); la crescita continua in ma- Tabella 7. Incremento relativo medio annuo 1 della popolazione delle suddivisioni territoriali alle date dei censimenti ( ). Suddivisioni Territoriali CENSIMENTI Toponomastiche Rioni -30,04-18,34-10,57 Quartieri urbani 25,18-7,24-11,46 Quartieri marini 136,80 38,86-3,05 Totale quartieri 26,91-5,91-11,10 Suburbio 81,61 7,00 2,79 Agro Romano 87,83 56,23 28,75 TOTALE COMUNE 27,14 2,09-2,29 (1) Cfr. nota grafico 3.

10 460 Rossana Rosati niera più rallentata fino a registrare, tra il Censimento del 1981 e quello del 1991, un decremento: il primo della storia della capitale. Tra il 1971 e il 1981 il tasso di crescita di Roma, misurato con l Incremento relativo medio annuo, è di soli 2 punti all anno, mentre nel periodo successivo raggiunge valori negativi, scendendo a -2,29 per mille. Tabella 8. Movimento naturale e migratorio a Roma. Periodo Anni Movimento naturale Movimento migratorio Incr.tot Popolazione a fine anno Movimento naturale Movimento migratorio Popolazione a fine anno Anni Nati Morti Incr.nat. Iscritti Cancellati Incr.mig. MIncr.tot F M F Nati Morti Incr.nat. Iscritti Cancellati Incr.mig. M F MF (1) (1) (1) (1) (2) (2) (1) (3) (1) (3) (1) Popolazione rettificata sulla base dei risultati censuari (2) Dato risultante da operazioni di revisione concernenti gli atti dell'ufficio Anagrafe riferiti all'anno 1983 (3) Il distacco del Comune di Fiumicino (ex XIV circ.ne) ha comportato un movimento in uscita di abitanti. In quest ultimo periodo il valore positivo delle zone dell Agro romano (+28,75 per mille) e del Suburbio (+2,79 per mille) non basta a frenare questo declino demografico, vuoi per l intensità con cui si manifesta il fenomeno nel resto della città, vuoi per il basso peso demografico della popolazione residente in queste due aree. Anche se a basso peso demografico la zona dell Agro vede, comunque, in venti anni raddoppiare la sua popolazione, così come aumenta di più di 4000 unità quella dei suburbi. Complessivamente, nel 1991 la popolazione censita è inferiore di quasi 7000 unità rispetto a quella censita nel I dati annuali del bilancio demografico 11, negli anni successivi al 1991 (cfr. tabella 8), confermano il trend negativo della popolazione di Roma, anche se,

11 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 461 alla fine degli anni 1997 e 2000, si assiste a un lieve aumento della popolazione grazie al contributo di un saldo migratorio positivo: converrà attendere i dati dei prossimi anni per non rischiare di trarre conclusioni affrettate. Solo per il complesso dei rioni, che fa registrare un decremento di popolazione già da prima degli anni Settanta, c è un ridimensionamento di tale andamento: -10,57 per cento tra il censimento del 1981 e quello del Sta nel contempo attenuandosi quel fenomeno di attrazione che Roma ha sempre esercitato sul territorio circostante, provinciale e regionale (cfr. tabella 9 e grafici 5-6). Il peso demografico della popolazione romana su quella dell intera provincia scende, nel 1991, intorno al 73 per cento; parimenti l analogo valore, riferito però all intera regione, si attesta, nello stesso anno, su un valore pari a quasi il 54 per cento. Tabella 9. Popolazione residente e percentuale di popolazione residente a Roma sul totale della popolazione dei territori indicati. Censimento dal 1971 al Territori Popolazione residente Roma comune Provincia di Roma Regione Lazio % Comune su Provincia di Roma 79,70 76,85 73,79 % Comune su Regione Lazio 59,32 56,81 53,99 Grafico 5. Popolazione residente del comune su Provincia. Censimenti 1971, 1981 e COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Notiziario statistico mensile del Comune di Roma, Roma, anni dal 1970 al 1996; COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Annuario statistico, Roma, anni 1997 e 1998; COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATI- STICA E CENSIMENTI, Dati del movimento della popolazione residente, anni 1999 e Tra il 1951 e il 1961 si registra per il complesso dei rioni il più basso valore dell incremento relativo medio annuo: -34,32 per cento.

12 462 Rossana Rosati L analisi della dinamica demografica fornisce informazioni preziose sulle componenti che hanno determinato tale andamento e sul diverso peso che la dinamica naturale natalità e mortalità e la dinamica migratoria iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza hanno avuto nel determinarlo (cfr. tabella 8 e grafici da 7 a 10) 13. Il primo dato che colpisce è l inesorabile assottigliamento del valore dell incremento naturale, tanto che, per la prima volta nel 1986, i decessi superano i nati di 476 unità e dopo qualche anno, a partire dal 1993, c è un sopravanzare deciso dei primi sui secondi, con valori negativi dell incremento naturale che sino al 1999 oscillano tra le 1000 e le 4000 unità. L incremento migratorio, che nell arco del decennio compensa alcuni valori negativi con delle forti oscillazioni positive, nei 20 anni successivi indica, invece, chiaramente che il fenomeno migratorio a Roma ha radicalmente mutato direzione. Grafico 6. Popolazione residente del comune su regione. Censimenti 1971, 1981 e Grafico 7. Popolazione residente a Roma. Periodo I dati utilizzati, di fonte anagrafica, presentano forti oscillazioni tra un anno e l altro ma individuano comunque la tendenza dei fenomeni nei trent anni in esame.

13 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 463 Grafico 8. Incremento naturale e migratorio a Roma. Periodo Grafico 9. Natalità e mortalità a Roma. Periodo Grafico 10. Quozienti di immigrazione ed emigrazione a Roma. Periodo Tutto ciò risulta confermato dall analisi dei quozienti di natalità, di mortalità, di immigrazione e di emigrazione.

14 464 Rossana Rosati Infatti, le due curve della natalità e della mortalità iniziano a convergere dall inizio dei trent anni presi in esame e i tassi arrivano ad eguagliarsi nel Dopo un periodo di sostanziale parità, dal 1993 la natalità risulta essere più bassa. Anche i quozienti di immigrazione e di emigrazione pur oscillando vistosamente per l intero periodo confermano quanto già rilevato analizzando i valori assoluti. Le piramidi delle età proposte qui di seguito mettono a confronto i dati disponibili relativamente a due periodi distinti: il primo confronto riguarda i dati rilevati ai censimenti del 1971 e del 1991 (cfr. grafico 11), il secondo periodo considera la struttura per età della popolazione rilevata con elaborazioni compiute sul- Grafico 11. Piramidi delle età dei residenti ai censimenti del 1971 e del 1991.

15 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 465 Grafico 12. Piramidi delle età dei residenti iscritti in anagrafe. Anni 1995 e l anagrafe della popolazione a fine anno 1995 e a fine anno 1999 (cfr. grafico 12). Il grafico che si delinea con i dati registrati al 1991 somiglia più che a una piramide a un albero, nel cui tronco si evidenzia la forte contrazione delle nascite di cui si parlava in precedenza. Solamente nella parte superiore del grafico, e precisamente a partire dalla classe 15-24, si delinea la conformazione tipica della piramide. Anche la struttura della seconda piramide proposta conferma quanto rilevato nel periodo precedente, vale a dire una struttura della popolazione a scarso ricambio demografico e fortemente invecchiata, ma è pur vero che alla fine del quinquennio successivo non sembra di assistere a un sensibile peggioramento. D altra parte il saldo positivo dell incremento naturale registrato nell anno 1999, anche se non confermato nel successivo anno 2000, introduce un possibile cambiamento di tendenza che si intravede anche nel valore dell incremento migratorio 2000, pari a unità. 3. Il territorio 3.1. Le Suddivisioni Territoriali Toponomastiche: significato e storia Nel 1870 Roma capitale si estendeva su un territorio assai vasto ma poco urbanizzato e che ben si prestava ad accogliere le larghe quote di popolazione forestiera che a partire da quegli anni trasferirono la propria residenza

16 466 Rossana Rosati nella città determinandone lo sviluppo. Con il tempo l area di pertinenza del neonato comune subì una riduzione di circa il 29 per cento a causa delle revisioni dei confini comunali che si succedettero quasi costantemente fino al Tali variazioni, però, interessarono solamente territori periferici rispetto al centro abitato comunale 14 e, in quanto tali, non determinarono perdite rilevanti in termini di popolazione 15. All epoca il territorio di Roma presentava sostanzialmente due ben marcate tipologie di insediamento: l area urbanizzata, identificabile inizialmente nei Rioni storici con l annessa zona suburbana e l area dell Agro Romano. Ma successivamente, e fino all ultima variazione territoriale operata nel 1961, questa struttura si ampliò e si articolò in una partizione che prese il nome di Suddivisioni territoriali toponomastiche 16. Queste, nate inizialmente come strumento di tipo operativo finalizzato alla ripartizione territoriale per fini censuari, acquisirono una connotazione sempre più marcata in funzione del tipo di insediamento urbanistico dell area a cui si riferivano. Le Suddivisioni territoriali toponomastiche (cfr. cartografia 1) sono riconducibili a quattro grandi gruppi: * Rioni * Quartieri urbani e marini * Suburbi * Zone dell Agro Romano La zona urbana, racchiusa all inizio della storia del comune principalmente nelle antiche mura, si estendeva su una superficie (cfr. tabella 10) di circa 1456 ettari, circa l 1 per cento dell intero territorio comunale. Al 1860 quest area risultava ripartita in 14 rioni (cfr. cartografia n. 2) e tali suddivisioni toponomastiche, che rappresentano l insediamento più antico della città, vennero utilizzate in occasione del I Censimento della Popolazione romana (1871) 17 (cfr. grafico 13). Inizialmente definiti sulla base di confini politici, amministrativi, parrocchiali e giudiziari, i Rioni subirono continue modifiche fino al 1921 dovute generalmente a suddivisioni interne a quelli più periferici, parallelamente all espansione edilizia e demografica della città di Roma. Alcuni di questi, Monti, 14 COMUNE DI ROMA, UFFICIO DI STATISTICA E CENSIMENTI, Roma. Popolazione e territorio dal 1860 al 1960, Roma, 1960, p Ivi: M. Ficà Talamanca stima in abitanti la perdita subita in quasi 100 anni dal Comune di Roma a causa delle revisioni territoriali. 16 E. SONNINO-M. R. PROTASI-R. ROSATI, Aspetti demografici, sanitari e territoriali di Roma dal 1870 al 1940, in «Roma moderna e contemporanea», VII, 1-2, 1999, pp Cfr. E. SONNINO, Il movimento della popolazione e lo spopolamento del Centro storico di Roma, in «Notiziario Italia Nostra», 25, 1976.

17 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 467 Tabella 10. Superficie delle Suddivisioni Territoriali Toponomastiche ai censimenti. Periodo Suddivisioni CENSIMENTI territoriali Rioni 1.456, , , , , , , , , , , ,59 Quartieri urbani 3.561, , , , , , , , ,26 Quariteri marini 1.536, , , ,03 Totale quartieri 3.561, , , , , , , , ,29 Suburbio 8.962, , , , , , , , , , , ,63 Agro Romano , , , , , , , , , , , ,03 TOTALE COMUNE , , , , , , , , , , , ,54 Grafico 3. Superficie delle Suddivisioni Territoriali Toponomastiche. Anno Esquilino e Borgo, arrivarono a comprendere anche parte del territorio esterno alle Mura, tanto che, fino al 1921, si registra un aumento costante della superficie di pertinenza del complesso dei Rioni (fa eccezione la riduzione della superficie subita da Borgo a seguito della formazione dello Stato della Città del Vaticano nel 1929). L ultima modifica del 1921 porta a 22 il numero dei rioni. Con il Censimento del 1911 sorgono i primi 15 Quartieri urbani. L area di pertinenza dei quartieri urbani, a forte sviluppo di popolazione, subisce continui ampliamenti e modifiche. L ampia riforma della struttura territoriale della città, operata nel 1936, porta a raddoppiare l area urbanizzata dei quartieri, che da più di 3500 ettari di estensione passa a una superficie di quasi 9000 ettari; tutto ciò a scapito dell area dell Agro, che cede parte del suo territorio in misura del 13 per cento rispetto a quella iniziale del Con l ultima ridefinizione delle suddivisioni territoriali toponomastiche, operata nel 1961, si prende atto di un processo di urbanizzazione in progressiva espansione: si contano 32 Quartieri urbani. Nello stesso anno vengono istituiti 3 Quartieri marini, che occupano tutt oggi parte dell area del litorale romano. Pur distanti dal centro cittadino, i quartieri marini si connotano in senso urbano, grazie alla presenza di infrastrutture di collegamento con la città pro-

18 468 Rossana Rosati priamente detta (grosse arterie stradali, ferrovia, metropolitana). C è da dire, inoltre, che l espansione di Roma verso il mare era già stata avviata in epoca fascista: l architettura del nucleo originario di Ostia risale a quel periodo, così come la costruzione della via del Mare e l impianto del quartiere EUR che si congiunge al mare con la via Cristoforo Colombo. Il Suburbio, storicamente, comprendeva la fascia di territorio che si estendeva tra la città propriamente detta e il confine dell Agro Romano senza distinzioni territoriali al suo interno. Nel 1926 fu delimitato in 11 aree, che assunsero la denominazione del quartiere a cui erano adiacenti, rappresentandone di fatto lo sviluppo periferico. Questa area è quella che ha subito nel tempo il maggior numero di trasformazioni. Rispetto all estensione di ettari del 1936, nel 1961 vede infatti dimezzata la propria superficie. L Agro Romano si estendeva, nel 1871, per oltre ettari e subì riduzioni di territorio che, come dicevamo, furono dovute a ridefinizioni dei confini comunali con i comuni limitrofi: al 1951, dei circa ettari persi dalle zone dell Agro, solo sono da addebitarsi al passaggio ad altre suddivisioni territoriali per le riqualificazioni territoriali operate in occasione dei censimenti. Con il Censimento del 1871, comunque, l Agro viene suddiviso in 22 frazioni geografiche. Prima della costituzione del Comune di Fiumicino (ex XIV Circoscrizione) le zone risultanti dalla riqualificazione del 1961 sono 59 (cfr. grafico 14). Grafico 14. Superficie delle Suddivisioni Territoriali Toponomastiche. Anno La densità media della popolazione (cfr. tabella 11 e grafici 15-16) nell intero comune era, nel 1871, di 1 abitante per ettaro: un valore che però registra una forte variabilità tra i vari comparti della città. Nei rioni infatti la densità abitativa, pur di 140 abitanti per ettaro nel 1871, continua ad aumen-

19 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 469 Tabella 11. Densità della popolazione (abitanti per ettaro) nella Suddivisione Territoriali Toponomastiche al censimenti. Periodo Suddivisioni territoriali CENSIMENTI Rioni 140,82 180,88 249,54 246,27 283,14 270,94 277,89 270,53 179,68 125,70 102,65 91,79 Quartieri urbani 26,34 43,01 74,03 67,84 95,22 99,37 124,39 115,38 102,16 Quartieri marini 16,45 38,95 54,09 52,44 Totale quartieri 26,34 43,01 74,03 67,84 95,22 92,18 116,98 110,07 97,84 Suburbio 0,60 0,89 1,48 2,64 5,26 24,95 4,97 15,15 15,33 27,84 29,78 30,61 Agro Romano 0,02 0,02 0,04 0,08 0,14 0,42 0,37 0,92 1,54 2,90 4,53 5,83 TOTALE COMUNE 1,00 1,29 2,02 2,52 3,20 4,72 6,21 10,96 14,51 18,45 18,84 18,41 Grafico 15. Densità della popolazione (abitanti per ettaro) nelle Suddivisioni Territoriali Toponomastiche ai Censimenti dal 1871 al Area urbanizzata. Grafico 16. Densità della popolazione (abitanti per ettaro) nelle Suddivisioni Territoriali Toponomastiche ai Censimenti dal 1871 al Area non urbanizzata. tare fino al abitanti per ettaro, massimo valore raggiunto all interno del Centro storico di Roma. Nel periodo immediatamente successivo il valore della densità risente probabilmente dell esodo forzato cui furono costretti gli abitanti di alcuni rioni per i rifacimenti urbani portati avanti nel ventennio fascista e anche se nel 1936 il valore registra nuovamente un in-

20 470 Rossana Rosati cremento positivo, l andamento che si osserva fino all ultimo censimento del 1991 è rappresentativo dell esodo verso il resto della città causato anche dal processo di terziarizzazione riguardante la zona centrale della città. È ovviamente nei quartieri, zone per definizione ad intensa urbanizzazione, che si registra l aumento della densità abitativa (nel 1991 vi era concentrato il 62 per cento della popolazione): gli abitanti, infatti, si sono spostati via via verso i nuovi insediamenti, compresi i quartieri marini. Nel Centro storico sempre più terziarizzato si concentra al 1991 solo il 5 per cento della popolazione (cfr. grafico 17). Grafico 17. Popolazione residente nelle Grandi Suddivisioni Territoriali Toponomastiche ai Censimenti del 1871 e del Le Circoscrizioni Amministrative e le Zone Urbanistiche: definizione e caratteristiche Con il Censimento del 1961 le ridefinizioni territoriali che, come esposto nel precedente paragrafo, avevano accompagnato per quasi un secolo i mutamenti e lo sviluppo urbanistico della città si interrompono. Dopo più di dieci anni, e precisamente nel febbraio e nel maggio del 1972, sulla spinta di un più ampio processo di decentramento delle funzioni

21 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 471 statali (vedi la creazione delle Regioni) viene operata la ripartizione del territorio comunale in venti circoscrizioni 18 (cfr. cartografia 3). Queste, espressioni della autonomia comunale [ ] realizzano, mediante il decentramento di organi e servizi, la più ampia partecipazione popolare alla gestione amministrativa della comunità locale in attuazione del principio di autonomia sancito dall art. 128 della Costituzione 19. Di fatto rappresentano ripartizioni meramente amministrative che si sovrappongono, senza contenerle interamente, alle precedenti e antiche delimitazioni in uso rappresentate dalle Suddivisioni territoriali toponomastiche. La necessità di comprendere cosa fossero e cosa rappresentassero le Circoscrizioni, nel senso della loro identità, diventa, pertanto, un esigenza imprescindibile, considerato che queste si sviluppano, nella maggior parte dei casi, con una configurazione a spicchio comprendente zone a ridosso del centro della città, zone periferiche e zone extraurbane ricadenti nell Agro. A fronte di precise disposizioni legislative 20 richiamate nel 1977 dalla Regione Lazio 21 relative ai limiti dell applicazione dei limiti edilizi e dei rapporti urbanistici, il Comune di Roma delibera nella seduta pubblica del Consiglio comunale del luglio 1977 la Suddivisione del territorio comunale in zone urbanistiche di riferimento 22 (cfr. cartografia 4). Queste rispondono a un criterio di unitarietà urbanistica e, considerato che le zone urbanistiche debbono diventare i riferimenti territoriali fondamentali ai fini della pianificazione e gestione del territorio, si richiede che la disponibilità di dati statistici ne tenga conto 23. Le Zone Urbanistiche, pertanto, nella loro costruzione conterranno un numero intero di sezioni di censimento, che costituiscono il riferimento territoriale minimo di gran parte dei dati disponibili, in particolare di quelli demografici, e a loro volta le Circoscrizioni conterranno un numero intero di Zone urbanistiche. Le Suddivisioni Territoriali Toponomastiche sono considerate una partizione del territorio obsoleta e non più rispondente alla situazione urbanistica del momento, pur considerando che non si può prescindere da esse per le analisi storiche sulla città. 18 Cfr. GIUNTA MUNICIPALE DEL COMUNE DI ROMA, Deliberazione n del 30 maggio 1972, Precisazione dei confini delle 20 Circoscrizioni sulla base degli emendamenti approvati e modifica al grafico di cui alla deliberazione consiliare n. 693 dell 11 febbraio Regolamento per l esecuzione della legge sul decentramento amministrativo del Comune di Roma. Art. 1, Federazione romana del PCI, gruppo comunista in Campidoglio, Schede di documentazione su Roma, Legge 6 agosto 1967 n. 765 e Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n Cfr. Deliberazione del Consiglio comunale n del luglio 1977, Suddivisione del territorio comunale in zone urbanistiche di riferimento. 22 Ibidem. 23 Ibidem.

22 472 Rossana Rosati L obiettivo fondamentale della nuova suddivisione è quello di scomporre il territorio in parti dotate di una loro unità urbanistica affinché le informazioni ad esse riferibili possano essere attribuibili al loro interno con una certa uniformità. Ma tengono anche conto di obiettivi urbanistici in senso stretto (verde, servizi, eccetera), legati sia agli spostamenti e quindi all attrazione della zona, sia alla elaborazione del piano di sviluppo e di adeguamento della rete di vendita 24. Per la delimitazione delle nuove zone sono stati inoltre adottati alcuni criteri guida che hanno fissato limiti lungo i quali il tessuto urbanistico presenta soluzioni di continuità più o meno marcate (fiumi, linee ferroviarie, arterie di grande transito) 25, e che hanno enucleato grandi complessi omogenei (parchi pubblici, zone ferroviarie, servizi quali la città universitaria, eccetera); si è, infine, tenuto conto delle previsioni del Piano regolatore generale e delle relative prospettive di attuazione. La suddivisione del territorio di Roma in Zone urbanistiche portò all individuazione di 165 porzioni territoriali: 107 all interno del Grande Raccordo Anulare e 58 all esterno. Essa costituisce attualmente un valido supporto di conoscenza delle variegate realtà circoscrizionali. 4. Ipotesi di analisi classificatoria applicata al Comune di Roma 4.1. Problematiche e soluzioni adottate L analisi classificatoria per aree omogenee, che viene ora proposta per il periodo , rappresenta un ipotesi di lavoro sull utilizzazione di indicatori demografico-territoriali 26. Non è stata operata una scelta a priori rispetto alla partizione Territoriale da utilizzare Suddivisioni territoriali toponomastiche o Zone urbanistiche ma è stata verificata la disponibilità dei dati necessari alla costruzione di indicatori significativi, relativamente all una o all altra partizione. Le fonti di dati utilizzabili erano rappresentate dai Censimenti generali della popolazione e dall Archivio anagrafico della popolazione residente, ciascuna delle quali poteva, però, garantire la copertura informativa solamente di una parte del periodo interessato alla ricerca. 24 Ibidem. 25 Ibidem. 26 Cfr. A. RIZZI, Analisi dei dati, Applicazioni dell informatica alla statistica, La Nuova Italia Scientifica, 1989; M. FRAIRE-A. RIZZI, Elementi di Statistica, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1993.

23 Popolazione e territorio a Roma nell ultimo trentennio del Novecento 473 I trent anni oggetto di osservazione sono stati, pertanto, divisi in due periodi, e Per il primo periodo si poteva disporre dei dati di censimento del 1971, del 1981 e del 1991, rispetto ai quali le Suddivisioni territoriali toponomastiche rappresentavano la partizione territoriale alla quale riferire i dati a tutti e tre gli anni. Per il secondo periodo, invece, si poteva disporre della serie di dati di fonte anagrafica, con riferimento al 31 dicembre di ogni anno, già elaborati, oltre che per Suddivisione territoriale toponomastica, anche per Zone urbanistiche. Anche se i dati fruibili per i due periodi risultano disomogenei rispetto alla loro origine, con tutti i pregi e i difetti che ciascuna delle due fonti possiede, si è cercato di trarre più indicazioni possibili da ambedue le serie senza avventurarsi in confronti troppo serrati. D altra parte, utilizzare solo dati censuari, considerata la lontananza/vicinanza, rispettivamente dall ultimo e dal prossimo censimento, avrebbe limitato l analisi a soli venti anni. Inoltre, non esistono dati di fonte anagrafica, dettagliati e organizzati in archivi informatizzati, per l intero trentennio qui considerato: il 1992 è, infatti, il primo anno per il quale i dati della popolazione di fonte anagrafica risultano strutturati ai fini di un utilizzo statistico. Un ultima valutazione è stata operata sulla idoneità, dell una o dell altra partizione ad essere elementi di cluster: se da un lato, infatti, le Suddivisioni territoriali toponomastiche risultano le più idonee per le analisi con riferimenti temporali ante 1972, dall altro l utilizzo delle Zone urbanistiche (disponibili però solo a partire dal censimento del 1981) appare invece funzionale a un approccio circoscrizionale. Di fatto, nulla ha impedito di adottarle entrambe: le Suddivisioni territoriali Toponomastiche per il primo periodo, consentendo così l utilizzo dei dati del Censimento fin dal 1971; le Zone urbanistiche per l ultimo decennio. Considerata la diversità delle fonti di dati disponibili per ciascun periodo, gli indicatori utilizzati non risultano omogenei che all interno dei due periodi anzidetti. Gli indicatori definiti a partire dai dati censuari del 1971, 1981 e 1991 hanno riguardato le seguenti componenti: 1. Territorio (T) 2. Popolazione (P) 3. Famiglie (F) 4. Abitazioni (A). L intersezione tra le elaborazioni disponibili a ogni censimento ha portato alla definizione dei seguenti indicatori:

24 474 Rossana Rosati Codice P1 P2 P3 P4 P5 F1 A1 A2 T1 T2 Denominazione Indice di vecchiaia Indice di dipendenza economica % di popolazione di oltre 75 anni % bambini e ragazzi fino a 13 anni Peso demografico Numero medio di componenti per famiglia Stanze per abitazione Occupanti per abitazione Densità di popolazione (abitanti per ettaro) Densità edilizia (stanze per ettaro) Per l analisi condotta nel periodo sui dati di fonte anagrafica la costruzione degli indicatori si è limitata alle seguenti componenti: 1. Territorio (T) 2. Popolazione (P). La disponibilità delle elaborazioni sui dati di fonte anagrafica ha portato alla definizione dei seguenti indicatori, ai quali è stato aggiunto l Incremento relativo medio annuo: Codice Ir P1 P2 P3 P4 P5 P6 P8 T1 Denominazione Incremento relativo medio annuo Indice di vecchiaia Indice di dipendenza economica % di popolazione oltre i 75 anni % bambini e ragazzi fino a 13 anni compresi Peso demografico % di popolazione oltre i 65 anni % di donne nella popolazione ultra 65enne Densità della popolazione (abitanti per ettaro) Eliminando gli indicatori che presentavano un alto tasso di correlazione, sono stati utilizzati i seguenti indicatori: per l analisi : Codice Denominazione P1 Indice di vecchiaia P2 Indice di dipendenza economica P3 % di popolazione di oltre 75 anni

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