Capitolo 3. Il microcontrollore PIC16F877: architettura e periferiche utilizzate

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1 Capitolo 3 Il microcontrollore PIC16F877: architettura e periferiche utilizzate 40

2 3.1 Architettura Il microcontrollore PIC16F877 può presentare diversi tipi di contenitori: PDIP, PLCC, QFP. La scelta naturalmente è caduta sul package DIP a 40 pins (figura 3.1) che è il meno costoso ed il più facile da gestire. Le caratteristiche principali di questo dispositivo sono le seguenti [20]: Figura 3.1: Pin-out del PIC16F877 ˆ tutte le istruzioni hanno un singolo ciclo di clock eccetto rami di programma che richiedono 2 cicli; ˆ velocità operativa: DC clock di ingresso a 20MHz DC ciclo istruzione 200ns; ˆ fino a 8k x 14 words di Memoria Programma di tipo Flash fino a 368 x 8 bytes di Memoria Dati (RAM) fino a 256 x 8 bytes di Memoria Dati di tipo EEPROM; ˆ capacità di gestione interrupt fino a 14 sorgenti; ˆ stack hardware profondo 8 livelli; ˆ modalità di indirizzamento diretto ed indiretto; 41

3 ˆ reset Power-on (POR); ˆ timer Power-up (PWRT) e Oscillator Stert-up Timer (OST); ˆ timer Watchdog (WDT) con il proprio oscillatore R-C per operazioni affidabili; ˆ protezione del codice programmabile; ˆ funzionamento in modalità SLEEP per il risparmio energetico; ˆ opzioni dell oscillatore selezionabili; ˆ memorie FLASH e EEPROM in tecnologia C-MOS a bassa potenza e alta velocità; ˆ In-Circuit Serial Programming attraverso 2 pins, con alimentazione singola a 5V; ˆ il processore può accedere in lettura e scrittura alla memoria programma; ˆ intervallo di tensione nel quale il dispositivo può operare: 2.0V 5.5V; ˆ alta corrente di Sink: 25 ma; ˆ basso consumo energetico: <0.6 ma 3V, 4MHz; 20µA 3V, 32 khz; <1µA corrente di standby tipica. Le caratteristiche delle periferiche del dispositivo sono invece le seguenti: ˆ Timer0: timer/contatore ad 8 bit con prescaler ad 8 bit; ˆ Timer1: timer/contatore a 16 bit con prescaler, può essere incrementato durante la fase SLEEP attraverso un clock esterno; ˆ Timer2: timer/contatore ad 8 bit con un periodo di regstro di 8 bit, prescaler e postscaler; ˆ due moduli Capture, Compare, PWM; il modulo Capture è di 16 bit, massima risoluzione 12.5 ns; il modulo Compare è di 16 bit, massima risoluzione 200 ns; massima risoluzione del PWM: 10 bit; ˆ convertitore A/D a 10 bit multicanale; 42

4 ˆ porta seriale sincrona (Synchronous Serial Port, SSP) con SPI (modo Master) e I 2 C (Master/Slave); ˆ porta seriale USART (Universal Synchronous Asynchronous Receiver Transmitter) con indirizzi ad 8 bit più bit di parità (9 bit totali); ˆ porta parallela PSP (Parallel Slave Port) ad 8 bit, con i controlli esterni RD, W R e CS (occupando solo i pin 40/44); ˆ circuiteria di rivelazione Brown-out per il reset Brown-out (BOR). Nella figura 3.2 a pagina seguente è rappresentato lo schema a blocchi dell architettura interna del PIC16F877; verranno spiegate in dettaglio le parti che sono state fondamentali alla realizzazione di questo progetto. Andrò quindi a descrivere i blocchi principali che compongono il PIC16F877 partendo dalla memoria e dalle linee di I/O per continuare con le periferiche necessarie ad implementare le funzioni del nodo di sicurezza integrato: gli interrupt, il convertitore A/D, il modulo USART ed il modulo MSSP. 3.2 Organizzazione della memoria La memoria interna al dispositivo si può immaginare come una sequenza di celle, chiamate parole (words) tutte uguali tra loro e capaci di ospitare codici binari. Ciascuna delle N parole che formano la memoria è individuata da un indirizzo compreso tra 0 e N 1. Tramite l indirizzo si accede direttamente alla parola per leggerne o scriverne il contenuto. La parola è la più piccola unità di informazione indirizzabile della memoria, la lettura lascia lascia inalterato il contenuto della parola, mentre una nuova scrittura distrugge la precedente. La memoria del dispositivo è costituita da tre blocchi principali: ˆ Memoria Programma di tipo FLASH; ˆ Memoria Dati di tipo RAM; ˆ Memoria dati di tipo EEPROM. Ciascun blocco ha un prorio bus, in modo da potervi accedere separatamente durante lo stesso ciclo di clock. 43

5 Figura 3.2: Schema a blocchi del PIC16F877 44

6 3.2.1 Memoria Programma Flash La memoria programma ospita il programma in codice macchina preposto al funzionamrnto del microcontroller. Le celle di questa memoria accettano solo istruzioni ed eventuali valori costanti ( literal ) ma non i dati variabili che invece trovano posto nella RAM. Il microcontrollore inizia l esecuzione del programma a partire dal vettore di reset (reset vector) ovvero dall istruzione memorizzata nella prima locazione di memoria (000h). Dopo aver eseguito questa prima istruzione passa quindi all istruzione successiva memorizzata nella locazione 001h e così via. Se non esistesse nessuna istruzione in grado di influenzare in qualche modo l esecuzione del programma, il PICmicro arriverebbe presto ad eseguire tutte le istruzioni presenti nella sua memoria fino all ultima locazione disponibile. Si hanno però a disposizione istruzioni di salto, in grado di modificare il flusso di esecuzione del programma. Durante l esecuzione di queste istruzioni esso utilizza uno speciale registro chiamato Program Counter la cui funzione è quella di mantenere traccia dell indirizzo che contiene la prossima istruzione da eseguire. Questo registro viene incrementato automaticamente ad ogni istruzione eseguita per determinare il passaggio alla successiva. Al momento del reset esso viene azzerato, determinando così l inizio dell esecuzione a partire dall indirizzo 000h. L istruzione GOTO consente l inserimento a programma di un nuovo valore nel Program Counter ed il conseguente salto ad una locazione qualsiasi dell area di programma. La famiglia MCU Middle-Range, della quale fa parte il dispositivo in esame, hanno un Program Counter a 13 bit capace di indirizzare 8k x 14 bit parole di memoria programma, infatti la larghezza del bus relativo a questa memoria è di 14 bit. Poiché tutte le istruzioni sono contenute in una parola, un dispositivo con 8k x 14 words di memoria programma ha a disposizione uno spazio sufficiente per 8k istruzioni; questo fa si che sia molto facile stabilire se la program memory può contenere il programma per l applcazione desiderata. La Program Memory è divisa in 4 pagine di 2k parole ciascuna; gli indirizzi che delimitano le pagine sono: 0h 7FFh, 800h FFFh, 1800h 1FFFh. La figua 3.3 mostra la mappa di questa memoria insieme allo stack hardware profondo 8 livelli. Per saltare attraverso le pagine della Program Memory devono essere modificati i bit più significativi del Program Counter (PC) scrivendo il valore desiderato nello Special Function Register (SFR) PCLATH (Program Counter Latch High); se vengono eseguiti programmi sequenziali, il PC salterà la pagina senza interventi da parte dell utente. Quando si ha un reset, il Program Counter viene forzato all indirizzo 0000h (Reset Vector Address) e viene cancellato il contenuto del registro PCLATH. Quando viene riconosciuto un interrupt il PC viene forzato all indirizzo 0004h 45

7 Figura 3.3: Mappa della Memoria Programma 46

8 (Interrupt Vector Address) ed il PCLATH non risulta modificato. Però non appena si entra nella Service Interrupt Routine (ISR), il suo valore potrebbe essere riscritto e quindi è necessario salvare il suo contenuto così da essere richiamato al ritorno dall ISR. Il Program Counter specifica l indirizzo dell istruzione caricare per l esecuzione, ed ha una larghezza di 13 bit. Il byte basso è chiamato registro PCL. Il byte alto è chiamato PCH, contiene i bit PC<12:8> e non è direttamente leggibile e scrivibile a differenza del PCL: tutti gli aggiornamenti passano attraverso il registro PCLATH. Quando viene chiamata una istruzione di CALL per effettuare chiamate soubroutine, come per la GOTO viene scritto un nuovo indirizzo nel Program Counter; la differenza sostanziale consiste però nel fatto che prima di eseguire il salto, il PIC memorizza in un altro registro speciale, chiamato STACK, l indirizzo di quella che dovrebbe essere la successiva istruzione da eseguire se non si fosse incontrata la CALL. La memorizzazione degli indirizzi nello stack è di tipo LIFO, in cui l ultimo elemento inserito deve essere il primo ad uscire. Grazie a questa caratteristica è possibile effettuare più CALL annidate e mantenere sempre traccia del punto in cui riprendere il flusso al momento che si incontra una istruzione di RETURN. È importante assicurarsi che ci sia sempre una istruzione RETURN per ogni CALL per evitare disallineamenti dello stack che in esecuzione possono provocare errori. Lo Stack del PIC16F877 è ad 8 livelli, perciò permette una combinazione di 8 programmi chiamati ed interrotti all occorrenza, esso contiene l indirizzo di ritorno dalle ramificazioni nell esecuzione del programma principale. Lo spazio dello Stack non può far parte di altri programmi o spazio dati ed il puntatore allo Stack non è accessibile ne in lettura ne in scrittura. Il PC caricato sullo stack quando viene eseguita una istruzione CALL oppure un interrupt causa una ramificazione del programma. Lo stack è invece POPed al verificarsi dell esecuzione di una istruzione di RETURN, RETLW o RETFIE; quando esso è PUSHed o POPed il PCLATH non viene modificato. Dopo che lo stack è PUSHed 8 volte, il nono PUSH sovrascrive il valore immagazinato nel primo posto della pila, il decimo sovrascrive il secondo e così via. Non ci sono bit di stato che indicano condizioni di overflow o underflow dello stack. Per poter indirizzare più di 2k di memoria programma con gli 11 bit che compongono le istruzione di CALL e GOTO occorre utilizzare altri 2 bit che vengono presi dal PCLATH<4:3>, e il programmatore deve assicurare che i bit di selezione pagina (page select bits) corrispondano agli indirizzi della Program Memory desiderata. Quando invece viene eseguita una istruzione di RETURN l intero PC a 13 bit viene POPed dallo stack, e perciò non è richiesta la manipolazione dei bit PCLATCH<4:3>. 47

9 3.2.2 Memoria RAM La memoria destinata ai dati è una memoria RAM e contiene due serie di registri, gli Special Function Register (SFR) e i General Pourpose Register (GPR). I registri sono destinati all esecuzione delle operazioni e allo scambio delle informazioni fra la memoria e le altre unità del microcontrollore. I microcontrollori posseggono un numero limitato di registri, ma considerato che essi fanno parte integrante della RAM, sia dal punto di vista logico che fisico, si può utilizzare la RAM per attivarne altri e chiamarli con un nome a piacere. Gli SFR controllano le operazioni del dispositivo, essi controllano le periferiche e le funzioni di core, mentre i GPR costituiscono l area generale per lo stoccaggio di dati e le operazioni di scratch pad. La memoria dati è divisa in banchi per entrambe le aree GPR e SFR per permettere di indirizzare più di 96 byte di RAM General Pourpose. Per la selezione dei banchi occorrono naturalmente dei bit di controllo che si trovano nel registro STATUS (STATUS<6:5>, bit RP1 e RP0). La figura 3.4 mostra la mappa di organizzazione della memoria dati. Per muovere un valore da un registro all altro bisogna farlo passare attraverso l accumulatore W, infatti la differenza tra il registro W e le altre locazioni di memoria consiste nel fatto che, per referenziarlo, l unità logico-aritmetica non deve fornire nessun indirizzo di memoria, ma può accedervi direttamente. Questo significa che per tutti i movimenti registro-registro occorrono 2 cicli di istruzione. I registri GPR sono inizializzati all accensione del dispositivo (Power-on Reset) e non sono modificati dagli altri tipi di reset. Gli SFR sono usati dalla CPU e dai moduli periferici per controllare le operazioni del dispositivo, e sono implementati come static ram. Essi possono essere classificati in 2 gruppi, uno associato alle funzioni di core, l altro correlato alle funzioni periferiche. Qualcuno degli SFR viene inzializzato dal Power-on Reset e dagli altri reset, mentre gli altri non ne son influenzati. La Data Memory è partizionata in 4 banchi, ciascuno contiene General Pourpose Register e Special Function Register e per muoversi attraverso essi, quando si usa l indirizamento diretto, bisogna porre i bit RP0 RP1 nella configurazione corrispondente al banco desiderato (tabella 3.1) Ciascun banco si estende per 128 byte, le locazioni più basse sono riservate agli SFR mentre quelle alte ai GPR. Alcuni SFR che richiedono un elevato uso sono specchiati dal banco 0 in tutti gli altri in modo da ridurre il codice e velocizzare l accesso. L indirizzamento indiretto è un modo di indirizzare la memoria dati in cui l indirizzo di memoria nell istruzione non è fisso. Un SFR viene usato come puntatore alla locazione che bisogna leggere o scrivere, e poiché il puntatore è in RAM il con- 48

10 Figura 3.4: Mappa della Memoria RAM 49

11 RP1:RP0 Bank Tabella 3.1: Bit di selezione dei banchi di memoria tenuto può essere modificato dal programma per per creare ad esempio tabelle dove memorizzare dati. L indirizzamento indiretto è possibile usando il registro INDF. Ogni istruzione che utilizza INDF accede realmente al registro puntato dal File Select Register, FSR. Leggendo indirettamente lo stesso registro INDF (FSR=0) si leggerà 00h, invece scrivendo indirettamente su di esso si esegue una operazione nulla benché possono essere influenzati i bit di stato. Concatenando il bit IRP (STATUS <7>) agli 8 bit di FSR è possibile avere un indirizzamento a 9 bit Memoria Dati EEPROM La EEPROM Data Memory è leggibile e scrivibile durante le normali operazioni. Essa non è direttamente mappata nello spazio dei register file, è invece indirzzata indirettamente attraverso gli Special Function Register. Per leggere e scrivere su questa memoria vengono usati 4 SFR: ˆ EECON1; ˆ EECON2; ˆ EEDATA; ˆ EEADR. EEDATA mantiene gli 8 bit del dato per la lettura e la scrittura, EEADR trattiene l indirizzo della locazione EEPROM attualmente acceduta. Il registro ad 8 bit EEADR può accedere a 256 locazioni di Data EEPROM. Il registro EEADR può essere pensato come un registro di indirizzamento indiretto della EEPROM. EECON1 contiene i bit di controllo, mentre EECON2 è usato per iniziare il read/write. Il range di indirizzi comincia sempre da 0h e comprende l intera memoria disponibile. La EEPROM Data memory permette di leggere e scrivere byte, un byte scritto cancella automaticamente la locazione e scrive il nuovo dato (cancella prima di scrivere). Il tempo di scrittura è controllato da un timer on-chip, il write-time varierà 50

12 con la tensione e la temperatura come pure da chip a chip. Il registro EEADR può indirizzare fino ad un massimo di 256 bytes. I bit di indirizzo sono decodificati, perciò devono sempre essere a 0 per assicurare che l indirizzo si trova nello spazio di memoria della Data EEPROM. EECON1 è un registro di controllo i cui 5 bit più bassi non son fisicamente implementati. I tre bit più alti non sono implementati e in letttura danno 0. I bit di controllo RD e WR iniziano la lettura e la scrittura rispettivamente. Essi non possono essere cancellati ma solo settati via software. Vengono resettati via hardware alla fine dell operazione di lettura o di scrittura. Il bit WREN,che viene resettato all accensione, permetterà l operazione di scrittura una volta settato. Il bit WRERR viene settato quando una operazione di scrittura è interrotta da un reset MCLR o da un reset tme-out WDT durante il normale funzionamento. In queste situazioni, seguenti il reset, il programmatore può controllare il bit WRERR e riscrivere la locazione; il dato e l indirizzo non saranno modificati nei registri EEDATA e EEADR. Il bit di flag interrupt EEIF viene settato quando la scrittura è completa, e dovrà essere resettato via software. Il registro EECON2 non è un registro fisico, leggendo il suo contenuto si otterrà 0. Viene usato esclusivamente nelle sequenze di scrittura Data EEPROM. Per leggere una locazione nella Data Memory, il programmatore deve scrivere l indirizzo nel registro EEADR e quindi settare il bit di controllo RD (EECON1<0>). Il dato sarà disponibile nel ciclo di istruzione successivo, nel registro EEDATA; perciò può essere letto nell istruzione seguente. EEDATA manterrà questo valore fino ad un altra lettura o fino a che il programmatore non lo sovrascriverà (durante una operazione di scrittura). Per scrivere una locazione nella EEPROM, bisogna per prima cosa scrivere l indirizzo nel registro EEADR ed il dato nel registro EEDATA, e iniziare una specifica sequenza per iniziare la scrittura di ogni byte. La scrittura non inizierà se la sequenza non è eseguita correttamente (scrivere 55h in EECON2, scrivere AAh in EECON2 e settare il bit WR) per ciascun byte. Bisogna inoltre disabilitare gli interrupt durante questo segmento di codice, ed il bit WREN di EECON1 deve essere settato per abilitare la scrittura in modo da prevenire scritture accidentali nella EEPROM dovute ad una esecuzione sbagliata del codice. Il programmatore potrebbe lasciare resettato il bit WREN, eccetto quando si aggiorna la memoria. Il bit WR non viene cancellato via hardware. Dopo che una sequenza di scrittura è stata iniziata, cancellando il bit WREN non si influenza il ciclo di scrittura e WR sarà inibito a meno che il bit WREN non sia settato. 51

13 Alla fine del ciclo di scrittura, il bit WR viene cancellato via hardware e viene settato il EE Write Complete Interrupt Flag Bit (EEIF), il programmatore può abilitare questo interrupt o interrogare questo bit. EEIF deve essere cancellato via software. Per proteggere la EEPROM contro scritture spurie possono essere messi in atto vari meccanismi. All accensione WREN è cancellato. Anche il Power-up-time (72 ms di durata) previene scritture sulla EEPROM. La write initiate sequence e il bit WREN aiutano entrambi a prevenire scritture accidentali durante brown-outs, glitchers dell alimentazione e malfunzionamento software. Il modulo Data EEPROM non ha una sequenza di inzializzazione come altri moduli ma, come per la RAM general pourpose è buona idea inizializzare tutte le locazioni della data EEPROM con uno stato conosciuto. Per interfacciare il µc con il mondo esterno è opportuno soffermarsi sulle linee di I/O, il cui funzionamento è descritto nel paragrafo successivo. 3.3 Porte I/O Il PIC16F877 dispone di un totale di 33 linee di I/O organizzate in 5 porte denominate PORTA, PORTB, PORTC, PORTD, PORTE. La PORTA dispone di 5 linee configurabili sia in ingresso che in uscita identificate dalle sigle RA0, RA1, RA2, RA3, RA4; La PORTB dispone di 8 linee anch esse configurabili sia in ingresso che in uscita identificate dalle sigle RB0, RB1, RB2, RB3, RB4, RB5, RB6, RB7; anche la PORTC è una porta di I/O bidirezionale i cui pin sono indicati come RC7:RC0; la PORTD invece può essere configurata come porta I/O opuure come porta parallela slave per interfacciarsi con il bus di un microprocessore; infine la PORTE è costituita di tre linee RE2:RE0. La suddivisione delle linee in più porte è dettata dai vincoli dell architettura interna del dispositivo che prevede la gestione di dati di lunghezza massima pari ad 8 bit. Per la gestione delle linee di I/O da programma, il PIC dispone di 2 registri interni per ogni porta chiamati TRISA e PORTA per la porta A, TRISB e PORTB per la porta B e così via per le altre porte. I registri TRIS determinano il funzionamento in ingresso o in uscita di ogni singola linea, i registri PORT determinano lo stato delle linee in uscita o riportano lo stato delle linee in ingresso. Ognuno dei bit contenuti in questi registri corrisponde univocamente ad una linea di I/O. I pin di uso generale possono essere considerati come le più semplici periferiche. Essi permettono al PICmicro di controllare e monitorare altri dispositivi. Per ag- 52

14 giungere funzionalità e flessibilità al dispositivo, alcuni pin sono multiplexati con funzioni alternative. Queste funzioni dipendono da quali periferiche sono implementate nel dispositivo. In generale quando è attiva una periferica il pin corrispondente non può essere usato come un I/O generico. Per la maggior parte delle porte, la direzione di I/O del pin (ingresso o uscita) è controllata dal registro TRIS, data direction register. Il registro TRIS<X> controlla la direzione di PORT<X>. Un 1 nel TRIS fa si che la linea corrispondente sia un ingresso, mentre uno 0 la seleziona come uscita. La figura seguente (figura 3.5) mostra una tipica porta di ingresso uscita. Questo Figura 3.5: Tipica porta I/O schema non comprende funzioni periferiche che possono essere multiplexate sul pin di I/0. Leggendo il registro PORT si legge lo stato del pin mentre scrivendo su di esso si scriverà il flip-flop latch della porta. Tutte le operazioni di scrittura (come 53

15 le istruzioni BCF e BSF ) sono delle operazioni di read-modify-write, perciò una scrittura su una porta implica che il pin sia letto, il suo valore modificato, e quindi scritto sul F/F port data latch. Quando le funzioni periferiche sono multiplexate verso un pin di I/O generico, la funzionalità del pin cambia per far fronte alle richieste del modulo periferico. Un esempio ne è il modulo convertitore A/D, che forza il pin alla funzione perferica quando il dispositivo viene resettato. I pin PORT possono essere multiplexati con ingressi analogici e tensioni analogiche di riferimento (V REF ). L operazione di ciascuno di questi pin è selezionata, per essere un ingresso analogico o un I/O digitale, settando o resettando il bit di controllo nel registro ADCON1 (A/D Control Register). Quando è selezionato come un ingresso analogico, questo pin sarà letto come 0. I registri TRIS controllano la direzione del pin, anche quando esso è usato come ingresso analogico. Nella porta A il pin RA4 è un ingresso a Trigger Di Schmitt e un uscita open drain, tutti gli altri pin della porta hanno livelli di ingresso TTL e dei drivers di uscita CMOS. Tutti i pin hanno bit di direzione dato (registri TRIS) che li possono configurare come ingresso o come uscita. Settando un bit del registro TRISA si pone il corrispondente driver di uscita in modalità ad alta impedenza. Resetando il bit, invece, viene messo il contenuto del latch di uscita sul pin selezionato. La porta B è una porta bidirezionale di 8 bit, ed il corrispondente registro di direzione dati è TRISB. Anche qui settando un bit del registro TRISB si pone il corrispondente driver di uscita nella modalità di ingresso ad alta impedenza; mentre mettendo il bit a 0 il contenuto del latch di uscita passa sul pin selezionato. Ogni pin della porta B ha internamente un transistor di weak pull-up, cancellando un singolo bit di controllo, il bit RBP U (OPTION<7>), è possibile accendere tutti i pull-up. Il weak pull-up viene automaticamente spento quando la porta è configurata come uscita. I pull-up sono disabilitati all accensione dal Power-on Reset. Quattro pin della porta B, RB7:RB4, hanno una caratteristica di interrupt su cambiamento di stato. Soltanto i pin configurati come ingressi possono causare un interrupt, ad esempio se qualche pin tra RB7:RB4 è configurato come un uscita viene escluso dal confronto dell interrupt sul cambiamento di stato. I pin di ingresso (tra RB7:RB4) vengono comparati con il vecchio valore accumulato dall ultima lettura di PORTB, il disaccoppiamento prodotto da questa comparazione è mandato su una porta OR per generare il RB Port Change Interrupt con il bit di flag RBIF (INTCON<0>). L interrupt può svegliare il dispositivo dallo SLEEP, cioè farlo tornare attivo uscendo dalla modalità di funzionamento a basso consumo di potenza. Il programmatore, nell interrupt service routine, può cancellare l interrupt nalla seguente maniera: 54

16 a) una lettura o una scrittura sulla PORTB terminerà la condizione di disaccopiamento; b) cancellando il bit RBIF. Una condizione di disaccoppiamento continuerà a settare il bit di flag RBIF, ma leggendo il registro PORTB esso terminerà, e RBIF potrà essere resettato. Anche la porta C è cosituita di 8 linee bidirezionali. Ciascun pin è individualmente configurabile come ingresso o uscita tramite il registro TRISC. I pin della porta C hanno in ingresso un buffer Trigger di Schmitt. Quando si abilitano le funzioni periferiche, bisogna definire i bit del registro TRIS per ogni pin della porta. Infatti alcune periferiche controllano i bit TRIS rendendo i pin corrispondenti delle uscite, altre perferiche settano, invece, i pin come ingressi. La porta D ha le stesse caratteristiche della C, ma può essere configurata come una porta microprocessore di 8 bit (parallel slave port) settando il bit di controllo PSPMODE (TRISE<4>). In questo modo i buffer in ingresso sono di tipo TTL. La porta E possiede tre pin (RE0/RD/AN5, RE1/W R/AN6 e RE2/CS/AN7) che sono individualmente configurabili come ingressi o uscite, ed ed hanno in ingresso un buffer Trigger di Schmitt. I pin della porta E sono multiplexati con ingressi analogici, e quando vengono selezionati come tali, in lettura danno 0. Il registro TRISE controlla la direzione dei pin RE, anche quando vengono usati come ingressi analogici; ed in questo caso l operatore deve assicurare che siano degli ingressi. Un reset di accensione configura i pin come ingressi digitali. Quando il bit PSPMODE (TRISE<4>) è settato, I pin della porta E cominciano il controllo degli ingressi I/O per la porta microprocessore. In questa modalità l utente deve assicurarsi che i bit TRISE<2:0> siano settati, e che essi siano configurati come ingressi digitali. Bisogna anche assicurare che il registro ADCON1 sia configurato per I/O digitali, così che i buffer di ingresso siano TTL. 3.4 Gli Interrupt L interrupt è una particolare caratteristica dei microprocessori in generale che consente di intercettare un evento esterno, interrompere momentaneamente il programma in corso, eseguire una porzione di programma specializzata per la gestione dell evento verificatosi e riprendere l esecuzione del programma principale. Ci sono infatti eventi che può far comodo rilevare in un qualsiasi momento dell esecuzione del programma, come ad esempio l arrivo di una comunicazione seriale, l overflow di 55

17 un timer, oppure un fronte su di un pin. In questi casi entrano in gioco gli interrupt: ad un preciso evento richiesto, il controllore interrompe quello che stava facendo e passa ad una subroutine di interrupt. Nel caso della seriale, tale subroutine si incaricherà di ricevere correttamente il byte trasmesso dall esterno. Al termine della routine di interrupt il programma riprende dal punto in cui era stato lasciato. Il PIC16F877 ha fino a 14 sorgemti di interrupt [21]: ˆ il cambiamento di stato sulla linea RB0 (external interrupt, INT Pin Interrupt); ˆ la fine del conteggio del registro TMR0 (TMR0 Overflow Interrupt); ˆ il cambiamento di stato su una delle linee da RB4 a RB7 (PORTB Change Interrupt); ˆ il cambamento di stato del modulo Comparatore (Comparator Change Interrupt); ˆ interrupt sulla porta parallela (Parallel Slave Port Interrupt); ˆ interrupt sulla porta seriale (USART Interrupt); ˆ Receive Interrupt; ˆ Transmit Interrupt; ˆ la fine di una conversione A/D (A/D Conversion Complete Interrupt); ˆ interrupt sul modulo LCD (LCD Interrupt); ˆ la fine della scrittura su una locazione EEPROM (Data EEPROM Write Complete Interrupt); ˆ la fine del conteggio del timer TMR1 (Timer1 Overflow Interrupt); ˆ interrupt sul modulo Capture/Compare (CCP Interrupt); ˆ interrupt sulla porta seriale sincrona (SSP Interrupt). Qualunque sia l evento abilitato, al suo manifestarsi il PIC interrompe l esecuzione del programma in corso, memorizza automaticamente nello STACK il valore corrente del PROGRAM COUNTER e salta all istruzione presente nella locazione di memoria 0004h denominata Interrupt Vector. È a questo punto che nel codice bisogna inserire la subroutine di gestione degli interrupt denominata Interrupt Handler. Potendo abilitare più interrupt, tra i primi compiti dell interrupt handler 56

18 è la verifica di quale, tra gli eventi abilitati, ha generati l interrupt e l esecuzione della parte di programma relativo. Questo controllo può essere effettuato utilizzando gli interrupt flag. Siccome qualunque interrupt genera una chiamata alla locazione 0004h, nel registro INTCON sono presenti dei flag che indicano qual è l evento che ha generato l interrupt, ad esempio: ˆ INTF (INTCON<1>), se vale 1 l interrupt è stato generato dal cambiamento di stato sulla linea RB0 (IntPin Interrupt); ˆ TOIF (INTCON<2>), se vale 1 l interrupt è stato generato al termine del conteggio del TMR0 (RB Port Change Interrupt); ˆ RBIF (INTCON<0>), se vale 1 l interrupt è stato generato dal cambiamento di stato di una delle linee RB7:RB4 (TMR0 Overflow Interrupt). Esso contiene anche il bit di abilitazione degli interrut periferici (PEIE, Peripheral Interrupt Enable bit), che abilita o disabilita l interrupt periferico dal vectoring quando viene rispettivamente settato o azzerato. Lo schema logico degli interrupt del PIC16F877 è mostrato nella figura 3.6. Il bit di abilitazione globale degli interrupt, (GIE, Global Interrupt Enable, INT- CON<7>), abilita se settato, o disabilita, se resettato, tutti gli interrupt; esso viene inizializzato a 0 da un reset. La disabilitazione individuale di ciascun interrupt può essere fatta agendo sui bit corrispondenti del registro INTCON. Una vista dettagliata dei bit di questo registro e la descrizione delle loro funzioni si possono vedere in figura 3.7. Quando viene generato un interrupt il PIC disabilita automaticamente il bit GIE (Global Interrupt Enable) del registro INTCON in modo da disabilitare tutti gli interrupt mentre è già in esecuzione un interrupt handler. Per poter ritornare al programma principale e reinizializzare a 1 questo bit occorre utilizzare l istruzione di ritorno da un interrupt (RETFIE), che permette così di eseguire tutti gli interrupt sospesi. Non appena nell interrupt service routine la sorgente dell interrupt determinata dal polling dei flag di interrupt. Generalmete i bit di flag devono essere cancellati dall software prima di riabilitare l interrupt globale, onde evitare interrupt ricorsivi. I flag individuali vengono settati senza tener conto dei corrispondenti bit maschera o del bit GIE. Quando viene eseguita una istruzione che cancella il bit GIE, ogni interrupt che era in sospeso per l esecuzione nel prossimo ciclo viene ignorata. La CPU eseguirà una NOP (nessuna operazione) nel ciclo immediatamente seguente l istruzione che cancella il bit GIE. Gli interrupt che erano stati ignorati sono ancora in sospeso per essere serviti quando il bit GIE viene settato di nuovo. 57

19 Figura 3.6: Logica degli Interrupt [20] 58

20 Figura 3.7: Registro INTCON [20] 59

21 Siccome il dispositivo ha degli interrupt sulle periferiche ci sono altri registri, oltre al INTCON che li abilitano e che ne mantengono lo stato dei i flag: PIE1, PIE2, PIR1, PIR2. A seconda del numero di sorgenti di interrupt periferici ci possono essere più Peripheral Interrupt Enable register (PIE1, PIE2). Essi contengono i bit di abilitazione individuale, per gli interrupt periferici. Per abilitare gli interrupt periferici deve essere resettato il bit PEIE nel registro INTCON. La coppia di registri Peripheral Interrupt Flag (PIR1, PIR2) contengono i bit di flag individuali per gli interrupt periferici. I bit di flag interrupt vengono settati quando si verifica una condizione interrupt, senza tener conto dello stato dei corrispondenti bit di abilitazione o del GIE (INTCON<7>). Per questo il programma dovrebbe assicurare che gli appropriati bit di flag siano cancellati (dal software) prima di abilitare un interrupt e dopo averlo servito. La latenza di interrut è definita come il tempo che passa da un evento che genera l interrupt (quando il bit di flag viene settato) ed il momento in cui l istruzione passa all indirizzo 0004h comincia l esecuzione (quando questo interrupt è abillitato) [21]. Per gli interrupt sincroni (tipicamente interni) la latenza è di 3T CY. Per gli interrupt asincroni (tipicamente esterni), come l INT o i Port B Change Interrupt, la latenza sarà di T CY (ciclo istruzione). La latenza esatta dipende da quando si verifica l evento dell interrupt n relazione al ciclo istruzione. L interrupt esterno sul pin INT è triggerato sul fronte: sia su quello di salita se il bit INTEDG (OPTION REG<6>) è settato, oppure di discesa se INTDG è cancellato. Quando un fronte valido appare sul pin INT, il bit di flag INTF (INTCON<1>) viene settato. Questo interrupt può essere abilitato o disabilitato settando o cancellato, rispettivamente, il bit di abilitazione INTE (INTCON<4>). Il bit INTF deve essere cancellato via software nell interrupt service routine prima di riabilitarlo. L interupt INT può svegliare il processore dallo SLEEP, se il bit INTE era settato prima di entrare nello SLEEP. Durante un interrupt, sltanto il valore del PC è salvato nello stack. Di solito i programmatori possono voler salvare dei registri particolari durante un interrupt, ad esempio il registro W o lo STATUS. L azione d salvataggio dell informazione è comunemete chiamata PUSHing, mentre l azione di richiamo prima del return è detta POPing. Queste (PUSH e POP) non son istruzioni mnemoniche ma azioni concettuali. Esse possono essere implememntati da una sequenza di istruzioni. Per una comoda modularità del codice le linee che la implementano possono essere scritte dentro delle macro. 60

22 3.5 Il convertitore A/D Una delle periferiche più importanti dei PIC è quella relativa al convertitore A/D (Analogico/Digitale). Il PIC 16F877 ha 8 ingressi analogici che permettono la conversione di un segnale di ingresso analogico, il cui valore oscilli tra 0 e V DD oppure tra 0 ed una tensione esterna di riferimento, in un corrispondente numero digitale a 10 bit. Essendo presente un solo modulo convertitore, gli ingressi devono essere multiplexati da una logica interna, l uscita del multiplexer viene inviata ad un circuito di sample and hold che a sua volta pilota il vero e proprio convertitore, che genera il risultato per approssimazioni successive, come si può notare in figura 3.8 e La figura 3.8 mostra il diagramma a bloccghi del modulo A/D. Il segnale Figura 3.8: Diagramma a blocchi del modulo A/D 61

23 viene comparato con la metà della tensione di riferimento e, se maggiore, il bit MSB del risultato viene posto a 1 ; viceversa se il segnale risulta minore, tale bit è posto a zero. La comparazione successiva viene eseguita con la tensione di riferimento ridotta ad un quarto ed il bit interessato è il MSB-1 ovvero il bit 8. Si procede in questo modo (dimezzando ogni volta la tensione di comparazione) fino ad arrivare all LSB (bit 0). Con tale procedimento il tempo, per qualsiasi conversione è ben definito ed equivale al tempo di 10 comparazioni. Quindi se il segnale in ingresso vale 1 oppure 4 V il tempo di conversione sarà lo stesso. La tensione di riferimento analogica è selezionabile dal software tra la tensione di alimentazione positiva e negativa (V DD e V SS ) e il livello sui pin V REF (V REF + sul pin AN3 e V REF su AN2). Il convertitore A/D ha la caratteristica di poter operare quando il dispositivo è in modalità SLEEP, a patto di aver settato il clock A/D come derivato dall oscillatore RC interno al convertitore. Il modulo A/D possiede 4 registri [20]: ˆ A/D Result Hig register (ADRESH); ˆ A/D Result Low register (ADRESL); ˆ A/D Control register 0 (ADCON0); ˆ A/D Control register 1 (ADCON1). Il registro ADCON0 controlla le operazioni del modulo A/D, mentre il registro ADCON1 configura le funzioni dei pin della porta A; questi pin possono essere configurati come ingressi analogici (RA3 può essere anche un riferimento di tensione) o come I/O digitali. I registri ADRESH e ADRESL contengono il risultato a 10 bit della conversione A/D. Quando essa è completa il risultato viene caricato nella coppia di registri A/D result, il bit GO/DONE (ADCON0<2>) viene cancellato e il bit di flag dell interrupt A/D, ADIF, viene settato. L insieme dei registri e dei bit associati alla conversione analogico/digitale è riportato nella figura 3.9 Il canale di ingresso analogico deve avere il corrispondente bit del registro TRIS selezionato come ingresso. Dopo che il modulo A/D è stato configurato, prima che inizi la conversione deve essere acquisito il canale selezionato, e dopo che è passato il tempo di acquisizione può cominciare la conversione A/D che dovrebbe essere svolta secondo i passi elencati di seguito [21]: 1. configurare il modulo A/D; ˆ configurare i pin analogici, la tensione di riferimento e gli I/O digitali (ADCON1); ˆ selezionare i canali di ingresso A/D (ADCON0); 62

24 Figura 3.9: Registri e bit associati al modulo A/D ˆ selezionare il clock di conversione A/D (ADCON0); ˆ accendere il modulo A/D (ADCON0); 2. configurare gli interrupt A/D; ˆ cancellare il bit ADIF; ˆ settare il bit ADIE; ˆ settare il bit PEIE; ˆ settare il bit GIE 3. aspettare il tempo di acquisizione richiesto; 4. inizio conversione; ˆ settare il bit GO/DONE (ADOCON0); 5. aspettare il completamento della conversione A/D da uno dei seguenti eventi: ˆ polling per controllare la cancellazione del bit GO/DON E, oppure ˆ aspettare che si verifichi un interrupt A/D; 6. leggere il risultato della conversione nella coppia di registri ADRESH:ADRESL, cancellare il flag ADIF se richiesto; 7. per la prossima conversione si può tornare al passo 1. o al passo 2. a seconda della necessità. Il tempo di conversione per ogni bit è definito come T AD. 63

25 Prima che cominci la prossima acquisizione è richiesto un minimo di attesa di 2T AD. La figura 3.10 mostra la sequenza di conversione e i tempi usati. Il tempo di Figura 3.10: Cicli T AD nella conversione A/D acquisizione è il tempo per cui il condensatore di holding del modulo A/D è connesso al livello di tensione esterno. C è poi il tempo di conversione di 12 T AD, che è l intervallo tra il settaggio del bit GO e la fine della conversione. La somma di questi due tempi rappresenta il tempo di campionamento. Per avere la precisione specificata del convertitore A/D bisogna che al condensatore di tenuta di carica C Hold sia permesso di caricarsi completamente al livello della tensione di imgresso (figura 3.11). A questo proposito si possono fare le seguenti considerazioni: Figura 3.11: Modello dell ingresso analogico 64

26 ˆ l impedenza della sorgente analogica e quella interna di campionamento (R SS ) influiscono direttamente sul tempo richiesto per caricare C Hold ; ˆ la resistenza massima raccomandata per una sorgente analogica è 10 kw; ˆ il tempo di acquisizione diminuisce con R S ; ˆ l impedenza di switch R SS varia con la tensione di alimentazione V DD. Dopo aver selezionato il canale d ingresso analogico l acquisizione deve essere fatta prima di cominciare la conversione, per stabilirne la durata minima può essere usata l equazione della figura Essa assume che si utlizza un errore di 1/2 LSB Figura 3.12: Calcolo del tempo di acquisizione (1024 passi per la conversione) che è il massimo errore permesso perché la conversione incontri la risoluzione specificata. Il tempo di conversione A/D di ogni bit è indicato come T AD quindi la conversione a 10 bit richiede un tempo pari a 11.5 T AD per essere portata a termine. La sorgente del clock di conversione A/D è selezionabile via software tra le 4 possibili scelte appresso elencate: ˆ 2T OSC ; ˆ 8T OSC ; ˆ 32T OSC ; ˆ oscillatore RC interno. Per una corretta conversione il clock di conversione A/D (T AD ) deve essere selezionato per assicurare un minimo T AD di 1.6 µs. La figura 3.13 mostra il tempo T AD risultante derivato dalla frequenza del dispositivo e dal clock A/D selezionato. 65

27 Figura 3.13: T AD corrispondente alla frquenza operativa del dispositivo I registri ADCON1 e TRIS controllano le operazioni dei pin della porta A/D, i pin che si vuole configurare come ingressi analogici devono avere i corrispondenti bit del registro TRIS settati (ingresso) perché se essi sono a 0 verrà convertito il livello digitale di uscita (V OH oppure V OL ). Per cominciare una conversione abbiamo detto che deve essere settato il bit GO/DONE, ma ciò non può avvenire nella stessa istruzione che accende l A/D, a causa del tempo di acquisizione richiesto. Se invece si cancella GO/DON E durante la conversione questa verrà interrotta, la coppia di registri che contiene il risultato della conversione non sarà aggiornato con quella parziale. ADRESH:ADRESL continueranno a contenere l ultimo valore completo o l ultimo valore scritto in essi. Dopo l interruzione della conversione bisogna aspettate 2T AD prima di cominciare una nuova acquisizione. Dopo 2T AD l acquisizione sul canale selezionato comincia automaticamente. La coppia di registri ADRESH:ADRESL rappresentano la locazione dove viene caricato il risultato a 10 bit della conversione A/D, essi hanno una larghezza complessiva di 16 bit. Il modulo A/D da la flessibilità di giustificare a sinistra o a destra i 10 bit del risutato nei 16 bit del registro risultato a seconda del valore del bit A/D Format Select (ADFM). La figura 3.14 mostra l operazione della giustificazione del risultato A/D. I bit extra vengono caricati come 0. Quando l A/D è disabilitato questi registri possono essere usati come registri di uso generale. Il modulo A/D può operare durante la modalità SLEEP, ma si richiede che la sorgente del clock A/D sia settata su RC (ADCS1:ADCS0= 11 ). Con questa opzione il modulo A/D aspetta un ciclo istruzione prima di cominciare la conversione in modo da permettere alla istruzione SLEEP di essere eseguita. La conversione durante lo SLEEP fa si che vengano eliminati tutti i rumori interni di switching. 66

28 Figura 3.14: Giustificazione del risultato [20] Quando la conversione è completata il bit GO/DON E sarà cancellato, e il risultato caricato nel registro ADRES. Se l interrupt A/D è abilitato, il dispositivo verrà svegliato dallo SLEEP altrimenti, il modulo A/D verrà allora spento, sebbene il bit ADON rimarrà settato. Quando la sorgente del clock A/D non è RC una istruzione di SLEEP causa l interruzione della conversione corrente e lo spegnimento del modulo A/D (per risparmiare energia), sebbene il bit ADON rimarrà settato. Per permettere la conversione durante lo SLEEP bisogna assicurarsi che l istruzione SLEEP stia immadiatamente dopo quella che setta il bit GO/DON E. In sistemi dove la frequenza del dispositivo è bassa, è preferito l uso del clock RC mentre a frequenze medie o alte, T AD può essere derivato dall oscillatore del dispositivo. L errore assoluto del convertitore, cioè la massima deviazione di una transizione reale rispetto ad una transizione ideale per ogni codice, include la somma di tutti i contributi: errore di quantizzazione, errore di non linearità integrale, errore di non linearità differenziale, errore di fondo scala, errore di off set. L errore assoluto del convertitore A/D è specificato esserre < ±1LSB per V DD = V REF, ma comunque la precisione del convertitore A/D diminuisce al divergere di V DD da V REF. Per un dato intervallo di tensioni di ingresso, il codice digitale di uscita sarà lo stesso. Questo è dovuto alla quantizzazione dell ingresso analogico in un codice digitale. L errore di quantizzazione è tipicamente di 1/2 LSB ed è innato al processo di conversione analogico/digitale; la sola strada per ridurlo è quella di incrementare la risoluzione. L errore di off-set è la differenza tra la tensione ideale di ingresso relativa a 1/2 LSB e quella reale che invece provoca la transizione tra 0 e il primo LSB [11]. Gli errori di off-set traslano l intera funzione di trasferimento. 67

29 L errore di guadagno è la differenza tra la tensione ideale di ingresso che dovrebbe generare un codice uguale al fondo scala e il vero valore che invece genera tale codice. Questo errore altera la pendenza della curva di risposta reale rispetto a quella ideale [11]. La differenza tra l errore di guadagno e l errore di fondo scala è che l errore full-scale non tiene conto dell errore di off-set. L errore di non linearità si riferisce all uniformità del cambiamento del codice. Errori di non linearità possono essere calibrati fuori dal sistema. L errore di non linearità integrale misutra la transizione reale del codice contro la transizione del codice adattata dall errore di guadagno per ogni codice. La non linearità differenziale è la massima deviazione, espressa in LSB, che si può avere rispetto alla transizione ideale del codice. Se la differenza è maggiore di ±1 LSB si ha la perdita del codice di uscita [11]. Se la tensione di ingresso eccede i valori limite (V DD o V SS ) per più di 0.3 V, allora la precisione della conversione è fuori dalle specifiche. A volte aggiunto un filtro RC esterno con funzione di anti-aliasing. La resistenza R può essere selezionata per assicurare che l impedenza totale della sorgente sia mantenuta sotto i 10 kw raccomandati dalle specifiche. Ogni componente esterno connesso (attraverso alta impedenza) ad un pin di ingresso analogico (condensatore, diodo zener, ecc.) deve avere una corente di perdita (leakage) sul pin molto piccola. La funzione di trasferimento ideale del convertitore A/D è definita come segue: la prima transizione si ha quando la tensione di ingresso analogica (V AIN ) è 1 LSB (o V REF analogica/1024). Sia quella ideale che quella reale sono mostrate in figura Modulo USART Il modulo Universal Synchronous Asynchronous Receiver Transmitter (USART), conosciuto anche come Serial Communication Interface (SCI), è uno dei due moduli di I/O seriale che possiede il PIC16F877. Le modalità di funzionamento della perferica sono le seguenti: asincrona full-duplex (per comunicare con terminali dispositivi periferici quali terminali CRT e PC), sincrona-master half-duplex e sincrona-slave half-duplex (per comunicare con periferiche come circuiti intedrati A/D e D/A o EEPROM seriali ecc.). I registri che controllano la trasmissione, la ricezione e lo stato della periferica USART sono il TXSTA e il RCSTA, la cui funzioni sapecifiche sono riportate nella figure 3.16 e Per selezionare il funzionamento dei pin RC6/TX/CK e RC7/RX/DT del PIC come USART devono essere settati i bit SPEN (RCSTA<7>) e TRISC<7:6>. La possibilità di funzionamento full-duplex deriva dal fatto che sono contemporaneamente presenti due sezioni, una per la trasmissione 68

30 Figura 3.15: Funzione di trasferimento del convertitore A/D [20] 69

31 Figura 3.16: Registro TXSTA [20] 70

32 Figura 3.17: Registro RCSTA [20] 71

33 ed una per la ricezione con un unico componenete in comune: il generatore di baud rate (BRG). Esso è l unico componente comune alle due sezioni e serve sia per l operatività sincrona che per quella asincrona. È costituito dal registro SPBRG, che controlla il funzionamento di un timer ad 8 bit, e da un divisore. Nel modo asincrono il bit BRGH (TXSTA<2>) controlla anche il baud rate, mentre viene ignorato nel modo sincrono. Dati il baud rate desiderato e la frequenza dell oscillatore F OSC, per calcolare il corretto valore da inserire nel registro SPBRG ed i settaggi dei bit SYNC e BRG del registro TXSTA si hanno a disposizione tre semplici formule come si può vedere dalla tabella 3.2, dove la X rappresenta il numero compreso tra 0 e 255 da inserire nel registro SPBRG. Per facilitare i calcoli la Microchip offre le tabelle per le frequenze SYNC BRGH=0 BRGH=1 (bassa velocità) (alta velocità) 0 BaudRate = F OSC /(64 (X + 1)) BaudRate = F OSC /(16 (X + 1)) (mod. asinc.) 1 BaudRate = F OSC /(4 (X + 1)) N/A (mod. sinc.) Tabella 3.2: Formule per il Baud Rate di clock più comuni e per i baud rate più impiegati [20]. Può essere conveniente usare la modalità ad alto baud rate (BRGH=1) anche per bassi clock di baud, perché l equazione F OSC /(16 (X + 1)) può, in alcuni casi, ridurre l errore di baud rate. Come abbiamo visto nel paragrafo 2.4 la comunicazione tra il PIC ed un PC attraverso il bus RS-485 su due fili soltanto richiede che la comunicazione sia di tipo Half Duplex con il PC che funge da master ed il PIC16F877 da Slave. Per tale ragione in questo paragrafo verrà descritta soltanto la parte del modulo USART che riguarda trasmissione e ricezione nella modalità Slave Sincrona Trasmissione nella modalità Slave Sincrona Nella modalità sincrona il dato è trasmesso in maniera half-duplex (trasmissione e ricezione non avvengono nello stesso momento), quando si è in trasmissione la ricezione è inibita e viceversa. La modalità sincrona viene abilitata settando il bit SYNC (TXSTA<4>) e settando il bit SPEN (RCSTA<7>) i bit RC6/TX/CK e RC7/RX/DT vengono configurati risettivamente come CK (colck) e DT (linea dato); infine la modalità slave si configura azzerando il bit CSRC (TXSTA<7>). Il diagramma a blocchi del trasmettitore USART è mostrato in figura Il cuore 72

34 Figura 3.18: Schema a blocchi del trasmettitore USART [20] di questa sezione è il transmit shift register TSR che prende i dati dal read/write transmit buffer register TXREG, a sua volta caricato via software. Il registro TSR non è caricato finche non viene trasmesso l ultimo bit del dato precedente, non appena questo avviene il TSR viene riempito con un nuovo dato dal TXREG in un ciclo istruzione. Quest ultimo rimane allora vuoto, ciò provoca il settaggio del bit di flag interrupt TXIF (PIR1<4>) senza tener conto dello stato del bit di abilitazione TXIE (PIE1<4>); TXIF sarà resettato al caricamento di un nuovo dato in TXREG. Mentre il bit TXIF indica lo stato di TXREG, un altro bit TRMT (TXSTA<1>) mostra lo stato del registro TSR; è un bit a sola lettura settato dallo svuotamento di TSR, non è associato a nessun interrupt e non è mappato nella RAM così da poter essere interrogato dal programmatore per vedere lo stato di TSR. La trasmissione è abilitata settando il bit di abilitazione TXEN (TXSTA<5>), ma non comincerà fin quando TXREG non è stato caricato con il dato. Il primo bit del dato verrà shiftato fuori sul fronte di salita del clock sulla linea CK. Il dato in uscità sarà stabile nell intorno del fronte di discesa del clock sincrono. La trasmissione può anche cominciare dopo aver caricato il registro TXREG, cosa vantaggiosa quando si utilizzano bassi baud rate. Se durante la trasmissione viene cancellato il bit TXEN oppure vengono azzerati CREN o SREN, essa sarà interrotta, il trasmettitore resettato e i pin DT e CK portati ad alta impedenza (per la ricezione). Per selezionare la trasmissione a 9 bit, deve essere settato il bit TX9 (TX- STA<6>) e il nono bit del dato deve venir scritto in TX9D (TXSTA<0>) perché la scrittura del dato in TXREG sia un trasferimento immediato in TSR (se questo è vuoto). Il 9 bit deve essere scritto prima di scrivere gli 8 bit dato sul TSR, se questo 73

USART PIC 16F876. R/W-0 R/W-0 R/W-0 R/W-0 U-0 R/W-0 R-1 R/W-0 CSRC TX9 TXEN SYNC _ BRGH TRMT TX9D Bit 7 Bit 6 Bit 5 Bit 4 Bit 3 Bit 2 Bit 1 Bit 0

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