Copyright Alessandro de Simone

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1 1 Copyright Alessandro de Simone 2005 ( - È vietato trascrivere, copiare, stampare, tradurre, riprodurre o divulgare il presente documento, anche parzialmente, senza l autorizzazione scritta dell autore. I siti Internet, le case editrici e le pubblicazioni di settore che intendano utilizzare questo documento possono contattare l autore (hardware@alessandrodesimone.net) per gli accordi del caso. Copyright Alessandro de Simone 2005 ( No transcribing, no copyng, no reproducing, no translating, no printing, no publishing this document even if partially without author s written authorization. Websites and publishing house who wish to employ this document must write the author (hardware@alessandrodesimone.net). Premessa In questa sezione si descrivono le fasi da compiere per montare un PC, recuperando elementi da uno (o più) PC ormai abbandonati. Gli scopi che si intendono raggiungere sono molteplici: 1) Fare considerazioni opportune sugli elementi da acquistare (nell eventualità che fosse necessario). 2) Determinare la corretta successione delle azioni da compiere. 3) Individuare situazioni particolarmente delicate del montaggio e indicare il comportamento da tenere in conseguenza. 4) Analizzare speciali difficoltà che si possono incontrare. Il documento che state leggendo, inoltre, potrà essere costantemente aggiornato con precisazioni e chiarimenti nel caso in cui, per esempio, dovessero giungere richieste in tal senso, oppure se verranno introdotte ulteriori variazioni all hardware del PC descritto. Il PC in questione, come accennato, non è costruito ex-novo, ma deriva dallo sventramento di un vecchio PC (ormai in disuso) contenuto all interno di un cabinet in formato Big Tower che dopo essere stato svuotato (come vedremo tra breve) verrà tra qualche mese utilizzato per costruire un nuovo PC basato su architettura a 64 bit. Quando sarà il momento cioè quando Microsoft renderà disponibile la versione Windows 64 verrà acquistata una moteherboad, oltre a schede e accessori vari, magari capaci di utilizzare la tecnologia RAID. Verrà anche sfruttata fino in fondo la doppia disponibilità dei connettori EIDE (Parallel ATA) e SATA (serial ATA), che favoriranno se del caso sia l impiego di tecnologia RAID, sia l utilizzo di numerosi lettori / masterizzatori ottici (si prevede l impiego, infatti, di almeno quattro, tra lettori e masterizzatori). Ovvio che il numero di elementi impiegati richiederà un numero di bay piuttosto numeroso, tale da giustificare l utilizzo di un cabinet in formato Big Tower. In definitiva, il presente Tutorial trae spunto dalla necessità di liberare un cabinet (per evitare inutili spese future) e nel contempo di ricavare un PC ancora dignitoso

2 2 (magari da regalare a qualche conoscente) da sistemare in un cabinet super-economico, acquistato per l occasione. L esperienza descritta in questo Tutorial è quindi utile per coloro che, avendo ancora qualche timore a costruire un PC nuovo di zecca, sono tuttavia disponibili a investire alcune decine di euro per realizzare un PC con elementi (schede, motherboard, lettori, hard disk ) magari recuperati da altri PC non più in uso: in caso di eventuale disastro, il danno economico sarà certamente più sopportabile Il cabinet Con tali premesse, va da sé che l alimentatore originale del vecchio case Big Tower (di appena 300 watt) certamente sufficiente per un PC di inizio secolo non lo sarà affatto per il PC evoluto che si intende realizzare tra qualche mese. Si è quindi deciso di acquistare un case middle-tower privo di alimentatore (in cui, appunto, inserire quello di 300 watt) che veniva individuato in un negozio specializzato con un importo di appena 27 euro. A dispetto del prezzo contenuto, il cabinet presentava ben quattro bay da 5,25 pollici (di solito usati per inserire dispositivi ottici), due da 3,5 (con accesso dall esterno, per dispositivi come i floppy) e altrettanti accessibili solo dall interno (per collocare hard disk). Attenzione: prima di acquistare il case assicuratevi che la motherboard in vostro possesso rispetti il medesimo standard (probabilmente è ATX) del vecchio PC: in caso contrario, infatti, vi sono insolubili problemi di montaggio dovuti a tre fattori: 1) Anzitutto le viti di collocazione della vostra vecchia scheda madre potrebbero avere una disposizione diversa da quella disponibile sul cabinet nuovo. 2) Le feritoie delle schede aggiuntive potrebbero non essere posizionate in corrispondenza dei connettori PCI e AGP della main board. 3) Analogo problema potrebbe presentarsi con i fori / fessure in corrispondenza dei connettori PS/2 (mouse e tastiera), seriali, paralleli e audio, posizionati sul retro. Come si può notare dalle foto, l areazione era garantita da numerose aperture e dalla possibilità di collocare eventuali ventole aggiuntive. La dotazione era completata dalla presenza sulla parte frontale (protette da uno sportellino) di due porte USB e dei connettori per la sezione audio. Anticipo subito che, come sottolineerò più avanti, non tutte le schede madri permettono l utilizzo di tali connettori: la main board MSI KT266 Pro2 prelevata dal vecchio PC presenta connettori per le porte USB, ma non quelli per la sezione audio (nonostante questa risulti integrata on-board). Ovvio che nella confezione del case erano presenti tutte le minuterie (viti, foglio di istruzioni, ecc.) necessari per il montaggio di qualunque scheda madre. Figura 1 Il case scelto (costato solo 27 euro!) La parte posteriore L'interno Il vecchio PC Il PC da cui sono stati estratti i vari elementi era un computer abbandonato da qualche anno, già oggetto di cannibalizzazioni che, nel frattempo, si erano rese necessarie per soddisfare varie esigenze di amici e conoscenti. Come si può notare dalle foto, le sei bay

3 3 mostravano la disponibilità di un lettore floppy, un Hub per quattro porte USB, un lettore CD, un masterizzatore e due alloggiamenti per cassettini estraibili contenenti hard disk. Quando fu costruito, infatti, il vecchio PC rappresentava una sorta di laboratorio informatico per realizzare test di vario tipo, con sistemi operativi diversi, basati tutti, però, sul medesimo hardware di base. In altre parole, i due cassettini estraibili ospitavano, a seconda delle circostanze e delle esigenze, un sistema completo e indipendente, basato su Windows 98; Windows Millennium; Windows XP Home; Windows XP Professional; Linux. Figura 2 Il vecchio PC nel formato Big Tower L'interno Le connessioni del disco rigido Per ottenere credibilità dai vari test, infatti, era stato necessario rinunciare alla possibilità di collocare in più partizioni su un medesimo hard disk i vari sistemi operativi. A parte i noti problemi di (relativa) incompatibilità dovuti alla coesistenza forzata di più sistemi operativi, qualunque test sarebbe stato viziato fin dall origine dalla particolare struttura software / hardware del disco rigido. Per operare con Windows XP, per esempio, si inseriva nel cassettino superiore (che avrebbe assunto la definizione di disco C: corrispondente al disco Master) il disco rigido contenente tale sistema, mentre nel secondo cassettino (D:) era collocato un secondo hard disk (configurato come Slave) per i dati. Quando si voleva operare con altro sistema, per esempio Windows 98, dopo aver spento il PC si sostituiva il disco che conteneva Windows XP con quello che conteneva Windows 98; il disco presente nel secondo cassettino (che rimaneva definito come D:) restava al suo posto, in modo da consentire lo scambio dei dati (articoli, schermate, pagine Internet ecc.) eventualmente registrate in precedenza. Grazie a tale metodologia, era possibile effettuare test affidabili basati tutti sul medesimo hardware di base (scheda madre, scheda grafica, memoria RAM, modem, scheda sonora, ecc.) ma con sistema operativo via via differente. In situazioni particolari era ovviamente possibile sostituire entrambi i dischi, purché si tenesse conto della particolare conformazione con cui si sarebbe operato. In seguito, tale modo di operare fu abbandonato sia perché la richiesta di test così sofisticati si verificava con frequenza sempre minore, sia per l obsolescenza. Restarono così abbandonati, per vari anni, numerosi dispositivi soprattutto hard disk, completi di sistema operativo che diventavano sempre più obsoleti con il passare dei mesi. Dal momento che i dischi contenevano oltre al sistema operativo i dati tipici di quel particolare hardware (soprattutto driver per main board, scheda sonora e grafica) potevano essere adoperati esclusivamente su quel particolare hardware, a meno che non si decidesse, ovviamente, di formattarli ex-novo. L interno del vecchio PC Ricordando con vaghezza che, l ultima volta che era stato acceso, il vecchio PC funzionava ancora, si è provveduto ad aprirne il case per controllare il suo contenuto: dei

4 4 due lettori ottici, uno risultava scollegato, mentre altri dispositivi vitali sembravano ancora al loro posto. Per evitare, in seguito, di combinare disastri a causa di collegamenti errati, si è quindi provveduto a fotografare tutti i particolari più delicati, soprattutto per ciò che riguardava il collegamento dei cavi EIDE1 e EIDE2: il primo di questi risultava ovviamente connesso con l hard disk, tramite il connettore intermedio; al connettore EIDE2 era invece connesso il lettore ottico. A questo proposito c è da precisare che non sempre i due connettori di ciascuno dei cavi EIDE risultano intercambiabili liberamente tra loro: in teoria dovrebbe essere così: quando si ha un solo hard disk configurato quindi come Master e definito come C: quasi sempre non c è alcuna differenza nel servirsi del connettore intermedio o di quello di estremità. I problemi nascono quando invece si inserisce un secondo hard disk, collegandolo al connettore rimasto libero: eventuali incompatibilità (tra cui la mancata visibilità del secondo hard disk) si verificano infatti in tale circostanza, incompatibilità che si risolvono semplicemente scambiando le connessioni tra loro. Molto più spesso di quanto non si creda, quindi e nonostante i ponticelli Master e Slave non consentano equivoci il collegamento dei dischi al connettore intermedio o di Figura 3 I connettori del vecchio PC. Schede estratte e alimentatore. La motherboard. estremità non può essere casuale, ma occorre riferirsi al manuale di istruzioni della main board, dell hard disk (o di entrambi). Comunque, nessuna paura: se i collegamenti risultano invertiti (ciò capita spesso nei montaggi frettolosi) non si provocano danni di alcun tipo. Basta scambiare i due connettori tra loro per risolvere il problema. Come si può notare dalle foto, per evitare danni durante la fase di rimozione della motherboard dal vecchio cabinet (e di collocazione in quello nuovo), si è preferito rimuovere le tre schede (grafica, modem, rete). Ovvio che non valeva la pena rimuovere anche il processore (se non altro per evitare la noiosa sostituzione della pasta conduttrice di calore) in quanto si trattava di un vecchio processore AMD XP , privo quindi di ingombranti sistemi di dissipazione di calore. Analogamente, non sono stati rimossi i connettori della ventola e nemmeno la RAM. Da notare che per evitare di prender nota della precisa collocazione dei cavetti non venivano rimosse nemmeno le porte USB aggiuntive, che infatti restavano ancora connesse alla scheda madre. Occorre prestare la massima attenzione nel rimuovere le varie viti (sei, nel caso di una main board di tipo ATX) che la fissano al case. Dopo averla rimossa, occorre riavvitare le viti al loro posto: serviranno per collocare la prossima motherboard. La rimozione dell alimentatore non costituiva ovviamente alcun problema. Nel nuovo cabinet Per quanto riguarda il nuovo case, si è preferito rimuovere subito tutte le finestrelle di metallo poste a protezione sia delle bay, sia delle schede aggiuntive, sia dei dispositivi esterni (porte PS/2, seriali, parallele, audio, ecc.). In questo modo sarà più semplice, in futuro, agire più agevolmente nel caso in cui si vorranno inserire altri dispostivi (per non parlare dell areazione, che ne risulta favorita).

5 5 Collocato l alimentatore al posto di sua competenza, si è provveduto a srotolare i numerosi cavi di collegamento, in modo da evitare di compiere acrobazie, in seguito, tra schede già inserite sulla motherboard e cavi EIDE che volano nel case. Subito dopo sono stati collocati, sul fondo del nuovo case, i sei piedini filettati di ottone trovati nella confezione acquistata (non azzardatevi a usare quelli rimossi da vecchio case: devono restare al loro posto, altrimenti in futuro rischiate di avere un case inutilizzabile a causa della mancanza di viti specifiche). Se decidete di seguire l esempio descritto in queste pagine, prima di collocarvi sopra la main board selezionate accuratamente le viti e controllate che siano effettivamente quelle richieste dai corrispondenti piedini filettati (basta provare ad avvitarle e a svitarle): eviterete come è successo al sottoscritto per distrazione di forzare viti caratterizzate da filetto non idoneo e di tribolare parecchi minuti prima di rimuoverle senza provocare danni alla scheda madre. Figura 4 L'alimentatore. La motherboard è fissata sul case. I supporti filettati. È giunto il momento di collegare i cavi dall alimentatore alla motherboard: il connettore presenta una sorta di linguetta che impedisce di effettuare connessioni errate, quindi occorre agire senza timori (ma anche senza forzare troppo). Subito dopo occorre collegare, ai corrispondenti pin della main board (bisogna ovviamente riferirsi al suo manuale, oppure esaminare le foto scattate in precedenza), i connettori di reset, quello di On/Off e quello dello speaker interno. Dal momento che il nuovo case ne era fornito, si era inizialmente deciso di sfruttare anche le connessioni presenti sul frontale. Come già detto, si trattava di due connettori USB e dei connettori audio. Purtroppo la scheda madre consentiva la connessione (ovviamente di tipo standard, come era possibile controllare sul manuale d uso) solo delle porte USB; gli altri cavetti non è stato possibile utilizzarli: peccato. La fase successiva consisteva nel collocare l hub USB (in alto, sul primo bay disponibile) e subito dopo i due lettori ottici, avendo l accortezza di sistemare correttamente in alto lo Slave e in basso il Master. Il cavo del bus era ovviamente l EIDE2, che veniva collocato sulla main board al posto di competenza (avete fotografato, in precedenza, il particolare? Ahi ahi ahi ). L hard disk e il floppy, che richiedono operazioni analoghe, presentano difficoltà via via crescenti: lo spazio interno del case, soprattutto se di dimensioni ridotte (come appunto un midi-tower) diventa sempre più esiguo a mano a mano che si inseriscono i componenti e si hanno difficoltà a collocare cavi di dimensioni relativamente ingombranti: ecco perché hanno inventato le connessioni S-ATA Alla fine basterà inserire le tre schede (modem, grafica, rete) al posto giusto, chiudere il case (lasciando però aperto lo sportello laterale, in modo da consentire una supervisione generale), connettere mouse, tastiera, monitor e dare tensione. Funziona? Ma funziona? Ovviamente no. Intendiamoci: dopo aver dato tensione, la ventola dell alimentatore e del processore giravano correttamente (in caso contrario, bisogna spegnere subito per evitare

6 6 danni irrimediabili), ma il monitor rimaneva irrimediabilmente spento e si udiva una serie di inquietanti bip (nove, almeno in apparenza) che annunciavano gravi(ssimi) problemi. Dove diavolo abbiamo trascritto la simbologia dei bip di avvertimento? Naturalmente non lo ricordiamo affatto (legge di Murphy: I tuoi appunti sono sempre a portata di mano, tranne quando ti servono ). Per fortuna la motherboard dispone di quattro led, la cui illuminazione fornisce in codice indicazioni sul problema riscontrato. Osservandone la particolare configurazione, deduco che viene segnalato un problema relativo alla scheda grafica. Guardando con attenzione mi accorgo, infatti, che il fermo meccanico posteriore del connettore AGP non è posizionato in modo corretto. Stacco la tensione e, con la massima cura, estraggo la scheda e la riposiziono in modo da consentire il blocco del fermo. Riaccendo e miracolo: tutto funziona a meraviglia. Mi accorgo poi che il disco rigido conteneva vecchi file, di quando ero giovane, e mi commuovo a esaminarli Figura 4 Le protezioni delle bay prima e dopo la rimozione Tutti i componenti sono al loro posto! Il presente Tutorial è stato rivisto il giorno 22 aprile 2005 Per eventuali aggiornamenti visitare il sito