1 - GENERALITA. UBICAZIONE UNITA OPERATIVA Via F.lli Rosselli, 20. A.S.L. COMPETENTE n. 13 TELEFONO 0321/ FAX // REFERENTE SICUREZZA ANTINCEN.

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1 1 - GENERALITA INDENTIFICAZIONE Musei "Broletto" UBICAZIONE UNITA OPERATIVA Via F.lli Rosselli, 20 COMUNE Novara PROVINCIA Novara A.S.L. COMPETENTE n. 13 TELEFONO 0321/ FAX // REFERENTE SICUREZZA ANTINCEN. Vedi nomine RESPONSABILE S.P.P. Ing. Piero Scroffi R.L.S. Sig. Davide Ricordi, Luigi Vitulano, Paolo Morra DESCRIZIONE GENERALE DELLA ATTIVITA PRINCIPALI SOSTANZE USATE / DEPOSITATE QUANTITA IN DEPOSITO NUMERO ADDETTI 6 TIPOLOGIA EDIFICIO Musei civico e archeologico e salone dell'arengo per manifestazioni e/o esposizioni. Elementi di arredo, materiale di vario tipo esposto al pubblico (reperti archeologici, quadri, ecc.), materiale in restauro e in deposito. Elevati quantitativi di materiale nei depositi. Edificio in muratura con rivestimenti lignei (cassettoni a soffitto e pavimenti) soggetto a tutela, ospitante due Musei, depositi, salone dell'arengo. SI E SOGGETTI A CONTROLLI VVF? ELENCO ATTIVITA SOGGETTE AI CONTROLLI VV.F. (D.M. 16/02/82) SITUAZIONE RISPETTO PROCEDURE VVF (C.P.I., N.O.P., ETC.) PRECEDENTI VALUTAZIONI AI SENSI DELLA PREVENZIONE INCENDI SITUAZIONE RISPETTO PROCEDURE D.Lvo 81 Si 73- Edifici pregevoli per arte e storia e quelli destinati a contenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni o comunque oggetti di interesse culturale sottoposti alla vigilanza dello stato di cui al R.D. 7/11/1942, n Esame progetto dei VVFF ottenuto. ARENGO pratica27959 prot 3277 del 16\03\05 - MUSEO pratica in corso In corso di aggiornamento. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 1

2 PRECEDENTI VALUTAZIONI RISPETTO PROCEDURE D.L.VO 81 E stata compiuta la valutazione ai sensi del D.L.vo 81 PRESENZA SQUADRA ANTINCENDIO Sì. Tutto il personale ha frequentato apposito corso VVFF per la formazione della squadra antincendio NUMERO COMPONENTI n 3 COMPOSIZIONE SQUADRA ANTINCENDIO FORMAZIONE DELLA SQUADRA ANTINCENDIO Vedi nomine Corsi presso il comando dei VV.F. di Novara. Corsi per livello di rischio medio. (Adempimento di quanto prescritto all art. 7 e all allegato IX del D.M. 10/3/98). RIASSUNTO STATO DI FATTO ALTRO Ai sensi dell art. 2 del D.M.I. 10/03/1998 deve essere predisposta apposita Valutazione dei Rischi. Si rimanda a quanto segue. Successivamente alla presente valutazione, dovrà essere fatto un controllo periodico per la verifica dell osservanza di quanto indicato all allegato I punto e dovrà essere fatto, come richiesto dalla norma, un controllo periodico per la verifica dell osservanza di quanto indicato all allegato II e all allegato VI. Per l osservanza dell allegato VII dovrà essere distribuito a tutti i lavoratori apposito manuale di Informazione Antincendio, dovrà essere fatta eventuale apposita formazione per i lavoratori esposti a rischi particolari e dovrà essere organizzata esercitazione antincendio annuale. Per l osservanza dell allegato VIII dovrà essere realizzato e distribuito a tutti i componenti la squadra interna antincendio apposito Piano di Emergenza Antincendio. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 2

3 2 - ZONE E REPARTI Segue una suddivisione delle zone e dei reparti che compongono l unità operativa in oggetto, con la specificazione delle attività svolte e delle eventuali compartimentazioni tra le zone. ZONA / REPARTO ATTIVITA SVOLTA COMPARTIMENTAZIONI / NOTE Piano terra Museo Civico con esposizione al pubblico di quadri e sculture (ala interna con porticato affacciato sulla corte centrale). Sulla Via F.lli Rosselli e Corso Italia, sono ricavati locali destinati ad attività commerciali. Al centro del complesso sorge il cortile principale, da cui si accede, passando nel sottoportico dell Arengo, al secondo cortile aperto su Corso Italia. Non si ha documentazione circa la compartimentazione fra le attività adiacenti e i vari locali (depositi, ecc.). Piano primo Arengo Museo Civico con esposizione al pubblico di quadri e sculture (ala interna con porticato affacciato sulla corte centrale). L 'Arengo, destinato ad ospitare esposizioni temporanee, manifestazioni, ecc. con capienza massima disposta dalla Commissione di Vigilanza pari a 99 persone. Non si ha documentazione circa la compartimentazione fra le attività adiacenti e i vari locali (depositi, ecc.). Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 3

4 3 - IDENTIFICAZIONE DEI «LUOGHI PARTICOLARI» DAL PUNTO DI VISTA DEL RISCHIO INCENDIO In questo capitolo vengono analizzati, rispetto al complesso dei locali esistenti, quei luoghi (singoli locali, compartimenti, zone, interi piani) che dal punto di vista dei rischi di incendio sono da considerarsi come «particolari», quali ad esempio: le aree tecniche, le cabine di trasformazione, i locali batterie, i locali gruppi elettrogeni, i locali pompe liq. infiamm., le centrali termiche, le autorimesse, i locali raccolta rifiuti, i depositi di materiali vari combustibili o infiammabili, i locali con carico d incendio significativo, etc... TIPOLOGIA DEL LUOGO PARTICOLARE Depositi vari Sale espositive torretta PIANO RISCHI/CRITICITA RISCONTRATI DESCRIZIONE LUOGO ALTRO Piano terra, primo e interrato Intero edificio Piano terra e primo piano Deposito di materiale vario, in particolare quadri. Presenza di visitatori (persone senza familiarità con i luoghi e le vie di esodo ed eventuale presenza di persone con problemi di deambulazione). a cura del responsabile dell attività, durante l apertura al pubblico del solo Salone dell Arengo, dovrà essere predisposto un presidio di 2 (due) persone, presso la torretta dei paratici, al fine di mantenere sempre aperta le porte di comunicazione tra la loggia dei Paratici ed il vano scala ( come espressamente richiesto dall esame progetto VVFF). Sono in dotazione trattorini per superamento barriere e scale Esame progetto dei VVFF ottenuto per l Arengo. Risultano eseguite tutte le opere previste Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 4

5 4 IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO Il D.M. 10/03/98 chiede di definire i pericoli di incendio, per le singole zone/reparti in cui può essere suddivisa l unità operativa in oggetto. Materiali e strutture Zona/Reparto Descrizione Provvedimenti Tecnici/gestionali adottati per ridurre la probabilità dell insorgenza dell incendio Provvedimenti tecnici/gestionali adottati per limitare le conseguenze di un eventuale incendio Ulteriori provvedimenti Vernici, solventi e adesivi infiammabili Gas infiammabili Grandi quantitativi di carta o materiale da imballaggio Grandi quantitativi di materiali combustibili (legno, plastica, gomma, etc..) Elementi di arredo Intero edificio Depositi materiale vario Prodotti infiammabili o che possono reagire con altre sostanze provocando incendio Piano terra, primo e interrato Deposito materiale di interesse storico ed artistico. In tutti i locali è vietato fumare In tutti i locali è vietato fumare Estintori, squadra antincendio Estintori, squadra antincendio Negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale e nelle rampe, non possono essere posti elementi di arredo combustibili, oltre al carico di incendio esistente costituito dalle strutture e dal materiale esposto. Gli elementi di arredo combustibili, posti in ogni singolo ambiente, che costituiscono i carichi di incendio da riportare nel CPI, non possono essere integrati. Non sono considerati elementi di arredo gli oggetti esposti al pubblico. Prevedere l utilizzo di sostanze non infiammabili. È vietato il deposito di sostanze infiammabili in Prodotti per la pulizia e/o per il Estintori, restauro dei materiali storico-artistici. squadra antincendio quantità eccedenti il normale uso giornaliero, Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 5

6 Prodotti derivati dalla lavorazione del petrolio Vaste superfici di pareti o solai con materiali facilmente combustibili Rivestimenti Intero edificio. Carenze costruttive o impiantistiche, strutture portanti non idonee Impianti elettrici Altro Intero edificio. Impianto a servizio dell'attività. qualora le medesime sostanze debbano essere utilizzate all'interno dell'edificio per attività di restauro delle opere ivi presenti. I nuovi elementi di arredo che siano successivamente introdotti negli ambienti, devono possedere le seguenti caratteristiche di reazione al fuoco: a- i materiali di rivestimento dei pavimenti devono essere di classe non superiore a 2; b- i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambi i lati e gli altri materiali di rivestimento devono essere di classe 1; c- i mobili imbottiti devono essere di classe 1 IM; Devono essere realizzati secondo le prescrizione delle legge n 186/68 e 46/90 e s.m.i.. Gli ambienti ove è consentito l'accesso al pubblico, devono essere dotati di un sistema di illuminazione di sicurezza, che deve indicare i percorsi di deflusso delle persone e le uscite di sicurezza. L'edificio deve essere protetto contro le scariche atmosferiche (art. 8 D.M. 569 del 20/5/92) Esempi di misure compensative: Rimozione o riduzione di materiali combustibile e/o infiammabili ad un quantitativo richiesto per la normale conduzione dell attività; Sostituzione dei materiali pericolosi con altri meno pericolosi; Immagazzinamento dei materiali infiammabili in locali resistenti al fuoco e, dove praticabile, conservazione della scorta giornaliera in contenitori appositi; Rimozione e sostituzione dei materiali di rivestimento che favoriscono la propagazione dell incendio; Riparazione dei rivestimenti degli arredi imbottiti in modo da evitare l innesco diretto dell imbottitura; Miglioramento del controllo del luogo di lavoro e provvedimenti per la eliminazione dei rifiuti e degli scarti. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 6

7 Possibili sorgenti di innesco Zona/Reparto Descrizione Presenza di fiamme o scintille dovute a processi di lavoro, quali taglio, affilatura, molatura, etc. Provvedimenti Tecnici/gestionali adottati per ridurre le probabilità dell insorgenza dell incendio Provvedimenti Tecnici/gestionali adottati per limitare le conseguenze di un eventuale incendio Ulteriori provvedimenti Saldatura Presenza di fonti di calore/sorgenti di calore causate da attriti Uso di fiamme libere Presenza di impianti elettrici. Interruttore elettrico generale di emergenza. Impianti elettrici generale. Presenza di macchine e attrezzature elettriche Attrezzature elettriche. Intero edificio Presenza di macchine ed attrezzature a gas Estintori, squadra antincendio Estintori, squadra antincendio Estintori, squadra antincendio L esatta posizione dell interruttore elettrico generale di emergenza e la sua funzionalità deve essere conosciuta dalla squadra antincendio; Verificare che gli impianti siano realizzati secondo le prescrizioni della legge n. 186/68 e della legge n. 46/90. Gli ambienti ove è consentito l'accesso al pubblico, devono essere dotati di un sistema di illuminazione di sicurezza, che deve indicare i percorsi di deflusso delle persone e le uscite di sicurezza. L'edificio deve essere protetto contro le scariche atmosferiche (art. 8 D.M. 569 del 20/5/92). Scollegare tutte le apparecchiature elettriche a fine impiego. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 7

8 Fumatori o zone con possibilità di fumare Fumo di sigarette Intero edificio Altro: Estintori, squadra antincendio Osservare e fare osservare il divieto di fumare in tutti i locali dell edificio. Esempi di misure compensative: Rimozione o sostituzione delle sorgenti di calore; Controllo dell utilizzo secondo le istruzioni del Costruttore; schermaggio delle sorgenti valutate pericolose con elementi resistenti al fuoco; Installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione; Controllo della conformità degli impianti elettrici alle normative tecniche vigenti; Controllo relativo alla corretta manutenzione di apparecchiature elettriche e meccaniche; Riparazione e sostituzione delle apparecchiature danneggiate; Pulizia e riparazione dei condotti di ventilazione e canne fumarie; Adozione, ove appropriato, di un sistema di permessi di lavoro da effettuarsi a fiamma libera nei confronti degli addetti alla manutenzione ed appaltatori; identificazione delle aree dove è proibito fumare e regolamentazione del fumo nelle altre aree; Divieto dell uso delle fiamme libere nelle aree ad alto rischio. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 8

9 5 - INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI PRESENTI SUI LUOGHI DI LAVORO Deve essere definita la dislocazione del personale operante, dei visitatori, l affollamento dei locali e gli eventuali provvedimenti adottati. A tal riguardo si forniscono le indicazioni che seguono. ZONA / REPARTO PIANO TERRA SUPERFICIE S (mq) PRESENZE PERSONALE PRESENZE MAX LAVORATORI ESTERNI PRESENZE MAX VISITATORI TOTALE PRESENZE AFFOLLAMENTO (pers./mq) CAFFETTERIA 229 circa * ,10 3 AREA ESPOSITIVA 156 circa * , circa BIGLIETTERIA * 3 PIANO PRIMO AREA ESPOSITIVA (lato biglietteria) 586 circa * ,04 AREA ESPOSITIVA ( lato caffetteria) 227 circa * ,10 SALONE DELL'ARENGO 430 circa * ,35 SALETTA RESTAURO 101 circa * ,03 GUARDIOLA 20 circa * 2 4 0,20 DEPOSITO QUADRI CON SOPPLACO 45 circa * // 3 0,07 PROVVEDIMENTI ADOTTATI PIANO INTERRATO Servizi igienici locali spogliatoi 85 circa * ,10 (*) I dipendenti presso la struttura sono in totale n 6 (3 addetti per turno) Quanto indicato rappresenta il numero max di presenze. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 9

10 Rischi particolari (punto dell allegato I del D.M. 10/3/98): si veda la tabella che segue. Tipo di rischio Presenza di persone in aree di riposo Quantità Ubicazione: zona/reparto Area non visitabile al primo piano 2/3 custodi Primo piano Affollamento di pubblico occasionale o visitatori Salone dell'arengo Musei civici: Orario di apertura al pubblico Presenza di persone con mobilità limitata La capienza massima è fissata in 150 presenze contemporanee Si stima un'affluenza di circa 60 persona a settimana. Salone Arengo Musei civici Provvedimenti tecnici/gestionali adottati per annullare o controllare il pericolo Nell'area accede solo il personale dipendente ed eventuali lavoratori esterni accompagnati. Estintori, squadra antincendio Estintori, squadra antincendio Ulteriori provvedimenti da adottare Prevedere affissione di planimetrie di sicurezza indicanti le procedure da seguire in caso di emergenza e indicazione delle vie di esodo. Prevedere affissione di planimetrie di sicurezza indicanti le procedure da seguire in caso di emergenza e indicazione delle vie di esodo. Lo stabile presenta barriere architettoniche che si individuano nelle scale. Per ovviare parzialmente alle problematiche per quanto riguarda l Arengo si deve posizionare apposite sedie di evacuazione: 1) presso i servizi igienici al piano interrato 2) nel vano scala chiuso 3) a servizio della scala di collegamento tra la Loggia ed il Salone dell arengo Nell individuazione dei compiti del la squadra antincendio si dovrà individuare chi materialmente assisterà i disabili sino al punto di raccolta manovrando la sedia Nella sala non dovranno accedere disabili in misura superiore alle sedie disponibili. Orario di apertura al pubblico e/o Si dovrà tenere conto che, in presenza di Sale espositive. Estintori, squadra antincendio dipendenti comunali disabili con problemi di deambulazione (su Presenza di persone con problemi carrozzina), occorreranno almeno due di vista persone dedicate all assistenza durante Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 10 Altro

11 Orario di apertura al pubblico e/o dipendenti comunali Presenza di persone con problemi di udito e/o di linguaggio Orario di apertura al pubblico e/o dipendenti comunali Persone con deficit intellettivi Orario di apertura al pubblico e/o dipendenti comunali Lavoratori in aree a rischio specifico d incendio Depositi Persone in aree isolate con vie d esodo lunghe e difficili Personale presente, in particolare nelle aree di deposito Persone senza familiarità con luoghi e vie d esodo (neoassunti o lavoratori ditte esterne occasionalmente presenti) 2/3 dipendenti Vedasi tab. pag lunghezze percorsi di esodo - Piano interrato, piano terra e primo piano. Estintori, squadra antincendio Estintori, squadra antincendio Lavoratori esterni. Estintori, squadra antincendio l esodo. La mancanza di accompagnatori personali del disabile, e la presenza di due soli addetti in turno comporterà, quindi, la necessità di limitare ad un solo disabile alla volta se in carrozzina e non accompagnato, l accesso alle sale espositive. Il materiale ivi conservato deve essere posizionato lasciando almeno un metro di spazio libero dal soffitto e lasciando passaggi liberi non inferiori ai 90 cm tra i materiali depositati. Le comunicazioni tra i locali deposito ed il resto dell edificio, devono avvenire tramite porte REI 120 normalmente chiuse. Per questi ambienti occorre effettuare il relativo calcolo del carico d incendio per la verifica del non superamento di 50 kg/mq, che comporterebbe l installazione di impianto sprinkler. In tali locali, deve essere assicurata una ventilazione naturale pari a 1/30 della superficie di pavimento o numero due ricambi d aria ambiente per ora con mezzi meccanici. Appendere in luoghi ben visibili le disposizioni da seguire in caso di incendio e le persone da contattare. Deve sempre essere garantita la presenza di almeno un componente della squadra antincendio. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 11

12 Altro : 6 - CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO Sulla base di quanto visto precedentemente, il D.M. 10/3/98 chiede di classificare il livello di rischio d incendio dell intero luogo o di ogni parte di esso. In base all allegato IX della norma, l intera unità produttiva può essere inquadrata a livello di rischio: X RISCHIO BASSO (punto 9.4 all. IX) RISCHIO MEDIO (punto 9.3 all. IX) RISCHIO ELEVATO (punto 9.2 all. IX) In quanto attività non rientrante nel livello di rischio medio o elevato, non soggetta ai controlli dei VV.F. (D.M. 16/2/82). A conferma di ciò, al punto A) dell allegato I la norma definisce a rischio basso quei luoghi in cui «... sono presenti sostanze a bassa infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi d incendio e in cui la probabilità di propagazione d incendio è da ritenersi limitata...». In quanto attività soggetta ai controlli dei VV.F. (D.M. 16/2/82) ma non rientrante tra le attività di cui al punto 9.2. A conferma di ciò, al punto B) dell allegato I la norma definisce a rischio medio quei luoghi in cui «... sono presenti sostanze infiamm./combust. con condizioni locali o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è limitata...». Si veda anche il punto B) e C) della * NOTA che segue. In quanto attività soggetta ai controlli dei VV.F. (D.M. 16/2/82) e rientrante tra le attività di cui al punto 9.2. A conferma di ciò, al punto C) dell allegato I la norma definisce a rischio elevato quei luoghi in cui «... per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio basso o medio...». Si veda anche il punto A) e D) della * NOTA che segue. * NOTA Il punto C) precisa inoltre che: A) «... molti luoghi di lavoro si classificano della stessa categoria di rischio in ogni parte. Ma una qualunque area a rischio elevato può elevare il livello di rischio dell intero luogo di lavoro, salvo che l area interessata sia separata dal resto attraverso elementi separanti resistenti al fuoco...»; B) «... una categoria di rischio elevata può essere ridotta se il processo di lavoro è gestito accuratamente e le vie di esodo sono protette contro l incendio...»; C) «... nei luoghi di lavoro grandi o complessi, è possibile ridurre il livello di rischio (da elevato a medio N.d.R.) attraverso misure di protezione attiva di tipo automatico quali impianti automatici di spegnimento, impianti automatici di rivelazione incendi o impianti di estrazione fumi...»; D) «... vanno classificati come luoghi a rischio elevato quei locali ove, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione delle fiamme, l affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone presenti, rendono difficoltosa l evacuazione in caso di incendio...». Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 12

13 7 - ADEGUATEZZA DELLE MISURE DI SICUREZZA Avendo identificato i fattori di rischio e le persone coinvolte, analizzato le modalità tecniche e/o gestionali con cui vengono eliminate o ridotte le probabilità di accadimento di incendi e le loro conseguenze, stimato il livello di rischio in questione, si definisce l adeguatezza delle misure di sicurezza in relazione alla categoria di rischio riscontrata. SI STOP Esiste NOP? Esiste CPI? Le misure di legge previste da NOP o CPI PARZIALMENTE Misure compensative sono attuate? NO Misure compensative SI si àààààààààààààà L attività è soggetta ai controlli VVF? NO SI STOP Esistono misure di Risponde alle norme prevenzione e vigenti? protezione? Le misure sono attuate? PARZIALMENTE Misure compensative si si NO Misure compensative ATTIVITA SOGGETTE AL CONTROLLO VV.F. Il D.M. 10/3/98, al punto dell allegato I, premette che nelle attività soggette al controllo obbligatorio da parte dei Comandi Provinciali VV.F. che hanno attuato le misure previste dalla vigente normativa, le misure di sicurezza attuate in conformità alle vigenti disposizioni siano adeguate. L art. 3 del D.M. 10/3/98 prevede che per dette attività, all esito della Valutazione dei Rischi, siano comunque adottate le misure preventive e protettive di cui all allegato II (misure di riduzione della probabilità di insorgenza degli incendi), all allegato VI (controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio) e all allegato VII (informazione e formazione antincendio). ATTIVITA NON SOGGETTE AL CONTROLLO VV.F. Il D.M. 10/3/98, al punto dell allegato I, precisa che nelle attività non soggette al controllo obbligatorio da parte dei Comandi Provinciali VV.F., ferme restando le normative vigenti ad essa applicabili, siano adeguate le misure di sicurezza attuate secondo i criteri riportati nell allegato alla norma in oggetto (misure di cui al punto dell allegato I del D.M. 10/30/98, riprese nella presente relazione). Qualora non sia possibile il pieno rispetto delle misure previste nell allegato, si provvede con l adozione di una o più misure compensative di cui ai commi A), B), C) e D) del punto dell allegato I. Vie di esodo A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 Mezzi e impianti di spegnimento B1 B2 Rivelazione e allarme antincendio C1 C2 C3 C4 C5 Informazione e formazione D1 D2 D3 D4 L art. 3 del D.M. 10/3/98 prevede che per dette attività, all esito della Valutazione dei Rischi, siano comunque adottate le misure preventive e protettive di cui all allegato II (misure di riduzione della probabilità di insorgenza degli incendi), all allegato III (misure relative alle vie di uscita in caso di incendio), all allegato IV (misure per la rivelazione e l allarme in caso di incendio), all allegato V (attrezzature e impianti di estinzione degli incendi), all allegato VI (controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio) e all allegato VII (informazione e formazione antincendio). Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 13

14 8 EVENTUALI ULTERIORI MISURE PER LA ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO Per ciascun pericolo di incendio, il D.M. 10/3/98 chiede di valutare se esso possa essere eliminato, ridotto, sostituito con alternative più sicure, separato o protetto dagli altri luoghi di lavoro. Seguono le eventuali ulteriori misure compensative da adottare per la minimizzazione del pericolo d incendio e/o di una sua propagazione e/o delle sue conseguenze sulle persone. MISURE DA PREVEDERE PER RIDURRE I PERICOLI CAUSATI DA MATERIALI O STRUTTURE ZONA/REPARTO ILLUSTRAZIONE COMPARTIMENTAZIONI DEPOSITI Le eventuali attività comprese nel decreto ministeriale 16 febbraio 1982 (soggette rilascio C.P.I.) non pertinenti l'attività principale e/o a servizio della stessa, ma aventi rischio specifico, possono essere ubicate nell'edificio, unicamente se risultano isolate o separate a mezzo di strutture tagliafuoco con REI non inferiore a 120 e attuando le vigenti norme di sicurezza antincendio. Nei depositi di materiale di interesse storico ed artistico, collocati all'interno degli edifici disciplinati dal D.M. 569/92, il materiale ivi conservato deve essere posizionato all'interno del locale in modo da mantenere uno spazio libero di un metro dal soffitto e consentire i passaggi liberi non inferiori a cm 90 tra i materiali ivi depositati. Le comunicazioni tra i locali adibiti a deposito ed il resto dell'edificio debbono avvenire tramite porte aventi caratteristiche REI 120, che di regola devono essere chiuse. Nei depositi, il cui carico d'incendio è superiore a 50 chili di quantità equivalente di legno per metro quadrato, debbono essere installati impianti di spegnimento automatico. Gli agenti estinguenti devono essere compatibili con i materiali depositati. Nei locali dovrà essere assicurata la ventilazione naturale pari a 1/30 della superficie in pianta o numero due ricambi d'aria ambiente per ora con mezzi meccanici. Dovrà, inoltre, essere effettuato calcolo del carico d incendio per gli eventuali interventi impiantistico/progettuale da mettere in opera, sulla base dei risultati che emergeranno (es. numero e larghezza uscite di sicurezza, impianti di spegnimento automatico, ecc.) MISURE DA PREVEDERE PER RIDURRE I PERICOLI CAUSATI DA SORGENTI DI INNESCO ZONA/REPARTO ILLUSTRAZIONE DIVIETI È fatto divieto di fumare in tutti i locali dell attività. DIVIETI È fatto divieto tenere ed usare fiamme libere, fornelli o stufe a gas stufe elettriche con resistenza in vista, stufe a kerosene, apparecchi a incandescenza senza protezione nonché depositare sostanze che possono, per la loro vicinanza, reagire tra loro provocando incendi e/o esplosioni. PARTICOLARI PRECAUZIONI IMPIANTISTICHE E PROGETTUALI ZONA/REPARTO ILLUSTRAZIONE Gli impianti elettrici devono essere realizzati secondo le prescrizioni della legge 1 marzo 1968, n. 186 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 23 marzo 1968 n. 77) e della legge 5 marzo 1990, n. 46 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 12 marzo 1990 n. 59) e rispettive integrazioni e modificazioni. Negli ambienti, nei quali è prevista la presenza del pubblico, deve essere installato un sistema di illuminazione delle vie di esodo e la segnalazione delle IMPIANTO ELETTRICO uscite di sicurezza per il tempo necessario a consentire l'evacuazione di tutte le persone che si trovano nel complesso. L'edificio deve essere protetto contro le scariche atmosferiche. Prevedere installazione di interruttore elettrico generale di emergenza posto esternamente ed in posizione agevole.. Negli edifici contemplati nel Decreto 569/92, l'impianto idrico antincendio deve essere realizzato da una rete, possibilmente chiusa ad anello, dotata di MEZZI ANTINCENDIO attacchi UNI 45 utilizzabili per il collegamento di manichette flessibili o da naspi. La rete idrica deve essere dimensionata per garantire una portata minima di 240 litri per minuto per ogni colonna montante con più di due idranti e, nel caso Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 14

15 PARTICOLARI PRECAUZIONI GESTIONALI ED ORGANIZZATIVE ZONA/REPARTO ILLUSTRAZIONE di più colonne, per il funzionamento contemporaneo di due colonne. L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione ai due idranti idraulicamente più sfavoriti di 120 litri al minuto cadauno con una pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60 minuti. Gli idranti debbono essere collocati ad ogni piano in prossimità degli accessi, delle scale, delle uscite, dei locali a rischio e dei depositi; la loro ubicazione deve, comunque, consentire di poter intervenire in ogni ambiente dell'attività, eccetto in quei locali dove la presenza di acqua può danneggiare irreparabilmente il materiale esposto. Nel caso di installazione di naspi, ogni naspo deve essere in grado di assicurare l'erogazione di 35 litri per minuto alla pressione di 1,5 bar al bocchello; la rete che alimenta i naspi deve garantire le predette caratteristiche idrauliche per ciascuno dei due naspi in posizione idraulicamente più sfavorevole contemporaneamente in funzione, con una autonomia di 60 minuti. In prossimità dell'ingresso principale in posizione segnalata e facilmente accessibile dai mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, deve essere istallato un attacco di mandata per autopompe. In ogni edificio disciplinato dal sopra citato Decreto, devono essere installati impianti fissi di rivelazione automatica d'incendio. Questi debbono essere collegati mediante apposita centrale a dispositivi di allarme ottici e/o acustici percepibili in locali presidiati. Negli edifici, inoltre, deve essere previsto un sistema di allarme acustico ed ottico in grado di avvertire i visitatori delle condizioni di pericolo, in caso d'incendio, collegato all'impianto fisso di rilevazione automatica d'incendio. Le modalità di funzionamento del sistema di allarme devono essere tali da consentire un ordinato deflusso delle persone dai locali. INFORMAZIONE E Occorre che tutto il personale in forza presso la struttura sia adeguatamente formato sui rischi prevedibili, sulle misure da osservare per prevenire gli FORMAZIONE incendi e sul comportamento da adottare in caso di emergenza. I servizi di soccorso devono poter essere avvertiti in caso di necessità tramite rete telefonica. Le procedura di chiamata deve essere chiaramente indicata a CHIAMATA DEI SERVIZI DI SOCCORSO fianco di ciascun apparecchio telefonico, dal quale questa sia possibile. Un esempio di chiamata è contenuto nel Piano di Emergenza Antincendio fornito con questa Valutazione. Una copia di tale Piano deve essere sempre disponibile nei locali dell attività. In ottemperanza all art.10 del Decreto 569/92, deve essere nominato il Responsabile tecnico addetto alla sicurezza, il quale deve verificare periodicamente GESTIONE DELLA SICUREZZA l efficienza dei mezzi antincendio, la manutenzione degli impianti presenti nella struttura, effettuare esercitazioni ai componenti della squadra di emergenza circa l uso dei mezzi antincendio, dei mezzi di soccorso e di allarme, nonché organizzare prove di evacuazione. UTENZE ELETTRICHE Utenze elettriche quali computer, attrezzature da lavoro, ecc., devono essere elettricamente scollegate al termine del lavoro. Nei luoghi ove, ai sensi dell art.5 del D.M.10/03/1998, ricorre l obbligo della redazione del piano di emergenza connesso con la valutazione dei rischi, i PROVE DI EVACUAZIONE lavoratori devono partecipare ad esercitazione antincendio, effettuate almeno una volta l anno, per mettere in pratica le procedure di esodo e di primo intervento. La prova dovrà coinvolgere tutto il personale e i visitatori presenti e dovrà essere attuata in eventuale collaborazione con il Nucleo Sicurezza del Comune di Novara. Tale esercitazione va annotata su apposito registro da compilarsi a cura responsabile dell attività o da persona da lui delegata. SQUADRA ANTINCENDIO In orario di apertura al pubblico deve essere sempre assicurata la presenza di un numero sufficiente di componenti della squadra antincendio. Prevedere formazione di un adeguato numero di personale per la squadra di emergenza. 1. Dovranno essere predisposti adeguati piani di intervento da porre in atto in occasione delle situazioni di emergenza ragionevolmente prevedibili. Il personale addetto deve essere edotto sull'intero piano e, in particolare, sui compiti affidati ai singoli. 2. Detti piani, definiti caso per caso in relazione alle caratteristiche dell'attività, devono essere concepiti in modo che in tali situazioni: PIANI DI INTERVENTO E ISTRUZIONI DI SICUREZZA - siano avvisati immediatamente i presenti in pericolo evitando, per quanto possibile, situazioni di panico; - con l'ausilio del personale addetto, sia eseguito tempestivamente lo sfollamento dei locali secondo un piano prestabilito nonché la protezione del materiale bibliografico; - sia richiesto l'intervento dei soccorsi (Vigili del fuoco, Forze dell'ordine ecc.); - sia previsto un incaricato che sia pronto ad accogliere i soccorritori con le informazioni, del caso, riguardanti le caratteristiche dell'edificio; Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 15

16 - sia attivato il personale addetto, secondo predeterminate sequenze, ai provvedimenti del caso, quali interruzioni dell'energia elettrica e, verifica, dell'intervento degli impianti di emergenza, arresto delle installazioni di ventilazione e condizionamento, azionamento dei sistemi di evacuazione dei fumi e dei mezzi di spegnimento e quanto altro previsto nel piano di intervento. 3. Le istruzioni relative al comportamento del pubblico e del personale in caso di emergenza vanno esposte ben in vista in appositi cartelli, anche in conformità a quanto disposto dal decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 1982, n. 524, e successive modifiche e integrazioni. 4. All'ingresso di ciascun piano deve essere collocata una pianta d'orientamento semplificata che indichi tutte le possibili vie di esodo. 5. All'ingresso dell'attività va esposta una pianta dell'edificio corredata dalle seguenti indicazioni: - scale e vie di esodo; - mezzi di estinzione; - dispositivo di arresto degli impianti di distribuzione del gas, dell'energia elettrica e dell'eventuale impianto di ventilazione e di condizionamento; - eventuale quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme; - impianti e locali a rischio specifico. 6. A cura del responsabile dell'attività dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici relativo all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dell'osservanza della limitazione dei carichi d'incendio nei vari ambienti della attività e delle aree a rischio specifico. Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato; e disponibile per i controlli da parte dell'autorità competente. 7. a cura del responsabile dell attività, durante l apertura al pubblico del solo Salone dell Arengo, dovrà essere predisposto un presidio di 2 (due) persone, presso la torretta dei paratici, al fine di mantenere sempre aperta le porte di comunicazione tra la loggia dei Paratici ed il vano scala ( come espressamente richiesto dall esame progetto VVFF). 8. Lo stabile presenta barriere architettoniche che si individuano nelle scale. Per ovviare parzialmente alle problematiche per quanto riguarda l Arengo si deve posizionare apposite sedie di evacuazione: 4) presso i servizi igienici al piano interrato 5) a servizio della scala di collegamento tra la Loggia ed il Salone dell arengo Nell individuazione dei compiti del la squadra antincendio si dovrà individuare chi materialmente assisterà i disabili sino al punto di raccolta manovrando la sedia Nella sala non dovranno accedere disabili in misura superiore alle sedie disponibili Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 16

17 9 - SISTEMI DI RILEVAZIONE E SPEGNIMENTO Seguono le tabelle riepilogative inerenti i sistemi di rilevamento e gli impianti di estinzione. Con la lettera E si segnala l esistenza; con la lettera M si segnala la mancanza; con la lettera P si segnala la presenza parziale. ZONE / REPARTI/MACCHINE Rilevamento fumi Rilevamento calore Rilevamento gas Impianto idranti Intero edificio E E Impianto Sprinkler Impianto spray Misure compensative/note/altro Prevedere la messa in esercizio dei sistemi mancanti e la regolare manutenzione e verifica dell'efficienza dei sistemi già installati. ZONE / REPARTI Attacco autopompa VVF Sfoghi di fumo EFC Impianto fisso con estintori IDRANTI Altro: Altro: Misure compensative/note/altro Intero edificio E E E Prevedere la messa in esercizio. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 17

18 ESTINTORI PORTATILI E CARRELLATI La scelta degli estintori portatili e carrellati, ove non specificatamente normato, deve essere determinata in funzione della classe di incendio e del livello di rischio del luogo di lavoro. Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispondere ai valori indicati nella seguente tabella. Inoltre è da prevedere almeno 1 estintore per piano e la max distanza per raggiungere un estintore non deve essere superiore a 30 m. SUPERFICIE PROTETTA DA UN ESTINTORE (mq) SUPERFICIE PROTETTA DA UN ESTINTORE (mq) SUPERFICIE PROTETTA DA UN ESTINTORE (mq) TIPO DI ESTINTORE R I S C H I O B A S S O R I S C H I O M E D I O R I S C H I O E L E V A T O 13A 89BC 100 / / 21A 113BC / 34A 144BC A 233BC NOTA: Negli edifici contemplati nel Decreto 569/92 deve esservi un estintore portatile con capacità estinguente non inferiore a 13 A, per ogni 150 metri quadrati di superficie di pavimento. ZONA / REPARTO S (mq) idranti N ESTINTORI 21A-113BC N ESTINTORI 34A-144BC N ESTINTORI 55A-233BC ALTRI ESTINTORI CONFORMITA DOTAZIONE SI - NO CAFFETTERIA 220 circa A 233B C SI INTERVENTI Piano terra BIGLIETTERIA A 233B C SI 2 3 AREA ESPOSITIVA 300 circa 34A 233B C SI MUSEO CIVICO 783 circa 34A 233B C SI SALONE DELL'ARENGO 430 circa 34A 233B C SI Piano primo 6 9 GUARDIOLA, SALETTA E 65 circa 34A 233B C SI AREA NON VISITABILE RESTAURO 101 circa 34A 233B C Piano interrato - DEPOSITI A 233B C SI SI Verificare la dotazione esistente, in rapporto alla superficie ed al carico d'incendio. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 18

19 10 - SISTEMA DI ALLARME Il sistema di allarme è di solito composto da: rivelazione e comunicazione a tutti gli interessati. La rivelazione coincide con il primo allarme; essa permette di avvisare gli interessati (capo reparto, squadra di emergenza, centralino, sala controllo, uffici, etc...) e può essere realizzata in vari modi a seconda del livello di rischio e della complessità dell ambiente. In luoghi a livello basso o medio di rischio, e non troppo grandi, essa può essere: - vocale - mediante strumento sonoro azionabile manualmente (campana, sirena, fischietto, tromba, etc...) - mediante telefono interno - elettrica a comando manuale (pulsante) - automatica mediante rilevatori. La comunicazione a tutti gli interessati coincide con l allarme generale per l eventuale evacuazione. In luoghi a livello basso o medio di rischio, e non troppo grandi, essa può essere: - vocale - mediante strumento sonoro azionabile manualmente (campana, sirena, fischietto, tromba, etc...) - elettrica a comando manuale (pulsante) / mediante altoparlante. In luoghi a livello elevato di rischio, o complessi, essa può essere solo di tipo elettrico. RIVELAZIONE ALLARME ZONE / REPARTI Vocale Azionam. manuale Azionam. automat. Ottico Acustico Mediante telefono Intero edificio E E E E Altro: Interventi da prevedere Misure compensative/note L attivazione di un rilevatore, comporta la chiamata ai custodi per la segnalazione dell emergenza in corso. COMUNICAZIONE ZONE / REPARTI Vocale Azionam manuale Azionam automat. Ottico Acustico Mediante altoparlante Intero edificio x x X Altro: Interventi da prevedere Misure compensative/note PROCEDURE DI ALLARME Attualmente la rivelazione è di tipo automatico, mediante rilevatori di fumo posti a soffitto, con chiamata remotata ai custodi. La comunicazione dell emergenza, invece, è di tipo vocale. L'art. 9. "Mezzi antincendio" del Decreto Ministeriale n 569 del 20/05/ Regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre, al comma 7 così recita: In ogni edificio disciplinato dal presente regolamento deve essere previsto un sistema di allarme acustico ed ottico in grado di avvertire Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 19

20 i visitatori delle condizioni di pericolo, in caso d'incendio, collegato all'impianto fisso di rilevazione automatica d'incendio. Le modalità di funzionamento del sistema di allarme devono essere tali da consentire un ordinato deflusso delle persone dai locali. Prevederne la messa in esercizio, secondo i dettami legislativi. 11- ESODO Si passa allo studio della bontà dell attuale sistema di vie di esodo, con le eventuali proposte migliorative. GENERALITA ZONA / REPARTO Piano terra SUPERFICIE S (mq) TOTALE PERSONE PRESENTI CONTEMPORANEAMENTE (dipend. + visitatori) DENSITA DI AFFOLLAMENTO (pers./mq) CAPIENZA PERSONE DI RIFERIMENTO (S x 0,4) CAFFETTERIA 220 circa 23 0,10 88 AREA ESPOSITIVA 300 circa 3 0, AREA ESPOSITIVA 340 circa 23 0, SALONE Piano primo DELL'ARENGO GUARDIOLA, SALETTA E AREA NON VISITABILE 430 circa Max150 0, circa 10 0, NOTE / INTERVENTI Piano interrato ,06 18 Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 20

21 LUNGHEZZE PERCORSI DI ESODO ZONA / REPARTO PIANO TERRA LIVELLO DI RISCHIO Lunghezza percorso di esodo da norma (1) Lunghezze dei percorsi riscontrate CAFFETTERIA medio m 16 m - 16 m AREA DEPOSITI PIANO PRIMO medio m 9 30 m (percorsi unidirezionali) 40 m AREA ESPOSITIVA medio m 40 m - 55 m GUARDIOLA medio m 9 30 m (percorsi unidirezionali) 30 m SALONE DELL'ARENGO medio m 30 m - 86 m PIANO INTERRATO AREA DEPOSITI medio m 9 30 m (percorsi unidirezionali N.C. INTERVENTI COMPENSATIVI NOTE I risultati emersi nelle colonne precedenti evidenziano che taluni percorsi di esodo hanno lunghezza superiore a metri, o 9 30 distanza richiesta dal D.M. 10/3/98. Prevedere la possibilità di usufruire di uscite già presenti, ma chiuse, prevalentemente nelle aree frequentate esclusivamente dal personale custode. I risultati emersi nelle colonne precedenti evidenziano che taluni percorsi di esodo hanno lunghezza superiore a metri, o 9 30 distanza richiesta dal D.M. 10/3/98. Prevedere la possibilità di usufruire di uscite già presenti, ma chiuse, prevalentemente nelle aree frequentate esclusivamente dal personale custode. N.C. = valore non calcolabile per mancanza di planimetrie NOTA (1) La lunghezza di norma del percorso di esodo, è: rischio basso m ove sia presente più di una via di uscita oppure m per percorsi unidirezionali rischio medio m ove sia presente più di una via di uscita oppure 9 30 m per percorsi unidirezionali rischio elevato m ove sia presente più di una via di uscita oppure 6 15 m per percorsi unidirezionali. I valori meno cautelativi possono essere adottati in luoghi utilizzati principalmente dai lavoratori, ove non avvengano depositi o manipolazioni di materiali infiammabili. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 21

22 NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE LARGHEZZA TOTALE USCITE PER ZONA / REPARTO LA ZONA DA NORMA (1) N Moduli da norma corrispondenti (N) (2) N Moduli uscita esistenti (E) (3) DIFF. (E-N) N Uscite per la zona necessarie da norma (UN) (4) N Uscite per la zona esistenti (UE) CAFFETTERIA 2, AREA ESPOSITIVA PT 120 (*) DIFF. (UE- UN) AREA ESPOSITIVA 1P 2, SALONE DELL'ARENGO 2, AREA ESPOSITIVA PARATICI PIANO INTERRATO - DEPOSITI 120 (*) X INTERVENTI COMPENSATIVI Prevedere uscita alternativa all'unica esistente. Prevedere uscita alternativa con percorsi di lunghezza inferiore a quelle misurate. (*) vedasi anche quanto indicato al cap. 8 EVENTUALI ULTERIORI MISURE PER LA ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO alla voce DEPOSITI NOTA (1) L=(A/50)X0,6 per il piano terra. L=(A/37,5)X0,6 per i piani interrati. L=(A/37,5)X0,6 per i piani superiori di edifici a tre piani fuori terra. L=(A/33)X0,6 per i piani superiori di edifici a più di tre piani fuori terra. A= max affollamento ipotizzabile (n di persone). Il valore del rapporto (A/...) se non è intero va arrotondato al valore intero superiore. (2) La larghezza delle uscite deve essere multipla di 0,6 m, con tolleranza del 5%. (3) La larghezza minima di una uscita, se non normato diversamente, non può essere inferiore a 0,8 m, con tolleranza del 2%. (4) Una sola uscita di piano può essere sufficiente con le eccezioni: - l affollamento del piano è superiore a 50 persone; - nell area sussistono pericoli di esplosione o incendio specifico; - la lunghezza del percorso di uscita, in un unica direzione, per raggiungere l uscita di piano supera i valori: rischio basso m rischio medio 9 30 m rischio elevato 6 15 m. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 22

23 ANALISI DELLE VIE DI USCITA ZONA / REPARTO Sono libere da ostacoli Sono segnalate Dispongono di illuminaz. di sicurezza Sono chiuse a chiave per ragioni tecniche Presentano rivestimenti delle pareti in materiale combustibile Sono presenti sufficienti percorsi di esodo si no parz si no parz si no parz si no parz si no parz si no parz Intero edificio X X X X X X INTERVENTI COMPENSATIVI Rendere agibile talune porte esistenti o prevedere vie di esodo alternative con percorso inferiore a 30 m, nella aree dove la lunghezza da percorrere è superiore (es. depositi ). NUMERO E LARGHEZZA DELLE SCALE ZONA N SCALE ESISTENTI N SCALE NECESSARIE (3) N Uscite di piano esistenti a servizio delle scale A* (2) Larghezza (m) ESISTENTE Larghezza (m) NECESSARIA (1) Caratteristiche scale INTERVENTI COMPENSATIVI Zona Musei - guardiola Percorso museale 2 1 Scalone esterno verso Arengo circa 23 circa 50 circa 1,80 circa 1,20 m 1,00 circa 0,90 m Vano scala in muratura all'interno dell'edificio. Vano scala in muratura all'interno dell'edificio. 2,00 circa 0,90 m Scalone in muratura coperto. NOTA (1) Se le scale servono un solo piano al di sopra o al di sotto del piano terra la loro larghezza non deve essere inferiore a quella delle uscite di piano. Se le scale servono più di un piano al di sopra o al di sotto del piano terra la larghezza della singola scala non deve essere inferiore a quella delle uscite di piano che si immettono sulla scala mentre la larghezza complessiva necessaria L* è pari a L*=(A*/50)X0,6 per luoghi con livello di rischio basso o medio. Il valore del rapporto (A/...) se non è intero va arrotondato al valore intero superiore. La larghezza complessiva delle scale deve essere multipla di 0,6 m, con tolleranza del 5%. (2) A*= somma del max affollamento ipotizzabile (n di persone) in due piani contigui a partire dal 1 f.t.. (3) Per edifici con attività aventi livello di rischio basso o medio, con altezza antincendio non superiore a 24 m, ogni singolo piano può essere servito da una sola scala. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 23

24 PORTE LUNGO LE VIE DI USCITA PIANO TERRA ZONA / REPARTO AREA ESPOSITIVA Porta sulle scale (m) Porta sul piano (m) Porta sui corridoi (m) Porta verso luogo sicuro (m) Apertura verso esodo 1X120 1X110 Apertura verso interno CAFFETTERIA 3 X 1,20 X x X REI Auto chiusura X X INTERVENTI COMPENSATIVI PIANO PRIMO AREA ESPOSITIVA SALONE DELL'ARENGO 1 da1,20 1X120 1X90 1X120 x X X 1 da1,70 1 da 1,20 x 1 da 1,70 REI GUARDIOLA - SALA ESPOSITIVA 1 da1,60 x X X PIANO INTERRATO AREA DEPOSITI 1X120 X SEGNALETICA DI ESODO ZONA / REPARTO Cartello sulle uscite di sicurezza Cartello che indichi le vie di esodo Cartello che indichi le scale Cartello di divieto utilizzo ascensori in caso di incendio Altro: si no parz si no parz si no parz si no parz si no parz Intero edificio x x X X INTERVENTI COMPENSATIVI Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 24

25 ILLUMINAZIONE ZONA / REPARTO Illuminazione adeguata lungo le vie di esodo Illuminazione di sicurezza adeguata lungo le vie di esodo Illuminazione di sicurezza adeguata sulle uscite di sicurezza Illuminazione adeguata sulle scale Illuminazione di sicurezza adeguata sulle scale si no parz si no parz si no parz si no parz si no parz Intero edificio x x X x X INTERVENTI COMPENSATIVI Prevedere la messa in servizio di impianto di illuminazione di sicurezza che risponda ai requisiti richiesti dal D.M. 569 del 20/5/92 -vedasi tabelle cap. 8. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 25

26 12 - VALVOLE E INTERRUTTORI DI EMERGENZA Si riporta un elenco delle valvole e degli interruttori di emergenza esistenti, e gli eventuali interventi compensativi. Con la lettera E si segnala l esistenza; con la lettera M si segnala la mancanza; con la lettera P si segnala la presenza parziale. Interruttore elettrico generale di emergenza Interruttore elettrico di emergenza a servizio macchina o luogo particolare Valvola generale di intercettazione gas metano a chiusura rapida Valvola di intercettazione gas a chiusura rapida a servizio di macchina o luogo particolare Valvola di intercettazione combust. liquido a chiusura rapida a serv. luogo partic. Intero edificio SI SI SI SI SI INTERVENTI COMPENSATIVI Verificare presenza dell interruttore elettrico di emergenza a servizio dell'edificio. Tale dispositivo deve essere in posizione facilmente accessibile e l accesso non deve essere ostacolato da sportelli o simili, chiusi a chiave. Rendere edotto il personale presente nei locali circa l ubicazione e il funzionamento di tali dispositivi. COMANDI MANUALI In sede di sopralluogo sono stati osservati alcuni interruttori presenti nel Salone dell Arengo, ma il personale presente non ha saputo dirci se l interruzione elettrica da esse prodotta, sia relativa solo alla porzione dell Arengo, o, al contrario, coinvolga tutta la struttura. Per tale motivo, nella tabella, si sottolinea la necessità di VERIFICARE la presenza di interruttori generali elettrici, ed, eventualmente, prevederne la realizzazione. Tutti i suddetti dispositivi dovranno essere segnalati mediante cartellonistica di sicurezza che identifichi inequivocabilmente la loro funzione. Comune di Novara : Musei del Broletto Arengo D.M. 10/3/98 e D.M. 569 del 20/5/92 Valutazione Rischi Incendio vers. 01\11 26

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