Rischio chimico CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA SULLA SICUREZZA PER I LAVORATORI A RISCHIO MEDIO SCUOLE MEDIE SUPERIORI - Definizione di agente chimico

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1 CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA SULLA SICUREZZA PER I LAVORATORI A RISCHIO MEDIO SCUOLE MEDIE SUPERIORI - A cura di: dott.ssa. PAOLA BORDON Consulente Qualità, Sicurezza e Igiene degli alimenti (HACCP) pb@bordonconsulting.net Rischio chimico 2 Definizione di agente chimico Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato (D.Lgs. 81/2008). Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 3 1

2 Condizioni di uso e rischi La pericolosità di un agente chimico è data: da caratteristiche chimico fisiche; dalle condizioni di uso; dalla suscettibilità individuale. Spesso le valutazioni sugli agenti chimici hanno una valenza statistica. Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 4 Sicurezza e salute La VDR da agenti chimici deve considerare gli effetti traumatici e quelli a lungo termine Sicurezza: esplosioni, corrosivi, ustioni ecc. Salute: effetti su organi bersaglio, neoplasie, preumoconiosi ecc. Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 5 Classificazione Gli agenti chimici sono classificati in categorie di rischio sulla base di test standardizzati condotti sugli animali e/o sulla base di studi epidemiologici. Irritanti, nocivi tossici, infiammabili, corrosivi, cancerogeni sono definizioni che rispondono a test e giudizi fissati per legge a livello europeo. Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 6 2

3 Etichettatura e sistema GHS La classificazione di prodotti e sostanze chimiche è armonizzata a livello di UE ma non a livello mondiale l ONU ha introdotto il regolamento GHS (Globally Harmonized System) per allineare le queste classificazioni a livello mondale Attualmente i produttori possono adottare una doppia classificazione ma dal 2015 saranno tenuti ad uniformarsi al nuovo sistema sia per i prodotti che per le sostanze Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 7 Le frasi di rischio R sintetizzano i rischi associati all'impiego della sostanza. Sono identificate mediante la lettera R e un numero. Alcune Frasi R Significato Frasi R R8 R17 R26 R20/21/22 R45 R49 Può provocare l accensione di materie combustibili Spontaneamente infiammabile all aria Molto tossico per inalazione Nocivo per inalazione, ingestione e contatto con la pelle Può provocare il cancro Può provocare il cancro per inalazione Con il GHS le frasi R saranno sostituite dagli hazard statement Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 8 Frasi S I consigli di prudenza S sintetizzano dei suggerimenti per la corretta gestione della sostanza sono identificate mediante la lettera S e un numero. Alcune Frasi S S2 S26 S27 S3/7/9 S36/37/39 Significato Conservare fuori dalla portata dei bambini In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente con acqua e consultare il medico Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco e ben ventilato Usare indumenti protettivi e guanti e proteggersi gli occhi/la faccia Con il GHS le frasi S saranno sostituite dai precautionary statement Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 9 3

4 Etichettatura Simboli di pericolo: Alle definizioni delle categorie di pericolo sono associate immagini grafiche e simboli di etichettatura E= Esplosivo O= Comburente F = Facilmente infiammabile F+ = Estremamente T=Tossico infiammabile T+ = Molto tossico C = Corrosivo Xn = Nocivo Xi = Irritante N = Pericoloso per l ambiente Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 10 Etichettatura globale Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 11 Schede di sicurezza Documenti standardizzati che illustrano le caratteristiche delle sostanze in relazione alle conoscenze scientifiche disponibili 1. Identificazione del preparato e della società che lo produce 2. Composizione - Informazioni sugli ingredienti 3. Identificazione dei pericoli 4. Misure di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell esposizione - protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 12 4

5 VDR chimico La valutazione del rischio chimico comprende l analisi delle caratteristiche delle sostanze e delle modalità di esposizione Si usano software appositi che considerano anche i risultati di eventuali indagini ambientali Sulla base degli esiti della valutazione si adottano misure di tutela specifiche e si effettua la sorveglianza sanitaria Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 13 VDR chimico e misure Si effettuano misure di esposizione i cui risultati sono messi a confronto con dei limiti che tutelano la maggior parte dei lavoratori Si possono effettuare anche delle indagini per la ricerca degli indici biologici di esposizione, indicatori di esposizione e liquidi biologici Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 14 Agenti cancerogeni definizione I cancerogeni sono agenti che aumentano l incidenza di tumori nella popolazione esposta Gli agenti cancerogeni sono etichettati R45 e R49 e sono soggetti a particolari restrizioni Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 15 5

6 Amianto Con il termine AMIANTO si indica un gruppo di minerali fibrosi che erano ampiamente utilizzati in Italia nel passato. L esposizione alle fibre di amianto determina patologie che si manifestano anche a decenni di distanza dall esposizione L uso dell amianto è bandito in Italia dal 1992 Ogni anno ci sono ancora circa 1000 decessi per le esposizioni pregresse L amianto è regolato da numerosissime norme di prevenzione e protezione Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 16 Fumo di sigaretta L agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato l esposizione a fumo passivo come cancerogena Questo NON significa che il DL sia tenuto ad applicare le norme specifiche sugli agenti cancerogeni Il datore di lavoro è tenuto piuttosto ad applicare norme specifiche per la tutela dei non fumatori dettate da decreti che non sono stati inseriti nel D.Lgs. 81/2008 Docente <Nome> - Corso di formazione "Salute e sicurezza sul lavoro" 17 Rischio biologico 18 6

7 Rischio biologico 19 Definizione di agenti biologici 20 Segnaletica pericolo biologico 21 7

8 Agenti biologici Gli agenti biologici sono tutti i microrganismi, anche se geneticamente modificati, colture cellulari ed endoparassiti umani che potrebbero provocare infezioni, allergie od intossicazioni Gli agenti biologici sono immessi in ambiente di lavoro in maniera volontaria o involontaria 22 Agenti biologici Gli agenti biologici sono classificati dalla normativa in 4 gruppi di pericolosità cui corrispondono adempimenti e autorizzazioni diverse in funzione di: INFETTIVITÀ PATOGENICITÀ TRASMISSIBILITÀ NEUTRALIZZABILITÀ 23 Videoterminali 24 8

9 VDT Il D.Lgs. 81/2008 prevede disposizioni specifiche per le caratteristiche della postazione al VDT in relazione a: Piano di lavoro Sedile di lavoro Rumore Microclima Illuminazione Umidità Prevenzione di disturbi muscolo-scheletrici Prevenzione di problemi visivi Prevenzione per disturbi da affaticamento mentale. 25 D.Lgs. 81/08: definizioni VDT Definizione di addetto al videoterminale D.Lgs. 81/2008 Addetto che usa l attrezzatura munita di VDT per almeno 20 h settimanali dedotte le pause Per questi addetti sorveglianza sanitaria e formazione specifica Per videoterminale si intende uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato. 26 D.Lgs. 81/08: campo di applicazione titolo VII Le disposizioni della normativa non si applicano agli addetti: ai posti di guida di veicoli o macchine; ai sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto; ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all utilizzazione da parte del pubblico; alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati e delle misure, necessario all utilizzo diretto di tale attrezzatura; alle macchine di videoscrittura senza schermo separato. 27 9

10 Computer portatili I sistemi che utilizzano un portatile come unità di elaborazione rientrano nella previsione dalla legislazione sui videoterminali. Precisamente l allegato XXXIV stabilisce che per un uso prolungato sia necessario fornire una tastiera, un mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un idoneo supporto che consenta il corretto posizionamento dello schermo. 28 Interruzioni del lavoro Il lavoratore nel corso dell attività ha diritto a pause o cambiamenti di attività. Tali pause, salvo altra contrattazione, sono di 15 minuti ogni 120 minuti di lavoro continuativo al VDT, e non possono essere cumulate in un singolo periodo all inizio o alla fine dell attività Queste pause sono di interruzione del lavoro al VDT: possono essere svolti altri lavori che non richiedano l uso di videoterminali. 29 I dispositivi speciali di correzione Secondo l articolo 176: Il datore di lavoro fornisce a sue spese ai lavoratori i dispositivi speciali di correzione visiva, in funzione dell attività svolta, quando l esito delle visite di cui ai commi 1, 3 e 4 ne evidenzi la necessità e non sia possibile utilizzare i dispositivi normali di correzione. I dispositivi speciali di correzione non sono i normali occhiali che correggono i difetti visivi del lavoratore

11 Obblighi Datore di lavoro per VDT? Il DL deve analizzare i posti di lavoro al VDT nella valutazione del rischio In questa attività deve tenere in considerazione: i rischi per la vista e per gli occhi; i problemi legati alla postura ed all affaticamento fisico o mentale; le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. 31 e per quanto riguarda i VDT? (segue) Sulla base di quanto risulta dalla valutazione dei rischi, il DL deve adottare le misure necessarie per ridurre i rischi presenti, tenendo conto delle caratteristiche dell attività e delle esigenze dei lavoratori. Deve inoltre: organizzare le postazioni di lavoro in modo che siano conformi ai requisiti indicati nell allegato XXXIV; garantire la sorveglianza sanitaria; garantire la formazione e informazione necessarie; garantire le pause e le misure organizzative previste. 32 Il DL deve fornire ai lavoratori informazioni complete e una adeguata formazione: DL e formazione sulle misure adottate per ridurre i rischi individuati sulle modalità corrette di svolgimento dell attività sulla protezione degli occhi e della vista La formazione viene svolta secondo quanto stabilito in sede di Conferenza permanente stato regioni (art. 37 c.2), per quanto riguarda durata, contenuti minimi e modalità

12 Sorveglianza sanitaria Le visite di controllo hanno periodicità di 5 anni, tranne che nei seguenti casi: i lavoratori hanno più di 50 anni di età (in tal caso la periodicità diventa biennale) i lavoratori sono idonei con prescrizioni o limitazioni Anche il lavoratore può richiedere una visita di controllo, correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, secondo le modalità previste all art VDT e loro effetti sulla salute Effetti sulla vista Effetti sull apparato muscolo scheletrico Effetti sulla sfera dello stress 35 I punti critici per le patologie da VDT sono quindi: Attenzione Gli occhi La colonna vertebrale Gli arti superiori e le mani Nell accezione comune si ritiene spesso che i danni dal VDT siano limitati agli effetti sugli occhi ma i rischi maggiori sono per l apparato muscolo scheletrico 36 12

13 Gli occhi Gli occhi sono una parte del corpo fortemente sollecitata dal lavoro al VDT, che richiede in genere di mantenere a lungo lo sguardo sullo schermo. Il lavoro al videoterminale affatica gli occhi, causando una perdita nell acutezza visiva, difficoltà nel mettere a fuoco, o nel concentrare lo sguardo. 37 L affaticamento visivo (astenopia) può presentarsi con vari sintomi: Lacrimazione Bruciore Secchezza oculare Pesantezza Fastidio alla luce Affaticamento visivo Si tratta di uno stato che può essere reversibile con adeguati periodi di riposo 38 Svolgimento corretto delle pause L affaticamento visivo può avere riflessi a carico di altri distretti dell organismo, portando a sviluppare mal di testa di origine tensiva o dolori cervicali dovuti alle posture scorrette assunte per compensare problemi visivi. Si verifica anche nelle attività di lettura: per questo motivo gli intervalli nel lavoro al VDT devono essere utilizzati per far riposare gli occhi

14 Illuminazione La corretta illuminazione del posto di lavoro rende più facile il riconoscimento dei caratteri, riduce gli abbagliamenti, e non richiede un impegno eccessivo ai fotorecettori della retina. La corretta illuminazione è fondamentale per la prevenzione dei disturbi legati al lavoro al VDT. 40 La colonna vertebrale La colonna vertebrale sostiene il peso del corpo e lo distribuisce, ammortizzando le spinte grazie alla sua particolare forma e struttura. Presenta tre curvature caratteristiche, cervicale, dorsale e lombare. Le posture scorrette si traducono in distribuzioni anomale del carico che vanno a stressare eccessivamente dei tratti rispetto agli altri. 41 Il dolore lombare La posizione seduta distorce la naturale curvatura lombare, comprimendo i dischi intervertebrali. Mantenendo a lungo questa posizione statica, i dischi intervertebrali possono indebolirsi o col tempo danneggiarsi, causando il dolore. I sedili ergonomici sono stati progettati per aiutare a mantenere la giusta postura della colonna vertebrale

15 Il dolore cervicale Il tratto cervicale della colonna vertebrale può essere sollecitato pericolosamente se non si assume una postura corretta. Una distanza sbagliata tra l operatore e lo schermo, lo schermo troppo in alto o una errata disposizione del materiale, porta a mantenere la testa inclinata o spostata in avanti. Anche frequenti movimenti della testa costituiscono un rischio. Nel tempo si possono determinare irrigidimento della muscolatura, danni alle vertebre o ai nervi cervicali Solo mal di schiena? Anche dolori articolari, muscolari, o tendiniti possono essere legati alle posizioni scorrette. Dolori muscolari a livello delle spalle o degli avambracci, tendiniti a livello del polso, della mano o delle dita, la sindrome del tunnel carpale, sono tutti effetti che possono essere dovuti a posture scorrette o attrezzature non idonee

16 Tunnel carpale La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia del nervo mediano della mano, causata dall infiammazione dei tendini che scorrono nel tunnel carpale. L infiammazione può essere dovuta a una compressione localizzata o ad un sovraccarico meccanico, dovuto a sforzi fatti con la mano o a movimenti troppo intensi o scorretti. L uso errato del mouse e degli accessori del VDT può aumentare il rischio di infiammazione al tunnel carpale. 46 La postazione deve rispondere a requisiti che evitano: VDT l assunzione di posture incongrue; la creazione di riflessi nel monitor; la creazione di abbagliamenti per l operatore; l effettuazione di movimenti ripetuti innaturali (posizione del mouse ecc.); l uso di materiale non a norma. 47 La postazione di lavoro La postazione è costituita da diversi elementi: Il computer e lo schermo La tastiera, il mouse o altri dispositivi di immissione Il piano di lavoro Il sedile Altri elementi (stampante, lampade, leggio ecc.) L ambiente circostante Per questi elementi vengono fornite delle indicazioni minime dal D.Lgs. 81/08, che possono essere integrate con le indicazioni provenienti dalle norme tecniche

17 49 Area di visione La linea di visione ottimale è inclinata verso il basso di circa 30. Intorno a questa linea si definisce uno spazio, esteso per circa 15 da ogni parte, che gli occhi possono osservare agevolmente, e che rappresenta l area ottimale per l osservazione dello schermo. Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5 50 La regolazione L utilizzatore deve poter intervenire per regolare le caratteristiche dello schermo: luminosità, contrasto, saturazione dei colori. Questo non solo per adattarsi alle caratteristiche e preferenze di ogni persona, ma anche per adattarsi alle condizioni di luminosità ambientale e alle richieste del lavoro da svolgere. Le immagini e i caratteri sullo schermo devono essere ben leggibili, e non soggetti a distorsioni o sfarfallio

18 Tastiera La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l uso. Quindi: La tastiera, separata dallo schermo, deve essere preferibilmente in posizione frontale rispetto all utilizzatore Deve essere inclinabile, opaca. I simboli dei tasti devono essere leggibili Deve esserci dello spazio sul piano di lavoro davanti alla tastiera, per appoggiare gli avambracci. In mancanza le braccia devono essere sostenute dai braccioli della sedia 52 Tastiera Esistono tastiere definite ergonomiche che hanno una geometria tale da adattarsi meglio alla posizione assunta dalle mani durante la digitazione. Alcune sono realizzate in modo da avere sezioni regolabili, permettendo quindi di adattarle al modo di lavorare dei diversi operatori. 53 Mouse ergonomici? Anche per i mouse esistono modelli ergonomici, fatti in modo da dare un comodo appoggio alla mano e consentire la distensione delle dita. Nell uso del mouse il polso deve rimanere diritto, senza deviazioni laterali, piegamenti o appoggi forzati. Le dita e la mano non devono essere contratte

19 Piano di lavoro Indicazioni dell allegato XXXIV: Il piano di lavoro deve essere stabile, con una superficie poco riflettente Inoltre si chiede che sia sufficientemente ampio da permettere la disposizione flessibile di schermo, tastiera, documenti e altro materiale necessario. La profondità deve permettere la corretta distanza dallo schermo L altezza sia indicativamente tra 70 e 80 cm da terra, con spazio inferire per permettere il movimento delle gambe e il comodo ingresso del sedile (eventualmente con i braccioli) 55 Piano di lavoro Le norme tecniche aggiungono altre informazioni sulle caratteristiche ottimali del piano di lavoro: Deve poter sostenere il peso dei materiali d uso; Deve poter sostenere il peso di una persona che si appoggi su un lato; Non deve trasmettere vibrazioni, né trasmettere calore; In caso di altezza regolabile, la regolazione deve essere agevole e sicura; I profili devono essere arrotondati (raggio di 3 mm). 56 Per evitare l affaticamento degli occhi o del collo, la disposizione degli oggetti utilizzati deve ridurne al minimo i movimenti. Disposizione degli strumenti Quindi, per la videoscrittura, questo vuol dire tastiera e schermo allineati davanti all operatore. In caso di copia da documenti, questi devono essere posizionati a lato dello schermo alla stessa altezza, utilizzando un portadocumenti, o tra lo schermo e la tastiera (senza ostacolare la vista dello schermo)

20 Il sedile di lavoro è fondamentale per proteggere la schiena e permettere di lavorare a lungo in condizioni confortevoli. Sedile di lavoro Per questo motivo esistono moltissime indicazioni sulle caratteristiche di un sedile di lavoro in grado di ridurre i rischi per l operatore. Supporto lombare Seduta Base 58 Il sedile di lavoro Deve essere stabile: base a 5 razze, antislittamento, antiribaltamento Deve permettere libertà di movimento: girevole, che non ostacoli i movimenti di gambe e braccia Deve essere adattabile alle caratteristiche antropometriche dell utilizzatore: seduta regolabile in altezza e profondità, supporto lombare regolabile in altezza e in inclinazione; altezza e posizione dei braccioli regolabile. Deve essere confortevole: quindi in materiale imbottito e traspirante, di disegno anatomico Deve essere sicuro: non deve presentare spigoli, la seduta deve essere antiscivolo 59 Posizione L altezza del sedile deve essere tale che le ginocchia formino un angolo di 90. I piedi devono poggiare comodamente al suolo, anche le caviglie devono formare un angolo di Le braccia devono rimanere verticali, con gli avambracci paralleli al pavimento e appoggiati al piano di lavoro, a formare un angolo di 90 con le braccia. ~

21 61 Altezza L altezza del sedile va regolata in modo che sia corretta la posizione delle braccia sul piano di lavoro. Se i piedi non poggiano comodamente al suolo, devono essere utilizzati poggiapiedi regolabili (piani). Altrimenti è necessario utilizzare piani di lavoro con altezza regolabile. I poggiapiedi servono anche a permettere una corretta posizione delle caviglie nel caso in cui si distendano le gambe in avanti (poggiapiedi angolati). Il poggiapiedi deve essere fornito su richiesta. 62 Schienale L altezza dello schienale va regolata in modo che: Inferiormente ci sia spazio per i glutei, la colonna vertebrale sia ben supportata, la colonna non assuma una postura scorretta. L estensione dello schienale deve essere tale da non dare ostacolo al movimento degli arti superiori

22 Le altre attrezzature Altre attrezzature che vengono utilizzate (stampanti, scanner, ecc..) devono essere facilmente raggiungibili senza richiedere torsioni del busto o eccessive estensioni delle braccia. Anche per questo motivo si richiede che il sedile abbia una base girevole ed eventualmente con le ruote. 64 Devo considerare i vari aspetti: L ambiente di lavoro Illuminazione Spazi e attrezzature Rumore e vibrazioni Microclima Polveri e altri contaminanti Altro 65 L illuminazione La giusta illuminazione del posto di lavoro migliora la produttività e permette di evitare disturbi alla vista. Come definisco un illuminazione adeguata? Non deve causare abbagliamenti, deve essere tale da permettere di distinguere agevolmente gli oggetti, deve essere omogenea nell area di lavoro. Per la valutazione dell illuminazione occorre fare riferimento alle norme tecniche 66 22

23 Abbagliamento Il rischio di abbagliamento si verifica se fonti di luce eterogenee colpiscono gli occhi dell operatore, sia provenendo da una fonte luminosa che dalla sua riflessione 67 Abbagliamento Anche una forte differenza nell intensità di illuminazione nell ambiente causa abbagliamento (parete chiara ben illuminata davanti a una postazione di lavoro poco illuminata; ambiente poco illuminato con luce forte strettamente localizzata sulla tastiera: è il caso degli schermi utilizzati in ambienti al buio) Pareti, leggi, tastiere, vetrate. Tutte le situazioni di eccessivo contrasto sono potenziali fonti di abbagliamento per l operatore. 68 Disposizione delle fonti luminose In condizioni ottimali le fonti luminose sono disposte perpendicolarmente al VDT, e ad un altezza tale da non rientrare nel campo visivo. Le lampade devono essere schermate per evitare la presenza di luce diretta. Esistono in commercio apparecchi illuminanti in cui la luce viene irradiata verso il basso ad un angolo di 50 o 60 : in questo modo la luce non rientra nel normale angolo visivo, ma illumina adeguatamente il piano di lavoro

24 Disposizione delle fonti luminose L illuminazione dell ambiente deve essere omogenea ma non tale da causare effetti di monotonia. Si deve preferire in ogni caso la luce naturale, ma questa deve essere schermata, in quanto ha in genere un intensità molto maggiore della luce artificiale. Come per la luce artificiale, la fonte di luce naturale non deve trovarsi nel campo visivo. Nel caso la luce naturale sia insufficiente, è necessario ricorrere all illuminazione artificiale. 70 La lampada da tavolo L illuminazione può richiedere la presenza di lampade da tavolo. Si tratta di un espediente per mitigare gli effetti di postazioni progettate o realizzate male dal punto di vista della distribuzione della luminanza. In una postazione correttamente bilanciata dal punto di vista dell illuminazione la lampada da tavolo non ha motivo di essere utilizzata. 71 Spazio della postazione di lavoro La postazione di lavoro deve avere intorno uno spazio di movimento, che permetta un facile accesso. Deve esserci abbastanza spazio per permettere i cambi di postura. Sotto al piano di lavoro deve esserci un adeguato spazio per il movimento delle gambe Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5 Dal punto di vista della geometria della postazione è importante notare che i braccioli possono ostacolare l assunzione della postura corretta

25 Vie di passaggio I cavi di collegamento e di alimentazione non devono attraversare né le superfici di lavoro né i pavimenti, ma devono essere previste delle apposite canalizzazioni. Le attrezzature devono essere accessibili per la manutenzione. 73 Rumore e vibrazioni Non devono essere presenti rumori molesti, che disturbino l attività. Il piano di lavoro non deve trasmettere vibrazioni. Non devono essere presenti vibrazioni che si trasmettono all operatore. La parte 6 della norma UNI EN ISO 9241 suggerisce i valori di qualità acustica per gli uffici con lavoro al VDT 74 Microclima Nell ambiente di lavoro non ci devono essere correnti d aria né differenze di temperature tali da causare disagio agli addetti. Va evitato il soleggiamento eccessivo e tutte le asimmetrie di temperatura (pavimento troppo freddo, una parete molto più calda ecc.), progettando adeguatamente l ambiente

26 Microclima Alcuni speciali ambienti di lavoro al VDT comportano l esposizione dei lavoratori a basse temperature o a correnti d aria. Questo vuol dire fornire DPI adeguati all ambiente freddo, e limitare le correnti d aria con diffusori sugli impianti di condizionamento, o con schermi separatori vicino alla postazione di lavoro. 76 È necessario controllare la contaminazione da polveri. Le stampanti vicino alla postazione di lavoro devono essere tenute pulite, dato che spesso nell ambiente si rilevano particelle di toner disperse da stampanti o fotocopiatrici. Polveri È importante pulire regolarmente le attrezzature di lavoro, come ad esempio la tastiera e il mouse. 77 Stampanti e fotocopiatrici Nel caso in un luogo di lavoro si utilizzino estesamente fotocopiatrici o stampanti di rete, è opportuno raccoglierle in un area a loro dedicata, lontano dalle postazioni dei lavoratori, in modo da proteggere gli stessi dal disturbo sonoro. Andrà realizzato un impianto di aspirazione per allontanare le sostanze chimiche, soprattutto ozono e residui di toner, dall ambiente di lavoro

27 Altri contaminanti I lavoratori non devono essere esposti a sostanze tossiche aerodisperse. In particolare va controllato che la captazione dell aria non avvenga in vicinanza di fonti di contaminazione. I condotti degli impianti di condizionamento dell aria devono essere mantenuti puliti e liberi da accumuli di materiale. I filtri vanno puliti regolarmente e vanno eliminate le raccolte di umidità. 79 Radiazioni e campi elettromagnetici I lavoratori devono essere protetti da tutte le fonti di radiazioni potenzialmente dannose. E stato comunque verificato che i VDT non sono fonti di radiazioni pericolose per gli esseri umani. Le postazioni di lavoro devono essere disposte in modo da non esporre i lavoratori al rischio da campi elettromagnetici, e le fonti di emissione devono essere adeguatamente schermate. 80 Ambiente di lavoro Nell analisi di una postazione di lavoro va anche considerata la posizione all interno dell ambiente stesso. Le postazioni di lavoro in condizioni ottimali vanno disposte in modo che la scrivania non si trovi di fronte a una parete, o che l operatore dia le spalle a un punto di entrata o un percorso molto frequentato, perché questo causa spesso una condizione di disagio, oltre a esporre a rumori. Se possibile la postazione deve essere rivolta in modo da permettere di vedere le altre persone presenti senza dover ruotare il corpo

28 Rischi da interfaccia elaboratore - uomo Nella Valutazione dei Rischi richiesta dal D.Lgs. 81/08 si chiede di valutare anche i rischi connessi all affaticamento mentale. Nell allegato XXXIV si parla di interfaccia elaboratore - uomo, e vengono date delle indicazioni per limitare i rischi da questa origine. Il problema dell affaticamento mentale viene ricondotto a questo aspetto. Questo aspetto della valutazione dei rischi può essere collegato alle considerazioni per il rischio stress 82 Quale software In particolare, relativamente al software, la legge chiede di fornire ai lavoratori un software adeguato alle mansioni da svolgere, di facile uso e adeguato alle capacità dell utilizzatore. Il sistema deve fornire informazioni a un ritmo e in un formato adeguato agli operatori. Inoltre si chiede che sia strutturato in modo da fornire ai lavoratori un feedback sulla correttezza dell attività svolta. 83 Ergonomia del SW Il D.Lgs. 81/08 chiede di applicare i principi dell ergonomia all elaborazione delle informazioni da parte dell uomo. Tale formulazione è abbastanza poco indicativa da permettere numerose interpretazioni pratiche. Si tratta quindi di valutare le capacità di ricezione e elaborazione dell informazione da parte dell utilizzatore. Il principio dettato dal D.Lgs. 81/08 trova una difficile applicazione pratica soprattutto nelle piccole imprese 84 28

29 Ergonomia del SW Siamo di fronte a una serie di tematiche diverse, ma con molti punti in comune. Affaticamento mentale Accessibilità Usabilità 85 Fatica mentale Il termine affaticamento mentale raccoglie gli stati di difficoltà nella concentrazione, nell apprendimento e nella realizzazione del compito, in seguito a uno stato di stimolazione mentale a cui il lavoratore non riesce a rispondere adeguatamente. Fatica mentale: alterazione temporanea dell efficienza funzionale mentale e fisica, condizionata dall intensità, durata e andamento temporale dello strain mentale precedente. 86 Casistica stress mentale L affaticamento mentale si riscontra quando il lavoratore è soggetto a sollecitazione mentale (strain) prolungata e pesante, che nel tempo può generare stati di ansia, e incapacità di adattarsi ai compiti richiesti. Nel tempo rende il lavoratore incapace di assolvere al suo compito, causando sintomi sia mentali che fisici dovuti allo stress (alterazioni endocrine, disturbi cardiaci, gastrici ecc.) 87 29

30 Valutazione del carico mentale La valutazione del carico mentale si effettua considerando le caratteristiche del compito, ma anche gli aspetti organizzativi e sociali e la loro interazione. La valutazione avviene a vari livelli: analisi del compito e/o attività lavorativa attrezzature tecniche ambientale organizzativo organizzazione temporale del lavoro 88 Usabilità L usabilità viene definita nella norma ISO come il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obbiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d uso. I principi dell usabilità si applicano alla realizzazione di software, o di ambienti di lavoro virtuale, che siano facilmente fruibili e utilizzabili senza causare stati di stress. Questo riguarda la facilità di accesso alle informazioni, la semplicità d uso, la possibilità di risalire al punto iniziale in caso di errori. 89 Accessibilità Diverso è il tema dell accessibilità, che riguarda la possibilità di utilizzare al meglio software, siti o ambienti di lavoro da parte di persone con disabilità. Software accessibili sono ad esempio in grado di adattarsi per l uso da parte di ipovedenti o persone con altri tipi di difficoltà

31 Psicosociali Stress, mobbing e burn out: Sorgente: lo stress è una condizione [ ] che scaturisce dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all altezza delle aspettative. Effetti: lo stress non è una malattia, ma un esposizione prolungata ad esso può ridurre l efficienza nel lavoro e può causare malattie. 91 Stress lavoro correlato 92 Stress lavoro correlato 93 31

32 Stress lavoro correlato 94 Stress lavoro correlato 95 Stress lavoro correlato 96 32

33 Stress lavoro correlato 97 Stress lavoro correlato 98 Valutazione stress lavoro correlato 99 33

34 Valutazione stress lavoro correlato 100 Valutazione stress lavoro correlato 101 EMERGENZE

35 Emergenze 103 Emergenze 104 Piano di emergenze

36 Piano di emergenze 106 A cosa serve il piano di emergenza Un piano di emergenza bene strutturato deve prevedere procedure per: Salvaguardare le persone e i beni Prestare soccorso alle persone e agevolarne l evacuazione Fronteggiare lo sviluppo dell incidente Attivare i presidi antincendio e coordinare l azione con quella dei VVF. 107 Contenuti del piano di emergenza Possibili scenari di emergenza Procedure da adottare Procedure di coordinamento con terzi Procedure per l allontanamento dal luogo di lavoro Procedure per assicurare l efficienza dei presidi antincendio Intervento dei VVF Assistenza ai disabili Planimetrie Esercitazioni annuali

37 MAPPE E INFORMAZIONI LOGISTICHE All'interno di ogni aula, laboratorio e nelle vie di transito sono appesi: La planimetria del piano con le indicazioni per l esodo Un estratto delle istruzioni di sicurezza 109 NUMERI TELEFONICI DI EMERGENZA ELENCO DEI NUMERI TELEFONICI DA CHIAMARE IN CASO DI EMERGENZA Vigili del Fuoco Ambulanza Pronto Soccorso Carabinieri pronto intervento Soccorso Pubblico di emergenza CHIAMATE DI SOCCORSO In caso di Incendio 110 Soggetti coinvolti

38 Coordinatore dell emergenza 112 Addetti interni 113 Nominativi e recapiti presenti I nominativi e recapiti presenti nel piano di emergenza e visibili ai lavoratori devono essere: Datore di lavoro RSPP Lavoratori addetti alla gestione delle emergenze Centralinisti e portiere Addetti al pronto soccorso Addetti all assistenza dei disabili Medico Competente Servizi di pronto intervento locali

39 Procedure di emergenza e di evacuazione 115 Piano di emergenza Occorre quindi che siano note a TUTTI (alunni, docenti, non docenti, genitori ed operatori esterni) le informazioni contenute nel Piano di emergenza ed evacuazione presente in ogni locale della scuola: - Procedure, - Norme di comportamento da seguire, - Vie di fuga, - Uscite di sicurezza, - Punti di raccolta 116 Sommario Esempio Piano di emergenza 1. Segnaletica 2. Figure interessate e Responsabilità 3. Emergenza incendio 4. Procedura generale di Evacuazione

40 Esempio Piano di emergenza 1. Segnaletica 118 Esempio Piano di emergenza 2. Figure interessate e Responsabilità Insegnanti: si accertano che nelle aule e nei laboratori gli arredi siano disposti in maniera non solo funzionale, ma anche razionale, in modo da non ostacolare un pronto allontanamento degli alunni. Il corpo docente deve prontamente comunicare la situazione di emergenza in amministrazione mediante comunicazione diretta o citofono. In caso di evacuazione i docenti devono essere pronti a garantire l esodo ordinato verso il punto di raccolta, intervenendo prontamente laddove si dovessero determinare situazioni critiche dovute a condizioni di panico, assicurandosi del completamento dell esodo, ricordandosi di portare con sé il registro di classe per effettuare un controllo delle presenze ad evacuazione avvenuta. 119 Esempio Piano di emergenza 2. Figure interessate e Responsabilità Alunni: compatibilmente all età, devono applicarsi durante gli incontri di formazione alla sicurezza impartita dai docenti incaricati. Al segnale di evacuazione per emergenza tutti gli allievi cessano qualsiasi attività ed abbandonano ogni cosa. Essi assumono immediatamente i comportamenti previsti senza attendere ulteriori autorizzazioni

41 Esempio Piano di emergenza 2. Figure interessate e Responsabilità Addetti alla Gestione delle Emergenze e Primo Soccorso: Gli addetti alla gestione delle emergenze intervengono laddove si determinano situazioni critiche. È loro compito intervenire nel periodo di tempo che intercorre tra l evento e l intervento dei soccorritori esterni (Vigili del Fuoco, Ambulanza), limitando così la gravità dell emergenza. In caso di incendio, informati sull emergenza, impartiscono l ordine di evacuazione della scuola e chiamata dei soccorsi. In caso di incendio valutano se vi sia o meno margine di intervento con gli estintori ed idranti. In caso di emergenza di primo soccorso si accertano sullo stato di salute della persona e provvedono alle prime cure secondo la formazione acquisita. Le operazioni di emergenza sono gestite dall ufficio segreteria, al quale arrivano e vengono smistate le comunicazioni interne via citofono, e vengono gestite le comunicazioni da e verso l esterno. Dell ufficio segreteria si attiva inoltre il segnale di evacuazione. 121 Esempio Piano di emergenza 2. Figure interessate e Responsabilità Personale non docente: Ogni persona all interno della scuola ha il compito di segnalare tempestivamente in amministrazione le situazioni di potenziale pericolo. L amministrazione dirige il deflusso verso l uscita, assistono chiunque si trovi in difficoltà, si accertano che la zona di loro pertinenza risulti evacuata in modo completo (compresi spogliatoi, aule speciali, servizi e depositi), e si mettono a disposizione della squadra di gestione emergenze eseguendo gli ordini impartiti. Il personale amministrativo tiene sempre in evidenza, su un apposito pannello, i numeri telefonici di emergenza, nonché lo schema di chiamata soccorsi. Su richiesta degli addetti alla gestione delle emergenze provvedono a diffondere il segnale di evacuazione e a chiamare i soccorsi. 122 Esempio Piano di emergenza 2. Figure interessate e Responsabilità Personale non docente: L addetto alla manutenzione provvede, se necessario, a interrompere l alimentazione della corrente elettrica e l alimentazione della centrale termica. Il guardiano controlla quotidianamente, all inizio delle lezioni, il funzionamento dell apertura delle porte di sicurezza, segnalando tempestivamente gli eventuali malfunzionamenti al direttore scolastico che provvede immediatamente; in caso di evacuazione provvedere all aperture delle uscite di emergenza al piano terra

42 Esempio Piano di emergenza 3. Emergenza incendio Se si è all interno di un locale in cui si è sviluppato un incendio: dare l allarme mediante citofono (specificare il luogo) oppure gridando aiuto; non usare acqua per spegnere le fiamme in prossimità di impianti o dispositivi elettrici, disattivare tutti gli interruttori; abbandonando il locale, assicurarsi che tutti siano usciti e chiudere dietro di sé tutte le porte; durante l evacuazione si segue la procedura specifica; se il fuoco è fuori dalla porta dell aula, sigillare le fessure e mettersi possibilmente vicino ad una finestra; se il fumo è nell aula, filtrare l aria attraverso un fazzoletto e sdraiarsi a terra, il fumo tende a salire verso l alto; l estintore o l idrante può essere utilizzato esclusivamente dal personale addestrato. 124 Esempio Piano di emergenza 3. Emergenza incendio Se i vestiti prendono fuoco: non correre, non agitare scompostamente braccia e gambe: l aria alimenta le fiamme; rannicchiarsi e rotolarsi a terra; con una coperta, un asciugamani o un indumento opportunamente bagnati si possono soffocare le fiamme. 125 Esempio Piano di emergenza 3. Procedura generale di Evacuazione 1) AVVIO DELLA PROCEDURA DI EVACUAZIONE 2) SEGNALAZIONE DI EVACUAZIONE 3) EMERGENZA 4) MODALITÀ DI EVACUAZIONE 5) PUNTO DI RACCOLTA 6) 7) CESSAZIONE EMERGENZA

43 Schema generale del corso Infortuni e mancati infortuni Ambienti di lavoro Microclima e illuminazione Macchine e attrezzature Rischio elettrico Rischi biologici Rischi fisici Videoterminali Movimentazione manuale carichi Cadute dall'alto DPI Organizzazione del lavoro Stress lavoro correlato Segnaletica Emergenze Procedure esodo e incendi Procedure organizzative per il primo soccorso 127 Procedure esodo e incendi 128 Fuoco e incendi Quello degli incendi è uno dei rischi principali di ogni ambiente di lavoro, la relativa normativa è molto approfondita e dettagliata Gli interventi di lotta antincendio si dividono tra azioni volte a: Evitare l innesco dell incendio Limitarne la propagazione

44 Effetti del fuoco su persone e strutture L effetto principale sull uomo è l asfissia e l intossicazione ad opera dei fumi La diminuzione della visibilità può ostacolare l evacuazione dal locale Le ustioni dirette sono abbastanza improbabili come effetto primario Dopo un certo periodo di stress termico c è il collasso con conseguente crollo delle strutture. 130 Classificazione dei fuochi Classificazione dei tipi di fuoco Tipo A B C D E Natura Fuochi di materie solide Fuochi di liquidi o solidi che possono liquefarsi Fuochi di gas Fuochi di metalli Fuochi di natura elettrica A questi corrispondono diversi materiali estinguenti 131 Regole da rispettare 1) Evitare comportamenti ed azioni che possano generare principi di incendio; 2) non utilizzare in modo improprio interruttori elettrici, apparecchi elettrici di qualsiasi natura; 3) spegnere sempre le apparecchiature elettriche dopo l utilizzo (TV, videoregistratori, computer etc.); 4) è vietato gettare mozziconi accesi, fiammiferi e tutto ciò che possa innescare l incendio in cestini di carta, spazzatura etc.; 5) non usare apparecchi a fiamma libera nelle vicinanze di materiali infiammabili; 6) segnalare eventuali deterioramenti delle apparecchiature e degli impianti elettrici; 7) verificare che nessun materiale sia depositato davanti agli estintori, alle bocchette antincendio, ai passaggi e alle uscite di emergenza; 8) controllare periodicamente l efficienza dei mezzi antincendio (rivolto al personale autorizzato). 132 E necessario, pertanto, osservare scrupolosamente la segnaletica di sicurezza presente nella scuola. 44

45 Schema generale del corso Infortuni e mancati infortuni Ambienti di lavoro Microclima e illuminazione Macchine e attrezzature Rischio elettrico Rischi biologici Rischi fisici Videoterminali Movimentazione manuale carichi Cadute dall'alto DPI Organizzazione del lavoro Stress lavoro correlato Segnaletica Emergenze Procedure esodo e incendi Procedure organizzative per il primo soccorso 133 Procedure organizzative per il primo soccorso 134 Squadra di primo soccorso

46 Primo soccorso in azienda 136 Incaricati del primo soccorso 137 Presidi primo soccorso

47 Contenuto cassetta di primo soccorso 139 Contenuto cassetta di primo soccorso 140 Chiamata di emergenza

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