CHRIS COLFER. Rizzoli. Illustrazioni di Brandon Dorman. Traduzione di Emma Cappa e Tommaso Varvello

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Silvana Valenti
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2 CHRIS COLFER Illustrazioni di Brandon Dorman Traduzione di Emma Cappa e Tommaso Varvello Rizzoli

3 Titolo originale: The Land of Stories - The Wishing Spell 2012 Christopher Colfer Copertina e illustrazioni 2012 Brandon Dorman Pubblicato per la prima volta nel 2012 da Little, Brown and Company, una divisione di Hachette Book Group, Inc., 237 Park Avenue, New York, NY Questa è un opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale RCS Libri S.p.A., Milano Prima edizione Rizzoli Narrativa maggio 2013 ISBN

Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell autore o sono usati in maniera fittizia.

4 A mia nonna, per essere stata la mia prima editor e avermi dato il miglior consiglio sulla scrittura che abbia mai ricevuto: «Christopher, credo che tu debba aspettare di aver finito le elementari prima di preoccuparti di essere uno scrittore fallito.»

ricevuto: «Christopher, credo che tu debba aspettare di aver

5 Un giorno sarai abbastanza vecchio da ricominciare a leggere le fiabe. C.S. Lewis

6 Prologo { la visita della regina le segrete erano un luogo terribile. Le torce fissate ai muri di pietra emanavano una luce fioca e intermittente. Un liquido nauseante gocciolava dal fossato che circondava il castello. Grossi ratti si inseguivano in cerca di cibo. Non era certo il luogo adatto a una regina. Era appena passata la mezzanotte, e regnava il silenzio, rotto da qualche sporadico stridio di catene. Nel profondo silenzio, un rumore di passi echeggiò attraverso le sale: qualcuno scendeva la scala a chiocciola giù fino alla prigione. 9

Un liquido nauseante gocciolava dal fossato che circondava il castello. Grossi ratti si inseguivano in cerca di cibo.

7 Una giovane donna spuntò dalle scale, avvolta da capo a piedi in un lungo mantello verde smeraldo. Cauta, passò davanti alla fila di celle, destando l attenzione dei prigionieri. Passo dopo passo, il suo procedere si faceva più lento, il battito del suo cuore sempre più veloce. I prigionieri erano disposti secondo la gravità del loro crimine. Più lei si addentrava nella prigione, più erano crudeli e pericolosi. Il suo sguardo puntò sulla cella alla fine della sala, dove un prigioniero di particolare importanza era sorvegliato da una robusta guardia personale. La donna era venuta a fare una domanda. Era una domanda semplice, ma tormentava i suoi pensieri ogni giorno, la teneva sveglia quasi tutte le notti, ed era l unica cosa che occupava i suoi sogni nei pochi momenti di sonno. Solo una persona poteva darle la risposta che cercava, e quella persona stava dall altra parte delle sbarre che aveva davanti. «Desidero vederla» disse alla guardia la donna col mantello. «A nessuno è concesso vederla» replicò la guardia, quasi divertita dalla richiesta. «Obbedisco a ordini diretti della famiglia reale.» La donna abbassò il cappuccio e mostrò il volto. La sua pelle era chiara come la neve, i capelli scuri come il 10

Più lei si addentrava nella prigione, più erano crudeli e pericolosi.

8 carbone, gli occhi verdi come le foreste. La sua bellezza era nota in tutto il regno, e la sua storia anche più in là. «Vostra Maestà, perdonatemi!» si scusò la guardia, sbalordita. Si chinò rapido in un inchino eccessivo. «Non aspettavo nessuno da palazzo.» «Non è necessario scusarsi» disse lei. «Ma per favore, non dite a nessuno che sono stata qui stanotte.» «Certamente» rispose la guardia, annuendo. La donna, rivolta verso le sbarre, aspettava che venissero sollevate; ma la guardia esitò. «Siete sicura di voler andare là dentro, Vostra Altezza?» chiese. «Non si può dire di cosa sia capace.» «Devo vederla a ogni costo» rispose la donna. La guardia fece girare una grande leva circolare, e le sbarre della cella si alzarono. La donna trasse un respiro profondo e passò. Attraversò un lungo e scuro corridoio, dove ringhiere e barriere venivano alzate e poi abbassate dopo il suo passaggio; infine entrò nella cella. Una donna stava seduta su uno sgabello al centro della stanza e fissava una piccola finestra in alto. Dopo qualche istante, avvertì la presenza della visitatrice alle sue spalle. Era la prima visita che riceveva, e sapeva chi era anche senza guardare: poteva essere una persona sola. «Ciao, Biancaneve» disse la prigioniera con voce lieve. 11

» «Certamente» rispose la guardia, annuendo. La donna, rivolta verso le sbarre, aspettava che venissero sollevate; ma la guardia esitò. «Siete sicura di voler andare là dentro, Vostra Altezza?

9 «Ciao, mia Matrigna» rispose nervosamente Biancaneve. «Spero che tu stia bene.» Anche se Biancaneve si era preparata il discorso, scoprì che parlare le era quasi impossibile. «Ho sentito che sei tu la regina, ora» disse la matrigna. «È vero» disse Biancaneve. «Ho ereditato il trono, secondo il volere di mio padre.» «Dunque, a cosa devo l onore della visita? Sei venuta a vedermi appassire?» le chiese la matrigna. C era enorme autorità e severità nella sua voce, tanta da intimidire il più forte degli uomini. «Al contrario» rispose Biancaneve. «Sono venuta per comprendere.» «Comprendere cosa?» chiese severa la matrigna. «Perché» Biancaneve esitò. «Perché hai fatto quello che hai fatto.» Pronunciate queste ultime parole, Biancaneve sentì un enorme peso levarsi dalle sue spalle. Aveva finalmente posto la domanda che le aveva occupato così tanto la mente. Metà dell impresa era compiuta. «Ci sono molte cose di questo mondo che non puoi capire» disse la matrigna, e si voltò per guardare la figliastra dritta in viso. Era da tantissimo tempo che Biancaneve non vedeva il volto della sua matrigna. Era il volto di una donna che un tempo aveva posseduto una bellezza senza 12

Sei venuta a vedermi appassire?» le chiese la matrigna. C era enorme autorità e severità nella sua voce, tanta da intimidire il più forte degli uomini. «Al contrario» rispose Biancaneve.

10 difetti, il volto di una donna che era stata regina. Ora la donna davanti a lei era solo una prigioniera la cui bellezza era svanita, trasformandosi in un cipiglio permanente e triste. «Può darsi» disse Biancaneve. «Ma puoi forse biasimarmi se cerco di trovare una ragione per le tue azioni?» Gli ultimi anni della vita di Biancaneve erano stati i più discussi della storia della famiglia reale. Tutti conoscevano la storia della principessa che si era rifugiata dai Sette Nani per sfuggire alla sua gelosa matrigna. Tutti sapevano della mela avvelenata e dell affascinante principe che aveva salvato Biancaneve dalla morte. La storia era semplice, ma il seguito no. Anche con un nuovo marito e il governo del regno a occupare il suo tempo, Biancaneve si era ritrovata a chiedersi di continuo se le voci sulla vanità e sulla gelosia della matrigna fossero fondate. Qualcosa nella nuova regina si rifiutava di credere che un essere umano potesse essere così malvagio. «Sai come ti chiamano là fuori?» chiese Biancaneve. «Oltre questa prigione, la gente parla di te come della Regina Malvagia.» «Se è così che il mondo mi conosce, quello è il nome con cui devo imparare a convivere» disse la Regina Malvagia. «Quando il mondo ha preso una decisione, 13

» Gli ultimi anni della vita di Biancaneve erano stati i più discussi della storia della famiglia reale.

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