Task Elaborazione dati impianto termico. La filiera siepe-energia nell Azienda agricola. Sperimentale e Pilota «Diana» di Veneto

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1 Progetto Dimostrativo sull impiego di «Fasce Tampone Boscate» in ambiente agricolo Progetto LIFE99 ENV/IT/ Task Elaborazione dati impianto termico La filiera siepe-energia nell Azienda agricola Sperimentale e Pilota «Diana» di Veneto Agricoltura Località Bonisiolo di Mogliano Veneto (TV). Analisi di convenienza economica Beneficiario: Partner: Project Manager: Azienda Regionale Veneto Agricoltura I Agripolis Legnaro (PD) ITALIA Tel.: Fax.: E_mail: info@venetoagricoltura.org Sito web: Consorzio di Bonifica Dese Sile Via Rovereto, 12 I Mestre (VE) ITALIA Dott. Francesco Rosa Tel.: E_mail: francesco.rosa@venetoagricoltura.org

2 Indice Introduzione...3 Scopo dell indagine e base informativa...3 Caratteristiche dell Azienda Sperimentale e Pilota Diana...4 Produttività dei singoli moduli...4 Analisi dei costi di approvvigionamento e funzionamento della caldaia..9 Confronto con il sistema di riscaldamento a gasolio...13 Commenti ai dati e osservazioni...14 Riferimenti bibliografici

3 Introduzione A completamento dell indagine tesa a valutare l eventuale convenienza finanziaria ed economica all investimento (Task 8.3) - condotta presso le aziende che hanno preso parte al Progetto LIFE Ambiente, coofinanziato dall Unione Europea e avente carattere dimostrativo sull impiego delle Fasce Tampone Boscate in ambiente agricolo - si intende qui portare un contributo di conoscenza e di metodo per la valutazione, in termini economici, della filiera siepe-energia potenzialmente applicabile in un azienda agricola della pianura veneta. Scopo dell indagine e base informativa Lo scopo dell indagine è valutare i margini di convenienza economica per un azienda agricola nell adozione di un sistema di riscaldamento a biomasse attraverso l approvvigionamento in forma autonoma della legna alle fasce tampone boscate messe a dimora in azienda che ad intervalli regolari sono ceduate. E essenziale, nella fase di progettazione dell impianto, pianificare un adeguata distribuzione temporale delle siepi che cadranno al taglio periodicamente garantendo il soddisfacimento delle esigenze termiche. In altri termini è necessario assestare l impianto complessivo delle fasce tampone boscate allo scopo di ottenere una produzione annua tendenzialmente regolare. In particolare si intende con il presente contributo, sulla base anche dell indagine precedente, descrivere ed analizzare: 1. i consumi di legna e i relativi costi diretti (voci di costo effettivamente sostenute) ed indiretti (costi figurati quali ammortamenti) e tempi necessari per soddisfare il fabbisogno termico dell abitazione del responsabile aziendale e degli uffici dell azienda agricola Diana; 2. determinare le possibili combinazioni di moduli da impiegare per poter disporre del necessario quantitativo di biomassa annua; 3. proporre un confronto con il tradizionale sistema di riscaldamento impiegato nel passato presso l Azienda agricola Diana alimentato a gasolio, sistema peraltro diffuso anche tra le aziende agricole della zona. La serie di rilievi e dati per questa indagine sono stati ricavati e registrati direttamente presso l Azienda stessa e quindi in una situazione reale e riproducibile in 3

4 altre realtà in molti aspetti strutturali della filiera siepe-energia. Tutte le deduzioni e i dati qui presentati si riferiscono alla realtà specifica di Diana sebbene molti di essi sono certamente esportabili con altre realtà aziendali. Caratteristiche dell Azienda Sperimentale e Pilota Diana L Azienda Diana è un azienda pilota e sperimentale di Veneto Agricoltura di 128 ha di superficie produttiva coltivata; sono presenti vivai viticoli, arboricoltura da legno, frutteti, colture erbacee, (mais, soia e frumento, girasole) e circa 10 ettari sono destinati a «set aside». L azienda ospita numerosi progetti sperimentali e dimostrativi sia nel campo delle colture arboree che erbacee. Nell ambito del Progetto LIFE Ambiente, all interno dell Azienda Diana sono stati messi a dimora nella primavera del 2000, poco più di 10 km di fasce tampone boscate (FTB) impiegando tutti i moduli previsti nella progettazione forestale (Task 3.4) per complessive 3200 piante destinata ad essere governate a ceppaia ed altofusto. L indagine si è focalizzata prendendo come riferimento le operazioni necessarie per ottenere il tronchetto da inserire nel vano di combustione. Si tralascerà nella seguente indagine il conteggio della legna di pezzatura minuta (ricavabile in particolare dal Modulo 1) e la ramaglia potenzialmente ritraibile dalle specie arbustive a valenza ambientale che non forniscono legna da ardere con pezzature adatte per la caldaia sebbene essa questa sia adattabile per l alimentazione con legna ridotta in chips quale quella fornita da questa categoria di piante. Produttività dei singoli moduli Il progetto ha previsto la realizzazione di 20 diversi schemi di impianto (5 Moduli aventi da 2 a 5 diverse Tesi) che si differenziano per le specie impiegate, la loro presenza percentuale e l attitudine prevalente. Sulla base dell indagine precedente, tesa a valutare la convenienza economica nel mettere a dimora FTB, si possono distinguere tre grandi categorie: A) il modulo 1 che ha solo funzione agro-ambientale ed è stato introdotto per le situazioni in cui sono necessari frequenti interventi sul canale; fornisce materiale di dimensioni ridotte adatte per la produzione di cippato. B) i moduli 2, 3 e 4 sono stati progettati con l obiettivo di fornire biomasse legnosa in tronchetti per la caldaia a legna e si distinguono sostanzialmente per le specie 4

5 impiegate e la loro mescolanza. Accanto alla pianta allevata a ceppaia comunque è prevista sempre la presenza di specie arbustive. C) il modulo 5 infine è un misto di specie arbustive, a ceppaia e ad altofusto, quest ultime destinate alla produzione di legna da opera con turni di 40 anni. Raccogliendo informazioni bibliografiche derivanti da similari esperienze nel settore, avendo intervistato operatori ed esperti del settore nonché avendo raccolto anche informazioni presso le aziende agricole coinvolte nel progetto si sono ricavati dei dati di produttività riferiti alla singola ceppaia. Disponendo del dato di produttività legato alla singola ceppaia, riferito alla fine del turno di 6 anni, si sono contate le ceppaie, suddivise per singola specie, presenti in una fascia di 100 metri lineari e si può ottenere la produttività della fascia con una composizione specifica prestabilita. In azienda Diana i singoli moduli impiegati permettono di ritrarre i seguenti quantitativi di legna da ardere in tronchetti: 5

6 Tabella 1 - Produttività dei moduli e delle tesi adottate per 100 metri di FTB Prodittività moduli platano robinia olmo camp. ontano nero farnia (cepp) ac campestre carpino b Ton x 100 m (UR < 20%) M2 T1 33 4,3 M2 T ,0 M2 T ,4 M2 T ,0 M2 T ,8 Delle 3200 piante messe a dimora per essere governate a ceduo, considerata una fallanza fisiologica osservata e stimata del 7%, si può calcolare che sono attualmente in produzione in azienda all incirca 3000 ceppaie che alla scadenza del turno previsto forniranno legna da ardere impiegabile per l alimentazione della caldaia. Il totale degli impianti presenti in azienda è previsto produca a fine turno circa 314 t di biomassa legnosa da cui bisogna sottrarre all incirca un 30% di ramaglie la cui destinazione potrebbe essere la cippatura come già previsto per gli arbusti e l utilizzo nella filiera a cippato. Questa ipotesi non è qui stata considerata poiché non sussistono gli elementi strutturali (vano stoccaggio, sistema di alimentazione della caldaia con vite senza fine) per poter condurre un analisi economica dettagliata e reale sulla variante di filiera. In definitiva si possono ricavare dagli impianti presenti alla scadenza del turno (6 anno) circa 220 tonnellate di biomassa fresca considerata la produttività delle singole specie e relativi moduli impiegati. M3 T1 22 2,9 M3 T ,7 M3 T ,9 M3 T ,1 M4 T1 44 5,7 M4 T ,4 M4 T ,7 M4 T ,4 M4 T5 44 5,1 M5 T ,5 M5 T ,6 6

7 In azienda sono inoltre presenti anche 4 ettari di impianto finalizzato alla produzione di legna da ardere per fini energetici. Questo consentirà all azienda, oltre a soddisfare il proprio fabbisogno energetico, anche di poter porre sul mercato locale la produzione di biomassa legnosa prodotta in eccesso. Va peraltro ricordato che tali risultati saranno conseguiti solo attraverso un oculata gestione assestata degli impianti che consentirà una produzione annua regolare e costante. Al fine di comprendere meglio il conto economico che è stato condotto in Azienda Diana si riportano alcune informazioni tecniche e logistiche per una sua confrontabilità con altre potenziali aziende interessate ad applicare la metodologia e la tecnologia di seguito descritta. Le caratteristiche abitative dell Azienda Sperimentale Diana e dell impianto a biomassa sono le seguenti: Tabella 2 - Caratteristiche abitative Appartamento con tre persone 140 m 2 Uffici aziendali e spazi comuni 140 m 2 Volume lordo riscaldato 840 m 3 Potenza della caldaia 85 kw Resa nominale della caldaia 85% La caldaia è del tipo a fiamma inversa predisposta appositamente per la doppia combustione che permette un alto rendimento di combustione. Le cariche e l accensione sono eseguite a mano, la prima carica è effettuata la mattina alle 8 e la seconda il pomeriggio alle 13.30; la durata di ogni carica si è visto essere di circa 5 ore. La caldaia è stata progettata con un serbatoio di 4000 litri per l accumulo dell acqua calda prodotta in eccesso durante la combustione che è successivamente impiegata per il riscaldamento dell abitazione e degli uffici durante le ore serali e negli intervalli tra le singole cariche quando queste non vengano effettuate con regolarità o troppo distanziate l una dall altra. E stata rilevata a campione l umidità della legna introdotta e i relativi tempi/uomo necessari per ogni carica nonché le necessarie operazioni di pulizia e scarico delle ceneri prodotte (manutenzione ordinaria) durante la combustione. Si è visto che la caldaia riesce ad avere comunque una resa nella combustione buona (resa 75%) anche se la legna introdotta presentava un grado di umidità maggiore del 30%; 7

8 questo aspetto comporta maggiori incrostazioni nel vano di combustione e sulla piastra di scambio calorico. E regola generale per quanto possibile - impiegare legna da ardere con un grado di umidità non superiore al 20% per ottenere una resa termica alta. Si sono inoltre considerati anche i tempi di manutenzione straordinaria che si eseguono una volta all anno, solitamente alla fine della stagione fredda. E stato anche installato un contatore di calore per il rilievo della resa nominale della caldaia e del calore prodotto per ogni carica. L andamento dei consumi di legna nell inverno è riportato nella Tabella 3. Tabella 3 - Andamento dei consumi Periodo N cariche/giorno T legna/giorno ½ Ottobre Novembre Dicembre Febbraio Marzo ½ Aprile Quale termine di riferimento si riporta di seguito una figura contenente l andamento delle temperature medie e delle precipitazioni giornalieri che si sono registrare nella stazione meteo localizzata all interno della stessa Azienda Diana e gestita dall A.R.P.A. Veneto, Centro Meteorologico di Teolo (PD). L inverno scorso ha fatto registrare punte di freddo che non si erano registrate nei cinque anni precedenti e questo dato ha direttamente condizionato, verso l alto, l utilizzo di legna da ardere nei quantitativi che successivamente saranno descritti. 30 C 25 Figura 1 - Andamento delle temperature e delle precipitazioni in Azienda Diana. 0 mm T C media giorno Pioggia (mm) giorno Agosto Maggio Il consumo di legna per gli usi aziendali e dell abitazione per il periodo invernale di 6 mesi è stato di 15 t di legna con umidità relativa media del 20%.

9 Per la presente indagine, poiché le fasce tampone non sono ancora giunte a fine turno, è stata impiegata legna da ardere acquistata sul mercato locale al prezzo di 118 per tonnellata. Le specie legnose impiegate, platano e carpino, sono state acquistate sul mercato locale con pezzature di un metro e diametro compreso tra 15 e 25 cm; la legna è stata depezzata presso il centro aziendale con un apposita macchina taglia e spacca che riduce il tronchetto nella misura richiesta (50 cm pronto-uso ) per essere poi introdotto nel vano di combustione della caldaia. Si consideri che, da prova operativa in azienda, due operai hanno depezzato e spaccato 10 t di legname (lunghezza un metro) in una giornata di 8 ore. I tronchetti spaccati poi, sono stati automaticamente - per mezzo del braccio mobile a nastro scorrevole - depositati sul rimorchio del trattore e portati nell area di stoccaggio adiacente al locale caldaia pronti per essere caricati nel vano di combustione. Analisi dei costi di approvvigionamento e funzionamento della caldaia. In base ai dati contenuti nella Tabella 1 è possibile comporre - per la propria azienda una combinazione di moduli e tesi e relative lunghezze con cui l azienda stessa risulta autosufficiente in termini di fabbisogno annuo di biomassa legnosa. Nel caso dell Azienda Diana, poiché il fabbisogno energetico annuo è stato riscontrato essere di 15 t annue di legna da ardere, alcune (4) delle combinazioni (moduli + tesi) possibili sono qui di seguito illustrate: Tabella 4 1 combinazione possibile di moduli e tesi in base al fabbisogno termico MODULO TESI Lunghezza (m) Produzione t M2 T M2 T TOTALE Tabella 5-2 combinazione possibile di moduli e tesi in base al fabbisogno termico MODULO TESI Lunghezza (m) Produzione t M4 T M5 T TOTALE Tabella 6-3 combinazione possibile di moduli e tesi in base al fabbisogno termico MODULO TESI Lunghezza (m) Produzione t M3 T

10 M2 T M5 - T TOTALE Tabella 7-4 combinazione possibile di moduli e tesi in base al fabbisogno termico MODULO TESI Lunghezza (m) Produzione t M4 T TOTALE Molte sono le variabili in gioco nel taglio e allestimento di una siepe lineare; gli ostacoli naturali ed artificiali, la densità delle piante che condiziona il rendimento delle singole operazioni, l abilità degli operatori, la dislocazione in azienda e la distanza dal centro aziendale sono tra i fattori che maggiormente incidono sulla redazione di un conto economico. Appare assolutamente importante prevedere l assestamento delle FTB messe a dimora in azienda; questo aspetto infatti permette di ottenere una produzione annua e costante, produzione che deve corrispondere al fabbisogno termico dell azienda, precedentemente individuato. Per l Azienda Diana, considerati le possibili combinazioni di moduli e tesi come illustrate nelle tabelle 4, 5, 6 e 7, adottando un turno di 6 anni, per avere una produzione regolare e annua è necessario mettere a dimora FTB di lunghezza variabile come indicato nella tabella 8: Tabella 8 - Lunghezze FTB assestate Modulo e tesi Ripresa planimetrica annua Lunghezza totale FTB M2 T2 e M2 T5 440 m 2640 m M4-T5 e M5-T2 400 m 2400 m M3-T2, M2-T4 e M5-T2 650 m 3900 m M4-T1 270 m 1620 m Il costo orario lordo della manodopera aziendale è variabile da 9.3 a a seconda del grado di specializzazione dell addetto. Qui si è considerato un costo medio di 10.3 non potendo distinguere nel dettaglio da chi le operazioni sono state di volta in volta eseguite. Le varie voci di costo sono derivate dalle indagini svolte presso le stesse aziende che hanno partecipato al progetto e in parte anche da una giornata dimostrativa in campo tesa proprio a valutare e misurate produttività e tempi per le operazioni di 10

11 utilizzo delle siepi adulte. I dati sono stati poi inseriti in una semplice programma di calcolo che dettaglia le singole voci e i relativi costi, restituendo il costo complessivo. Allo scopo di redarre un conto economico anche sulla base di rilievi fatti è necessario includere il costo delle differente voci prese in considerazione che sono: la manodopera più le macchine necessarie per il taglio, sramatura, prima depezzatura, allestimento in campo, carico trasporto e scarico nel centro aziendale. Seconda depezzatura e accatastamento nell area di stoccaggio. In aggiunta a queste voci, è necessario includere anche i costi figurati legati all ammortamento e ai mancati redditi. Il tutto - in questo caso - è riferito ad una siepe di 440 metri lineari, lunghezza che assicura il fabbisogno energetico annuo dell azienda. Con maggior dettaglio, si espone qui di seguito, il costo totale annuo per singole voci considerate e i parametri finanziari utilizzati, per l approviggionamento della legna necessaria per la stagione invernale è di: Produzione legna pronto uso Il costo per il taglio, sramatura, prima depezzatura, carico, trasporto e scarico di 15 t di legna nel centro aziendale; 1.5 giornate/anno con due addetti all operazione. Complessivamente ogni anno per la riduzione pronto-uso della legna tagliata, sono necessarie 24 ore/anno/addetto TOTALE 970 Ammortamento macchine, caldaia e impianto (*) COSTO della «taglia e spacca» (IVA inclusa) 1 Vita media della taglia e spacca: 15 anni Saggio di ammortamento (r=0.05) Costo di ammortamento della «tagliaspacca» COSTI DELLA CALDAIA a BIOMASSA Corpo Caldaia: (IVA inclusa) Tubature, impianto e collaudo: (IVA inclusa) Vita media della caldaia e impianto: 15 anni Saggio ammortamento caldaia e impianto (r=0.05) Si tenga presente che potrebbero esserci anche dei costi da sostenere per la predisposizione, secondo la normativa vigente in materia, riferibili alla predisposizione e/o all adeguamento del vano caldaia TOTALE Veneto Agricoltura, in quanto Ente di diritto pubblico, per determinate voci Istituzionali non ha la possibilità di detrarre e compensare l IVA pagata e come tale quindi rappresenta un costo per l Azienda che deve essere quindi incluso nel calcolo della quota di ammortamento annua. Questo vale per la caldaia, per il suo impianto e per la taglia e spacca. 11

12 Caricamento caldaia e manutenzione Media tempi di carica: (10 minuti per carica): 12 ore/anno/addetto Manutenzione ordinaria: (5 minuti per scarico ceneri) 20 ore/anno/addetto Manutenzione straordinaria: 4 ore/anno (una volta all anno) TOTALE 36 ore/anno TOTALE 370 Mancati redditi Mancati redditi agricoli per una fascia tampone di 2640 metri lineari. TOTALE 91 che segue: I dati brevemente descritti sopra sono riportati in forma sintetica nella tabella Tabella 7 - Tabella riassuntiva dei costi caldaia a legna COSTI (reali e figurati) COSTO PRODUZIONE LEGNA «pronto-uso» 970 COSTO AMMORTAMENTO CALDAIA e IMPIANTO e MACCHINARI (*) 3742 COSTO CARICAMENTO E MANUTENZIONE CALDAIA 370 MANCATI REDDITI AGRICOLI 91 TOTALE COSTO

13 Confronto con il sistema di riscaldamento a gasolio A completamento dell analisi sulla caldaia a legna si ritiene opportuno fornire un confronto con un tradizionale sistema di riscaldamento. Nell azienda Diana, prima dell installazione della caldaia a legna, era utilizzata per il riscaldamento una caldaia a gasolio. Da informazioni raccolte presso l azienda per i cinque anni precedenti, si è visto che il consumo di gasolio avviene - in ragione del 95% - durante la stagione fredda e pertanto è un dato confrontabile con l impiego di biomassa durante il medesimo periodo di tempo. Dai dati aziendali specifici riguardanti l esercizio degli anni passati, presentava le seguenti voci di costo, considerando il parametro della vita media della caldaia pari a 10 anni e un saggio di ammortamento del 5% si ha il seguente prospetto dei costi: Tabella 8 - Tabella riassuntiva dei costi caldaia alimentata a gasolio COSTI (reali e figurati) uro COSTO CONSUMI 3650 COSTO AMMORTAMENTO IMPIANTO, IMPIANTO E CISTERNA (*) 1732 COSTI MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA 300 TOTALE 5682 (*) IVA inclusa, costo progettazione e direzione obbligo di legge con potenza superiore a 35 kw; i valori riferiti a 440 m e fascia di rispetto di 4 m. 13

14 Commento dei dati e brevi osservazioni Nel precedente studio (Task 8.3) teso a valutare finanziariamente ed economicamente l investimento con FTB nell azienda agricola con la tecnica dell Analisi Costi-Benefici, si è potuto determinare l area di convenienza dell investimento per i singoli moduli e tesi impiegati nelle aziende oggetto d indagine. Sono state inoltre fornite delle indicazioni per una più adeguata modulazione dell intervento pubblico tramite sostegno finanziario di tipo attivo o passivo (detassazione 2 ) in ragione della riscontrata e misurata capacità delle FTB di ridurre il carico di nutrienti di origine diffusa. Se considerata questa «funzione o servigio pubblico» non «riconosciuto» e non remunerato dal mercato, in via preventiva risulta esserci una generale convenienza all investimento. Per quanto concerne la seconda e strettamente connessa parte della filiera, dalle prime risultanze, dopo una stagione di rilievi in azienda, si può affermare che esiste, date le premesse esposte in apertura della presente relazione, un margine di convenienza economica anche della filiera siepe-energia per aziende agricole aventi caratteristiche produttive, funzionali e strutturali analoghe a quelle dell Azienda Diana. Si può anche affermare che le tipologia aziendale dell Azienda Diana, in termini abitativi, produttivi, e funzionali risulta in buona parte - essere rappresentativa delle aziende agricole dell aree limitrofa, regionale ed extraregionale. Per quanto riguarda nello specifico la presente indagine si rileva come non siano ancora operativi in ambito regionale specifici incentivi o sussidi a sostegno della filiera siepe-energia che potrebbero facilitare l adeguamento delle aziende agricola a questo tipo di tecnologia e metodologia per il riscaldamento delle abitazioni e dei vani riconducibili alle attività agricole. Vi sono poi altri aspetti da valutare per una migliore definizione e comprensione della filiera FTB-energia che qui di seguito sono brevemente descritti. L impiego di legna da ardere per il riscaldamento rappresenta in più un vantaggio ancora di difficile valutazione economica - per la collettività anch esso non ancora riconosciuto e come tale non remunerato dal mercato. Non è trascurabile infatti la capacità di assorbimento dell anidride carbonica presente in atmosfera. E ormai assodato il dato per il quale 2 Il Governo austriaco ha introdotto nel 1996 una tassa energetica sull elettricità e sul gas da cui sono escluse le rinnovabili. 14

15 bruciare la legna non significa re-immettere tutta la CO 2 assorbita nell aria poiché una consistente quota parte di quella immobilizzata rimane stoccata nell apparato radicale su cui si svilupperanno i nuovi polloni in grande quantità (D. Pettenella, L. Ciccarese, E. Bigon, 2002) nella sostanza organica del terreno. Si osserva inoltre come la fonte energetica da biomasse sia rinnovabile e permette un risparmio nel consumo di combustibili fossili. L approccio inoltre è in linea con gli orientamenti contenuti nella Comunicazione della Commissione Europea ENERGIA PER IL FUTURO: LE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI - Libro bianco per una strategia e un piano di azione della Comunità che recita: «La strategia e il piano di azione [ ] puntano all obiettivo di raggiungere nell Unione entro il 2010 un tasso di penetrazione delle rinnovabili del 12%, un obiettivo ambizioso ma realistico». Più avanti nello stesso documento si ribadisce che «I costi (delle nuove tecnologie che sfruttano le Fonti di Energia Rinnovabili - FER) stanno diminuendo rapidamente e molte energie rinnovabili, in condizioni favorevoli, hanno raggiunto la redditività economica o vi sono prossime». Altro aspetto da non trascurare è il ruolo importante della energie rinnovabili per il loro cont ributo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica anche prescindere dall esito dell applicazione pratica del Protocollo di Kyoto. Dall indagine (Task ) condotta dalla dott.sa Elisa Bigon sulla capacità di immobilizzazione della CO 2 si può estrarre il dato che 100 metri di FTB ogni anno accumulano circa 12 t di CO 2. Esiste sebbene ancora lontano dall avere una valore generalmente riconosciuto un mercato internazionale della quote di carbonio che potrebbero rivelarsi una fonte di reddito anche per le aree agricola che destinano parte della loro superficie a misure agro-forestali capaci di assorbire l anidride carbonica ed in un secondo momento alimentare il mercato dell energie rinnovabili 3. Dal punto di vista dei servizi alla filiera, al momento attuale non esiste una concreta disponibilità sul mercato di terzisti specializzati che potrebbero eseguire le operazioni di taglio e raccolta del legname riducendo così ulteriormente i costi per l approvvigionamento della legna (formazione di economie di scala). Questo fattore di riduzione dei costi appare essere ancora più accentuato per la filiera FTB-chippato dove 3 Nella Revisione a medio termine della Politica Agricola Comune, la Commissione propone di sostituire le attuali misure a sostegno delle colture non alimentari con un sistema di credito di carbonio, ossia un aiuto non legato ad una coltura specifica, ma destinato alla produzione di colture energetiche in grado di ridurre la produzione di biossido di carbonio. 15

16 la tecnologia da adottare suggerisce di sviluppare un servizio comune per più aziende con l intento di creare economie di scala. E cosa nota peraltro come per le Energie Rinnovabili l ostacolo di gran lunga maggiore siano le spese elevate d investimento e i periodi di ammortamento lunghi. Per la caldaia e legna, sulla base dei costi presentati nelle tabelle 8 e 9 si può notare come la voce di costo degli ammortamenti caldaia, impianto e macchinari, dia un forte contributo al costo totale. Sul mercato esistono modelli che hanno certamente un costo inferiore e di conseguenza presentano anche costi figurati inferiori sebbene il volume da riscaldare sia un vincolo molto rigido per il dimensionamento della caldaia più adatta. Se si considera poi dalle prime osservazioni - che la caldaia ha un potenziale per poter riscaldare un volume abitativo anche maggiore dell attuale, è ragionevole pensare che esista una maggior convenienza dato l alto rendimento termico della caldaia a legna e la conseguente capacità dell accumulo dell acqua calda prodotto in eccesso che permette di sfruttare al massimo il potere calorico della legna. Il Parlamento Europeo, per voce della Commissione per l agricoltura e lo sviluppo rurale ha anche diffuso un parere nel quale afferma che il contributo dell energia ricavata dalla biomassa alla domanda di energia primaria dell Unione potrebbe raggiungere nel 2010 il 10% ed auspica anche un migliore coordinamento della politica energetica dell Unione europea e della politica agraria comune sottolineando la necessità di rendere disponibili i necessari seminativi. A conclusione di questa specifica indagine e valutazione, si riporta un passaggio del sopraccitato Libro Bianco (pag. 5, 3 par.) che ben delinea ed interpreta i nodi da sciogliere e la via da intraprendere in questo settore. «Il contributo delle fonti energetiche rinnovabili al bilancio energetico della Comunità continua a rimanere modesto rispetto al potenziale tecnico disponibile. La situazione sta cambiando, pur se lentamente. La base di risorse è compresa meglio, le tecnologie migliorano costantemente, l atteggiamento verso l impiego di esse sta cambiando e le industrie di produzione e servizi stanno maturando. Le rinnovabili però stentano ancora a decollare in termini di marketing. In realtà basterebbe poco per rendere competitive molte tecnologie rinnovabili e inoltre la biomassa, così come le culture energetiche, l energia eolica e solare, hanno un vasto potenziale tecnico non sfruttato». 16

17 Riferimenti bibliografici AA.VV., 2002 Legno ed Energia Sherwood, Foreste ad Alberi Oggi, n 59. Numero monografico. AA.VV., 2001 Wärme aus Biomasse für Stadt und Land Ökoenergie N 31a - Österreichischer Biomasse-Verband, A-1010 Wien. Antonini Eliseo, 2001 Analisi aziendale e valutazione di convenienza dell investimento. Analisi Costi-Benefici (ACB) Rapporto Finale Task 8.3 Progetto LIFE99 ENV/IT/ Bidese F., Correale Santacroce F., Modelli colturali di arboricoltura da legno lineare e in pieno campo. Veneto Agricoltura. Bigon E., Borin M., 2002 Il ruolo delle Fasce Tampone Boscate nell immobilizzazione della CO2 atmosferica. Rapporto Finale Task Progetto LIFE99 ENV/IT/ Commissione Europea, 1996 Energie per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili. Libro Bianco per una strategia e un piano d azione della Comunità. Merlo Maurizio, Elementi di estimo forestale e ambientale. Patron Editore, Bologna. Pettenella Davide, 1995 La valutazione degli investimenti forestali. IRRES, Regione dell Umbria. Pettenella D., Serafin S., 1999 La convenienza economica nell impiego di biomasse a fini energetici in impianti su piccola scala: i filari di ceduo di platano. Sherwood Foreste ed Alberi Oggi, n 50, pag. 23. Pettenella D., L. Ciccarese, Il ruolo delle foreste come serbatoi di carbonio. Sviluppi recenti del processo di negoziazione del protocollo di Kyoto Sherwood Foreste ed Alberi Oggi, n 61. Legnaro, lì 30 aprile

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