Agricoltura e finanza rurale
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- Carlo Brunelli
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1 Agricoltura e finanza rurale Approfondimento della lezione del dott. Gaetano Ladisa Progetti e politiche a sostegno dell agricoltura, dell alimentazione e dell ambiente nei PVS Roberto d Amato r.damato@ .it
2 1. Introduzione Per chi opera nella cooperazione internazionale, l agricoltura è tornata ad avere un ruolo centrale negli interventi nei PVS. L agricoltura non può infatti essere semplicemente considerata in quanto attività economica, ma riguarda anche elementi sociali (perché spesso è praticata dalle donne, soprattutto in Africa), sanitari (perché incide sulla sicurezza e la qualità degli alimenti) ed ambientali (perché può avere un impatto importante sull ecosistema) di una comunità. A tal proposito è facile comprendere come realizzare un progetto di cooperazione nel campo agrario richieda un intervento ad ampio raggio che non si limiti all introduzione di tecniche agricole avanzate, ma piuttosto si concentri su aspetti generalmente considerati collaterali rispetto alle scienze agrarie. Uno di questi aspetti è quello che concerne l accesso al credito ed ai servizi finanziari da parte dei piccoli agricoltori. Miliardi di dollari sono stati spesi fino ad oggi per finanziare programmi e politiche di sviluppo di servizi finanziari rivolti alle aree rurali dei PVS. I benefici previsti però non hanno riguardato, se non in minima parte, i piccoli agricoltori, che rappresentano quasi ovunque la parte più povera della popolazione. Resta tuttavia un obiettivo importante quello di costruire un sistema sostenibile di credito all agricoltura, per riuscire a produrre, sul lungo periodo, risultati nello sviluppo agricolo e nella riduzione della povertà. Tra gli anni 60 e 80, l approccio dominante è stato quello del credito diretto agli agricoltori: governi locali ed istituzioni internazionali offrivano sussidi a tassi molto bassi con l obiettivo di lanciare una Rivoluzione Verde nell intero Sud del mondo. I tassi d interesse bassi sarebbero dovuti servire ad aumentare la competitività dei mercati bancari e a ridurre l accesso a forme di credito informali, come gli usurai. Quest approccio interventista, tranne alcune rarissime eccezioni, non ha però generato i risultati attesi, producendo qualche beneficio solo nel breve termine e creando scompensi sul lungo periodo. I tassi bassi hanno prodotto una richiesta eccessiva di credito, favorendo in definitiva gli agricoltori più ricchi e potenti. Inoltre l aver considerato i destinatari dell azione come beneficiari più che come clienti, unitamente ad una cultura poco propensa a considerare un obbligo ripagare il governo o le grandi istituzioni internazionali, ha prodotto percentuali di recupero sostanzialmente nulle. Alla fine degli anni 80, il modello appena descritto, grazie anche al successo crescente ottenuto dal microcredito, lascia spazio ad un nuovo paradigma che punta ad intervenire su tre distinti livelli: micro (sviluppando servizi adatti ai bisogni reali delle comunità rurali), meso (predisponendo un infrastruttura di intermediazione specifica) e macro (creando politiche e strategie di natura non finanziaria a sostegno dello sviluppo rurale). Il nuovo approccio concentra, quindi, la sua attenzione sulla creazione di istituzioni sostenibili, che seguano i propri clienti in una relazione che si articola nel tempo attraverso una serie graduale di prestiti più consistenti, ma sempre rispondenti alle esigenze ed alle capacità gestionali dei clienti stessi. L adozione di questo nuovo approccio ha determinato la definitiva affermazione del microcredito e della microfinanza. 2
3 I primi esperimenti di microfinanza risalgono alla metà degli anni 70, in Bangladesh, ad opera di Muhammad Yunus, ideatore del microcredito. Oggi esistono ormai migliaia di programmi di microcredito in tutto il mondo, con milioni di clienti, inclusi i più poveri tra i poveri, quelli che i sussidi degli anni 60 hanno ignorato. Uno dei principali meriti del microcredito è l introduzione di una nuova formula di relazione con i clienti: la responsabilità diffusa su un gruppo di persone è risultato un ottimo passo avanti per risolvere la mancanza di garanzie da parte dei poveri. I gruppi infatti si costituiscono sulla base dell affidabilità dei singoli componenti, rappresentano un ottimo strumento di monitoraggio e di rispetto degli accordi. Inoltre, i piccoli prestiti e i pagamenti molto frequenti riducono i rischi per entrambe le parti contraenti e consentono di intervenire tempestivamente in caso di difficoltà. Ciò ha però portato ad una diffusione del microcredito principalmente nelle aree urbane o semiurbane e nelle aree rurali ad alta densità di popolazione, in quanto i costi di accounting e recupero dei prestiti crescono a dismisura per aree fortemente periferiche e poco popolate. Ed, inoltre, la frequenza settimanale e mensile dei pagamenti, considerata elemento essenziale per il mantenimento del rapporto fiduciario, ha attratto soprattutto persone coinvolte in attività commerciali o con guadagni continui nel tempo, a dispetto di quanti, come i piccoli agricoltori, possono fare affidamento esclusivamente su entrate legate alla stagionalità delle produzioni. La microfinanza ha quindi dovuto riformulare la sua proposta, adattandola alle esigenze degli agricoltori, che rappresentano, per le banche, un mercato ancora poco esplorato e, per i governi nazionali e le ONG, una chiave fondamentale per lo sviluppo dei PVS, nel senso ampio in cui si è detto all inizio. Per comprendere come le istituzioni finanziarie abbiano deciso di intervenire a sostegno dei piccoli agricoltori, è molto utile una guida pubblicata dalla FAO nel 2004, di cui si riporta un approfondita e critica sintesi, che descrive il ciclo di vita di un finanziamento (dalla richiesta al recupero). 2. Finanziare gli agricoltori Rischi e costi In qualsiasi relazione finanziatore-debitore, esistono un insieme di rischi e costi di cui è fondamentale avere sufficiente coscienza per costruire un istituzione realmente sostenibile, la microfinanza agricola prevede però rischi e costi peculiari rispetto ad altri ambiti economici. L agricoltura è un attività economica che prevede di per sé molti rischi derivanti da fattori esterni: il clima, gli attacchi parassitari, la fluttuazione dei prezzi e persino le decisioni politiche. Questi fattori possono incidere sulla produttività (perdita parziale o totale del raccolto), sui tempi di produzione (ritardi legati a stagioni climaticamente atipiche) o sul ricavato realizzato dalla vendita del prodotto finale (i prezzi possono calare tra quando si pianta e quando si raccoglie oppure le politiche nazionali impongono prezzi troppo bassi per rendere sostenibile l attività). 3
4 Esistono però strategie che consentono di ridurre queste tipologie di rischio: i sistemi d irrigazione per evitare carenze idriche e le serre per ridurre l impatto del freddo, la diversificazione e la rotazione delle produzioni piuttosto che la complementarietà tra produzioni commerciali e produzioni di sussistenza. La conoscenza e la pratica di queste strategie è già una buona garanzia che un piccolo agricoltore può presentare al finanziatore. Anche nella finanza agricola, infatti, le garanzie personali e la mutua responsabilità di gruppo rappresentano l unica reale alternativa alla mancanza di garanzie finanziarie: anche la terra non può compensare le eventuali perdite perché spesso ha un valore di mercato esiguo, tanto più se si tratta di aree remote, oppure perché non esistono reali titoli di proprietà. La raccolta di informazioni sul cliente è, quindi, un ottima strategia di valutazione e gestione del rischio, tuttavia in contesti rurali è sempre molto difficile reperire informazioni affidabili: gli agricoltori non sono abituati ad avere dei registri contabili, né le banche conservano informazioni storiche su eventuali relazioni con gli agricoltori stessi. Tutte le decisioni vengono pertanto prese basandosi su interviste dirette al potenziale cliente. Raccogliere queste informazioni primarie, così come mantenere una relazione costante con il cliente, può essere un attività molto costosa in quanto gli agricoltori sono spesso sparsi su territori molto ampi. Inoltre, dato lo stato di povertà iniziale, i clienti stessi sono molto sensibili ai costi di spostamento e ciò obbliga di fatto a raggiungerli presso abitazioni o fattorie. La valutazione dei costi e la definizione di strategie di riduzione degli stessi sono aspetti molto importanti per la sostenibilità economica del singolo finanziamento e dell intera istituzione. In molti casi si tende a decentralizzare alcune fasi del ciclo di finanziamento (approvazione, recupero o monitoraggio), sia ai propri agenti sul territorio sia ad organizzazioni che agiscono da intermediari, oppure si definiscono politiche e formulari informatizzati standard per rendere più efficienti i processi decisionali a livello centrale. La riduzione dei costi e dei rischi è anche uno degli aspetti per cui negli ultimi anni si sono visti interessanti innovazioni, come si dettaglia meglio nel Paragrafo 3. Il ciclo di vita del finanziamento Come già anticipato, un finanziamento si articola in una serie di fasi che compongono il cosiddetto ciclo di vita del finanziamento, una metodologia molto utile per colmare il gap di informazioni che esiste tra finanziatore e agricoltori prima dell erogazione del finanziamento, per monitorare le capacità di pagamento dopo l erogazione ed, al termine del ciclo, per creare un profilo del cliente che possa facilitare l accesso ad altre forme di finanziamento. La durata di un ciclo varia chiaramente dalla tipologia di finanziamento richiesto, a tal proposito è interessante presentare le tipologie più comuni di finanziamento agricolo: 4
5 prestiti per capitale operativo, cioè per coprire le spese di produzione come semi, fertilizzanti, strumenti di lavoro, etc; prestiti per le spese di raccolta, tipo manodopera o noleggio di macchinari; prestiti per investimenti a breve termine, ovvero l acquisto di beni durevoli per migliorare la produttività, come l acquisto di pompe d irrigazione; prestiti per investimenti a lungo termine, come ad esempio l acquisto di grandi macchinari o l avvio di produzioni perenni (caffè, frutta, gomma, etc.) che richiedono qualche anno prima di essere produttive. Lo schema riportato di seguito rappresenta un tipico ciclo di vita del finanziamento. Un potenziale cliente fa formale richiesta per un finanziamento (spesso anche con il supporto di agenti specializzati), specificando le proprie necessità. Qualora tale richiesta sia ritenuta opportuna, viene fissato un appuntamento presso il terreno del cliente per raccogliere le informazioni qualitative e quantitative di cui detto in precedenza. Queste informazioni vengono aggregate e sottoposte ad un Comitato di Credito. Una volta che il finanziamento è stato erogato, il cliente viene monitorato e supportato in caso di difficoltà fino ad aver completato il rimborso del finanziamento. Ciascuna di queste fasi presenta delle caratteristiche chiave che è importante approfondire per comprendere a pieno il funzionamento dell intero ciclo. La prima fase (loan application) prevede la formalizzazione di una richiesta di finanziamento, in quest operazione il potenziale cliente è spesso seguito da un agente che ha il doppio compito di guidare (il tasso di analfabetismo nelle fasce povere è ancora molto alto) ed effettuare una prima valutazione rispetto ad una serie di criteri minimi di eleggibilità. Tra questi criteri minimi ce ne possono essere alcuni legati all attività agricola (dimensione minima di terra coltivata, posizione delle terre, anni di esperienza, etc.) ed altri che riguardano il comportamento del potenziale cliente rispetto ad altri finanziamenti ricevuti o in corso, sia con 5
6 la stessa istituzione finanziaria sia con altre (anche nei PVS esistono sistemi informativi di rete con i profili dei cattivi pagatori). Se anche solo uno di questi criteri non è rispettato, la richiesta viene immediatamente bloccata. La necessità di avere vincoli stringenti, soprattutto nelle fasi iniziali del ciclo, è legata sia all efficienza operativa sia alla sostenibilità economica dell istituzione. Anche se, infatti, il target della finanza agricola sono gli agricoltori più poveri, bisogna garantire che quanto sia investito rientri nell organizzazione per consentire di allargare la base di utenti che beneficia dell azione. Una volta attestata l eleggibilità del potenziale cliente, si procede con la formalizzazione della richiesta che mira a raccogliere, attraverso una serie di domande, informazioni su cinque fattori chiave: l integrità della persona e della sua famiglia la capacità economica di ripagare il finanziamento il capitale disponibile le garanzie finanziarie o personali le condizioni esterne che possono avere un impatto sulla capacità economica Obiettivo delle fasi successive (on-site client visit e loan appraisal) è proprio quello di verificare ed approfondire, attraverso una visita sul campo, queste informazioni così da fornire un quadro chiaro e completo a chi dovrà approvare la richiesta. La capacità economica di ripagare il finanziamento può essere valutata attraverso un analisi dei flussi di cassa. Per gli agricoltori, la maggior parte dei flussi, sia in entrata che in uscita, sono irregolari nel tempo, per la natura stagionale dell attività stessa. L analisi delle spese e degli introiti attuali serve quindi a disegnarne la fluttuazione nel corso di un anno ed a ricavare un profilo di rischio associato al potenziale cliente. I dati storici, però, non riflettono necessariamente la reale capacità di rimborso nel futuro, perciò è importante cercare di costruire, sempre con la collaborazione del cliente, una previsione dei flussi di cassa che tenga ovviamente in considerazione le esperienze passate e tenti al contempo di delineare le scelte future (anche circa le spese familiari). Dalla previsione di cassa è possibile ricavare due indicatori utili in fase decisionale: il rapporto tra il netto del flusso di cassa (ovvero entrate meno uscite) sul periodo del finanziamento e il totale del finanziamento da rimborsare (incluso degli interessi applicati); se questo rapporto è inferiore ad 1 allora il cliente non ha la capacità economica di rimborsare il finanziamento, ma il valore ideale è generalmente fissato a 2. il rapporto tra la rata mensile (compresa di interessi) e il netto del flusso di cassa per lo stesso mese, che dev essere almeno maggiore di 0,5 al fine di consentire al cliente di 6
7 avere la capacità finanziaria per coprire spese impreviste o più alte delle stime inserite nella previsione di cassa. Anche se le entrate generate dalle produzioni agricole fossero sufficienti per ripagare il finanziamento, un cliente potrebbe decidere di ritardare il pagamento per questioni familiari o per la volontà di reinvestire immediatamente i profitti. Per questo motivo è cruciale inquadrare bene, sotto il profilo della correttezza e dell affidabilità, la persona che richiede il finanziamento e la sua famiglia. Generalmente l agente che svolge la visita sul campo stila un rapporto in cui sottolinea la disponibilità e l apertura del potenziale cliente piuttosto che la scarsa collaborazione nel fornire ricevute, documenti e risposte di qualsiasi tipo. La visita sul campo è, inoltre, un utile occasione per raccogliere opinioni sul potenziale cliente e sulla famiglia da parte del vicinato, da cooperative agricole presenti sul territorio, dai capi villaggio, da banche ed altre istituzioni finanziarie. La visita sul campo, infine, consente di redigere un bilancio per comprendere l attuale posizione economica del potenziale cliente: da una parte si elencano le proprietà (terreni, strutture, macchinari, bestiame, coltivazioni, veicoli, etc.) e le disponibilità monetarie (risparmi, depositi bancari, crediti verso terzi); dall altra si individuano tutti i debiti a breve, medio o lungo termine contratti dall agricoltore con fornitori, altri prestiti formali o informali. Nel bilancio va tenuto conto anche di eventuali debiti riguardanti l economia familiare, i piccoli agricoltori infatti non scindono la sfera lavorativa da quella familiare e così una specifica situazione economica può risultare essere negativa anche se l attività produttiva è solida. La redazione del bilancio consente anche di identificare eventuali garanzie a copertura del finanziamento, sebbene queste non siano una condizione necessaria ai fini dell approvazione. L individuazione di una qualche garanzia finanziaria costituisce, in ogni caso, un incentivo per un comportamento corretto da parte del cliente. Proprio per tale motivo, generalmente si preferisce porre a garanzia del finanziamento un bene a cui l agricoltore riconosce una grande valore personale, oltre alla sua facile commerciabilità. L approvazione del finanziamento (loan decision) spetta al Comitato di Credito, composto da almeno un altra persona oltre l agente che si è occupato della pratica da valutare e che ha il solo compito di presentare le informazioni raccolte. Sempre più spesso i processi decisionali vengono decentrati (a livello regionale o provinciale), in modo che la scelta sia operata da chi conosce meglio il contesto di provenienza del cliente. Nella finanza agricola, il tempo è inoltre un fattore cruciale perché può avere un impatto diretto sulla produttività, quindi ridurre i passaggi per l approvazione risulta decisivo. Una volta approvata la richiesta, il cliente deve essere informato immediatamente anche circa le procedure di pagamento (loan disbursement). Molte organizzazioni versano il finanziamento in contanti o con un assegno circolare, in altri casi, soprattutto quando si tratta di cifre più consistenti, la somma viene versata direttamente ai fornitori così da evitare una cattiva gestione 7
8 da parte del cliente ed anche per poter realizzare delle partnership commerciali per poter contrattare prezzi più vantaggiosi per gli agricoltori. Dopo il versamento della somma al cliente, il ciclo entra nella fase più delicata (monitoring & follow-up visits): vale la pena adottare simultaneamente un insieme di strategie di monitoraggio così che eventuali situazioni critiche possano essere individuate il prima possibile. La strategia più efficace, ma anche la più costosa, è la visita sul campo, che è utile programmare nei momenti di maggiore criticità dell attività agricola (quando si concima o poco prima della raccolta) per avere informazioni dirette sul potenziale di rimborso ed anche per far sentire controllato il cliente. Altre strategie prevedono un monitoraggio indiretto della situazione: verificando nel sistema informativo centrale lo stato dei rimborsi, raccogliendo informazioni da fornitori, commercianti, veterinari o incontrando i clienti quando visitano i mercati della città per capire come procedono gli affari. Per garantire che il ciclo si chiuda con successo (repayment), ogni istituzione finanziaria deve dotarsi di una strategia per gestire i pagamenti posticipati o per il recupero del finanziamento, qualora il cliente non sia in grado di onorare l impegno preso. In merito alla gestione dei pagamenti in ritardo, è possibile adottare due tipologie di strategie: quelle basate sugli incentivi e quelle basate sulle sanzioni. Nel primo caso si prospettano vantaggi al cliente se paga puntualmente le proprie rate: molte istituzioni finanziarie, ad esempio, consentono un accesso graduale a finanziamenti con un ammontare rilevante solo per i clienti che si sono contraddistinti per affidabilità e correttezza; in altri casi, un cliente corretto ha diritto ad accedere a finanziamenti paralleli per necessità legate ad attività non agricole piuttosto che a sconti sugli interessi applicati al finanziamento in corso. Non sempre però gli incentivi sono sufficienti ad evitare scorrettezze, in questi casi è meglio intervenire con decisione così che non possano diffondersi comportamenti simili anche tra gli altri clienti della zona. Il primo passo è quello di una visita sul campo, così da far sentire controllato il cliente, in modo da fargli capire che i ritardi vanno non solo contro l interesse del finanziatore ma anche contro il proprio interesse in quanto rischiano di ridurre la possibilità di futuri finanziamenti anche da parte di altre istituzioni finanziarie. Se il comportamento persiste l istituzione può decidere di applicare delle penali sulle successive rate, in casi ancora più gravi bisogna attivare una strategia per evitare il default. Nella finanza agricola, situazioni di eccezionale gravità possono essere causate da una grande varietà di cause: calo della produttività, fluttuazione dei prezzi, interventi governativi, etc. Ma è anche più facile attuare strategie di riprogrammazione o ristrutturazione del finanziamento: un ritardo del raccolto comporta semplicemente uno slittamento dei termini temporali di pagamento, mentre un finanziamento correttivo può aiutare a superare difficoltà temporanee legate ai cambiamenti dei prezzi delle forniture. Queste operazioni vanno chiaramente attuate solo in conseguenza di un attenta analisi dei documenti archiviati e di un monitoraggio strettissimo sul campo. Resta, invece, da escludere 8
9 che un finanziamento che ha già subito una ristrutturazione possa godere di ulteriori strategie di salvataggio. Le cause di un fallimento sono, però, spesso da ricercarsi nelle precedenti fasi di indagine: così come i successi consentono di concedere vantaggi ai clienti virtuosi e definire delle best practice, allo stesso modo gli errori devono essere analizzati per affinare le procedure di finanziamento. 3. Innovazioni e prospettive La finanza agricola è un ambito in continua evoluzione, in particolare alcune innovative esperienze si stanno realizzando per ridurre le difficoltà legate alla copertura territoriale, incidendo positivamente su costi e rischi e favorendo lo sviluppo generale del settore. Una soluzione per velocizzare le transazioni di piccoli quantitativi di denaro e ridurne i costi di recupero può essere il phone banking, una soluzione già sperimentata in Africa, dove la telefonia mobile è molto diffusa e l infrastruttura tecnologica è mediamente affidabile. All infrastruttura tecnologica va comunque affiancata una rete diffusa di agenti certificati, come già avviene in Brasile che ne conta circa , per raggiungere un bacino di utenti più ampio rispetto a quello attuale, che evidentemente ancora non ripone adeguata fiducia nella tecnologia. Sempre in Africa, per raggiungere le aree rurali più remote, ci si affida sempre più spesso a cooperative o comunità di agricoltori, a cui è affidata la gestione operativa dei servizi finanziari per i membri della cooperativa stessa o per terzi soggetti. In questo tipo di organizzazioni sono spesso già previste regole informali di rotazione di risparmi e crediti, ma mancano piuttosto le capacità di gestione che possono essere garantite e trasferite da un assistenza esterna specializzata. Infine, le istituzioni di microfinanza hanno intrapreso un percorso di finanziamento della cosiddetta catena del valore, cioè tutte le attività specifiche che possono aumentare il valore ed il vantaggio competitivo delle produzioni agricole. Un esperimento interessante in tal senso viene da un agenzia di sviluppo in India, che vede il microcredito come uno strumento che di per sé non ha un impatto decisivo sui poveri ed aggiunge alla propria offerta dei servizi di formazione per lo sviluppo micro-imprenditoriale, di empowerment delle comunità rurali e di sostegno alle stesse per ottenere dai governi riforme e diritti. 9
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