AREZZO GROSSETO SIENA

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1 AREZZO GROSSETO SIENA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL PIANO INTERPROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI E DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI DELL ATO TOSCANA SUD Rapporto ambientale Gennaio 2014 Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001:2008 CERT AQ-MIL-SINCERT Sistema di gestione ambientale certificato da DNV UNI EN ISO 14001:2004 CERT AE-ITA-ACCREDIA Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazione e consulenza nel campo dell ambiente e del territorio

2 Rapporto ambientale Società responsabile dello studio AMBIENTE ITALIA S.R.L. Via Carlo Poerio Milano tel / fax Posta elettronica certificata: ambienteitaliasrl@pec.ambienteitalia.it Codice progetto AI-C02-10R30 Versione 12 Stato del documento Autori Approvazione Definitivo Paolo Nicoletti Elio Altese Duccio Bianchi Paolo Nicoletti Note: COD: AI-C02-10R30 PAGINA 2 / 134

3 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 1 PREMESSA Aspetti metodologici 5 2 OBIETTIVI DEL PIANO E SCENARI DI RIFERIMENTO 8 3 OSSERVAZIONI IN FASE DI SCOPING 11 4 ANALISI DI COERENZA Analisi di coerenza esterna 14 5 CARATTERIZZAZIONE DELLO STATO DELL AMBIENTE NELL AREA Modalità di selezione e rappresentazione del set di indicatori ambientali Le liste di indicatori Indicatori per la predisposizione del Rapporto Ambientale Lo stato dell ambiente Lo stato delle risorse Acqua Aria Rumore Suolo e sottosuolo Sistema storico paesaggistico e naturale Energia ed emissioni climalteranti Mobilità e traffico Salute Matrice delle criticità 99 6 ANALISI DI COERENZA INTERNA POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE Gli scenari e le azioni di piano Rifiuti urbani Rifiuti speciali Risultati della valutazione VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE Valutazione dello scenario B Valutazione dello scenario B Valutazione dello scenario B Valutazione dello scenario B Selezione della scelta MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI AMBIENTALI NEGATIVI 127 PAGINA 3 / 134 Gennaio 2014

4 Rapporto ambientale 10 MISURE DI MONITORAGGIO Relazione di monitoraggio Il sistema di indicatori Le risorse da impiegare 134 COD: AI-C02-10R30 PAGINA 4 / 134

5 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 1 PREMESSA Il Piano interprovinciale dei rifiuti, secondo la normativa toscana, rientra fra gli atti di governo del territorio 1 e quindi deve seguire le procedure stabilite da due differenti leggi regionali: quella sulla gestione dei rifiuti 2 e quella sul governo del territorio 3. Inoltre le diposizioni sulla valutazione 4 richiedono che sia sottoposto anche ad una terza procedura, rappresentata dalla Valutazione ambientale strategica (VAS), per la quale è necessaria l elaborazione del rapporto ambientale. 1.1 Aspetti metodologici Gli aspetti metodologici e l intero iter procedurale della valutazione ambientale strategica, applicata alla pianificazione nel settore dei rifiuti, sono stati dettagliatamente descritti nel documento di scoping, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti. Allo scopo di richiamare gli elementi più significativi, si riporta uno schema (figura 1.1) che illustra lo sviluppo della valutazione nella formazione del piano, dalla fase iniziale, e cioè quella dell avvio del procedimento, fino alla sua approvazione. L elaborazione del rapporto ambientale, che rappresentata il momento più rilevante del percorso di valutazione, richiede una forte integrazione con il processo di costruzione del piano. Infatti, risultano strettamente intercorresse e conseguenti alle decisioni sulle scelte le attività necessarie alla sua predisposizione e cioè: 1) la definizione di un quadro conoscitivo specifico; 2) l individuazione di obiettivi specifici quale declinazione di quelli più generali; 3) la definizione di azioni per il loro conseguimento; 4) l individuazione delle possibili soluzioni alternative. Dal punto di vista dei contenuti il Rapporto ambientale include: 1) l analisi della coerenza degli obiettivi specifici e delle azioni con gli altri strumenti o atti di pianific a- zione (coerenza esterna) e, per quel che riguarda le azioni, con le linee di indirizzo, gli obiettivi, gli scenari e le eventuali alternative dello stesso piano oggetto della valutazione (coerenza interna); 2) l illustrazione degli esiti delle consultazioni della fase di scoping e dell analisi dei contributi pervenuti; 3) la valutazione dell effetto atteso sotto il profilo ambientale delle eventuali alternative; 4) il confronto delle alternative e le ragioni che hanno condotto alla selezione di quella ritenuta migliore; 5) l indicazione delle misure di mitigazione cioè degli interventi o delle azioni previste per ridurre o compensare gli eventuali effetti negativi sull ambiente generati dall attuazione del piano; 6) la definizione di un adeguato sistema di monitoraggio; 7) una sintesi non tecnica del documento. 1 Legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 Norme per il governo del territorio art. 10 comma 2 lettera a : 2 Legge regionale 18 maggio 1998 n. 25 Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati. Art. 12 e art. 12 bis 3 Legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 art. 15 e ss 4 Legge regionale 10/2010 e s.m.i Art. 5 comma 2. COD: AI-C02-10R30 PAGINA 5 / 134

6 Rapporto ambientale È opportuno sottolineare, inoltre, che secondo le diposizioni di legge il Rapporto ambientale deve contenere gli elementi per la Valutazione di incidenza, laddove se ne ravvisi la necessità. A tal proposito, anticipando ciò che sarà meglio specificato in seguito, si rileva come il Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud, non preveda nuove localizzazioni rispetto alla vigente pianificazione ma solo azioni dirette a riorganizzare la gestione dell intero ciclo dei rifiuti. Pertanto si ritiene che la Valutazione di incidenza non sia necessaria nel caso in questione poiché le scelte di pianificazione non sono suscettibili di produrre effetti sui siti della Rete natura 2000 (ex legge regionale 56/2000 e ss.ss.ii. art. 15). Anzi è ragionevole supporre che un aumento complessivo dell efficienza del sistema di gestione dei rifiuti, anche in termini di contenimento degli attuali impatti, incida positivamente sulla valenza naturalistica dei siti di importanza comunitaria regionale e delle zone di protezione speciale. PAGINA 6 / 134 Gennaio 2014

7 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura La procedura di VAS nella legge regionale 10/2010 Tempistica Fasi procedurali 5 Documenti/atti/processi 5 Nella Legge regionale 10/2010 (art 8 comma 6) le consultazione del pubblico si svolgono contemporaneamente alle osservazioni previste dall art. 17 della lr 1/2005 per un periodo di 60 gg COD: AI-C02-10R30 PAGINA 7 / 134

8 Rapporto ambientale 2 OBIETTIVI DEL PIANO E SCENARI DI RIFERIMENTO Il Piano interprovinciale stabilisce alcuni obiettivi e individua una serie di scenari alternativi. Gli obiettivi, sono brevemente illustrati di seguito: 1) la completa autosufficienza, a livello di ATO Toscana Sud, costruita a partire dalla autosufficienza di ogni territorio: nella raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e non pericolosi; nel trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani, anche raccolti in forma differenziata; nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi (artt. 23 e 25 della legge regionale n. 25/1998 e gli artt. 179, 181 e 182 del D.Lgs. n. 152/2006); 2) il perseguimento, con forme graduali, della omogeneizzazione e della integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti urbani ed assimilati; 3) la declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal Piano Regionale di Sviluppo della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 (art. 4 della legge regionale n. 25/1998; artt. 178, 179 e 180 del D.Lgs. n. 152/2006); 4) la declinazione, in forma adeguata, del principio di prossimità da applicarsi nel trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi, prodotti nei territori delle tre Province; 5) il raggiungimento, almeno, degli obiettivi posti dalla vigente pianificazione regionale in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quelli posti dalla vigente normativa, nazionale e regionale, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, in modo tale che sia, comunque, garantito che la raccolta differenziata sia funzionale ad un reale ed efficace recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali raccolti secondo tale forma, anche al fine di raggiungere l obiettivo di cui al punto successivo; tale obiettivo verrà esplicitato attraverso la individuazione dell obiettivo da traguardare, dei relativi tempi, e della necessaria metodologia applicabile di calcolo della raccolta differenziata. (Normativa Statale: art. 205 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., art. 1, comma 1108, della legge n. 296/2006 Decreto Legislativo n. 4 del ); 6) la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico, con la precisazione che le misure dirette al recupero di rifiuti mediante riutilizzo, riciclo o ogni altra azione diretta ad ottenere da essi materia prima secondaria sono adottate con priorità rispetto all uso dei rifiuti come fonte di energia (Normativa Statale: artt. 179 e 181 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.); 7) il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella Pianificazione regionale in tema di gestione dei rifiuti, compresi quelli previsti per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, nonché quelli presenti nel Piano regionale per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio e nel Programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei PCB in essi contenuti e della bozza di piano per la raccolta e lo smaltimento degli apparecchi contenenti PCB non soggetti ad inventario (D.Lgs. n. 36/2003; DM 03/08/2005 Deliberazioni Consiglio regionale della Toscana nn. 151/2004, 86/2004, 167/2004); 8) l adeguata considerazione del divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale, cioè non trattato, e del divieto di collocare in discarica rifiuti con PCI superiore a kj/kg (art. 7, D.Lgs. n. 36/2003; DM 03/08/2005; l entrata in vigore di tali divieti è stata più volte prorogata; PAGINA 8 / 134 Gennaio 2014

9 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 9) la declinazione, nelle forme adeguate ed opportune, dei temi segnalati alla attenzione delle Province nel Piano straordinario previsto nell art. 27 della legge regionale n. 61/2007, approvato dalle rispettive Comunità di Ambito dell area Vasta ATO 7, ATO 8 e ATO 9 6 ; 10) il mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione. Gli scenari oggetto di valutazione, ad ognuno dei quali corrisponde un diverso fabbisogno di soluzioni impiantistiche, sono: 1) lo scenario status quo. Assume come esistenti solo gli impianti già realizzati o in fase di realizzazione. Rappresenta l alternativa 0. Lo scenario è basato sull ipotesi di mantenimento degli attuali livelli di raccolta differenziata e riciclo (dati relativi al 2010); 2) lo scenario di attuazione della pianificazione vigente prevista dal Piano straordinario ATO Toscana sud. Ipotizza la realizzazione dei nuovi impianti presenti nel Piano straordinario ed il conseguimento dei livelli di raccolta differenziata e riciclo previsti dal Piano stesso, diversificati per ciascuna Provincia; 3) lo scenario del Piano Interprovinciale. Si basa sul conseguimento della conformità normativa per gli obiettivi di riutilizzo e riciclo (60%) e raccolta differenziata (70%). Per quanto riguarda i fabbisogni impiantistici lo scenario si propone: progressiva riduzione del ricorso alla discarica, con copertura del fabbisogno di discarica previsto per l intero periodo di attuazione del Piano (2025); ottimizzazione dell utilizzo dell impiantistica di trattamento meccanico-biologico e di termovalorizzazione; sfruttamento delle potenzialità di impiego del CSS prodotto attraverso l utilizzo dell impiantistica esistente e prevista nell Ambito. Come già evidenziato, per quanto riguarda lo scenario del Piano interprovinciale (punto 3), saranno v a- lutate 2 possibili varianti, riguardante le previsioni sull evoluzione della produzione dei rifiuti: 3A) la stima di produzione dei rifiuti tendenziale con prevenzione : costituisce una stima di supporto al Piano di gestione dei rifiuti che incorpora la realizzazione di specifici interventi di prevenzione. Questa stima assume la progressiva realizzazione nell arco del periodo di attuazione del Piano di azioni di riduzione (compostaggio domestico, contenimento degli sprechi, uso più efficiente di imballaggi, carta etc.); 3B) la stima tendenziale : considera l evoluzione della produzione di rifiuti al 2025 secondo il modello business as usual la cui applicazione prevede il raggiungimento di valori in linea con i dati contenuti nei documenti regionali. Nella tabella 2.1 è riportata una sintesi degli obiettivi del piano e dei criteri per effettuare la valutazione dell efficacia delle azioni previste per il loro perseguimento e il monitoraggio. 6 D.G.R.T. 23/06/2008, n. 495 COD: AI-C02-10R30 PAGINA 9 / 134

10 Rapporto ambientale Tabella 2.1 Obiettivi e indicatori per la valutazione e il monitoraggio Obiettivi del Piano interprovinciale Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Indicatori e criteri per la valutazione e il monitoraggio Quantità di rifiuti prodotti e raccolti, trattati e smaltiti nell ATO e nelle singole province Tipi di sistemi di raccolta, trattamento e recupero e loro efficienza Tipologia di azioni attivate e contabilizzazione dei risultati conseguiti in termini di effettiva riduzione Tipologie di sistemi e quantità di rifiuti trattati derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani per ciascun territorio e modalità di smaltimento Quantità e tipo(frazione merceologica) di rifiuti raccolti in maniera differenziata e avviati al recupero e riciclo Quantità di rifiuti avviati a trattamento e recuperati Quantitativo di rifiuti urbani biodegradabili avviati a discarica. Quantitativo complessivo di rifiuti avviati a discarica Tipologia e numero di azioni Azioni previste e valutazione rispetto alle indicazioni del Piano straordinario Tempistica delle azioni di piano PAGINA 10 / 134 Gennaio 2014

11 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 3 OSSERVAZIONI IN FASE DI SCOPING Secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di valutazione il rapporto preliminare per la VAS è stato inviato a tutti gli enti interessati al processo di valutazione e alle diverse autorità competenti alo scopo di raccogliere osservazioni. Nella successiva tabella 3.1 si da conto degli esiti delle consultazioni e si fornisce una breve descrizione di come il piano e il Rapporto ambientale hanno tenuto conto dei contributi pervenuti. Tabella 3.1 Riepilogo delle osservazioni al rapporto preliminare Ente Prot. n Contributo/Osservazioni Note REGIONE TOSCANA DG PTAM Settore rifiuti e bonifiche ARPAT Area vasta Toscana Sud PR Arezzo n /08/2013 PR Arezzo n /08/ Contributo in merito alla coerenza esterna richiedendo di tener conto della PAER e del PIT adottato 2. Contributo in merito alla situazione ambientale e alla valutazione degli effetti attesi, ricorda che: a. il quadro conoscitivo deve contenere una descrizione della situazione ambientale; b. devono essere descritti e valutati gli impatti significativi sulle varie matrici 3. VI_VAS Osservazioni sulle procedure 4. Contributo in merito al monitoraggio ricordando che devono essere individuati adeguati indicatori 1. Osserva la necessità di definire un quadro aggiornato anche dei flussi di rifiuti speciali e quindi di indicare obiettivi specifici meno generali 2. Necessita una revisione dell obiettino n. 7 per quanto concerne i rifiuti biodegradabili 3. Le tematiche affrontate devono essere meglio dettagliate 4. Esprime perplessità su alcune valutazioni di indifferenza 5. Segnala la necessità di approfondire la definizione degli indicatori e indica le fonti a cui attingere 6. Segnala la necessità 1. Il Rapporto ambientale ha preso in considerazione sia i contenuti del PAER , sia quelli del PIT adottato ancorché i due piani non risultano ancora in vigore 2. Il quadro conosciuto è stato adeguatamente considerato in relazione anche alla natura del piano da valutare così come la descrizione degli effetti significativi 3. Per quanto concerne la Valutazione di incidenza il Rapporto ambientale svolge le opportune considerazioni 4. Il Rapporto ambientale contiene la definizione di un sistema di monitoraggio elaborato anche sulla base dei contributi pervenuti 1. Il Piano definisce il quadro aggiornato ei flussi speciali 2. Il Piano definisce l obiettivo n 7 in relazione alle disposizioni di legge 3. Il Rapporto ambientale dettaglia le tematiche affrontate 4. La valutazione di coerenza esplicita gli approfondimenti richiesti 5. Il quadro conoscitivo è approfondito in relazione alla tipologia e alla scala del piano a cui si riferisce 6. Il Rapporto ambientale è stato elaborato sulla base delle indicazioni dell allegato 2 della legge 10/ Il Piano è in linea con la normativa vigente COD: AI-C02-10R30 PAGINA 11 / 134

12 Rapporto ambientale Ente Prot. n Contributo/Osservazioni Note che i contenuti rispondano a quanto richiesto dall allegato 2 della legge regionale 10/ Segnala la necessità di adeguare il piano alla normativa vigente AUTORITÀ IDRICA TOSCANA Conferenza territoriale n. 6 Ombrone PR Arezzo n /06/2013 AUTORITA DI BACINO Autorità di bacino del fiume Arno BENI CULTURALI Direzione regionale Beni culturali e Paesaggistici della Toscana-Firenze Soprintendenza beni architettonici province di Siena e Grosseto Sopraintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici dellla Provincia di Arezzo Soprintendenza per i beni archeologici della toscana COMUNI Comune di Arezzo PR Arezzo n /06/2013 PR Arezzo n /07/2013 PR Arezzo n /08/2013 PR Arezzo n /07/2013 PR Arezzo n /08/2013 PR Arezzo n /09/2013 Osserva che non è stata valutata la coerenza con il Piano di ambito dell Ombrone Invita a tener presente i contenuti dei diversi stralci del Piano di Bacino Invita la soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e quella per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici dellla Provincia di Arezzo a presentare le osservazioni Indica i contenuti che il Piano dovrebbe possedere in relazione agli aspetti che coinvolgono il patrimonio culturale Richiede che sia esplicitata la coerenza con il PIT adottato, con i principi stabiliti dalla convenzione europea del paraggi e che siano presi in considerazione alcuni indicatori relativi al paesaggio già riportati in una precedente nota Invita a definire in modo più dettagliato possibile le e- ventuali aree di intervento per consentire a codesta amministrazione di poter esprimere il parere di competenza 1. Ritiene prioritario lo sviluppo di azioni per la riduzione dello smaltimento finale 2. Invita a precisare se esiste la differenza fra impatti e effetti e a svolge- Il Rapporto ambientale ha preso in considerazione anche il piano segnalato Il Piano e, in particolare, la sezione relativa alla definizione dei criteri localizzativi hanno tenuto conto dei contenuti dei diversi stralci di cui si compongono i Piani di bacino I contenuti indicati sono stati recepiti nel Piano e in particolare nella sezione relativa alla definizione dei criteri localizzativi Il Rapporto ambientale valuta la coerenza con il PIT e nella valutazione ha tenuto conto dei principi stabiliti dalla convenzione europea del paesaggio Il Piano non individua nuove aree di intervento e in ogni caso definisce adeguati criteri localizzativi 1. Il Piano individua adeguate azioni per la riduzione dei rifiuti da smaltire 2. Per la natura e la tipologie delle azioni e delle scelte che riguardano principalmente una riorganizzazione del sistema di gestione non si ritiene percorribile la strada di una valutazione quantitativa 3. Vedi punto precedente PAGINA 12 / 134 Gennaio 2014

13 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Comune Grosseto Ente Prot. n Contributo/Osservazioni Note PR Arezzo n /08/2013 OPERATORI ECONOMICI AISA Impianti PR Arezzo n /08/2013 re una valutazione quantitativa 3. Segnala perplessità sulla metodologia per la valutazione quantitativa 4. Auspica la valutazione dal punto di vista energetico e quella degli a- spetti sanitari 5. Invita a eseguire un accurata analisi di coerenza interna 6. Invita a selezionare indicatori appropriati per la valutazione 7. Invita a definire un accurato piano di monitoraggio 8. Propone l utilizzo dei bilanci ecologici territoriali come strumento di valutazione 1. Osserva che manca la coerenza con il Piano Regionale della qualità dell aria (PRQA) 2. Evidenzia la necessità di uno studio di incidenza 3. Invita a definire un adeguato sistema di monitoraggio 1. Richiede di inserire tra gli obiettivi: la declinazione del principio di prossimità nel trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi 2. Richiede di tenere in adeguata considerazione il ruolo degli impianti di selezione e biostabilizzazione 3. Richiede di tenere in adeguata considerazione la valorizzazione dell impiantistica esistente al fine di contenere l impatto economico sulla tariffa 4. Il livello di definizione della pianificazione interprovinciale non consente di quantificare i vantaggi dal punto di vista energetico delle scelte anche se si evidenzia, sebbene solo qualitativamente, l effetto positivi dalla realizzazione di un nuovo termovalorizzatore a d Arezzo che dovrà assicurare i migliori standard attualmente disponibili 5. ll Rapporto ambientale ha svolto la coerenza interna indicando le adeguate azioni o misure per assicurare la sostenibilità dello strumento di pianificazione 6. Gli indicatori per la valutazione sono stati adeguatamente selezionati 7. Si veda la nota al contributo della Regione Toscana 8. La valutazione utilizza una metodologia comunemente seguita nella pianificazione dei rifiuti 1. Il Rapporto ambientale ha preso in considerazione anche il piano segnalato 2. Si veda la nota al contributo della Regione Toscana 3. Si veda la nota al contributo della Regione Toscana 1. L obiettivo è stato inserito 2. Il Piano considera adeguatamente gli impianti di biostabilizzazione e di selezione 3. Le scelte sono effettuate anche nell ottica di considerare gli aspetti economici COD: AI-C02-10R30 PAGINA 13 / 134

14 Rapporto ambientale 4 ANALISI DI COERENZA 4.1 Analisi di coerenza esterna L analisi di coerenza esterna si riferisce al confronto tra gli obiettivi della proposta del piano e quelli degli altri pertinenti piani che insistono sulla zona, di competenza di altri enti o amministrazioni ovvero della stesse amministrazioni. In altri termini si tratta di verificare la compatibilità, l integrazione e il raccordo degli obiettivi del piano rispetto alle linee generali della pianificazione sovraordinata e di settore. I piani e programmi da considerare per tale analisi, che sarà effettuata con l utilizzo delle matrici di coerenza, sono rappresentati da: 1) Piano regionale di gestione dei rifiuti, Programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani da collocare in discarica; Piano regionale per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio; 2) Proposta di adozione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati; 3) Piano regionale terzo stralcio relativo alla bonifica delle aree inquinate; 4) Piano delle bonifiche della provincia di Arezzo; 5) Piano delle bonifiche della provincia di Grosseto; 6) Piano delle bonifiche della provincia di Siena; 7) Piano di indirizzo Territoriale (PIT) vigente e implementato per la disciplina paesaggistica; 8) Piano energetico regionale; 9) Piano regionale di Risanamento e mantenimento della Qualità dell Aria (PRRM ); 10) Piano energetico della provincia di Grosseto; 11) Piano energetico della provincia di Siena; 12) Piano regionale delle attività estrattive(praer); 13) Piano provinciale delle attività estrattive Provincia di Arezzo; 14) Piano provinciale delle attività estrattive Provincia di Grosseto; 15) Piano provinciale delle attività estrattive Provincia di Siena; 16) Piano di tutela delle acque del Bacino del Conca-Marecchia; 17) Piano di tutela delle acque del Bacino dell Ombrone; 18) Piano di tutela delle acque del Bacino del Fiora; 19) Piano di tutela delle acque del Bacino dell Arno; 20) Piano di tutela delle acque del Bacino del Tevere; 21) Piano di tutela delle acque del Bacino Toscana Costa; 22) Piano di Gestione del distretto del Appennino settentrionale; 23) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) Conca-Marecchia; 24) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) dell Ombrone; 25) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Fiora; 26) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Tevere; 27) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) dell Arno; PAGINA 14 / 134 Gennaio 2014

15 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 28) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Bacino Toscana Costa; 29) Piano dell Ambito territoriale ottimale dell AATO n. 2; 30) Piano dell Ambito territoriale ottimale dell AATO n. 3; 31) Piano dell Ambito territoriale ottimale dell AATO n. 4 (Alto Valdarno); 32) Piano dell Ambito territoriale ottimale dell AATO n. 5; 33) Piano dell Ambito territoriale ottimale dell AATO n. 6; 34) Piano territoriale di coordinamento (Ptcp) della provincia di Arezzo; 35) Piano territoriale di coordinamento (Ptcp) della provincia Grosseto; 36) Piano territoriale di coordinamento (Ptcp) della provincia Siena. È opportuno evidenziare che dall elenco è stato escluso il Piano regionale di azione ambientale (PRAA) , in quanto viene considerato di rango superiore, cioè i suoi obiettivi, a differenza di quanto avviene per gli altri piani, non rappresentano elementi di confronto per verificare la coerenza del Piano interprovinciale ma piuttosto vengono assunti quali parametri (target di riferimento) rispetto ai quali valutare gli effetti delle scelte di piano. A tal proposito si segnala che la Regione Toscana ha elaborato una nuova proposta quale evoluzione del suddetto PRAA e cioè il Piano Ambientale ed Energetico (PAER), attualmente in fase di consultazione ai fini della Vas e che, una volta approvato, diventerà lo strumento ambientale di riferimento regionale. Pertanto il Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud ne ha tenuto conto. Dal punto di vista operativo, la verifica di coerenza è stata effettuata confrontando gli obiettivi del Piano interprovinciale con quelli degli altri piani (elencati in precedenza) e esprimendo un giudizio qualitativo (riportato nella seconda colonna delle sottostanti tabelle), in cui il termine indifferente sta ad indicare che lo specifico piano oggetto di verifica non contiene obiettivi corrispondenti o comparabili con quelli della proposta di piano interprovinciale. Rispetto alla equivalente analisi svolta in fase di scoping nella quale venivano individuati elementi di coerenza condizionata che rappresentavano indirizzi per l elaborazione della proposta di piano, lo scopo del analisi di coerenza del Rapporto ambientale è quello di valutare l efficacia delle misure e delle azioni anche in relazione alle condizioni indicate nella fase precedente. Legenda Coerente Indifferente Non coerente Tabella 4.1 Verifica di coerenza con il Piano di indirizzo territoriale (PIT) Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero COD: AI-C02-10R30 PAGINA 15 / 134

16 Rapporto ambientale Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico La Regione sostiene comunque il miglioramento costante delle componenti territoriali, insediative e tipologiche della città policentrica toscana, mediante modalità e stili edificatori, manutentivi, abitativi, infrastrutturali e di forme di mobilità e accessibilità che ne privilegino la sostenibilità sociale e ambientale sotto i profili energetico, idrico, di trattamento dei rifiuti e che favoriscano le sperimentazioni e le applicazioni delle più moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche in materia Nella formulazione degli strumenti di pianificazione territoriale sono osservate le seguenti prescrizioni: a) la realizzazione degli insediamenti di attività produttive manifatturiere e di attività ad esse correlate deve consentire la piena riutilizzabilità delle aree e la riconversione industriale, perseguire il risparmio delle risorse idriche ed energetiche, l utilizzazione di e- nergie rinnovabili, con particolare riferimento a quelle originate localmente, la riduzione della produzione di rifiuti e la riutilizzazione ed il riciclaggio dei materiali; b) ai sensi del regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale 9 febbraio 2007 n. 2/R (Regolamento di attuazione dell articolo 37,comma 3, della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio) Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli insediamenti), devono essere adottate soluzioni progettuali di qualità funzionale, estetica e paesaggistica in grado di assicurare il più congruo inserimento di insediamenti relativi ad attività produttive e ad attività correlate nei contesti paesaggistici circostanti con specifica attenzione alla qualità architettonica e tipologica, agli arredi urbani e vegetazionali nei comparti interessati e alla riduzione del fabbisogno energetico ed idrico, all incremento dell utilizzazione di energie e risorse idriche rinnovabili, alla più efficace e sostenibile gestione dei rifiuti inclusi la riduzione dei medesimi, il recupero e il riciclaggio interno dei materiali e degli imballaggi e la previsione di strutture per un efficiente raccolta differenziata PAGINA 16 / 134 Gennaio 2014

17 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.2 Verifica di coerenza con la proposta di adozione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati deliberata dalla giunta regionale in data 19 settembre 2013 Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Autosufficienza a scala di Ambito Territoriale Ottimale nel caso dei rifiuti urbani Autosufficienza a scala regionale nel caso dei rifiuti speciali, anche pericolosi Prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti attraverso l implementazione della contabilità dei flussi di materia nella contabilità economica della regione Aumento del riutilizzo, del riciclo e del recupero di materia ed energia anche attraverso la chiusura del ciclo di valorizzazione dei rifiuti Completamento e ottimizzazione del sistema impiantistico per il riciclo, il recupero e lo smaltimento, riducendo gradualmente il ricorso allo smaltimento in discarica COD: AI-C02-10R30 PAGINA 17 / 134

18 Coerenza Rapporto ambientale Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.3 Verifica di coerenza con il Piano regionale di gestione dei rifiuti, del Programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani da collocare in discarica e del Piano regionale per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della ridu- Per ciascun Ambito territoriale ottimale il piano provinciale e il piano industriale di gestione dei rifiuti dovranno di norma definire un sistema autosufficiente, cosicché tutti i flussi siano trattati all'interno dello stesso ambito. A tale criterio fanno eccezione i materiali recuperati destinati al sistema industriale di riciclaggio e le eventuali frazioni combustibili qualificate destinate a impianti industriali utilizzatori, individuando nel dettaglio questi ultimi. E inoltre la legge regionale 25/1998 e successive modifiche dispone che: Se, alla data dell adozione dei piani interprovinciali di cui all articolo 12, comma 6, l obiettivo della completa autosufficienza nella gestione dei rifiuti a livello di ATO non risulta interamente perseguibile in conseguenza della carenza di capacità di smaltimento per le varie tipologie di impianti, le province interessate indicano nel piano la dimensione quantitativa dei rifiuti che eccedono la capacità di smaltimento e formulano una loro proposta, relativamente alla possibile convenzione con altra comunità d ambito, ai fini dello smaltimento PAGINA 18 / 134 Gennaio 2014

19 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani zione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Al fine di assicurare lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi è opportuno che le attività di quelli prodotti in Toscana siano realizzate nell'ambito del territorio regionale e consentano anche l'azzeramento delle esportazioni. In via subordinata al riutilizzo dei materiali e, qualora abbia una valenza combustibile, il rifiuto speciale non pericoloso deve essere destinato al recupero energetico previo condizionamento finalizzato all'utenza termica di destinazione. L'utilizzazione energetica può essere ricercata: a) nell'ambito del sistema di smaltimento in funzione per RU nell'a- TO di appartenenza; b) in impianti industriali dedicati o dedicabili all'utilizzo del combustibile prioritariamente presenti nell'ato di riferimento e solo in via subordinata in impianti presenti sul territorio regionale; Nella fattispecie di un rifiuto speciale non pericoloso che non abbia possibilità di riutilizzazione o di recupero energetico può essere autorizzato il conferimento dello stesso in discarica all'interno dell'ato di riferimento se risponde alle norme tecniche di cui all art. 5, comma 6 del Dlgs 22/1997 In ottemperanza al D.Lgs 22 del 15/02/97 attraverso i sistemi di raccolta differenziata si devono, in ciascun ambito territoriale ottimale, conseguire l obiettivo di recupero finalizzato al riutilizzo di almeno il 35% di raccolta differenziata entro il 2003, stante un valore guida del 50%. Possono essere altresì presi a riferimento obiettivi minimi di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio di ciascuna singola frazione merceologica dei RU non inferiori alle seguenti percentuali che comunque non consentono il raggiungimento delle percentuali minime di legge se non spingendo la raccolta differenziata su alcune delle funzioni in base a strategie caratteristiche dei territori considerati: 1. Frazione organica verde: 33% 2. Carta e cartone: 40% 3. Imballaggi plastici: 15% 4. Vetro: 60% 5. Legno/tessile: 10% 6. Imballaggi metallici: 15% In ciascuna ambito nel corso dei prossimi anni dovrà essere progressivamente definito il passaggio da modalità di raccolta differenziata aggiuntiva a modalità di raccolta differenziata integrata I nuovi impianti di termoutilizzazione dovranno avere una potenzialità termica superiore a Kcal/h. Dovranno altresì rispettare i limiti di emissione di cui alla Tab. III nonché tutte le caratteristiche tecniche-ambientali indicate nel presente piano. Dovranno essere realizzati impianti di trattamento termico che corrispondano, oltre al dimensionamento prima descritto, anche allo stato dell'arte delle tecnologie e quindi idonee a garantire prestazioni accettabili sotto il profilo dell'affidabilità, dell'impatto ambientale e dei costi economici del servizio. Il Piano regionale predispone il divieto all esercizio di impianti di trattamento termico antecedenti il 1 gennaio 1985 (salvo adeguamento) e l obbligo per gli impianti di trattamento termico di dotarsi di sistemi di informazione delle emissioni. COD: AI-C02-10R30 PAGINA 19 / 134

20 Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario I piani provinciali per la gestione dei rifiuti devono contenere misure e interventi per la riduzione della produzione degli stessi, per la raccolta differenziata e per il trattamento dei rifiuti diretto a recuperare materiali ed energia. Il piano regionale si prefigge, in primo luogo, l' obiettivo di stabilizzare sul medio periodo la produzione procapite di rifiuto e di raggiungere al 2003 una riduzione del 5%-15% della produzione media procapite di rifiuti sui livelli del Obiettivi prioritari delle azioni di minimizzazione dei rifiuti sono i seguenti: 1. riduzione dei consumi di merci a perdere qualora essi siano sostituibili, a parità di prestazioni, da prodotti utilizzabili più volte; 2. sostegno a forme di consumo e di distribuzione delle merci che intrinsecamente minimizzino la generazione di rifiuto; 3. sostegno alla diffusione e all'impiego di prodotti che intrinsecamente minimizzino la generazione di rifiuti; 4. riduzione dell'immissione di rifiuti verdi ed organici attraverso la valorizzazione dell'auto-compostaggio; 5. riduzione della formazione dei rifiuti e della pericolosità degli stessi attraverso l'introduzione di tecnologie pulite nei cicli produttivi; Interventi atti alla riduzione della produzione dei rifiuti sono: a) minimizzazione dei rifiuti nel circuito della ristorazione collettiva; b) minimizzazione dei rifiuti elettrici ed elettronici Il Programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani fissa la seguente gerarchia di azioni: - prevenzione e riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti; - reimpiego e riciclaggio; - altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti; - l utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia Il piano regionale degli imballaggi fissa i seguenti obiettivi: - prevenzione alla fonte della quantità e della pericolosità degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio; - massimizzazione di sistemi di riutilizzo degli imballaggi che possono essere idoneamente reimpiegati; - massimizzazione del riciclaggio e recupero della materia prima, attraverso lo sviluppo di idonei sistemi di raccolta differenziata, in funzione sia della disponibilità impiantistica sia della disponibilità di idonei sbocchi di mercato per i materiali ottenuti da imballaggi riciclati e recuperati; - riduzione del flusso dei rifiuti di imballaggi destinati allo smaltimento finale attraverso le altre forme di recupero dei rifiuti di imballaggi, compreso il recupero energetico; - minimizzazione dei rifiuti di imballaggio destinati a smaltimento finale in discarica PAGINA 20 / 134 Gennaio 2014

21 Coerenza Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.4 Verifica di coerenza con il Piano di indirizzo energetico regionale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Nell ambito dell obiettivo fissato dalla direttiva europea 2009/28/CE che fissa al 2020 una quota del 20% dell energia prodotta mediante l impiego di FER (fonti di energia rinnovabili ) ed incremento dell efficienza energetica, fra le azioni previste dal piano c è quella di favorire la produzione di energia da rifiuti In particolare attraverso la combustione degli inceneritori con recupero energetico (termovalorizzatori) e attraverso l uso del biogas proveniente dalla digestione anaerobica della sostanza organica delle discariche. In base alle previsioni di sviluppo dei piani provinciali sui rifiuti, è corretto ipotizzare la realizzazione, entro il 2020, di una potenza pari a 30 Mw e una producibilità di 240 Gwh. Allo stesso tempo è stato ipotizzato uno sviluppo di potenza di 10 MW per il biogas COD: AI-C02-10R30 PAGINA 21 / 134

22 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Verifica di coerenza con il Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell aria Il PRRM è attualmente in fase di revisione e sarà sostituito dal piano di Piano di risanamento della qualità dell aria (PRQA) di cui è disponibile una informativa preliminare al consiglio regionale. Il documento afferma che il piano intende perseguire gli stessi obiettivi indicati dalla precedente programmazione e che in particolare le sue azioni dovranno essere rivolte a mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi garantendo una continua informazione al pubblico sulla qualità dell'aria ambiente derivante dal monitoraggio dei livelli di concentrazione degli inquinanti fondato su solidi criteri di qualità. L interazione di quest ultimi indirizzi con la pianificazione del settore rifiuti è riconducibile ai fattori emissivi legati allo svolgimento del servizio di raccolta e smaltimento in cui una parte significativa è quella impiantistica. A tal proposito è opportuno osservare che gli obiettivi di omogeneizzazione del servizio, di riduzione della produzione, di perseguire il principio di prossimità e di riduzione dello smaltimento insieme a quello di prevedere una, seppur limitata, ristrutturazione dell impiantistica esistente possono concorrere a produrre un miglioramento della qualità dell aria. Tabella 4.5 Verifica di coerenza con il Piano di indirizzo energetico delle Province di Grosseto e Siena Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero PAGINA 22 / 134 Gennaio 2014

23 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la I Piani energetici provinciali si pongono come obiettivi quelli di ridurre e modificare la domanda energetica provinciale mediante la riduzione della domanda energetica pubblica, quella privata e modificando la domanda energetica dei trasporti (Piano Energetico Provincia di Siena). Ancora si mira a migliorare la sostenibilità ambientale, a ridurre le emissioni di CO2, a migliorare l efficienza energetica e a innalzare la quota di energia prodotta da FER (Piano Energetico Ambientale della Provincia di Grosseto). In tale prospettiva, la produzione di energia da rifiuti assume una notevole importanza. Per la Provincia di Siena, dal punto di vista energetico, è evidente come i rifiuti assimilabili ed i fanghi organici rappresentino la quota preponderante di frazioni che compongono il potenziale energetico totale stimato. In particolare, circa sono le tonnellate annue di rifiuti assimilabili agli urbani e circa sono le tonnellate annue di fanghi organici. Considerando dei poteri calorifici medi delle singole categorie prese a riferimento, tutto questo equivale a 390,6 GJ/a di energia primaria disponibile (stimata tra i 398 GJ/a ed i 441,2 GJ/a) corrispondente a circa 3,6 MW di potenza elettrica prodotta in un impianto di termo utilizzazione con 7500 h/a di funzionamento e rendimento elettrico medio del 25%. Per la Provincia di Grosseto, il Piano Industriale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati agli urbani evidenzia una unica potenzialità, derivante dal recupero energetico da CDR. La potenzialità energetica stimata è stata calcolate in MWh/anno. Oltre a questa potenzialità può essere anche stimata un ulteriore potenzialità teorica, corrispondente al recupero energetico da produzione di biogas in biodigestione anaerobica da rifiuti organici non legnosi. La stima effettuata porta a determinare un potenziale recuperabile di e- nergia elettrica pari a MWh/annui COD: AI-C02-10R30 PAGINA 23 / 134

24 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.6 Verifica di coerenza con il Piano regionale delle attività estrattive di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili (PRAER) Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali PAGINA 24 / 134 Gennaio 2014

25 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione L'obiettivo fondamentale del P.R.A.E.R. è quello di pianificare l'attività di cava, il recupero delle aree escavate ed il riutilizzo dei residui recuperabili. I materiali lapidei oggetto di attività estrattiva costituiscono una risorsa non rinnovabile, da tutelare favorendo l'uso di materiali alternativi non pericolosi, come gli scarti dell'escavazione ed i residui provenienti da altre attività, che risultino suscettibili di riutilizzo perché assimilabili per l'impiego a quelli naturali. In tale prospettiva, il P.R.A.E.R. si raccorda e si integra con il Piano Regionale dei rifiuti al fine di determinare la produzione dei materiali assimilabili a quelli provenienti da attività estrattive, individuandone il relativo potenziale di riutilizzo nell'arco temporale di vigenza del Piano L evoluzione della normativa sui rifiuti e la comparsa sul mercato di nuove figure industriali nel settore del riciclaggio rendono sempre più conveniente, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale, la scelta dell impiego della demolizione selettiva al posto di quella indifferenziata, specie negli interventi di una certa rilevanza. Il criterio di scelta più semplice e più utilizzato è quello economico: si recuperano in cantiere i materiali la cui separazione risulta economicamente conveniente, tenuto conto del valore di mercato del residuo e dei costi che la mancata separazione causerebbe COD: AI-C02-10R30 PAGINA 25 / 134

26 Coerenza Rapporto ambientale Tabella 4.7 Verifica di coerenza con il Piano provinciale delle attività estrattive di recupero delle a- ree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili delle Province di Arezzo, Grosseto e Siena Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Il Piano di Siena prevede che: - nei siti di cava potranno svolgersi anche attività di recupero di rifiuti inerti non pericolosi provenienti da attività di C&D. In tal caso sia il piano di coltivazione che il piano di gestione dei rifiuti dovranno fare specifico riferimento a tale attività. La variante urbanistica di adeguamento al PAERP dovrà inoltre prevedere compatibilmente con le caratteristiche dell area, la possibilità che l attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi possa proseguire dopo la conclusione delle attività di escavazione e recupero dell area In Provincia di Arezzo, recentemente, sono stati realizzati accordi con aziende produttrici di rifiuti inerti, quali imprese di prefabbricazione e cementerie, per reperire materiali che, opportunamente trattati, possono raggiungere proprietà geotecniche prestazionali idonee alla realizzazione di corpi rilevati per le infrastrutture viarie. Questo tipo di iniziative, seppur apprezzabili, rappresentano, comunque, ancora un atto particolare e non ordinario nella progettazione e nella programmazione del soddisfacimento dei fabbisogni di inerti. I risultati mostrano che, dal punto di vista puramente quantitativo, l'impiego del 15-20% di aggregati riciclati all'interno delle Opere Pubbliche della Provincia di Arezzo sin da subito, possa essere sostenibile per il settore produttivo aretino, che vedrebbe così assorbita buona parte della produzione provinciale di tali materiali. Inoltre, il PAERP di Arezzo prevede come obiettivi specifici: - favorire la realizzazione o la conversione degli impianti di produzione di aggregati, di tipo adeguato alla trasformazione dei residui PAGINA 26 / 134 Gennaio 2014

27 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario recuperabili in materie prime secondarie certificate. - favorire ed incrementare il sistema di riutilizzo degli inerti derivanti dal recupero delle macerie edili o da altre fonti secondarie al fine di ridurre la richiesta di materie prime non rinnovabili. Il Piano di Arezzo prevede anche l aggregazione in riciclati di rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e demolizione, allo scopo di riutilizzo del materiale. I risultati mostrano che, dal punto di vista puramente quantitativo, l'impiego del 15-20% di aggregati riciclati all'interno delle Opere Pubbliche della Provincia di Arezzo sin da subito, possa essere sostenibile per il settore produttivo aretino, che vedrebbe così assorbita buona parte della produzione provinciale di tali materiali. La Provincia di Grosseto provvede al recupero e al riciclaggio di materiale inerte. Un apporto quantitativamente secondario di inerti è fornito sia dagli impianti mobili di riciclaggio autorizzati con procedura ordinaria sia dai più numerosi esercenti che operano con procedura semplificata. Con riferimento ai dati di produzione rilevati per l anno 2007, il volume totale dei materiali inerti provenienti dalle attività di riciclaggio ha raggiunto l 11% rispetto agli inerti provenienti dall attività estrattiva e, nel triennio , denuncia un trend di incremento annuo superiore al 15%. L incremento delle disponibilità di materiali inerti attraverso l utilizzo dei materiali di scarto dell estrazione dei materiali ornamentali ha i suoi possibili centri nelle cave di travertino di Manciano; in particolare nella cava Pianetti è già in funzione un impianto di frantumazione e classificazione che utilizza gli scarti di abbattaggio e lavorazione di tale attività. Altro tipo di risorsa utilizzabile è rappresentato dalle discariche dei materiali di scopertura e in quelli di abbattaggio dell Arenaria di Manciano nelle cave Gamberaio, Scarceta e Poggio La Vecchia. Volumi di maggior entità si hanno nella prima di queste, vista la diversità dei sistemi di coltivazione e della varietà del materiale commercializzato; una parte minore dei materiali di scarto viene utilizzata e immessa sul mercato per impieghi diversi. Nel complesso una stima dei volumi recuperabili dalle discariche delle maggiori cave ammonta a m3 circa Il Piano di Siena prevede che: - ogni progetto di coltivazione dovrà essere dotato di un apposito Piano di Gestione dei Rifiuti finalizzato ad incentivarne il recupero e/o il riutilizzo nonché il corretto smaltimento COD: AI-C02-10R30 PAGINA 27 / 134

28 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.8 Verifica di coerenza con il Piano di tutela delle acque del bacino del Fiume Arno Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Gli indirizzi di Piano fra le altre azioni prevedono (programma interventi Ambito Territoriale Ottimale n. 4 e 6): - inserimento di linee per il trattamento dei bottini e del percolato di discarica; - raccolta differenziata degli scarichi industriali che confluiscono nella pubblica fognatura; - ottimizzazione delle linee di trattamento di fanghi e studio della possibilità di un loro reimpiego in agricoltura. Sono previsti impianti per il riutilizzo di acque reflue sia industriali sia agricole. In quest ultimo caso, è da sottolineare la presenza di un pluralità di impianti in Provincia di Arezzo, nonché le attività di sperimentazione svolte dall ARSIA dal 1998 al 2002 per verificare le possibilità di utilizzo a scopo irriguo dei reflui urbani depurati su colture orticole. Le sperimentazioni hanno coinvolto realtà della Provincia di Grosseto. PAGINA 28 / 134 Gennaio 2014

29 Coerenza Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Tabella 4.9 Verifica di coerenza con il Piano di tutela delle acque del bacino Toscana Costa Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei COD: AI-C02-10R30 PAGINA 29 / 134

30 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Gli indirizzi fra le altre azioni prevedono: - la centralizzazione sugli impianti di depurazione più grandi del trattamento fanghi di depurazione, con costruzione di processi ad essiccazione per facilitarne il riuso in agricoltura e possibilità del trattamento del percolato di discarica - costruzione di impianti di depurazione più grandi di linee per il trattamento dei reflui speciali ( bottini delle autospurgo, reflui degli allevamenti); Tabella 4.10 Verifica di coerenza con il Piano di tutela delle acque del F. Serchio Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della ridu- PAGINA 30 / 134 Gennaio 2014

31 Coerenza Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani zione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Gli indirizzi di piano fra le altre cose prevedono: - centralizzazione sugli impianti di depurazione più grandi del trattamento fanghi di depurazione, con costruzione di processi ad essiccazione per facilitarne il riuso in agricoltura e possibilità del trattamento del percolato di discarica; - costruzione di impianti di depurazione più grandi, con linee per il trattamento dei reflui speciali (bottini delle autospurgo, reflui degli allevamenti) Tabella 4.11 Verifica di coerenza con il Piano di tutela delle acque del F. Fiora Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e COD: AI-C02-10R30 PAGINA 31 / 134

32 Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Gli indirizzi di piano fra le altre cose prevedono: - centralizzazione sugli impianti di depurazione più grandi del trattamento fanghi di depurazione, con costruzione di processi ad essiccazione per facilitarne il riuso in agricoltura e possibilità del trattamento del percolato di discarica; - costruzione di impianti di depurazione più grandi, con linee per il trattamento dei reflui speciali (bottini delle autospurgo, reflui degli allevamenti) PAGINA 32 / 134 Gennaio 2014

33 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Tabella 4.12 Verifica di coerenza con il Piano di tutela delle acque del Fiume Tevere Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Gli indirizzi di piano fra le altre cose prevedono: - inserimento di linee per il trattamento dei bottini e del percolato di discarica; - raccolta differenziata degli scarichi industriali che confluiscono nella pubblica fognatura; - ottimizzazione delle linee di trattamento fanghi e studio della possibilità di un loro reimpiego in agricoltura; COD: AI-C02-10R30 PAGINA 33 / 134

34 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Verifica di coerenza con il Piano di Gestione del Distretto dell Appennino settentrionale Il Piano di gestione del Distretto dell Appennino settentrionale, stabilisce la classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei. L attribuzione è avvenuta, sulla base della definizione dello stato di qualità operata all interno dei piani di tutela, integrata da un giudizio esperto e suffragata dai riscontri dell analisi delle pressioni e degli impatti. Successivamente è stata determinata la data entro cui ogni corpo idrico deve raggiungere o mantenere lo stato buono, che secondo la direttiva europea (2000/60/CE), sulla base di determinati criteri, può subire proroghe per il conseguimento graduale rispetto al termine fissato per il Per i corpi idrici sotterranei, lo schema adottato per definire gli obiettivi discende direttamente dall'attribuzione dello stato complessivo: per i corpi idrici nello stato buono, l'obiettivo rimane confermato buono al Per i restanti corpi idrici, gli obiettivi sono buono al 2021 o buono al 2027, differenziando l'orizzonte temporale in base alla condizione di rischio, allo stato dell'acquifero in termini di bilancio e di capacità di ricarica, oltre che per le pressioni esistenti. La direttiva stabilisce, come detto, che i corpi idrici devono raggiungere lo stato buono o devono mantenere lo stato definito dalla classificazione ambientale nel caso sia buono o elevato. Ciò può essere un contrasto per quei casi in cui i Piani di Tutela, stabiliscano il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi (elevato) anche per corpi idrici ai quali è stato attribuito uno stato di qualità buono o inferiore. Tabella 4.13 Verifica di coerenza con il Piano dell Ambito Territoriale Ottimale dell AATO 2 Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre PAGINA 34 / 134 Gennaio 2014

35 Coerenza Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione All interno dell Ambito uno degli obiettivi è il trattamento dei fanghi Tabella 4.14 Verifica di coerenza con il Piano dell Ambito Territoriale Ottimale dell AATO 3 Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, li- Con l affidamento del servizio idrico integrato, la disponibilità dell uso degli impianti di depurazione nel territorio dell Ambito consentirà al gestore di trattare presso tali impianti alcune tipologie di rifiuti liquidi, tra cui in particolare i percolati da discarica e le ricavature di fosse settiche (fanghi). Più esplicitamente il gestore tratterà tali reflui in impianti i cui COD: AI-C02-10R30 PAGINA 35 / 134

36 Coerenza Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani mitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione costi di gestione, in particolare la componente degli ammortamenti, sono compresi nella tariffa del servizio idrico integrato. I costi marginali per il trattamento di questi reflui saranno quindi di ammontare esiguo rispetto ai ricavi marginali, dando così luogo a utili lordi di gran lunga superiori a quelli del servizio idrico integrato. In tal modo il gestore avrà la possibilità di entrare in questo mercato di smaltimento in una posizione di vantaggio competitivo. Il Piano dell AATO 3, citando il Dlgs. 152/1999 e s.m.i all art.36, prevede la possibilità di smaltimento di rifiuti liquidi, nei limiti della capacità residua dell impianto e limitatamente alle tipologie compatibili con il processo di depurazione Tabella 4.15 Verifica di coerenza con il Piano dell Ambito Territoriale Ottimale dell AATO 5 Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio PAGINA 36 / 134 Gennaio 2014

37 Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione All interno dell Ambito uno degli obiettivi è il trattamento dei fanghi COD: AI-C02-10R30 PAGINA 37 / 134

38 Coerenza Rapporto ambientale Tabella 4.16 Verifica di coerenza con il Piano dell Ambito Territoriale Ottimale dell AATO 6 Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Fra gli indirizzi del piano vi sono i seguenti 1. centralizzazione sugli impianti di depurazione più grandi del trattamento fanghi di depurazione, con costruzione di processi ad essiccazione per facilitarne il riuso in agricoltura e possibilità di trattamento del percolato da discarica. 2. costruzione di impianti di depurazione più grandi con linee per il trattamento dei reflui speciali (bottini delle autospurgo, reflui degli allevamenti) PAGINA 38 / 134 Gennaio 2014

39 Coerenza Coerenza Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione Il Piano di coordinamento provinciale di Arezzo non evidenzia alcuna corrispondenza con gli obiettivi stabiliti dal piano interprovinciale di gestione dei rifiuti, Per quel che riguarda il PTCP delle province di Grosseto e di Siena si veda la successiva tabella Tabella 4.17 Verifica di coerenza con il Piano territoriale di coordinamento delle province di Grosseto e di Siena Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani Completa autosufficienza a livello di ATO a partire dall autosufficienza di ogni territorio Graduale perseguimento dell omogeneizzazione e dell integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero Declinazione, nelle forme tecnicamente ed economicamente possibili e sostenibili, dell obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti e la loro pericolosità, tenendo a riferimento, limitatamente ai rifiuti urbani, l obiettivo posto dal PRS della riduzione del 15% rispetto alla produzione 2004 Declinazione, del principio di prossimità per il trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti nei territori delle tre province Raggiungimento, degli obiettivi fissati dalla vigente normativa nazionale e regionale, compresi quelli definiti dalla pianificazione regionale, in tema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, garantendo che il sistema sia funzionale ad un reale recupero, riutilizzo e riciclaggio dei materiali Riduzione dello smaltimento attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico Il Ptcp di Siena vigente individua i seguenti obiettivi: - ridurre la produzione di rifiuti; Il Ptcp di Siena adottato indica come obiettivi: - la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti; - lo smaltimento in condizioni di sicurezza dei soli rifiuti che non hanno altra possibilità di recupero o trattamento Il Ptcp di Siena vigente individua i seguenti obiettivi: - massimizzare le quote di recupero e riciclaggio favorendo ed incentivando la raccolta differenziata anche oltre gli obiettivi minimi; - utilizzare trattamenti intermedi quali termoutilizzazione, selezione meccanica e compostaggio; - limitare lo smaltimento in discarica ai residui del processo di trattamento. Il Ptcp di Siena adottato indica i seguenti obiettivi: - riutilizzo e valorizzazione dei rifiuti sotto forma di materia, anche attraverso l incremento della raccolta differenziata; - individuazione e realizzazione di un sistema di gestione dei rifiuti che dia priorità al reimpiego, al riciclaggio ed ad altre forme di recupero di materia, rispetto alle altre forme di recupero del contenuto energetico dei rifiuti. Il Ptcp di Grosseto prevede che per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (F.E.R.) sia - sviluppato il recupero energetico dei rifiuti secondo la metodologia COD: AI-C02-10R30 PAGINA 39 / 134

40 Coerenza Rapporto ambientale Obiettivi Obiettivi degli altri pertinenti piani definita dal Piano Interprovinciale dei Rifiuti anche attraverso tecnologie diverse dalla combustione (come gassificazione, pirolisi, dissociazione molecolare con torcia al plasma o altro etc.) Riduzione del contenuto di rifiuti biodegradabili da collocare in discarica e conseguimento degli obiettivi fissati dal piano regionale per la gestione degli imballaggi e dal programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti PCB Rispetto della norma di divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale e rifiuti con un PCI superiore a kj/kg Declinazione dei temi segnalati all attenzione delle Province nel piano straordinario Mantenimento, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, del periodo di dieci anni dalla sua approvazione La verifica di coerenza del Piano interprovinciale con altri piani ha messo in luce che gli obiettivi di questi ultimi risultano irrilevanti ai fini della pianificazione della gestione dei rifiuti. I piani in questione sono: 1) Piano di tutela delle acque del Bacino del F. Conca-Marecchia; 2) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) Conca-Marecchia; 3) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) dell Ombrone; 4) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Fiora; 5) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Tevere; 6) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) dell Arno; 7) Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) del Bacino Toscana Costa. Diversamente, per tutto ciò che attiene alla pianificazione degli aspetti relativi alle bonifiche e alla relativa analisi di coerenza, si rimanda al Piano interprovinciale per la bonifica delle aree inquinate. In questa sede è opportuno evidenziare che, poiché quest ultimo piano risulta complementare al Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi, gli obiettivi e le relative coerenze fra la strumentazione di riferimento non è confrontabile. PAGINA 40 / 134 Gennaio 2014

41 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud 5 CARATTERIZZAZIONE DELLO STATO DELL AMBIENTE NELL AREA 5.1 Modalità di selezione e rappresentazione del set di indicatori ambientali La procedura di VAS, essendo finalizzata a valutare gli effetti sull ambiente di particolari piani e programmi, necessita di un quadro di riferimento sulla situazione ambientale iniziale che in questo caso possiamo rappresentare con il quadro conoscitivo costruito tramite la predisposizione di un sistema di indicatori di riferimento. Sotto il profilo metodologico, l ampia esperienza di reporting a scala globale, nazionale e locale rende ormai disponibili sia manuali che casi-studio. Ai fini dell applicazione della VAS, in linea generale, ciò che sembra opportuno focalizzare è la necessità di adattare il reporting in tre direzioni: 1) una selezione delle componenti e dei temi ambientali coerente con l oggetto analizzato; 2) una valutazione della criticità delle componenti ambientali e della significatività degli impatti eventualmente esistenti anche in assenza delle trasformazioni previste, fattori di impatto, patrimoni da tutelare e valorizzare; 3) la semplificazione della rappresentazione e della descrizione della situazione, in maniera tale da rendere intelligibile e comunicabile agli altri soggetti coinvolti nel processo di pianificazione priorità, criticità, opportunità. Da raccolta di dati statistici o da strumento meramente descrittivo dello stato dell ambiente, il reporting ambientale è evoluto verso una funzione di supporto al processo decisionale, con una attenzione particolarmente rivolta alle relazioni con i processi socio-economici e alle prestazioni conseguite. 5.2 Le liste di indicatori E ormai noto come esista una ampia letteratura sul tema degli indicatori e siano ormai disponibili numerose liste e manuali. In particolare, nell ambito della valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione, gli indicatori comunemente utilizzati sono quelli basati sul modello DPSIR della EEA (European Environmental Agency) Indicatori per la predisposizione del Rapporto Ambientale. Nel caso in esame la lista degli indicatori selezionati, riportati nella tabella 5.1, è il risultato di una preventiva verifica della loro significatività ai fini dell atto di pianificazione e anche della loro possibilità di essere popolati. Tabella 5.1 Lista indicatori Sistema ambientale Acqua Aria Indicatore Qualità delle acque superficiali Qualità delle acque sotterranee Classificazione in base alla diffusività atmosferica Qualità dell aria - classificazione ai sensi del decreto legislativo 351/1999 Concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici Superamenti dei limiti di qualità Emissioni COD: AI-C02-10R30 PAGINA 41 / 134

42 Rapporto ambientale Sistema ambientale Rumore Suolo Sistema storico paesaggistico e naturale Energia Mobilità Salute Indicatore Clima acustico Classificazione acustica Struttura dell uso del suolo Pericolosità geomorfologica Geologia e rischio sismico Pericolosità idraulica Aree sottoposte a vincolo paesaggistico Aree sottoposte a vincolo idrogeologico Aree naturali Consumi energetici Emissioni climalteranti Traffico e mobilità Distribuzione di antenne e linee elettriche sul territorio Esposizione della popolazione a campi elettromagnetici Per quanto riguarda la componente rifiuti, quella più direttamente interessata dalle azioni di piano, si rimanda al quadro conoscitivo del piano stesso nel quale è riportata la caratterizzazione di dettaglio dello stato attuale Lo stato dell ambiente La descrizione sullo stato dell ambiente avviene tramite il calcolo o la stima degli indicatori indicati nel precedente paragrafo 5.2.1, dei quali, quando possibile,è stata anche analizzata la tendenza evolutiva, al fine di stimare l eventuale evoluzione della situazione. 5.3 Lo stato delle risorse L analisi territoriale e ambientale e la ricostruzione dello stato attuale delle risorse sono state sviluppate sulla base dei dati ambientali forniti dalle provincie di Arezzo, Grosseto e Siena, delle cartografie dei rispettivi Piani Territoriali di Coordinamento provinciali, nonché di alcuni studi di settore. Inoltre sono stati utilizzati dati forniti ARPAT per il tema acqua e aria, dati contenuti nei piani di tutela delle acque dei diversi bacini e nel Piano del Distretto dell Appennino Settentrionale per la matrice acqua, dati compresi nei diversi piani di bacino per il tema suolo Acqua La normativa di riferimento per la tutela delle acque attualmente in vigore è contenuta nel Testo Unico Ambientale D.lgs 152/2006, tuttavia i dati ad oggi disponibili per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali e sotterranee sono stati elaborati facendo riferimento agli indici di qualità previsti dal D.lgs 152/1999 e D.lgs 258/2000 (solo per le acque superficiali). Qualità delle acque superficiali Per la definizione dello stato qualitativo sono stati utilizzati i seguenti indici: LIM, Livello di Inquinamento da Macrodescrittori; PAGINA 42 / 134 Gennaio 2014

43 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud IBE, Indice Biotico Esteso; SECA, Stato Ecologico dei Corsi d Acqua; SACA, SAL Stato Ambientale rispettivamente dei corsi d acqua e dei laghi. L IBE è un indice della qualità biologica delle acque e si basa sull analisi dei macroinvertebrati. I valori di IBE, da 0 a 12, sono raggruppati in 5 classi di qualità, da non inquinato a gravemente inquinato. Il LIM è un indice di qualità chimica delle acque e si ottiene sommando i punteggi derivanti dal calcolo del 75 percentile di sette parametri chimici, analizzati con frequenza mensile. Dall incrocio tra indice chimico e biologico, e considerando il peggiore dei due, si ottiene il SECA (Stato ecologico del corso d acqua), che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici. Il SACA/SAL deriva dall incrocio dello stato ecologico con i risultati dei parametri relativi alle sostanze pericolose. La qualità ambientale di un corpo idrico superficiale si esprime con una scala di 5 gradi: elevato, buono, sufficiente, scadente e pessimo. Gli indirizzi comunitari della direttiva quadro WFD 2000/60 CE prescrivono il mantenimento o il raggiungimento di uno stato sufficiente entro il 2008 e buono entro il Tabella Legenda degli indici IBE, LIM, SECA (D.lgs 152/1999) e dello Sato ecologico e chimico (D.lgs 152/2006) IBE LIM SECA Valori > <4 Classe I II III IV V Giudizio Non inquinato Poco inquinato Inquinato Molto inquinato Fortemente inquinato Valori < 60 Livello Giudizio Ottimo Buono Sufficiente Scarso Pessimo Classe Giudizio Ottimo Buono Sufficiente Scarso Pessimo Colore Azzurro Verde Giallo Arancione Rosso Sato ecologico Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo Stato chimico Buono Non Buono Dall analisi dei dati forniti da ARPAT, inerenti la qualità delle acque superficiali si evince che: nel 2009, la qualità chimica (indice LIM) delle acque a livello di ambito interprovinciale è buona, infatti, il 71% delle analisi effettuate rientra nel livello II (buono), solo il 16% sono scadenti e non vi sono analisi classificabili nel livello V, pessimo. A livello provinciale la qualità chimica è complessivamente buona per la provincia di Grosseto che, tranne in un caso, raggiunge sempre almeno il livello II, mentre le province di Arezzo e soprattutto Siena sono caratterizzate da una maggiore presenza dei livelli III e IV; in modo analogo, nel 2009, lo Stato Ecologico dei corsi d acqua (indice SECA) a livello interprovinciale è accettabile (sufficiente, buono o ottimo) nell 89% dei casi, nonostante la prevalenza del livello III (48% dei corsi idrici analizzati). In particolare, è complessivamente buono (classi 2 e 3) per i corsi idrici analizzati della provincia di Grosseto, mentre la provincia di Siena presenta il maggior numero di corpi idrici con livello scarso (classe 4). In compenso non si registrano corpi i- COD: AI-C02-10R30 PAGINA 43 / 134

44 Rapporto ambientale drici in stato pessimo (classe V). Le analisi effettuate mostrano, invece, un peggioramento generale dello Stato Ecologico delle Acque nel periodo compreso tra il 2002 e il 2009; l analisi dello stato ambientale, indice SACA/SAL, copre l intervallo temporale , pertanto non è possibile stabilire se i corsi d acqua raggiungano o meno gli obiettivi previsti dalla direttiva quadro WFD 2000/60 CE secondo la quale devono raggiungere o mantenere almeno lo stato sufficiente entro il Tuttavia si rileva che la provincia di Arezzo presenta un indice buono - sufficiente per la totalità dei corsi d acqua analizzati. La provincia di Grosseto è caratterizzata per la presenza del Padule Diaccia Botrona e del Lago di Burano dove lo stato ambientale registrato è di livello scadente. Infine, la provincia di Siena è quella che presenta la situazione più preoccupante a causa dello stato ambientale pessimo riscontrabile sia nel Lago di Montepulciano sia nel lago di Chiusi. Oltre a tali dati che forniscono una sequenza storica, nel 2012 si è chiuso il primo triennio di monitoraggio dei corpi idrici ai sensi della Direttiva Europea 2000/60, recepita in Italia con il D.Lgs 152/06 e il Dm attuativo 260/2010. Per una migliore caratterizzazione della rete di monitoraggio è stato definito uno stato ecologico unico per il triennio derivante dal risultato peggiore ottenuto nei tre anni. Lo stesso è stato fatto per lo stato chimico. Lo stato chimico, che tiene conto delle concentrazioni medie di sostanze pericolose di tab 1/A del Dm 260/2010, non viene calcolato sul set completo dei punti di monitoraggio: le sostanze pericolose vengono ricercate nei punti in cui l analisi del rischio ha evidenziato particolari pressioni. Questa è la ragione per cui viene rilevato su un numero di stazioni di campionamento inferiore rispetto allo stato ecologico. Per quel che concerne le analisi basate sulla nuova normativa, l unità base di gestione è il corpo Idrico, cioè un tratto di un corso d acqua appartenente ad una sola tipologia fluviale, definita sulla base delle caratteristiche fisiche naturali, che deve essere sostanzialmente omogeneo per tipo ed entità delle pressioni antropiche e quindi per lo stato di qualità. L approccio metodologico prevede una classificazione delle acque superficiali basata soprattutto sulla valutazione degli elementi biologici, rappresentati dalle comunità acquatiche (macroinvertebrati, diatomee bentoniche, macrofite acquatiche, fauna ittica), e degli elementi ecomorfologici, che condizionano la funzionalità fluviale. A completamento dei parametri biologici monitorati si amplia anche il set di sostanze pericolose da ricercare. Tale suddivisione è stata effettuata al fine di individuare: a) corpi idrici a rischio ovvero che in virtù dei notevoli livelli di pressioni a cui sono sottoposti vengono considerati a rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualità introdotti dalla normativa. Questi corpi idrici saranno quindi sottoposti ad un monitoraggio operativo annuale, per verificare nel tempo quegli elementi di qualità che nella fase di caratterizzazione non hanno raggiunto valori adeguati; b) tratti fluviali non a rischio o probabilmente a rischio che, in virtù di pressioni antropiche minime o comunque minori sono sottoposti a monitoraggio di sorveglianza, che si espleta nello spazio temporale di un triennio e che è finalizzato a fornire valutazioni delle variazioni a lungo termine, dovute sia a fenomeni naturali, sia ad una diffusa attività antropica. Infine, nel caso di fenomeni di impatti non del tutto chiari, è richiesto un monitoraggio di indagine che sarà la base di un successivo monitoraggio operativo. Novità significativa della norma europea è il calcolo degli indicatori di qualità ambientale, non più assoluti ma relativi: lo stato di qualità studiata è messo cioè in relazione a siti di riferimento con pres- PAGINA 44 / 134 Gennaio 2014

45 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud sioni pressoché nulle; per ogni parametro si ottiene un EQR (Environmental Quality Ratio - rapporto di qualità ecologica). L l EQR varia da 0 a 1, corrispondenti ad uno stato ecologico cattivo (0, colore rosso) o elevato (1, colore blu). La gamma dei valori risultanti da tale rapporto definisce i limiti delle cinque classi di stato ecologico elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo. L obiettivo ultimo richiesto dalla WFD è il raggiungimento di un buono stato ecologico e chimico di tutte le acque comunitarie entro il COD: AI-C02-10R30 PAGINA 45 / 134

46 Rapporto ambientale Figura 5.1 Stazioni di monitoraggio della qualità delle acque superficiali Fonte : ARPAT PAGINA 46 / 134 Gennaio 2014

47 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Tabella Indice LIM CORPO IDRICO DESCRIZIONE PR COMUNE LIM Ombrone Sorgente > confluenza Orcia SI Asciano Ombrone Ombrone Ombrone Ombrone Ombrone Ombrone Arbia Arbia Merse Merse Farma Orcia Orcia Gretano Melacce Trasubbie Sorgente > confluenza Orcia Sorgente > confluenza Orcia Confluenza Orcia > Foce Confluenza Orcia > Foce Confluenza Orcia > Foce Confluenza Orcia > Foce Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone Sorgente > confluenza Ombrone SI Buonconvento SI Montalcino GR Civitella Paganico GR Orbetello GR Grosseto GR Grosseto 2 2 SI Castelnuovo Berardenga SI Buonconvento SI Monticiano SI Monticiano SI Monticiano SI San Quirico D'orcia SI Montalcino GR Civitella Paganico GR Campagnatico GR Scansano Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano Bruna Sorgente > Foce GR Castiglione della Pescaia Lago Accesa Lago Accesa GR Massa Marittima Padule Diaccia Botrona Albegna Albegna Albegna Padule Sorgente > confluenza Rigo Confluenza Rigo > Foce Confluenza Rigo > Foce GR Castiglione della Pescaia 2 2 GR Roccalbegna GR Manciano GR Orbetello Lago di Burano Lago GR Capalbio Marecchia Sorgente > Confluenza Serra AR Badia Tedalda Tevere Sorgente > Immis- AR Pieve Santo Ste COD: AI-C02-10R30 PAGINA 47 / 134

48 Rapporto ambientale CORPO IDRICO DESCRIZIONE PR COMUNE Tevere Tevere sione invaso Montedoglio Sorgente > Immissione invaso Montedoglio Emissione invaso Montedoglio > Confine Umbro AR Singerna Intero Bacino AR Invaso di Montedoglio fano Pieve Santo Stefano LIM AR Sansepolcro Caprese Michelangelo Intero Bacino AR Anghiari Sovara Intero Bacino AR Monterchi Cerfone Intero Bacino AR Monterchi Astrone Intero Bacino SI Chiusi Rigo Intero Bacino SI Piancastagniaio Cecina Cornia Milia Sorgente > Confluenza Possera Sorgente > confluenza Milia Sorgente > confluenza Cecina SI Radicondoli GR GR Monterotondo Marittimo Monterotondo Marittimo Pecora Sorgente > Foce GR Massa Marittima Pecora Sorgente > Foce GR Follonica Laguna Orbetello Laguna Orbetello Laguna Levante GR Orbetello Laguna Ponente GR Orbetello Lente Intero Bacino GR Pitigliano Fiora Fiora Fiora Arno Arno Arno Arno Arno Arno Sorgente > Confine Regione Sorgente > Confine Regione Sorgente > Confine Regione Capo d'arno > Ponte di Caliano Capo d'arno > Ponte di Caliano Ponte di Caliano > Immissione invaso della Penna Immissione invaso della Penna > Emissione invaso di Levane Immissione invaso della Penna > Emissione invaso di Levane Emissione invaso di Levane > Confluenza Sieve GR Semproniano GR Semproniano GR Manciano AR Stia AR Bibbiena Stazione AR Arezzo AR AR Laterina Terranuova Bracciolini AR Montevarchi Canale maestro Confine Umbro > AR Marciano Della PAGINA 48 / 134 Gennaio 2014

49 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud CORPO IDRICO DESCRIZIONE PR COMUNE della Chiana Confluenza Arno Chiana Canale maestro della Chiana Lago di Montepulciano Confine Umbro > Confluenza Arno Lago SI Montepulciano Lago di Chiusi Lago SI Chiusi LIM AR Arezzo Foenna Intero Bacino SI Torrita Di Siena Foenna Intero Bacino SI Rapolano Terme Elsa Intero Bacino SI Colle di Val d'elsa Elsa Intero Bacino SI Poggibonsi Tabella Indice SECA CORPO IDRICO Ombrone Ombrone Ombrone DESCRIZIONE PR COMUNE Sorgente > Confluenza Orcia Sorgente > Confluenza Orcia Sorgente > Confluenza Orcia Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR SECA SI Asciano SI Buonconvento SI Montalcino Civitella Paganico Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Orbetello Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Grosseto Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Grosseto 2 2 Arbia Arbia Merse Merse Farma Orcia Orcia Gretano Melacce Trasubbie Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone Sorgente > Confluenza Ombrone SI Castelnuovo Berardenga SI Buonconvento SI Monticiano SI Monticiano SI Monticiano SI San Quirico D'orcia SI Montalcino GR Civitella Paganico GR Campagnatico GR Scansano Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano / Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano Bruna Sorgente > Foce GR Lago Accesa Lago Accesa GR Castiglione Della Pescaia Massa Marittima COD: AI-C02-10R30 PAGINA 49 / 134

50 Rapporto ambientale CORPO IDRICO Padule Diaccia Botrona Albegna Padule DESCRIZIONE PR COMUNE Sorgente > Confluenza Rigo GR Castiglione Della Pescaia SECA GR Roccalbegna Albegna Confluenza Rigo > Foce GR Manciano Albegna Confluenza Rigo > Foce GR Orbetello Lago di Burano Marecchia Tevere Tevere Tevere Lago GR Capalbio Sorgente > Confluenza Serra Sorgente > Immissione Invaso Montedoglio Sorgente > Immissione Invaso Montedoglio Emissione Invaso Montedoglio > Confine Umbro AR Badia Tedalda AR AR Singerna Intero Bacino AR Invaso di Montedoglio Pieve Santo Stefano Pieve Santo Stefano AR Sansepolcro Caprese Michelangelo Intero Bacino AR Anghiari Sovara Intero Bacino AR Monterchi Cerfone Intero Bacino AR Monterchi Astrone Intero Bacino SI Chiusi Rigo Intero Bacino SI Piancastagniaio Cecina Cornia Milia Sorgente > Confluenza Possera Sorgente > Confluenza Milia Sorgente > Confluenza Cecina SI Radicondoli GR GR Pecora Sorgente > Foce GR Monterotondo Marittimo Monterotondo Marittimo Massa Marittima Pecora Sorgente > Foce GR Follonica Laguna Orbetello Laguna Orbetello Laguna Levante GR Orbetello 3 Laguna Ponente GR Orbetello 3 Lente Intero Bacino GR Pitigliano Fiora Fiora Fiora Arno Arno Arno Sorgente > Confine Regione Sorgente > Confine Regione Sorgente > Confine Regione Capo D'arno > Ponte Di Caliano Capo D'arno > Ponte Di Caliano Ponte Di Caliano > Immissione Invaso Della Penna GR Semproniano GR Semproniano GR Manciano AR Stia AR Bibbiena Stazione AR Arezzo Arno Immissione Invaso Della AR Laterina 3 PAGINA 50 / 134 Gennaio 2014

51 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Arno Arno CORPO IDRICO Canale maestro della Chiana Canale maestro della Chiana Lago di Montepulciano DESCRIZIONE PR COMUNE Penna > Emissione Invaso Di Levane Immissione Invaso della Penna > Emissione Invaso di Levane Emissione Invaso di Levane > Confluenza Sieve Confine Umbro > Confluenza Arno Confine Umbro > Confluenza Arno AR Terranuova Bracciolini SECA AR Montevarchi AR Marciano Della Chiana AR Arezzo Lago SI Montepulciano 4 Lago di Chiusi Lago SI Chiusi 4 Foenna Intero Bacino SI Torrita Di Siena COD: AI-C02-10R30 PAGINA 51 / 134

52 Rapporto ambientale Tabella Indice SACA (D.Lgs 152/1999), Stato ecologico e chimico (D.lgs 152/2006) CORPO IDRICO DESCRIZIONE Ombrone Sorgente > Confluenza Orcia SI Asciano Ombrone Sorgente > Confluenza Orcia SI Buonconvento Ombrone Sorgente > Confluenza Orcia SI Montalcino PR COMUNE SACA/SAL Stato ecologico (D.lgs 152/2006 Stato Chimico (D.lgs 152/206) Periodo Valore Sufficiente Buono Sufficiente Sufficiente Buono Sufficiente Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Civitella Paganico Buono Scarso Buono Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Orbetello Sufficiente Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Grosseto Sufficiente Scarso Buono Ombrone Confluenza Orcia > Foce GR Grosseto Sufficiente Sufficiente Arbia Sorgente > Confluenza Ombrone SI Castelnuovo Berardenga Buono Buono Buono Arbia Sorgente > Confluenza Ombrone SI Buonconvento Sufficiente Scarso Buono Merse Sorgente > Confluenza Ombrone SI Monticiano Buono Sufficiente Buono Merse Sorgente > Confluenza Ombrone SI Monticiano Buono Sufficiente Buono Farma Sorgente > Confluenza Ombrone SI Monticiano Buono Sufficiente Orcia Sorgente > Confluenza Ombrone SI San Quirico d'orcia Sufficiente Sufficiente Orcia Sorgente > Confluenza Ombrone SI Montalcino Buono Sufficiente Gretano Sorgente > Confluenza Ombrone GR Civitella Paganico Buono Sufficiente Melacce Sorgente > Confluenza Ombrone GR Campagnatico Buono Buono Buono Trasubbie Sorgente > Confluenza Ombrone GR Scansano Buono Sufficiente Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano Sufficiente Sufficiente Buono Bruna Sorgente > Foce GR Gavorrano Sufficiente Scarso Non buono Bruna Sorgente > Foce GR Castiglione della Pescaia Buono Lago Accesa Lago Accesa GR Massa Marittima Sufficiente Scarso Scarso Buono Non buono PAGINA 52 / 134 Gennaio 2014

53 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud CORPO IDRICO DESCRIZIONE PR COMUNE SACA/SAL Padule Diaccia Botrona Padule GR Castiglione della Pescaia Scadente Stato ecologico (D.lgs 152/2006 Stato Chimico (D.lgs 152/206) Periodo Valore Albegna Sorgente > Confluenza Rigo GR Roccalbegna Buono Elevato Albegna Confluenza Rigo > Foce GR Manciano Sufficiente Sufficiente Buono Albegna Confluenza Rigo > Foce GR Orbetello Sufficiente Buono Buono Lago di Burano Lago GR Capalbio Scadente Marecchia Sorgente > Confluenza Serra AR Badia Tedalda B Sufficiente Tevere Sorgente > Immissione Invaso Montedoglio Molin del Becco AR Pieve Santo Stefano Buono Non buono Tevere Sorgente > Immissione Invaso Montedoglio Ponte d Formole AR Pieve Santo Stefano Sufficiente Sufficiente Buono Tevere Emissione Invaso Montedoglio > Confine Umbro AR Sansepolcro Sufficiente Scarso Buono Singerna Intero Bacino AR Caprese Michelangelo Buono Sufficiente Non buono Invaso di Montedoglio Intero Bacino AR Anghiari Sufficiente Sovara Intero Bacino AR Monterchi Buono Sufficiente Buono Cerfone Intero Bacino AR Monterchi Sufficiente Astrone Intero Bacino SI Chiusi Sufficiente Sufficiente Rigo Intero Bacino SI Piancastagniaio Sufficiente Cecina Sorgente > Confluenza Possera SI Radicondoli Buono Sufficiente Cornia Sorgente > Confluenza Milia GR Monterotondo Marittimo Buono Buono Buono Milia Sorgente > Confluenza Cecina GR Monterotondo Marittimo Buono Sufficiente Non buono Pecora Sorgente > Foce GR Massa Marittima Buono Pecora Sorgente > Foce GR Follonica Sufficiente Sufficiente Buono Laguna Orbetello Laguna Levante GR Orbetello Sufficiente Laguna Orbetello Laguna Ponente GR Orbetello Sufficiente Lente Intero Bacino GR Pitigliano Buono Sufficiente Buono Fiora Sorgente > Confine Regione GR Semproniano Buono Sufficiente Fiora Sorgente > Confine Regione GR Semproniano Buono Fiora Sorgente > Confine Regione GR Manciano Buono Sufficiente COD: AI-C02-10R30 PAGINA 53 / 134

54 Rapporto ambientale CORPO IDRICO DESCRIZIONE PR COMUNE SACA/SAL Stato ecologico (D.lgs 152/2006 Stato Chimico (D.lgs 152/206) Periodo Valore Arno Capo D'arno > Ponte Di Caliano AR Stia Buono Elevato Arno Capo D'arno > Ponte Di Caliano AR Bibbiena Stazione Sufficiente Sufficiente Buono Arno Ponte Di Caliano > Immissione Invaso Della Penna AR Arezzo Sufficiente Buono Buono Arno Immissione Invaso Della Penna > Emissione Invaso Di Levane AR Laterina Buono Arno Immissione Invaso Della Penna > Emissione Invaso Di Levane AR Terranuova Bracciolini Sufficiente Arno Emissione Invaso Di Levane > Confluenza Sieve AR Montevarchi Sufficiente Canale Maestro della Chiana Confine Umbro > Confluenza Arno AR Marciano Della Chiana Sufficiente Buono Non buono Canale Maestro della Chiana Confine Umbro > Confluenza Arno AR Arezzo Sufficiente Scarso Non buono Lago di Montepulciano Lago SI Montepulciano Pessimo Lago di Chiusi Lago SI Chiusi Pessimo Foenna Intero Bacino SI Torrita di Siena Sufficiente Buono PAGINA 54 / 134 Gennaio 2014

55 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Qualità delle acque sotterranee La definizione dello stato ambientale della acque sotterranee è rilevato attraverso il calcolo di alcuni indici: chimico SCAS 7 quantitativo SQUAS 8 sintetico SAAS 9 Nello specifico: l analisi dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) permette di rilevare che a livello di ambito, nel 2009, gli acquiferi sono in discrete condizioni, caratterizzati nel 65% dei casi, da un indice SCAS in classe 2 (impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idro chimiche). Appartengono invece alla classe 3 (impatto antropico significativo, con caratteristiche idro chimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione), sette corpi idrici, localizzati per la maggior parte nella provincia di Grosseto. Infine un solo acquifero, quello costiero tra il fiume Fine e Cecina, è caratterizzato da un impatto antropico rilevante, con caratteristiche idro chimiche scadenti (classe 4); per quanto riguarda l analisi quantitativa della risorsa, gli indici SquAS, disponibili solo per il 1997 e il 2002, indicano che oltre la metà degli acquiferi sono contraddistinti da un impatto antropico ridotto (classe B) o nullo (classe A) con incidenza positiva dell uso sulla disponibilità della risorsa. La situazione più critica, comunque, si ha nella provincia di Grosseto, dove oltre ad individuare numerosi acquiferi con impatto antropico significativo (classe C), è presente anche l acquifero carbonatico di Gavorrano caratterizzato per un impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici a scarsa potenzialità (classe D); analizzando lo Stato Ambientale delle Acque Sotterranee (SAAS, dato dalla combinazione dei due indici precedenti) disponibile solo per il 2002, si rileva che soprattutto i problemi quantitativi determinano una grande incidenza di acquiferi scadenti, che costituiscono ben il 37% degli acquiferi provinciali (7 su 19). 7 Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) distinto per i diversi parametri di base, consente di verificare le variazioni qualitative, associate all impatto antropico ed alle caratteristiche naturali del corpo idrico sotterraneo. L indice è suddiviso in 5 classi (1=impatto antropico nullo, 2= impatto antropico ridotto, 3= impatto antropico significativo, 4= impatto antropico rilevante e 0 per le falde con caratteristiche naturali anomale) 8 Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee (SquAS): viene definito dal Dlgs 152/1999, sulla base delle alterazioni delle condizioni di equilibrio connesse con la velocità naturale di ravvenamento dell'acquifero. L indice è suddiviso in quattro classi (A= impatto antropico nullo, B= impatto antropico ridotto, C= impatto antropico significativo e D= impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici a scarsa potenzialità). 9 Stato Ambientale delle Acque Sotterranee (SAAS): è dato dalla combinazione di SCAS e SquAS. COD: AI-C02-10R30 PAGINA 55 / 134

56 Rapporto ambientale Tabella Stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) CORPO IDRICO PR Classe SCAS Classe SquAS Classe SAAS Acquifero della Val di Chiana AR-SI 2/0 2/0 2/0 2 2/0 2/0 2/0 C Scadente Acquifero del Valdarno Superiore, Arezzo e Casentino - Zona Valdarno Superiore Acquifero del Valdarno Superiore, Arezzo e Casentino - Zona Arezzo Acquifero del Valdarno Superiore, Arezzo e Casentino - Zona Casentino Acquifero della Val Tiberina Toscana AR 2 2/0 2/0 2 2/0 2/0 2/0 C Scadente AR 2/0 2/0 2/ C Scadente AR 2/ B Buono AR 3/ B Sufficiente Acquifero dell Elsa SI 2/0 2/0 2/0 4 2/0 2/0 2/0 B Buono Acquifero della Pesa SI B Buono Acquifero di Poggio del Comune SI 2/0 2/0 2/0 4 2/0 2/0 2/0 A Particolare Acquifero Carbonatico del Monte Cetona Acquifero delle Vulcaniti di Pitigliano Acquifero della Pianura di Grosseto Acquifero della Pianura dell'albegna Acquifero Carbonatico dell'argentario e Orbetello Acquifero Carbonatico area di Orbetello - Capalbio Acquifero Carbonatico area Nord di Grosseto Acquifero Carbonatico dei Monti dell'uccellina Acquifero costiero tra Cecina e S. Vincenzo SI 2 2 2/ A Buono GR 2/ /0 3 3 A Sufficiente GR 2/0 2/0 4 2/0 2/0 2/0 C Scadente GR 4/0 3/0 3/0 GR /0 2/0 2/0 B Buono GR 2 2 2/0 2/0 2/0 GR 2/0 2/0 2/0 GR 2 3/0 D GR /0 3 3 C Scadente Acquifero della Pianura del Cornia GR 4 2/0 2/0 4 3/0 3/0 2/0 C Scadente Acquifero costiero tra Fiume Fine e Cecina Acquifero della Pianura di Follonica GR 4 4/ C Scadente GR 3 3/0 3/ B Sufficiente Aquifero del Cecina GR 4 2/0 2/0 4 2/0 2/0 C Scadente Acquifero Carbonatico di Gavorrano GR 2/0 2 2/0 4 2/0 2/0 3/0 D Acquifero dell'amiata SI-GR 2/0 2/ /0 2/0 2/0 B Particolare Acquifero Carbonatico della Montagnola Senese e Piana di Rosia Sovicille Acquifero Carbonatico delle Colline Metallifere Fonte: Arpat SI B Buono GR 2/0 2/0 2/ /0 A Particolare PAGINA 56 / 134 Gennaio 2014

57 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura Stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee Fonte: elaborazione su dati ARPAT COD: AI-C02-10R30 PAGINA 57 / 134

58 Rapporto ambientale Anche il Piano del Distretto dell Appennino settentrionale individua lo stato qualitativo dei diversi corpi idriche, sulla base di misure effettuate nel periodo Per quanto riguarda quelli superficiali la maggior parte è classificata in uno stato buono, la rimanente porzione in quello sufficiente è soltanto il tratto della valle inferiore del Fiume Elsa nel comune di San Gimignano risulta scadente. Le acque di transizione risultano in uno stato sufficiente con le foci del Bruna e dell Ombrone che raggiungono lo stato buono (figura 5.3). Un discorso diverso riguarda i corpi idrici sotterranei che per quasi il 50% sono classificati in uno stato buono e per la rimanente metà risultano scadenti (figura 5.4). Per quanto concerne il raggiungimento dell obiettivo di mantenere o raggiungere lo stato buono il piano indica le seguenti date (figura 5.5 e figura 5.6): 2015 per i corsi d acqua superficiali che risultano già in uno stato buono e 2021 per quelli che sono classificati scadenti o sufficienti; 2015 per le acque di transizione a prescindere dalla classificazione attuale; 2015 per i corpi idrici sotterranei classificati già tra quelli che presentano uno stato buono, 2021 per quelli classificati tra gli scadenti ad eccezione dell acquifero che ha sede nella falda profonda della Val di Chiana per il quale il raggiungimento di uno stato buono è fissato al PAGINA 58 / 134 Gennaio 2014

59 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura Stato qualitativo dei corpi idrici superficiali e delle acque di transizione Fonte: Piano di gestione del Distretto dell Appennino settentrionale COD: AI-C02-10R30 PAGINA 59 / 134

60 Rapporto ambientale Figura Stato qualitativo dei corpi idrici sotterranei Fonte: Piano di gestione del Distretto dell Appennino settentrionale PAGINA 60 / 134 Gennaio 2014

61 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura Obiettivi per i corpi idrici superficiali e per le acque di transizione Fonte: Piano di gestione del Distretto dell Appennino settentrionale COD: AI-C02-10R30 PAGINA 61 / 134

62 Rapporto ambientale Figura 5.6 Obiettivi per i corpi idrici sotterranei Fonte: Piano di gestione del Distretto dell Appennino settentrionale PAGINA 62 / 134 Gennaio 2014

63 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Aria Per quanto riguarda la qualità dell aria, gli effetti ambientali possono essere di tipo: diretto, correlati alle emissioni in atmosfera derivanti dall impiantistica prevista; indiretto, determinati dalle modifiche del quadro emissivo correlate all intero ciclo di gestione dei rifiuti: variazioni delle emissioni determinate dalla variazione della produzione complessiva di rifiuti e conseguentemente da variazioni nei consumi e quindi nella produzione di beni (es. imballaggi), variazioni delle emissioni determinate da modifiche nel sistema di raccolta dei rifiuti e come conseguenza dal numero e dalla tipologia di mezzi di trasporto utilizzati per il servizio, variazioni di emissioni determinate dall ubicazione dell impiantistica di piano e conseguentemente dalle distanze che i mezzi devono coprire. Classificazione in base alla diffusività atmosferica Il Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell aria della Regione Toscana è stato approvato nel mese di giugno 2008, e contiene la classificazione del territorio regionale in base alle condizioni di diffusività atmosferica, aggiornata al Tale classificazione è stata redatta sulla base dei dati di intensità del vento e turbolenza atmosferica, rilevati nelle stazioni metereologiche dislocate sul territorio, che hanno permesso di determinare un indice di sintesi che suddivide il territorio in tre classi di diffusività: bassa (1), media (2) e alta (3). Le provincie di Arezzo e Siena sono caratterizzate da una media e alta diffusività atmosferica fattore che permette di ridurre la permanenza in atmosfera di sostanze inquinanti. La provincia di Grosseto presenta invece tutte e tre le tipologie di diffusività. La provincia di Grosseto presenta invece tutte e tre le tipologie di diffusività. L entroterra grossetano, al confine con il Lazio, è caratterizzato da una bassa diffusività, che favorisce il ristagno delle sostanze inquinanti, mentre l area costiera ha diffusività alta. Qualità dell aria classificazioni ai sensi del decreto legislativo 351/1999 Il Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell aria della Regione Toscana riporta, per ciascun comune, una classificazione (Tabella 5.7) che indica, per ciascuna sostanza inquinante, il grado di raggiungimento o superamento dei valori limite definiti nel DM 60/02 e per l ozono nel DLgs 183/2004. Tabella 5.7 Classificazione dei comuni in relazione al raggiungimento dei limiti di protezione per la salute umana Tipo di zona A B C D Livelli inferiori alla soglia di valutazione superiore: assenza di rischio di superamento del valore limite Livelli compresi tra la soglia di valutazione superiore e il valore limite: rischio di superamento del valore limite Livelli superiori al valore limite ma inferiori al margine di tolleranza temporaneo Livelli superiori al valore limite aumentato del margine di tolleranza temporaneo Le misure effettuate evidenziano che tutti i comuni rispettano i valori limite per il biossido di zolfo (SO 2 ) e rientrano in classe A. Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO 2 ) tutti i comuni rientrano in classe A o B, mentre rispetto alle concentrazioni di Piombo (Pb) e Ossido di Carbonio (CO), tutti i comuni rientrano in classe A, così come per il benzene (B 6 H 6 ), ad eccezione di Grosseto (classe B). COD: AI-C02-10R30 PAGINA 63 / 134

64 Rapporto ambientale Il parametro più problematico per tutto il territorio è il PM10, nessun comune rientra in classe A e uno è in classe C (Grosseto). Anche le concentrazioni di ozono sono piuttosto elevate in tutti i comuni, ma nessun comune è classificato nella tipologia C. Sulla base di quanto detto in precedenza, il Piano definisce zone omogenee per caratteristiche di qualità dell aria: Zona di mantenimento A B comprende i comuni che per tutte le sostanze inquinanti rientrano in classe A o B e che dovranno essere oggetto di un piano di risanamento regionale; Zona di risanamento comunale, interessa il comune di Grosseto che presenta almeno un parametro in classe C. Tale zona deve essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento. Da notare, che rispetto alla precedente classificazione del 2003, escono dalle zone di risanamento A- rezzo, Poggibonsi e Siena. Concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici L analisi della concentrazione di sostanze inquinanti in atmosfera per le tre province è stata fatta sulla base dei dati presenti nelle relazioni sulla qualità dell aria redatte da Arpat tra il 2000 e il In particolare, per ciascun inquinante, sono state analizzate le concentrazioni medie annue e per ciascuna provincia sono stati calcolati i valori medi come media delle analisi per ciascuna stazione (la media delle medie), considerando solamente le stazioni che hanno campionato per almeno il 90% del periodo di funzionamento. Dall analisi dei dati si ricava quanto segue: la concentrazione media annua di particolato atmosferico (PM10) nel 2010 rispetta in tutte le province i limiti normativi, infatti è sempre inferiore ai 40 µg/m 3 stabiliti dal Dm 60/2002 come limite annuale per la protezione della salute umana. In provincia di Grosseto e Siena si osservano notevoli progressi in quanto la concentrazione media annua di PM10 si è ridotta nel primo caso di circa il 25% (dai 36,5 µg/m 3 nel 2003, ai 27,5 µg/m 3 del 2010) e in provincia di Siena del 32% tra il 2006 e il 2010, permettendo in tal modo un riallineamento con il valore registrato nel 2003 (29 µg/m 3 ). Tuttavia, i dati presenti nelle relazioni sulla qualità dell aria redatte da Arpat mostrano un costante sconfinamento dei limiti stabiliti dal Dm 60/2002 per la stazione di Poggibonsi, in provincia di Siena, nel periodo compreso tra il 2005 e il In provincia di Arezzo la concentrazione media di PM10 registra una riduzione del 10% tra il 2003 e il 2009; il valore medio annuo per il biossido di azoto rispetta i limiti normativi in tutte le provincie, anche se singole stazioni registrano valori al di sopra del tetto massimo previsto dalla legge. Nel 2010, le provincie di Arezzo, Grosseto e Siena presentano rispettivamente un valore medio annuo misurato nelle proprie stazioni di 35 µg/m 3, 37 µg/m 3 e 22 µg/m 3, adempiendo in tal modo all obbligo stabilito dal DM 60/02 (che stabilisce di non oltrepassare il limite di 40 µg/m 3 entro il ). Tuttavia, la stazione di Piazza della Repubblica ad Arezzo e quella di Via Sonnino a Grosseto sforano tale limite, rispettivamente 45 µg/m 3 e 54 µg/m 3. Per quanto riguarda l andamento nel tempo si rileva che il valore medio annuo, pur con alcune oscillazioni, si mantiene costante nel tempo per la provincia di Arezzo, mentre la provincia di Grosseto e quella di Siena mostrano una riduzione del valore medio annuo nell ordine rispettivamente dell 8,6% e del 42%; PAGINA 64 / 134 Gennaio 2014

65 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud la concentrazione di ozono in nessun caso raggiunge i 240 µg/m 3, che il DLgs 183/04 stabilisce come soglia di allarme, e neppure la soglia di informazione fissata in 180 µg/m 3, nonostante si raggiungano valori vicini ad essa nelle provincia di Arezzo e Grosseto, mentre le stazioni presenti in provincia di Siena non misurano questo inquinante; il valore medio annuo del benzene registrato in ognuna delle tre province che compongono l ATO Sud della Toscana rispetta il limite stabilito dall allegato X del DM 60/02 (non oltrepassare i 5 µg/m 3 entro il ) per la tutela della salute umana. Il valore medio più elevato si misura in provincia di Arezzo con 3,42 µg/m 3, in diminuzione rispetto all anno precedente, quando ha superato i limiti normativi (5,04 µg/m 3 ). Il monossido di carbonio rispetta sempre i limiti normativi. Tabella 5.8 Concentrazioni medie annue di particolato atmosferico (PM10) Stazione Provincia Localizzazione PM10 Media annua µg/mc Arezzo - Piazza Repubblica AR Urbana Arezzo - Via Fiorentina AR Urbana Arezzo - Acropoli AR Urbana Chitignano - Casa Stabbi AR Rurale Arezzo - Zona industriale San Zeno AR Periferica Montevarchi AR Urbana 31 (18 giugno marzo 2010) Siena - Loc. Due Ponti SI Urbana Poggibonsi SI Urbana Grosseto - Via Unione Sovietica GR Urbana Grosseto - Via Sonnino GR Urbana * Fonte: Arpat *dati insufficienti per una valutazione COD: AI-C02-10R30 PAGINA 65 / 134

66 Rapporto ambientale Figura 5.7 Andamento della media annua di PM10 per provincia ( ) Fonte: elaborazione su dati ARPAT Tabella 5.9 Concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO 2 ) Stazione Provincia Localizzazione NO 2 media annua µg/mc Arezzo - Piazza Repubblica AR traffico Arezzo - Via Fiorentina AR traffico Arezzo - Acropoli AR fondo Chitignano - Casa Stabbi AR fondo (20 maggio Arezzo - Zona industraile AR industriale febbraio San Zeno 2010) Montevarchi AR traffico 39 (18 giugno marzo 2010) Siena - Loc. Due Ponti SI traffico Poggibonsi SI fondo Grosseto - Via Unione Sovietica GR fondo ND Grosseto - Via Sonnino GR traffico ND Fonte: Arpat PAGINA 66 / 134 Gennaio 2014

67 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.8 Andamento della media annua di NO 2 per provincia ( ) Fonte: elaborazione su dati ARPAT Superamento dei limiti di qualità Considerando i superamenti netti (superamenti totali meno quelli consentiti) registrati nelle stazioni di monitoraggio per le tre provincie, rispetto ai limiti normativi stabiliti nel DM 60/2002 si rileva che: nel 2010 in provincia di Arezzo, Grosseto e Siena, il PM10 non ha mai superato la soglia massima dei 35 superamenti del valore obiettivo per la salute umana (50 µg/m 3, mediato su 24h); l unica stazione che registra 1 superamento netto del limite orario di protezione per la salute umana per il biossido di azoto è quella di Via Fiorentina posta nella città di Arezzo; il numero dei superamenti netti del valore bersaglio per la protezione della salute umana di ozono è valicato in provincia di Arezzo rispettivamente con 8 e 2 superamenti netti, mentre non è rilevato per Siena e non è ancora definito un valore bersaglio per Grosseto. Emissioni L analisi delle emissioni è stata sviluppata sulla base dell Inventario Regionale delle Emissioni (IRSE) per gli anni 1995 e Tale inventario è basato sulla valutazione degli inquinanti prodotti e riversati in atmosfera, suddivisi per tipologia di inquinante, tipologia di sorgente e tipologia di processo responsabile. Gli inquinanti considerati sono: monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (COV), ossidi di azoto (NOx), materiale particolato solido fine (PM10 e PM2,5), ossidi di zolfo (SOx). Da tale analisi si ricava che: a livello interprovinciale le emissioni rispetto al 1995 diminuiscono notevolmente, soprattutto per il monossido di carbonio che passa da quasi t del 1995 a circa t del 2007 (- 60%), e COD: AI-C02-10R30 PAGINA 67 / 134

68 Rapporto ambientale per gli ossidi di zolfo che si riducono dell 82%, da t del 1995 al t del Dal punto di vista settoriale, a livello di ambito nel 2007 i trasporti risultano responsabili delle maggiori emissioni di monossido di carbonio e di ossidi di azoto (rispettivamente con il 71% e il 691% del totale), le sorgenti industriali dei composti organici volatili e degli ossidi di zolfo (rispettivamente con il 42% e il 77% del totale), mentre le sorgenti civili e terziario costituiscono la principale fonte emissiva di PM10 e dipm2,5 con valori rispettivamente pari al 33% e al 47%; in provincia di Arezzo tra il 1995 e il 2007 le emissioni sono diminuite per tutti gli inquinanti, nel caso degli ossidi di zolfo addirittura del 96%. Le sorgenti più importanti sono di tipo diffuso per tutti gli inquinanti considerati. Quanto alle attività emissive più importanti, il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto sono da imputare ai trasporti stradali, i Composti Organici Volatili alle sorgenti industriali, i PM10, PM2,5 alle sorgenti civili e al terziario e SOx sia a sorgenti civili e terziario sia a sorgenti industriali; anche in provincia di Grosseto tra il 1995 e il 2007 si conferma la riduzione delle emissioni per tutti gli inquinanti, nel caso del monossido di carbonio addirittura del 161%. Le sorgenti più importanti sono di tipo diffuso, ad eccezione del SOx la cui sorgente prevalente è di tipo puntuale. Analizzando il dato per tipologia di attività emissiva, si rileva che il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto sono dovuti principalmente al settore dei trasporti, i composti organici volatili e gli ossidi di zolfo sono prodotti soprattutto da sorgenti industriali, per il PM10 si ha un contributo di tutti i settori interessati con una leggera prevalenza delle altre sorgenti emissive, mentre il settore civile e terziario contribuisce maggiormente per i PM2,5; in provincia di Siena, tra il 1995 e il 2007 le emissioni sono diminuite per tutti gli inquinanti, nel caso degli ossidi di zolfo e del monossido di carbonio rispettivamente del 64% e del 60%. Le sorgenti più importanti sono di tipo diffuso. Analizzando il dato per tipologia di attività emissiva, si rileva che il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto sono dovuti soprattutto ai trasporti, i composti organici volatili e gli ossidi di zolfo alle sorgenti industriali, il PM10 e i PM2,5 alle sorgenti civili e terziarie. Tabella 5.10 Emissioni totali per tipologia di sorgente e di attività per Provincia ( ) Provincia di Arezzo Emissioni totali per sorgente 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) Emissioni totali per attività 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) PAGINA 68 / 134 Gennaio 2014

69 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) Provincia di Grosseto Emissioni totali per sorgente 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) Emissioni totali per attività 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) Provincia di Siena Emissioni totali per sorgente 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) COD: AI-C02-10R30 PAGINA 69 / 134

70 Rapporto ambientale 2007 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Diffuse (t/a) Lineari (t/a) Puntuali (t/a) Totale (t/a) Emissioni totali per attività 1995 CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) CO COV NOX PM10 PM2,5 SOX Sorgenti industriali (t/a) Trasporti (t/a) Sorgenti civili terziario (t/a) Altre (t/a) Totale (t/a) Fonte: IRSE Figura 5.9 Emissioni per sorgente (IRSE 2007) Fonte: elaborazione su dati IRSE PAGINA 70 / 134 Gennaio 2014

71 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.10 Emissioni totali per tipologia di inquinante Fonte: elaborazione su dati IRSE Rumore Per quanto riguarda il rumore, qualche effetto ambientale negativo potrebbe essere messo in relazione alle emissioni sonore eventualmente prodotte dagli impianti e a quelle legate alle operazioni di raccolta e trasporto dei rifiuti. Inquinamento acustico Gli unici dati disponibili sono contenuti nell annuario ARPAT 2012 che per alcuni comuni (tabella 5.11) riporta la caratterizzazione del clima acustico derivante dalle sorgenti stradali. Tabella Misure di rumore: in evidenza i livelli che superano la classe 4 Strada Pr Comune Località L eq periodo diurno L eq periodo notturno SR 2 SI Buonconvento SR 2 SI Monteriggioni Monteriggioni 57,5 50,5 SR 258 AR Sansepolcro 58,5 47,5 SR 429 SI Castellina in Chianti SR 69 AR Arezzo Indicatore SR 70 AR Poppi Ponte a Poppi SR 71 AR Castiglion Fiorentino Castiglion Fiorentino SR 71 AR Bibbiena Soci 66,5 60 SR 74 GR Manciano Sgrillozzo 59,5 51 Fonte: elaborazione su dati IRSE COD: AI-C02-10R30 PAGINA 71 / 134

72 Rapporto ambientale Suolo e sottosuolo Anche per quanto riguarda il suolo e il sottosuolo, i potenziali effetti ambientali sono sostanzialmente da ricondurre a quelli legati agli impianti, che possono interessare fattori quali uso e consumo di suolo, pericolosità idraulica e geomorfologia necessità di bonifica al termine della loro vita. Siti di Bonifica I dati sulle bonifiche sono riportati nell annuario ARPAT del 2012 che a marzo del 2012 indicava 216 siti interessati da procedimenti di bonifica in provincia di Arezzo, 231 in provincia di Grosseto e 204 in provincia di Siena. Per 87 di questi in provincia di Arezzo. 69 in provincia di Grosseto e 83 in provincia di Siena il procedimento risulta concluso senza necessità di intervento. Mentre per 15 ad Arezzo, 13 a Grosseto e 13 a Siena il procedimento è concluso a seguito della certificazione di avvenuta bonifica e/o messa in sicurezza. Ad ogni modo dati più dettagliati sono contenuti nel Piano interprovinciale delle bonifiche dei siti inquinati. Struttura dell uso del suolo L analisi della struttura del suolo nelle tre provincie è stata effettuata attraverso l uso della cartografia Corine Land Cover, aggiornata al 2006, redatta da EIOnet - European Topic Centre on Land Use e Spatial Analysis, nell ambito di un progetto comunitario che ha coinvolto la Commissione Europea e 38 stati membri. Nella tabella 5.12 e nella figura 5.11 si nota come, i terreni agricoli, boscati e seminaturali coprano in tutte le provincie una quota superiore al 95% della superficie territoriale che, per oltre ha nella provincia di Arezzo e per oltre ha nelle altre due provincie, è rappresentata da aree modellate artificialmente. Tabella 5.12 Struttura dell uso del suolo Livello 1 Arezzo Grosseto(*) Siena Arezzo Grosseto(*) Siena ha % rispetto alla superficie territoriale 1. Territori modellati artificialmente ,96 1,75 1,98 2. Terreni agricoli ,20 53,27 54,88 3. Territori boscati e ambienti semi naturali ,52 43,82 42,89 4. Zone umide ,02 0,47 0,14 5. Corpi idrici ,30 0,69 0,11 Superficie territoriale ,00 100,00 100,00 (*)La superficie totale non corrisponde alla superficie territoriale, in quanto manca il dato dell uso del suolo per le isole minori (che presumibilmente è da attribuire alla categoria ambienti seminaturali) PAGINA 72 / 134 Gennaio 2014

73 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.11 Struttura dell uso del suolo Fonte: elaborazione su dati Corine Land Cover COD: AI-C02-10R30 PAGINA 73 / 134

74 Rapporto ambientale Esposizione a rischio di frane e esposizione a rischio idraulico I dati di pericolosità sono stati tratti dai piani di bacino che interessano le tre provincie e cioè: Arno e Tevere per Arezzo; Fiora, Ombrone e Toscana Costa per Grosseto; Ombrone, Tevere e Toscana Costa per Siena. Un analisi generale indica che rispetto alla superficie territoriale delle singole provincie le superfici delle zone a rischio di frana rappresentano quasi il 12% ad Arezzo, quasi il 17% a Grosseto e poco più del 21% a Siena. Le aree a rischio inondazione sono poco più del 2% ad Arezzo, poco più del 17% a Grosseto e poco più del 8% a Siena (figura 5.12). PAGINA 74 / 134 Gennaio 2014

75 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura Pericolosità geomorfologica e idraulica Fonte: elaborazione su dai PAI COD: AI-C02-10R30 PAGINA 75 / 134

76 Rapporto ambientale Rischio sismico La Regione Toscana, con Dgr 878/2012 ha recentemente aggiornato la classificazione sismica del territorio regionale. In base alla nuova classificazione si rileva così che alla classe 2 appartengono 25 comuni su 39 della provincia di Arezzo, solo i comuni di Castell Azzara e Santa Fiora nella provincia grossetana (2 su 28) e 4 su 36 in provincia di Siena. Tabella 5.13 Elenco dei comuni appartenenti alla classe a maggio rischio sismico (Dgrt 878/2012): confronto con le vecchie classificazioni PROVINCIA COMUNE Dm 19/03/1982 Dgrt 604/2003 Dgrt 431/2006 Dgrt 878/2012 AREZZO GROSSETO SIENA Anghiari Arezzo Badia Tedalda Bibbiena Capolona Caprese Michelangelo Castel Focognano Castel San Niccolò n.c Castiglion Fiorentino Chitignano Chiusi della Verna Cortona Foiano della Chiana n.c Marciano della Chiana n.c Montemignaio Monterchi Ortignano Raggiolo n.c Pieve Santo Stefano Poppi n.c Pratovecchio n.c Sansepolcro Sestino Stia Subbiano Talia n.c Castell Azzara Santa Fiora Abbadia San Salvatore Piancastagnaio Radicofani San Casciano dei Bagni PAGINA 76 / 134 Gennaio 2014

77 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.13 Mappa del rischio sismico Fonte: elaborazione su dati Regione Toscana COD: AI-C02-10R30 PAGINA 77 / 134

78 Rapporto ambientale Sistema storico paesaggistico e naturale Per quanto riguarda il paesaggio e gli elementi naturalistici, i potenziali effetti ambientali che si riflettono sulla conservazione della biodiversità e sulla tutela del paesaggio e dei beni ambientali, storici e culturali sono legati all ubicazione degli impianti e al trasporto dei rifiuti. Aree sottoposte a vincolo paesaggistico L indicatore evidenzia l estensione delle superfici sottoposte a vincolo paesaggistico rispetto alla superficie complessiva per ogni singola provincia. I dati derivano dai Ptc provinciali considerando le zone indicate dal D.lgs. 42/2004 art Nella tabella 5.14 sono riportate le superfici raggruppate secondo le categorie individuate dal succitato decreto legislativo ad eccezione delle montagne superiori a 1200 metri, il cui dato non è disponibile. Il computo delle superfici totali è ovviamente inferiore alla somma delle aree attribuite alle singole categorie in quanto una medesima zona può appartenere a più di una categoria. Questo spiega inoltre come il valore totale risulti comunque attendibile pur in mancanza del dato sulle aree poste a quote superiori a 1200 metri per le provincie di Grosseto e Siena. Complessivamente la superficie vincolata (figura 5.14) risulta di poco superiore a ha oltre il 55% della superficie territoriale delle tre province. A livello di ogni singola provincia il valore è sempre superiore al 50% con la chiara prevalenza dei territori coperti da foreste e boschi. Tabella 5.14 Aree sottoposte a vincoli D.lgs 42/2004o Art 142 lettera Arezzo Grosseto Siena ha Territori costieri a Territori contermini ai laghi b Fiumi, torrenti, corsi d'acqua c Aree poste a quote superiori a 1200 metri d Parchi e riserve nazionali f Territori coperti da foreste e da boschi g Zone gravate da usi civici h Zone umide i Totale superficie vincolata Superficie totale provincia % superficie vincolata 57% 54% 59% Aree naturali Analizzando la banca dati Natura 2000 si rileva che le aree naturali protette (SIC, ZPS e SIR vedi tabella 5.15, tabella 5.16 e ) si estendono su oltre ha, che corrisponde a poco più del 20% del territorio complessivo delle tre provincie. In particolare, Siena, con quasi ha (circa 30% del territorio) è la provincia in cui si osserva la maggiore estensione seguita da Grosseto con quasi ha (par a circa il 20%) e da Arezzo con poco più di ha corrispondenti al 14%. PAGINA 78 / 134 Gennaio 2014

79 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Tabella 5.15 Siti di Interesse comunitario (Sic) regionale (Sir) e zone di protezione speciale (Zps) Nome Cod. Nat 2000 Tipologia Provincia Crinale M. Falterona M. Falco M. Gabrendo IT SIR - SIC AR Foreste Alto Bacino dell Arno IT SIR - SIC AR Giogo Seccheta IT SIR - SIC AR Camaldoli, Scodella, Campigna, Badia Prataglia IT SIR - ZPS AR Alta Vallesanta IT SIR - SIC AR Alta Valle del Tevere IT SIR - SIC AR Monte Calvano IT SIR - SIC AR Sasso di Simone e Simoncello IT SIR - SIC AR Monti Rognosi IT SIR - SIC AR Alpe della Luna IT SIR - SIC AR Pascoli montani e cespuglieti del Pratomagno IT SIR SIC - ZPS AR Valle dell Inferno e Bandella IT SIR SIC - ZPS AR Ponte a Buriano e Penna IT SIR - SIC AR Brughiere dell Alpe di Poti IT SIR SIC - ZPS AR Bosco di Sargiano IT SIR - SIC AR Monte Dogana IT SIR SIC - ZPS AR Monte Ginezzo IT SIR SIC - ZPS AR Foreste di Camaldoli e Badia Prataglia IT SIR - SIC AR Castelvecchio IT SIR - SIC SI Monti del Chianti IT SIR - SIC AR - SI Montagnola Senese IT SIR - SIC SI Crete di Camposodo e Crete di Leonina IT SIR SIC - ZPS SI Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano IT SIR - SIC SI Alta Val di Merse IT SIR - SIC SI Basso Merse IT SIR - SIC GR - SI Lago di Montepulciano IT SIR SIC - ZPS SI Lago di Chiusi IT SIR SIC - ZPS SI Lucciolabella IT SIR SIC - ZPS SI Crete dell Orcia e del Formone IT SIR SIC - ZPS SI Monte Cetona IT SIR - SIC SI Foreste del Siele e del Pigelleto di Piancastagniaio IT SIR - SIC GR -SI Ripa d Orcia IT SIR - SIC SI Cornate e Fosini IT51A0001 SIR - SIC GR - SI Poggi di Prata IT51A0002 SIR - SIC GR Val di Farma IT51A0003 SIR - SIC GR - SI Poggio Tre Cancelli IT51A0004 SIR - ZPS GR Lago dell Accesa IT51A0005 SIR - SIC GR Padule di Scarlino IT51A0006 SIR - SIC GR Punta Ala e Isolotto dello Sparviero IT51A0007 SIR - SIC GR Monte d Alma IT51A0008 SIR - SIC GR Monte Leoni IT51A0009 SIR - SIC GR COD: AI-C02-10R30 PAGINA 79 / 134

80 Rapporto ambientale Nome Cod. Nat 2000 Tipologia Provincia Poggio di Moscona IT51A0010 SIR - SIC GR Padule di Diaccia Botrona IT51A0011 SIR SIC - ZPS GR Tombolo da Castiglione della Pescaia a Marina di Grosseto IT51A0012 SIR SIC - ZPS GR Padule della Trappola, Bocca d Ombrone IT51A0013 SIR SIC - ZPS GR Pineta Granducale dell Uccellina IT51A0014 SIR SIC - ZPS GR Dune costiere del Parco dell Uccellina IT51A0015 SIR SIC - ZPS GR Monti dell Uccellina IT51A0016 SIR SIC - ZPS GR Cono Vulcanico del Monte Amiata IT51A0017 SIR - SIC GR - SI Monte Labbro e alta valle dell Albegna IT51A0018 SIR SIC - ZPS GR Alto Corso del Fiume Fiora IT51A0019 SIR SIC - ZPS GR Monte Penna, Bosco della Fonte e M.te Civitella IT51A0020 SIR - SIC GR Medio corso del Fiume Albegna IT51A0021 SIR SIC - ZPS GR Formiche di Grosseto IT51A0022 SIR SIC - ZPS GR Isola del Giglio IT51A0023 SIR SIC - ZPS GR Isola di Giannutri IT51A0024 SIR - SIC GR Isola di Giannutri area terrestre e marina IT51A0037 SIR - ZPS GR Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola IT51A0025 SIR SIC - ZPS GR Laguna di Orbetello IT51A0026 SIR SIC - ZPS GR Duna Feniglia IT51A0028 SIR - ZPS GR Boschi delle colline di Capalbio IT51A0029 SIR - SIC GR Lago Acquato Lago San Floriano IT51A0030 SIR SIC - ZPS GR Lago di Burano IT51A0031 SIR - SIC GR Duna del Lago di Burano IT51A0032 SIR - SIC GR Lago di Burano IT51A0033 SIR - ZPS GR Isolotti grossetani dell Arcipelago Toscano IT51A0035 SIR - ZPS GR Pianure del Parco della Maremma IT51A0036 SIR - ZPS GR Campi di alterazione geotermica di M. Rotondo e Sasso Pisano IT SIR GR La Verna Monte Penna IT SIR AR Serpentine di Pieve S. Stefano IT SIR AR Boschi di Montalto IT SIR AR Podere Moro Fosso Pagliola IT SIR SI Basso corso del Fiume Orcia IT SIR GR - SI Campo Regio IT51A0101 SIR GR Bandite di Follonica IT51A0102 SIR GR Torrente Trasubbie IT51A0103 SIR GR PAGINA 80 / 134 Gennaio 2014

81 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Tabella 5.16 Aree naturali protette di interesse locale (Anpil) Codice Nome Comuni interessati delibera di istituzione APAR01 Serpentine di Pieve Santo Stefano Pieve Santo Stefano C.M. n 7 26-feb-98 APAR02 Nuclei Taxus Baccata di Pratieghi Badia Tedalda C.M. n 7 26-feb-98 APAR03 Bosco di Sargiano Arezzo C.C. n mar-98 APAR04 Arboreto Monumentale di Moncioni Montevarchi C.C. n apr-98 APAR05 Le Balze APAR06 Golena del Tevere Castelfranco di Sopra, Loro Ciuffenna, Pian di Scò, Terranova Bracciolini Anghiari, Sansepolcro C.C. n lug-01 C.C. n feb-98 C.C. n feb-98 C.C. n 9 27-feb-98 C.C. n giu-04 C.C. n ago-04 APGR01 Costiere di Scarlino Scarlino C.C. n feb-98 APSI01 Parco Fluviale dell Alta Val d Elsa Colle di Val d Elsa APSI02 Lago di Chiusi Chiusi APSI03 Val d Orcia Castiglione d Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d Orcia C.C. n dic-97 C.C. n giu-98 C.C. n apr-06 G.C. n apr-99 C.C. n mar-04 G.C. n mag-99 G.C. n mag-99 G.C. n apr-99 G.C. n mag-99 G.C. n mag-99 COD: AI-C02-10R30 PAGINA 81 / 134

82 Rapporto ambientale Figura 5.14 Aree sottoposte a vincolo paesaggistico Fonte: elaborazione su dati Ptcp PAGINA 82 / 134 Gennaio 2014

83 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.15 Aree naturali protette Fonte: Elaborazione su dati Ptcp COD: AI-C02-10R30 PAGINA 83 / 134

84 Rapporto ambientale Aree sottoposte a vincolo idrogeologico Il Vincolo Idrogeologico, istituito con il Regio decreto 3267/1923 ha come scopo principale quello di preservare l ambiente fisico e quindi di impedire forme di utilizzazione che possano determinare denudazione, innesco di fenomeni erosivi, perdita di stabilità, turbamento del regime delle acque, con possibilità di danno pubblico. A livello interprovinciale (figura 5.16) il vincolo copre una superficie di poco meno di ha che corrisponde al 56% circa della superficie complessiva. La provincia con maggiore estensione è Siena, dove oltre ha (circa il 70% del territorio) sono soggetti a vincolo, segue le provincia di Arezzo con oltre ha (quasi il 64%) e quindi Grosseto con quasi ha (pari a quasi il 40%). PAGINA 84 / 134 Gennaio 2014

85 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.16 Aree sottoposte a vincolo idrogeologico Fonte: elaborazione su dati Ptcp COD: AI-C02-10R30 PAGINA 85 / 134

86 Rapporto ambientale Energia ed emissioni climalteranti L intero ciclo di gestione dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento finale, comporta significativi consumi energetici e contribuisce all emissione di sostanze climalteranti. Potrebbe anche concorrere alla produzione locale di energia in relazione a specifiche scelte impiantistiche. Consumi energetici L analisi intende stimare i consumi di energia primaria (consumo interno lordo). I dati sono tratti dai bollettini petroliferi pubblicati periodicamente sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico e dalle statistiche Terna per l energia elettrica. I consumi energetici di ciascun vettore sono convertiti in Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio) secondo i fattori di conversione indicati nella tabella A della Circolare M i- nisteriale n.219/f del 2 marzo Per l energia elettrica, la conversione in energia primaria considera i rendimenti di trasformazione medi nazionali (1 milione kwh = 220 Tep). Nella ripartizione dei consumi energetici per usi finali, la voce residenziale e terziario comprende i volumi di gas naturale consegnati alle reti di distribuzione cittadine, che includono anche una quota di consumi per usi industriali, che non è possibile scorporare dal dato complessivo. Pertanto i consumi per uso residenziale e terziario sono sovrastimati e quelli per usi industriali, sottostimati. A livello interprovinciale i consumi energetici nel 2009 sfiorano i 2 milioni di tep, con una riduzione rispetto al 2004 (anno dal quale sono disponibili dati omogenei per tutti i vettori) dell 8%. La provincia più energivora è Arezzo, che incide per il 40% dei consumi totali, seguita da Siena (34%) e Grosseto (26%). Non sono presenti invece a livello interprovinciale impianti di tipo termoelettrico. Quanto alla ripartizione tra i diversi vettori si riscontra che in tutte le provincie, nel 2009, la maggior incidenza è dovuta al vettore elettrico, seguita dal gasolio per le province di Grosseto e Siena e dal gas naturale per quella di Arezzo. In particolare l energia elettrica pesa per una quota tra il 39,7% (Arezzo) e il 43% (Grosseto) dei consumi complessivi del 2009, il gas naturale tra il 18,1% (Grosseto) e il 26,4% (Arezzo) e il gasolio tra il 21,9% (Arezzo) e il 25,9% (Grosseto). Analizzando l andamento nel tempo si rileva che i consumi energetici sono in diminuzione nelle province di Arezzo e Siena con un valore massimo pari a -15,0% in provincia di Arezzo, mentre nella provincia di Grosseto si assiste ad una crescita nell ordine del 2,0%. Scendendo nel dettaglio per vettore, si nota un incremento sia nei consumi di elettricità dal 10,7% di Arezzo al 21,3% di Grosseto nel periodo tra il 2001 e il 2009 sia nel consumo di gasolio, con la provincia di Grosseto che mostra un incremento pari a quasi il 52%. Per tutti gli altri vettori si registra al contrario una riduzione dei consumi, fatta eccezione per il consumo di GPL in provincia di Arezzo (+1,8%) e quello di gas naturale nella provincia di Grosseto stessa quantità consumata nel 2004 e nel 2009 nonostante un impennata dei consumi nel I vettori che mostrano le principali riduzioni sono individuabili negli oli combustibili da -33% per Siena a -99% per Arezzo e nelle benzine da -38% per Grosseto a -50% per Siena. Esaminando i consumi procapite (figura 5.17), nel 2009 si osserva una certa omogeneità nei valori con tutte e tre le province che si attestano intorno alla media di ambito (2,31 Tep/ab/anno). Quanto all andamento nel tempo si rileva un generale aumento dei consumi procapite, più marcato per le province di Grosseto e Siena: rispettivamente +28% e +27%. PAGINA 86 / 134 Gennaio 2014

87 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.17 Consumi energetici procapite Fonte: elaborazioni su dati del Ministero dello sviluppo economico e di Terna Tabella 5.17 Consumi energetici per fonte (Tep di energia primaria) Fonte Provincia di Arezzo Elettrico Benzine Oli combustibili GPL Gasolio Gas naturale (meno termoelettrico) Totale Termoelettrico Provincia di Grosseto Elettrico Benzine Oli combustibili GPL Gasolio Gas naturale (meno termoelettrico) Totale Termoelettrico Provincia di Siena Elettrico Benzine Oli combustibili GPL Gasolio Gas naturale (meno termoelettrico) Totale Termoelettrico COD: AI-C02-10R30 PAGINA 87 / 134

88 Rapporto ambientale Per quanto riguarda la ripartizione dei consumi energetici per i diversi usi finali, si rileva che a livello di ambito, nel 2009 il residenziale e terziario contribuisce con il 48% (oltre tep), seguito dai trasporti con il 30% (circa tep) e dall industria con il 18% (circa tep). Analizzando l andamento nel tempo si riscontra una riduzione per i settori dell industria e dei trasporti rispettivamente -24% (da tep del 2004 a tep del 2009) e -11% (da tep del 2004 a tep del 2009), mentre l agricoltura e il settore residenziale e terziario sono sostanzialmente stabili, nonostante quest ultimo registri un incremento del 3% tra il 2004 e il Quanto all analisi a livello provinciale si rileva che: in provincia di Arezzo il settore residenziale e terziario è il più energivoro. Infatti nel 2009 ha coperto il 48% con circa tep dei consumi complessivi, mentre si riscontra una diminuzione del 15%, rispetto al 2004 dovuta soprattutto ai settori dell agricoltura e dell industria; anche in provincia di Grosseto nel 2009 la quota maggiore di consumi è imputabile al settore residenziale e terziario (44% del totale). Nel periodo si rileva una sostanziale stabilità: infatti i consumi sono aumentati complessivamente solo del 2%, registrando un incremento del 14% in agricoltura, del 12% nell industria e una riduzione del 7% nei trasporti; pure in provincia di Siena, nel 2009 il residenziale e terziario è responsabile della maggior quantità di consumi (52%, del totale pari a tep). Rispetto al 2004 si registra una diminuzione complessiva del 5%, particolarmente marcata nei settori dell industria (-16%) e in quello dei trasporti (- 12%). Tabella 5.18 Consumi energetici per usi finali (Tep di energia primaria) Provincia di Arezzo Agricoltura Industria Trasporti Residenziale e terziario Totale Provincia di Grosseto Agricoltura Industria Trasporti Residenziale e terziario Totale Provincia di Siena Agricoltura Industria Trasporti Residenziale e terziario Totale PAGINA 88 / 134 Gennaio 2014

89 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Totale di ambito Agricoltura Industria Trasporti Residenziale e terziario Totale Emissioni climalteranti L analisi si basa sull Inventario Regionale delle emissioni in aria e ambiente, elaborato con riferimento al Tali dati sono stati poi confrontati con quelli del I gas serra analizzati sono inerenti le e- missioni di metano, anidride carbonica e protossido di azoto, aggregati attraverso il calcolo di CO 2 e- quivalente. A livello interprovinciale, le maggiori emissioni si hanno in provincia di Arezzo, che da sola contribuisce per il 45%, mentre il minore impatto deriva dalla provincia di Grosseto. Quanto alla tipologia di attività maggiormente responsabili, il settore dei trasporti e sorgenti mobili produce il 27% delle emissioni totali di gas serra, seguito dal settore dagli impianti di combustione civili e terziari (20% del totale) e l estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica (15%). Analizzando la tendenza nel tempo si rileva che complessivamente, tra il 1995 e il 2007, la quantità di CO 2 equivalente emessa a livello interprovinciale è di circa 7 milioni di tonnellate. Tuttavia, tra il 1995 e il 2007 si assiste ad una riduzione generalizzata delle emissioni, più accentuata nei settori natura (-35% circa) e della combustione per industria (-34% circa). Dettagliando l analisi a livello provinciale (tabella 5.19 e figura 5.18) si evidenzia che: in provincia di Arezzo complessivamente le emissioni di gas serra sono rimaste sostanzialmente stabili intorno ai di tonnellate di CO 2 equivalente tra il 1995 e il 2007, registrando il maggior aumento percentuale nel settore del trattamento e smaltimento dei rifiuti (+351%), mentre le riduzioni più rilevanti avvengono nel settore dell estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica (-76%) e nel settore agricolo (-43%). Nel 2007 i settori che hanno contribuito maggiormente alla produzione di CO 2 equivalente sono i trasporti stradali e sorgenti mobili (24%) e il settore della combustione per energia (23%); in provincia di Grosseto le emissioni di CO 2 equivalente hanno subito un incremento di quasi il 15% tra il 1995 e il 2007 prevalentemente dovute alla crescita degli impianti di combustione industriale (+239%), al trattamento e smaltimento dei rifiuti (+146%) e all estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica (+63%). Con riferimento al solo 2007 il contributo maggiore alla produzione di gas climalteranti è fornito dal settore dei trasporti e sorgenti mobili (quasi il 32% del totale); in provincia di Siena le emissioni di CO 2 equivalente sono diminuite del 14% dal Le maggiori riduzioni si registrano nei processi produttivi (-73%), nel settore natura (-67%) e nella combustione civile e terziaria (-63%). Nel 2007 sono state prodotte circa tonnellate di CO 2 equivalente, per la maggior parte generate dall estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica (32%). Altri settori rilevanti ai fini della produzione di gas climalteranti al 2007 sono i COD: AI-C02-10R30 PAGINA 89 / 134

90 Rapporto ambientale trasporti stradali e sorgenti mobili e gli impianti di combustione per settore civile e terziario, che producono rispettivamente circa il 28% e il 24% delle emissioni totali. Tabella 5.19 CO 2 equivalente per macrosettore e per provincia ( ) Provincia di Arezzo Provincia di Grosseto 1995 Provincia di Siena Totale Combustione (energia) Combustione (civile e terziario) Combustione (industria) Estrazione, distrib. combustibili fossili Processi produttivi Trasporti e sorgenti mobili Trattamento e smaltimento rifiuti Agricoltura Altre sorgenti/natura Totale Provincia di Provincia di Provincia di Arezzo Grosseto Siena Totale Combustione (energia) Combustione (civile e terziario) Combustione (industria) Estrazione, distrib. combustibili fossili Processi produttivi Trasporti e sorgenti mobili Trattamento e smaltimento rifiuti Agricoltura Altre sorgenti/natura Totale Fonte: elaborazione su dati IRSE PAGINA 90 / 134 Gennaio 2014

91 Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali anche pericolosi dell ATO Toscana Sud Figura 5.18 Emissioni di CO2 equivalente per macrosettore al 2007 Fonte: elaborazione su dati IRSE Mobilità e traffico I dati disponibili per questa matrice sono quelli contenuti nei Piani territoriali di coordinamento delle tre provincie riportati nella figura 5.19, nella figura 5.20 e nella figura COD: AI-C02-10R30 PAGINA 91 / 134

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

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