PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI IN APPLICAZIONE DELLA DELIBERAZIONE AEEGSI DEL 27 DICEMBRE 2013, N. 643/2013/R/IDR

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1 Allegato A alla deliberazione n. 521/2014 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI IN APPLICAZIONE DELLA DELIBERAZIONE AEEGSI DEL 27 DICEMBRE, N. 643//R/IDR Marzo

2 1. PREMESSA La deliberazione AEEGSI del 27 dicembre, n. 643//R/IDR prevede l adozione da parte dell Ente d ambito dello schema regolatorio, comprendente il programma degli interventi (PdI), ai sensi dell art. 149, comma 3, del D.Lgs.152/06, che specifica gli obiettivi da realizzare sulla base di una puntuale indicazione degli interventi per il periodo 2014-, riportando, per l eventuale periodo residuo fino alla scadenza dell affidamento, le informazioni necessarie al raggiungimento almeno dei livelli minimi di, nonché al soddisfacimento della complessiva domanda dell'utenza. Il comma 3, art. 149 del D.Lgs. 152/2006 riporta: il programma degli interventi individua le opere di manutenzione straordinaria e le nuove opere da realizzare, compresi gli interventi di adeguamento di infrastrutture già esistenti, necessarie al raggiungimento almeno dei livelli minimi di, nonche' al soddisfacimento della complessiva domanda dell'utenza. Il programma degli interventi, commisurato all'intera gestione, specifica gli obiettivi da realizzare, indicando le infrastrutture a tal fine programmate e i tempi di realizzazione. In relazione a quanto previsto dalla normativa di settore l ATO/3 ha provveduto, a partire dall anno 2002, a redigere: il Piano d ambito (approvato con deliberazione ATO n. 107/2002 e revisionato con deliberazione ATO n. 349/2009) contenente: o le indicazioni delle principali criticità gravanti sul SII (paragrafo e. della Relazione di Piano); o il programma degli interventi (paragrafo f. della Relazione di Piano) con indicate: le linee di intervento fino alla scadenza dell affidamento della gestione (anno 2023); le tipologie di opere e la descrizione degli interventi per ciascun segmento (acquedotto, fognatura e depurazione); la programmazione puntuale degli interventi di grande infrastrutturazione; la pianificazione temporale delle altre tipologie di interventi: piccola e media infrastrutturazione, manutenzione straordinaria, non infrastrutturali e di carattere generale; la programmazione annuale degli investimenti previsti distinti per forma di finanziamento (da tariffa e da finanziamenti pubblici) e per tipologia di intervento; o il profilo di compatibilità ambientale del Piano (paragrafo h. della Relazione di Piano) che evidenzia la coerenza delle linee di intervento adottate nel Piano d ambito con gli strumenti di programmazione sovraordinati, tra cui in particolare il Piano di Tutela delle Acque ed il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po; i Programmi triennali di di cui l ultimo è relativo al periodo (deliberazione ATO n. 471/2012) ed è in corso di attuazione da parte del gestore d ambito. Detti programmi individuano puntualmente ciascun intervento e riportano le principali informazioni in merito alla localizzazione, tipologia di e, stato dell intervento, codice di priorità e anno di finanziabilità da proventi tariffari e/o da contributi diversi che ne determinano la tempistica di realizzazione. Pertanto il programma degli interventi (PdI) di cui al presente documento comporta, nell ATO/3, una mera applicazione degli indirizzi e delle linee programmatiche definiti nel Piano d ambito e, relativamente al biennio , riconferma quanto approvato nel programma degli investimenti per gli anni -2015, salvo l adeguamento degli importi a moneta costante dell anno 2014 e salvo eventuali rettifiche nel frattempo intercorse e alcuni nuovi e limitati interventi urgenti non noti in precedenza. 2

3 Il PdI viene sviluppato nel rispetto delle indicazioni metodologiche e dei criteri previsti dagli art. 5, 6, 7 e 8 dell allegato A alla deliberazione AEEGSI del 27 dicembre, n. 643//R/IDR e tiene conto dello schema-tipo di cui all allegato 1 della determinazione del Direttore della Direzione Sistemi Idrici dell AEEGSI del 7 marzo 2014, n. 3/2014. In particolare le informazioni generali vengono di seguito riepilogate: ATO: Autorità d ambito n. 3 Torinese ; Regione: Piemonte; Distretto Idrografico: Padano (Autorità di bacino nazionale del Po); Data di compilazione: 20 marzo 2014; Soggetto responsabile della stesura del documento: Giannetto Massazza; Gestore del Sistema Idrico Integrato: SMAT S.p.A.. 2. CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO E OBIETTIVI GENERALI DELLA PIANIFICAZIONE 2.1 Quadro normativo di riferimento regionale La normativa di riferimento regionale in merito alla programmazione degli interventi del SII è incentrata sul Piano di Tutela delle Acque approvato dal Consiglio Regionale con D.C.R. n in data 13 marzo 2007, che con un impostazione strategica e innovativa persegue, integrandoli strettamente, gli obiettivi della riqualificazione e protezione delle risorse idriche e della sostenibilità idrologico-ambientale degli usi, fissando due traguardi temporali al 2008 e al 2016 per il raggiungimento di tali obiettivi. Nel territorio dell ATO/3 ricade la maggior parte della superficie di 10 aree idrografiche (AI) individuate dal Piano di Tutela delle Acque, ossia: AI03 Pellice (94%); AI04 Chisone (100%); AI08 Banna Tepice (70%); AI09 Chisola (100%); AI10 Sangone (100%); AI11 Dora Riparia (100%); AI12 Stura di Lanzo (100%); AI13 Malone (100%); AI14 Orco (100%); AI15 Dora Baltea (86%) e comprende ulteriori porzioni dell AI01 Alto Po (11%) e dell AI02 Basso Po (30%). Il Piano di Tutela delle Acque, configurandosi come stralcio del Piano di Bacino del Po, sviluppa azioni volte al raggiungimento degli obiettivi fissati dall Autorità di Bacino concernenti il controllo dell eutrofizzazione e la regolazione delle portate in alveo (quantificazione del DMV e regolamentazione graduale e progressiva dei rilasci delle derivazioni da corsi d acqua). Oltre ad attuare gli indirizzi stabiliti dalla normativa nazionale, il Piano di Tutela delle Acque - accordandosi con l assetto normativo e organizzativo specifico regionale, soprattutto per quanto riguarda il Piano Direttore delle Risorse Idriche e le riforme del SII e delle irrigazioni - si allinea complessivamente alla Direttiva 2000/60/CE ( direttiva-quadro sulle acque). 3

4 In linea con le impostazioni di carattere generale e con le indicazioni delle fasi conoscitive e di analisi, il Piano di Tutela delle Acque del Piemonte identifica risposte riferibili a un programma di misure articolato organicamente in 4 comparti che trovano applicazione, sia sull intero territorio regionale, sia a livello di specifica area idrografica: conoscenza, ricerca, monitoraggio, DSS (decision support system); comunicazione, promozione; regolamentazione, organizzazione; infrastrutturazione. Appartengono al quarto comparto principalmente le azioni in capo al dispositivo di gestione del SII. Si tratta, in particolare, di misure di infrastrutturazione e riqualificazione ambientale, destinate al controllo delle pressioni e al miglioramento della gestione attiva delle risorse idriche, nell ottica combinata quali-quantitativa perseguita dal Piano di Tutela delle Acque: progetti operativi di intensificazione ed estensione del SII: impianti del segmento fognariodepurativo, impianti del segmento acquedottistico, riqualificazioni su criticità idrologicoambientali elevate, abbattimento carichi da dilavamento in area urbana, ridestinazioni di acque reflue trattate; progetti operativi di tutela e/o sfruttamento compatibile di nuove risorse sotterranee in acquiferi di pianura e/o fondovalle, a scopo di riserva idropotabile; progetti operativi di potenziamento compatibile o riqualificazione in riduzione dei campi pozzi esistenti e ricondizionamento dei pozzi multi-filtro; progetti operativi per lo sviluppo e la conservazione e riqualificazione selettiva di fonti in ambiente montano-pedemontano; progetti operativi per la ridestinazione di acque reflue trattate nei comparti agricolo e industriale, specificatamente in zone critiche per l approvvigionamento da corpi idrici sotterranei; progetti operativi per la centralizzazione e gestione controllata di campi pozzi a di poli e aree industriali; misure per il risparmio idrico quali: installazione di contatori per singola utenza, interventi per il contenimento delle perdite in rete, adozione di dispositivi tecnologici per il risparmio idrico, ecc. Inoltre la Regione Piemonte con D.G.R. 19 gennaio 2009 n ad oggetto: Piano regionale di Tutela delle Acque: Misure di Area per il conseguimento dell obiettivo dell abbattimento del carico in ingresso a tutti gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane del territorio regionale. Approvazione ha definito, per ciascuno dei principali impianti di depurazione regionale (di cui n. 13 rientranti nell ATO/3), i limiti di concentrazione relativi ai parametri P tot ed N tot funzionali al raggiungimento del valore obiettivo di riduzione percentuale del carico in ingresso degli stessi impianti, nel rispetto delle modalità di attuazione e delle indicazioni previste dall allegato 5, parte III, del D.Lgs. n. 152/2006, nonché le tempistiche di adeguamento a detti limiti. Infine si evidenzia a livello sub-regionale il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po adottato dall Autorità di Bacino con deliberazione n. 1/2010 del 24/02/2010, sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) in adempimento a quanto previsto dal D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed approvato con D.P.C.M. del 08/02/. Detto Piano ricomprende tra gli altri il Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte ed il Piano d ambito. 4

5 2.2 Obiettivi generali della pianificazione Gli obiettivi alla base della redazione del presente programma degli interventi sono stati definiti nel Piano d ambito e derivano dal rispetto degli obblighi imposti dalla normativa vigente. Si riepilogano i principali obiettivi distinti in funzione degli obblighi imposti dalla normativa: obiettivi riferiti agli obblighi imposti dalla normativa comunitaria (direttiva 91/271/CEE del 21/05/1991 e s.m.i., direttiva 98/83/CEE del 03/11/1998 e s.m.i.): o garanzia di qualità dell acqua tramite riduzione del numero di fonti di captazione, interconnessione delle reti e riduzione delle perdite; o estensione del di fognatura per l allacciamento di case sparse, considerato che l obiettivo previsto dalla normativa di dotare entro il 2005 di rete fognaria tutti gli agglomerati con un numero di abitanti equivalenti (a.e.) maggiore di risulta raggiunto; o estensione e potenziamento del di depurazione ad agglomerato con meno di a.e., considerato che l obiettivo previsto dalla normativa di sottoporre ad un trattamento secondario o equivalente entro il 2005 gli agglomerati con un numero di a.e. maggiore di risulta raggiunto; o abbattimento del carico inquinante in ingresso agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane al fine di garantire il rispetto dei limiti in aree sensibili, considerato che l ATO/3 e l intero territorio della Regione Piemonte costituisce bacino drenante delle aree sensibili Delta del Po e Area costiera dell Adriatico Nord Occidentale dalla foce dell Adige al confine meridionale del comune di Pesaro ; obiettivi riferiti agli obblighi imposti a livello nazionale e regionale (D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., D. Lgs. 31/2001 e s.m.i., PTA, ecc.): o interventi volti al ripristino delle condizioni di potabilità laddove si manifestano superamenti dei limiti imposti dal D. Lgs. 31/2001 relativi principalmente ai parametri microbiologici e ai batteri coliformi; o raggiungimento dei limiti di concentrazione e avvicinamento alle percentuali di riduzione definite con D.G.R. 19 gennaio 2009 n per n. 13 impianti di depurazione di dimensioni significative dell ATO/3; o trattamento di depurazione appropriato per tutti gli scarichi fognari rientranti nel pubblico, considerato che vi sono ancora alcuni limitati casi in cui i trattamenti non risultano appropriato o obsoleti; obiettivi derivanti dalla necessità di garantire quanto previsto nella Carta del Servizio e nel Disciplinare Tecnico: o livelli minimi del ; o qualità dell acqua distribuita; o interventi per guasti e disservizi; o continuità e regolarità nell erogazione del ; o qualità del di fognatura e depurazione. Per il raggiungimento di detti obiettivi sono stati individuati nel Piano d ambito e dettagliati nel cronoprogramma degli interventi di cui al successivo paragrafo 8, tutte le necessità al momento note per le quali in parte si è in fase di progettazione o realizzazione e per le restanti in fase di studio di fattibilità. Il programma degli interventi è stata redatto prevedendo la finanziabilità degli interventi con investimenti da tariffa nel quadriennio in relazione ai codice di priorità di cui alla deliberazione ATO n. 449/2012 e tenendo conto della necessità di garantire l equilibrio economico finanziario ed il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione. 5

6 2.3 Caratteristiche del territorio e dell infrastrutturazione presente L ATO/3 comprende complessivamente un territorio di 6.713,49 km 2, 306 Comuni tutti situati in Provincia di Torino e una popolazione di residenti (ISTAT 2012), di cui l 87,89% dislocata all interno di n. 13 Aree Omogenee di Pianura e il restante 12,11% nel territorio delle n. 6 Comunità Montane. L assetto geologico e idrogeologico è rappresentato nello schema planimetrico della figura 1. Figura 1 Assetto geologico-idrogeologico del territorio dell ATO/3 Il reticolo idrografico dell ambito è costituito da numerosi corsi d acqua con lunghezze e portate assai diverse; si va da piccoli ruscelli con acque permanenti, alimentati da modesti bacini, fino a fiumi di grandi dimensioni, con portate medie annue superiori a 20 m 3 /s e relativi bacini sottesi con superfici di alcune centinaia di km 2. Il fiume Po raccoglie tutte le acque scorrenti nell ambito, fino ad assumere le caratteristiche di un grande fiume di pianura, con portata media annua, a valle della confluenza con l Orco, pari a quasi 200 m 3 /s. Il sistema dei prelievi risulta differenziato in base sia al tipo di acque captate (superficiali o sotterranee), sia al loro utilizzo (idropotabile, idroelettrico, irriguo, industriale). In particolare, l acqua prelevata ad uso idropotabile è mediamente per il 12% acqua di sorgente (percentuale che si sposta al 100% nelle zone periferiche montane), per il 71% acqua prelevata da pozzi (percentuale che si sposta all 80-90% per i Comuni in pianura) e per il 17% acqua prelevata da corsi d acqua superficiali. Nel Piano d ambito (paragrafo c. della Relazione di Piano) è stata effettuata un analisi approfondita sullo stato qualitativo delle risorse idriche relativamente sia alle acque superficiali che a quelle 6

7 sotterranee, richiamando quanto sviluppato nel Piano di Tutela delle Acque per il territorio dell ATO/3. Inoltre sono state individuate al paragrafo e. della Relazione di Piano le principali criticità gravanti sul SII, distinte in due gruppi: criticità con carattere diffuso, direttamente percepite dall utente/consumatore come scarso livello di ; criticità importanti gravanti su significative porzioni territoriali e di utenza. Dette criticità, riproposte nelle tabelle 2, 3 e 4 della presente relazione (colonna criticità attuali ) e distinte per segmento di, sono per la maggior parte risolvibili mediante azioni e interventi infrastrutturali, secondo le linee di intervento previste nel Piano d ambito e nel cronoprogramma di cui al paragrafo CRITICITA NELL EROGAZIONE DEL SII La Conferenza dell Autorità d ambito con deliberazione n. 449 del 21/03/2012 ha definito i codici di priorità per la redazione del programma degli investimenti per gli anni Detti codici vengono nel seguito dettagliati (dal codice A più urgente al codice E meno urgente): codice A (emergenze, interventi di adeguamento normativo al fine di evitare sanzioni, interventi in corso): 1. interventi per emergenze acquedottistiche, fognarie, depurative; 2. interventi di cui ai p.ti 1) e 10) della deliberazioni n. 415 del 10/03/2011 ad oggetto: Servizio di depurazione - Decreto Ministero Ambiente di individuazione dei criteri e dei parametri per la restituzione agli utenti della quota di tariffa non dovuta - Adempimenti e determinazioni ; 3. interventi di cui alla deliberazione n. 418 del 24/03/2011 ad oggetto: Impianti di depurazione - Anticipazione degli interventi urgenti volti al rispetto della direttiva 91/271/CEE ; 4. interventi di cui alla deliberazione n. 430 del 14/07/2011 ad oggetto: Scarichi delle acque reflue - Anticipazione degli interventi urgenti volti al rispetto del d. lgs. 152/2006 ; 5. interventi in corso di esecuzione; codice B (approvato progetto definitivo/esecutivo, interventi urgenti programmati e non): 1. interventi il cui progetto definitivo/esecutivo è stato approvato dall ufficio ATO; 2. interventi non ancora realizzati relativi a investimenti previsti nei Programmi degli investimenti precedenti ritenuti urgenti e inderogabili dal Gestore d ambito o dal Comune e confermati dal Gestore d ambito con adeguate motivazioni; 3. interventi non previsti nei Programmi degli investimenti precedenti ritenuti urgenti e inderogabili dal Gestore d ambito o dal Comune e confermati dal Gestore d ambito con adeguate motivazioni; codice C (approvato progetto preliminare, interventi di adeguamento normativo senza diretta implicazione sanzionatoria, urgenze segnalate dai Comuni, interventi programmati per risolvere criticità): 1. interventi il cui progetto preliminare è stato approvato dall ufficio ATO; 2. interventi per adeguamento alle imposizioni legislative (D.Lgs. 152/2006, D.Lgs. 31/2001, regolamenti regionali n. 15/R del 2006 sulle aree di salvaguardia, n. 7/R del 2007 sui misuratori di portata, 4/R del 2001 sulla necessità di predisposizione dello stato di consistenza delle opere di captazione sotterranea che interessano acquiferi differenti); 3. nuovi interventi ritenuti urgenti dal Comune per il rispetto di determinate tempistiche; 7

8 4. interventi non ancora realizzati relativi a investimenti previsti nei Programmi degli investimenti precedenti per risolvere criticità quali: aree/utenti privi di servizi, conseguenze di calamità ed emergenze; codice D (interventi programmati per nuove urbanizzazioni): 1. interventi non ancora realizzati relativi a investimenti previsti nei Programmi degli investimenti precedenti per nuove urbanizzazioni; codice E: 1. interventi non rientranti nei codici A, B, C e D. Le criticità nell erogazione del, riportate all art. 7.1 dell allegato A alla deliberazione AEEGSI n. 643/ ed al capito 2 dello schema tipo di cui alla citata determinazione del Direttore della Direzione Sistemi Idrici dell AEEGSI n. 3/2014, sono allineabili ai codici di priorità sopra citati. Detto allineamento è riportato nella tabella 1. CRITICITA' DEL SERVIZIO (art. 7.1 de ll'allega A alla deliberazione AEEGSI n. 643/) Criticità di approvvigionamento idrico, direttamente legate ai fabbisogni primari dell utenza, tra cui: assenza delle infrastrutture di acquedotto, qualità dell acqua non conforme agli usi umani, interruzioni impreviste della fornitura, bassa pressione. Criticità nella fornitura di acqua potabile, correlate alla sicurezza delle forniture all utenza, quali: obsolescenza delle reti e degli impianti, restrizioni all uso, perdite, dotazione minima garantita. Criticità del di fognatura, riconducibili all allontanamento delle acque nere e miste, tra cui: assenza del, obsolescenza delle reti, fuoriuscite, rischio di allagamenti. Criticità dell impatto con l ambiente, che coinvolgono impianti di trattamento delle acque reflue, quali: assenza di trattamenti, obsolescenza degli impianti, scarichi fuori norma, smaltimento dei fanghi. Criticità nei servizi al consumatore, collocabili nell area dei rapporti con l utenza, tra cui: lettura contatori, bollettazioni, call center, trattamento dei reclami, risarcimenti, di autolettura. CODICI DI PRIORITA' DEFINITI DALL'ATO/3 (de liberazione ATO n. 449/2012) A1, A5, B1, B2, B3, C1, C2, C3, C4, D1. A1, A5, B1, B2, B3, C1, C3, C4. A1, A2, A3, A4, A5, B1, B2, B3, C1, C3, C4, D1. A1, A2, A3, A4, A5, B1, B2, B3, C1, C3, C4. A1, A5, B1, B2, B3, C1, C3. Tabella 1 Criticità del e codici di priorità Per ciascun intervento previsto nel cronoprogramma di cui al successivo paragrafo 8 è stato definito univocamente il codice di priorità e quest ultimo ha costituito l elemento principale per la determinazione della finanziabilità dell intervento nel quadriennio da proventi tariffari. 4. PARAMETRI DI PERFORMANCE DEL SII Dall analisi delle criticità nell erogazione del SII ed in relazione a quanto stabilito nel Piano d ambito e avviato dal 2002 nei rispettivi Programmi degli investimenti ATO, sono stati definiti per ciascun segmento di (acquedotto, fognatura e depurazione) i principali parametri di performance, dettagliati nelle successive tabelle 2, 3 e 4. Le motivazioni che hanno determinato la scelta di detti parametri sono state sviluppate nel Piano d ambito e derivano dai seguenti aspetti: per il di acquedotto: o necessità di concentrare la captazione idropotabile ad un minor numero di fonti al fine di facilitarne la gestione ed eliminare quelle con problematiche di qualità dell acqua; o garantire all utenza l acqua potabile riducendo al minimo gli interventi per guasti e disservizi tramite: livello adeguato di potabilizzazione, interconnessione delle reti di 8

9 acquedotto che garantiscono un alternativa di alimentazione, riduzione delle perdite in rete e telecontrollo sugli impianti; o rispetto degli standard normativi che comportano la necessità per alcune utenze di sostituzione dei contatori; o economicità del tramite la messa in atto di interventi volti alla riduzione dei consumi elettrici; per il di fognatura: o monitorare lo stato attuale delle infrastrutture fognarie al fine di prevenire problematiche di inquinamento connesse ad eventuali perdite; o monitorare l estensione del fognario alle utenza attualmente non servite al fine di estendere alla quasi totalità della popolazione dell ATO/3 il in esame, con l esclusione delle sole case sparse localizzate in zone particolarmente complesse da un punto di vista geomorfologico; o ridurre le acque parassite immesse nel sistema fognario che in determinate aree costituisce un rilavante problema noto all ATO e più volte segnalato dall ARPA e dalla Provincia competente; o necessità di effettuare interventi di riduzione del carico inquinante delle acque di prima pioggia al fine di verificarne l effetto positivo sulla qualità dei corpi idrici ricettori; per il di depurazione: o garantire sull intero territorio dell ATO il rispetto dei limiti agli scarichi imposti dalla normativa vigente, al fine anche di evitare di incorrere in pesanti sanzioni comunitarie previste in caso di inadempienza; o monitorare il rispetto delle scadenze previste dalla D.G.R. n del 19/01/2009 della Regione Piemonte in merito all abbattimento del carico di fosforo totale e azoto totale degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane; o monitorare l estensione del di depurazione alle utenza attualmente non servite al fine di estendere alla quasi totalità della popolazione dell ATO/3 il in esame, con l esclusione delle sole case sparse localizzate in zone particolarmente complesse da un punto di vista geomorfologico; o garantire un sistema di telecontrollo per consentire l intervento immediato del gestore in caso di mal funzionamento di alcune infrastrutture di depurazione che potrebbero pregiudicarne la qualità dello scarico in corpo idrico. I parametri di performance riportati nelle citate tabelle consentono un monitoraggio di tutte le principali criticità del SII ancora presenti nell ATO/3. 5. LIVELLI DI SERVIZIO I livelli di per ciascuno dei parametri di performance sono riportati nelle successive tabelle 2, 3 e 4 e risultano aggiornati alla situazione attuale, fatta eccezione per il parametro abbandono di alcune fonti di captazione per problematiche di qualità del la cui ultima rilevazione risale al 2010 (deliberazione ATO n. 408/2010). Le informazioni riportate nelle citate tabelle sono desunte in parte dalla rilevazione effettuata in fase di aggiornamento del Piano d ambito e in parte in relazione a quanto riscontrato sul territorio dal gestore d ambito e dai Comuni e trasmesso all ufficio ATO. Occorre precisare che il territorio dell ATO/3 risulta piuttosto esteso e diversificato, come evidenziato al precedente paragrafo 2.3 e la gestione d ambito è stata avviata nel 2002 per la 9

10 maggior parte del territorio, ma per cui alcuni Comuni rientrati successivamente nella gestione d ambito risultano livelli di più bassi rispetto ai restanti. In sintesi l area metropolitana Torinese ed i medi-grandi centri urbani presentano livelli di attuali piuttosto buoni per i parametri di performance presi in esame e necessitano per lo più di interventi volti alla sostituzione e ammodernamento delle infrastrutture nonché ad una maggior centralizzazione dei sistemi del SII al fine di ridurre i costi e migliorare l efficienza gestionale. Invece per alcune zone rurali di pianura e alcuni limitati centri collinari e di montagna risultano necessari, in aggiunta a quanto sopra, interventi infrastrutturali che consentano l estensione del ad aree ad oggi non servite e un allineamento ai livelli di più elevati presenti nelle altre zone dell ATO. 6. LIVELLI DI SERVIZIO OBIETTIVO OBETTIVI SPECIFICI I livelli di obiettivo sono anch essi riportati nelle successive tabelle 2, 3 e 4 per ciascuno dei parametri di performance. Sono stati indicati dei valori precisi di livelli di obiettivo laddove si dispone di un andamento pregresso, mentre per i parametri di performance la cui misurazione non è immediata l obbiettivo comporta il completo superamento entro il delle criticità evidenziate nelle relative tabelle. Si evidenzia che, laddove risultano necessari interventi di grande infrastrutturazione, sono stati riportati livelli di intermedi entro il, in quanto la maggior parte di dette opere richiede ancora alcune annualità successive al per il completamento e l anticipazione totale nel quadriennio non consentirebbe di garantire l equilibrio economico finanziario ed il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione. 7. STRATEGIE DI INTERVENTO Le strategie di intervento sono state definite nel Piano d ambito e risultano dettagliate nel cronoprogramma di cui al successivo paragrafo 8. Nelle tabelle 2, 3 e 4 vengono riportate, per ciascun parametro di performance, le tipologie di (PMI, MS, GI, NI e ICG) previste nel cronoprogramma e attinenti al raggiungimento di quei determinati livelli di obiettivi previsti. Occorre rilevare che gli interventi programmati sono complessivamente 4.682, di cui: n non ancora avviati, ma già analizzati dal gestore che ne ha individuato il codice di priorità e stimato l importo di spesa necessario; n. 192 in fase di progettazione preliminare; n. 183 in fase di progettazione definitiva; n. 72 in fase di progettazione esecutiva; n. 238 in fase di appalto; n in corso di esecuzione; n. 1 in ultimazione. Nel caso in cui alcuni interventi previsti con finanziamento nel quadriennio non potessero essere realizzati per problematiche nel completamento dell iter autorizzativo, sono stati programmati per ciascuna area altri interventi posticipati a dopo il che potrebbero essere anticipati al fine di consentire il raggiungimento dei livelli di obiettivo definiti. 10

11 Parametri di performance Livelli di Criticità attuali Livelli di obiettivo entro il Strategie di intervento Abbandono di alcune fonti di captazione per problematiche di qualità del. Attualmente esistono captazioni acquedottistiche, di cui per 69 si deve procedere all'abbandono, mentre per 253 sono state definite le aree di salvaguardia e per occorre redigere lo studio per la definizione delle aree di salvaguiardia (rif. deliberazione ATO n. 408/2010 ad oggetto "programma di adeguamento delle aree di salvaguardia delle captazioni esistenti"). Le fonti di captazione da abbandonare presentano criticità legate alla vetustà delle opere di captazione e, in alcuni casi, alla elevata vulnerabilità venutasi a determinare con l'incremento antropico. Prosecuzione nella redazione degli studi per la definizione delle aree di salvaguardia (30-40 studi all'anno) e abbandono progressivo delle 69 fonti di captazione a seguito della copertura della risorsa necessaria con altre fonti o interconnessioni acquedottistiche. Redazione degli studi per la definizione delle aree di salvaguardia previsti tra gli interventi di carattere generale (ICG) nel cronoprogramma per gli anni Interventi di piccola e media infrastrutturazione (PMI) e grande infrastrutturazione (GI) previsti nel cronoprogramma per la captazione di nuove fonti acquedottistiche in sostituzione di quelle da abbandonare. Interconnessione delle reti di acquedotto ed estensione del. Nell'area metropolitana torinese e nei principali centri urbani dell'ato/3 è stata realizzata negli anni una progressiva interconnessione delle reti di acquedotto, ma sussistono ancora alcune zone relative soprattutto a Comuni recentemente rientrati nella gestione d'ambito per i quali risultano necessarie interconnessioni sovracomunali ed estensioni di reti acquedottistiche. Alcune aree dell'ato/3 necessitano di inteconnessioni delle reti di acquedotto al fine di garantire l'acqua potabile all'utenza in caso di rotture e perdite dalle tubazioni o altre problematiche simili. Inoltre per alcune limitate zone occorre estendere il di acquedotto, in quanto il sistema indiividuale di approvvigionamento acquedottistico risulta carente e non rispondente ai requisiti previsti dalla normativa vigente. Completare le interconnessioni dei principali centri urbani che attualmente presentano problematiche di carenze idropotabili in determinati periodi dell'anno ed estendere le infrastrutture acquedottistiche ad aree attualmente non servite dalla gestione d'ambito che presentano criticità. Interventi pianificati tra quelli di piccola e media infrastrutturazione (PMI) e grande infrastrutturazione (GI) previsti nel cronoprogramma. Livello adeguato di potabilizzazione. La qualità dell'acqua erogata all'utenza rispetta quanto previsto dal D. Lgs. 31/2001, ma in alcune aree, soprattutto montane, sono necessari trattamenti di potabilizzazione più spinti rispetto alla sola clorazione. Nelle zone in cui sussistono inquinamenti naturali o antropici da arsenico, nichel e solfati sono già stati realizzati negli anni opportuni sistemi di trattamento (a carboni attivi ecc.). Per alcune aree montane, principalmente nella parte nord-est dell'ato/3, vi sono nel periodo estivo superamenti dei limiti previsti dal D.Lgs. 31/2001 per i parametri microbiologici e per il paramentro indicatore relativo ai batteri coliformi, derivanti dai pascoli di alta montagna e da una non sempre corretta gestione delle zone di rispetto delle fonti di captazione. Completo superamento delle criticità di qualità dell'acqua che si verificano principalmente nel periodo estivo e sono relative ai paramentri microbilologici e ai batteri coliformi. Installazione di impianti a raggi UV e di altri moderni sistemi di disinfezione, previsti tra gli interventi di carattere generale (ICG) nel cronoprogramma. Riduzione delle perdite in rete Le perdite in rete sono variabili tra il 28% e il 35%, con un diverso Le reti periferiche marginali (montagna, zone rurali di pianura, collina) comportamento delle reti urbane rispetto a quelle dei centri minori, in risultano carenti sotto il profilo delle attività di monitoraggio. ragione di una differenza tra nucleo metropolitano torinese e il restante Complessivamente si stima una necessità per circa interventi di territorio dell'ato/3. riparazione fughe all'anno. Riduzione delle perdite in rete del 4% nei 4 anni. Progressiva riduzione delle perdite di acqua dalle reti idriche mediante lo sviluppo di appositi programmi d intervento con specifico riferimento alla distrettualizzazione delle reti ed al monitoraggio degli impianti, nonché alla maggior regolazione della pressione in rete ed alla sostituzione delle condotte più degradate. Detti interventi sono previsti tra manutenzione straordinaria (MS) e piccola-media infrastrutturazione (PMI) nel cronoprogramma. Sostituzione dei contatori. Indicativamente nell'ato/3 il 98% delle utenze è dotata di contatore, mentre le utenze rimanenti sono per lo più localizzate in zone montane con problematiche tecniche (es. gelo) che ne sconsigliano l'installazione. Per dette utenze rimane attualmente in vigore il sistema tariffario a forfait. All'incirca il 10% dei contatori esistenti risulta obsoleto e deve essere sostituito nei prossimi anni. Le critiictà sono relative alla presenza, in alcune aree, di contatori obsoleti e non rispondenti alla normativa vigente, che pertanto occorre sostituire. Sostituzione del 5% dei contatori all'anno. Individuazione puntuale nel cronoprogramma tra gli interventi di carattere generale (ICG) dei contatori da sostituire e dei nuovi contatori per le utenze al momento sprovviste. Telecontrollo sugli impianti idrici. Attualmente i serbatoi acquedottistici nell'ato/3 di dimensione significativa sono dotati di sistemi di telecontrollo. Sono necessari interventi di manutenzione di alcuni sistemi di telecontrollo, nonché l'inserimento del telecontrollo e automazione su alcuni impianti idrici non ancora dotati. Completamento dei sistemi di telecontrollo e automazione sui principali impianti idrici dell'ato/3. Individuazione puntuale nel cronoprogramma tra gli interventi di carattere generale (ICG) degli interventi di telecontrollo. Riduzione dei consumi elettrici. In alcune aree dell'ato/3, soprattutto quelle entrate più recentemente nella gestione d'ambito, risultano necessari interventi che consentano di ammodernare gli attuali impianti acquedottistici, anche al fine di un contenimento energetico. Necessità di contenere e razionalizzare i consumi energetici di alcuni impianti acquedottistici localizzati in aree collinari-montane e in alcune zone rurali di pianura. Riduzione di almeno l'1% del consumo unitario. Installazione di sistemi di efficientamento e razionalizzazione delle infrastrutture acquedottistiche tramite interventi previsti tra manutenzione straordinaria (MS) e piccola-media infrastrutturazione (PMI) nel cronoprogramma Tabella 2 Parametri di performance, livelli di, criticità e linee di intervento per il di acquedotto 11

12 Parametri di performance Livelli di Criticità attuali Livelli di obiettivo entro il Strategie di intervento Livello di ammodernamento delle opere fognarie e centralizzazione del sistema fognariodepurativo. Con l'avvio della gestione d'ambito nell'ato/3 (anno 2002) sono stati programmati e realizzati molteplici interventi volti al rifacimento e adeguamento di tratti del sistema fognario e dei relativi impianti di depurazione. Inoltre sono stati programmati una decina di interventi di grande infrastrutturazione con lo scopo di razionalizzare il sistema di collettamento e depurazione esistente riducendo progressivamente il n. di impianti con la realizzazione di sistemi centralizzati a maggior capacità depurativa e di più semplice gestione e monitoraggio.l'intera area metropolitana torinese risulta collettata ad un unico depuratore e necessita di un raddoppio del collettore principale, mentre per il restante territorio occorre risolvere criticità locali e completare gli interventi di grande infrastrutturazione. In alcune limitate aree dell'ato/3 vi sono reti fognarie con un elevato grado di vetustà, perdite, difetti negli allacciamenti, materiali inadeguati e scarsa standardizzazione impiantistica e funzionale. Prosecuzione della sostutuzione di tubazioni fognarie per consentire un ammodernamento delle opere, realizzazione di un primo stralcio funzionale del collettore di raddoppio dell'area metropolitana torinese, realizzazione di stralci funzionali dei nuovi collettori fognari relativi agli interventi di grande infrastrutturazione degli agglomerati di Ivrea, None, Carmagnola, completamento del collettore fognario della Val Chisone. Interventi pianificati tra quelli di manutenzione straordinaria (MS), piccola e media infrastrutturazione (PMI) e grande infrastrutturazione (GI) previsti nel cronoprogramma. Attualmente il di fognatura copre all'incirca il 91% degli Estensione del di abitanti residenti. Il rimanente è costituito per lo più da case sparse fognatura. che utilizzano sistemi di depurazione individuali quali fosse Imhoff. L'estensione del di fognatura si rende necessaria principalmente per consentire l'allacciamento di case sparse (principalmente borgate di montagna e zone rurali di pianura) e aree di nuova urbanizzazione. Si prevede l'estensione del di fognatura per il 5% degli abitanti residenti ad oggi non ancora serviti. Interventi pianificati tra quelli di piccola e media infrastrutturazione (PMI) previsti nel cronoprogramma. Eliminazione delle acque parassite. Una problematica nota che non consente in alcuni agglomerati dell'ato/3 un funzionamento ottimale del sistema fognariodepurativo deriva dallo scarico in fognatura di acque parassite che rendono le acque reflue inviate al depuratore eccessivamente diluite con conseguente basso rendimento dei sistemi di trattamento secondari. Le maggiori criticità sono state rilevate nei sistemi fognari che recapitano ai depuratori di: Carmagnola, Ivrea, None e Rosta. Eliminazione della maggior parte degli apporti di acque parassite nelle aree critiche (Carrmagnola, Ivrea, None e Rosta) tramite la realizzazione degli interventi di grande infrastrutturazione ad oggi in corso o in fase di progettazione. Interventi pianificati tra quelli di grande infrastrutturazione (GI) previsti nel cronoprogramma. Raccolta e allontanamento delle acque meteoriche e di drenaggio urbano e riduzione del carico inquinante delle acque di prima pioggia. Attualmente il gestore del s.i.i. ha in gestione e manutenzione le fognature bianche e caditoie di alcuni Comuni dell'ato/3, mentre per i restanti territori le fognature sono principalmente di tipo misto e la pulizia e manutenzione delle caditoie stradali viene svolta a seconda dei casi dal gestore della relativa viabilità, dallo stesso Comune, dal gestore del rifiuti, ecc. Le forti precipitazioni verificatesi negli ultimi anni comportano la necessità di garantire una maggiore manutenzione delle infrastrutture dedicate alla raccolta e allontanamento delle acque meteoriche e di drenaggio urbano. Inoltre, nel rispetto di quanto previsto dal Piano di Tutela delle Acque, sono necessari interventi volti alla riduzione del carico inquinante delle acque di prima pioggia, al fine di limitare l'inquinamento dei corpi idrici e concorrere a raggiungere gli obiettivi di qualità previsti dal D. Lgs. 152/2006. Le principali criticità si riscontrano nei periodi caratterizzati da precipitazioni interse e comportano in alcuni casi allagamenti e disagi in alcune aree non individuabili a priori, in mancanza di un monitoraggio completo sul sistema di fognatura bianche e caditoie. Mantenimento degli attuali livelli di con realizzazione dei rifacimenti e adeguamenti di alcuni tratti di fognatura bianca e/o mista e degli impianti connessi (sollevamenti, scolmatori, ecc.). Interventi pianificati tra quelli di manutenzione straordinaria (MS) e piccola e media infrastrutturazione (PMI) previsti nel cronoprogramma. Telecontrollo delle stazioni di sollevamento. Il sistema di telecontrollo risulta attivo per la maggior parte delle stazioni di sollevamento. Per alcune stazioni di sollevamento è necessario un adeguamento dei sistemi elettrici, mentre per altre di medie dimensioni deve essere attivato il telecontrollo. Completamento dei sistemi di telecontrollo delle stazioni di Individuazione puntuale degli interventi di telecontrollo nel sollevamento di grandi dimensioni e attivazione per le nuove stazioni e cronoprogramma, tra gli interventi di carattere generale (ICG) per alcune esistenti non ancora dotate di detto sistema. Tabella 3 Parametri di performance, livelli di, criticità e linee di intervento per il di fognatura 12

13 Parametri di performance Estensione e potenziamento del di depurazione. Livelli di Criticità attuali Livelli di obiettivo entro il Strategie di intervento Il livello attuale di di depurazione nell'ato/3 risulta buono, ma gli obblighi normativi, il Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte e il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po comportano la necessità di adeguare alcuni impianti di trattamento e in alcuni casi potenziarli al fine di consentire un ampliamento dell'agglomerato sotteso. Alcuni agglomerati fognari-depurativi con popolazione inferiore alle Proseguire nella razionalizzazione del sistema di collettamento e unità risultano costituiti da tipologie di impianto di depurazione depurazione esistente riducendo progressivamente i piccoli impianti quali fosse Imhoff che rientrano nei trattamenti secondari e per i quali con la realizzazione di impianti centralizzati a maggior capacità occorre prevedere un ageduamento o, laddove fattibile, un depurativa, al fine di prevenire e ridurre l'inquinamento ed attuare il collettamento ad un impianto centralizzato con maggior capacità risanamento dei corpi idrici inquinati. depurativa. Interventi pianificati tra quelli di piccola e media infrastrutturazione (PMI) e grande infrastrutturazione (GI) previsti nel cronoprogramma. Risoluzione definitiva delle criticità dei punti di scarico fognario. In determinate aree, per lo più montane e di scarsa urbanizzazione, sono ancora presenti alcuni scarichi con assenza o scarsa depurazione. Dette criticità risultano marginali e non incidono sulla qualità dei corpi idrici, ma devono essere eliminate al fine di garantire un adeguamento alla normativa vigente. Gli interventi rientranti in Presenza in limitate aree di alcuni scarichi fognari con assenza o detta tipologia sono stati catalogati come "A4" nei codici di priorità e scarsa depurazione. sono già stati oggetto della deliberazione ATO n. 430 del 14/07/2011 oltre che del Programma degli investimenti per gli anni approvato con deliberazione ATO n. 471 del 11/10/2012. Eliminazione di tutti gli scarichi esitenti con assenza o scarsa depurazione, mediante il collettamento al limitrofo sistema fognario o, Interventi pianificati con codice di priorità "A4" nel cronoprogramma. in assenza di quest'ultimo, mediante la realizzazione di impianto di depurazione a norma. Abbattimento del carico di fosforo totale e azoto totale degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane. La Regione Piemonte con D.G.R. n del 19/01/2009 ha definito, per ciascuno dei principali impianti di depurazione regionale (di cui n. 13 rientranti nell ATO/3), i limiti di concentrazione relativi ai parametri Ptot ed Ntot funzionali al raggiungimento del valore obiettivo di riduzione percentuale del carico in ingresso degli stessi impianti, nel rispetto delle modalità di attuazione e delle indicazioni previste dall allegato 5, parte III, del D.Lgs. n. 152/2006, nonché le tempistiche di adeguamento a detti limiti. Gli interventi rientranti in detta tipologia sono stati catalogati come "A3" nei codici di priorità e sono già stati oggetto della deliberazione ATO n. 418 del 24/03/2011 oltre che del Programma degli investimenti per gli anni approvato con deliberazione ATO n. 471 del 11/10/2012. Sono in corso gli interventi per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla citata D.G.R., e per alcuni agglomerati l'obiettivo è già stato raggiunto. Tuttavia alcuni grandi impianti di depurazione come Castiglione, Collegno, Chieri e Pinerolo sono dotati di trattamento terziario di abbattimento dell'azoto di tipo tradizionale con vasche anossiche di pre-denitrificazione e ricircolo della miscela areata che consentono un abbattimento dell'azoto totale di circa il 72%, ben lontano dai valori di abbattimento (78%-80%) richiesti dalla citata D.G.R. Raggiungimento degli obiettivi di cui alla citata D.G.R. laddove tecnicamente fattibile e avvicinamento a detti obiettivi nei casi in cui occorrerebbe un notevole aumento dei costi di gestione per il raggiungimento completo degli stessi. Inoltre per alcuni grandi impianti di depurazione è richiesto un ulteriore affinamento dell'efficienza dei processi di depurazione. Interventi pianificati con codice di priorità "A3" e riportati nel cronoprogramma. Riduzione del limite di emissione in acque superficiali per il parametro Escherichia Coli. La normativa vigente (D.Lgs. 152/2006) prevede che venga fissato, in sede di autorizzazione allo scarico dell'impianto per il trattamento delle acque reflue, un limite del parametro "Escherichia Coli" in relazione alla situazione ambientale ed igienico sanitaria del corpo idrico ricettore ed agli altri usi.nel nostro ATO, laddove l'arpa non ha individuato uno specifico limite per tale parametro in relazione a ciascun corpo ricettore, l'ente preposto all'autorizzazione allo scarico ha prescritto provvisoriamente il limite indicato nella nota 4 della tabella 3 dell'allegato 5 della parte III del D.Lgs. 152/2006. Per diversi depuratori che costituiscono il recapito di agglomerati maggiori di abitanti equivalenti sono necessari interventi per consentire il rispetto del limite di emissione in acqua superficiale del parametro Escherichia Coli imposto dall'ente preposto all'autorizzazione allo scarico. Rispetto dei limiti del paramentro Escherichia Coli imposti dall'ente preposto all'autorizzazione allo scarico per tutti gli impianti di depurazione maggiori di abitanti equivalenti. Interventi pianificati tra quelli di manutenzione straordinaria (MS), di carattere generale (ICG) e di piccola e media infrastrutturazione (PMI) previsti nel cronoprogramma. Telecontrollo sugli impianti di depurazione. I sistemi di telecontrollo e automazione sono presenti nei principali impianti di depurazione e consentono il controllo dei processi e dei sistemi infrastrutturali e la riduzione dei costi di gestione. Risulta necessario implementare il telecontrollo e l'automazione su alcuni impianti di depurazione di dimensione media non ancora dotati di detto sistema e predisporre dei sistemi di teleallarme per i piccoli impianti. Completamento dei sistemi di telecontrollo dei depuratori medi e grandi e predisposizione dei sistemi di teleallarme per i piccoli impianti. Individuazione puntuale degli interventi di telecontrollo nel cronoprogramma, tra gli interventi di carattere generale (ICG). Tabella 4 Parametri di performance, livelli di, criticità e linee di intervento per il di depurazione 13

14 8. CRONOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI Il gestore del, SMAT S.p.A., in qualità di soggetto coordinatore delle gestioni dell ATO/3, ha presentato la proposta di programma degli interventi per il periodo con nota prot. n del 03/03/2014 integrata con del Direttore Generale del 11/03/2014 (ns. prot. n del 12/03/2014) a seguito delle richieste dell Ufficio ATO con note prot. n del 15/01/2014 e prot. n del 07/03/2014, nella quale sono evidenziati, secondo quanto previsto dal Piano d ambito, gli investimenti per la piccola e media infrastrutturazione (PMI), per la grande infrastrutturazione (GI), per la manutenzione straordinaria (MS), per gli interventi non infrastrutturali (NI) e per gli interventi di carattere generale (ICG) da realizzare nel corso del quadriennio finanziati dalla tariffa del idrico e con contributi diversi dai proventi tariffari, nonché i trascinamenti degli anni. Detto cronoprogramma risulta riportato nella tabella 5 allegata alla presente, con l elenco di tutti gli interventi programmati ordinati per Area Omogenea e Comunità, mentre gli interventi che interessano 2 o più Aree Omogenee/Comunità Montane sono riportati nell ultima parte della tabella. Per ogni intervento sono state riportate 23 informazioni, dettagliate nella rispettiva legenda. La finanziabilità di ciascun intervento è stata definita nel quadriennio in relazione ai codice di priorità di cui alla deliberazione ATO n. 449/2012 e tenendo conto della necessità di garantire l equilibrio economico finanziario ed il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione. L attuazione degli investimenti previsti nella citata tabella 5 nel periodo consente il raggiungimento dei livelli di obiettivo definiti nelle tabelle 2, 3 e 4. Gli interventi previsti nella tabella 5 con codice di priorità A o al momento non programmabili in quanto non noti, ma comunque rientranti in detto codice, mantengono la priorità di realizzazione rispetto agli altri interventi e pertanto in caso di particolare urgenza il gestore, SMAT S.p.A., è autorizzato ad anticiparne l eventuale copertura finanziaria non garantita nel quadriennio dal presente programma con conseguente posticipazione di interventi previsti nel quadriennio 2014-, ma ritenuti meno urgenti rispetto a questi ultimi, dandone comunicazione all ufficio dell Autorità d ambito. Nel seguito vengono riepilogate le principali assunzioni e le risultanze del cronoprogramma riportato in tabella Criteri adottati per la quantificazione delle previsioni di spesa per le manutenzioni straordinarie Nel cronoprogramma degli interventi per il periodo gli interventi classificati come manutenzione straordinaria (MS) riguardano la sostituzione di condotte, reti e impianti o parte di essi che sono diventati obsoleti oppure sono gravemente ammalorate oppure non rispondono più ai rinnovati criteri di qualità, efficienza ed efficacia dettati dalla buona tecnica, dalle normative e dagli enti regolatori. La lunghezza delle reti di acquedotto dell ATO/3 è pari a circa km mentre la lunghezza della rete fognaria è pari a circa km per un totale complessivo di km di reti. Il programma degli interventi indica complessivamente circa 59 milioni di euro in 4 anni per manutenzione 14

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