RISVEGLIO PENTECOSTALE

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1 RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Numero 7/8 - Anno LXI Luglio/Agosto 2007 Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza Benedetto l uomo che confida nel Signore... Egli è come un albero piantato vicino all acqua, che distende le sue radici lungo il fiume; non s accorge quando viene la calura, e il suo fogliame rimane verde... (GEREMIA 17:7-8)

2 RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Ente Morale di Culto D.P.R n.1349 Legge n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Segretario: Eliseo Cardarelli Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Salvatore Cusumano, Carmine Lamanna, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo, Vincenzo Specchi Presidente emerito: Francesco Toppi Consiglieri onorari: Germano Giuliani, Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, Padova Tel fax e mail: adi.veneto@tin.it Versamenti sul c/c postale n intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, Padova Registrazione n.1688 del Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla Legge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Risveglio Pentecostale garantisce l assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale - Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Francesco Toppi, Salvatore Esposito, Vincenzo Martucci, Elio Varricchione. 2 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007 La settima città Giosué 20:1-9 EDITORIALE D io aveva stabilito delle città come luoghi di rifugio per chi aveva commesso un omicidio involontariamente. Questa specifica attenzione di Dio verso quanti avevano peccato evidenzia come il Suo interesse per ogni uomo non venga mai meno. La Sua cura non è limitata, anzi, si estende ad ogni aspetto della nostra vita, infatti Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come è lontano l'oriente dall'occidente, così egli ha allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere (Salmo 103:10-14). Queste sei città erano dislocate sul territorio occupato dal popolo di Israele in punti strategici particolari: un fuggitivo in mezza giornata di cammino avrebbe potuto agevolmente raggiungerne una a partire da un qualsiasi luogo, utilizzando vie di comunicazione ben mantenute. Dio non ci abbandona e non lascia nulla al caso; la Sua Parola rischiara il nostro cammino: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105). Lungo queste vie c erano anche delle persone incaricate a indicare la via per il rifugio più vicino, in modo che nessuno potesse perdersi o essere raggiunto dal vendicatore di sangue, il parente più stretto, rimanendo ucciso. Il rifugio era, così, sempre vicino, come Gesù vuole essere sempre vicino al cuore dell uomo: Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà (Salmo 46:1). Le sei città rifugio erano state indicate dal Signore fra le quarantotto date in eredità alla tribù di Levi, incaricata del servizio a Dio. Erano poste in luoghi elevati ed erano visibili da lontano. La Chiesa del Signore, nella quale si radunano i riscattati che bramano servire Dio, è il luogo in cui...il Signore ha ordinato che sia la benedizione e la vita in eterno (Sal.133:3). Gesù disse: Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli (Mat.5:14-16). Cristo Gesù...luce del mondo (Giov.8:12), splendore e santità di Dio, non può restare nascosto, ma risplende, illumina ed edifica la Sua Chiesa e...le porte dell Ades non la potranno vincere (Mat.16:18). Ecco i nomi delle sei città rifugio: KADES, che significa Santo; un luogo di rifugio santo, perché Dio è santo. SICHEM, letteralmente spalla, che ci ricorda il dorso di Gesù caricato del duro legno della croce, sulla quale Egli si è fatto peccato per noi, portando le nostre colpe, pagando con la Sua vita per le nostre iniquità. EBRON, comunione, ci parla del rapporto intimo e personale che possiamo trovare nel Signore quando ci rifugiamo nella Sua presenza sotto la guida dello Spirito Santo. BESER, fortezza: Il nome del Signore è una forte torre; il giusto vi corre, e vi trova un alto rifugio (Prov.18:10). RAMOT, alto. Alto è il Signore che Dio ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e

3 ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre (Fil.2:9-11). GOLAN, gioia, esultanza. Neemia disse:...la gioia del Signore è la vostra forza (Nee.8:10) e in ogni situazione, in ogni difficoltà, in ogni cosa cerchiamo la faccia del Signore. Da Lui riceveremo la forza, troveremo rifugio e pace. Sei città di rifugio nelle quali trovare salvezza. Sei città nelle quali si doveva, però, restare fino alla morte del sommo sacerdote, pena l incontro con il vendicatore di sangue. Sei città che, di fatto, mantenevano in vita, ma in una sorta di domicilio forzato, quasi come gli attuali arresti domiciliari. Sei città a cui mancava qualcosa: davano rifugio, ma l opera non era perfetta. Dio non fa cose imperfette, nei Suoi pensieri ogni cosa è compiuta! Infatti all elenco di queste sei città ne manca una, la settima, che ritroviamo già contemplata nel glorioso piano celeste: Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate. E Colui che siede sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose. Poi mi disse: Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere, e aggiunse: Ogni cosa è compiuta. Io sono l alfa e l omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, e io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio (Apo.21:1-7). Fra questa settima città e le altre sei vi sono delle affinità: anche questa è posta in alto; anche in essa vi è Dio, il Santo; anche questa è il luogo della comunione con il Signore ed è qui che, certamente, la gioia sarà completa. Non solo, ma in questa città potranno trovare rifugio non solamente alcuni tipi di peccatori e per un tempo, ma tutti i peccatori che sono stati lavati e purificati dal sangue dell Agnello e per l eternità. Oltre a tutto questo in mezzo alla piazza della città c è l albero della vita e in questa città sarà il trono di Dio: non ci sarà più notte perché il Signore illuminerà ogni cosa, non ci sarà più pianto, né grido, né dolore, ma gioia infinita. Quale luogo meraviglioso preparato da Dio è questa settima città! Ma tu, caro lettore, verso quale città sei indirizzato? Ti accontenti forse solo di entrare in un luogo di rifugio per un certo tempo, o aspiri, brami, desideri anche tu di avere le vesti lavate dal sangue di Gesù per aver diritto all albero della vita e per entrare per le porte della città (Apo.22:14)? Se anche tu desideri trovare un posto nella settima città, la Gerusalemme celeste, vieni oggi al Signore Gesù, rifugio sicuro fin d ora e per tutta l eternità. «Io viaggio per la città del cielo e Gesù mi accompagnerà. Non m importa quel che il mondo mi dice, io son sicuro che il Signore è con me. Ei mi dice con la Sua voce amata: Non temere, Io sono con te, fino alla fine. Io viaggio per la città del cielo e Gesù mi accompagnerà». La città del cielo, n.619 Inni di Lode SOMMARIO Luglio/Agosto 2007 Editoriale La settima città pag.2 Nuovi documenti, stessi insegnamenti Salvatore Cusumano pag.4 Meno male? Aniello A.S.Esposito pag.5 L Iddio dei viventi la via, la verità, la vita Sebastiano Campo pag.8 Il mirto al posto del rovo Paolo Faia pag.11 Promossi alla gloria Giovanni Mola NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ pag.13 pag.14 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

4 Nuovi documenti, stessi insegnamenti Un recente documento pubblicato dalla Congregazione per la dottrina della fede, organismo della Chiesa cattolico-romana che provvede alla tutela della fede e dei costumi, ha suscitato come era prevedibile una notevole reazione da parte delle chiese evangeliche. Argomento della polemica è la natura della Chiesa, uno scoglio formidabile nel mare dell ecumenismo, contro il quale continuano a schiantarsi le imbarcazioni di quei volenterosi, che sognano un improbabile unione visibile fra tutte le chiese. L ultimo incidente in mare è stato causato proprio dal documento in oggetto, nel quale viene ribadita la dottrina cattolico romana che sostiene la piena identità della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica al di fuori della sua compagine si trovino numerosi elementi di santificazione e di verità, che in quanto doni propri della Chiesa di Cristo spingono all unità cattolica. In altre parole la vera Chiesa di Cristo sulla terra sarebbe quella di Roma, mentre le altre confessioni cristiane avrebbero numerose nozioni di santificazione, cioè di vita devota, e, soltanto in secondo luogo, di verità. Tali elementi assecondati spingono all unità, la quale, dato il contesto, a noi sembra intendersi come ritorno nella chiesa romana piuttosto che come semplice comunione. Premesso che la Chiesa cattolico-romana ha tutto il diritto di esporre e chiarire la propria fede a favore dei suoi fedeli, dal canto nostro cogliamo l occasione per esporre la dottrina sulla chiesa secondo il Nuovo Testamento. Il documento in questione si compone di una serie di domande di grande attualità, che riguardano la dottrina sulla Chiesa, in particolare la sua natura. Una lettura veloce servirà a confermare, qualora ve ne fosse bisogno, che nessun cambiamento dottrinale significativo vi è stato nell ambito cattolico. Infatti la risposta alla prima domanda recita: Il Concilio Ecumenico Vaticano II né ha voluto cambiare né di fatto ha cambiato tale dottrina, ma ha voluto solo svilupparla, approfondirla ed esporla più ampiamente. Ravvisiamo un errore di fondo nella teologia cattolica, che un noto teologo evangelico italiano sintetizzò quarantacinque anni fa, proprio durante lo svolgimento del Concilio Vaticano II: Le grandi formule neotestamentarie: per mezzo di Cristo, in Cristo, con Cristo, in vista di Cristo, subiscono una tra- 4 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

5 smutazione da formule cristologiche a formule ecclesiologiche e suonano in concreto: per mezzo della chiesa, nella chiesa, con la chiesa, in vista della chiesa la Chiesa diventa signora sulla fede la fede non viene ad essere altro che una serie di atti di ubbidienza verso la Chiesa (Vittorio Subilia, Il problema del cattolicesimo, Torino 1962, pagg ). Pertanto il nodo impossibile da sciogliere, se non con un taglio netto, è costituito dal ruolo secondario attribuito di fatto dalla Chiesa a Cristo, a tutto vantaggio della struttura ecclesiastica visibile e gerarchica. Tale visione non è in alcun modo sostenibile alla luce della Parola di Dio, inoltre porta alle pesanti affermazioni che ci accingiamo a commentare. L ultima domanda, e relativa risposta, contenute nel testo suonano: Perché i testi del Concilio e del Magistero successivo non attribuiscono il titolo di Chiesa alle comunità cristiane nate dalla Riforma del XVI secolo? La risposta è la seguente: Perché, secondo la dottrina cattolica, queste Comunità non hanno la successione apostolica nel sacramento dell Ordine, e perciò sono prive di un elemento costitutivo essenziale dell essere Chiesa. Le suddette Comunità ecclesiali, che, specialmente a causa della mancanza del sacerdozio ministeriale, non hanno conservato la genuina e integra sostanza del Mistero eucaristico, non possono, secondo la dottrina cattolica, essere chiamate Chiese in senso proprio. Le chiese evangeliche non riconoscono la successione apostolica perché storicamente non è sostenibile ma soprattutto perché biblicamente non è fondata. In primo luogo perché Gesù non ha istituito la Chiesa cattolico-romana bensì la Chiesa, alla quale s appartiene sulla base dell esperienza della rigenerazione: Gesù gli rispose dicendo: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio (Giovanni 3:3), perciò: Poiché dovunque due o tre sono raunati nel nome mio, quivi sono io in mezzo a loro (Matteo 18:20). Il confronto fra la chiesa apostolica semplice, povera e missionaria con la chiesa romana non regge. In secondo luogo il sacramento dell ordine non è in alcun modo accennato nel Nuovo Testamento, dove invece si parla del sacerdozio di tutti i credenti, in eguale misura responsabili dinanzi a Dio: come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale, per esser un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo (I Pietro 2:5). Infine, la successione apostolica non è da intendersi in senso fisico, come una catena ininterrotta di uomini, che risale fino agli apostoli e a Gesù stesso, ma in senso spirituale come l adesione alla dottrina professata dagli apostoli ed insegnata da Gesù: Ma sia ringraziato Iddio che eravate bensì servi del peccato, ma avete di cuore ubbidito a quel tenore d insegnamento che v è stato trasmesso (Romani 6:17), infatti afferma Paolo: Voi dunque non siete più né forestieri né avventizî; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. Ed in lui voi pure entrate a far parte dell edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito (Efesini 2:19-22). Sulla base di quanto affermato finora sulla base del Nuovo Testamento, in tutta coscienza ribadiamo l antico insegnamento, che fu anche dei riformatori d ogni tempo. Primo, non le singole chiese ma i credenti rigenerati dallo Spirito Santo sono parte della Chiesa. Secondo, nessuna organizzazione può pensare d essere la Chiesa. L unità per la quale Gesù ha pregato non è di natura organizzativa ma squisitamente spirituale:... siano uno, come noi..., che rende anche: come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te, anch essi siano in noi, pertanto non l appartenenza ad un movimento ma la comunione con Dio è la condizione della quale non si può fare a meno. Terzo, le chiese evangeliche hanno tutto il diritto di ritenersi parte della sposa di Cristo, ed hanno, in più, un mandato al quale dovranno adempiere fino alla seconda venuta di Gesù: Predicare il Signore della Chiesa, non la chiesa del Signore....se ne andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola. E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo (Atti 8:4-5). Salvatore Cusumano R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

6 Meno male? Meno male che il Signore oggi non fa come ai tempi di Anania e Saffira! Così -tra il serio e il faceto- si è espressa una credente considerando il capitolo 5 del libro degli Atti degli Apostoli. Senza fare un processo alle intenzioni, partendo da quella affermazione, poniamoci qualche domanda: «Siamo sicuri che c è da stare tranquilli, visto che Dio non fa morire subito coloro che mentono allo Spirito Santo?» «Considerando che, oggi non meno di ieri, nelle chiese si aggirano persone con gli stessi sentimenti ed atteggiamenti dei coniugi di Gerusalemme, c è proprio da essere contenti perché Dio non opera ora come allora?» Scorrendo la storia biblica troviamo occasioni in cui Dio ha manifestato la Sua giustizia in maniera esemplare, come a voler mettere le cose in chiaro: non si scherza con il Dio Santo, né con la Sua opera. Facciamo attenzione! Il peccato di Acan (Giosuè 7). Dio volle definire l inizio della conquista della terra promessa manifestando sì la Sua potenza miracolosa ma anche la Sua giusta ira nei confronti di chi Gli aveva disobbedito. Il giudeo Acan aveva preso dell interdetto, mettendo le mani su ciò che apparteneva a Dio. Il Signore ordinò che egli e i suoi complici fossero lapidati e -in maniera esemplare- la condanna fu eseguita dinanzi a tutto il popolo perché imparassero che non si ruba e non si disobbedisce a Dio! Il caso di Uzza (2 Samuele 6). Qui stava per cominciare l era di Gerusalemme, quale città scelta come dimora da Dio (Salmo 132:13). Davide, trasportando l Arca del patto secondo il metodo dei Filistei e non quello insegnato nella Legge, creò i presupposti per un fallimento. A un certo punto, in maniera avventata, Uzza, temendo che l Arca potesse cadere, stese la mano per sorreggerla: in quello stesso istante, colpito da Dio, morì. Anche questo giudizio avvenne dinanzi a tutti, perché nessuno potesse dimenticare che Dio va cercato secondo le Sue regole e che nessuno può stendere la mano pensando di sostenere la gloria di Dio. Il caso di Anania e Saffira (Atti 5). Qui siamo all inizio della chiesa di Cristo Gesù. Le intenzioni dei due miseri coniugi erano quelle di mettersi in evidenza nella nuova comunità. Imitando le azioni di Barnaba, volevano ricevere la stessa stima ma coltivando sentimenti opposti: un atteggiamento sul quale il Signore non volle passar sopra. Il Suo giudizio manifestato pubblicamente ha fatto sorgere molti a stigmatizzare la durezza di Dio, altri a difenderlo con fantasiose spiegazioni, dimenticando che il nostro Dio è nei cieli; Egli fa tutto ciò che Gli piace (Salmi 115:3) e non ha bisogno di difensori d ufficio. Nella costruzione della Sua chiesa Cristo voleva affermare che non sarebbero stati accetti metodi truffaldini, orgoglio e vanagloria, menzogna e manipolazione. E, tutt og- 6 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

7 gi, non ha ancora cambiato idea. Cos è cambiato? Non è cambiato nulla. Lo Spirito Santo ci dà materiale a sufficienza perché ciascuno di noi non pensi che il Signore sia diventato meno esigente dopo aver sfogato la Sua ira verso alcuni: I peccati di alcune persone sono manifesti prima ancora del giudizio; di altre, invece, si conosceranno in seguito (1Timoteo 5:24). Da questo versetto, e dal messaggio globale di tutta la Scrittura appare chiaro che il giudizio manifestato in anticipo su Acan, Uzza e Anania (come anche su Sodoma e Gomorra) non sarà per nulla paragonabile all imbarazzo, al dolore intollerabile ed allo stupore che proveranno i loro imitatori che, avendo conosciuto la loro storia, hanno agito imitandone la follia (cfr. Matteo 11:24). Non dimentichiamo che queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche. Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere (1 Corinzi 10:11-12). Diversamente da Acan e Uzza noi abbiamo avuto il privilegio di vedere Cristo morire in croce per espiare i nostri peccati e risuscitare per la nostra salvezza. Rispetto ad Anania e Saffira abbiamo in più il loro triste esempio e tutto il Nuovo Testamento. Chi potrà mai scusarci se non ci distingueremo nella nostra condotta? Badiamo a noi stessi fratelli, quando siamo tentati di prendere per noi ciò che appartiene a Dio o di pensare di servire il Signore con le nostre regole e capacità o, finanche, di mentire allo Spirito Santo. Forse Egli non agirà subito, non dirà nulla al momento... ma quale tragedia quando tutto sarà rivelato? A chi oggi dice: meno male che Dio non mi tratta come Anania e Saffira, il Signore risponde: Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi (Salmo 50:21). La giustizia esemplare di Dio ha lo scopo, misericordioso e paterno, di incutere il santo timore del Suo Nome ed uno zelo per ravvedersi mentre ce n è l occasione, ma sarà anche un impietosa testimone contro quelli che, avendola conosciuta e vista all opera, hanno perseverato nella loro errata condotta. In conclusione, osservando i giovani che escono per seppellire Saffira, ce la sentiamo ancora di tirare un sospiro di sollievo dicendo:...meno male che oggi non accade così? Siamo proprio sicuri? Aniello Angelo S. Esposito ARTICOLI DI FEDE Crediamo e accettiamo l intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15-17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13). Crediamo nell unico vero Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte Persone: Padre, Figliolo e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca 3: 21-22, I Giov.5:7). Crediamo che il Signore Gesù Cristo fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt. 1:23). Crediamo nella Sua vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria, come prezzo di riscatto per tutti gli uomini, nella Sua resurrezione, nella Sua ascensione alla destra del Padre, quale unico mediatore, nel Suo personale e imminente ritorno per i redenti e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (I Pie. 2:22; II Cor. 5:21; Atti 2:22; I Pie. 3: 18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Cor. 15:25; I Tim.2:5). Crediamo all esistenza degli angeli creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matt.25:41; Efe.6:11-12). Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sacerdote, siano indispensabili per la purificazione dal peccato di chiunque Lo accetta come personale Salvatore e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie. 1:18, 19; Efe.2:8). Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spirito Santo è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito 3:5). Crediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture mediante la preghiera, l unzione dell olio e l imposizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar. 16:17-18; Giac.5: 14-16). Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell annuncio di Tutto l Evangelo al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Giov.16: 13; Matt.28:19-20). Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l edificazione, l esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della società umana (I Cor. 12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1). Crediamo ai ministeri del Signore glorificato, quali strumenti autorevoli di guida, d insegnamento, di edificazione e di servizio nella comunità cristiana, rifuggendo da qualsiasi forma gerarchica (Efe.1: 22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18). Crediamo all attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di Gerusalemme, riportate in Atti 15: 28-29; 16:4. Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25: 46; 24:12, 13). Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo, per coloro che fanno professione della propria fede nel Signore Gesù Cristo come loro personale Salvatore (Matt. 28:18-19; Atti 2: 38; 8:12). Celebriamo la cena del Signore o Santa Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando così la morte del Signore e annunziandone il ritorno, amministrata a chiunque sia stato battezzato secondo le regole dell Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla società (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20). R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

8 L Iddio dei viventi LA VIA, LA VERITÀ, LA VITA I credenti che, compiuto il cammino terreno nella santificazione, sono trapassati, entrano nel riposo di Dio, in attesa della risurrezione, al rapimento della chiesa. Non sono più in contatto con i vivi. Per quanto siano stati fedeli alla Parola di Dio e strumenti per compiere opere straordinarie (cfr. Atti 19:11), non possono compierne più; rimangono un esempio di fede e perseveranza. La Parola di Dio, ricordando coloro che hanno servito il Signore, ci invita a considerare:...quale sia stata la fine della loro vita... e ci esorta:...imitate la loro fede (Ebrei 13:7). Paolo scrive Siate miei imitatori, come anch io lo sono di Cristo (I Corinzi 11:1). È, dunque, in questo senso che dobbiamo imitarli e ricordarli; andare oltre questo limite, significa sostituire il Creatore con la creatura. Purtroppo, questo, l uomo lo ha già fatto; infatti lo Spirito Santo descrive l operato umano in questi termini: Essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen (Romani 1:25). Io sono la via L uomo si inchina davanti ad un altro uomo, gli rivolge preghiera affinché questi interceda e operi in suo favore, riconoscendogli facoltà spirituali che Dio non ha stabilito. L uomo è una creatura di Dio; Dio ha soffiato in lui lo spirito della vita (ebraico alito di vite ):...l Eterno Iddio formò l uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l uomo divenne un anima vivente (Genesi 2:7), lo conosce da sempre e per sempre: Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre... i tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno d essi era sorto ancora (salmo 139:14, 16). Dio gli dona la vita terrena fino a quando:...ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai (Genesi 3:19). Per ottenere salvezza eterna e guarigione, tutti noi possiamo e dobbiamo confidare solo in Cristo e nell opera da Lui compiuta al Calvario; solo Lui ha potuto dire È compiuto!. Come profetizzò il profeta Isaia:...erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti (Isaia 53:4,5). 8 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

9 L apostolo Pietro affermò: In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati (Atti 4:12); solo in Cristo, il Creatore, e non nell uomo, creatura fallace, troviamo salvezza. L apostolo Paolo disapprova i credenti di Corinto che parteggiavano per l uno o l altro apostolo e fa notare loro: Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: Io sono di Paolo ; io d Apollo ; io di Cefa ; io di Cristo Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? (I Corinzi 1:12, 13). Con questo impedisce la formazione di una latente forma di devozione, qualunque essa fosse. Non ci sono svariate vie per arrivare a Dio; l apostolo Paolo scrive: Infatti c è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo (I Timoteo 2:5). Nessuna creatura ha cooperato con Dio alla creazione e nessuna creatura ha cooperato né può cooperare con Lui nella redenzione. La creazione e la redenzione sono ambedue un atto di amore divino, ma mentre la creazione, pur nella sua grandezza, non richiese alcun sacrificio, l atto della redenzione sì. Gesù disse chiaramente: Io sono la via,... nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6). Io sono la verità. La Parola di Dio insegna a: praticare il non oltre quel che è scritto (I Corinzi 4:6). Gesù disse: Dio è Spirito; e quelli che l adorano, bisogna che l adorino in Spirito e Verità (Giovanni 4:24); invece, l uomo, essendo lontano da Dio, risponde con la materialità al bisogno di spiritualità. Il vitello d oro (cfr. Esodo 32:4), il serpente di rame, divenuto oggetto di idolatria (cfr. 2 Re 18:4), gli idoli e l altare di Atene (cfr. Atti 17:16) e tutti gli altri, fino ad oggi, sono la risposta sbagliata che l uomo, non illuminato dallo Spirito Santo, dà al suo bisogno interiore e spirituale. Ecco, quindi, il fiorire di immagini, reliquie, amuleti, portafortuna; il passaggio dallo spirituale al superstizioso, diventa breve, e viene compiuto senza notarne la contraddizione. Ciò avviene perché gli uomini lontano da Dio, hanno...l intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell ignoranza che è in loro, a motivo dell induramento del loro cuore (Efesini 4:18) non sono, quindi, in grado di discernere la verità dell Evangelo di Dio, da pratiche estranee e proibite da esso. Gesù disse: Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Giovanni 8:32). Rispondendo a Toma: Gesù gli disse: Io sono la verità.... I resti mortali, di un essere umano, non devono diventare oggetto di culto. Neanche quelli dei credenti. Tra gli uomini di fede dell Antico Testamento, Abramo, Isacco morirono e furono sepolti (Genesi 25:7-9; 35:27-29); Giacobbe, trovandosi in Egitto, diede istruzioni di non essere seppellito in quella terra ma nella tomba dei suoi padri, Giuseppe eseguì puntualmente questo suo desiderio (Genesi 47:27-31 e 49:29-33; 50:7-14). Anche Giuseppe, prima di morire, fece impegnare gli israeliti a trasportare le sue ossa fuori dall Egitto, nella terra promessa, antivedendo per fede la liberazione d Israele dall Egitto (Ebrei 11:22); morì, fu seppellito in Egitto. Le sue ossa furono trasportate durante tutto il viaggio, nel deserto, fino alla terra promessa dove furono seppellite a Sichem (Genesi 50:24-26; Esodo 13:19; Giosuè 24:32). In tutti questi casi, e in modo particolare nel caso di Giuseppe le cui ossa, furono trasportate per quaranta anni, non troviamo mai neanche un tentativo di attribuire a questi resti un valore spirituale. Non divennero neanche motivo di idolatria per un Israele che facilmente cadeva in questo peccato. La morte di Mosè presenta un aspetto particolare riguardo alla sepoltura; il suo fu un funerale del tutto speciale (Deut. 34: 5,6-8), Dio stesso lo seppellì, facendo in modo che nessuno conoscesse il luogo della sepoltura. Il Diavolo voleva appropriarsi di quel corpo ma Dio non lo permise mandando l arcangelo Michele a fronteggiarlo (Giuda 9). Non doveva essere facile per Israele rimanere indifferenti verso un uomo dalla statura straordinaria come quella di Mosè; chissà se, giunti nella terra promessa, avrebbero costruito un eccezionale monumento sepolcrale (magari una piramide), che, nel tempo, sarebbe potuto diventare mèta di pellegrinaggio e di speciale devozione? R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

10 Mosè aveva ricevuto il modello del Tabernacolo, luogo di intensa attività spirituale, ma riguardo a tombe nessuna istruzione particolare. Il luogo della sua sepoltura, l unico scelto da Dio, rimase sconosciuto. Dio ha preferito far conoscere all uomo modelli di vita e di servizio. Sebbene ogni persona, alla morte, meriti una dignitosa sepoltura, essa non deve diventare oggetto né di culto né di vanto. Mosè è vivo alla Presenza di Dio, il suo corpo senza vita, non doveva diventare oggetto di culto. Il Diavolo, forse, voleva raggiungere questo scopo per legare sempre più Israele con il laccio dell idolatria. La Parola di Dio afferma che i demoni sono fautori di false dottrine (I Timoteo 4:1) con le quali, abilmente, tendono a scalzare e sostituire nei cuori, in modo particolare dove trovano incertezza e instabilità, la...dottrina che è conforme alla pietà (I Timoteo 6:3); le parole che Gesù ci ha dette, sono spirito e vita. (Giovanni 6:63). Il profeta Eliseo morì e fu normalmente seppellito. L anno dopo, mentre alcuni stavano seppellendo un morto, per un improvvisa scorreria, gettarono in fretta la salma nella tomba dove si trovavano i resti del profeta; la salma dell uomo che si stava seppellendo, venendo a contatto con le ossa di Eliseo, tornò alla vita! (II Re 13:19-21). Fu senza dubbio un miracolo, ma non ci risulta che, da quel momento, le spoglie mortali del profeta, fossero portate in giro o custodite in uno speciale contenitore al fine di fare risuscitare i morti o per guarire dalle malattie. Fu un evento reale che non venne sfruttato in alcun modo per fini miracolistici. Il singolare evento di tornare in vita per mezzo di un contatto con le ossa di un profeta defunto probabilmente fu permesso da Dio per onorare il Suo servo e il messaggio che egli aveva portato. Eliseo è una figura di Gesù e quest evento ci ricorda piuttosto la potenza della risurrezione di Cristo, che dà vita a coloro che sono morti nei falli e nei peccati (cfr. Efesi 2:1); Gesù disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25). Io sono la vita Né il fatto di Eliseo, né altri vengono ricordati nel Nuovo Testamento per confermarvi una qualsiasi dottrina che incoraggi l uso di reliquie; né da parte di Gesù né da parte degli apostoli che pure hanno fatto molti riferimenti all Antico Testamento. Gesù si riferì ai tre giorni trascorsi dal profeta Giona nella pancia del grosso pesce, per riferirsi alla Sua dimora nella tomba (cfr. Matteo 12:39-40); parlò di Noè per riferirlo agli ultimi tempi (cfr. Matteo 24:37-38); Paolo parla di Sara e di Agar per parlare della legge e della Grazia (cfr. Galati 4:22-25); troviamo il serpente innalzato nel deserto figura della crocifissione di Cristo (cfr. Giovanni 3:14), mai però un riferimento a fatti che simbolicamente o espressamente, insegnino l adorazione dei defunti, o un attività dei defunti in favore dei vivi: Poiché non è il soggiorno dei morti che possa lodarti, non è la morte che ti possa celebrare; quelli che scendono nella tomba non possono più sperare nella tua fedeltà. Il vivente, il vivente è quello che ti loda, come faccio io oggi (Isaia 38:18, 19). Pur essendo in vita, l uomo senza Dio è morto spiritualmente, ed ha bisogno di essere vivificato e risuscitato interiormente nella sua vita spirituale. L apostolo Paolo descrive chiaramente questa situazione dell uomo quando scrive: Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, Ma Dio che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui (Efesini 2:1, 4-6). Anche tu hai bisogno della nuova vita che Cristo, pane della vita (Giovanni 6:35), è pronto a donarti. Io sono la vita (Giovanni 14:6). Sebastiano Campo 10 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

11 Il mirto rovo AL POSTO DEL Nel luogo del rovo crescerà il mirto; e sarà per l Eterno un titolo di gloria, un monumento perpetuo che non sarà distrutto (Isaia 55:13). Il capitolo 55 del profeta Isaia si apre con un invito rivolto indistintamente a tutti. Infatti è volontà di Dio che tutti i peccatori siano perdonati e ottengano salvezza in Cristo Gesù: O voi tutti che siete assetati, venite alle acque (Isaia 55:1). Lo stesso capitolo termina con la promessa dell opera che Dio compie nel credente: il mirto al posto del rovo. Il rovo e il mirto, messi a confronto, indicano la differenza che c è tra la vecchia vita di peccato e la nuova vita vissuta in Cristo. Il mirto è un piccolo arbusto Il rovo è un erbacea con fusto flessibile e spinoso, è figura della vita vissuta lontano dal Signore, nel peccato e nelle passioni peccaminose. Chi non ha fatto l esperienza della nuova nascita, è simile al rovo che flette al vento dell immoralità e della mondanità, la sua vita è piena di spine che feriscono e fanno del male. La Scrittura afferma che l incredulo è caratterizzato dall instabilità: Chi dubita è simile a un onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là (Giacomo 1:6). L uomo che vive senza la grazia di Dio fa del male agli altri; Giuda ne fa una descrizione lapidaria: Costoro sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senz acqua, portate qua e là dai venti; alberi d autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; furiose onde del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riserbata la caligine delle tenebre in eterno (Giuda 1:12, 13). Il mirto, invece, è una pianta che non ha spine, è un piccolo arbusto e si ramifica dalla base, ed è figura del credente rigenerato dallo Spirito Santo. Il cristiano viene chiamato con questo appellativo perché la sua esperienza si poggia su Cristo, la Pietra angolare, manifesta il carattere di Gesù e ogni aspetto della sua vita mostra la sua unione con il Salvatore: Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù il Signore, così camminate uniti a lui, essendo radicati ed edificati in lui e confermati nella fede, come vi è stato insegnato, e abbondando in azioni di grazie (Colossesi 2:6,7). Il mirto è una pianta sempre verde La pianta del rovo riesce ad attecchire, a crescere da per tutto, per vivere necessita di poca acqua e le sue foglie sono di colore verde spento. La vita di chi è lontano dal Signore è orientata verso il deserto, l aridità di questo mondo, dove c è solo delusione, insoddisfazione, affanno. Così parla l Eterno: Maledetto l uomo che confida nell uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall Eterno! Egli è come un tamerice nella pianura sterile; e quando giunge il bene, ei non lo vede; dimora in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti (Geremia 17:5, 6). Il mirto, a differenza del rovo, è una pianta dalle R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

12 foglie lucide e sempre verdi. Il credente che vive in Cristo manifesta il carattere di Gesù, in lui scorre la linfa vitale dello Spirito Santo. L acqua della Parola di Dio disseta l anima, rende rigogliosa e verdeggiante la vita del fedele che dimora nel Signore e vive in intima e profonda comunione con Lui: Beato l uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede sul banco degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge dell Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà (Salmo 1:1-3). Il mirto ha fiori bianchi Il rovo ha fiori ben poco attraenti! Il peccato con le sue conseguenze deturpa e imbruttisce l uomo. Chi vive senza la grazia di Dio manifesta nei pensieri, nei sentimenti, nel linguaggio, nella condotta e nel comportamento ciò che ha nel cuore: L uomo buono dal buon tesoro del suo cuore reca fuori il bene; e l uomo malvagio, dal malvagio tesoro reca fuori il male; poiché dall abbondanza del cuore parla la sua bocca (Luca 6:45). La pianta di mirto ha dei fiori bianchi molto belli. Il colore bianco nella Scrittura ci ricorda la purezza, la santità. Gesù ha pagato il prezzo di riscatto per il peccatore; chiunque si ravvede dei propri peccati ed invoca la misericordia di Dio ottiene il perdono, non c è peccato che non possa essere purificato dal sangue dell Agnello di Dio: Venite, e discutiamo assieme, dice l Eterno; quand anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve quand anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana (Isaia 1:18). Il credente ha la responsabilità di tenere alta la Parola della vita e di ricercare la pienezza dello Spirito Santo per vivere in modo santo, integro e retto, affinché le sue vesti non siano inzaccherate dal peccato, dal compromesso e da ogni forma di male: Siano le tue vesti bianche in ogni tempo, e l olio non manchi mai sul tuo capo (Ecclesiaste 9:8). Il mirto ha foglie aromatiche e fiori profumati Il rovo non emana nessun odore. Chi vive lontano da Dio e non fa del Signore la ragione della propria vita, conduce un esistenza scialba, vuota ed inappagata. È un errore, un illusione pensare di trovare nei piaceri, nei beni di questo mondo la gioia, la soddisfazione e i mezzi per appagare il vuoto del cuore. Il mirto è una pianta con delle foglie lucide, sempre verdi, aromatiche e con dei fiori profumati. Il credente che ha fatto una profonda esperienza di salvezza, che vive in intima comunione con il Signore, è una testimonianza evidente dell opera di Dio. Il cristiano testimonia di Cristo con la sua vita, la sua condotta e le sue parole. Il figlio di Dio è chiamato a rendere sempre e ovunque una buona testimonianza, ad essere una luce che risplende in questo mondo di tenebre, ad essere il sale della terra in una società scialba e ad emanare sempre il buon odore di Cristo: Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci conduce in trionfo in Cristo, e che per mezzo nostro spande da per tutto il profumo della sua conoscenza. Poiché noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo (II Corinzi 2:14). Il mirto porta frutto Esistono circa 300 specie di rovi e sono pochissimi quelli che portano frutto. La vita di chi è senza la grazia di Dio è caratterizzata dalla sterilità, dall aridità ed è dall infruttuosità spirituale. Come il frutto qualifica l albero, allo stesso modo la condotta, il comportamento, gli atteggiamenti, il linguaggio, l abbigliamento qualificano il credente: Non v è infatti albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero cattivo che faccia frutto buono; poiché ogni albero si riconosce dal suo proprio frutto; perché non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dal pruno (Luca 43, 44). Il cristiano è prima di tutto chiamato a portare frutto per quello che è mediante la salvezza: O voi fate l albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l albero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l albero (Matteo 12:33). Il frutto dello Spirito Santo è la manifestazione del carattere di Cristo manifestato dal credente nel suo temperamento: Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza (Galati 5:22). Il cristiano non solo porta frutto nella sua vita, ma anche con la sua opera. La salvezza, la pienezza dello Spirito Santo e la consacrazione a Dio mettono il credente nella condizione di portare frutto con il suo servizio alla gloria del Signore, per l edificazione della chiesa e per l evangelizzazione dei perduti: Io sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più. Voi siete già mondi a motivo della parola che v ho annunziata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppur voi, se non dimorate in me. Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli. Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v ho costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente (Giovanni 15:1-5, 8, 16). Paolo Faia 12 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

13 PROMOSSI ALLA GLORIA Giovanni MOLA ( ) Il 9 aprile 2006, il Signore ha chiamato a sé il fratello Giovanni Mola, pastore onorario delle Chiese A.D.I. di Scafati (SA) e Poggiomarino (NA). Giovanni Mola, nato il 2 marzo 1919 a Scafati, era una persona dal carattere sincero, buono e generoso, celato da un comportamento talvolta rigido e severo, sicuramente ereditato dall educazione ricevuta dai genitori, ma anche dalle drammatiche e forti emozioni vissute durante la guerra in Italia: nel secondo conflitto mondiale fu preso prigioniero e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Dai suoi ricordi, che ci raccontava con riluttanza, emergeva tutta la cruda e triste esperienza vissuta in quel luogo dove ha sofferto la fame, il freddo ed il terrore; lì aveva il compito di riparare i forni crematori essendo esperto tornitore meccanico. Un giorno in cui aveva deciso di ricorrere al suicidio, dal fondo della sua angoscia, allo stremo delle forze, Dio intervenne nella sua vita tramite l aiuto offerto da due coniugi credenti che gli offrirono cibo e sostegno morale. Non fu in quella circostanza che conobbe il Signore, ma sicuramente il suo cuore subì un cambiamento; finita la guerra e tornato in Italia, sposò Rosa Longobardi che l aveva fedelmente aspettato durante la sua lunga assenza. La sua attività consisteva allora nella costruzione di statuine che venivano vendute a Pompei. La moglie ricevette la testimonianza da credenti della comunità di Pompei, che la incoraggiavano con visite e preghiere. Dopo qualche tempo il fratello Giovanni si arrendeva a Gesù e consacrava la sua vita al servizio del Signore, cambiando anche tipo di attività. Nel suo infaticabile ed intenso lavoro spirituale fondò Chiese a Poggiomarino (NA) nel 1961 e a Scafati (SA), nel 1965 curò la comunità di Moschiano (AV) sempre sostenuto attivamente dalla moglie che lo lasciò per andare col Signore nel gennaio del Successivamente a quell evento fu costretto a lasciare ogni attività per le sue precarie condizioni fisiche. Il fratello Giovanni e sua moglie non hanno avuto figli, ma dicevano che tutti noi redenti da Gesù eravamo loro figli. Eben-Ezer (fin qui l Eterno ci ha soccorsi) erano parole che il fratello Giovanni amava ripeterci nel corso degli anni e che la sua labile memoria ha custodito fino alla fine. dalla Chiesa A.D.I. di Scafati Luigi Cangianiello Le frequenze di RADIOEVANGELO Ascolta Radioevangelo nella tua città Acireale (CT) 92,500+92,800 MHz Agrigento 98,500 MHz Atena Lucana (SA) 88,400 MHz (rip.napoli) Atina (FR) 90,000 MHz (rip.sora) Bari 91,500 MHz Benevento 88,800 MHz (rip.napoli) Bologna 88,450 MHz; 88,300 MHz Cagliari 101,750 MHz Cassino (FR) 89,200 MHz (rip.sora) Catania 91,000 MHz Crotone - Caccuri 107,400 MHz (rip.isola Capo Rizzuto) Frosinone 89,100 MHz (rip.roma) Gela (CL) 104,200 MHz Giarre (CT) 93,400 MHz, 93,800 MHz Ginosa (TA) 102,300 MHz Gravina (BA) 103,500MHz Isola Capo Rizzuto (KR) 104,900 MHz Isola Liri (FR) 101,450 MHz (rip.sora) Latina-Sonnino 101,700+93,550 MHz (rip.roma) Macchia di Giarre (CT) 106,300 MHz (rip.linguaglossa) Matera 98,300 MHz Melito di Porto S. (RC) 104,300 MHz Misilmeri (PA) 99,500 MHz Montecalvo (AV) 96,300 MHz (rip.napoli) Napoli 102,800 MHz Petilia Policastro (KR) 92,600 MHz (rip.is.capo Rizzuto) Reggio Calabria 107,700 MHz Rieti 101,900 MHz (rip.roma) Rimini (RN) 95,000 MHz Roma 101,700 MHz Sant Agata Militello (ME) 91,200 MHz Sant Angelo dei Lombardi (AV) 91,200 MHz (rip.nap.) San Giovanni in Carico (FR) 87,550 MHz (rip.sora) Salemi (TP) 103,700 MHz (rip.trapani) Segni (RM) 107,400 MHz (rip.roma) Sora (FR) 89,360 MHz Terni 107,000 MHz (rip.roma) Trapani 103,700 MHz Hot Bird 4 13,0 Est Freq Mhz polarizzazione orizzontale TRASMISSIONI CRISTIANI OGGI TV VIA SATELLITE Informiamo i lettori che sono in onda via satellite le trasmissioni televisive del programma Cristiani Oggi TV, ogni sabato alle ore 20 e 30 su Studio Europa, in chiaro R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

14 NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ NOTIZIE DA AVELLINO La comunità di Avellino è lieta di condividere con tutta la fratellanza la gioia del Signore perché il giorno 25 Marzo 2007 ha visto scendere nelle acque battesimali altri quattro nuovi credenti, un fratello e tre sorelle di cui una già battezzata nello Spirito Santo. Per l'occasione abbiamo avuto il piacere di avere con noi il fratello Alfonso Melluso, pastore della chiesa di Secondigliano (NA), il quale ci ha somministrato il consiglio della Parola di Dio tratto dalla Prima Epistola di Pietro: "... ci ha fatti rinascere a una speranza viva... per una eredità incorruttibile" (1:3, 4). La domenica successiva ci siamo raccolti per celebrare la Cena del Signore, per ricordarne la morte, la risurrezione e il Suo prossimo ritorno. Per questo servizio abbiamo avuto con noi il fratello Giuseppe Costanzo, pastore della chiesa di Arzano (NA), il quale, parlandoci dal libro Cantico dei Cantici, ha posto enfasi sulla domanda: "Chi è colei?" (6:10). Un altro servizio battesimale l abbiamo celebrato a Montella (AV) il giorno 11 aprile 2007 per una giovane studentessa salvata e battezzata di Spirito Santo. In questa occasione il Signore si è servito del fratello Angelo Tassa, pastore della Chiesa di Cassano Irpino (AV). Il testo della Parola commentato è stato in I Giovanni, capitolo 4, i versi 9 e 15. II giorno 29 con la comunità di Montella e con le comunità limitrofe, ci siamo radunati per ricordare la morte del Signore con i simboli del pane e del vino. Vi salutiamo e come sempre ci raccomandiamo alle preghiere di tutta la fratellanza, per un nuovo risveglio spirituale affinché tanti possano venire alla conoscenza della verità. Stefano Tassa NOTIZIE DA VILLABATE (PA) È con grandissima gioia che comunichiamo alla fratellanza la giornata di festa che la chiesa di Villabate ha vissuto il 25 marzo nel vedere scendere nelle acque battesimali 7 giovani sorelle. Per l occasione è stato con noi il fratello Antonino Barresi, pastore della comunità di Palermo-Tommaso Natale, che il Signore ha usato per l esposizione della Sua Parola che ci ha tutti edificati. La domenica successiva abbiamo celebrato la cena del Signore. La parola edificante ci è stata portata dal fratello Stefano Zedda, pastore delle comunità di Le Tojanni e Catania Via Mirco. La chiesa di Villabate sta attraversando un periodo di benedizioni: invitiamo i credenti che leggeranno queste righe, a ricordarci nelle loro preghiere affinché il Signore continui l opera di salvezza e di armonia spirituale fra di noi. * NUOVO LOCALE DI CULTO AD ANDRIA (BA) Il Signore ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia (Sal.126:3). Finalmente, dopo mille peripezie, rendiamo partecipe la fratellanza che sabato 31 marzo 2007 Dio ci ha dato la gioia di dedicare al Signore un nuovo locale di culto nella città di Andria (BA). Il Signore ci ha provveduto un locale di circa 200 mq. che abbiamo adattato ai vari bisogni della comunità. Già prima di iniziare il culto al Signore non c erano più posti a sedere, il locale era gremito di credenti e di diversi responsabili di comunità della zona, venuti per onorare il Signore. I giovani della chiesa di Andria hanno espresso attraverso il canto gratitudine, lode e adorazione al nostro amato Salvatore, per la Sua bontà e fedeltà. Per l occasione ha eseguito degli inni anche la corale di Gravina (BA), innalzando e benedicendo Dio. Infine, il fratello Carmine Lamanna, pastore della comunità di Matera (Via S.Pardo) e di Ginosa (TA) ha partecipato il Consiglio della Parola di Dio, che è risultato di benedizione, edificazione ed incoraggiamento. Il testo della meditazione, tratto da I Cronache 28:9-19, riguardante il Tempio di Dio, è stato così sviluppato: il progetto preparato da Dio per il Tempio, il modello ideato da Dio per tutti gli strumenti e arredi del tempio, il peso giusto ordinato da Dio per tutti gli strumenti e arredi del tempio. Tutti ci siamo rallegrati nel Signore, considerando come, nella Sua misericordia e bontà infinita, Egli continui a fare del bene alla Sua Chiesa. L invito rivolto a tutti i partecipanti, prima di salutarsi, è stato quello di coltivare il santo proponimento di continuare ad amare e servire fedelmente il Signore, senza essere sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina (Efe.4:14), ma continuando a vivere e a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre (Giuda v. 3). Chiediamo a tutti i fratelli di pregare per la comunità di Andria, affinché i momenti difficili possano essere completamente dimenticati e superati per mezzo dell opera potente della grazia divina. Che il Signore, attraverso le Sue benedizioni e consolazioni, susciti in tanti credenti il desiderio di consacrarsi a Lui, che tutta la Chiesa desideri, cerchi e realizzi le meravigliose e divine promesse, attraverso i doni, le virtù, i carismi dello Spirito Santo in un servizio reso per la salvezza dei perduti, per l edificazione della Chiesa e la sola gloria di Dio. Il nuovo locale di culto di Andria è in Via Gaspare Spuntini n. 77, l orario delle riunioni: Mercoledì e Venerdì ore 19:00; Sabato e Domenica ore 19:30. Salvatore Chiaradia BATTESIMI A PADOVA Domenica 17 giugno è stata una giornata di festa per la chiesa di Padova. Abbiamo avuto un culto di battesimi, in cui cinque neofiti, tre fratelli e due sorelle, hanno testimoniato pubblicamente la loro esperienza di salvezza in Cristo, e sono scesi nelle acque battesimali in ubbidienza al comando lasciatoci da Gesù. La presenza del Signore è stata tangibile e molte persone venute per l occasione sono state toccati dalla Parola di Dio, che è stata annunciata, e dalle testimonianze rese dai neofiti. Vogliate pregare affinché l opera di Dio possa crescere e prosperare. Iddio ci benedica. Vincenzo Specchi 14 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007

15 BATTESIMI: BRUSCIANO, CASALNUOVO CASORIA, VOLLA (NA) L 1 Aprile abbiamo avuto un servizio battesimale in cui sono scesi nelle acque un membro della comunità di Brusciano, quattro di Casalnuovo, quattro di Casoria e due di Volla, chiese con le quali collaboriamo. È stato con noi il fratello Renato Mottola, con la sua consorte, la cui testimonianza è stata edificante per i giovani battezzandi e per i molti presenti. Abbiamo goduto del ministerio del fratello Mottola anche il giorno prima con uno studio dal tema: Lavami e lavatevi che ha dato tanta chiarezza ai cuori e ha spinto a seguire il culto nel quale è stato esposto in modo originale la parola attraverso il Salmo 90. Siamo grati al Signore per questo Suo umile servo e per come Egli lo ha usato per la nostra edificazione e il nostro ammaestramento. Il giorno 8 abbiamo celebrato la cena del Signore, ed abbiamo avuto tra noi la gradita visita del fratello Silvano Masullo e di sua moglie; anche attraverso questo Suo strumento il Signore ci ha distribuito la dolce Sua Parola, opportuna per ciò che abbiamo ricordato: la morte del Signore, affinchè Egli venga. Siamo ben intenzionati ad impegnarci a trafficare sempre più quei talenti che Lui ci ha donato, col desiderio di onorarlo e servirlo, con la certezza che l unzione del Suo Santo Spirito sia per tutti quelli che di cuore puro Lo amano e Lo onorano. A Gesù, Capo e compitore di fede, vada la nostra gratitudine per quanto sta facendo in queste zone. Pregate per noi. Iddio ci benedica. Stefano D Alessandro NUOVO LOCALE A PIOVE DI SACCO (PD) Desideriamo ringraziare il Signore perché la Sua Opera continua a crescere nel Veneto. Infatti, venerdì 13 aprile 2007 abbiamo dedicato al Signore il sedicesimo locale di culto, sorto grazie alla visione e all opera delle chiese di Padova e Vicenza. Piove di Sacco, cittadina con abitanti, è situata a circa trenta chilometri a sud-est di Padova, copre una vasta zona con diversi paesi limitrofi cui fa riferimento ed è nelle vicinanze di un altra grande località dove ad ora non c è la testimonianza pentecostale: la città di Chioggia, sul mare Adriatico. In queste zone, vogliamo annunciare e testimoniare la salvezza in Cristo, ed un locale di culto, è un ottimo punto di riferimento per quanti sono alla ricerca della Verità. Grazie a Dio, ci sono 25 credenti che frequentano le riunioni di culto, ma desideriamo alzare lo sguardo e pregare che il Signore possa continuare a compiere il miracolo più grande: la salvezza delle anime (Giov.4:35). Nel culto di apertura, il Signore ci ha incoraggiati con la Sua Parola in Atti 2:42-47, mettendo in risalto le qualità della chiesa modello, quella degli inizi. Una profonda conversione, il valore dell insegnamento della Parola di Dio, il privilegio della preghiera, la benedizione della comunione fraterna, la perseveranza alle adunanze, la gioia della salvezza, rendono il popolo di Dio un popolo particolare, che illumina e guida i passi di chi muore nelle tenebre verso Gesù il Salvatore del mondo. Possano essere queste qualità sempre vive e presenti nella chiesa di oggi. Il locale di culto si trova in via Petrarca 6, le riunioni si tengono il martedì e il venerdì entrambe alle ore 20:30. A Dio sia la gloria. Pregate per noi. Vincenzo Specchi NUOVO LOCALE E BATTESIMI A RAFFADALI (AG) Dio ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia (Sal.123:6) Questo verso testimonia dell opera meravigliosa che il Signore nel corso degli anni ha compiuto nella provincia di Agrigento. Il risveglio pentecostale raggiunse l agrigentino nel 1925; uno dei primi comuni ad essere evangelizzati fu Raffadali, dove il messaggio di salvezza fu recato da un agricoltore senza istruzione di nome Francesco Galvano, tornato da Niagara Falls (New York) dove era emigrato nel Egli, venendo in contatto con l Evangelo e con l esperienza pentecostale, decise di ritornare nel suo paese natale, per parlare di Gesù ai suoi cari. Nonostante le grandi opposizioni subite, il Signore usò questo semplice uomo per far nascere nella suddetta cittadina una chiesa cristiana evangelica di fede pentecostale, salvando e battezzando nello Spirito Santo tante anime. Dopo diversi dislocamenti, da anni la comunità svolgeva i culti nel locale di Via M. Crapanzano 28, dove, in questo ultimo periodo, a causa dell elevato numero di credenti, si trovava costretta a tenere due culti domenicali. Già nel 1980 si era provveduto all acquisto di un terreno per la costruzione di un nuovo edificio più ampio che potesse ospitare tutti comodamente, non molto distante dal luogo dove si trova il vecchio locale. Sono trascorsi oltre 20 anni da allora, nei quali Dio ha mandato avanti quest opera, ma in particolare negli ultimi due anni l intera comunità, dietro la spinta e l incoraggiamento del fratello Gaetano Montante, mossa da grande zelo e fiducia, ha lavorato alacremente per realizzare la costruzione di questo bellissimo locale che con i suoi 1000 posti a sedere potrà ospitare comodamente quanti parteciperanno ai servizi di culto. Il tutto è culminato il 15 aprile 2007, data nella quale si è potuto offrire al Signore il primo culto nel nuovo locale, tra la lode e la commozione dei fratelli, dai più anziani ai più giovani. Il pastore Gaetano Montante e il consiglio di chiesa, per l atteso evento della dedicazione del nuovo locale, hanno organizzato una intera settimana di culti speciali, dal 12 al 20 maggio. Sabato 12 maggio erano presenti circa 2000 persone tra membri della comunità, tanta gente del paese, credenti provenienti da altre comunità ADI, nonché i fratelli del C. di Z. della Sicilia e le autorità civili e militare di Raffadali e Sant Elisabetta. Tra questi, il sindaco di Raffadali, il quale invitato a parlare, ha evidenziato la buona testimonianza di cui gode l Evangelo nel paese, anche grazie a questa opera portata avanti solo per fede e per la grazia di Dio. A porgere il messaggio della Parola di Dio è stato il fratello F. A. Loria, presidente delle ADI, che per l occasione ha meditato dal passo di Isaia 66:1 Quale potrebbe essere il luogo del mio riposo? ricordandoci che non è nei locali, per quanto belli ed accoglienti possano essere, che Dio vuole riposare, ma nel cuore di ciascuno di noi! Il giorno seguente è stato celebrato un culto di battesimi, in cui 14 neofiti hanno testimoniato delle loro fede in Gesù scendendo nelle acque battesimali. Anche in questa occasione il fratello Felice A. Loria ha portato il messaggio della Parola. Nella settimana seguente, i fratelli Paolo Lombardo, Giuseppe Tilenni, Giuseppe Conserva, Rodolfo Arata e Antonino Mancuso si sono avvicendati nella predicazione della Parola. La serie di iniziative si è conclusa domenica 20 Maggio con la celebrazione della Cena del Signore, culto nel quale il messaggio dell Evangelo è stata affidata al fratello Vito Nuzzo, pastore delle chiese di Agrigento e Porto Empedocle. Dopo questo bel periodo di benedizioni non possiamo fare a meno di ringraziare il Signore che ci ha dato la gioia di lavorare per Lui, per l edificazione del Suo Popolo. Le Sue grandi opere ci incoraggiano a servirlo fedelmente fino al giorno del Suo glorioso ritorno! Davide Valentino R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO

16 NO T I Z I E D A L L E N O S T R E CO M U N I T À 16 BATTESIMI A BASSANO DEL GRAPPA (VI) Ecco io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco. (Apo.3:20). Desideriamo ringraziare il Signore, perché il Suo amore è rimasto inalterato ancora oggi e Lui continua a picchiare alla porta dei nostri cuori. Domenica 22 Aprile, nella comunità di Bassano del Grappa (VI), si è tenuto un culto battesimale in cui due sorelle hanno reso pubblica testimonianza della loro salvezza nel Signore. Il culto si è svolto con grande gioia e serenità, allietato dal coro della stessa comunità, dalla presenza di parenti e amici, e dalle testimonianze delle sorelle, che ancora una volta attestano che il AFRAGOLA (NA): BATTESIMI E SANTA CENA NOTIZIE DA CATANIA VIA MIRKO Desideriamo comunicare alla fratellanza la gioia elargitaci dal Signore il giorno 6 maggio u.s., quando, per la Sua infinita Grazia, abbiamo visto tre nuove sorelle scendere nelle acque battesimali. In un locale di culto gremito in ogni ordine di posti, abbiamo goduto del ministerio del fratello Angelo NOTIZIE DA BARLETTA (BA) R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007 Signore continua ad operare nel cuore dell'uomo. Per l'occasione abbiamo avuto il piacere di avere fra noi il fratello Simone Caporaletti, pastore delle chiese di Bologna, Modena e Carpi che ha predicato sul salmo 132, incoraggiandoci ad essere fedeli fino alla fine con una fede solenne, santa e gioiosa; alimentata da sentimenti vivi ed attivi nell'attesa del ritorno del Signore. Ringraziamo il Signore per come ha guidato ogni cosa e per come ha benedetto le anime nostre con la presenza del Suo Santo Spirito. Or all'iddio e Padre nostro sia la gloria nei secoli dei secoli Amen. (Fil. 4:20) Giuseppe Bortoli Ancora quest anno siamo grati al Signore per come continua ad operare nella nostra città. Il 25 aprile, 14 neofiti (6 fratelli e 8 sorelle di cui 7 sono giovani) sono scesi nelle acque battesimali testimoniando della salvezza e promettendo al Signore di servirlo per tutta la loro vita. Ancora quest anno il Signore ci ha dato la possibilità di avere a disposizione la palestra della Scuola Media Europa Unita per effettuare i battesimi, perché il locale di Via Sicilia in cui ci raduniamo è diventato stretto; il luogo era pieno di tante persone nuove che hanno partecipato ascoltando la Parola di Dio, in particolar modo parenti ed amici di quelli che si sono battezzati. La nostra preghiera è che il Signore possa toccare ed entrare nei loro cuori. Il 29 aprile abbiamo celebrato nel locale di Via Sicilia la Santa Cena, cui hanno potuto partecipare anche i nuovi battezzati. Sapendo che il Signore continuerà la Sua opera tra di noi, con forza e vigore continueremo a servirlo e chiediamo alla fratellanza di pregare insieme a noi il Signore affinché possa darci la possibilità di poter avere un locale più grande dove riunirci. Daniele Russo Gargano, pastore a Torino, strumento che Dio ha utilizzato per parlare al cuore dei convenuti. Ringraziamo il Signore perchè Egli porta avanti l'opera Sua e la fa prosperare, salvando, guarendo, liberando e battezzando nello Spirito Santo. A Lui sia la lode e la gloria in eterno! Stefano Zedda Desideriamo comunicare alla fratellanza che il 6 maggio, a Barletta, insieme ai fedeli delle varie comunità limitrofe abbiamo festeggiato nel Signore. Due anime sono scese nelle acque battesimali in ubbidienza al comandamento del Signore, confessando pubblicamente la loro fede in Gesù. Uno dei neofiti della comunitàdi Trinitapoli (Fg) si è convertito al Signore ascoltando il programma TV Cristiani Oggi, trasmesso a cura della comunità di Barletta. Il secondo battesimo è stato ministrato a una credente di origine brasiliana, che, avendo ricevuto la testimonianza del Vangelo, non ha esitato a suggellare la sua fede in Cristo suo Salvatore. Il Signore, che ha iniziato l opera buona nella loro vita, la porterà a compimento battezzandoli anche di Spirito Santo; preghiamo anche per la conversione delle loro famiglie. Per la circostanza il messaggio della Parola del Signore ci è stato amministrata dal fratello Salvatore Greco, pastore della Comunità di Trani, incoraggiando i neofiti e tutti i fedeli presenti a servire il Signore fedelmente e a combattere come veri soldati di Cristo il buon combattimento della fede, che è stata una volta e per sempre tramandata ai santi, aspettando con gioia il ritorno del nostro amato Redentore. Leo Gennaro RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Ente Morale di Culto D.P.R n.1349 Legge n.517 Mensile a carattere religioso pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, Padova Tel fax e mail: adi.veneto@tin.it Versamenti c/c postale n intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, Padova Spedizione in Abbonamento Postale Poste Italiane spa - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza Tipografia Cooperativa Tipografica Operai srl - Vicenza Risveglio Pentecostale è una pubblicazione delle Assemblee di Dio in Italia, che fin dal 1946 ha lo scopo d essere, con l aiuto di Dio, strumento di edificazione per la Chiesa del Signore, sostenendosi esclusivamente con libere offerte. Questo numero di Risveglio Pentecostale è consultabile anche su internet all indirizzo web delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I.: STAMPE PERIODICHE Imprimé à taxe réduite - taxe perçue Tassa pagata - Italia In caso di mancata consegna si prega di restituire al mittente (Redazione Risveglio Pentecostale, Via Altichieri da Zevio, Padova) che si impegna a corrispondere il diritto fisso specificando il motivo contrassegnando con una X il quadratino corrispondente: Destinatario SCONOSCIUTO PARTITO TRASFERITO IRREPERIBILE DECEDUTO Indirizzo INSUFFICIENTE INESATTO Oggetto RIFIUTATO NON RICHIESTO NON AMMESSO grazie per la cortese collaborazione

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